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[EDITORIALE] Pallacanestro Trieste 2004, l'allontanamento degli USA come risultato finale di un pastrocchio che arriva da lontano


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Eravamo forse stati un pò troppo speranzosi, una decina di giorni fa, nel dare per "quasi conclusa" la situazione di crisi societaria in seno alla Pallacanestro Trieste 2004. Niente di così profondamente (e tristemente) sbagliato: un colpo di obice, sparato dopo le 3 ore di CdA nella mattinata di lunedì, consegna uno scenario tecnicamente molto più povero ai tifosi biancorossi.

Si deve risparmiare, con il vantaggio che non c'è il rischio di retrocedere dopo l'esclusione di Napoli: morale della favola, si devono tagliano le spese, perchè 200 mila euro devono essere ulteriormente scavati da qui sino a fine stagione. Si aprono i cancelli e, per ragioni puramente economiche, la società decide di "scaricare" Brandon Brown e Jobey Thomas, seppur in maniera diversa: il primo vedrà una transazione del proprio contratto (e di fatto non potrà più essere schierato in campo), il secondo può liberamente cercarsi un'altra squadra, con rescissione annessa dall'AcegasAps nel momento in cui troverà la sistemazione più consona tramite il proprio procuratore (ma potrebbe anche accadere che di squadre a disposizione non ce ne siano, con l' "interessante" scenario di tenere in casa un giocatore con poco reale interesse di svettare sul parquet).

Il termine più gettonato che arriva dalla "stanza dei bottoni" giuliana è quella del "dispiacere": in parole povere, in questo momento non si può fare diversamente, umanamente parlando la scelta è dolorosa ma non ci sono altre soluzioni. Appunto, soluzioni: tutto ciò che, tralasciando le mere cifre e i budget stagionali costruiti sulle promesse non mantenute da qualcuno, è mancato clamorosamente. E dalle "extreme measures" adottate si passa al sentimento di gran parte dei supporters triestini: tradimento. Perchè una LegaDue senza americani non è una vera LegaDue; perchè molti si aspettavano da tempo uno squarcio nel silenzio assenso in cui troppo spesso ci si è trincerati, ottenendo solamente il sibilo lancinante arrivato dal CdA; perchè, tutto sommato, di fronte a una situazione già difficile mesi fa, forse sarebbe bastata una presa di posizione forte ed intellettualmente onesta per dire le cose come stavano.

La verità è che allontanare Brown e Thomas è solo la punta dell'iceberg di quanto si sia navigato a vista già da parecchio, checchè tutti i diretti interlocutori abbiano sempre fatto capire come le forze interne fossero unite per remare tutti nella stessa direzione. Sbagliato pure questo: un vice-presidente (dimissionario?) che con le proprie parole sul piccolo schermo fa presagire come sarebbe stato a suo modo preferibile partire da zero, "sconfessando" l'altro lato dei soci che invece preferirono la soluzione di continuità; un amministratore delegato che, non informando tutte le parti in causa (logicamente innervosite da questo comportamento), avvia dei contatti con i procuratori degli USA per poi arrivare a quanto accaduto ieri.

La somma algebrica di tutti questi fattori porta inevitabilmente al "pastrocchio" da cui, in rapida successione, si arriva al travaso di bile di chi, nella stanza dei bottoni, non c'è proprio: alcuni abbonati ipotizzano una class-action contro la società, perchè la partenza dei due americani stravolge il roster formato questa estate; altri non vedono l'ora che arrivi domenica unicamente per urlare il proprio dissenso dagli spalti; altri ancora maledicono la vittoria in gara-5 di spareggio play-off contro Chieti, che ha portato "tutti questi problemi".

Nonostante tutto si va avanti, ma con poche reali illusioni. E con zero sogni nel cassetto, perchè a Trieste l'ombra del "NO SE POL" torna ad aleggiare. E neppure tanto velatamente

Alessandro Asta

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Trovavo strano che Torino e Chieti avessero rinunciato al ripescaggio in estate,favorendo quello di Capo d'Orlando. Forli' aveva accettato dopo settimane di tiraemolla sul cosa fare. Evidentemente Torino e Chieti si erano fatti due conti e avevano deciso di mollare la presa, nessuno all'epoca poteva immaginare che l'unica retrocessione sarebbe stata "abolita", rendendo cosi'possibile snellire le voci di bilancio senza alcuna pressione di classifica, tipo Imola e Trieste appunto.

Ma in quelle piazze c'era stato meno tempo per decidere di organizzare il tutto, qui da noi la promozione era avvenuta sul campo con piu'tempo quindi a disposizione per potenziare la struttura societaria, oltre a cavalcare l'onda di una promozione pura e non a tavolino. C'era un tempo, non piu'tardi di 4 anni fa, in cui Di Piazza e Matteo Boniciolli cercavano addirittura eventuali diritti da acquistare (Novara,accordo gia'trovato prima di accorgersi dei debiti piemontesi) pur di fare la A2 e abbandonare la B.

Perche',c'e' da domandarsi, all'epoca c'erano soldi per acquistare diritti e ora non ci sono per confermare il risultato addirittura gia'pronto e conseguito sul campo ? Allora,come dice Gus, si deve pensare che Acegas era il braccio armato di un sottobosco politico, che premeva per certe situazioni. Un fuoco che ardeva sotto la cenere del fallimento. E ora gli scenari sono totalmente cambiati. Boniciolli Matteo non cerca piu'franchigie assieme a Di Piazza,considerando la A2 il minimo campionato di competenza per Trieste,come accadeva all'epoca, ma ammette alzando le mani che a Trieste "non se pol" e che la dna e'la dimensione giusta. Quella dimensione da cui invece si voleva fuggire ad ogni costo.

Poi anche la Legadue ci mette del suo. Napoli ad esempio e'esclusa per una scadenza burocratica di qualche giorno, e avrebbe avuto ampie garanzie grazie all'imprenditore Balbi tutto il necessario per fare un torneo regolare,anche di vertice. A noi invece e'concesso "pascolare" in suddetto torneo, senza averne la possibilita'.

Modificato da forazogo
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(...)

Perche',c'e' da domandarsi, all'epoca c'erano soldi per acquistare diritti e ora non ci sono per confermare il risultato addirittura gia'pronto e conseguito sul campo ? Allora,come dice Gus, si deve pensare che Acegas era il braccio armato di un sottobosco politico, che premeva per certe situazioni. Un fuoco che ardeva sotto la cenere del fallimento. E ora gli scenari sono totalmente cambiati. Boniciolli Matteo non cerca piu'franchigie assieme a Di Piazza,considerando la A2 il minimo campionato di competenza per Trieste,come accadeva all'epoca, ma ammette alzando le mani che a Trieste "non se pol" e che la dna e'la dimensione giusta. Quella dimensione da cui invece si voleva fuggire ad ogni costo.

(...)

Mie ignoranti opinioni sui quesiti che hai posto.

- Certamente è cambiato lo scenario non solo rispetto al 2004, quando Dipiazza decise di scendere in campo con Acegas e, di fatto, rilevare la Pall.Trieste ma anche rispetto al 2008 (credo?), quando decise di affidare a Matteo Boniciolli l'ideazione e la realizzazione di un progetto di ricostruzione e rinascita della massima espressione del basket locale, sempre finanziata da Acegas già Aps. E non tanto perché Dipiazza ha lasciato il posto a Cosolini quanto perché di fusione in fusione Acegas ha perso la marcata connotazione triestina.

Raga, sembra che nessuno voglia sentire da quest'orecchio ma la crisi degli ultimi anni è bruttabrutta, eh. Non girano soldi e chi li ha è sempre meno propenso a scucirne anche una minima parte.

- Matteo Boniciolli ha da sempre considerato la serie B (Dna-Dnb) come la dimensione adatta alla nostra città. Ha sempre sostenuto che di più questa Trieste non è in grado di sostenere. Altri hanno provato a sognare, a conti fatti con troppa improvvisazione e senz'alcuna managerialità.

Però, sia chiaro, in questo momento il mio inutile, insignificante e non richiesto parere è che non assolvo con formula piena nessuno di coloro i quali direttamente o indirettamente con pensieri, parole, opere e omissioni hanno contribuito a realizzare questa brutta figura.

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Non so quanto possa essere utile, ma ecco quanto mi è sembrato di comprendere da questa assurda situazione.

Ad inizio stagione, anzi, diciamo verso inizio estate, i dirigenti della Pall. Trieste avevano calcolato in 1.4 milioni il budget per affrontare la Legadue con una squadra buona per la salvezza. Acegas (diciamo Acegas, leggi Hera) come main sponsor ha sganciato circa 350 mila euro, più altri 350 mila circa per coprire l'ammanco causato dall'uscita di scena di Tommasi (chi è e cosa faccia non ho idea) che fino all'insorgere di problemi legali forniva più o meno quella cifra come secondo sponsor. Da abbonamenti, biglietti del palatrieste, ricerca di piccoli sponsor, la società ha fatto calcolo di poter aggiungere circa altri 100 mila euro. In totale si arriva intorno agli 800 mila euro, forse qualcosa in più. Diciamo 850 mila euro. Con questo budget sicuro si è costruita una squadra al risparmio, certo, ma che comunque a fine stagione sarebbe inderogabilmente costata 1.4 milioni. Da luglio a dicembre non si è fatto vivo alcun ulteriore sponsor, qualcuno aveva promesso (non credo direttamente il sindaco, sarebbe assurdo) e non ha mantenuto. Insomma, si è arrivati a dicembre e l'Acegas è stata chiamata a sborsare ulteriori 200 mila euro per coprire i buchi. Quindi, a conti fatti, budget totale intorno al milione. Mancherebbero quindi altri 300-400 mila euro per far quadrare i conti. Conti che - nei calcoli dei dirigenti della Pall. Trieste - dovrebbero quadrare risparmiando sull'ingaggio degli americani da qui a fine stagione (e se Thomas non trova altra squadra? buh!), a cui vanno aggiunti altri 100 mila euro ulteriori da trovare. Come? Con risparmi sulle spese o sperando nell'arrivo in qualche altro piccolo sponsor.

Per la prossima stagione, che sarà certamente di Legadue, il budget calcolato ad oggi per fare disputare un campionato con obiettivo salvezza non dovrebbe superare il milione di euro. Acegas metterà soltanto 350 mila euro, altri 50-100 mila dovrebbero arrivare da abbonamenti e biglietti al PalaTrieste, mancano all'appello "soltanto" 600 mila euro. Da trovare da qui a fine campionato, diciamo. Missione, a quanto pare, piuttosto difficile.

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d'accordissimo con Gus. Resta il fatto che non si puo'neanche pretendere che quello che dovrebbe fungere da sponsor sia ,e continuera'ad essere,in realta'l'unico dispensatore di denari. Non esiste roba analoga in nessuna societa' di A1 o A2, e se esiste lo sponsor ne e'anche indiscusso padrone. Si getti la maschera e si cominci a interpretare Heracegas il vero padrone,volente o nolente. Pagano solo loro, si prendano anche la responsabilita' di gestione per evitare questi stucchevoli balletti che tra l'altro non fanno bene neanche a livello pubblicitario,anzi rasentano il danno di immagine.Ecco, arrivo a dire che e'Hera che dovrebbe chiedere il danno di immagine agli specialisti che han generato questo ginepraio, altro che aprire il portafoglio tipo il padre che paga i danni del figlio-bulletto di turno..

La difficolta' di Napoli,ad esempio, da dove nasce ? Nasce dalla fusione con S.Antimo, dove un presidente Cesaro spende lo spendibile (piu'di un milione ) per mantenere la A2 dopo sette sconfitte consecutive e compra Troy Bell e altri 3-4 nuovi che adesso non mi ricordo, si salva all'ultima giornata, si stufa del giocattolo visto che nessuno lo aiuta, si fa convincere a dare tutto in mano a Minopoli reduce dalla beffa-playoff dna contro Trento, che pero' dopo tante promesse rimane col cerino in mano senza aiuti anche lui, nonostante la nuova squadra possa contare su Warren, Allegretti,Hubalek,Ricci,Ceron,Zacchetti,Clemente. E si fermano perche' mancano i 33 mila euro iniziali di iscrizione ! ! Cioe'proprio il primo ostacolo ! Adesso non mi ricordo se qui da noi questi 33.000 li han messi Boniciolli-Francia ,o anche quelli sono soldi Acegas.

A quel punto 'sto nuovo imprenditore,Balbi, mette in 24 ore i soldi del bonifico sul tavolo, contatta Cavina come nuovo coach,conferma Ceron,Allegretti,Hubalek,

firma ovviamente con riserva Crispin e Dupree, quindi soldi effettivamente ci sono, ma il tnas conferma l'esclusione.

Allora tornando alla nostra situazione mi chiedo perche' la Giba non controlla piu'alacremente se i contratti con i giocatori sono solvibili o meno, visto che vengono firmati cosi "alla carlona", alla vivalaepobon dai nostri dirigenti. E perche' proprio nella crisi economica di cui parla giustamente Gus ,noi senza il becco di un quattrino e attaccati solo al rubinetto Acegas che dovrebbe fungere solo da sponsor e non da socio forte di riferimento, siamo li' a giocarci un campionato che diventa senza ambizioni nonostante il bottino di 16 punti attuali, e Napoli che i soldi li aveva sul piatto ,anche se in ritardo,oltre a un potenziale roster di buona qualita',Usa compresi, e'stata buttata fuori.

Non vedo il nesso o la differenza ,a termini di controlli legabasket ,tra aver rispettato le scadenze non avendo i quattrini ,e non aver rispettato le scadenze avendo i quattrini..

Modificato da forazogo
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