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I suntini sandrini di mercoledì 14 ottobre 2020


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MERCOLEDÌ 14 OTTOBRE 2020

- Arriva oggi l'ultimo tassello che mancava alla rosa della Triestina. Come scrive Antonello Rodio, si tratta di Anibal Capela, difensore centrale di 29 anni, portoghese, che nella giornata odierna firmerà un contratto che lo legherà all'Unione per i prossimi tre anni. Dopo aver militato nella serie A in Portogallo, Capela negli ultimi tre anni ha giocato da titolare in Italia in serie B tra Carpi e Cosenza. Un arrivo quantomai provvidenziale vista l'emergenza difensiva in casa alabardata.Come previsto dopo l'espulsione di domenica a Legnago, il giudice sportivo ha infatti squalificato Tartaglia per una giornata (e tra l'altro ne ha rifilate due a De Grazia, centrocampista del Ravenna avversario sabato dell'Unione). Un'assenza che prima dell'arrivo di Capela, consentiva a Gautieri di avere a disposizione solamente un centrale di ruolo, ovvero Alessandro Ligi. L'infortunio di Lambrughi, come detto, non è grave come sembrava in un primo momento, anzi il capitano ha ripreso piano piano ad allenarsi da solo, ma quasi certamente non sarà pronto per la sfida di sabato con il Ravenna.Se Capela sarà già in buone condizioni atletiche, potrebbe anche giocare già sabato vista la situazione, anche se al momento è difficile ipotizzarlo visto che potrà svolgere solamente un paio di allenamenti con la squadra. Ma nel caso non fosse pronto, c'è qualche altra soluzione casalinga con cui Gautieri potrà cercare di sopperire alle assenze di Lambrughi e di Tartaglia? In rosa ci sono due terzini che in carriera, anche se raramente, hanno giocato anche centrali, ovvero Struna e Filippini. Lo sloveno è un destro, mentre l'ex Gubbio è un mancino. Se dovrà ricorrere a uno dei due, visto che Ligi è mancino e si è vista in queste partite la differenza di rendimento quando si schiera a sinistra o a destra (dove incontra delle difficoltà), logica vuole che sia Struna il prescelto.Ma ovviamente ci sono ancora tre allenamenti, l'arrivo di Capela e le condizioni fisiche dei singoli da valutare, cosa che solamente mister Gautieri può fare. Se l'emergenza in difesa è acclarata, potrebbe tra l'altro emergerne anche una a centrocampo. Dopo essere uscito nell'intervallo della partita di Legnago per un problemino muscolare, anche Giorico sembra in dubbio per il match contro il Ravenna, e non è che in mezzo al campo le scelte abbondino: resterebbero infatti disponibili solamente Lodi, Maracchi, Rizzo e Calvano. Insomma bisogna stringere i denti, soprattutto quando alla lunga lista di infortunati si aggiunge anche la squalifica. E se sabato al Rocco arriva almeno un Ravenna che finora si è dimostrato piuttosto malleabile, si avvicina una settimana di tre impegni ravvicinati: mercoledì 21 ottobre gli alabardati saranno a Pesaro, mentre domenica 25 si tornerà al Rocco per la Virtus Verona.

- Arriva da Saladillo, Buenos Aires, per dare manforte al reparto lunghi di Trieste. Un centro vero, un giocatore di esperienza internazionale che potrà elevare il livello e la qualità del gioco dell'Allianz. Sbarcato domenica scorsa a Trieste, dopo aver assistito al match contro l'Armani Milano, Marcos Delia si è calato nella realtà triestina e ha già cominciato a lavorare con la squadra pronto a esordire domenica nel posticipo in casa della Germani Brescia.Un giudizio sull'esperienza dello scorso anno alla Virtus Bologna. Cosa si aspettava e come giudica il suo campionato? A Bologna credo di aver fatto una buona stagione anche se avrei certamente voluto giocare di più, mettermi di più in mostra. Eravamo una squadra davvero lunga e la rotazione era frequente. Il bilancio finale però lo considero positivo perché ho avuto l'opportunità di giocare con un grande team, con un ottimo allenatore. Come sta fisicamente, è già pronto per giocare? Sono assolutamente pronto a tornare in campo, non vedo l'ora, sono ansioso di tornare a giocare. Mi sono allenato per tutte l'estate individualmente. Ho lavorato molto sul mio corpo e sui fondamentali. Devo ritrovare il ritmo di gioco, quello verrà stando in campo, ma sono convinto che in questo i miei compagni di squadra mi aiuteranno moltissimo. La presenza di Fernandez può essere indubbiamente un aiuto prezioso per integrarsi nella squadra. Quanto ha inciso il fatto che giochi nell'Allianz per indirizzare la sua scelta? Juan sarà importante per la mia integrazione in squadra. Lo conoscevo bene già prima di venire a Trieste, abbiamo giocato assieme in Nazionale. Ho seguito la sua stagione passata, è una cosa che cerco di fare con tutti i ragazzi argentini che giocano nella lega. Lui è qui a Trieste da diversi anni, conosce bene la società, la città, e me ne ha parlato solo bene. Sono contentissimo di poter giocare con lui qui a Trieste. La partita con Milano forse non è stato il miglior approccio per valutare il potenziale della squadra. Ma che idea si è fatto di questa Trieste? Domenica ero all'Allianz Dome a seguire la partita e quello che mi è balzato agli occhi come prima cosa è la chimica che c'è in squadra. Poi il cuore. So che ci sono diversi infortuni, ma nessuno di quelli scesi in campo ha mollato un solo centimetro e hanno lasciato tutto sul parquet. Giocare in una squadra con questo tipo di attitudine per me è una grande opportunità. Dovesse descriversi ai suoi nuovi tifosi, quali sono i punti di forza di Delia? Posso portare portare sicuramente esperienza, anche a livello internazionale. Questo inoltre è il mio quinto anno in Europa, conosco bene il campionato. Credo di essere in grado di leggere bene il gioco e di poter impattare bene a livello difensivo. Mi piace giocare in post, costruire il gioco da quella posizione e trovare soluzioni in pick and roll. Credo che con Juan potremo capirci molto bene. E a proposito del campionato, qual è il suo giudizio generale? Credo che sia un campionato duro, con molte ottime squadre, che però si trovano tutte a giocare senza la propria gente sugli spalti e questo lo rende un campionato diverso da sempre. Il livello medio è alto e ci sarà sicuramente bagarre fino all'ultima partita.

- «Ho lasciato la guida tecnica per cercare di dare una scossa ai ragazzi. Non è stata una decisione facile ma credo di aver scelto per il meglio nella convinzione di aver fatto il bene della squadra».Andrea Carpanese racconta il travaglio interiore che lo ha portato a rassegnare le dimissioni da allenatore della Pallamano Trieste. Decisione improvvisa, giunta giovedì scorso dopo la sconfitta interna contro Pressano e alla vigilia del match giocato sabato sul campo di Cassano Magnago.«Devo dire che l'ultimo periodo, a livello gestionale, è stato abbastanza pesante - racconta Carpanese - Ho sempre parlato con i ragazzi, ogni giorno e durante ogni singolo allenamento il confronto non è mai mancato, eppure mi sono accorto che non riuscivo a a trasmettere ai giocatori l'idea di gioco che avevo in testa. Dopo il ko di Fondi ho provato a essere un po' più duro per cercare di stimolare una reazione ma, devo ammetterlo, il primo tempo giocato contro Pressano mi ha fatto perdere fiducia. A quel punto, pensando prima al bene della squadra, ho pensato che la cosa migliore fosse farmi da parte per stimolare la loro reazione».Scelta coraggiosa e non comune che la società ha apprezzato. Al punto che a Carpanese è stato chiesto di restare con altri compiti. «In questo momento ho bisogno di prendermi un po' di tempo - racconta Andrea - Voglio lavorare un po' su me stesso, finire la formazione conseguendo il terzo livello e riflettere un po' su tutte le cose che sono successe. Indipendentemente da come sono finite le cose, considero l'esperienza sulla panchina qualcosa di molto formativo perchè mi ha insegnato molto».Non sono mancate le attestazioni di stima da parte di coloro i quali vivono attorno al mondo della pallamano. «Ho sentito tanta solidarietà, apprezzamento e stima e questo mi ha riempito di gioia - racconta "Carpa" - Non sono riuscito a farlo direttamente e ne approfitto per ringraziare tutti coloro che si sono fatti vivi con un messaggio di supporto. Tifosi, addetti ai lavori ma anche gli stessi giocatori che, mi ha fatto piacere, si sono assunti la loro parte di responsabilità».L'ultima battuta da parte di Carpanese, i ringraziamenti a chi in questa lunga parentesi biancorossa è stato compagno di viaggio di un'avventura decisamente unica. «Devo ringraziare Giorgio Oveglia che mi ha preso sotto la sua ala protettrice dimostrandomi sempre grande fiducia poi gli allenatori su tutti Claudio Schina, Marco Bozzola e Piero Sivini. Un pensiero speciale va a Marco Visintin, un amico con cui il rapporto è andato molto oltre quello che si può creare dentro a uno spogliatoio. Ringrazio Davide, Mario, Sergej, Francesco e Enzo e tutte le persone che lavorano nell'ombra e che, pur non apparendo, sono fondamentali per la società. E poi i tifosi, i vecchi compagni di squadra e i giocatori di questa stagione ai quali auguro di poter dimostrare il loro valore e di raggiungere grandi risultati».L'ultimo pensiero è per la persona che maggiormente ha lasciato il segno nella vita sportiva di Carpanese. «Un immenso grazie va al professor Lo Duca - conclude Andrea - per tutto quello che ha fatto per me. Mi ha fatto crescere come giocatore e come persona e mi ha permesso di far parte di una grande famiglia che mi ha insegnato valori profondi. Alla nuova società, che ringrazio per l'opportunità che mi ha offerto, auguro di riuscire a tramandare ancora quei valori che sono alla base dei successi conquistati da Trieste in questa meravigliosa storia cinquantennale»

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