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Addio Leone


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Credo che meriti l'apertura di un topic la scomparsa dal mondo terreno di Fiorenzo Magni.

Merita perche', assieme a Coppi e Bartali, fu l'emblema dell'Italia che faticava dopo le rovine della guerra.

Aldifuori del dualismo Coppiano e Bartaliano che divideva gli italici affetti, si e' preso le sue belle soddisfazioni,vincendo 3 Giri d'Italia e 3 Giri delle Fiandre consecutivi,in particolare quest'ultime gli valsero l'appellativo di Leone delle Fiandre.

Riconosciuto come un grande discesista,forse il piu' grande della sua epoca, si difendeva molto bene in montagna, ed aveva un carattere tale da non mollare mai nemmeno di fronte alle piu' acute avversita'.

Famoso il suo Giro d'Italia del 56 portato a termine al secondo posto,nonostante una frattura alla clavicola,(con la famosa immagine di lui che stinge fra i denti una camera d'aria attaccata al manubrio)-

a proposito di cio' ecco un'intervista rilasciata a Marco Pastonesi tratta dal libro:"Vai che sei solo"

A distanza di tempo, non so se ho fatto bene o male. Ho fatto bene come atleta, forse ho fatto male come uomo. Quella volta che sono caduto in discesa da Volterra, sul ghiaino, picchiato la spalla, mi ritiro o non mi ritiro, mi ritiro o non mi ritiro, alla fine non mi ritiro, arrivo sul traguardo..clavicola fratturata.

Il giorno dopo a Livorno tengo duro, fasciature elastiche, il giorno dopo ancora la cronometro, gommapiuma sul manubrio, quattro e dico quattro paia di scaprette consumate per frenare. Tengo duro finchè nella tappa che arriva a Rapallo cado, cado sulla frattura, mi ritiro non mi ritiro, mi ritiro non mi ritiro, era il mio ultimo anno di corse, non potevo farlo. Arrivo al traguardo, omero fratturato.

C’erano ancora le Dolomiti e la terribile tappa del Bondone da affrontare sotto la neve. Mi ritiro o non mi ritiro, mi ritiro o non mi ritiro, insomma per farla breve sono arrivato secondo dietro Charlie Gaul. Mia moglie mi dice sempre che sono un fachiro, non mi stanco mai. Ma c’è fatica e fatica. Quella del ciclista è un po’ come quella del contadino: una grande fatica, ma sana”

Non vinse mai un tour anche perche' quando avrebbe potuto ci si misero di mezzo i tifosi francesi,che aggedirono Bartali e che costrinsero la Nazionale Italiana(quella volta il tour si correva con le Nazionali) al ritiro quando Magni era in maglia gialla.

Il terzo uomo,lo chiamavano,che per certi versi non era secondo a nessuno.In un epoca florida di campioni e leggende delle 2 ruote,da Coppi a Bobet,da Bartali a Gaul.

"Ringrazio Coppi e Bartali per avermi insegnato a perdere" soleva dire.Nel nostro piccolo non possiamo far altro che ringraziarlo.Un piccolo ma significativo mattone, di quell'Italia che si stava ricostruendo,lo ha posato pure lui..e chissa' che il nostro decadimento sociale e politico non dipenda dal fatto che son ben pochi quelli che, attualemente, stringono fra i denti una camera d'aria...per non mollare mai..

Sei tornato con Fausto e Gino,terzo angelo secondo a nessuno..RIP..

Ps:Morto a 92 anni..a quei tempi andare in bicicletta evidentemente faceva bene..

z2wvX.jpg

Modificato da alvin66
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