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I suntini sandrini di giovedì 14 maggio 2020


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GIOVEDI' 14 MAGGIO 2020

- Tempo di voci di mercato anche per la Pallacanestro Trieste: come scrive Lorenzo Gatto, i rumors che riguardano Gherardo Sabatini, play-maker la scorsa stagione in serie A2 con l'Urania Milano, raccontano infatti di un possibile interessamento dell'Allianz. Solo voci? «Al momento si- racconta Sabatini- ho letto anch'io la notizia ma devo dire che non ne so nulla. Nessuno mi ha contattato, credo si tratti delle normali dinamiche che si vengono a creare in un momento in cui il mercato è ancora fermo e le società chiedono informazioni sui giocatori». Play-maker che all'Allianz Dome ha giocato spesso nel corso degli ultimi anni, prima con la maglia di Ravenna e poi con quella di Treviso, è figlio dell'ex patron della Virtus Claudio Sabatini e proprio nel vivaio della società bolognese è cresciuto vincendo in due occasioni il campionato juniores under 19. Giocatore di carattere, buon difensore, sa giocare per la squadra grazie all'innata capacità di mettere in ritmo i compagni mantenendo comunque un buon rapporto con il canestro. Buone le sue ultime stagioni, giocato con personalità anche l'ultimo campionato a Milano dove con neopromossa Urania ha concluso con numeri interessanti. Top stagionale la tripla doppia contro Orzinuovi, partita nella quale ha chiuso con 19 punti, 10 rimbalzi e 11 assist. Potrebbe essere un profilo seguito dallo staff tecnico biancorosso. «Sono un giocatore ambizioso- racconta Gherardo- giocare nella massima serie sarebbe un sogno che si realizza. A Trieste a maggior ragione perchè è una città bellissima, ha un palazzo devastante e una società seria. La serie A come punto di arrivo ma non a tutti i costi però». Sabatini a caccia di un progetto e di una società in grado di farlo giocare. «Non ho pretese - conclude- ma se dovesse arrivare una proposta dalla A mi piacerebbe trovare una squadra nella quale inserirmi per portare il mio contributo».

- Matteo Boniciolli (intervistato da Raffaele Baldini) è un allenatore reduce da un'esperienza negli States, alla finestra per il futuro prossimo ma sempre prodigo di spunti per un dibattito cestistico mai scontato. Il Covid-19 è stata un'emergenza sanitaria che inevitabilmente ha intaccato il nostro modo di vivere ma anche il modo di leggere lo sport professionistico, con meno romanticismo e più realismo: «mi aspetterei dai vertici dello sport che anticipino e non reagiscano ad una situazione di emergenza - incalza Boniciolli. Posto che Petrucci è stato tempestivo e opportuno a interrompere la stagione a titolo definitivo, auspicherei che ci si renda conto che da tempo è morto il diritto sportivo nella pallacanestro. Non si può prescindere dalla solidità economica se si vuole andare avanti. Vi faccio un esempio? Leggo (e sottolineo leggo) che Montegranaro sarebbe pronta a vendere i diritti per l'impossibilità a reggere finanziariamente un altro anno in A2. La Fortitudo Bologna è salita nella massima serie, con pochi punti di vantaggio proprio sulla Montegranaro di coach Pancotto. Quindi uno scenario plausibile poteva essere che Montegranaro salisse di categoria, costringesse Bologna o Treviso a fare un altro anno in A2, per poi dichiararsi "morta" per un regime economico insostenibile al piano superiore. Capite i rischi a cui si va incontro ogni anno?».Quindi garanzie patrimoniali per ripartire?«Non solo, abbiniamo la solidità finanziaria con l'abolizione delle promozioni e retrocessioni. Solo così, nell'Italia dell'isteria governativa che vede succedersi governi ad ogni stagione, si aprirebbero spiragli di progettazione a medio e lungo termine, in tutte le componenti della pallacanestro. Le società investirebbero sui settori giovanili, darebbero tempo ad allenatori e dirigenti capaci (e ce ne sono!) di poter lavorare adeguatamente, farebbero giocare gli italiani (abbassando così le pretese economiche degli stessi ndr.) con riverbero sicuro in chiave nazionale. Non vi parla uno che da allenatore maturo ha avuto il coraggio di lanciare Candi, Campogrande, ecc. bensì uno che al suo primo anno di serie A1 diede 15 minuti di media a partita al diciottenne Joel Zacchetti nel lontano 2000. Senza fraintendere però categorie, ruoli e obiettivi: in prima squadra l'allenatore raccoglie e assembla i frutti di una semina avvenuta nei settori giovanili. Il professionismo non è fatto per formare».Trieste ha vissuto un anno difficile, per la prima volta anche coach Dalmasson ha sentito la panchina "scottare". Si vociferava di un suo possibile ritorno, cosa c'è di vero?«Nulla. Non sono stato contattato da nessuno. E su Eugenio Dalmasson trovo che sia sintomatico che il suo primo momento difficile sia arrivato dopo 10 anni di campionati in crescendo, ottenendo sempre più dell'anno precedente. Ricordo che Eugenio è parte di storia della Pallacanestro Trieste, della rinascita culminata con l'approdo nel basket che conta. E non con i soldi di un Stefanel»Allianz, bacino d'utenza importante e un futuro possibile. Quale identità al nuovo corso di Trieste?«Lungi da me consigliare la coppia di ferro Ghiacci-Dalmasson, Trieste è già ora una società invidiata nel resto d'Italia, una realtà che può permettersi di avere giocatori come Schina, Deangeli, Arnaldo. E' tutto ciò mi accende una piccola fiammella d'orgoglio, eredità del trascorso triestino: quello di aver formato da zero un settore giovanile, di averlo consolidato sotto l'egida di un fenomeno come Stefano Comuzzo, e di aver dato in mani sapienti come quelle di Bernardi e Dalmasson elementi utili alla causa».Il futuro di coach Boniciolli?«La vita è fatta di desideri e di speranze. Il desiderio sarebbe quello di allenare i giovani. L'esperienza negli States, portando orgogliosamente la prep-school in cui allenavo (con proposta di rinnovo) fra le 14 migliori degli USA con invito al raduno di Springfield, mi ha fatto capire che posso essere in grado di generare un "upgrade" ai giovani. La speranza è quella di allenare ancora nei senior, conscio di avere la maturità giusta per capire ulteriori sfumature, avendo una più ampia visione d'insieme, mettendo a frutto 58 anni di esperienza».

- L'opzione di allungare la stagione del calcio anche oltre giugno, che rimane un'ipotesi tuttora in ballo per la stessa serie C se si disputeranno i play-off, ha fatto emergere in questo periodo il problema dei calciatori con scadenza di contratto al 30 giugno. Scadenze che sembrano destinate, per chi eventualmente dovrà tornare in campo, a essere prorogate fino a fine agosto. Lo scrive oggi Antonello Rodio: comunque vada a finire, sarà un'estate in ogni caso atipica, perché anche il mercato sarà giocoforza particolare, soprattutto in vista di una prossima stagione che resta ancora dai contorni nebulosi. Anche la Triestina, quindi, qualsiasi sarà il futuro della serie C, deve monitorare con attenzione la situazione dei contratti dei giocatori. Ebbene sotto questo aspetto, la società alabardata non ha molte questioni spinose da affrontare sul piano delle scadenze più immediate. Ci sono infatti solamente sei giocatori con contratto in scadenza a giugno, oltre a un prestito con diritto di riscatto, altri due prestiti secchi, e alla situazione molto particolare, questa sì, di Vincenzo Sarno: come noto, l'estroso esterno è in prestito dal Catania e l'obbligo di riscatto scattava alla quinta presenza, ma causa emergenza Covid Sarno si è fermato a tre. Una questione insomma tutta da valutare. I giocatori con scadenza al prossimo 30 giugno, dunque, non sono molti: si tratta di Maracchi, Formiconi, Malomo, Scrugli, Matosevic e Salata. A parte il giovane portiere sloveno sul quale bisognerà decidere se continuare a puntare, è ovvio che le questioni più importanti riguardano Maracchi, Malomo e Formiconi. Per il semplice fatto che Maracchi è il centrocampista triestino che al netto di qualche problema fisico è sempre stato importante per il reparto, che Malomo è stato una roccia formidabile come difensore centrale e ha superato anche un bruttissimo infortunio, e che Formiconi è stato sicuramente uno degli elementi più positivi di questa stagione. Nell'immediato ci sarà poi da valutare Laverone, che è in prestito dall'Ascoli con diritto di riscatto, mentre quelli di Ermacora dall'Udinese e di Signorini dal Catanzaro sono due prestiti secchi. Molto più numerosa la truppa dei giocatori in scadenza di contratto nel 2021: in difesa il portiere Offredi, il terzino Brivio e ben tre difensori centrali, Lambrughi, Tartaglia e Cernuto. A centrocampo con scadenza fra un anno troviamo Lodi, Giorico e Steffè, mentre nel reparto avanzato sono Mensah e Granoche ad avere ancora 13 mesi di contratto. Ma c'è qualcuno che invece è legato ancora più a lungo con l'Unione: si tratta di Procaccio, che un anno fa aveva prolungato il suo contratto fino a giugno 2022, e di Guido Gomez, che quest'estate ha firmato un triennale e pertanto anch'esso va in scadenza a giugno 2022. E poi c'è Paulinho, sul quale la Triestina lo scorso anno ha voluto puntare forte blindandolo con un contratto di cinque anni: il brasiliano infatti andrà in scadenza appena a giugno 2024. Ma non va dimenticato, per quanto riguarda le situazioni che andranno risolte quest'estate, che ci sono anche giocatori di proprietà alabardata che attualmente sono in prestito ad altre squadre: si tratta di Pizzul al Renate, Codromaz al Rimini, Ferretti all'Imolese e Rocco Costantino al Bari.

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