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Verso Padova-Triestina (lunedì 14 dicembre, ore 18)


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6 ore fa, stets ha scritto:

Iero anche mi. Più fortunato di te perché con mio papà ero in tribuna laterale e restai asciutto. Anche noi in pullman. Mitiche trasferte con il triestina Club Plinio che prevedevano laute libagioni pre partita a prezzo fisso stile matrimonio. Tavolata a ferro di cavallo per tutti i partecipanti. De resto Plinio (aveva una bottiglieria/osteria in Via Lazzaretto Vecchio) conosceva tutti i locali del Veneto ed organizzava viaggio e pranzo a prezzi onestissimi.

Non c'erano scorte e percorsi prestabiliti. Il pullman ad un c'ero punto usciva dall' autostrada, raggiungeva la trattoria scelta che poteva essere sperduta nella campagna poi dopo il pranzo riprendeva la strada verso lo stadio

Erano poi altri anni. Non occorreva avere i biglietti ospiti il giorno prima e viste le previsioni del tempo mio padre opto' per comprarli in loco e, visto che pioveva, li prese per me e per lui, appunto in tribuna laterale. 

Era l' anno della promozione. Perdemmo solo due partite. Quella ed a Rimini.

Il rigore però, mi sembra di ricordare, fu netto. Uscita con conseguente atterramento del giocatore patavino che lo aveva preceduto da parte di Nieri.

Avevo 16 anni.... 

Mi 17....

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6 ore fa, Paolo54 ha scritto:

Papà me ga portado, primi anni 70, 2 volte al Penzo, stadio che za allora iera osceno. Me ricordo che nel 70 o 71 là con lori zogava Ciclitira, el terzin biondo Kuk, in mediana Cattai ed in ala Ridolfi, con Radio allenador.. Co ierimo putei. 

 

 

Cattai ha/aveva un bar a Muggia dove andavo a vedere le partite quando abitavo lì, nella via che va da piazza Marconi all'inizio della galleria

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GLI ALBORI DI PADOVA-TRIESTINA. IL GOL DA INFARTO E GLI ANNI DELLA SERIE A

Risale al 31 marzo 1929 il primo confronto tra Padova e Triestina in campionato a Padova. Era la divisione nazionale a due gironi che serviva da qualificazione al girone unico tanto voluto dal regime e dal Lotito del tempo Leandro Arpinati, e le due compagini lottavano per accaparrarsi gli ultimi posti a disposizione per la prima Serie A. All'Appiani, alla sesta di ritorno finì 2-2 con tanto di tragedia. La Triestina è in vantaggio 2-0 a fine primo tempo grazie all'autogol di Povero e il gol di Ostroman, ma nella ripresa i padovani reagiscono, accorciano le distanze col gol di Gamba e infine pareggiano con Vecchini a due minuti dalla fine e con la Triestina in 10. Sugli spalti però, succede il peggio. Al gol del pareggio biancoscudato, il tifoso triestino ventinovenne Antonio Pinton viene colto da infarto e muore tragicamente.

A fine stagione la Triestina sarebbe retrocessa  ma, complici le sventure di Lazio, Napoli e Fiorentina e il conseguente allargamento della Serie A, viene ripescata e può dunque partecipare alla primo campionato italiano a girone unico. La Triestina vince a Padova alla quartultima giornata per 2-1(Gazzari, Palumbo) e guadagna due punti fondamentali in chiave salvezza staccando proprio i padovani che a fine stagione retrocedono. Dopo due stagioni coi rivali in B, la gara ritorna nel 1932-33. Di nuovo alla quartultima giornata, e di nuovo vittoria in trasferta per l'Unione che passa 1-0 all'Appiani con gol di De Manzano. Nel finale di stagione 1933-34 ecco la prima vittoria dei patavini: doppietta di Foni per il 2-0 finale. Vittoria però inutile, visto che il Padova a fine stagione retrocederà e il confronto ritornerà dopo appena quindici anni, nel 1948-49.

È l'ultimo anno del Grande Torino, e l'Unione di Nereo Rocco reduce dallo storico secondo posto dell'anno precedente pareggia all'Appiani per 0-0 nell'ultimo turno prima delle vacanze natalizie. Al ritorno sarà 9-1 per noi, ma ne parleremo a tempo debito. Nel 1949-50 il gol di Blason regala un'altra vittoria per 1-0 alla Triestina nella città del Santo, mentre nel 1950-51 i gol di Celio e Costa firmano il 2-0 con cui il Padova torna alla vittoria nel più antico derby del triveneto. L'anno seguente, in una stagione difficile per entrambe le squadre, a Padova finisce 0-0. A fine anno Padova in B e Triestina salva solo grazie allo spareggio con la Lucchese ( a Lucca finì 3-3 con Boscolo protagonista, quando si dice il destino...).

Il 13 novembre 1955 è la volta del primo Padova-Triestina con Nereo Rocco sulla panchina di casa, e per l'Unione finisce male. 4-0 per i biancoscudati, con il secondo gol firmato dal triestino Sergio Pison. Arbitro Concetto Lo Bello, per dare un tocco in più di leggendarietà alla situazione. Nel 56-57, anno della nostra prima retrocessione in B, a Padova finisce 1-1 con rete alabardata di Renosto. La Triestina ritorna subito in A, e nel 1958-1959 visita il Padova all'ultima giornata. La Triestina già matematicamente retrocessa pareggia 2-2 con due gol di Santelli a recuperare il doppio vantaggio biancoscudato. Fu l'ultimo Padova-Triestina di Serie A e anche, ahinoi, l'ultima partita della Triestina in Serie A in assoluto.

[continua...] 

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15 ore fa, LungomareNatisone ha scritto:

Cattai ha/aveva un bar a Muggia dove andavo a vedere le partite quando abitavo lì, nella via che va da piazza Marconi all'inizio della galleria

pol esser che adesso ga ciolto in man el fio la sua attività? el bar dovessi esser vizin la BELLISSIMA struttura de arte (?) moderna (?) che perfettamente (?) se staglia sul panorama muggesano

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11 minuti fa, Euskal Herria ha scritto:

pol esser che adesso ga ciolto in man el fio la sua attività? el bar dovessi esser vizin la BELLISSIMA struttura de arte (?) moderna (?) che perfettamente (?) se staglia sul panorama muggesano

Pol esser sì, l'ultima volta che son passà davanti iera chiuso, poi xe stado el lockdown e desso non abito più a Muggia quindi no savessi

Sulla seconda parte leggo tra le righe dell'ironia?

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Iero muletto non me ricordo l'anno sarà comunque una trentina de anni fa e mio zio me gá portado a veder un Padova-Triestina, da bon carabinier el mostra el tesserin fazendone entrar gratis sbaiando ovviamente curva, se ritrovemo in mezzo ai ultras del Padova,al loro gol me gá toccado alzarme in pie fazendo finta de gioir per poi goder in silenzio quando la gavemo pareggiada ??

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LA STORIA DI PADOVA-TRIESTINA. GLI ANNI 60, 70, 80, DISCESE ARDITE E RISALITE. 

Ci eravamo lasciati con l'ultimo derby di A, nonché ultima partita in assoluto della Triestina nella massima serie. Era il 1959 e ci sarebbero voluti quattro anni per riavere di nuovo il derby in campionato, con la retrocessione dei padovani in B dopo i fasti di Nereo Rocco e Kurt Hamrin.

Prima però, nel gennaio 1961, ci fu spazio per ol primo confronto in Coppa Italia vinto dai biancoscudati per 1-0 con gol di Humberto Rosa.

La Triestina, che nel frattempo era addirittura retrocessa in C, ritrova la consuetudine della trasferta all'Appiani alla vigilia di natale 1962 quando viene travolta dal Padova per 4-0. La storia degli anni sessanta prosegue poi con altre due sconfitte per 1-0 a Padova anche nei due anni seguenti e la retrocessione alla fine del 1964-65.

Nel 1969-70 ecco il primo Padova-Triestina di Serie C, e ancora una sconfitta per 2-1 (per l'Unione in gol Tugliach). Sarà sconfitta anche l'anno dopo (2-0) e poche settimane più tardi arriverà anche la nostra prima - drammatica - retrocessione in Serie D con in panchina proprio quel Sergio Pison protagonista del Padova di Rocco.

Dopo una pronta risalita alabardata, il ritornello delle sfide all'Appiani fu sempre il solito con tre sconfitte consecutive in due stagioni e sempre per 1-0: nel 1972-73 solo in campionato, nel 1973-74 anche in Coppa Italia di C in una stagione resa ancor più amara da un'altra retrocessione in D.

Dopo due anni in quarta serie, l'annata 1976-77 ci portò in dono un'altra sconfitta (per 1-0, neanche a dirlo...). La fine del decennio fu invece più clemente e arrivarono due pareggi nella città del Santo: nel 1977-78 un 1-1 con firma rossoalabardata del compianto Paolo Dri, l'anno seguente uno 0-0. Questa volta a retrocedere furono loro, mentre la nostra amata Unione mancò la promozione in B nel tragico spareggio di Vicenza contro il Parma.

Dopo un anno di purgatorio padovano in C2, il nostro superclassico infiammerà gli anni ottanta come si è visto nei ricordi e negli aneddoti che in tanti avete postato. Nel 1981-82, a San Valentino, l'Unione di Buffoni sbanca l'Appiani per 1-0 con un tiro dalla distanza di Dreolini per una vittoria in quel di Padova che mancava da ben 32 anni. Nel 1982-83, l'Unione di Buffoni guidata dalle magie di Ascagni e dai gol di Totò De Falco stravince il campionato di Serie C polverizzando la concorrenza a suon di record eppure quel campionato ha un piccolo neo: il 28 novembre, sotto un diluvio incessante, il Padova vince 1-0 con gol di Bozzi su rigore. Dalla settimana seguente riprenderà la marcia trionfale e a fine anno, alle spalle dell'Unione sarà promosso proprio il Padova.

Nel 1983-84, dunque, dopo vent'anni il derby più antico del nordest torna a giocarsi in Serie B. E ovviamente vince di nuovo il Padova 1-0, in un Appiani veramente stregato per i nostri colori. Il 1984-85 vede un'Unione in piena lotta promozione pareggiare a Padova per 1-1 (aut. di Sorbillo) e perdere contatto da Lecce e Perugia, mentre una tentata combine costerà ai biancoscudati il declassamento all'ultimo posto e la retrocessione. Nel 1987-88 il Padova torna in B e torna anche il solito maledetto "1-0 per loro". Nel 1989-90, dopo il nostro anno di castigo in C, va un po' meglio e portiamo via un punticino (1-1, gol di Trombetta) mentre il 1990-91 porterà con sé l'ennesimo 1-0 nell'ultimo Padova-Triestina giocato al mitico stadio Appiani.

Il derby tornerà nove anni dopo, ma nel freddo, asettico ed orrendo Euganeo l'atmosfera sarà diversa e la magia scomparsa.

 

[continua...] 

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Eh beh, l'unica partita del calcio italiano disputata dalla serie A alla D non potra' mai essere banale... vera classicissima del calcio di provincia, il discorso di Rocco non è certo l'unico motivo di fascino.

Fra l'altro, amando le statistiche e favorito dal periodo, ho impiegato una mezzoretta del mio tempo per arrivare al fatto che nei 67 precedenti di campionato ( conteggiati dalla A a girone unico del 1929/30, come si usa solitamente) il bilancio è nella parita' piu' perfetta che si possa immaginare : 23 vittorie a testa, 21 pareggi,  67 reti realizzate da entrambe !....

Personalmente, avendo visto il primo derby nel 1977 - mi pare - risolto da un gol di Dri in mischia a pochissimo dalla fine, ho potuto assistere a un notevole cambiamento nel rapporto fra le due curve, sempre di grande rivalita' ma oggi improntato a un rispetto reciproco praticamente inesistente negli anni '80 , dove tafferugli non di poco conto ci furono sia fuori dal Grezar che dall'Appiani ( celebri quelli del 1983 dietro la curva nord biancoscudata in un clima da vera guerriglia, con gli ultra' di casa ad arrivare in corteo e i nostri ad attenderli ).

 All' Appiani, stadio particolarissimo nella sua conformazione ( tre quarti della sua capienza erano costituiti dall'immensa gradinata) ci sono stato piu' volte. E a differenza dell'Euganeo, nato brutto, per quanto vecchissimo era di grande fascino, la sensazione era di essere in campo.  Ricordo in particolare i primi due derby in B degli anni '80, quello perso nell'autunno del 1983 contro il Padova del debuttante Agroppi in panchina, gol di Boito da calcio d'angolo e due gol annullati a De Falco da Lamorgese di Potenza per offisde, e a distanza di 37 anni dico ancora che il secondo era buono...Il finale fu incandescente anche per le provocazioni di Fanesi, terzino sinistro passato dall' Udinese ai bianchi, uno dei giocatori che più ho detestato nella vita. L 'anno successivo, quello della mancata promozione, vide il nostro pareggio su  autorete di Orazio Sorbello in capo a un secondo tempo dove i padroni di casa non superarono pressoche' mai la metacampo, sotto quella curvetta dove non ci sarebbe entrato piu' uno spillo e che al pari entro' quasi in campo. Che tempi.

Va detto che se fra gli ultra' c'erano spesso storie tese, fra i club il discorso era diverso, Rivalita' ma sempre grande rispetto e senso di vicinanza. Non solo per il comune passato di Rocco, che mai come a Padova si senti' a casa sua, ma per un discorso piu' ampio, di due citta' piccole ma allo stesso tempo grandi. Come testimoniato da Gianadolfo Trivellato, cronista della Triestina sul Piccolo e poi per anni cantore dei biancoscudati sul Mattino, o dal grande Giorgio Lago, storica firma sportiva del Gazzettino, grande amico di Rocco e ammiratore di entrambe le squadre. Se la sempiterna invettiva  " Slavi " con tanto di striscioni inerenti come quello del 1983 della curva padovana e' sempre stata giustamente bollata come assurda da noi che la storia la conosciamo, altrettanto assurdo era l'epiteto  " contadini " con tanto di galline liberate rivolto a una citta' la cui arte e cultura è nota in tutto il mondo, Esagerazioni da tifosi. Ma che alla fine, confermano la particolarita' del rapporto che ci lega.

 

Modificato da andyball
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4 ore fa, andyball ha scritto:

Eh beh, l'unica partita del calcio italiano disputata dalla serie A alla D non potra' mai essere banale... vera classicissima del calcio di provincia, il discorso di Rocco non è certo l'unico motivo di fascino.

Fra l'altro, amando le statistiche e favorito dal periodo, ho impiegato una mezzoretta del mio tempo per arrivare al fatto che nei 67 precedenti di campionato ( conteggiati dalla A a girone unico del 1929/30, come si usa solitamente) il bilancio è nella parita' piu' perfetta che si possa immaginare : 23 vittorie a testa, 21 pareggi,  67 reti realizzate da entrambe !....

Personalmente, avendo visto il primo derby nel 1977 - mi pare - risolto da un gol di Dri in mischia a pochissimo dalla fine, ho potuto assistere a un notevole cambiamento nel rapporto fra le due curve, sempre di grande rivalita' ma oggi improntato a un rispetto reciproco praticamente inesistente negli anni '80 , dove tafferugli non di poco conto ci furono sia fuori dal Grezar che dall'Appiani ( celebri quelli del 1983 dietro la curva nord biancoscudata in un clima da vera guerriglia, con gli ultra' di casa ad arrivare in corteo e i nostri ad attenderli ).

 All' Appiani, stadio particolarissimo nella sua conformazione ( tre quarti della sua capienza erano costituiti dall'immensa gradinata) ci sono stato piu' volte. E a differenza dell'Euganeo, nato brutto, per quanto vecchissimo era di grande fascino, la sensazione era di essere in campo.  Ricordo in particolare i primi due derby in B degli anni '80, quello perso nell'autunno del 1983 contro il Padova del debuttante Agroppi in panchina, gol di Boito da calcio d'angolo e due gol annullati a De Falco da Lamorgese di Potenza per offisde, e a distanza di 37 anni dico ancora che il secondo era buono...Il finale fu incandescente anche per le provocazioni di Fanesi, terzino sinistro passato dall' Udinese ai bianchi, uno dei giocatori che più ho detestato nella vita. L 'anno successivo, quello della mancata promozione, vide il nostro pareggio su  autorete di Orazio Sorbello in capo a un secondo tempo dove i padroni di casa non superarono pressoche' mai la metacampo, sotto quella curvetta dove non ci sarebbe entrato piu' uno spillo e che al pari entro' quasi in campo. Che tempi.

Va detto che se fra gli ultra' c'erano spesso storie tese, fra i club il discorso era diverso, Rivalita' ma sempre grande rispetto e senso di vicinanza. Non solo per il comune passato di Rocco, che mai come a Padova si senti' a casa sua, ma per un discorso piu' ampio, di due citta' piccole ma allo stesso tempo grandi. Come testimoniato da Gianadolfo Trivellato, cronista della Triestina sul Piccolo e poi per anni cantore dei biancoscudati sul Mattino, o dal grande Giorgio Lago, storica firma sportiva del Gazzettino, grande amico di Rocco e ammiratore di entrambe le squadre. Se la sempiterna invettiva  " Slavi " con tanto di striscioni inerenti come quello del 1983 della curva padovana e' sempre stata giustamente bollata come assurda da noi che la storia la conosciamo, altrettanto assurdo era l'epiteto  " contadini " con tanto di galline liberate rivolto a una citta' la cui arte e cultura è nota in tutto il mondo, Esagerazioni da tifosi. Ma che alla fine, confermano la particolarita' del rapporto che ci lega.

 

Bello sto intervento con dettagli, soprattutto per me che sto raccontando alcuni di quegli incontri potendomi basare solo sull'immenso archivio del piccolo e sul certosino lavoro che ho fatto nel lockdown per catalogare TUTTE le partite della storia della Triestina (mancano solo le amichevoli estive) 

E ora posto la storia di tutti i protagonisti della storia intrecciata di Triestina e Padova 

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I PERSONAGGI DI PADOVA-TRIESTINA, GLI EX E I DOPPI EX

GLI EX ATTUALI. In questa rassegna dei giocatori, allenatori e dirigenti che hanno impresso il loro nome nelle storie di queste due gloriosissime e importanti società, partiamo da quelli di oggi. I nostri ex in campo sono Granoche (al Padova in B da luglio a dicembre 2012 con 21 presenze e 2 gol), Simone Calvano (da gennaio a giugno 2019, 13 presenze), Gianluca Litteri (9 partite in biancoscudato prima del lockdown) e Vincenzo Sarno ( 16 volte in campo con la maglia del Padova da gennaio 2018 a gennaio 2019). Tra le fila dei padovani nessun nostro ex, mentre entrambi gli allenatori hanno occupato anche la panchina avversaria. Mandorlini fu alla guida della Triestina nel 1998-99, mentre Bepi Pillon allenò i biancoscudati nel 2015-16 dopo averci militato già da giocatore con 129 presenze tra il 1977 e il 1981.

In tempi recenti sono numerosi i giocatori che hanno giocato per entrambe le squadre negli anni scorsi. Il più recente in assoluto è Paolo Frascatore, passato proprio dalla Triestina al Padova lo scorso gennaio. Prima di lui - dai primi anni duemila ad oggi - Perisan, Longhi, Dettori, Turea, Bedin, Thomassen, Pasquato, Calderoni, Pelizzoli, Ruopolo, Ardemagni, Francesco Carbone, Di Venanzio, Andrea Gentile ed Eder Baù (portati a Padova da Ezio Rossi nel 2007), Zeoli, Roberto Colombo, Porcari e Lorenzo Rossetti.

Il novecento si chiude con Pavanel che chiude la carriera al Padova nel 1999-2000 dopo essere stato una colonna degli anni novanta alabardati. Sempre in quel decennio fecero invece parte delle giovanili biancoscudate alcuni ragazzi poi protagonisti con la maglia della Triestina come Marco Rigoni e Andrea Pinzan. Tra quelli dalla doppia militanza anche Gianluca Coti, mentre nell'ultima Serie A dei patavini in campo c'era il futuro allenatore dell'Unione "Nanu" Galderisi così come alla storica salvezza dei padovani contro il Genoa contribuì anche l'ex alabardato Carlo Perrone. Tra i protagonisti del Padova che ritornò in massima serie nel 94 c'erano invece due protagonisti delle due formazioni alabardate più amate degli ultimi anni: Ferdinando Ruffini e un giovanissimo Andrea Boscolo ancora lontano dal diventare un'eroe di Lucca con la testa fasciata. Negli anni immediatamente precedenti giocò nel Padova anche Roberto Simonetta, mentre negli ultimi confronti giocati all'Appiani e al Grezar i pali biancoscudati erano protetti da Guido Bistazzoni e la regia dei nostri avversari era affidata a Daniele Pasa.

Gli anni ottanta, anni di grande rivalità, offrono invece pochissimo da questo punto di vista. Rientra in questa speciale il solo Paolo De Toffol, portiere padovano degli anni ottanta e preparatore dei portieri a Trieste nelle ultime due stagioni di B. Prima di allora, in un'epoca in cui i trasferimenti erano meno frequenti, giocarono sia con il Padova che con la Triestina Luciano Bartolini, Ciclitira, Paina, Goffi, Novelli, Tortul fino ad arrivare alla fine degli anni cinquanta e all'epoca di Nereo Rocco alla guida del Padova. 

El Paròn raggiunse risultati storici per il Padova dopo il secondo posto con la Triestina del 1948, e in quel Padova rimasto nella storia c'erano parecchi pezzi di Unione e di triestinità. Senz'altro Ivano Blason, colonna sia di quell'Unione che di quel Padova. E poi Sergio Pison, triestino che venne lanciato proprio da Rocco e futuro allenatore dell'Unione, Enore Boscolo che fu fondamentale in quel Padova con 118 presenze in alabardato nel curriculum, Corrado Zorzin sempre in campo nella Triestina 1948 e titolare nel Padova di Rocco che vinse la B. Senza dimenticare Sergio Brighenti prelevato proprio dalla Triestina e quelli che giocheranno in alabardato negli anni a venire come Gigi Radice ed Aurelio Milani. 
Tra il Rocco allenatore della Triestina e quello allenatore del Padova, trovò spazio nei biancoscudati sotto la guida di Pasinati gli ex Unione Ganzer, Secchi e Sessa. Nel 1951 l'Unione prelevò dal Padova l'argentino José Curti, così come due anni prima dai veneti arrivò l'inglese Charles Adcock. Il percorso inverso lo fece invece Gino Colaussi che nel 1946 passò al Padova dopo essere stato un'autentica leggenda della storia rossoalabardata. Il primo trasferimento in assoluto tra le due squadre fu però quello del polesano Mario Villini, che figura nella rosa della Triestina del primo campionato di A del 1929-30 e fu prelevato proprio dal Padova. 

E GLI ALLENATORI? Detto in apertura degli attuali mister Pillon e Mandorlini, sono nel corso della storia molti gli allenatori che hanno guidato entrambe le squadre. Alcuni con fortune alterne, altri vincendo o regalando momenti storici ad entrambe le tifoserie. Se parlate di Nereo Rocco sarebbe quasi banale e superfluo, è impossibile non citare Adriano Buffoni che con la Triestina vinse la C1 1982-83 e prima di tornare all'Unione con la vittoria della Coppa Italia di C nel 1994 riportò il Padova in B nel 1987. 
In tempi recenti - ovvero dalla fine degli anni novanta ad oggi - hanno occupato entrambe le panchine anche Attilio Tesser, Ezio Rossi, Alessandro Calori, Paolo Beruatto e Franco Varrella. Sul finire degli anni ottanta il Padova fu guidato da Enzo Ferrari, che subentrò proprio a Buffoni. 
Più indietro nel tempo troviamo alla guida di ambedue le squadre due ungheresi: uno è Lajos Kovács, l'altro non lo voglio nemmeno nominare ma è famoso per una maledizione che lanciò al Benfica e vista la jella cronica di Triestina e Padova chissà che centri qualcosa il suo passaggio a queste latitudini.... 

PADOVANI A TRIESTE E TRIESTINI A PADOVA 
Se è vero che un triestino come Nereo Rocco ha fatto letteralmente la storia del Padova, è anche vero che non è l'unico ad esser nato in una città giocando anche per la città "nemica". Oltre a lui, altri triestini che hanno fatto parte della storia del Padova sono Walter Lenardon, Sergio Pison, Sessa e Ciclitira, mentre l'ultimo triestino ad indossare la maglia del Padova fu Giulio Giacomin che giunse al capoluogo dopo anni di militanza nel Cittadella. Al contrario, tra i padovani che hanno militato nell'Unione in tempi recenti troviamo Marco Rigoni, Marco Beccaro, Cristian Pasquato e Andrea Pinzan, oltre all'ultimo in ordine cronologico che è Alberto Salata e qualcuno più indietro negli anni come Carlo Perrone. 

[continua] 

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LA STORIA DI PADOVA-TRIESTINA(ultima parte) . DALLA C2 AI GIORNI NOSTRI

Gli anni 90 di Padova e Triestina si aprono con il trasloco di entrambe le squadre nei rispettivi nuovi stadi, costruiti per dare una più accogliente ai propri tifosi rispetto ai vecchi e troppo piccoli Appiani e Grezar. Il nuovo stadio, tuttavia, non porterà grande fortuna a nessuna delle 2. La Triestina nel 1994 fallisce per la prima volta e si trova a disputare sei campionati di C2, il Padova non fallisce ma dopo avere riassaporato la A precipita in C2 nel giro di tre anni sotto la tremenda gestione Viganò.

E così il derby di Rocco torna a giocarsi in C2 nel 1999-2000, nella categoria più bassa di sempre (fino a quel momento...). A Padova finisce 4-2 per i biancoscudati che trafiggono per 4 volte il povero Pelizzoli prima di una tardiva reazione alabardata con i gol di Totò Criniti e Furlanetto. A fine stagione il Padova resterà addirittura fuori dai playoff, dove la Triestina verrà invece battuta in semifinale dalla Vis Pesaro dopo aver buttato via la promozione a Gubbio. L'anno dopo, dunque, entrambe ancora in C2 con ambizioni di promozione : al contrario dell'83 questa volta è il Padova a vincere il campionato, mentre la Triestina di Ezio Rossi verrà promossa dopo i playoff. La stagione si apre con la Coppa Italia di C, dove nel girone estivo - poi vinto dal Mestre - finisce 1-1 con gol alabardato di Micciola. In regular season finisce invece 0-0 alla penultima giornata, con i biancoscudati già promossi e l'Unione che si assicura i playoff.

Promozione a braccetto e quindi C1, col derby che si presenta già alla sesta giornata. La Triestina sbaglia un rigore, colpisce due traverse e viene colpita da Maniero. Allo scadere un'azione di Parisi e Cortellazzi porta al gol di Abbruscato che gela l'Euganeo e regala il pareggio ai tifosi alabardati. A fine anno quell'Unione entra nella storia con la celebre finale degli Eroi di Lucca e così per rivedere il derby in campionato bisognerà aspettare otto anni, quando il Padova raggiungerà la tanto cercata promozione in B. Prima però, nell'estate del 2005 ci sarà tempo per un altro Padova-Triestina di Coppa Italia: 3-0 a tavolino per i padovani a causa dell'impiego di Baù squalificato.

Il derby in campionato ritorna nel 2009-10, addirittura per due volte. Prima in campionato, poi nell'andata del derby-playout che ci condannerà alla retrocessione. Finiscono entrambe 0-0, con un totale approssimativo di 3 tiri in porta in due partite all'Euganeo tra regular season e spareggio. A fine anno, complice il fallimento dell'Ancona, la Triestina viene ripescata e così entrambe le compagini partecipano alla B. Il Padova viaggia nelle zone alte e a fine stagione perde la finale playoff contro il Novara, la Triestina invece passa l'intero campionato in zona retrocessione con una squadra non adeguata alla categoria. Ciononostante, a febbraio un gran gol di Ettore Marchi gela il pubblico di casa e regala all'Unione la prima vittoria all'Euganeo e un successo in trasferta sul Padova che mancava da 29 anni esatti.

Da quel momento in poi la Triestina entra in un vortice di disastri con retrocessione sul campo in C2, fallimento, ripartenza dall'Eccellenza e il passaggio della proprietà da un figlio di pu****a all'altro (scusate l'eleganza, se conoscete altri termini adeguati fatemelo presente). Il Padova resiste in B fino all'estate 2014 quando non si iscrive al campionato e riparte dai dilettanti, dove ritrova ovviamente noi in una storia del derby che come detto in apertura vede spesso le squadre a braccetto e a vivere le stesse emozioni - positive o negative che siano - a distanza di pochissimi anni. All'Euganeo, il 2 novembre 2014, la Triestina ci si presenta come vittima sacrificale contro un Padova costruito per ammazzare il campionato. E così è, o meglio sembra. I biancoscudati chiudono la Triestina nella propria area, e dopo ripetuti assalti trovano il vantaggio ad una decina di minuti dal termine. All'ultimo minuto però, sull'unica azione offensiva della partita, la Triestina guadagna un rigore che l'impresentabile Ivo Bez trasforma facendo esplodere il settore ospiti. A fine anno il Padova va in C e due anni dopo ci arriverà anche l'Unione, trovando in terza serie un Padova costruito per vincere il campionato. A Padova quell'anno ci furono due sfide in 4 giorni, la prima delle quali in campionato con il Padova che nell'anticipo del venerdì si impose per 2-1 (gol alabardato di Meduri). Pochi giorni più tardi in coppa di categoria, invece, finirà 5-0 per il Padova in quella che è la nostra peggiore debacle nella città di Tito Livio.

In conclusione, il computo totale dei confronti in terra padovana vede 41 sfide. Di queste, solo 5 sono terminate con l'Unione vittoriosa mentre sono 21 le vittorie biancoscudate e 15 i pareggi.

Spero vi sia piaciuto questo contributo, e che vinca il migliore. Anzi, speremo de no

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