Intervengo su un argomento, il basket, che seguo parecchio ma da perfetto ignorante delle dinamiche tecniche e tattiche.
Infatti evito di scrivere.
Lo faccio solo per precisare che nei campionati sopracitati (almeno in Premier League, che seguo più assiduamente del basket) il calendario cosiddetto asimmetrico è un obbligo.
Non si può fare altrimenti.
Questo perché nello stilarlo si tiene conto, club per club, di tutti i possibili impegni a livello di coppe nazionali (ce ne sono due), e di coppe europee.
Uno dei principi alla base dei mostruosi diritti televisivi incassati dalla Premier è che il calendario non è modificabile per nessuna ragione che non sia gravissima.
Questo per evitare che un turista acquisti con larghissimo anticipo i biglietti per una gara (autentica impresa, che spesso passa addirittura attraverso un sorteggio per eccesso di richieste) prenoti volo e albergo e poi si ritrovi con la gara spostata (nel nostro magnifico paese, qualsiasi gara si può spostare fino a 72 ore prima della disputa, e del tifoso chi se ne fotte...).
La seconda motivazione è che chi acquista i costosissimi spot pubblicitari in TV (anche questi ovviamente venduti con largo anticipo) gradisce di veder confermato il suo investimento milionario per uno spot durante Liverpool-Manchester in prime time (che per il mercato asiatico significa le nostre 13.30, ed ecco spiegati certi orari apparentemente incomprensibili) e non vederla sostituita da Crystal Palace - Southampton, detto con tutto il rispetto.
Dunque, il calendario è asimmetrico perché tiene conto di tutte le variabili, anche solo ipotetiche, per salvaguardare un prodotto vendutissimo.
Se nel basket hanno fatto lo stesso, evitando per fare un esempio a Milano di affrontare Bologna due giorni prima di una importante gara di Eurolega, ben venga.
Se invece è stata una roba fatta giusto per dire di aver fatto qualcosa, trattasi evidentemente di puttanata.