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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 21/05/2021 in tutte le aree

  1. Il problema è che il giocatore è ambizioso e la nostra Pallacanestro Trieste non lo è. Lui se ne andrá a Brescia o altrove perché loro, malgrado non siano neanche arrivati ai playoff, sono decisi a giocare una coppa mentre a Trieste no se Pol neanche se hai come sponsor Allianz. Da noi manca la mentalità. Non solo in società ma pure in molti tifosi che si accontentano sempre. Non vedo differenze tra il prima dell'Allianz e ora. Sempre e comunque obiettivo salvezza. E se ti qualifichi per le final eight e per i playoff ci vai in gita premio. Un giocatore ambizioso non può restare o venire.
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  2. Te scherzi??? Ai giocatori non interessa le coppe,nooooooo!!!!! Le coppe xe pericolose, ancora de più la final8,te rischi de giogar 3partite in 4giorni,troppe.
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  3. Io sento aria di sindrome di Stoccolma. Piccoli soci tengono il controllo. Ghiacci si entusiasma del suo ruolo e della chiusura del bilancio in positivo e dei risultati della quadra. Ma tutto è grazie ad uno sponsor che nessuno ha di questo livello (gli altri grandi sono proprietari) e grazie alla fatica e competenza nello spogliatoio e nella scelta molto meglio azzeccata rispetto all'anno scorso fatta dal coach e da Ciani. Sindrome di chi ti tiene in gioco e alla fine dimentichi la prigionia per empatizzare e gioire senza renderti conto del vero mondo fuori, del fatto che in 3 anni di Allianz ha vissuto quasi di rendita: certo causa il covid e grazie ai piccoli sponsor che hai trovato: ma per il resto 3 anni di assordante silenzio e nell'evoluzione societaria. Ma qualche voce fuori dal coro c'è e quindi Dalmasson non viene rinnovato. Cavaliero dice che si cercano idea, il Cavaliero che aveva abbracciato Dalmasson... Vedremo le prossime partenze mentre aspetteremo le prossime notizie. Ma poi? Ricordo quando Gatto su questo forum un 6 anni fa aveva fatto delle uscite nefaste e nefande sul futuro di Trieste (poi da qui il Gatto ufficiale è scomparso): poi due botte di fortuna (Alma e Allianz) a doppiare la nostra storia. Felici di essere stati doppiati ma poi... Poi oggi a parlare del modello Treviso e Varese, delle grandi capacità di Cremona e Brindisi nello scegliere i giocatori. Io invece guardo sempre e cito da anni Trento: ha lavorato benissimo e non ha poi questo sponsor nè proprietari plutocrati. Ma hanno lavorato su più piani con una fondazione e una società, e da un decennio circa portano risultati da finali e playoff e coppe. Senza paura e con continuità. Io non accetto il discorso del territorio di Trieste, certo è più piccola la provincia ncia, ma come tanti, quasi tutti, non ha fatto nulla di innovativo negli ultimi decenni. Come Pesaro Cantù Varese (forse fino a ieri) e tantissime altre. Io resto passivo e nulla mi aspetto, magari verrò sorpreso ma per me grandi nembi scuri si paventano all'orizzonte della mancanza di trasparenza e professionalità.
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  4. a me pare un budget pazzesco, sinceramente dove li abbiamo trovati tutti 'sti soldi senza Alma ? fosse vera quella cifra, che fallimento !
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  5. Discorso budget mi sembra meglio evitare qualunque commento. E non mi riferisco a chi dichiara il falso.
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  6. Lo scorso anno avevamo il quinto budget. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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  7. Alma era proprietario e aveva ambizioni di crescita. La gente lo ha capito e l' entusiasmo è cresciuto a mille. Gli attuali proprietari hanno investito troppo poco per avere ambizioni. La soluzione è trovare nuovi soci che di aggiungano agli attuali e tornino a formare una proprietà ambiziosa. Gli sponsor sono indispensabili ma non decidono le scelte societarie. Al contrario: le scelte societarie possono attrarre o meno gli sponsor. Davanti a un progetto di crescita si trova chi ti sponsorizza. Davanti ad un progetto di pura sopravvivenza gli sponsor emigrano...
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  8. dice anche di aver investito 4,25Mln in 10 anni da main sponsor; questo dà la dimensione dell'importanza del nostro main sponsor attuale, che ho l'impressione stiamo sfruttando, in un'ottica di crescita e consolidamento societario, con un valore pari a zero
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  9. Non sto a difendere Gautieri, preferisco Pillon, ma Gautieri, se la squadra era fatta secondo i suoi convincimenti, a campionato iniziato si è ritrovato con: - Paulinho, sicuro titolare, rotto in estate, - Procaccio infortunato prima della prima giornata (ha saltato tutta l'andata), - Lodi, che vorrei ricordare all'epoca doveva ancora essere il 'faro' di centrocampo, fin dalle prime giornate deludentissimo tanto da finire dopo un po' in panchina, - Sarno, non so se vi ricordate a inizio campionato era titolare e dopo qualche partita non lo potevamo più vedere, - Rapisarda preso come titolare, arrivato con fama di uno dei migliori terzini della C, mai decollato, - Brivio, titolare pure lui, non ne parliamo, - Struna, forse tre presenze poi sparito, - Ligi spesso sostituiva uno tra Capela e Lambrughi (si era presto capito che come titolare non dava affidamento), deludente e pericoloso fin dall'inizio e poi per tutto il campionato, - Ioime che è stato preso per fare il titolare. Sono nove giocatori (dei quali direi tranquillamente sei titolari, perlomeno tali erano nei piani di inizio campionato, cioè metà squadra) che per un motivo o per l'altro sono mancati completamente o quasi alla causa. Ciliegina sulla torta Petrella, che ritengo il nostro attaccante più pericoloso, in relazione ai suoi compiti (cioè non di bomber), che causa infortuni ha fatto 18 presenze -e ben 5 gol- su 38 partite. Perciò di cosa stiamo parlando? Lo dico in generale.
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  10. Secondo me Ciani ha accettato di fare il secondo con la promessa che poi sarebbe diventato primo... un disegno cominciato un anno fa... non sono entusiasta nemmeno io. Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
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  11. I primi dittatori, però, dopo sei mesi rientravano alle loro occupazioni originarie: ho sempre avuto un certo fascino per Cincinnato, per esempio. Lo stesso Silla rifiutò poi delle cariche successive. Ce ne furono altri che si fecero poi "prendere la mano", certamente. La questione è però un'altra,: la dittatura - su stampo romano - era una magistratura straordinaria, ma pienamente inserita nell'humus giuridico, quindi all'interno del diritto. Lo stato d'eccezione, invece, come può essere considerato quello attuale, è paradossalmente al di fuori di esso proprio per sua stessa natura: un extragiuridico che vorrebbe rientrare nel giuridico; una zona di anomia che pur vuol agire in forza-di-legge. Già un governo come quello Conte, basato sul dpcm e/o sul decreto legge, è un buon esempio (non il primo in Italia, sia chiaro) di una Repubblica non più parlamentare, ma governamentale, in cui un'emergenza diviene la necessità per spostare il campo d'azione del diritto. Confondere dittatura alla "romana" e stato d'eccezione - paradigma di gran parte delle democrazie occidentali, non solo quelle italiane - è un vulnus interpretativo che Agamben ben aveva riconosciuto nella sua genesi storica: "l'aver confuso stato di eccezione e dittatura è il limite che ha impedito sia a C. Schmitt sia a Rossiter di venir a capo delle aporie dello stato di eccezione. In entrambi i casi, l'errore era interessato perché era certamente più facile giustificare giuridicamente lo stato di eccezione iscrivendolo nella prestigiosa tradizione della dittatura romana piuttosto che restituirlo al suo autentico, ma più oscuro paradigma genealogico nel diritto romano: il iustitium, [...]ovvero un vuoto e un arresto del diritto" (Stato di eccezione, pp.62-63, ovviamente non lo sapevo a memoria!). Quello che voglio osservare con sto pippone è che siamo in un terreno mooooolto scivoloso, davvero molto. Quando parliamo di "limiti della democrazia" convengo con voi: occhio però, che è proprio nelle situazioni ibride, di emergenza, di crisi che riemergono dalla storia questi spazii vuoti di a-nomia, in cui si inserisce un potere che ha una genesi storica ben radicata e che nel corso del Novecento abbiamo visto come possa materializzarsi in breve tempo. Quando sento parlare di "pieni poteri", "parziale sospensione dei diritti in nome della salute", "situazione di emergenza" - sarà perché me ne son occupato per diletto ultimamente - mi si drizzano le antenne. Magari finirà tutto in un ritorno a una situazione giuridicamente più omogenea (oddio, è dall'81 che giuristi italiani si occupano della deriva governamentale della Repubblica Italiana eh, quindi non è che finora sguazzassimo in un eden giuridico), ma stiamo attenti perché certe pratiche e dinamiche, una volta insaturate, fan fatica a staccarsi...
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  12. Premetto che non sto per fare un processo alle intenzioni, ma ad un ipotesi circolata, ovvero quella di fare un anno low profile in attesa di quel che succederà alla fine del prossimo anno. Detto ciò adesso beccatevi sto pippone.... Il prossimo anno scade la sponsorizzazione con Allianz e abbiamo due ipotesi: rinnovare con Allianz o cercare un nuovo main sponsor. Per farlo dobbiamo venderci nel migliore dei modi in questa stagione sportiva. In entrambe le vie, ma soprattutto per un eventuale speranza di rinnovo con Allianz, dobbiamo impostare l'anno con l'obiettivo di dare un adeguato ritorno di visibilità allo sponsor altrimenti assumiamo solo le sembianze del parassita e ovviamente non raccoglieremo nulla. Per far ciò, secondo me, quest'anno bisogna fare uno sforzo economico maggiore rispetto agli anni passati, bisogna provare a creare una squadra competitiva e vendere obiettivi entusiasmanti, poco conta l'esser prudenti in tal senso. Le metriche con cui solitamente le società misurano il ritorno all'investimento dalle sponsorizzazioni sportive di questo tipo sono (per mia esperienza) principalmente tre: 1. Aumento di riconoscibilità del marchio nel periodo di sponsorizzazione (attraverso sondaggi su campioni), 2. Frequenza con cui si viene citati nei media (giornali online e non, TV e radio) e importanza dell'emittente/testata 3. Misurazione dei social (sentiment generato e numero di post connessi). Vien da se che per pompare questi valori e per sperare che Allianz rinnovi o che qualcuno accetti di subentrarle avremo bisogno di un annata entusiasmante, con ambizioni e con un ottima comunicazione. Per far ciò dovremo oltre che costruire una squadra dignitosa (quella di quest'anno lo era assolutamente), cambiare mood nella comunicazione ed incrementare il livello di professionalità all'interno della società. Se si dovesse invece decidere di fare un annata al risparmio, con obiettivo salvezza e mantenendo inalterata la struttura delle figure professionali all'interno della società, lo vedrei come un moto reazionario che porta solo ad una lenta "morte" sportiva e societaria e quindi come un fallimento totale dal punto di vista del management. Covid o meno, non dimentichiamoci che abbiamo avuto la fortuna enorme di trovare Allianz che ci ha regalato tre anni per poter strutturarci affinché potessimo poi muoverci anche (non per forza) da soli. Ultima considerazione, per quanto non troppo entusiasmante, non vedo per forza l'incarico a Ciani un ridimensionamento, anzi lo vedrei come una continuazione del progetto sportivo iniziato qualche anno fa...questo ovviamente vale se si deciderà di tenere gran parte dei giocatori di quest'anno. Spero che sto pippone sia fine a se stesso in quanto la società dichiarerà e si muoverà in tutt'altro senso.
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  13. forse il pensiero di Baldini si rivolge a tutto il resto extra-Ghiacci ticketing, marketing, direttore sportivo, comunicazione, scouting onestamente non so come sia messa la società Pall. Ts in questi ambiti, forse il suo sguardo però era rivolto a questo
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  14. 6 minuti dei quali 4 segnati dall'autoesaltazione , con tanto di (ennesimo) cortocircuito mentale. L'AU di una società che ha già bloccato decine di utenti sulla propria pagina Facebook lancia una frecciatina ad un gruppo Facebook dove - a suo dire - vengono eliminati commenti positivi. Il tutto in un video su Youtube con commenti disattivati, chè se qualcuno si permette di dire qualcosa e mario legge poi non esiste più la Triestina Vabbè, cosa vuoi commentare davanti a un personaggio simile?
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