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W l'Italia, l'Italia del 12 dicembre.......


alvin66

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Ma cos'e' "L'Italia del 12 dicembre"? chi e' quel popolo?

E' quella parte della Nazione presente in una banca di piazza Fontana a Milano,in un venerdi di dicembre .

E' quella parte della Nazione che ha vissuto sulla propria pelle, in ossequio a oscure trame e delicati equilibri internazionali, gli anni della strategia delle tensione.

Sono le vittime delle stragi,da Piazza Fontana,a Peteano,a Piazza delle Loggia,all'Italicus,alla Questura di Milano a quella di Bologna.

E' quella parte d'Italia che reclama ancora giustizia,che chiede la verita',verita' che questo Stato di diritto e democratico non e' quasi mai riuscito a far venire a galla..considerazione amara questa.che suona come una severa sconfitta..

L'Italia del 12 dicembre...il contesto storico-politico sociale.

Che Italia era quella prima delle 16.37 del 12 dicembre 1969?

Era un'Italia ancora non toccata da episodi terroristici eclatanti.non c'erano le Br,non era ancora nata Prima Linea ed i Nap.Sostanzialmente le fenomenologia del terrorismo rosso era ancora assente,anche se i fuochi di un'imminente scesa in campo nella lotta armata stavano accendendosi dopo il 68 ed i suoi strascichi.

Era l'Italia politicamente ancora non preparata ai grandi fermenti sociali,al boom economico ed alle sue conseguenze,

era l'Italia dei primi tentativi di Moro,non andati a buon fine, di portare una parte della sinistra,quella meno oltranzista,nell'area governativa.

Era l'Italia delle grandi ma comunque sotteranee pulsazioni della destra extra parlamentare, della sua insofferenza verso quella democrazia,era l'Italia del SIFAR,del generale De Lorenzo,del Piano Solo,del Principe Borghese.

Era l'Italia ,almeno una parte di essa, affascinata dalla dittatura di Franco in Spagna, dai Golpe dei colonnelli in Grecia e dal regime di Salazar in Portogallo

Era l'Italia delle prime grandi conquiste dei lavoratori,con lo Statuto dei Lavoratori e l'autunno caldo del 69,del rinnovo di 32 contratti collettivi,con milioni di lavoratori di vari settori della produzione impegnati a rivendicare i propri diritti.

Quest' Italia esplose,insieme a quella bomba, a Piazza Fontana..50 anni fa...

L'Italia trafitta e colpita al cuore..il fatto

Ore 16.37.La banca Nazionale dell'Agricoltura e' una delle poche aperte a quell'ora a Milano.E' Venerdi' e la sala e'gremita di clienti, intenti ad ultimare le proprie operazioni bancarie.Esplode sotto la tavolata centrale una valigia con 7 kili di tritolo.16 morti ed 87 feriti.

Poco distante,nella banca Nazionale del Lavoro,viene rinvenuta una borsa di pelle sospetta.Un'altra bomba pronta a mietere morte e disperazione.Si chiamano gli artificeri,viene fatta brillare.

Roma,alle 16.55 forte deflagrazione in un sottopassaggio pedonale,17.20,forte boato nei pressi dell'Altare della Patria,17.30 in Piazza Venezia all'ingresso del Museo del RIsorgimento un'altra esplosione scuote i dintorni.Per fortuna,questa escalation terroristica nella capitale provoca "solo" una ventina di feriti.

Nell'Italia del 12 dicembre dopo il pomeriggio,sembra in pericolo la democrazia.Si annusa l'aria di in imminente colpo di stato.Ha ufficialmente inizio la strategia della tensione.

L'Italia con le bandiere,l'Italia nuda come sempre: L'Iter processuale.

1)la pista anarchica

L'organo inquirente si trova impreparato di fronte ad un evento cosi drammatico e dai contorni cosi' eversivi.Le note del Ministero,dei servizi segreti,dell'ufficio politico della Questura di Milano sono confuse,contradditorie ed estemporanee.

Si esclude in un primo momento la pista dell'eversione nera e si punta sin da subito ad iniziare l'indagini all'interno degli ambienti della sinistra extraparlmentare(in quei giorni tra gli altri, viene portato in questura per accertamenti un certo Renato Curcio, allora non ancora brigatista) e soprattutto dell'Anarchia milanese.A dirigere i primi lavori dell'inchiesta su Piazza Fontana,e' un giovane ed ambizioso funzionario di Polizia,il Commissario Calabresi.Quest'inchiesta,lui ancora non puo' saperlo,gli sara' fatale.

Il primo grande indiziato e' un anarchico del circolo di via della Ghisolfa.E' un frenatore delle ferrovie dello stato.Si chiama Giuseppe Pinelli.

Giuseppe Pinelli e' in stato di fermo in Questura da un paio di giorni.e' la sera del 15 dicembre.durante un interrogatorio Pinelli cade giu' da una finestra .dal quarto piano della Questura.Giuseppe Pinelli muore.

Dopo alcuni anni il giudice Gerardo D'Ambrosio chiudera' il caso Pinelli indicando l'accaduto come un incidente dovuto ad un malore dello stesso Pinelli dovuto probabilmente allo stress che ha dovuto affrontare in quei concitati giorni in questura di Milano.Ma i dubbi intorno a questo episodio,ancora oggi permangono.

Un tassista di Milano,tale Rolandi si presenta in questura e dice di essere in grado di riconoscere uno strano personaggio che lui ha trasportato con il suo taxy nei pressi di Piazza Fontana poco prima dell'attentato.Inizia il calvario di Pietro Valpreda.

Anche lui anarchico,anche lui milanese,in quell'anno si trasferisce pero' a Roma,dove ha modo di frequentare un circolo anarchico un po' strano,composto tra gli altri da un neofascista travestito da anarchico di una certa importanza come Merlino e controllato dalla Polizia che si avvale all'interno del circolo stesso di un paio di informatori.

La mattina del 12 dicembre 1969 Valpreda arriva a Milano all'alba.Deve presentarsi ad un udienza processuale per un volantino da lui creato in cui si denigra Papa Paolo VI.Dopo il tribunale pero' l'anarchico si sente male.Pesenta i sintomi dell'influenza.Va a casa di una sua zia e li' vi rimane per tutto il pomeriggio.

Il tassista pero' dopo un drammatico e probabilmente pilotato confronto in Questura a Roma, dice che lui e' la persona che ha portato in Piazza Fontana in quel drammatico pomeriggio.A pochi giorni dalla strage l'Italia ha il suo mostro..

2) le valigette..Il Prof.Lorenzon..Padova.si apre la pista "nera"

Mentre Valpreda inizia la sua battaglia processuale per dimostrarsi estraneo ai fatti, in Veneto, nel bianco veneto democristiano, i giudici Calogero e Stiz conducono una inchiesta parallela in base a delle rivelazioni estese sottoforma di memoriale da un professore cattolico di Treviso:Guido Lorenzon.Secondo Lorenzon,l'ideatore delle stragi e' Giovanni Ventura,e' un suo amico e gli avrebbe raccontato in anteprima cosa sarebbe successo in quel 12 dicembre.Accanto al nome di Ventura vengono segnalati come mandanti ed esecutori degli attentati Franco Freda e Marco Pozzan.Tutti estremisti vicini alla destra ed ad Ordine Nuovo.Oltre alla testimonianza di Pozzan vi sarebbe, ad avvalorare il tutto,la segnalazione,invero tempestiva, di un commerciante di Padova che vende valige.L'uomo avrebbe riconosciuto dalle immagini televisive riguardanti la bomba fatta brillare nella banca nazionale del lavoro,lo stesso modello di valigetta che di solito vende nel suo negozio.Altro particolare:Il commerciante si ricorda distintamente che pochi giorni prima degli attentati nel suo negozio un uomo ha acquistato sei valige di quel tipo.Quell'uomo sarebbe Giovanni Ventura.

Piu' tenebrosi e per certi versi inquietanti, sono i tentativi di depistaggio effettuati da uomini dell'apparato di sicurezza dello stato,ed il coinvlgimento di un esponente appartenente al SID: Guido Giannettini.

50 anni senza un colpevole..L'Italia che non muore.

Come molti episodi controversi della nostra storia piu' recente, gli attentati di Piazza Fontana e di quel 12 dicembre 1969 non hanno mandanti,non hanno esecutori.La Giustizia di uno Stato democratico tra i piu' avanzati e civili del pianeta,non e' riuscita,anche per colpe non proprie, ad esaudire il desiderio di verita',di trasparenza che accumuna tutti i famigliari delle vittime,tutte le persone con un minimo di senso dello Stato.

La conclusione dell'odissea processuale si e' avuta negli anni 90..Freda,Ventura,Valpreda...tutti assolti in ultimo grado.Non sono bastati insomma una quarantina di anni di processi,appelli e ricorsi per ricostruire giuridicamente i fatti che hanno insanguinato l'Italia, quell'Italia, del 12 dicembre.Nel frattempo altre stragi,altri episodi di violenza sovversiva non hanno ancora adesso le verita' che si cercavano quelle verita' che noi tutti noi abbiamo il diritto di conoscere.Diritto che pero' non ci e' stato mai concesso.

Di Piazza Fontana bisogna accontentarsi di una verita' storica,verita' che secondo gli osservatori, addosserebbe la responsabilita' delle stragi all'estrema destra;ma e' sempre una verita' non ufficiale ,non supportata da alcuna condanna, e non espiata da alcuna pena.

Ed intanto quell'Italia del 12 dicembre quell'Italia che lavora,quell'Italia che si dispera,quell'Italia che s'innamora ha dovuto sorbirsi i tetri anni 70 con il terrorismo ed i suoi giorni di piombo.Visto ora quel 12 dicembre 1969 altro non e' stato che una macabra iniziazione.Verso il terrore..

W l'Italia, L'Italia del 12 dicembre .

Modificato da alvin66
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Che Italia era quella prima delle 16.37 del 12 dicembre 1969?

Era un'Italia ancora non toccata da episodi terroristici eclatanti.non c'erano le Br,non era ancora nata Prima Linea ed i Nap.Sostanzialmente le fenomenologia del terrorismo rosso era ancora assente,anche se i fuochi di un'imminente scesa in campo nella lotta armata stavano accendendosi dopo il 68 ed i suoi strascichi.

Era l'Italia politicamente ancora non preparata ai grandi fermenti sociali,al boom economico ed alle sue conseguenze,

era l'Italia dei primi tentativi di Moro,non andati a buon fine, di portare una parte della sinistra,quella meno oltranzista,nell'area governativa.

Era l'Italia delle grandi ma comunque sotteranee pulsazioni della destra extra parlamentare, della sua insofferenza verso quella democrazia,era l'Italia del SIFAR,del generale De Lorenzo,del Piano Solo,del Principe Borghese.

Era l'Italia ,almeno una parte di essa, affascinata dalla dittatura di Franco in Spagna, dai Golpe dei colonnelli in Grecia e dal regime di Salazar in Portogallo

Era l'Italia delle prime grandi conquiste dei lavoratori,con lo Statuto dei Lavoratori e l'autunno caldo del 69,del rinnovo di 32 contratti collettivi,con milioni di lavoratori di vari settori della produzione impegnati a rivendicare i propri diritti.

Quest' Italia esplose,insieme a quella bomba, a Piazza Fontana..50 anni fa...

ecco, vorrei rispondere proprio ala presentazione dell'Italia del 12 dicembre 1969, io andavo all'università, e ricordo che la sera, quando a casa mia non si guardava la tv perchè era da poco arrivata, ma solo nella mia stanza, con assoluto divieto di papà di accendere il tg durante i pasti, bene, a cena, la nonna novantenne, che aveva ascoltato un giornale radio, ci disse Ho sentito che son successi orrori, non ho ben capito, ma leggerete domani sui giornali, orrori!

bene, vorrei rispondere ai punti come descrivi l'Italia di allora, non so se c'eri o la descrivi per sentito dire:

1

Era un'Italia ancora non toccata da episodi terroristici eclatanti
questo è verissimo, fu in quell'occasione che iniziò il primo terrorismo, diventato poi anni di piombo.

2

Era l'Italia politicamente ancora non preparata ai grandi fermenti sociali,al boom economico ed alle sue conseguenze,
qua invece mi sembra un po' forzato, visto che il boom economico era dei primi anni 60, difficile affermare che un decennio dopo non ci fosse preparata

3

era l'Italia dei primi tentativi di Moro
l'apertura a sinistra era del 1961 o 62, se non sbaglio, ed era non solo di Moro, e le aperture decisive di Moro a sinistra vennero pronunciate in un suo discorso poco anteriore al suo rapimento, 1978

4

Era l'Italia delle grandi ma comunque sotterranee pulsazioni della destra extra parlamentare
assai sotterranee, visto che in quel periodo c'era invece l'autunno caldo e il 68 a differenza della Francia, non accennava a finire

5

Era l'Italia ,almeno una parte di essa, affascinata dalla dittatura di Franco in Spagna,
vero, ma per completezza c'è da dire che era molto più appariscente allora l'Italia affascinata dalla Cina di Mao, la rivoluzione culturale ( le Cina è vicina: Bellocchio 1967) e in genere da un pacifismo a sinistra (Meglio rosso che morto: Cassola, mi sembra di ricordare, ma non lo aveva inventato lui)

6

Era l'Italia delle prime grandi conquiste dei lavoratori,con lo Statuto dei Lavoratori e l'autunno caldo del 69,
verissimo.
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gentilissima "babatriestina".non discuto quello che scrivi.avendo io,all' epoca della strage, appena 3 anni e mezzo.Nonostante fossi precoce,a quei tempi mi occupavo di borsa ed operazioni finanziarie e non di politica :D:D .

Scherzi a parte, replico sinteticamente:

3.i tentativi di formare un centrosinistra come dici tu sono datati primi anni 60.non collegabili direttamente alla strage.ma ogni volta che Moro o chi per lui tentava l'approccio a sinistra, alcuni settori della politica e degli apparati dello stato reagivano negativamente in modo piu' o meno strisciante(piano Solo)..la strage c'entra poco sul centrosinistra nell'area di governo,anche perche' in quel periodo mi sembra non se ne parlasse piu' tanto,ma spiega bene il clima che si respirava in certe aree politiche in quei anni..

4.appunto erano espressioni un po' piu nascoste e meno eclatanti rispetto a quelle oceaniche dell'altra parte politica.un magma occulto ma ben presente e molto spesso alimentato da vari settori reazionari della societa'italiana dell'epoca.non dimentichiamoci che avanguardia nazionale, ordine nuovo,terza posizione,Europa e civilta' nascono proprio negli anni 60,dalle ceneri del "tradimento" Badogliano che gli esponenti piu' in vista di queste fazioni considerano come il padre di una democrazia corrotta ed inetta.

5. certo nel 68 vi era una forte spinta maoista all'interno del movimento,ma dato che la strage di Piazza Fontana molto difficilmente si puo' collocare come un evento terroristico di matrice "rossa",nel discorso ho enfatizzato il discorso delle dittature di destra e dell'ammirazione di certi ambienti della destra extra parlamentare verso detti regimi.

detto cio' ti saluto e ti auguro una buona serata.in attesa di altre tue interessanti testimonianze..ciao :cincin:

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A dirigere i primi lavori dell'inchiesta su Piazza Fontana,e' un giovane ed ambizioso funzionario di Polizia,il Commissario Calabresi.Quest'inchiesta,lui ancora non puo' saperlo,gli sara' fatale.

solo un'annotazione sulla persona di Calabresi: per l'epoca era un poliziotto abbastanza fuori dal coro. Era laureato in giurisprudenza, conosceva i fermenti dell'università e si era segnalato per il carattere dialogante della sua azione.

Al momento della morte di Pinelli l'inchiesta accertò che non era nemmeno presente nella stanza dell'interrogatorio.

Questo per sottolineare un modus operandi del terrorismo che sarà poi estremamente diffuso negli anni di piombo che consisteva nell'individuare come obbiettivi gli elementi aperti al confronto.

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solo un'annotazione sulla persona di Calabresi: per l'epoca era un poliziotto abbastanza fuori dal coro. Era laureato in giurisprudenza, conosceva i fermenti dell'università e si era segnalato per il carattere dialogante della sua azione.

Al momento della morte di Pinelli l'inchiesta accertò che non era nemmeno presente nella stanza dell'interrogatorio.

Questo per sottolineare un modus operandi del terrorismo che sarà poi estremamente diffuso negli anni di piombo che consisteva nell'individuare come obbiettivi gli elementi aperti al confronto.

verissimo.la sinistra extraparlamentare decreto' fin da subito la colpevolezza totale di Calabresi.Creando cosi' un simbolo..e purtroppo un bersaglio..

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Per el clima dell'epoca, legeve Scritti corsari de Pasolini, in particolar el famoso Io so

"IO SO

...conosco i nomi degli autori delle stragi di questi anni, le collusioni e le connivenze; lo so perchè dono un Poeta. Lo so, ma non ho le prove... "

del tipo Mi so tutto, perchè son un intellettuale, mi go capido tutto ( sotinteso xe tuta colpa dei fascisti, anche se no ghe xe nissuna prova)

E nel libro, legeve cossa che el ghe dà adosso a Casalegno, e Casalegno finirà copado dele Brigate Rosse.

No voleria tornar a quei tempi...

eco el link al articolo

http://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html

e ve riporto el incipit

Cos'è questo golpe? Io so

di Pier Paolo Pasolini

Io so.

Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).

Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.

Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.

Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.

Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).

Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".

Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.

Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.

Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.

Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.

Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.

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Beh Pasolini era un "cane sciolto".ricordo di aver letto il suo pensiero sugli scontri di Villa Giulia che di fatto decretarono l'inizio del 68 in Italia.non proprio espressioni di un intellettuale schierato a sinistra,visto che ammise apertamente di aver parteggiato per le forze dell'ordine,nell'occasione.

Quanto a Casalegno altra vittima di quella stagione drammatica,non ho mai avuto modo di conoscere il pensiero di Pasolini.

quanto a quello da Te riportato,personalmente sono abbastanza d'accordo sullo sfondo da lui proposto..c'erano i "rossi" cattivi e manovrabili,come c'erano i "neri" cattivi e manovrati.

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Quanto a Casalegno altra vittima di quella stagione drammatica,non ho mai avuto modo di conoscere il pensiero di Pasolini.

leggiti il libro citato, purtroppo non ce l'ho a casa , l'ho letto in biblioteca e non mi son copiata i passi, ma è quasi un ripetuto invito a farlo fuori. Mi ha impressionato la violenza degli attacchi verbali.

Per il "non proprio un intellettuale schierato a sinistra" , sempre nel libro, ci sono ripetuti panegirici del Partito Comunista Italiano.

E' un libro che vale la pena di leggere per avere una testimonianza del clima dell'epoca. Mi son sentita riportare indietro di quasi quarant'anni, leggendolo

Modificato da babatriestina
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