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I suntini sandrini di venerdì 22 marzo 2019


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VENERDI' 22 MARZO 2019

- Una bella intervista, quella di Antonello Rodio sul quotidiano locale odierno, realizzata con quel Giorgio Roselli che domenica ritorna in quello stadio Rocco che lo aveva visto sulla panchina della Triestina dal 1995 al 1997. Il tecnico della Sambenedettese ritroverà sulla sponda opposta il suo amico Pavanel, capitano di quell'Unione che lui allenò. Da calciatore, invece, i ricordi sono più legati al Grezar, dove in un incredibile Triestina-Taranto finito 4-6 realizzò una doppietta per i pugliesi. Roselli, che effetto fa ritornare a Trieste? «Sono stato in tanti posti da calciatore o allenatore, per me i ritorni sono stati sempre molti. Ma dico la verità, quello a Trieste è sempre il più particolare perché lì c'è un mix unico: durante la settimana sei al nord, mentre il giorno della partita sei al sud. Insomma per chi fa calcio è davvero l'ambiente ideale dove lavorare». E poi di fronte ci sarà Pavanel. «Già, si incontrano due grandi amici, al di là del fatto che era il capitano di quella mia Triestina. Poi l'amicizia è continuata, Massimo è davvero un ragazzo in gamba e ci sentiamo spesso, confrontandoci anche sulle altre squadre». Come è cambiata la Sambenedettese rispetto all'andata? «All'epoca sentivo la squadra mia da pochissimo: ero entrato in una situazione drammatica e ci aspettavano cinque sfide con le big. Tutti si attendevano il tracollo e invece iniziò la nostra resurrezione. Dopo la sosta abbiamo recuperato degli infortunati, abbiamo iniziato a giocare meglio ma a fare meno punti, perché chi rientra non ha ancora la condizione psico-fisica. Comunque stiamo facendo bene visto che il livello è altissimo».E la Triestina? «Ricordo che in quel periodo fu la squadra che ci mise più in difficoltà, stava bene in campo, segno che c'è un allenatore che convince i giocatori a fare determinate cose. Ora la Triestina è perfino migliorata dal tempo e dal mercato: l'ho vista benissimo con il Vicenza, alla grande nel secondo tempo con il Pordenone. Credo sia al top della condizione psicofisica, del resto è seconda e deve tenere la posizione. Per la prima piazza invece penso che il discorso sia chiuso». Avete appena pareggiato a Pordenone e Salò: segno che state bene? «Contro le grandi squadre abbiamo sempre fatto bene: la Feralpi con noi ha dimostrato situazioni di gioco ottimali, però nella ripresa hanno sofferto i nostri alti ritmi. Ma il problema per noi è che la Triestina è diversa da tutte le altre». In che senso?«Ad esempio il Pordenone ha un'ossatura, un allenatore espertissimo, giocatori di qualità e personalità, una società che da qualche anno punta in alto. Ma la Triestina in questo mix di qualità, organizzazione ed esperienza, ci aggiunge anche la corsa, l'intensità, la pressione. Basta vedere cosa ha fatto Bariti a Vicenza. Non ha giocatori statici, quindi crea più problemi». Che partita prevede? «Se riusciamo a far andare più piano la Triestina, restare compatti e palleggiare meglio, allora possiamo giocarcela. Se lasciamo spazi e non facciamo una grande prestazione, andremo invece in difficoltà. Vorremmo insomma una di quelle partite destinate a decidersi solo per qualche episodio, in quel caso vorrà dire che avremo fatto una grande partita».

- Alma domenica nella tana della lanciatissima Acqua S.Bernardo: come scrive Lorenzo Gatto, stessa filosofia di gioco, due modi diametralmente opposti di perseguirla. Trieste e Cantù, di fronte in una sorta di vero e proprio spareggio play-off domenica al palaDesio, sono rispettivamente il secondo e terzo attacco del campionato. Squadre frizzanti (87 punti di media a partita l'Alma, quasi 85 i brianzoli) che sulla fase offensiva cercano di trovare linfa per arrivare alla vittoria.La differenza? Nella rotazione degli uomini. Se Trieste ne ruota dieci, dividendo minutaggio e responsabilità nell'arco dei quaranta minuti, Cantù viaggia a oltre trenta minuti di media a partita con i suoi americani trovando dalla panchina l'apporto degli italiani La Torre e Parrillo. Stessa filosofia, un impiego di uomini decisamente diverso. I brianzoli, soprattutto dopo la partenza di Mitchell e Udanoh, con le sette vittorie consecutive inanellate in questo girone di ritorno confermano come una panchina lunga non è indispensabile per competere ad alto livello.Filosofie a confronto in un match che domenica non farà prigionieri. Reduce dalla sconfitta casalinga rimediata a Trento, l'Alma deve andare a caccia del successo se vuole mantenere viva la speranza di conquistare un posto play-off. Lasciare i due punti sul parquet di Desio vorrebbe dire veder scappare i brianzoli e ritrovarsi a 22 punti in classifica con sette partite da giocare. Avellino, Brindisi e Milano fuori, Cremona, Reggio Emilia, Venezia e Sassari in casa. Un percorso in salita che renderebbe estremamente complicata la rincorsa a quei 32 punti che dovrebbero essere la soglia per raggiungere la post season.Quale Alma si presenterà domenica sul parquet del palaDesio? Le notizie che filtrano dall'Allianz Dome parlano di una squadra in salute che nel corso della settimana ha lavorato al completo cercando di prepararsi al meglio. Serviranno grinta, determinazione e cattiveria agonistica per uscire con i due punti da un palazzo che, sulla scia dell'entusiasmo creatosi, è pronto a stringersi attorno alla sua squadra. Ultimo allenamento domani a Valmaura quindi la partenza.

- Due settimane ai box per Alex Pernic dopo il problema al ginocchio rimediato contro Bolzano domenica scorsa. «Per quella che è stata la dinamica dell'infortunio, è andata veramente bene - spiega il pivot - Due settimane di stop non fanno piacere ma poteva andare molto peggio». Dovrà rispettare una decina di giorni di riposo assoluto e poi, in base alla risposta alle terapie del ginocchio, si valuterà come procedere.Intanto, in vista della sfida che domani porterà Trieste a Cassano Magnago, Andrea Carpanese sarà costretto a chiedere gli straordinari Di Nardo. Graverà sulle sue spalle il peso di 60' durissimi anche se non è escluso che si possano studiare soluzioni alternative per dare qualche minuto di riposo offensivo al pivot.Quella di Cassano è una sfida molto importante in chiave play-off. Non tanto per Trieste, ormai tagliata fuori dalla post season, quanto per i lombardi. Cassano è in lotta con Fasano per difendere il quarto posto e i due punti contro l'Alabarda diventano fondamentali. Dalla parte di Trieste la forza dei nervi distesi, la convinzione di poter disputare una buona prova e un sottile desiderio di riscatto dopo la sconfitta nei quarti di Coppa Italia che, per molti motivi, non è stata ancora digerita.

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