Non c'è, in Italia, un solo esempio di azionariato popolare che abbia veramente funzionato.
Per spiegare tutte le ragioni ci vorrebbe un pomeriggio intero, ma già Guiz ti ha dato qualche indicazione valida.
Sulla fragilità della cordata aspettiamo, ma certo sarebbe curioso se venti imprenditori triestini TUTTI ASSIEME non riuscissero a raggiungere la cifra che Fantinel da solo tira fuori per la gestione.
O hanno tutti il braccino molto corto, o sono ben piccoli imprenditori.
E poi, non avevate detto che Fantinel con la Triestina "ciuccia" a più non posso?
Quindi, quello degli azionisti mica sarebbe un capitale a rischio, semmai un buon investimento...
La figura del padre padrone, nel calcio, non è obsoleta.
E', al contrario, l'unica che porta a risultati certi.
Ovviamente i collaboratori devono essere di primo livello, ma per poterseli permettere ci vogliono pur sempre i soldi del padrone di cui sopra.
Dov'era il Genoa prima di Preziosi?
Il Palermo prima di Zamparini?
Il Napoli prima di De Laurentiis?
Il Milan prima di Berlusconi?
L'Udinese prima di Pozzo?
Imprenditori con caratteristiche completamente diverse, ma senza l'intervento dei quali le rispettive società avrebbero continuato a navigare nella mediocrità in cui si trovavano.
Infatti, in Italia siamo da questo punto di vista, un paese retrogrado. Un paese in cui molti si aspettano qualcosa dalle istituzioni, qualunque esse siano e in cui la stragrande maggioranza dei risparmiatori ad es. investe in titoli di stato e in depositi bancari, invece che in imprese o in azioni...la spiegazione risiede proprio nella mentalita' attendista e poco propensa ai rischi d'impresa. Prova a guardare nei paesi anglosassoni o in altre realta' nordiche e soprattutto cerchiamo noi di cambiare mentalita', siamo o non siamo la citta' del sincrotone, la capitale mittle europea per eccellenza? .