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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 05/05/2021 in tutte le aree

  1. Anche no. Conviverci vuol dire aree riservate negli ospedali, difficilmente gestibili dai reparti infettivi pre-covid, vuol dire maggiori possibilità di varianti resistenti ai vaccini, vuol dire problema infinito. L'obbiettivo deve tassativamente essere debellare il virus quanto prima, o almeno isolarlo in zone "quarantenabili".
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  3. Le annate interessate avevano una natalità al top, quasi un milione di nati per anno (in Italia), superato nel 1964. Aprire a 5 annate di queste equivale ad aprirne a 10 di anni più recenti. Per me ci sta che procedano a step di 5 anni fino ai 50, di fondo è una malattia che colpisce di più i "meno giovani" e dargli una precedenza a mio avviso va bene. Non mi pare che in regione ci siano problemi di inutilizzo vaccini a causa di rifiuti, la percentuale di utilizzo si abbassa solo in occasione di nuovi arrivi e mi pare procedano in base alla disponibilità degli stessi. Se come vedono una diminuzione delle richieste aprono alle età più basse direi che va bene, ma credo sia giusto procedere con gradualità, se apri a tutti subito metti in competizione il cinqantottenne con il trentaseienne nelle prenotazioni, converrai che è meglio se il meno giovane si vaccina prima. Credo ci sia anche un ragionamento sui vaccini disponibili, hanno aperto alla fascia 55-59 senza patologie, forse per dargli Astrazeneca, credo che sotto i 50 daranno solo vaccini ad mRNA di cui probabilmente non ci sono "avanzi". Stanno comunque incrementando le consegne dei vaccini ad mRNA, si va sempre più su quella tecnologia, ora si cerca di ottimizzare quel che c'è.
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