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PARLIAMO DI MUSICA ...


Bunk

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4 ore fa, MericordoMascheroni ha scritto:

bandire almeno il reggaeton

Bandire no dai, ormai inizia a vignir mulette anche ciccine dopo anni bui quindi un do hit reggaeton le lasseria

 

Comunque ribadisco che mi batterò fino alla morte per introdurre "Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi" nella playlist!?

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  • 2 settimane dopo...

Non volevo scrivere.

Ho deciso di farlo, e non sarò minimamente breve.

Darò la pessima impressione di uno che se la tira, ma giuro che l'intento è solo di far capire quanto per me sia importante.

Perché mi è molto difficile mettermi a parlare del mio rapporto con la musica, che è letteralmente parte integrante della mia vita.

Probabilmente più del calcio.

Anzi, certamente più del calcio.

Ascolto mediamente tre album al giorno, passo per lavoro ore e ore in macchina col lettore acceso e ho perennemente addosso un ipod con una selezione di 18000 pezzi.

Tuttavia, sono ancora legato al supporto fisico, e ho abbondantemente superato i 3000 cd oltre a qualche centinaio di vinili.

Ho suonato a lungo la batteria, visto una marea di concerti spesso in condizioni limite (Genesis a Nizza e a Linz facendo 1400 km guidando fra andata e ritorno e andando direttamente a lavorare la mattina dopo, Peter Gabriel a Belgrado idem e altre prodezze simili).

Ho avuto la fortuna di vedere in giro per l'Italia, e a volte l'Europa, due volte i Pink Floyd (ma solo nella versione anni '80/'90 senza Roger Waters), due Waters da solista (entrambe a Milano), cinque volte i Genesis (Milano due volte, Bologna, Linz e Nizza) altrettante Peter Gabriel (Belgrado, due Milano, due Bologna e una a Verona) e due Phil Collins (una a Roma, facendo con un amico di notte il tragitto dal PalaEur alla stazione Termini a piedi per mancanza di bus, e poi a Umbria Jazz), un paio i Radiohead, i Muse e gli U2.

E poi Sting, Iron Maiden, King Crimson, David Bowie (tre volte), Dream Theater (quattro volte), Deep Purple, Elton John, Simple Minds, Simply Red, Yes (quattro volte), Marillion, Garbage, Steven Wilson, Blackfield, Michael Jackson, David Gilmour, Porcupine Tree, Steve Hackett (tre volte), Hothouse Flowers, Ultravox, Tina Turner, Depeche Mode, Coldplay e una marea di altri che mentre scrivo non mi vengono in mente

Ci sono artisti italiani (ad esempio la PFM e Ivano Fossati) che ho visto certamente più di 10 volte, e pungolato da mia figlia ho fatto due conti aiutandomi con l'ipod e i concerti di artisti italiani visti sono in tutto ben oltre i 200.

Ho passato moltissimi anni, in realtà, a metter via soldi solo per dischi e concerti, e a ogni concerto (soprattutto i più lontani) sono legati aneddoti e pezzi di vita che non scambierei mai con nulla al mondo.

Il problema è che mi piace (quasi) tutto.

Ho un mio metodo di approcciarmi ai dischi, che secondo mia moglie sconfina nell'ossessione.

Probabilmente ha ragione.

In sostanza, ho sviluppato da moltissimi anni una teoria secondo la quale sei ascolti sono il minimo indispensabile per dare di un album un giudizio compiuto.

Coerentemente, posso dire di aver ascoltato almeno sei volte tutti i miei dischi, e quindi di poterne parlare con cognizione di causa.

Mi piace quasi tutto, dicevo, e cerco di restare aggiornato grazie a mio figlio che ha diciassette anni, si è giustamente creato i suoi gusti e mi dà consigli.

In questo senso, non sopporto coloro che pensano che la musica sia finita con la loro gioventù, e fra le cose che piacciono a mio figlio e trovo interessanti ci sono ad esempio i già segnalati (da Contea) Rancore e Murubutu, così come En?gma, Dargen D'Amico e diversi altri.

L'unica musica che non riesco a sopportare è l'intrattenimento fine a sè, stesso, privo di un contenuto.

Il reggaeton o la trap più becera sono due ottimi esempi. 

Nella musica italiana sono esigente sui testi, ma trovo che attualmente stia uscendo una scena interessante sia a livello mainstream che un pò più di nicchia (Calcutta, Brunori Sas, Giorgio Poi, Motta, l'ottimo Vasco Brondi già segnalato da Contea).

Gente che secondo me non vale i giganti (Dalla, De André, Battisti, Fossati, Guccini, De Gregori, Battiato ecc.) ma ha assolutamente delle cose da dire, anche se forse partendo da una base culturale un pò più ridotta.

Ma si fanno ancora degli ottimi dischi, anche se indubbiamente le modalità stesse di fruizione rendono per forza di cose molta musica orientata al dover piacere da subito, perché Spotify  o Youtube danno opportunità infinite ma non favoriscono la pazienza dell'ascoltatore, ed è un peccato.

Non ho nulla contro il mainstream fatto bene, e non ho la puzza sotto il naso nei confronti dei vari Vasco, Cremonini, Jovanotti o Ligabue: hanno fatto dischi belli ed altri meno, ma posso dire di averli ascoltati tutti con attenzione (oddio, i primissimi di Jovanotti veramente no...).

C'è però una linea sottile, nel mio gusto, che separa la musica mainstream che trovo gradevole e quella troppo banale a livello di costruzione e testi (Ramazzotti o la Pausini due esempi tipici) che mi riesce indigesta.

Dopo tutto questo pippone, ecco i miei artisti stranieri preferiti segnalati rigorosamente  in ordine di preferenza e divisi necessariamente in almeno due periodi, anche se diversi li hanno attraversati entrambi.

Stranieri 70/80:

1.Pink Floyd

2.Genesis

3.Supertramp

4..David Bowie

5.Police

6 Electric Light Orchestra

7.Camel

8.Peter Gabriel

9.Kate Bush

10.Yes

 

Stranieri dai '90 in poi:

1. U2

2. Radiohead

3. Steven Wilson

4. Muse

5. Dream Theater

6. Blackfield

7. Big Big Train

8. Depeche Mode

9. Killers

10. Coldplay

 

 

Italiani 70'-80:

1.Fabrizio De Andrè

2.Lucio Battisti

3.PFM

4.Lucio Dalla

5.Banco

6.Pino Daniele

7.Franco Battiato

8.Francesco De Gregori

9.Francesco Guccini

10.Ivan Graziani

 

Italiani dal '90 in poi:

1. Ivano Fossati

2. Bluvertigo

3. Baustelle

4. Afterhours

5. Carmen Consoli

6. Morgan

7. La Crus

8. Timoria

9. Subsonica

10.Fiorella Mannoia

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1 ora fa, forest ha scritto:

Non volevo scrivere.

Ho deciso di farlo, e non sarò minimamente breve.

Darò la pessima impressione di uno che se la tira, ma giuro che l'intento è solo di far capire quanto per me sia importante.

Perché mi è molto difficile mettermi a parlare del mio rapporto con la musica, che è letteralmente parte integrante della mia vita.

Probabilmente più del calcio.

Anzi, certamente più del calcio.

Ascolto mediamente tre album al giorno, passo per lavoro ore e ore in macchina col lettore acceso e ho perennemente addosso un ipod con una selezione di 18000 pezzi.

Tuttavia, sono ancora legato al supporto fisico, e ho abbondantemente superato i 3000 cd oltre a qualche centinaio di vinili.

Ho suonato a lungo la batteria, visto una marea di concerti spesso in condizioni limite (Genesis a Nizza e a Linz facendo 1400 km guidando fra andata e ritorno e andando direttamente a lavorare la mattina dopo, Peter Gabriel a Belgrado idem e altre prodezze simili).

Ho avuto la fortuna di vedere in giro per l'Italia, e a volte l'Europa, due volte i Pink Floyd (ma solo nella versione anni '80/'90 senza Roger Waters), due Waters da solista (entrambe a Milano), cinque volte i Genesis (Milano due volte, Bologna, Linz e Nizza) altrettante Peter Gabriel (Belgrado, due Milano, due Bologna e una a Verona) e due Phil Collins (una a Roma, facendo con un amico di notte il tragitto dal PalaEur alla stazione Termini a piedi per mancanza di bus, e poi a Umbria Jazz), un paio i Radiohead, i Muse e gli U2.

E poi Sting, Iron Maiden, King Crimson, David Bowie (tre volte), Dream Theater (quattro volte), Deep Purple, Elton John, Simple Minds, Simply Red, Yes (quattro volte), Marillion, Garbage, Steven Wilson, Blackfield, Michael Jackson, David Gilmour, Porcupine Tree, Steve Hackett (tre volte), Hothouse Flowers, Ultravox, Tina Turner, Depeche Mode, Coldplay e una marea di altri che mentre scrivo non mi vengono in mente

Ci sono artisti italiani (ad esempio la PFM e Ivano Fossati) che ho visto certamente più di 10 volte, e pungolato da mia figlia ho fatto due conti aiutandomi con l'ipod e i concerti di artisti italiani visti sono in tutto ben oltre i 200.

Ho passato moltissimi anni, in realtà, a metter via soldi solo per dischi e concerti, e a ogni concerto (soprattutto i più lontani) sono legati aneddoti e pezzi di vita che non scambierei mai con nulla al mondo.

Il problema è che mi piace (quasi) tutto.

Ho un mio metodo di approcciarmi ai dischi, che secondo mia moglie sconfina nell'ossessione.

Probabilmente ha ragione.

In sostanza, ho sviluppato da moltissimi anni una teoria secondo la quale sei ascolti sono il minimo indispensabile per dare di un album un giudizio compiuto.

Coerentemente, posso dire di aver ascoltato almeno sei volte tutti i miei dischi, e quindi di poterne parlare con cognizione di causa.

Mi piace quasi tutto, dicevo, e cerco di restare aggiornato grazie a mio figlio che ha diciassette anni, si è giustamente creato i suoi gusti e mi dà consigli.

In questo senso, non sopporto coloro che pensano che la musica sia finita con la loro gioventù, e fra le cose che piacciono a mio figlio e trovo interessanti ci sono ad esempio i già segnalati (da Contea) Rancore e Murubutu, così come En?gma, Dargen D'Amico e diversi altri.

L'unica musica che non riesco a sopportare è l'intrattenimento fine a sè, stesso, privo di un contenuto.

Il reggaeton o la trap più becera sono due ottimi esempi. 

Nella musica italiana sono esigente sui testi, ma trovo che attualmente stia uscendo una scena interessante sia a livello mainstream che un pò più di nicchia (Calcutta, Brunori Sas, Giorgio Poi, Motta, l'ottimo Vasco Brondi già segnalato da Contea).

Gente che secondo me non vale i giganti (Dalla, De André, Battisti, Fossati, Guccini, De Gregori, Battiato ecc.) ma ha assolutamente delle cose da dire, anche se forse partendo da una base culturale un pò più ridotta.

Ma si fanno ancora degli ottimi dischi, anche se indubbiamente le modalità stesse di fruizione rendono per forza di cose molta musica orientata al dover piacere da subito, perché Spotify  o Youtube danno opportunità infinite ma non favoriscono la pazienza dell'ascoltatore, ed è un peccato.

Non ho nulla contro il mainstream fatto bene, e non ho la puzza sotto il naso nei confronti dei vari Vasco, Cremonini, Jovanotti o Ligabue: hanno fatto dischi belli ed altri meno, ma posso dire di averli ascoltati tutti con attenzione (oddio, i primissimi di Jovanotti veramente no...).

C'è però una linea sottile, nel mio gusto, che separa la musica mainstream che trovo gradevole e quella troppo banale a livello di costruzione e testi (Ramazzotti o la Pausini due esempi tipici) che mi riesce indigesta.

Dopo tutto questo pippone, ecco i miei artisti stranieri preferiti segnalati rigorosamente  in ordine di preferenza e divisi necessariamente in almeno due periodi, anche se diversi li hanno attraversati entrambi.

Stranieri 70/80:

1.Pink Floyd

2.Genesis

3.Supertramp

4..David Bowie

5.Police

6 Electric Light Orchestra

7.Camel

8.Peter Gabriel

9.Kate Bush

10.Yes

 

Stranieri dai '90 in poi:

1. U2

2. Radiohead

3. Steven Wilson

4. Muse

5. Dream Theater

6. Blackfield

7. Big Big Train

8. Depeche Mode

9. Killers

10. Coldplay

 

 

Italiani 70'-80:

1.Fabrizio De Andrè

2.Lucio Battisti

3.PFM

4.Lucio Dalla

5.Banco

6.Pino Daniele

7.Franco Battiato

8.Francesco De Gregori

9.Francesco Guccini

10.Ivan Graziani

 

Italiani dal '90 in poi:

1. Ivano Fossati

2. Bluvertigo

3. Baustelle

4. Afterhours

5. Carmen Consoli

6. Morgan

7. La Crus

8. Timoria

9. Subsonica

10.Fiorella Mannoia

Post dettagliato e ammirevole, aspettavo sinceramente un tuo intervento con un mix di curiosità per le perle che saresti andato a pescare terrore per la lunghezza del post (giustificato, a quanto pare ?

Per semplicità, ho evidenziato le cose che ritengo più interessanti e/o condivido al 100%. Sono ancora giovane e quindi ancora "grezzo" ma temo("anzi, spero" per omaggiare Lucio Battisti) che tra qualche anno sarò ai tuoi livelli, denaro permettendo. 

Poi trovo molto interessante il passaggio sulla poca pazienza dell'ascoltatore e sul conseguente calo qualitativo della musica. È vero, ma solo in parte secondo me. È più un discorso di indipendenza dalle case discografiche nelle scelte che stanno alla base di un lavoro discografico. L'indipendenza che ha un Cesare Cremonini, che a 19 anni ha avuto la fortuna di fare un sacco di soldi con Squerez e si è così potuto permettere di fare tutta la vita quello che voleva(l'ha detto proprio lui in un'intervista) , che ha un Ultimo che a 23 anni riempie stadi riservati solo ai colossi della musica italiana e probabilmente sarà indipendente nelle scelte per tutto il prosieguo della carriera, che hanno tutti gli esponenti del mondo indie che citi tu...

Indipendenza che invece non hanno quasi tutti gli altri nuovi artisti che sono ostaggio delle major e che dunque sono costretti a fare ciò che vuole il mercato. I The Kolors sono il massimo esempio di tutto ciò: grandissimo talento musicale (se non la conoscete vi consiglio "Souls connected", pezzo strumentale di pura ispirazione pinkfloydiana), eppure costretti a fare canzonette estive perché i colletti bianchi della Warner vogliono così.. 

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5 ore fa, LungomareNatisone ha scritto:

Post dettagliato e ammirevole, aspettavo sinceramente un tuo intervento con un mix di curiosità per le perle che saresti andato a pescare terrore per la lunghezza del post (giustificato, a quanto pare ?

Per semplicità, ho evidenziato le cose che ritengo più interessanti e/o condivido al 100%. Sono ancora giovane e quindi ancora "grezzo" ma temo("anzi, spero" per omaggiare Lucio Battisti) che tra qualche anno sarò ai tuoi livelli, denaro permettendo. 

Poi trovo molto interessante il passaggio sulla poca pazienza dell'ascoltatore e sul conseguente calo qualitativo della musica. È vero, ma solo in parte secondo me. È più un discorso di indipendenza dalle case discografiche nelle scelte che stanno alla base di un lavoro discografico. L'indipendenza che ha un Cesare Cremonini, che a 19 anni ha avuto la fortuna di fare un sacco di soldi con Squerez e si è così potuto permettere di fare tutta la vita quello che voleva(l'ha detto proprio lui in un'intervista) , che ha un Ultimo che a 23 anni riempie stadi riservati solo ai colossi della musica italiana e probabilmente sarà indipendente nelle scelte per tutto il prosieguo della carriera, che hanno tutti gli esponenti del mondo indie che citi tu...

Indipendenza che invece non hanno quasi tutti gli altri nuovi artisti che sono ostaggio delle major e che dunque sono costretti a fare ciò che vuole il mercato. I The Kolors sono il massimo esempio di tutto ciò: grandissimo talento musicale (se non la conoscete vi consiglio "Souls connected", pezzo strumentale di pura ispirazione pinkfloydiana), eppure costretti a fare canzonette estive perché i colletti bianchi della Warner vogliono così.. 

So di cosa parli, e come detto non ho alcun preconcetto nei confonti del mainstream.

Cremonini ha studiato, e questo a livello di arrangiamenti fa tutta la differenza del mondo.

I Lunapop erano ingenui, non tutto era a fuoco anche se il gusto per le melodie beatlesiane era già evidente, pur essendo a suo dire Mercury il suo riferimento principale.

Confesso che ignorai il suo primo album da solista, che non è male ma ho recuoeraro dopo, ma fui lettteralmente connquistato da Maggese.

Era il periodo in cui esisteva ancora Ricordi in via San Lazzaro, che permetteva i preascolti con le cuffie.

Fui attratto dalla copertina, provai ad ascoltare e fui investito da una montagna di suoni orchestrali meravigliosamente arrangiati.

Il pezzo omonimo che apre l'album (inciso a Abbey Road, non a caso) è semplicemente strepitoso per ricchezza di suoni, non tutto il disco mantiene le promesse ma bastò quell'incipit per convincermi a comprarlo e iniziare a seguirlo con costanza.

L'ho visto al  PalaTrieste pochi anni fa, dove eseguì fra le altre cose la stessa Maggese e spiegò che inizialmente proprio i pezzi più articolati erano stati quelli più difficili da far accettare al grande pubblico, ma a mio parere sono quelli che fanno la differenza 

Non ho visto invece il tour di Possibili Scenari, passato per Lignano, ma l'album mi è piaciuto sia nella versione originale che in quella piano e voce uscita l'anno scorso, che dimostra come al di là della grande maestria negli arrangiamenti lui abbia un grande gusto melodico di base che è innegabile.

Ultimo invece l'ho visto a Casalecchio pochi mesi fa, ci ho portato mia figlia come regalo per il suo compleanno.

Ho ascoltato con attenzione tutti e tre gli album, ne riconosco un indubbio gusto per la melodia e testi più che dignitosi in mezzo a qualche ingenuità perdonabile e giustificabile (un pezzo come "Il vaso" quasi non si può sentire...).

Tuttavia, alcuni pezzi a mio parere particolarmente riusciti ("L'eleganza delle stelle", "Mille universi", "Rondini al guinzaglio") testimoniano una notevole capacità di scrittura, sempre secondo me.

Dal vivo l'ho trovato non ancora del tutto a sui agio, ma vista l'età è comprensibile.

Un mese prima, sempre a Casalecchio, avevo portato mio figlio a sentire Salmo (che non mi entusiasma troppo, anche se il personaggio è interessante e affatto stupido) e si era letteralmente mangiato il palco, mostrando ben altra attitudine live.

Ultimo ha il vantaggio di incidere per la Honiro, che conosco piuttosto bene perché mio figlio apprezzava diverse cose loro più legate al rap (Mostro, Low Low ecc.), e non essendo certo una major questo gli ha dato indubbiamente una libertà che altrimenti non avrebbe avuto, e che alla fine ha decisamente pagato.

Infine, poveri The Kolors....

Hai ragione.

Possiedo solo il primo album, ed effettivamente alcuni pezzi (Everytime, My queen, Me minus you, I'm sorry, Twisting, It's up to you) mostrano ottime capacità musicali, ma è chiaro che non è con quelli che vai lontano a livello di vendite....

Il discorso della musica indipendente si è molto evoluto, di recente.

I dischi si vendono talmente poco che ormai non c'è quasi più differenza fra incidere con una major e farlo con meno mezzi ma maggiore libertà artistica appoggiandosi a qualche etichetta minore.

Anche perché ormai i meccanismi promozionali sono cambiati, e il passaggio telecisivo o radiofonico che una volta ti veniva garantito solo dalle major adesso è tutto sommato bypassabile grazie a youtube e affini.

Pensa a un fenomeno mondiale recente come Billie Eilish (apprezzabile, secondo me) che ha praticamente registrato l'album a casa sua....

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Vero Forest. Capisco il concetto di "la musica è finita a metà anni 70 quando è caduto l'aereo dei Lynyrd Skynyrd ..." (frase mia. lo ammetto) ed è un notevole limite soprattutto mentale. Da quel punto di vista invidio mio figlio, laureato in musicologia, che ascolta tutto senza pregiudizi (dai Rokes a Jimi Hendrix allo sconosciuto percussionista curdo di oggi o il violinista mongolo ...). Io ho avuto il cervello "allenato" sin da piccolo con una determinata tipologia musicale e - colpa sicuramente mia - non ho avuto "voglia" di farlo proseguire, essendo pigramente più che soddisfatto da quanto ascoltavo e ascolto tutt'ora. Non è il massimo per uno che suona e, ogni tanto, compone pure, ma ... faccio un esempio: settimana scorsa ero alla Mostra di Venezia e siamo andati alla conferenza stampa dove, ospite, c'era Terry Gillian (uno dei Monty Python) perchè era presentato un corto per il quale aveva fatto un particolare logo. Ospite c'era anche tale Achille Lauro (io ero rimasto all'armatore napoletano e/o la relativa nave ...), un tipo che alla fine - tra le urla isteriche delle ragazzine (e non solo quelle) in sala - ha cantato due pezzi. Ovviamente mai sentito prima nè lui nè i suoi due pezzi. Li ho ascoltati e dopo trenta secondi ho visualizzato che non mi dicevano assolutamente nulla di originale e, per di più il tipo era stonato. Ecco, questo è un esempio di quella musica di oggi (non solo italiana) che - purtroppo - si sente maggiormante. Gruppi o cantanti che fanno un pezzo (iperaiutati tecnologicamente per la voce) e dopo vengono puntualmente buttati nella spazzatura per farne uscire altri ... dello stesso livello. Indubbiamente quelli che elenchi sono tre spanne più su (forse anche 8 ...), ma - per quel poco che ascolto - girano meno dei fenomeni tipo Sfera Ebbasta o similari. Sarebbe il caso che la qualità emergesse, ma al momento alle radio (i discografici non esistono più!) non interessano perchè non fanno sufficiente audience.

 

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1 ora fa, Bunk ha scritto:

Vero Forest. Capisco il concetto di "la musica è finita a metà anni 70 quando è caduto l'aereo dei Lynyrd Skynyrd ..." (frase mia. lo ammetto) ed è un notevole limite soprattutto mentale. Da quel punto di vista invidio mio figlio, laureato in musicologia, che ascolta tutto senza pregiudizi (dai Rokes a Jimi Hendrix allo sconosciuto percussionista curdo di oggi o il violinista mongolo ...). Io ho avuto il cervello "allenato" sin da piccolo con una determinata tipologia musicale e - colpa sicuramente mia - non ho avuto "voglia" di farlo proseguire, essendo pigramente più che soddisfatto da quanto ascoltavo e ascolto tutt'ora. Non è il massimo per uno che suona e, ogni tanto, compone pure, ma ... faccio un esempio: settimana scorsa ero alla Mostra di Venezia e siamo andati alla conferenza stampa dove, ospite, c'era Terry Gillian (uno dei Monty Python) perchè era presentato un corto per il quale aveva fatto un particolare logo. Ospite c'era anche tale Achille Lauro (io ero rimasto all'armatore napoletano e/o la relativa nave ...), un tipo che alla fine - tra le urla isteriche delle ragazzine (e non solo quelle) in sala - ha cantato due pezzi. Ovviamente mai sentito prima nè lui nè i suoi due pezzi. Li ho ascoltati e dopo trenta secondi ho visualizzato che non mi dicevano assolutamente nulla di originale e, per di più il tipo era stonato. Ecco, questo è un esempio di quella musica di oggi (non solo italiana) che - purtroppo - si sente maggiormante. Gruppi o cantanti che fanno un pezzo (iperaiutati tecnologicamente per la voce) e dopo vengono puntualmente buttati nella spazzatura per farne uscire altri ... dello stesso livello. Indubbiamente quelli che elenchi sono tre spanne più su (forse anche 8 ...), ma - per quel poco che ascolto - girano meno dei fenomeni tipo Sfera Ebbasta o similari. Sarebbe il caso che la qualità emergesse, ma al momento alle radio (i discografici non esistono più!) non interessano perchè non fanno sufficiente audience.

 

Tutto vero.

Ma non è tutto da buttare.

Achille Lauro abbastanza, in effetti, e lo dico dopo aver ascoltato i due album che mio figlio possiede e dei quali salvo tre pezzi in tutto.

Il migliore dei quali, presentato a Sanremo, è peraltro un clamoroso plagio di un vecchio pezzo dei Pulp, Disco 2000.

Non ci avevo fatto caso, ma l'ho notato perché i Pulp mi piacevano e un mesetto fa, in vacanza a Brunico, ho comprato una loro raccolta ("Hits'") trovata a 4,99 euro.

Così ho riascoltato il pezzo, che non ascoltavo da anni, e notato il plagio clamoroso.

Amen.

Conosco Terry Gilliam, ovviamente ("Brazil" è un capolavoro, ma non mi piace tutto) e pure i Monthy Pyton, dei quali ho rivisto recentemente Brian di Nazareth e Il senso della vita (la scena dei pesci che si salutano nella vasca rimane uno dei top comici di ogni tempo).

In generale, secondo me è vero che la buona musica attuale spesso non va in classifica, ma non vuol dire che non ci sia.

Ci sono etichette anche italiane (penso alla napoletana Frontier Records, ad esempio) che producono tutt'ora musica di alta qualità, che poi non vendano è un altro discorso.

Però si sono creati dei meccanismi interessanti: ad esempio la Honiro Label mette molto spesso gli album a disposizione appena escono, in streaming gratuito.

Scelta furba, secondo me: se il prodotto è buono e lo fai girare, guadagni con live e merchandising.

Ho saputo qualcosa di te, un giorno ci becchiamo e facciamo una chiacchierata seria ?

 

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22 minuti fa, forest ha scritto:

Tutto vero.

Ma non è tutto da buttare.

Achille Lauro abbastanza, in effetti, e lo dico dopo aver ascoltato i due album che mio figlio possiede e dei quali salvo tre pezzi in tutto.

Il migliore dei quali, presentato a Sanremo, è peraltro un clamoroso plagio di un vecchio pezzo dei Pulp, Disco 2000.

Non ci avevo fatto caso, ma l'ho notato perché i Pulp mi piacevano e un mesetto fa, in vacanza a Brunico, ho comprato una loro raccolta ("Hits'") trovata a 4,99 euro.

Così ho riascoltato il pezzo, che non ascoltavo da anni, e notato il plagio clamoroso.

Amen.

Conosco Terry Gilliam, ovviamente ("Brazil" è un capolavoro, ma non mi piace tutto) e pure i Monthy Pyton, dei quali ho rivisto recentemente Brian di Nazareth e Il senso della vita (la scena dei pesci che si salutano nella vasca rimane uno dei top comici di ogni tempo).

In generale, secondo me è vero che la buona musica attuale spesso non va in classifica, ma non vuol dire che non ci sia.

Ci sono etichette anche italiane (penso alla napoletana Frontier Records, ad esempio) che producono tutt'ora musica di alta qualità, che poi non vendano è un altro discorso.

Però si sono creati dei meccanismi interessanti: ad esempio la Honiro Label mette molto spesso gli album a disposizione appena escono, in streaming gratuito.

Scelta furba, secondo me: se il prodotto è buono e lo fai girare, guadagni con live e merchandising.

Ho saputo qualcosa di te, un giorno ci becchiamo e facciamo una chiacchierata seria ?

 

Volentierissimo ovviamente. Quando passo per Trieste, ti avviso prima. ?

Ah, se per caso non li conosci (ma non credo ... ? ), ti passo un gruppo "del XXI secolo": gli Hayseed Dixie. Vai su youtube e sentiti qualunque cosa abbiano fatto ... e ricorda che sono in 4 !! 

 

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41 minuti fa, Bunk ha scritto:

Volentierissimo ovviamente. Quando passo per Trieste, ti avviso prima. ?

Ah, se per caso non li conosci (ma non credo ... ? ti passo un gruppo "del XXI secolo": gli Hayseed Dixie. Vai su youtube e sentiti qualunque cosa abbiano fatto ... e ricorda che sono in 4 !! 

 

Visti.

A Trieste, in gergo, si parla di "manigoni".

Ho trovato solo cover, immagino vivano di quelle.

Geniale il video di Bohemian Rhapsody che fa il verso all'originale, strepitosa per capacità tecniche "Don't stop believin'".

Belle anche le riproposizioni degli Ac/Dc, indubbiamente originali.

Beh, non si può dire che non sappiano suonare....

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Sono nati come cover band bluegrass degli AC/DC (se leggi il loro nome, è una storpiatura del gruppo dei due Young) ... poi si sono allargati anche a pezzi di altri gruppi, tra cui un certo Mozart (Eine kleine Trinkemusik). Splendida, per me, la cover di "Won't get fooled again" degli Who, che non trovi su youtube e non so perchè ... se vuoi ti giro il file.

 

 

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5 minuti fa, Bunk ha scritto:

Sono nati come cover band bluegrass degli AC/DC (se leggi il loro nome, è una storpiatura del gruppo dei due Young) ... poi si sono allargati anche a pezzi di altri gruppi, tra cui un certo Mozart (Eine kleine Trinkemusik). Splendida, per me, la cover di "Won't get fooled again" degli Who, che non trovi su youtube e non so perchè ... se vuoi ti giro il file.

 

 

Volentieri, gira pure.

A proposito di questo, ieri nello stilare le classifiche pensavo a quanti mostri sono rimasti fuori dalla mia top ten anni 70'-80'.

Non hanno trovato posto appunto gli Who ma nemmeno i Led Zeppelin, per dire.

O Dylan e Springsteen, cambiando genere.

O i Queen ed Elton John, cambiandolo ancora.

E va da sè che non ho considerato i Beatles, catalogandoli nel decennio precedente.

Ovvio che sono tutti mostri sacri che hanno avuto la "fortuna" di scrivere su un foglio quasi bianco, mentre è chiaro che dai '90 in poi essere originali risultava enormemente più difficile.

E la novità non la batti, poco da fare....

Però è indubbio che fra i pur meritevoli esclusi della seconda lista, e ce ne sono tanti ( Pearl Jam, Prefab Sprout, New Order, Oasis, Blur, Arctic Monkeys e moltissimi altri) il livello è senz'altro buono ma non paragonabile ai capolavori sfornati dagli esclusi della prima lista....

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I Monty Python...

Anche se personalmente il mio preferito è sempre stato Cleese, strepitoso nel proporre l'effigie del britannico allampanato e perennemente imbarazzato, Gilliam ne era la mente...Discutibile in certi pezzi, forse eccessivi nel loro surrealismo per un pubblico diverso da quello inglese...ma Brazil, film difficilissimo e misconosciuto al grande pubblico, è per me una vera chicca, geniale nel paragonare il mondo di oggi, così caotico, arido, superficiale, a un'immaginaria  realtà idilliaca e bucolica che è quella desiderata intimanente dalla maggior parte di noi...

Da vedere, per chi non lo conosce.

Modificato da andyball
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39 minuti fa, andyball ha scritto:

I Monty Python...

Anche se personalmente il mio preferito è sempre stato Cleese, strepitoso nel proporre l'effigie del britannico allampanato e perennemente imbarazzato, Gilliam ne era la mente...Discutibile in certi pezzi, forse eccessivi nel loro surrealismo per un pubblico diverso da quello inglese...ma Brazil, film difficilissimo e misconosciuto al grande pubblico, è per me una vera chicca, geniale nel paragonare il mondo di oggi, così caotico, arido, superficiale, a un'immaginaria  realtà idilliaca e bucolica che è quella desiderata intimanente dalla maggior parte di noi...

Da vedere, per chi non lo conosce.

Rileggendo prima 1984!

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  • 2 settimane dopo...

Un po' di news:

Dopo l'uscita dai Thegiornalisti, è uscito oggi il primo singolo da solista di Tommaso Paradiso. Prodotta dal solito Dario Faini-Dardust, la canzone (che sarà anche il pezzo principale della colonna sonora della seconda stagione di Baby, in uscita su Netflix tra poche settimane) secondo me non è niente male. "Non avere paura" è la classica canzone d'amore "alla Tommaso Paradiso" con un ritornello destinato a diventare un tormentone radiofonico e qualche solito riferimento agli artisti e alle musiche che più l'hanno influenzato: Vasco Rossi (qualche pezzo parlato qua e là), a Lucio Dalla(CERCA di imitarlo tantissimo secondo me), dettagli un po' anni 90 (quel "oh oh" che ricorda No More I Love You's di Annie Lennox). 

In sostanza è una canzone dei thegiornalisti con la firma del solo T. Paradiso (la prova che Marco Rissa e Marco Primavera erano degli elementi di contorno in quella band... ) , ed è - per chi li conosce un po' aldilà dei tormentoni estivi - molto simile a Non Caderci Mai Più del 2017. Qui sotto il link della canzone per chi fosse abbastanza curioso da ascoltarla. 

Per quanto riguarda i rumors sul nuovo frontman che lo sostituirà nella band, si parla molto di Leo Pari. Personaggio un po' eccentrico, molto valido e con un'identità precisa nonché considerato "il quarto thegiornalista" per averli accompagnati spesso in tournée e per aver collaborato esternamente a praticamente tutti i loro album. Molto più "indie" di Paradiso e molto più particolare. A me, per il modo di cantare e per le sonorità elettroniche, ricorda tantissimo il Battisti sperimentale degli anni 80..qui un piccolo assaggio, se non lo conoscevate:

 

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GIusto per rifarci a quanto detto sopra (e premetto che non conosco nessuno di quelli elencati ...), vi metto - per fare due risate - un commento trovato su FB:

Musicademmerda

È finita l’estate 2019, quella che ha regalato il maggior numero di hit estive italiane.
Un’ecatombe di note e buon gusto che Germano Mosconi ha già detto tutto.
Andiamo ad analizzare i 10 più grandi successi di questa tremenda annata:

N.10
“Arrogante” - Irama
Il giovane prodotto del vivaio di Maria De Filippi sforna un pezzo dal vago sapore reggaeton che strizza l’occhio a Enrique Iglesias e i coglioni a me.
Indimenticabile il passaggio “tu viso pulito, il mio pieno di botte”, che racchiude un po’ i desideri di chiunque abbia un udito integro e un pizzico di buon senso.
La canzone sarebbe anche passabile, previa la disattivazione dell’audio.
N.9
“Margarita” - Elodie feat. Marracash
Altro packaging by Maria De Filippi, Elodie, che aveva già attentato ai più banali capisaldi della logica con “Pensare Male” (e cantare peggio), incomprensibile successo primaverile in coabitazione coi The Kolors, torna quest’estate con un pezzone al fianco di Marracash, rapper che una volta faceva il duro, poi ha visto la figa da vicino e allora ci canta cose come “e se non sei te, non rispondo al cell”.
Tornasse la buonanima di Tupac, gli passerebbe sopra con la Mondeo.
N.8
“Calipso” - Charlie Charles feat. Sfera Ebbasta, Fabri Fibra, Dardust, Mahmood
Più collaborazioni che elettori di Italia Viva di Renzi, Calipso vede al ritornello Mahmood e sparsi in giro per la canzone Sfera Ebbasta, Dardust, Fabri Fibra, l’autotune, una stecca di Marlboro, Giovanni Rana e Uncle Granpa, che poi è l’unico che si salva.
N.7
“Dove e quando” - Benji e Fede
‘Dimmi dove e quando, da stasera non arrivo in ritardo, senza tante parole manda la posizione’. No, non è Luis Sepulveda, né Alda Merini.
Dopo Fukushima e il profumo Alien, il reggaeton è la terza causa di decessi dell’ultimo quinquennio, ma i tg non ne parlano. E approfittano di questa cosa ‘sti due ragazzi modenesi, che sembrano usciti dalla vetrina di H&M per verve e postura, con un irritante inno alla gioia che fa venire voglia di chiedere un passaggio a Cappato, e guida tu, Marco, già sai dove e quando.
N.6
“Nuova Era” - Jovanotti feat. Dardust
Siccome aveva praticamente fatto tutti i generi musicali, e malissimo, Lorenzo Cherubini, ignaro di avere 50 anni, anziché mandare il ca**o in chat alle vecchie, come dovrebbe uno della sua età, decide di assoldare il pianista della trap generation, Dardust, e caccia fuori una canzone che dire imbarazzante è fargli un complimentone.
Un passaggio di quest’opera: “e quando io ti guardo mentre balli, vedo in cielo i pappagalli”.
Ma vaff****o.
N.5
“Playa” - Baby K
Abbiamo assodato che la platinata fintarapper urla Baby K prima di cantare per dare modo a tutti di cambiare stazione radio.
Ma quello che non possiamo evitare è il ripetersi stagionale della abbruttita hit estiva della piccola K (K sta per Ketamina, che è quello che mi sono fatto prescrivere dal mio medico dai tempi di Roma-Bangkok). Quest’anno canta da sola e siamo su vette altissime: “La musica, la playa, l’estate, la fiesta”.
Ci manca l’espadrillas, il Calippo fizz e la gonorrea, ma quelli vanno nel pezzo dell’estate 2020.
N.4
“Ostia Lido” - J-Ax
J-Ax ha fatto anche cose buone, come il DVCE, però lui è ancora vivo.
Già ci aveva trapanato i coglioni auricolari con la storia del figlio, ma con Ostia Lido dimostra che al peggio non c’è mai fine.
Una canzone di me**a, supportata però da un video del ca**o, nel quale il quasi cinquantenne Ax balla come uno che si è appena svegliato dopo 5 anni di criogenia.
Il ritornello “che balla, che balla, che balla” è già di per se una recensione del pezzo, ma noi ci teniamo a dire che fa schifo ai vermi, lo stesso.
N.3
“Maradona y Pelé” - Thegiornalisti
La parole Indie in italiano si traduce in “scrivi testi che non vogliono dire una minchia, mettici parole così a sorpresa, però ricorda di non pettinarti”.
Ecco il segreto dei Thegiornalisti, nuova ex formazione della scena musicale italiana, formata da Tommaso Paradiso, Tommaso Paradiso e Tommaso Paradiso.
Dopo anni di gavetta e canzoni del ca**o con un pubblico di nicchia, finalmente il meritato successo fatto di canzoni del ca**o per un pubblico sterminato.
Da domani Paradiso sarà da solo a produrre robe come “ma quanto è pu****a questa felicità”, e sai che bello.
Hanno però fatto in tempo i 3 a regalarci questa sgrammaticata hit estiva, fatta di richiami a Sandokan, ai western e all’analfabestismo musicale del pubblico medio italico.
N.2
“Jambo” - Takagi e Ketra feat. Giusy Ferreri, Omi
Prendi il dj dei Gemelli Diversi.
Prendi il dj dei Boomdabash.
No, non stai svuotando il secchio dell’umido, ma sei in sala di registrazione.
Ed ecco il duo più prolifico degli ultimi anni, loro e quegli stramaledetti featuring con Arisa, Lorenzo Fragola, Jovanotti, Calcutta, Paradiso, Cgil, CISL, Will Smith, Anas, Aiscat, Charles Manson, Pol Pot e Giorgino del Tg1.
La voce maschile è il tipo di Cheerleaders, un successo di qualche anno fa, lei è invece l’ispiratrice di un’intera generazione di allarmi per casa.
“Tra il cielo e la savana, jambo buana, dicevi tu, guardando me”. Almeno una cosa degli ultimi mesi che non parla di Salvini.
La parte più bella della canzone è quando sono passati 2 minuti dalla fine.
N.1
“Mambo Salentino” - Boomdabash feat. Alessandra Amoroso
E come diceva Dante nel XVI canto del Purgatorio “Percorsi a pie’ pari uno stretto viotto a cor sgomento, ma quanto sfaccimma ha rotto il ca**o il Salento?”.
E mai endecasillabo fu più azzeccato.
Partiamo da una base mariadefillippica, con l’ennesima creatura del garage della sanguinaria, quella Alessandra Amoroso che ha un’apertura di bocca pari al terminal 3 di Orio al Serio. E aggiungiamoci i Boombadash, terzetto salentino che mixa reggaeton, hip hop e Idrolitina grazie al lavoro del dj Ketra, recidivo, e altri 2 tipi dei quali uno sembra Sloth dei Goonies e l’altro invece sa parlare italiano.
Il pezzo è imbarazzante, cacofonico, inascoltabile.
Perfetto quindi per sostituire l’inno di Mameli in ogni dove.

(Francesco Brescia)

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Il 25/9/2019 Alle 16:14, Bunk ha scritto:

GIusto per rifarci a quanto detto sopra (e premetto che non conosco nessuno di quelli elencati ...), vi metto - per fare due risate - un commento trovato su FB:

Musicademmerda

È finita l’estate 2019, quella che ha regalato il maggior numero di hit estive italiane.
Un’ecatombe di note e buon gusto che Germano Mosconi ha già detto tutto.
Andiamo ad analizzare i 10 più grandi successi di questa tremenda annata:

N.10
“Arrogante” - Irama
Il giovane prodotto del vivaio di Maria De Filippi sforna un pezzo dal vago sapore reggaeton che strizza l’occhio a Enrique Iglesias e i coglioni a me.
Indimenticabile il passaggio “tu viso pulito, il mio pieno di botte”, che racchiude un po’ i desideri di chiunque abbia un udito integro e un pizzico di buon senso.
La canzone sarebbe anche passabile, previa la disattivazione dell’audio.
N.9
“Margarita” - Elodie feat. Marracash
Altro packaging by Maria De Filippi, Elodie, che aveva già attentato ai più banali capisaldi della logica con “Pensare Male” (e cantare peggio), incomprensibile successo primaverile in coabitazione coi The Kolors, torna quest’estate con un pezzone al fianco di Marracash, rapper che una volta faceva il duro, poi ha visto la figa da vicino e allora ci canta cose come “e se non sei te, non rispondo al cell”.
Tornasse la buonanima di Tupac, gli passerebbe sopra con la Mondeo.
N.8
“Calipso” - Charlie Charles feat. Sfera Ebbasta, Fabri Fibra, Dardust, Mahmood
Più collaborazioni che elettori di Italia Viva di Renzi, Calipso vede al ritornello Mahmood e sparsi in giro per la canzone Sfera Ebbasta, Dardust, Fabri Fibra, l’autotune, una stecca di Marlboro, Giovanni Rana e Uncle Granpa, che poi è l’unico che si salva.
N.7
“Dove e quando” - Benji e Fede
‘Dimmi dove e quando, da stasera non arrivo in ritardo, senza tante parole manda la posizione’. No, non è Luis Sepulveda, né Alda Merini.
Dopo Fukushima e il profumo Alien, il reggaeton è la terza causa di decessi dell’ultimo quinquennio, ma i tg non ne parlano. E approfittano di questa cosa ‘sti due ragazzi modenesi, che sembrano usciti dalla vetrina di H&M per verve e postura, con un irritante inno alla gioia che fa venire voglia di chiedere un passaggio a Cappato, e guida tu, Marco, già sai dove e quando.
N.6
“Nuova Era” - Jovanotti feat. Dardust
Siccome aveva praticamente fatto tutti i generi musicali, e malissimo, Lorenzo Cherubini, ignaro di avere 50 anni, anziché mandare il ca**o in chat alle vecchie, come dovrebbe uno della sua età, decide di assoldare il pianista della trap generation, Dardust, e caccia fuori una canzone che dire imbarazzante è fargli un complimentone.
Un passaggio di quest’opera: “e quando io ti guardo mentre balli, vedo in cielo i pappagalli”.
Ma vaff****o.
N.5
“Playa” - Baby K
Abbiamo assodato che la platinata fintarapper urla Baby K prima di cantare per dare modo a tutti di cambiare stazione radio.
Ma quello che non possiamo evitare è il ripetersi stagionale della abbruttita hit estiva della piccola K (K sta per Ketamina, che è quello che mi sono fatto prescrivere dal mio medico dai tempi di Roma-Bangkok). Quest’anno canta da sola e siamo su vette altissime: “La musica, la playa, l’estate, la fiesta”.
Ci manca l’espadrillas, il Calippo fizz e la gonorrea, ma quelli vanno nel pezzo dell’estate 2020.
N.4
“Ostia Lido” - J-Ax
J-Ax ha fatto anche cose buone, come il DVCE, però lui è ancora vivo.
Già ci aveva trapanato i coglioni auricolari con la storia del figlio, ma con Ostia Lido dimostra che al peggio non c’è mai fine.
Una canzone di me**a, supportata però da un video del ca**o, nel quale il quasi cinquantenne Ax balla come uno che si è appena svegliato dopo 5 anni di criogenia.
Il ritornello “che balla, che balla, che balla” è già di per se una recensione del pezzo, ma noi ci teniamo a dire che fa schifo ai vermi, lo stesso.
N.3
“Maradona y Pelé” - Thegiornalisti
La parole Indie in italiano si traduce in “scrivi testi che non vogliono dire una minchia, mettici parole così a sorpresa, però ricorda di non pettinarti”.
Ecco il segreto dei Thegiornalisti, nuova ex formazione della scena musicale italiana, formata da Tommaso Paradiso, Tommaso Paradiso e Tommaso Paradiso.
Dopo anni di gavetta e canzoni del ca**o con un pubblico di nicchia, finalmente il meritato successo fatto di canzoni del ca**o per un pubblico sterminato.
Da domani Paradiso sarà da solo a produrre robe come “ma quanto è pu****a questa felicità”, e sai che bello.
Hanno però fatto in tempo i 3 a regalarci questa sgrammaticata hit estiva, fatta di richiami a Sandokan, ai western e all’analfabestismo musicale del pubblico medio italico.
N.2
“Jambo” - Takagi e Ketra feat. Giusy Ferreri, Omi
Prendi il dj dei Gemelli Diversi.
Prendi il dj dei Boomdabash.
No, non stai svuotando il secchio dell’umido, ma sei in sala di registrazione.
Ed ecco il duo più prolifico degli ultimi anni, loro e quegli stramaledetti featuring con Arisa, Lorenzo Fragola, Jovanotti, Calcutta, Paradiso, Cgil, CISL, Will Smith, Anas, Aiscat, Charles Manson, Pol Pot e Giorgino del Tg1.
La voce maschile è il tipo di Cheerleaders, un successo di qualche anno fa, lei è invece l’ispiratrice di un’intera generazione di allarmi per casa.
“Tra il cielo e la savana, jambo buana, dicevi tu, guardando me”. Almeno una cosa degli ultimi mesi che non parla di Salvini.
La parte più bella della canzone è quando sono passati 2 minuti dalla fine.
N.1
“Mambo Salentino” - Boomdabash feat. Alessandra Amoroso
E come diceva Dante nel XVI canto del Purgatorio “Percorsi a pie’ pari uno stretto viotto a cor sgomento, ma quanto sfaccimma ha rotto il ca**o il Salento?”.
E mai endecasillabo fu più azzeccato.
Partiamo da una base mariadefillippica, con l’ennesima creatura del garage della sanguinaria, quella Alessandra Amoroso che ha un’apertura di bocca pari al terminal 3 di Orio al Serio. E aggiungiamoci i Boombadash, terzetto salentino che mixa reggaeton, hip hop e Idrolitina grazie al lavoro del dj Ketra, recidivo, e altri 2 tipi dei quali uno sembra Sloth dei Goonies e l’altro invece sa parlare italiano.
Il pezzo è imbarazzante, cacofonico, inascoltabile.
Perfetto quindi per sostituire l’inno di Mameli in ogni dove.

(Francesco Brescia)

Condivido forse 10 parole di quanto scritto, visto che a dirle sarà il solito rockettaro/metallaro fatto al 50% di pregiudizi e al 50% di idolatria per Pino Scotto e simili... 

Quanto scritto da dei giudizi tout court senza tenere minimamente in considerazione il concetto che i cosiddetti tormentoni sono SEMPRE stati così, e spesso le canzoni che più fanno successo o rimangono in testa sono quelle più banali/meno ricercate . E vale per tutti, pure per i grandi artisti e/o per quelli che piacciono a me personalmente...

Solo per limitarmi AI MIEI ARTISTI PREFERITI, potrei dire lo stesso di tanti successi di Vasco (rewind la odio, Albachiara quasi mi irrita ormai), di Acqua Azzurra Acqua Chiara, di Pensa di Fabrizio Moro (per anni, quando ero tra i pochi ad ascoltaro, mi sentivo sempre dire "ahh, quello delle canzoni contro la mafia), di 50 special dei lunapop/cremonini. 

Ora, per un paio di canzoni, mi sembra un po' semplicistico e superficiale bollare come me**a totale artisti che hanno fatto e dato tantissimo alla storia della musica italiana (Jovanotti su tutti, ma anche J-Ax che con gli articolo 31 ha sdoganato il rap in italia), giovani artisti o band che hanno fatto anche tante cose buone (per i thegiornalisti ascoltati "Thegiornalisti vol. 1" e "Fuoricampo", per irama posso darti subito 5/10 titoli di belle canzoni, dei the kolors ne ho parlato già ampiamente e lo conferma anche forest dopo i famigerati "6 ascolti con approccio scientifico"), o ancora produttori che trasformano in oro tutto ciò che toccano (takagi e ketra e soprattutto Dario Faini/Dardust, che come autore, produttore e persino come artista solista ha dato ampie dimostrazioni di fare cose di qualità per chi si è preso la briga di conoscerlo) 

 

Conclusione finale : i Pink Floyd sono i più grandi in assoluto, ma non è che la musica si è fermata agli anni settanta eh... 

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Come dicevo, era per farsi due risate. Io onestamente non conosco nessuno dei nomi elencati, non amo la musica italiana, sono un vetero-rockettaro soprattutto americano di fine 60, primi 70 ... Quindi ti lascio immaginare.

 

P.S. (e mi tirerò dietro insulti e odio ..) non sopporto i Pink Floyd. ?

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Di musica ne capisco poco, ascolto quasi tutto, canticchio e mi limito a questo.

Ammiro l'approccio di Forest, che ha il 'coraggio' di non limitarsi ai 'suoi anni', ma esplora anche l'attualità (e lui sa che per molti puristi è quasi una bestemmia). 

Mi piace anche l'ammirazione di Lungomare per un artista molto sottovalutato come Fabrizio Moro, veramente uno di quelli che mi piace ascoltare. 

 

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Non sono un musicologo raffinato come il buon Forest, anch'io però ascolto quasi solamente musica rock dei Sessanta, Settanta, Ottanta: dai Beatles fino ai Nirvana e ai Guns (classic rock, hard rock, glam rock, metal, qualcosa di prog e new wave). Dopodiché a mio avviso da metà novanta a parte qualche pezzo orecchiabile sono ignorantissimo anche perché ormai la musica non produce più nulla di nuovo se non in peggio.

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Il 14/9/2019 Alle 13:59, forest ha scritto:

 

Però è indubbio che fra i pur meritevoli esclusi della seconda lista, e ce ne sono tanti ( Pearl Jam, Prefab Sprout, New Order, Oasis, Blur, Arctic Monkeys e moltissimi altri) il livello è senz'altro buono ma non paragonabile ai capolavori sfornati dagli esclusi della prima lista....

Da anglofilo cosa ne pensi del fenomeno anni Novanta della Britpop (Coldplay, Oasis, The Verve)? A mio avviso pur producendo qualche bella canzone l'intero movimento è di fatto ancorato ad un ripetuto rifarsi all'epopea Beatles di cui rappresenta una sorta di riproposizione riverniciata. Forse per questo non sono mai riuscito ad apprezzare del tutto il filone.

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46 minuti fa, atleticoiero ha scritto:

Da anglofilo cosa ne pensi del fenomeno anni Novanta della Britpop (Coldplay, Oasis, The Verve)? A mio avviso pur producendo qualche bella canzone l'intero movimento è di fatto ancorato ad un ripetuto rifarsi all'epopea Beatles di cui rappresenta una sorta di riproposizione riverniciata. Forse per questo non sono mai riuscito ad apprezzare del tutto il filone.

Mi piace.

Credo che i Coldplay c'entrino poco, ci metterei gli Oasis, i Blur e gli Suede come interpreti principali ma altra roba non era e non è affatto male, tipo i Pulp che ho riscoperto di recente e diversi altri.

Non ci vedo niente di male a "ispirarsi a...", nel senso che è sempre successo, in tutte le epoche, e anche Beatles e Rolling Stones avevano i loro padri.

La biografia di Keith Richards, ad esempio, è illuminante in tal senso, oltre a smentire quella che solo per i media era una rivalità.

Tornando a bomba, gli Oasis sono stati importanti e almeno tre dischi (i primi tre, con menzione speciale per "What's the story morning glory", dove la "morning glory", per chi non lo sapesse, nel linguaggio popolare inglese è l'erezione mattutina) sono di assoluto rilievo.

Anche il resto, che possiedo integralmente, è comunque degno di nota, anche se dal vivo non sono mai stati efficaci come su disco.

Tutt'ora trovo dignitosissime le carriere soliste, e pur ritenendo Noel decisamente il più intelligente dei due fratelli Gallagher devo dire che gli album di Liam, prima con la sua band e adesso da solo, li ritengo validissimi.

L'ultimo "Why me, why not?" lo sto ascoltando in questi giorni, è lennoniano che di più non si potrebbe ma è un ottimo disco, cui non assegno il titolo di disco del mese solo perché "Sinematic" di Robbie Robertson smuove in me corde sentimentali particolari.

I Blur sono stati a loro.modo geniali, con un'attitudine un pò più intellettuale e meno cazzona rispetto agli Oasis.

"Parklife" e "The great escape" sono grandi album, poco da dire.

E Damon Albarn ha dimostrato da solo, coi Gorillaz e con The good, the bad and the Queen che non sono certo le idee a mancargli, anche non tutto mi piace.

Gli Suede erano (e sono, anche se il meglio lo hanno dato coi primi due album) più legati alla scena glam, e in questo caso l'ispirazione più evidente viene da David Bowie.

In generale, un filone che a mio avviso ha proposto buona musica.

I Beatles, del resto, sono stati un riferimento per moltissime band, e ad esempio i Feelings piuttosto che i Fool's Garden (ricordi "Lemon tree"?) ne hanno fatto una riproposizione ai limiti del plagio ?

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