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  1. LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI LUNEDI' 9 APRILE 2018 Da City Sport Alma, una fatica bestiale Ma al “PalaBanca” arriva una vittoria importante di Alessandro Asta Brutta, sporca e tremendamente importante: questa è la vittoria, cervellotica a dir poco (ma Trieste ormai ci ha abituato a questo, lontano da casa), che l’Alma riesce ad incassare a Piacenza. Il 66-69 ha il valore del platino per i biancorossi, montati nuovamente sulle montagne russe di una prestazione parecchio a corrente alternata e con annesse tante noie dall’infermeria (a quella di Fernandez, si è aggiunta pure l’assenza di Cavaliero). Alla fine contavano i due punti per tenere lontana la Fortitudo: per una volta, ci si può turare pure il naso e prendere il bicchiere mezzo pieno, perché il primo posto a Est è ora distante solamente una vittoria. La partenza di gara dell’Assigeco è perfetta: l’Alma perde una caterva di palloni in avvio e i padroni di casa “doppiano” nel punteggio i biancorossi sul 16-8, con Guyton positivo dal perimetro e la coppia Reati-Passera a fare un male cane agli ospiti dalla lunga distanza. Un -17 da brivido (27-10 al 9’) viene rotto dal 4-0 di break di Mussini, ma il primo quarto è altamente insufficiente per un’Alma che fa bene a prendersi a schiaffi da sola appena risuona la prima sirena. Gli effetti sembrano evidenti al ritorno sul parquet, con il parziale di 12-0 che fa respirare Trieste: da lì in poi si procede a strappi, Piacenza sporca le proprie percentuali, l’Alma si accontenta invece di tanti tiri dal perimetro con fortune alterne: l’Assigeco ringrazia e chiude la metà gara sul 36-28. I raddoppi difensivi sistematici di Piacenza confondono e non poco le idee biancorosse, ma nel tourbillon di tanta mediocrità offensiva da una parte e dall’altra, la tripla imbucata da Baldasso (dopo il precedente 1/11 di squadra…) mette un po’ di pepe all’Alma, nuovamente in linea di galleggiamento dopo il 2+1 di Green, rivitalizzato in un amen da una successiva schiacciata fragorosa per il 41-43 a dieci dalla fine. Ed è proprio il nativo di Petersburg a far capire al mondo intero che quel brutto anatroccolo visto spesso lontano da Valmaura sa farsi valere: in splendida collaborazione con Prandin (in fatto di…gonadi, “Bobo” sa mandare al bar chiunque), a sei dalla fine Trieste si ritrova sul +9 quasi senza accorgersene (45-54). Ma guai a dire che sia finita per l’Alma “formato trasferta”: l’Assigeco rimette tutto in discussione, sul -1 a 2’30’’ dalla fine (57-58). Lo strappo di Trieste è a opera di Mussini e Bowers (+6), altra amnesia giuliana sulla bomba di Oxilia e con il successivo fallo in attacco di Da Ros a 19’’. Reati grazia poi l’Alma da lontano, ancora di Mussini (glaciale dalla lunetta) i punti biancorossi della staffa. -- Il gm della Gsa Micalich: “Cerchiamo il colpaccio per poterci rilanciare” “Trieste? Quando saremo fuori dai giochi, tiferò per lei…” Importante per l’Alma, quasi fondamentale per Udine: il derby di per sé non è mai una sorta di sfida “scapoli contro ammogliati”, tantomeno lo sarà la partita che domenica prossima riempirà le tribune dell’astronave di Valmaura. Su sponda friulana si respira sin da adesso l’aria dell’attesa, poco mitigata da un finale di stagione in cui la Gsa si sta complicando la vita da sola: ne è consapevole Davide Micalich, general manager e a.d. dell’Apu. Micalich, arrivate dunque allo scontro più atteso del campionato con qualche difficoltà di troppo: ve lo aspettavate? «Decisamente no. Siamo un po’ col fiatone dopo un girone di andata più che positivo: nelle ultime settimane pensavamo che il peggio fosse ormai alle spalle, obiettivamente però ci stiamo trascinando troppo nel cercare di blindare una posizione per i play-off. Certamente paghiamo a caro prezzo sconfitte sanguinose come quella casalinga contro Bergamo: ora continuiamo a lavorare, le somme le tireremo solamente alla fine». È evidente che, nel momento-no, abbiate cercato costantemente di cambiare rotta. E qualcosa è arrivato ultimamente dal mercato. «L’arrivo di un giocatore come Troy Caupain è da considerarsi propedeutico dopo un’analisi attenta che è stata fatta nell’ultimo periodo. Per qualche settimana abbiamo preferito rimanere con questi effettivi finché la situazione ce lo permetteva, poi ci siamo resi conto che dovevamo fare qualcosa. Abbiamo rinnovato la fiducia a coach Lino Lardo, sapendo che un cambio in panchina a poche giornate dal termine non avrebbe portato alla scossa desiderata. E dopo aver constatato che Veideman sta facendo molta fatica rispetto alla scorsa annata, la scelta è ricaduta su un atleta che ha fatto molto bene in G League e che saprà ritagliarsi un ruolo da protagonista anche da noi. Chissà, magari già contro l’Alma…». A proposito di derby: è anche una sfida tra diverse tifoserie. La vostra, dopo alcune partite infelici, ha raffreddato un po’ il proprio entusiasmo…«A Udine stiamo vivendo di euforia, dopo essere ripartiti dalla C sino alla A2. Io credo che, al di là dei risultati non brillantissimi dell’ultimo periodo, i nostri supporters non faranno mancare il proprio apporto domenica prossima. Un derby è sempre memorabile, per coreografia e per il calore che entrambe le tifoserie sanno sprigionare. L’importante è fermarci agli sfottò, per poi andare tutti insieme a bere una birra a fine partita: è questo ciò che conta». E Trieste, come la vede? «Ho grande rispetto per l’Alma e per quello che ha saputo costruire in questi mesi: conosco Mario Ghiacci per averci lavorato molto bene assieme in passato, c’è l’entusiasmo di Gianluca Mauro e la forza di una proprietà che sta investendo forte. Si vede ad occhio nudo che le cose sono cambiate rispetto a solo qualche stagione fa. E anzi: nel momento in cui saremo fuori dai giochi, farò il tifo proprio per Trieste». Come si affronta una squadra che, in casa durante la regular season, non perde un colpo all’Alma Arena da un anno e mezzo? «Con la consapevolezza che sul proprio parquet Trieste è quasi imbattibile, per organico e per la forza dei tifosi: il pronostico pende dalla loro parte, ma è anche vero che abbiamo bisogno di riaccenderci. E non esiste un’occasione migliore per tentare di fare uno sgambetto all’Alma proprio a Valmaura: sono convinto che, indipendentemente dalla difficoltà del match, una bella fetta di play-off passa per noi proprio da un risultato positivo nel derby. Giocando senza pressioni, possiamo fare il colpaccio». Chi vede come favorita per il salto di categoria? «Senza mezzi termini, la squadra che arriva prima in assoluto in regular season. E se a farlo sarà Trieste, far saltare il fattore-campo sarà difficile per tutti». (A.A.) -- Il derby contro il Padova La grande rivalità sugli spalti con spazio anche al fair-play Più di quattromila al Rocco per lo scontro contro la capolista Gli anni dei famosi “lanci di galline” in campo sono forse ormai lontani. Ma Triestina-Padova, anche ai giorni nostri, è capace sempre di regalare sensazioni particolari sugli spalti: indipendentemente dalla categoria in cui si giochi. Baciata da un clima finalmente primaverile (e se la paragoniamo alla gelida serata infrasettimanale del derby regionale contro il Pordenone, è davvero tutto un altro vivere…) la partita di ieri al “Rocco” ha visto tutto sommato una cornice di pubblico degna per l’appuntamento. Certo, forse nella stanza dei bottoni giuliana ci si auspicava qualcosina di più sul lato delle presenze, ma le 4.352 anime che hanno popolato Valmaura nella seconda domenica di aprile possono considerarsi un dato soddisfacente, al netto della “Giornata Rossoalabardata” nella quale gli abbonamenti stagionali non erano validi. Forte di un ruolino di marcia che con buona probabilità li riporterà nella serie cadetta dopo il fallimento di quattro anni or sono, il migliaio abbondante di tifosi del Padova presenti al “Rocco” si sono fatti sentire ben prima del calcio d’inizio del signor De Santis di Lecce: i “punzecchiamenti” verbali tra tifoserie partono proprio da lato ospite, mentre sul fronte della “Furlan” lo striscione “Ad un secolo dagli albori…i nostri sogni a colori!” saluta l’ingresso delle squadre in campo assieme ad un buon numero di fumogeni variopinti, che vanno ad annebbiare l’intero manto del “Rocco” nei primi 180 secondi di partita. I siparietti tra supporters di diversa fede si ripropongono costantemente per tutto il match, con botta e risposta a suon di cori. Come l’Unione sale di tono al quarto d’ora del primo tempo, così si rinvigorisce anche il calore della curva di casa. Ed è logico che la punizione calciata magistralmente da Coletti alla mezz’ora funga da palese cassa di risonanza per l’entusiasmo generale del popolo alabardato, che per lunghi tratti non nota affatto i quasi venti punti di ritardo in classifica con i rivali patavini. Ma c’è anche spazio per la cavalleria, con quel “Noi non dimentichiamo, Stefano Furlan ucciso dallo stato” cantato dalla tifoseria biancoscudata a strappare applausi in mezzo alla rivalità sportiva. Se sotto il profilo dell’ordine pubblico tutto ha funzionato a dovere, l’unica vera nota stonata di giornata è stata caratterizzata dal lancio di petardi provenienti dallo spicchio di curva veneto, con i fotografi collocati in prossimità del settore ospite a “ringraziare” il poco intelligente gesto altrui. (A.A.) -- Principe, la carica di Alex Pernic: “Bravi a dare il massimo e a non mollare mai. Per attaccamento alla maglia siamo i primi in città” “Girone Unico? Pochi saliranno sul carro con noi…” di Alessandro Asta Un mese abbondante di attesa, a guardare dalla tribuna i compagni di squadra che nel frattempo mettevano una bella ipoteca per la conquista del Girone Unico del prossimo anno. Per Alex Pernic è ora finalmente giunto il momento di tornare a dare un contributo tangibile alla Principe, con l’infortunio alla mano e il relativo intervento chirurgico ormai alle spalle: «Sono finalmente pronto – afferma il pivot biancorosso – e alla fine sono rimasto fermo solo un paio di settimane, allenandomi a parte per cercare di non perdere la condizione fisica. Sicuramente a livello di gioco mi ancora ancora qualcosa, ma posso affermare che sabato prossimo in casa contro Padova sarò in campo al 100%». Fiducia e orgoglio per Pernic: lo stesso stato d’animo dell’intero organico giuliano, che dalla scorsa estate a oggi ha passato mesi difficili ed è tuttavia a un passo da un traguardo che probabilmente nessuno si aspettava di cogliere. «Credo che, par attaccamento alla maglia, tra le formazioni di punta della nostra città possiamo posizionarci al primo posto. Vivo da sei anni l’avventura con la prima squadra e una stagione così complicata penso di non averla mai vissuta: tra infortuni, giocatori che hanno lasciato la nostra formazione ad annata in corso e ristrettezza economica siamo stati molto bravi a non mollare. Merito di Giorgio Oveglia in panchina, ma anche di una società che ha fatto tanto con poco a disposizione: se arriveremo a conquistare il Girone Unico del prossimo campionato, pochi potranno salire sul carro dei vincitori assieme a noi. E non parlo dei miei ex-compagni di squadra che hanno mollato negli ultimi mesi, bensì di tutti coloro che per un motivo o per l’altro non hanno creduto in noi». Manca dunque una manciata di punti per chiudere i conti in stagione, ma il pivot pensa già a un futuro che, al momento attuale, presenta molte incertezze: «Guadagnarci il diritto di giocare nella massima serie nazionale anche per il prossimo anno e dover poi rinunciare a tutto sarebbe un grave insuccesso per l’intera Trieste sportiva. Da una parte basterebbe davvero una sponsorizzazione di livello per tornare a essere grandi in Italia e in Europa, dall’altra dover fare un passo indietro la prossima estate potrebbe equivalere alla rinuncia di questa maglia da parte di molti di noi».
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