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I suntini sandrini di martedì 26 febbraio 2019


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MARTEDI' 26 FEBBRAIO 2019

- La Triestina corre, anche nelle cifre: nel pezzo di Antonello Rodio di oggi sul quotidiano locale, si fanno un po' i conti su quanto l'Unione sta dimostrando nell'ultimo periodo. La squadra di Pavanel può vantare in solitaria l'attacco più forte e prolifico del girone B con 41 reti messe a segno. Il Pordenone, che invece ha superato la Fermana con la sola rete di Burrai, ha raggiunto quota 40 rimanendo staccato dall'Unione. Certo, una magra consolazione considerato che i punti di distacco in classifica purtroppo sono ancora 7, ma un dato comunque importante. Curiosamente le prime due della classifica hanno subito l'identico numero di reti, ovvero 23. Ma sotto questo aspetto, ci sono ben tre squadre che hanno fatto meglio, ovvero Sudtirol (20), Sambendettese e Fermana (22). Ma torniamo all'attacco atomico della Triestina, grazie al quale si può davvero dire che quest'anno i tifosi alabardati non si annoiano di certo. Con 41 gol messi a segno nelle 28 partite giocate finora, l'Unione viaggia alla rispettabile media di 1,46 reti a match. A seguire come detto il Pordenone (40) e poi la lanciatissima Feralpisalò (38), che ha messo a segno ben 9 reti nelle ultime tre giornate. La Triestina ha racimolato gran parte del suo bottino al Rocco, dove viaggia a una media strepitosa: in casa ha realizzato infatti 25 reti in 15 partite, questo significa che i tifosi alabardati nello stadio di casa quest'anno hanno visto l'Unione realizzare 1,66 reti a incontro. È proprio nella prolificità casalinga che la squadra di Pavanel ha scavato il solco con le avversarie: nelle realizzazioni interne, infatti, la più immediata inseguitrice che è l'Imolese è notevolmente staccata (21 gol), mentre il Pordenone ne ha segnate appena 18 al Bottecchia. Un po' diverso il discorso in trasferta, dove la Triestina è il terzo attacco con 16 gol realizzati in 13 partite (1,23 a match), ma decisamente staccata dalle prime della classe Pordenone e Feralpisalò, che fuori casa hanno messo a segno entrambe ben 22 gol. Ma a proposito di gol, con il ritorno alla rete su azione di Pablo Granoche (è la sua quarta, cui vanno aggiunti i 7 rigori realizzati), l'Unione ha anche l'onore di avere tra le sue fila il capocannoniere del girone. Con la bella rete realizzata al Renate, El Diablo infatti mantiene il passo di Lanini dell'Imolese, che continua a segnare: ora i due sono in vetta a quota 11, mentre Caracciolo segue a 10.

- Si parla ancora invece di Old Star Game, con tanti aneddoti di Lorenzo Gatto sulla domenica di festa all'Allianz Dome: Davide Cantarello chiama Bogdan Tanjevic: «Coach, ma la 1-3-1 stasera non la facciamo?». Mai stuzzicare il Boscia che dorme...immediato time-out e via ad organizzare la mitica difesa negli ultimi secondi della partita. «Chi entra?» Chiede Tanjevic guardandosi attorno. I suo pretoriani sono pronti. «Pilu, Larry, Canta, dentro». La prendono sul serio i giocatori: piegati sulle gambe, in pressing sui portatori ed ecco la palla recuperata sottolineata dall'ovazione dei tifosi.La sfida tra Trieste e Gorizia all'Allianz Dome sarà stata una rimpatriata di vecchi amici e un match organizzato con scopi benefici ma a perdere non ci teneva nessuno. Lo svela Alberto Tonut, uno dei più attivi nell'organizzazione di un evento che ha lasciato un bellissimo ricordo agli oltre quattromila spettatori. «Mi dispiace non poter diffondere i messaggi che ci siamo mandati nella chat di whatsapp creata in settimana tra tutti i giocatori - racconta - Il telefonino è andato in tilt, tutti entusiasti, felici di commentare una serata che è andata oltre le più rosee aspettative. C'è stata competizione nonostante il clima di festa: in questo senso è stato bellissimo il discorso che Boscia ci ha fatto nello spogliatoio prima della partita. Cosa ci ha detto? Faccio una estrema sintesi - scherza - ci ha detto di andare in campo per vincere».Tra i tanti che hanno riabbracciato il pubblico triestino, Roberto Casoli ha vissuto con particolare emozione quello che considera una sorta di ritorno a casa. «Tornavo per la prima volta, dopo 15 anni, in questo palazzo - il suo racconto - e entrare, ritrovare gli spogliatoi e passare nel tunnel che porta sul parquet è stato un tuffo nel passato. Ricordi belli, qualcuno meno felice ma ho ritrovato l'affetto di tante persone con cui ho condiviso anni importanti». L'emozione si è vista una volta sceso sul parquet. Casoli ci ha messo un po' per sciogliersi poi, quando nel secondo tempo ha piazzato il suo caratteristico jump facendo muovere la retina, è tornato in difesa indicando in tribuna il figlio Niccolò quasi a dirgli «Vedi che il papà sa ancora fare canestro?»

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