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Notizie e commenti vari sul calcio


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1 ora fa, LungomareNatisone ha scritto:

Bene, fuori Cossovo, Bosnia e Israele

Comunque non capisco il senso di mandare agl europei una di quarta fascia... 

penso i ghe ciami "democrazia"... anche i poveri ga i stessi diritti dei ricchi i gaverà pensado… evidentemente non gavemo qua in Italia el monopolio dei mone fra la dirigenza del calcio

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58 minuti fa, morodesede ha scritto:

penso i ghe ciami "democrazia"... anche i poveri ga i stessi diritti dei ricchi i gaverà pensado… evidentemente non gavemo qua in Italia el monopolio dei mone fra la dirigenza del calcio

Neanche troppo mone, i podeva far anche pezo tipo imporre la qualificazion de Cossovo e Israele d'ufficio 

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2 ore fa, LungomareNatisone ha scritto:

Bene, fuori Cossovo, Bosnia e Israele

Comunque non capisco il senso di mandare agl europei una di quarta fascia... 

Pecà però che se rischiemo de sugharse la Georgia e la solita prolissa retorica antirussa... Mai perdonerò a Putin de gaverse ferma a un centinaio de chilometri da Tbilisi. 

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15 minuti fa, ndocojo ha scritto:

Pecà però che se rischiemo de sugharse la Georgia e la solita prolissa retorica antirussa... Mai perdonerò a Putin de gaverse ferma a un centinaio de chilometri da Tbilisi. 

Sulla retorica antirussa te dago pienamente ragion, te lo sa.

Sulla seconda parte dissento, a differenza de Crimea e Donbass no me par che pulluli sto sentimento filorusso nella terra dei Cartveli. Non da ieri.

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1 ora fa, ndocojo ha scritto:

Pecà però che se rischiemo de sugharse la Georgia e la solita prolissa retorica antirussa... Mai perdonerò a Putin de gaverse ferma a un centinaio de chilometri da Tbilisi. 

No, xe sta' lungimirante

Voleva evitar che un altro georgiano possi diventar el capo de tutto...

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1 ora fa, Contea di Trieste ha scritto:

Sulla retorica antirussa te dago pienamente ragion, te lo sa.

Sulla seconda parte dissento, a differenza de Crimea e Donbass no me par che pulluli sto sentimento filorusso nella terra dei Cartveli. Non da ieri.

Ma una lezion nella patria de Shevernadze e Shakashvili saria stada auspicabile. 

Il Baffone di Gori non se gavessi risparmià una visita nei luoghi della sua adolescenza. 

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Quel che me piasi de voi due, sara' forse per ardore giovanile, xe che ve schiere' sempre e comunque, in qualsiasi guerra/guerricciola/tafferuglio possi venir in qualsivoglia angolo del mondo B--)

Mi che no go la freschezza de seguir tutto, e ammetto che certe volte l'argomento no me tangi piu' de tanto, me limito a tifar per un obiettivo, che xe el gaver meno Islam possibile nel globo terracqueo... da qua, in questo caso, el mio incondizionato appoggio alla causa armena

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11 minuti fa, andyball ha scritto:

Quel che me piasi de voi due, sara' forse per ardore giovanile, xe che ve schiere' sempre e comunque, in qualsiasi guerra/guerricciola/tafferuglio possi venir in qualsivoglia angolo del mondo B--)

Mi che no go la freschezza de seguir tutto, e ammetto che certe volte l'argomento no me tangi piu' de tanto, me limito a tifar per un obiettivo, che xe el gaver meno Islam possibile nel globo terracqueo... da qua, in questo caso, el mio incondizionato appoggio alla causa armena

Credo sia puro interesse / passion (quel de ndocojo più strutturado del mio), non per forza un schierarse a priori, ma zercar de capir cossa che sucedi e gaver una posizion in merito a quel che se ga leto, capido, captado.

Sul secondo, capisso a cossa te se riferissi e no me permetto de biasimarlo. No vojo esser el qualunquista de turno, ma esisti Islam e Islam, te consiglio Corbin. Senza Islam, probabilmente, no gavessimo mai avudo el Rinascimento. El problema xe che la volontà de un incontro vero xe quanto de più lontan auspicado e dal mondo cristiano maggioritario e dal mondo islamico maggioritario a livel de istituzioni.

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2 ore fa, Contea di Trieste ha scritto:

Credo sia puro interesse / passion (quel de ndocojo più strutturado del mio), non per forza un schierarse a priori, ma zercar de capir cossa che sucedi e gaver una posizion in merito a quel che se ga leto, capido, captado.

Sul secondo, capisso a cossa te se riferissi e no me permetto de biasimarlo. No vojo esser el qualunquista de turno, ma esisti Islam e Islam, te consiglio Corbin. Senza Islam, probabilmente, no gavessimo mai avudo el Rinascimento. El problema xe che la volontà de un incontro vero xe quanto de più lontan auspicado e dal mondo cristiano maggioritario e dal mondo islamico maggioritario a livel de istituzioni.

Religioni  oppio dei popoli. 

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4 ore fa, andyball ha scritto:

Quel che me piasi de voi due, sara' forse per ardore giovanile, xe che ve schiere' sempre e comunque, in qualsiasi guerra/guerricciola/tafferuglio possi venir in qualsivoglia angolo del mondo B--)

Mi che no go la freschezza de seguir tutto, e ammetto che certe volte l'argomento no me tangi piu' de tanto, me limito a tifar per un obiettivo, che xe el gaver meno Islam possibile nel globo terracqueo... da qua, in questo caso, el mio incondizionato appoggio alla causa armena

No, beh. Non tutte, De certi conflitti onestamente me interessa solo l'aspetto umanitario, ma poco altro.

Giovanile? Una volta forse. Ormai son più de la che de qua...

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7 ore fa, ndocojo ha scritto:

Pecà però che se rischiemo de sugharse la Georgia e la solita prolissa retorica antirussa... Mai perdonerò a Putin de gaverse ferma a un centinaio de chilometri da Tbilisi. 

Sulla retorica antirussa concordo

Però perdonime ma veder ai europei un Cossovo o un Israele me gavessi da parecchio fastidio 

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1 ora fa, Contea di Trieste ha scritto:

Delocalizzazione cancro dei diritti del lavoro.

Così andemo avanti a slogan ah

Bisognerebbe contestualizzare: non possiamo paragonare  Karl Marx o Feuerbach o Nietsche o piu' vicino a noi un Brnard Russel   che spiegano perfettamente come  il vero ribaltamento della visione della societa' si esprima con la Religione,   alle momentanee difficolta' create in un breve periodo di  30-40  da  governanti  incapaci  e arraffoni nella nostra  piccola Europa piu' disunita che mai.  Ci sono altri luoghi nel mondo che prosperano (prima del Covid almeno!) mentre noi siamo al traino di  uno o due stati egemoni che hanno sfruttato la nostra capacita' lavorativa che ci aveva fatto diventare  nel dopoguerra fino a fine anni 90 il primo paese manifatturiero al mondo e ci hanno succhiato tutto quello che potevano. Gli Inglesi lo hanno ovviamente capito.   Basterebbe ricordare che la Germania Ovest gia' delocalizzava negli anni 70 in Cina Vietnam Polonia Cecoslovacchia. Poi ci ha fatto pagare i costi della riunificazione tra Wessi e Ossi. Un operaio della pianura padana  (lombardo veneto emiliano) ha sempre lavorato e reso percentualmente piu' del 20% di qualsiasi operaio tedesco. fino a quando le nostre piccole imprese artigiane hanno potuto lavorare, ammodernarsi e investire. Con l'avvento della Unione Europea e dell'Euro questo e' terminato nel giro di pochi anni perche' la nostra tassazione del 65% medio non puo' essere concorrenziale con il 45% medio della Germania. La nostra burocrazia e' insostenibile, nel nostro paese non viene piu' fatta manutenzione, non esiste piu'  un governo dell'acqua dell'energia dei trasporti ecc. Tutto e' lasciato da anni nelle mani dei piu' furbi ed arraffoni.   

Purtroppo quindi anche chi aveva piccole/medie imprese di 500 dipendenti in Veneto o Lombardia o Emilia  e' stato obbligato, per sopravvivere e non disperdere il lavoro fatto in tanti anni, a delocalizzare  in paesi dove la manodopera costava 1/10mo continuando poi a spostarsi. Peccato che la Gewrmania abbia costruito la propria industria subalterna in Polonia e Cechia utilizzando i soldi comuni dell'Ue. A noi e' restata solo la possibilita' di andare in Romania o Bulgaria e successivamente in Serbia o Bosnia o Macedonia o Albania. Fin che dura.  Gia' ora  la  "nuova frontiera" e' il Nord Africa (Tunisia Algeria e Marocco) e molti stanno spostandosi.  La previsione successiva e' Costarica Nicaragua (con i problemi dei tempi dei trasporti...)   Pensi veramente che  chi e' obbligato a delocalizzare lo faccia per togliere diritti ai lavoratori?  Se chiude e smette senza delocalizzare  che differenza fa per il lavoratore che ha perso il posto? Lasciamo che lo facciano allora i Tedeschi o gli Austriaci o gli Olandesi (che l'hanno sempre fatto) con l'utilizzo dei soldi comuni e magari  instaurando regimi fiscali  truffaldini.  Pensi sia complicato aprire una commerciale con sede a Capodistria o a Villach  e pagare un forfettario del 15% di tasse?  Tanto vale  aprire direttamente  a Travnik o a Skhodra. Ci guadagnano in posti di lavoro gli operai bosniaci o albanesi e i due governi relativi che incassano le tasse.

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15 minuti fa, Cip ha scritto:

Bisognerebbe contestualizzare: non possiamo paragonare  Karl Marx o Feuerbach o Nietsche o piu' vicino a noi un Brnard Russel   che spiegano perfettamente come  il vero ribaltamento della visione della societa' si esprima con la Religione,   alle momentanee difficolta' create in un breve periodo di  30-40  da  governanti  incapaci  e arraffoni nella nostra  piccola Europa piu' disunita che mai.  Ci sono altri luoghi nel mondo che prosperano (prima del Covid almeno!) mentre noi siamo al traino di  uno o due stati egemoni che hanno sfruttato la nostra capacita' lavorativa che ci aveva fatto diventare  nel dopoguerra fino a fine anni 90 il primo paese manifatturiero al mondo e ci hanno succhiato tutto quello che potevano. Gli Inglesi lo hanno ovviamente capito.   Basterebbe ricordare che la Germania Ovest gia' delocalizzava negli anni 70 in Cina Vietnam Polonia Cecoslovacchia. Poi ci ha fatto pagare i costi della riunificazione tra Wessi e Ossi. Un operaio della pianura padana  (lombardo veneto emiliano) ha sempre lavorato e reso percentualmente piu' del 20% di qualsiasi operaio tedesco. fino a quando le nostre piccole imprese artigiane hanno potuto lavorare, ammodernarsi e investire. Con l'avvento della Unione Europea e dell'Euro questo e' terminato nel giro di pochi anni perche' la nostra tassazione del 65% medio non puo' essere concorrenziale con il 45% medio della Germania. La nostra burocrazia e' insostenibile, nel nostro paese non viene piu' fatta manutenzione, non esiste piu'  un governo dell'acqua dell'energia dei trasporti ecc. Tutto e' lasciato da anni nelle mani dei piu' furbi ed arraffoni.   

Purtroppo quindi anche chi aveva piccole/medie imprese di 500 dipendenti in Veneto o Lombardia o Emilia  e' stato obbligato, per sopravvivere e non disperdere il lavoro fatto in tanti anni, a delocalizzare  in paesi dove la manodopera costava 1/10mo continuando poi a spostarsi. Peccato che la Gewrmania abbia costruito la propria industria subalterna in Polonia e Cechia utilizzando i soldi comuni dell'Ue. A noi e' restata solo la possibilita' di andare in Romania o Bulgaria e successivamente in Serbia o Bosnia o Macedonia o Albania. Fin che dura.  Gia' ora  la  "nuova frontiera" e' il Nord Africa (Tunisia Algeria e Marocco) e molti stanno spostandosi.  La previsione successiva e' Costarica Nicaragua (con i problemi dei tempi dei trasporti...)   Pensi veramente che  chi e' obbligato a delocalizzare lo faccia per togliere diritti ai lavoratori?  Se chiude e smette senza delocalizzare  che differenza fa per il lavoratore che ha perso il posto? Lasciamo che lo facciano allora i Tedeschi o gli Austriaci o gli Olandesi (che l'hanno sempre fatto) con l'utilizzo dei soldi comuni e magari  instaurando regimi fiscali  truffaldini.  Pensi sia complicato aprire una commerciale con sede a Capodistria o a Villach  e pagare un forfettario del 15% di tasse?  Tanto vale  aprire direttamente  a Travnik o a Skhodra. Ci guadagnano in posti di lavoro gli operai bosniaci o albanesi e i due governi relativi che incassano le tasse.

Quindi secondo sto ragionamento, i lavoratori italiani di cosa vivono se le aziende delocalizzano o chiudono? perchè il discorso dal punto di vista imprenditoriale lo fai ma la parte opposta? già così è dura.

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3 ore fa, LungomareNatisone ha scritto:

Però perdonime ma veder ai europei un Cossovo o un Israele me gavessi da parecchio fastidio 

e anche un Irlanda del Nord aggiungo io(spero sempre in una riunificazione dell'isola di Smeraldo). Vediamo se passano con la Slovacchia

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1 ora fa, Manuel90 ha scritto:

Quindi secondo sto ragionamento, i lavoratori italiani di cosa vivono se le aziende delocalizzano o chiudono? perchè il discorso dal punto di vista imprenditoriale lo fai ma la parte opposta? già così è dura.

Ma io ho risposto ad una battuta  che voleva essere sottile  visto che ho detto varie volte in vari post che  "per il mio tipo di azienda" ero stato obbligato a delocalizzare. E' ovvio che non tutti i settori  si sono trovati nelle stesse condizioni. Ci sono moltissime tipologie di lavoro e di imprese  che operano  all'interno della propria nazione e risentono meno i contraccolpi della concorrenza "sleale" rispetto a chi vive principalmente di export. Ne caso mio, purtroppo la concorrenza  e' durissima con il sud est asiatico e questo sarebbe pur sempre accettabile, per una serie di motivi che e' lungo spiegare in unico post,  ma quello che  non e' accettabile e' la concorrenza sleale di chi "in teoria"  dovrebbe sottostare alle stesse regole cioe' i nostri "confratelli" dell'Ue.     Io mi rifacevo al periodo felice per tutti noi italiani e lavoratori a vario titolo, nel quale potevamo disporre della nostra liberta'.  C'era lavoro c'era impresa, c'erano regole sindacali (seppur spesso disattese). Ora ?  Ci mancherebbe altro che  non sapessi vedere i problemi dei lavoratori. Fare l'imprenditore non vuol per forza dire essere lo sfruttatore del lavoro altrui ma a volte puo' significare un diverso modo di esprimere la propria capacita' lavorativa.  Ma se non ci sono piu' le strutture e non si riesce a sopravvivere  per chi opera nell'export dei beni di largo consumo  resta  una soluzione: o te ne vai o chiudi. E ci rimettono tutti.

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8 ore fa, Contea di Trieste ha scritto:

xe sta un successon infatti!

In quel campo assolutamente si se te consideri che l'Albania, salvo l'ultimissima ondata de rinascita islamica finanziada massicciamente da turchi e sauditi (e proveniente soprattutto dal Kosovo), xe un paese praticamente laico, in cui musulmani e ortodossi vivi una religiosità quasi omogenea. 

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