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luxor

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  1. Perché, te pensi che go tradotto a brazo? Per fortuna per ste robe xé internet, se podessi doprarlo per tradur in lingua anca el triestin sarìa ancora meio
  2. A me sembra che ci siano squadre che hanno colto l'occasione della fase ad orologio, come ad esempio Cividale, e squadre che invece l'hanno snobbata. Personalmente non capisco perché prendere sottogamba delle partite che possono comunque essere ottimi modi per limare i meccanismi e i difetti, in modo da arrivare alla prima partita dei playoff sapendo esattamente cosa fare, quali sono le gerarchie e le ripartizioni con i nuovi innesti, i minutaggi ideali per poter affrontare serie di partite ravvicinate, i quintetti da "arrembaggio" per recuperare un momento di down o per mettere in ghiaccio la partita. Penso che queste partite abbiano offerto la possibilità di fare tanto, indifferentemente dal discorso vincere/perdere che per qualcuno non era fondamentale (ironicamente, proprio Trapani se ne poteva fregare in caso di sconfitta), e che non tutti ne hanno approfittato. per completezza, visto che hai tradotto la morale secondo le parole di Esopo, quella di Fedro é: "Coloro che sminuiscono a parole ciò che non possono fare, debbono applicare a se stessi questo paradigma". Parole diverse, stesso concetto.
  3. Me pareva anonimo, ma za che te domandi, te fazo contento (el cuor no, xé riservà per le mule) 😁
  4. Alleluia, iera ora che qualchidun disessi le robe come che le sta.
  5. è vero, l'ho detto più volte. quello che è molto diverso è il nostro metro di giudizio: per te contano i risultati, a me piace la pallacanestro. La bella pallacanestro, più che altro, e con i giocatori di A1 che sono stati presi, penso fosse più che legittimo aspettarsela. Per me non saranno poche partite belle (anzi, secondo il tuo metro basterebbe che fossero vinte) a far cambiare il giudizio sulla stagione, o - se preferisci - sulla coerenza tra biglietti e spettacolo durante tutta la stagione. Non ne faccio una questione personale, ma di principio, dato che per motivi di lavoro non posso fare l'abbonamento e che in realtà non ho perso niente, semplicemente non ho comprato i biglietti nelle occasioni in cui avrei potuto andare. Ti dirò una cosa, però: se per sfiga Trieste esce presto dai playoff, l'anno prossimo sarà difficile che ci siano molti abbonati, se invece avesse giocato in modo da coinvolgere, anche a parità di risultati e a parità di (corto) percorso nei PO, ci sarebbe stato il palazzo pieno per tutta la stagione e l'anno prossimo gli abbonati non mancherebbero. Per me è una differenza non da poco, ed è proprio questo che mi fa pensare che i risultati non sono tutto, ma solo una parte. Importante, ma pur sempre una parte. E dubito che gli incassi dati dal palazzo pieno tutto l'anno avrebbero fatto schifo anche alla società.
  6. mah, se metti dei prezzi tra i più alti della A2 giustificandoli con il basket di alta fascia, ma escludi i playoff e fai un campionato in cui nemmeno gli abbonati andavano più a vedere le patite tanto erano delusi dal gioco proposto, penso che prendersela con chi vende gli abbonamenti sia il minimo. Se hai già l'intenzione di fare il minimo sindacale per arrivare ai PO, lo dici e metti dei prezzi simbolici, altrimenti è truffa.
  7. Se non sbaglio era stato ben che dichiarato che era questo lo scopo.
  8. Ferrero ha fatto 20 dei suoi 23 punti nei primi due quarti, di cui 18 nel secondo. Se c'è stato lo scarto che ha ucciso la partita è gran parte merito suo, non è che ha giocato bene nel garbage time. Non cambia niente sulla sua stagione finora, è stata totalmente fallimentare, ma non ha senso togliergli i meriti. Il problema è che, da adesso in poi, ci sarebbe bisogno che tutti giocassero al livello delle loro migliori partite.
  9. O te sta mal ti, e per una volta te ga scritto una roba sensada, o stago mal mi e me par sensada una roba che no lo xè. Fin che no ciarisso el dubbio, go de dir che son d'accordo, no te ciaverà niente de saverlo ma me par giusto darghe i meriti a chi li ga. (ovviamente iera una becadina sulla vecia storia de l'arroganza, visto che no go minimamente messo in dubbio che la ragion xè la mia. Iera per riderghe sora)
  10. Qualsiasi notizia può danneggiare uno (o più) soggetti terzi, oltre che il giornalista stesso. Ma secondo questo ragionamento non si dovrebbe dare alcuna notizia, perchè la notizia stessa rivela un qualcosa che prima era non conosciuto, danneggiando chi - tra i pochi - ne era a conoscenza. Speravo fosse sottointeso che non sono così ingenuo da credere che si possano dare solo notizie senza che nessuno ne abbia il minimo danno, non viviamo nel mondo perfetto in cui vive la famiglia del Mulino Bianco, il mio "danneggiare" andava inteso in senso complessivo Ti chiedi, nel caso un giornalista scegliesse di non pubblicare una notizia (ovviamente se ci sono dei motivi validi), se sarebbe ancora un buon giornalista: secondo me sarebbe un giornalista migliore. Per me non sarebbe un giornalista, sarebbe qualcos'altro. Anche perchè non esiste una definizione univoca di "motivo valido": per te magari è un motivo valido è non rivelare una trattativa con Alibegovic, per me magari un motivo valido potrebbe essere non rivelare che il mio presidente Paperon De Paperoni venda organi di bambini per pagare l'ingaggio di Steph Curry (esagero volutamente, ma per far capire). Nella tua esagerazione hai colpito nel segno: se il fatto è grave, ci dovrebbero essere delle indagini in corso e il rendere pubbliche delle notizie potrebbe essere di intralcio alla giustizia e/o preavviso a vantaggio di chi denunci nel tuo articolo. Oltre al fatto che difficilmente, nonostante la tua bravura, hai in mano tutto quello che ti serve per capire e far capire la situazione nella sua interezza (intercettazioni telefoniche, prove a carico e a discolpa, ecc...). Concordo sulla definizione di "motivo valido", è personale quanto quella di "buon senso". Su cosa è e cosa non è "buon senso", non si sono ancora messe d'accordo menti molto migliori della mia, se si parla della definizione assoluta, se si parla invece delle singole opportunità direi la mia idea è che il buon senso è rappresentato da quella scelta in cui i danni e i benefici vengono soppesati, e in cui la linea di confine da non superare è segnata da chi potrebbe subire il danno maggiore. Anche qui il "soppeso" di benifici e danni è soggettivo, e che la collettività ha (o almeno, dovrebbe avere) la priorità massima. E spesso (parlo sempre in generale) sono proprio i giornalisti stessi a subire il danno maggiore. A Trieste abbiamo dei dolorosi esempi molto concreti... Purtroppo ho esempi in cui è successo esattamente il contrario, anche qua a Trieste, in cui a rimetterci è stato esclusivamente il denunciato (ingiustamente). Anche i benefici della collettività sono molto variabili: dubito che la semplice conoscenza da parte del pubblico, quando la cosa non possa incidere in nessun modo sulla collettività, si possa considerare beneficio. Avresti la credibilità di una persona rispettosa e rispettabile e non di uno che se ne frega delle conseguenze delle proprie azioni. Ti leggerei volentieri, al contrario di quanto farei con i quaquaraquà. Magari mi leggeresti volentieri, ma sarei uno che nasconde (volutamente!) notizie che tu magari riterresti valide o interessanti. Il giornalista Giacomo di Girolamo ha scritto un articolo in 3 puntate su TPI su Valerio Antonini (il presidente del Trapani Basket), illustrando in modo abbastanza dettagliato i punti d'ombra del presidentissimo. Nessun reato (al momento), sia chiaro, ma ci sono alcuni (molte) zone che andrebbero chiarite. Il giornalista ha subito minacce che ricordano certi iter fastidiosi... (e di certo, se avesse scritto qualcosa di falso sarebbe stato subito querelato). Di Girolamo è un quaquaraqua? Non entro nel merito del servizio di Di Girolamo, avevo letto qualcosa all'epoca, così come avevo letto della reazione di Antonini e degli striscioni allo stadio, ma resto dell'opinione che ad occuparsi degli illeciti deve essere esclusivamente la Magistratura. Se uno ha delle prove, le porti a loro, non le scriva sul giornale. Un mio amico fraterno è stato messo in mezzo da un servizio su Report, per qualcosa di un po' più grosso della questione Antonini: il servizio sembrava serio e la colpevolezza evidente. Peccato che fosse tutto manipolato ad arte (in caso contrario si tratterebbe di ignoranza del giornalista in campo di leggi internazionali, cosa non meno grave per chi dovrebbe conoscere il mestiere), alcune cose erano palesemente false, altre distorte, altre ancora mancavano perché non le potevano sapere senza avere accesso agli atti (c'era stata realmente un'inchiesta, conclusa dopo la "raccolta delle prove" di Report ma prima della messa in onda del servizio, in cui era stata riconosciuta l'estraneità ai fatti). Difatti dopo qualche puntata un sottotitolo scorrevole, a fine trasmissione, indicava il loro torto, ma ormai il danno era fatto e di certo un servizio con tanto di nomi e cognomi ha fatto dei danni non bilanciabili con un sottotitolo. Sulle conseguenze che ci sono state poi, ancora non concluse, si potrebbe scrivere un romanzo. Cos'è successo ai giornalisti? Hanno solo avuto una querela in più di cui vantarsi. Questo ovviamente non vuol dire che Di Girolamo abbia torto, ma che non dovrebbe essere compito suo rendere pubbliche certe cose. Qualsiasi fatto, illustrato nel modo corretto, con i giusti accenti e le giuste omissioni, può diventare un "caso". Lasciamo che se ne occupi chi di dovere: per quanto si parli di "giornalismo investigativo", non autorizza i giornalisti a comportarsi da investigatori, visto che non ne hanno i mezzi, le conoscenze né l'autorità. Concludendo, il problema non è l'aver rivelato o meno la trattativa di Alibegovic. Il problema è la forma mentis generale sul tema: non possiamo accusare l'informazione "di essere distorta / piegata agli interessi di X" (e spesso lo è, sia chiaro) quando noi primi non accettiamo - sia pure per minutaglie, vedasi appunto una misera trattativa per Alibegovic - che "certe" notizie vengano alla luce. Il primo datore di lavoro dell'informazione è il pubblico. Si scrive quello che il (proprio) pubblico vuole leggere, nel modo in cui lo vuole leggere (che poi è tutto collegato, i giornali hanno preferenze politiche e chi li compra le condivide, quindi forse è una simbiosi più che una dipendenza). Da questo punto di vista, l'informazione non è mai imparziale. Al giorno d'oggi, poi, nel calderone del giornalismo viene messo a forza qualsiasi cosa possa "fare informazione", il che rende la cosa totalmente fuori controllo: se un giornalista poteva avere un codice etico, adesso è in concorrenza coi social, che spesso hanno un bacino d'utenza maggiore di quello dei giornali, e per qualche strano e inconcepibile motivo vengono addirittura considerati più affidabili. La pseudo verità dell'informazione libera e immediata, quando invece il più delle volte si tratta di starnazzamenti da parte di chi cerca visibilità con i propri accoliti. Non so se ci hai fatto caso, ma hai visto i risultati di questa concorrenza, ad esempio, sulle notizie ANSA? Una volta usciva un bollettino incompleto, poi veniva ampliato, ma difficilmente veniva smentito. Adesso, e io credo che sia per l'ansia data dalla corsa allo scoop che porta a saltare le verifiche sulle informazioni, molto spesso le notizie ANSA si smentiscono con il passare delle ore. Concludendo, e rispettando il tuo punto di vista, se devo scegliere da che parte stare sono dalla parte di chi preferisce la censura - o il posticipo - di alcune notizie piuttosto che da quella di vorrebbe tutto e subito, anche se impreciso. Tu non avevi parlato esplicitamente di "censura", lo faccio io per te senza problemi. Ma qua siamo decisamente OT rispetto alla trattativa su Alibegovic, e di certo un forum sullo sport non è la sede giusta per questi discorsi che meriterebbero degli approfondimenti molto maggiori.
  11. Infatti la mia premessa sulla parte legale era proprio per fare un distinguo. Per me un giornalista dovrebbe (non potrebbe, dovrebbe) avere sempre molto bene in mente se sia il caso di pubblicare o meno un notizia. Ovvio che il suo lavoro è scrivere, ma non deve mettersi nella posizione di danneggiare, altrimenti è un lavoro dannoso, e come tale non dovrebbe avere la minima protezione, anzi. Ti chiedi, nel caso un giornalista scegliesse di non pubblicare una notizia (ovviamente se ci sono dei motivi validi), se sarebbe ancora un buon giornalista: secondo me sarebbe un giornalista migliore. Su cosa è e cosa non è "buon senso", non si sono ancora messe d'accordo menti molto migliori della mia, se si parla della definizione assoluta, se si parla invece delle singole opportunità direi la mia idea è che il buon senso è rappresentato da quella scelta in cui i danni e i benefici vengono soppesati, e in cui la linea di confine da non superare è segnata da chi potrebbe subire il danno maggiore. Avresti la credibilità di una persona rispettosa e rispettabile e non di uno che se ne frega delle conseguenze delle proprie azioni. Ti leggerei volentieri, al contrario di quanto farei con i quaquaraquà. Si tratterebbe di un triennale in A1, vista la molto probabile promozione di Trapani, ma mi sembra comunque esagerato.
  12. Immagino che non ci sia una legge che possa vietare l'uscita di notizie, a meno di comprovate esigenze di sicurezza - cosa che nello sport non esiste-, limite che peraltro spesso si vede non rispettato in funzione di un fantomatico "diritto all'informazione". Poi in teoria i giornalisti ne rispondono ma ormai il danno è fatto. Nel giornalismo sportivo, così come negli altri settori, prima ancora di obblighi e divieti dovrebbe prevalere il buon senso. Purtroppo la penna è schiava della frenesia e della necessità di essere i primi, che è un po' anche il suo scopo, e la scusa del "se non lo scrivo io lo scrive un altro" mette la pietra tombale al buon senso.
  13. E dopo questa dichiarazione, la prossima partita avremo 25 punti di Campogrande...
  14. Infatti non sono io a parlare di vittorie e sconfitte, ma di gioco proposto. Se mi metti nel calderone dei tifosi scontenti che dimenticano ecc ecc, sbagli persona e probabilmente (comprensibilmente) non colleghi quanto scritto sul forum al nome di chi l'ha scritto. Finora ho sempre parlato di ottimi giocatori messi in campo pessimamente, mi sono lamentato di quanto proposto e non di vinto/perso. L'ho scritto chiaro e tondo tempo fa, potremmo avere gli stessi punti ma con un bel gioco e partite perse per meriti degli avversari, e sarei contento.
  15. Sono dell'idea che il presente conti più del passato, ieri Vigevano mi è sembrata allo sbando. Nessuna idea, poca grinta, messa male in campo, ha mollato dopo i primi 5 minuti. Se una rondine non fa primavera per Trieste, allora non la fa nemmeno per la vittoria di Vigevano su Verona. Concordo sulla freschezza atletica, per una volta i cambi sono arrivati con una certa logica e hanno permesso di arrivare tranquillamente in fondo, e questo anche grazie al punteggio che non ha obbligato i soliti noti a stare in campo a oltranza.
  16. Ieri la portava a casa anche con el 10% da 3, se volemo.
  17. Comunque di sicuro non scarto la partita di ieri, ci sono tante cose che mi sono piaciute. Ruzz ha potuto dedicarsi alla regia senza il peso di dover fare punti, Candussi ha dominato, Ferrero finalmente ha avuto una super giornata, Reyes si è sfogato, i giovani hanno avuto spazio, tutti si sono divertiti, pubblico compreso. Non considero indicativo il punteggio, tutto qua.
  18. Che Trieste abbia dominato contro alcune squadre allo sbando è un dato di fatto, così come è un dato di fatto che con altre squadre ha fatto schifo, per usare un eufemismo. Quindi? Bisogna dire "unbeatable" dopo la partita di ieri? Sono disfattista se dico che ieri Vigevano non è praticamente scesa in campo? Credi che veramente ieri sera entrambe le squadre abbiano mostrato il loro reale potenziale, e che la partita fosse indicativa del loro valore?
  19. Non ho mai visto una partita di Vigevano, ma dai numeri non ha mai avuto delle medie così disastrose. Un primo quarto così ti taglia le gambe, i 30 minuti successivi sono stati garbage time. E non dirmi che è stato tutto per la difesa di Trieste, hanno sbagliato l'impossibile anche da liberi. E a Trieste, che comunque ha giocato meglio del solito, è andato dentro di tutto, specialmente nel primo quarto. Una volta scavato il solco, Vigevano non ha nemmeno provato a farsi sotto, in realtà sembrava che non vedessero l'ora di tornare negli spogliatoi. Chissà cosa sarebbe successo se all'inizio fosse andata diversamente.
  20. Gaverle, 15 Vigevano nel giron. Co i riva a zogar rilassadi, contro squadre cussì ciste, xé anche divertente, saria bel che i rivassi a farlo anche con squadre un poco meio. Comunque la partida giusta per far rientrar Reyes, senza stress, e me par che el ga sai, ma proprio sai, voia de zogar.
  21. Ammesso che Reyes torni rapidamente in forma. Non parlo solo del ginocchio, ma nelle sue ultime partite già sembrava in difficoltà dal punto di vista fisico, saltava molto meno e andava in affanno dopo pochi minuti. Con quel Reyes, non so se sarebbe abbordabile una serie playoff a gare ravvicinate.
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