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I suntini sandrini di martedì 13 ottobre 2020


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MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2020

- Un vicecampione del mondo come rinforzo sotto i tabelloni per l'Allianz. Roberto Degrassi parla del nuovo volto in casa Pallacanestro Trieste che  ha firmato Marcos Delia, 28 anni, 209 cm, centro vero, 22 minuti di media con l'Argentina argento ai Mondiali 2019, nella passata stagione alla Virtus Bologna. Il lungo argentino arriva con un contratto di due mesi al termine dei quali la società potrà esercitare il rinnovo sino a fine stagione.Delia ieri mattina si è sottoposto alle visite mediche e nel pomeriggio si è presentato all'Allianz Dome per un allenamento insieme all'esterno sloveno in prova Jakob Cebasek. Oggi sosterrà il primo allenamento con la sua nuova squadra, un test per valutare la condizione atletica di un elemento che va a rinforzare sensibilmente il pacchetto dei lunghi biancorossi, orfano dell'infortunato Udanoh.Soddisfatto il presidente biancorosso Mario Ghiacci: «É stata una settimana di grande lavoro per la società e siamo felici di come siamo riusciti ad affrontare il problema delle indisponibilità di Henry, Cavaliero e Udanoh, nonostante il poco tempo a disposizione e il momento particolare. Devo ringraziare Mussini, Cebasek e Delia per la loro disponibilità. Si sono dimostrati grandi persone. Quella di Delia - continua Ghiacci - come si capisce dal curriculum del giocatore non è una scelta d'emergenza. In settimane in cui sicuramente la fortuna non ci è stata amica falcidiando il roster, abbiamo avuto un momento di buona sorte chiudendo la trattativa nel giro di tre giorni con la collaborazione del suo procuratore».Per Eugenio Dalmasson, invece, «Marcos è un giocatore che interpreta il ruolo classico del pivot in grado di proporsi in post basso per i compagni come di portare dei pick and roll. È dinamico, abile in avvicinamento a canestro, potendo contare su buoni fondamentali ed è ambidestro».Non è mai stato un giocatore da statistiche individuali rilevanti (7,5 punti e 4,5 rimbalzi con le Vu nere) ma è un elemento di sostanza, difensore di alto livello e ha un forte impatto sul quintetto. Gestirà lo spot da 5 insieme a Devonte Upson rispetto al quale ha più centimetri e caratura internazionale. In possesso anche del passaporto italiano, Delia per le norme federali ha però uno status diverso rispetto a Fernandez: il Lobito è stato riconosciuto italiano prima che venisse modificata la regola Fip sui passaportati mentre Delia viene equiparato a un comunitario. Proprio Fernandez diventerà inevitabilmente il punto di riferimento di Delia a Trieste. E pare che da parte di Juan e Genesis sia già partito un invito per una cena tutta a base di specialità argentine...L'ambientamento comporta sicuramente meno incognite per Jakob Cebasek. L'esterno sloveno è nato a Lubiana ma ha giocato, tra gli altri team, con il Primorska di Capodistria. L'ultima esperienza con il Sentjur è stata anche la migliore dal punto di vista statistico con 17,5 punti a partita. In carriera Cebasek, che è stato anche chiamato nella Nazionale slovena, ha dimostrato anche una buona attitudine a rimbalzo. Ha iniziato il suo periodo di prova con l'Allianz che presumibilmente durerà fino a giovedì, in tempo così - se il provino convincerà lo staff tecnico biancorosso - per venir tesserato e schierato già domenica prossima a Brescia. Il suo sarebbe un contratto a gettone in sostituzione di Myke Henry, quello che sembra essere l'infortunato recuperabile prima tra i tre ora in infermeria. L'esterno sloveno allungherebbe le rotazioni alternandosi da "3" con Davide Alviti. Con l'ala di Alatri candidato inevitabilmente a confermarsi nello starting five. Nelle prime tre giornate di campionato Alviti in 27 minuti di impiego medio ha segnato 13,3 (quinto italiano) punti tirando con il 44,4% da tre e catturando 8,7 rimbalzi che gli valgono il quinto posto assoluto davanti a fior di centro. Secondo giocatore italiano in classifica. Il primo? Un signore italiano di formazione che gioca a Varese. Arturs Strautins.

- A Legnago è arrivata la seconda dura lezione di questo avvio di campionato per la Triestina. E non è la prima volta nella storia di quattro stagioni nella terza serie. Ne parla oggi Ciro Esposito: ogni anno, dalla gestione Sannino (con una squadra non di alto livello) a quella di Pavanel, per arrivare a quella di Gautieri tutti a parlare della cattiveria che manca nell'affrontare le squadre più spigolose e sgobbone della C. A questo punto sarebbe il caso di scrollarsi di dosso questo imbarazzante equivoco: chi va in campo (anche se i protagonisti sono diversi) mettendoci più umiltà, chi sta fuori comprendendo che il blasone non conta e che le legittime aspettative non sono un diritto acquisito. I successi vanno costruiti sul campo. E sul rettangolo verde domenica a Legnago la sconfitta è stata lampante e non solo per il punteggio. Gli episodi contano. Subire un gol nel momento migliore o vedersi fischiato un rigore e un'espulsione su un'azione probabilmente viziata da un fallo sono situazioni che indirizzano la gara. Ma non possono e non devono condizionare la prestazione di una squadra che dovrebbe avere l'ambizione di stare al vertice. La discontinuità nel rendimento tra up e down (lasciamo stare i risultati) è un chiaro segnale che il gruppo è ancora in formazione. Non solo ma la costruzione della squadra, che ha nel suo dna comunque la capacità di arrivare spesso in zona gol ma segnando a singhiozzo, ha al momento alcuni handicap che società, tecnico e staff devono risolvere o ammortizzare. Gli infortuni di breve o lunga durata pesano, così come hanno un peso la rinuncia legittima ai chi c'era quest'estate (caso Di Massimo) o la condizione di forma ancora approssimativa di chi è arrivato nell'ultima giornata di mercato. Il gioco sviluppato da Gautieri funziona se la squadra è capace di conquistare il pallone in pressing, se gli esterni (sia terzini che esterni sono efficaci) se le mezzali si inseriscono in area. A centrocampo Lodi non si discute come giocatore ma non gli si può chiedere di corre dietro ai giovanetti avversari. In quel ruolo a Cesena Giorico (domenica nella ripresa anche claudicante) ha fatto decisamente meglio. Rizzo è l'unico inamovibile mentre Maracchi viene utilizzato col contagocce e Calvano deve ancora carburare. Le assenze di Paulinho e soprattutto di Procaccio si sentono. Sulle fasce Brivio e Rapisarda giocano a corrente alternata, mentre dei cinque esterni originari il tecnico ne ha a disposizione solo due: Petrella e Sarno e quest'ultimo non è ispirato. Se poi Petrella, che invece sta bene, parte dalla panchina con bomber Gomez a sinistra per fare spazio a Litteri la logica è poco intelligibile. Così come la fretta di stravolgere gli assetti una volta sotto di un gol. Era successo al Rocco, a Legnago la ripresa ha visto da subito in campo tutti e tre i bomber. Mossa rischiosa e apparsa precipitosa per gli equilibri complessivi. Poi se uno di questi segna il tecnico è un genio ma non è successo. A tutto questo si può anche aggiungere come sabato prossimo al centro della difesa a disposizione ci sarà solo Ligi in attesa che dal mercato arrivi uno svincolato. Insomma le problematiche da affrontare non sono poche ma la confusione non può che aggravarle. Capita spesso nella gestione della stagione che tutti i problemi si accavallino. La capacità è quella di adattarsi perdendo meno terreno possibile. Il tempo c'è, la stagione è appena cominciata e chissà se finirà. E a pensare positivo, quando tutti rientreranno, la squadra tornerà spumeggiante e reattiva come in certi frangenti dell'ultima stagione, dei play-off e del precampionato. O no?

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