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Il topic del "non è proprio fame ma è più voglia di qualcosa di buono"


Riodario

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Giova80

Eccome qua...assaggiati di Terre del Faet Friulano 2015 e Collio bianco 2017.

Più giocato sulla maturità del frutto e forse meno elegante del bianco 17 però questo friulano '15 è davvero equilibrato in questa fase. Quel che mi piace è che le caratteristiche tipiche del vitigno, sambuco fiori e mandorla sono ben assimilate. Bel vino alla fine, piacevole, manca di persistenza finale, ma forse non gli si può chiedere troppo. Ben più elegante in collio bianco , giocato sulla finezza nei profumi e da una bocca che sembra esile, invece è un sottile equilibrio tra friulano e malvasia, veramente ben integrati. Anche questo molto piacevole. Bravo questo giovane Andrea Drius che fa il vigneron solo da qualche anno, 7 o 8. E nota di merito per utilizzare vigne di friulano di 50 anni...e non è poco.

  • Grazie 1
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3 ore fa, gpetrus ha scritto:

Non go ancora le bt...i riva tra mezzora causa coprifuoco alle 22. Ma cercando go visto che i colori dell'etichetta xe quei. Dopo assaggio scrivo mie impressioni. Anche se ieri gavemo bevudo Miani,Vignai da duline e Renato Keber. Oggi soft....ma me aspetto belle impressioni da questo Andrea Drius de Faet.....

Consiglio il Collio Bianco. La sua migliore bottiglia https://www.triesteallnews.it/2020/07/19/cormons-i-vini-di-terre-del-faet/

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18 minuti fa, gpetrus ha scritto:

Giova80

Eccome qua...assaggiati di Terre del Faet Friulano 2015 e Collio bianco 2017.

Più giocato sulla maturità del frutto e forse meno elegante del bianco 17 però questo friulano '15 è davvero equilibrato in questa fase. Quel che mi piace è che le caratteristiche tipiche del vitigno, sambuco fiori e mandorla sono ben assimilate. Bel vino alla fine, piacevole, manca di persistenza finale, ma forse non gli si può chiedere troppo. Ben più elegante in collio bianco , giocato sulla finezza nei profumi e da una bocca che sembra esile, invece è un sottile equilibrio tra friulano e malvasia, veramente ben integrati. Anche questo molto piacevole. Bravo questo giovane Andrea Drius che fa il vigneron solo da qualche anno, 7 o 8. E nota di merito per utilizzare vigne di friulano di 50 anni...e non è poco.

Il Collio Bianco 2018 ancor più equilibrato e gratificante del 2017.

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14 minuti fa, Alabarda spaziale ha scritto:

Consiglio il Collio Bianco. La sua migliore bottiglia https://www.triesteallnews.it/2020/07/19/cormons-i-vini-di-terre-del-faet/

Interessante recensione, punteggi molto alti e non conosco il recensore....vedrò di assaggiare questi 2018. In frigo il mio amico mi ha lasciato il friulano '19. Anche se troppo giovane lo assaggerò ugualmente.

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Adesso, gpetrus ha scritto:

Interessante recensione, punteggi molto alti e non conosco il recensore....vedrò di assaggiare questi 2018. In frigo il mio amico mi ha lasciato il friulano '19. Anche se troppo giovane lo assaggerò ugualmente.

2017 annata difficile per la grandine, che ha imperversato soprattutto sulla conca di Pradis dove Andrea ha la maggior parte delle vigne.  Anche se poi fai selezione manuale la pianta si squilibra e non è mai facile. Il 2018 assaggiato in confronto con Edi Keber è più pieno e al tempo stesso fine.

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8 minuti fa, gpetrus ha scritto:

Interessante recensione, punteggi molto alti e non conosco il recensore....vedrò di assaggiare questi 2018. In frigo il mio amico mi ha lasciato il friulano '19. Anche se troppo giovane lo assaggerò ugualmente.

La Malvasia 2019 è un vino pronto, il tocai  è ancora un po' indietro. Peraltro annata 2019 molto buona per la malvasia da Muggia a Dolegna e Tocai invece piuttosto verdi, profili vegetali e poco fruttati, se la cavs chi ha vigne vecchie 

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14 minuti fa, Alabarda spaziale ha scritto:

2017 annata difficile per la grandine, che ha imperversato soprattutto sulla conca di Pradis dove Andrea ha la maggior parte delle vigne.  Anche se poi fai selezione manuale la pianta si squilibra e non è mai facile. Il 2018 assaggiato in confronto con Edi Keber è più pieno e al tempo stesso fine.

Bene , grazie. Anche se i vini di Edi han bisogno di parecchio tempo per esprimersi. Da una decina d'anni preferisco i vini di Renato Keber però....

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6 minuti fa, Alabarda spaziale ha scritto:

La Malvasia 2019 è un vino pronto, il tocai  è ancora un po' indietro. Peraltro annata 2019 molto buona per la malvasia da Muggia a Dolegna e Tocai invece piuttosto verdi, profili vegetali e poco fruttati, se la cavs chi ha vigne vecchie 

Sempre lo stesso problema dei vini presentati troppo presto, ste note vegetali non le amo proprio. E parecchi addetti ai lavori concorda che alle degustazioni bisognerebbe portar i vini bianchi con almeno un paio di anni sulle spalle

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Adesso, gpetrus ha scritto:

Sempre lo stesso problema dei vini presentati troppo presto, ste note vegetali non le amo proprio. E parecchi addetti ai lavori concorda che alle degustazioni bisognerebbe portar i vini bianchi con almeno un paio di anni sulle spalle

La crisi delle vendite paradossalmente aiuta

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2 minuti fa, gpetrus ha scritto:

Appena ci si potrà muovere dovrò far visita a Andrea Drius allora...

Se non si monta la testa, ma non credo, è uno dei nomi nuovi del Collio. E va nella direzione giusta anche nella riduzione delle etichette. Gradevole il pinot bianco, meno impegnativo di Toros e Princic e potabile la ribolla. Ma la ribolla in generale non è il mio vino. Buona la malvasia , piu elegante che potente. Il top resta l'uvaggio. Le vigne vecchie di tocai vanno qui e dimostra ormai maestria  nel dosare malvasia e ribolla in funzione dell' annata.

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7 ore fa, Alabarda spaziale ha scritto:

Se non si monta la testa, ma non credo, è uno dei nomi nuovi del Collio. E va nella direzione giusta anche nella riduzione delle etichette. Gradevole il pinot bianco, meno impegnativo di Toros e Princic e potabile la ribolla. Ma la ribolla in generale non è il mio vino. Buona la malvasia , piu elegante che potente. Il top resta l'uvaggio. Le vigne vecchie di tocai vanno qui e dimostra ormai maestria  nel dosare malvasia e ribolla in funzione dell' annata.

Un nome nuovo fa sempre piacere. Che poi personalmente non è che ami troppo i vini di Cormons. Eccezioni a parte....e questa lo è a quanto sembra. Ribolla concordo...vitigno che evito, specie spumantizzata ?

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Io non sono d'accordo che i bianchi andrebbero provati con almeno due anni sulle spalle (Anche se in cantina ne ho diversi, ed il più anziano è attualmente un Sauvignon Kante del 2010). Non fraintendete mi piacciono i bianchi ciccioni, mi piace la macerazione ed il passaggio in legno quando non mi stravolge il vitigno, quando ne aggiunge complessità o quando questo rappresenta una scelta ed una ricerca (vedi ad esempio Stefano Novello) e non una logica che segue il mercato. Però certi bianchi freschi, oltre ad essere sinceri ed espressione del territorio, a mio avviso sono la foto del vignaiolo. Gli altri sono il ritratto. 

Nemmeno sulla ribolla mi trovi d'accordo ma questo è puro gusto personale.  

Chiedo infine se conoscete Pascolo di Ruttars ho provato a prendere un suo friulano, me ne hanno parlato bene. 

 

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Non conosco Pascolo, pienamente d'accordo su tutto il resto, ribolla compresa. I due vitigni che davvero non fanno per me sono malvasia e teran. Triestino atipico. In realtà poi ce ne sono parecchi altri con cui non vanno d'accordo, ma sono poco noti dalle nostre parti.

Segnalo di passaggio un amarone docg 2017 in offerta alla PAM a 13,90 più che bevibile.

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22 minuti fa, Riodario ha scritto:

Io non sono d'accordo che i bianchi andrebbero provati con almeno due anni sulle spalle (Anche se in cantina ne ho diversi, ed il più anziano è attualmente un Sauvignon Kante del 2010). Non fraintendete mi piacciono i bianchi ciccioni, mi piace la macerazione ed il passaggio in legno quando non mi stravolge il vitigno, quando ne aggiunge complessità o quando questo rappresenta una scelta ed una ricerca (vedi ad esempio Stefano Novello) e non una logica che segue il mercato. Però certi bianchi freschi, oltre ad essere sinceri ed espressione del territorio, a mio avviso sono la foto del vignaiolo. Gli altri sono il ritratto. 

Nemmeno sulla ribolla mi trovi d'accordo ma questo è puro gusto personale.  

Chiedo infine se conoscete Pascolo di Ruttars ho provato a prendere un suo friulano, me ne hanno parlato bene. 

 

Forse mi son spiegato male. Due anni sulle spalle dalla vendemmia perchè il vino deve assestarsi in bt per un periodo...che sia qualche mese o un annetto ....il discorso che volevo far era che da anni alle degustazioni di marzo ( assaggio divino ) trovi l'ultima annata , cioè vendemmia de 6 mesi prima, con vini dalle note verdi, o vegetali, e non ancora stabili. Ecco il senso era solo qiesto. Tant'è vero che i vini che attraversano il periodo estivi a settembre li riassaggi e sono sempre compiuti. E molto più bevibili

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29 minuti fa, Riodario ha scritto:

Io non sono d'accordo che i bianchi andrebbero provati con almeno due anni sulle spalle (Anche se in cantina ne ho diversi, ed il più anziano è attualmente un Sauvignon Kante del 2010). Non fraintendete mi piacciono i bianchi ciccioni, mi piace la macerazione ed il passaggio in legno quando non mi stravolge il vitigno, quando ne aggiunge complessità o quando questo rappresenta una scelta ed una ricerca (vedi ad esempio Stefano Novello) e non una logica che segue il mercato. Però certi bianchi freschi, oltre ad essere sinceri ed espressione del territorio, a mio avviso sono la foto del vignaiolo. Gli altri sono il ritratto. 

Nemmeno sulla ribolla mi trovi d'accordo ma questo è puro gusto personale.  

Chiedo infine se conoscete Pascolo di Ruttars ho provato a prendere un suo friulano, me ne hanno parlato bene. 

 

Ecco...Kante...un esempio lampante del miglioramento dei vini con l'affinamento in bt. Se capita assaggia La bora 2009...chardonnay in purezza. Gran vin. 

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Adesso, gpetrus ha scritto:

Forse mi son spiegato male. Due anni sulle spalle dalla vendemmia perchè il vino deve assestarsi in bt per un periodo...che sia qualche mese o un annetto ....il discorso che volevo far era che da anni alle degustazioni di marzo ( assaggio divino ) trovi l'ultima annata , cioè vendemmia de 6 mesi prima, con vini dalle note verdi, o vegetali, e non ancora stabili. Ecco il senso era solo qiesto. Tant'è vero che i vini che attraversano il periodo estivi a settembre li riassaggi e sono sempre compiuti. E molto più bevibili

Sì, su questo sono d'accordo.  

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1 minuto fa, gpetrus ha scritto:

Forse mi son spiegato male. Due anni sulle spalle dalla vendemmia perchè il vino deve assestarsi in bt per un periodo...che sia qualche mese o un annetto ....il discorso che volevo far era che da anni alle degustazioni di marzo ( assaggio divino ) trovi l'ultima annata , cioè vendemmia de 6 mesi prima, con vini dalle note verdi, o vegetali, e non ancora stabili. Ecco il senso era solo qiesto. Tant'è vero che i vini che attraversano il periodo estivi a settembre li riassaggi e sono sempre compiuti. E molto più bevibili

Su questo sono invece d'accordo. Ma sono 12 e non 24 mesi. C'è differenza.

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Adesso, Riodario ha scritto:

Su questo sono invece d'accordo. Ma sono 12 e non 24 mesi. C'è differenza.

Dipende fondamentalmente dal ....bisogno di realizzo del produttore ??....mi prendo e dimentico in cantina. Spesso con soddisfazion anche dei commensali. Sarà che me son abituado ben con barolo e barbaresco...perciò riesco a dimenticar i vini per il loro affinamento. 

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1 minuto fa, gpetrus ha scritto:

Dipende fondamentalmente dal ....bisogno di realizzo del produttore ??....mi prendo e dimentico in cantina. Spesso con soddisfazion anche dei commensali. Sarà che me son abituado ben con barolo e barbaresco...perciò riesco a dimenticar i vini per il loro affinamento. 

O da quanto gli è rimasto in cantina dell'anno precedente ;) 

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7 minuti fa, Riodario ha scritto:

O da quanto gli è rimasto in cantina dell'anno precedente ;) 

Son sul lavor e scrivo a rate. Nel caso di vini che fanno passaggio in legno ecco che l'uscita avviene due anni o più dalla vendemmia. Cmq il riferimento ai due anni sulle spalle riguardava i vini in acciaio....

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13 ore fa, gpetrus ha scritto:

Sempre lo stesso problema dei vini presentati troppo presto, ste note vegetali non le amo proprio. E parecchi addetti ai lavori concorda che alle degustazioni bisognerebbe portar i vini bianchi con almeno un paio di anni sulle spalle

La crisi delle vendite paradossalmente aiuta

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Ci sono varietà, terroir e lavorazioni che influiscono molto sulla prontezza di un vino. Sprattutto bianco. Soprattutto su varietà neutre, come sono la quasi totalità  dei bianchi italiani, l'affinamento sulle fecce è premiante e il successivo affinamento in bottiglia pure. La ribolla ha un bel nome, è un vino non impegnativo  ed ha un buon successo commerciale, per questo i produttpri ci investono. Ma i più onesti vi diranno che al massimo va bene nelle annate calde per mitigare l' alcool di tocai e malvasia nell' uvaggio classico

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