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I suntini sandrini di martedì 15 settembre 2020


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MARTEDÌ 15 SETTEMBRE 2020

- Dopo le sconfitte a Venezia e Trento, l'Allianz completa il girone di ritorno degli orrori e chiude il girone di supercoppa con la terza sconfitta consecutiva. Lo scrive Lorenzo Gatto: è la peggiore in assoluto, perchè arrivata sul parquet di casa e in quella che doveva essere la partita del riscatto dopo la tremenda prestazione offerta alla BLM Arena contro la Dolomiti Energia. Difficile trovare motivazioni in grado di spiegare un flop clamoroso: così come a Trento la squadra ha retto nel primo quarto poi, alla prima vera accelerazione della De' Longhi, si è spenta consegnandosi nelle mani della sua avversaria. E' mancata difesa, attacco ma quello che più preoccupa sono mancate idee e voglia di reagire alle difficoltà che la squadra ha trovato sul parquet. Mancano dodici giorni all'esordio in campionato. Adesso testa bassa e lavorare nel tentativo di raccogliere i cocci di una squadra che adesso va pazientemente rimessa assieme. Franco Ciani non cerca scuse nel dopopartita. Il tecnico friulano sottolinea i demeriti dell'Allianz al termine di una partita nella quale, davvero, non c'è nulla da salvare. «Sapevamo di essere in flessione fisica rispetto alle prime uscite di questa supercoppa- sottolinea- ma certo abbiamo avuto grandi difficoltà che dovremo attentamente analizzare. Paghiamo gli infortuni di alcuni giocatori e l'obbligo di sovraccaricarne altri, ovvio che c'è un collegamento tra l'aspetto nervoso e le gambe. Nonostante questo, anche nelle tre sconfitte, abbiamo avuto fasi buone poi abbiamo trovato difficoltà dalle quali non siamo riusciti a riemergere». Su cosa bisogna lavorare? «Sulla capacità di controllare i ritmi ed eseguire con precisione i giochi anche quando facciamo fatica, non affidarci alle giocate individuali ma continuare a ragionare di squadra. Adesso, finalmente, abbiamo davanti due settimane piene per riprendere a costruire, lavorare e arrivare alla partita contro Cremona in condizione psicofisica e con un morale diverso rispetto a quello che queste tre partite hanno generato»

- Tempi duri per i tifosi. Anche quelli della Triestina, ovviamente, che quest'anno sono costretti a rinunciare a quello che ormai era un appuntamento tradizionale dell'estate, ovvero la Festa dell'Orgoglio alabardato. Per la kermesse nata nei momenti più bui e difficili vissuti dall'Unione, e che ha visto ben sei edizioni svolgersi negli spazi della Tribuna Pasinati, ci sarà un anno di stop, naturalmente per i motivi legati al covid 19. Ma a preoccupare la tifoseria è anche la prospettiva di dover iniziare il campionato senza poter accedere allo stadio. «Sono preoccupato - conferma Sergio Marassi, presidente del Centro di coordinamento dei Triestina Club - vedo che le autorità sono molto restie a mollare sull'aspetto del pubblico negli stadi. Credo vogliano vedere come va dopo la riapertura delle scuole: è un test importante, sul quale probabilmente poi si deciderà anche sugli stadi». Di certo, Marassi assicura che l'esperienza dell'amichevole contro il Koper (che si ripeterà nel test di giovedì con il Tabor), seppur strana, ha permesso di far rivivere l'atmosfera dello stadio agli appassionati: «Credo che proprio la partita con il Koper - afferma Marassi - ha dimostrato che si può andare allo stadio con tutte le garanzie. Certo, ci sono delle file all'entrata, la mascherina, i moduli di autocertificazione che sono un ulteriore ostacolo, ma così la situazione è gestibile e si può stare in tutta sicurezza, soprattutto all'aperto e mantenendo le distanze. L'altra volta bisognava anche acquistare per forza il biglietto online, mentre stavolta lo si può fare anche nella sede della Triestina, e questo è un bene perché il pubblico per la maggior parte è avanti con l'età e non ha dimestichezza con certi tipi di meccanismi». Insomma secondo il presidente del Centro di coordinamento, la gente è disposta a questi sacrifici pur di stare vicino alla squadra: «Basti pensare che l'altra volta, in una domenica pomeriggio estiva, c'erano oltre 700 persone. Anche se si è un po' distanti, si riesce comunque a chiacchierare con gli altri, almeno si respira l'aria dello stadio e si vede la squadra. C'è gente che verrà sempre, anche se fare grossi numeri in queste condizioni, se si potrà entrare, sarà difficile. Ma ovviamente è triste pensare che è tutto limitato, o che altri con queste regole non vengono, come i tifosi della curva, e non si possa stare insieme a tifare. Vedremo, se ci sarà il via libera, quanto sarà questa capienza ridotta». Il rammarico sarebbe anche quello di non vedere da vicino una Triestina che promette bene: «La squadra era già stata notevolmente migliorata a gennaio - dice Marassi - ora ci sono stati ulteriori ritocchi nei punti deficitari, quindi mi sembra davvero una Triestina competitiva, da vertice, sicuramente più forte di quella che iniziò la scorsa stagione». 

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