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Debacle Valladolid


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Debacle Valladolid

Innanzitutto mi scuso con gli attenti lettori del web site dell’Edera per i mancati aggiornamenti, ma, purtroppo per me, ho trascorso gli ultimi giorni in un letto d’ospedale.

Debacle Valladolid è il titolo del pezzo, debacle annunciata fin da lunedì scorso aggiungiamo, quando, all’amichevole programmata in Slovenia, tre dei quattro autoctoni non si sono fatti vedere.

Anzi, per dovere di cronaca, aggiungiamo che i vari Simsic, Zerdin e Krivic si son fatti trovare, ma hanno rifiutato di allenarsi. Motivo? Un ritardo sul pagamento del loro mensile. L’Edera, come altre società sportive, non hai mai fatto un mistero del fatto che, in questo particolare momento di crisi che coinvolge la nostra intera economia, abbia intrapreso la stagione con prospettive finanziarie non propriamente rosee. Lentamente nuovi orizzonti si sono aperti, anche grazie ai risultati ottenuti sul campo da una squadra che pareva comprendere e condividere gli sforzi compiuti. Alla vigilia della partenza, a pochi giorni dal tanto agognato incasso dei contributi concessi, le alternative possibili erano due: o si investiva per regalare la ribalta europea ai giocatori che se l’erano guadagnata sul campo o si pagavano regolarmente gli stipendi. Di fronte a questa scelta, si è deciso per le luci della ribalta europea. A quel punto, con chi vi scrive affaccendato con i preparativi per il proprio ricovero ospedaliero, è scattato il ricatto: o la società paga immediatamente o non partiamo.

Bisognava prendere una decisione: accontentare i tre a scapito degli altri o adottare un sano principio di equità? Si è ovviamente deciso di non sottostare a questo inatteso ricatto e quindi la squadra si è preparata a partire senza i due dissidenti (Krivic aveva nel frattempo fatto un passo indietro). Alla partenza, contrariamente a quanto comunicato, i due erano presenti creando, proprio grazie alla loro imprevista presenza, ulteriori problemi.

Il gruppo partiva proprio mentre ero disteso su di un tavolo operatorio.

Appena possibile, ancora allettato e con le braccia piene d’aghi (non agopuntura ma flebo), mi affannavo per cercare di comunicare con chi era partito e per impedire ai due di giocare ma, purtroppo, senza ottenere risultato alcuno.

Il gruppo, ormai non più tale, scendeva quindi in pista contro i francesi dell’Angers. Tutti erano nervosi per la situazione che si era venuta a creare, con la logica conseguenza di subire una infinita serie di penalità che i francesi sfruttavano al meglio.

In campo nessuno aiutava nessuno, dell’Edera spumeggiante ammirata in campionato, nemmeno l’ombra.

Dopo questa inevitabile sconfitta, finalmente i due venivano messi fuori rosa e non erano della squadra nemmeno gli altri sloveni che, per uno strano spirito nazionalista, si autoescludevano.

E qui la risposta del vero gruppo Edera: in SEI giocatori SEI di movimento tenevano testa al Mallorca, compagine sicuramente non inferiore all’Angers subendo il pareggio solamente negli ultimi istanti del match.

Poi l’inutile partita con la cenerentola del gruppo, un Laupersdorf già subissato di gol dal Mallorca e con il ha avuto qualche minuto di ribalta, a difesa della gabbia giuliana, anche il sedicenne Dudine.

Questi i fatti. Questo è accaduto.

Ora si cambia strada.

All’Edera arriveranno solamente stranieri professionisti, e non presunti tali, che possano stabilirsi a Trieste e che, come Hammond e Laricchia, partecipino alla vita della società.

Intanto l’Edera conferma l’arrivo dell’attaccante finlandese Tiinus Roman, a Trieste già da giovedì.

Sono inoltre stati allacciati contatti con un difensore ceco. Manca veramente poco tempo alla chiusura delle liste per gli stranieri, ma tutto avverrà nella massima trasparenza, senza sotterfugi, nel pieno rispetto delle regole FIHP e FIRS.

Altri hanno agito in maniera diversa, ma non sta certamente a noi giudicare gli altrui comportamenti.

Rimaniamo pazientemente e curiosamente in attesa di vedere come andrà a finire, se chi ha commesso un illecito sportivo verrà punito in maniera esemplare o se le protezioni, di cui si vocifera goda in alto loco, riusciranno ad insabbiare tutto. Forse stiamo per assistere all’ennesima sit commedy dell’hockey in line italiano.

Roberto Florean

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