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  1. Sottovalutate un aspetto che ha caratterizzato l'intera storia albionica: la supponenza.
    3 punti
  2. Io sono contento per lui. Ha avuto una carriera strana, un'unica vera storia di successo, unica ma lunga con Trieste. Ora ad una certa età ritorna a casa in tutti i sensi e con un ruolo più consono forse alla sua raggiunta maturità. Avrei sognato questo finale in armonia a Trieste: non è successo, così è andata. Grande Eugenio, buona fortuna per questa nuova esperienza.
    1 punto
  3. Il recupero molto dipende dal tipo di intervento effettuatto e di quanto tessuto tendineo verrà asportato o scarificato per migliorarne la vascolarizzazione. Di solito l'intervento chirurgico di riparazione e debridement (cioè la rimozione del tessuto lacerato) lo si effettua se la parte danneggiata è inferiore al 50%. Ad ogni modo per poter tornare ad una attività agonistica penso serviranno almeno alcuni mesi.
    1 punto
  4. Secondo me ci sono molteplici cose da dire sull'argomento. O perlomeno sento di avere parecchie cose da dire sull’argomento. La prima è che una vergogna che una città come Trieste abbia permesso che un bene comune come il campo del Ponziana giacesse in abbandono e ridotto in quelle condizioni. Qui si fanno le pulci ad un milionario che da 16.000 km investe 10 m€ e si tace di come illuminati amministratori locali abbiano portato anni orsono al fallimento una società storica con la creazione di un cancro nel cuore di due quartieri storici come Ponziana e Chiarbola. Abbastanza disgustoso. In secondo luogo sono abbastanza irritato nei confronti di chi si mette a fare i conti in tasca agli altri permettendosi di pontificare o attribuendo paternità di piccoli o grandi passi sulla base di non si sa quali competenze. Anzi no si sa su quali basi, il web e la tuttologia. La Triestina ha 103 anni e da sempre a Trieste le giovanili dell'Unione sono andate dovunque per fare attività sportiva, Soncini e Opicina le prime che mi vengono in mente ma credo siano state dovunque. Tra niente e un centro nel cuore della città mi sembra che la crescita sia + infinito se ricordo ancora qualche rudimento di matematica. O bisognava chiedere il permesso? Tacendo dell’interesse per la comunità di avere una zona riqualificata, cosa che dovrebbe onestamente interessarci di + che del destino di una squadra di calcio. O no? Questo dovrebbe già a mio avviso mettere a tacere voci critiche... che poi criticare esattamente cosa? Sono soldi privati, che daranno un ritorno anche publico...sulla base di quale autorità / ruolo ci si può permettere di criticare? Perchè si è del "mestiere"? Perchè si è tifosi? Perchè piace pensare male? Perchè non si ha un ca**o a cui pensare? Buh resto francamente basito... Il che mi porta al punto successivo. Io non conosco Biasin, l'ho sentito parlare nel suo pseudo dialetto e in inglese un paio di volte, e credo come me tutti i tifosi dell'Unione. Chi può dire di conoscere le sue leve motivazionali? Credo pochissimi. Chiedo: secondo voi un Signore australiano di 60 anni che compra una squadra allo sbando in D in Italia, ci perde in 5 anni di gestione svariati e svariati e svariati milioni di € (e guai se così non fosse perché se no poi al tifoso triestino che un pò rimpiange i bei tempi dell'Eccellenza girano...) dicevo secondo voi la sua prima leva è fare business? Fare margine? Beh se quello era il suo fine dategli una telefonata e alla svelta perchè ha un bel problema... Se invece le sue leve sono altre, e per quel niente che l'ho sentito parlare e per i fatti che gli ho visto fare mi sembra proprio il caso, ebbene allora bisogna forse fare astrazione dalle logiche di IRR, NPV, cash on cash, Business Plan e mazzi e ca**i. Come mi sembra sia stato apertamente spiegato. Apertamente sottolineo. E che quindi la centralità nel cuore di quella che sente evidentemente ancora la sua città e la sanificazione e il lascito di qualcosa di tangibile (a suo nome!) alla comunità sia più importante di altre considerazioni economico / sportive. Oppure c’è una terza possibilità, è stato molto, ma molto, ma molto...mal consigliato, il che sconfina nella circonvenzione di incapace e nel dolo, e quindi nel reato. Se sapete qualcosa che noi non sappiamo vi invito a renderlo noto alle autorità competenti. Faccio umilmente presente comunque che trattandosi di un coinvestimento pubblico / privato i controlli saranno molto + stringenti che se si fosse trattato di una mero affaire privato ergo strani rischi di truffe / raggiri / evasioni mi sembrano ancor + complessi. Perchè qua si fanno professioni di diffidenza senza avere propriamente voglia di dire completamente quello che si pensa. Lecito però… Poi c’è la questione della proprietà verso concessione mettendolo in una prospettiva legata alla salute finanziaria dell’Unione (intesa come bene comune appartenente alla città) vs l’interesse del singolo proprietario. Ebbene se da un punto di vista dell’azionista non avere l’attivo a bilancio genera ovviamente meno valore su un BP e su una possibile transazione futura e altresì vero che NON avere l’attivo a bilancio rende la gestione finanziaria più “leggera” (soprattutto se sostenibile, cosa che ignoro ma che ad occhio mi sembra ambizioso, che il centro fosse a Ponziana, a Noghere o a Timbuctu) e potenzialmente meno pericolosa qualora l’Unione dovesse passare in mari agitati negli anni a venire. Non c’è niente di peggio se navighi in cattive acque di avere a bilancio un asset illiquido. Poi le alternative: ho scoperto questa di Padriciano ascoltando il caffè dello Sport, c’era questa alternativa citata da Gimmi. Ora il semplice fatto che la Triestina prima squadra non si sia praticamente mai allenata in altopiano nel corso della sua storia dovrebbe spiegare lo scarso interesse di farci crescere la tua casa. Turriaco, Monfalcone Villaggio del Pescatore mi sembra che da sempre abbiano rappresentato le sole alternative logiche. Figurarsi poi per un centro che ha per vocazione soprattutto quello di attirare la quasi totalità delle attività giovanili. Infine il discorso legato alla zona di Via Brigata Casale: posto che misure alla mano non li vedo proprio i 16.000 sqm pianeggianti menzionati a patto di radere al suolo svariati edifici, posto che è abbastanza a casa di Dio e poco funzionale ad un concetto di flagship, posto tutto questo, faccio notare che per chi bazzica un po sul private equity c’è tutta la differenza del mondo tra progetti greenfield e brownfield. Rischi e opportunità connesse. Direi che non c’è altro da aggiungere, mi sembra sufficiente. Non credo che queste parole raggiungeranno i professionisti tuttologi dello scetticismo (NOTA BENE: mi riferisco a tutti e nessuno in particolare, prima che qualcuno se la prenda a male...), spero invece che queste righe viaggino molto lontane lungo la fibra per ringraziare un anziano Signore di quello che sta facendo per questa città a volte così avara di soddisfazioni.
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