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I suntini sandrini di lunedì 1 marzo 2021


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LUNEDÌ 1 MARZO 2021

- Una partita condizionata dallo svantaggio iniziale e dal dover sempre rincorrere, con un handicap che ha giocoforza portato via parecchie energie fisiche e mentali alla Triestina: così mister Pillon spiega il pareggio con l'Arezzo e i rischi corsi nel finale. «Dopo due minuti siamo andati sotto -afferma il tecnico alabardato - siamo stati bravi a recuperarla e poi subito di nuovo sotto su un'altra punizione, a quel punto è diventata complicata. Avevo avvertito che l'Arezzo era in un buon momento ed è una squadra molto diversa da qualche tempo fa. È vero che siamo stati meno brillanti, ma abbiamo fatto la nostra partita, probabilmente è subentrata un po' di stanchezza dopo tante gare di fila». Paradossalmente, la Triestina del primo tempo è stata migliore, mentre dopo il pareggio nella ripresa la squadra si è spenta rischiando nel finale. Se ne è accorto anche Pillon, che non a caso è corso ai ripari e spiega in questo modo anche le sue mosse dalla panchina: «Nel primo tempo abbiamo fatto bene sul piano delle occasioni, abbiamo costruito tantissimo anche se raccolto meno di quanto seminato, mentre loro hanno tirato solo sulle due punizioni. Nella seconda parte, paradossalmente dopo il 2-2 abbiamo rischiato forse più noi. Da qui la scelta di mettere in quel momento un centrocampista più di contenimento, perché vedevo che c'erano delle difficoltà, ci eravamo allungati molto e non eravamo più corti. E nel finale abbiamo avuto delle difficoltà anche per il dispendio di energie fisiche e mentali spese per recuperare». La sostituzione di Rizzo per Sarno, dunque, non è certo una bocciatura per il fantasista napoletano, che anzi è stato uno dei migliori, come conferma Pillon: «Giocando con Sarno, Procaccio e due punte siamo una squadra molto offensiva e magari qualche ripartenza la possiamo concedere. In quel momento di stanchezza generale ho quindi fatto quel cambio per i motivi che ho detto, non certo perché Sarno ha fatto male, anzi ha giocato molto bene». Di certo, partire ancora una volta con l'handicap non ha aiutato: «Purtroppo è un periodo nel quale appena ci tirano in porta fanno gol - osserva il tecnico alabardato - dobbiamo cercare di evitarlo e lavorare su questo. Dispiace non aver vinto, ma quando non si può vincere non si deve perdere: è un punto che permette di guardare avanti e dare continuità di risultati. Va accettato, anche se so che erano meglio i tre punti».

- Brindisi l'Allianz ha perso compromettendo la prestazione con un primo quarto horror, concedendo 18 punti nei primi cinque minuti. Lo scrive Roberto Degrassi: un avvio choc stigmatizzato anche da Eugenio Dalmasson nel dopogara. «Cattiva partenza, siamo entrati in partita tardi». Apprezzabile lo sforzo compiuto nel secondo tempo con una rimonta che ha visto i biancorossi arrivare a 100 secondi dalla sirena con il possesso della possibile parità.Primo quarto negativo, quindi. Avete la sensazione di un deja-vu? Non sbagliate. Per curiosità siamo andati a rivedere l'andamento di tutti gli incontri disputati in questa stagione dall'Allianz. Diciannove gare in tutto.In 14 casi Trieste si è trovata sotto alla fine dei primi dieci minuti. Quattro volte è riuscita a raddrizzarla (a Sassari, Cremona, Casalecchio di Reno contro la Fortitudo e nella storica vittoria a Milano), in altre dieci occasioni invece non c'è stato niente da fare.Inoltre per sette volte la difesa biancorossa ha concesso agli avversari 25 punti o più nel primo quarto e solamente in un frangente alla fine è uscita vincente. Era successo al PalaRadi di Cremona, dove al 10' la Vanoli guidava 25-24 e venne poi sepolta negli altri 30 minuti (finale 80-101).D'accordo, i numeri possono anche essere talvolta noiosi ma in questo caso hanno un significato e parlano da soli. L'avvio pessimo al PalaPentassuglia non rappresenta un episodio isolato, aperto dalla sconcertante penetrazione di Darius Thompson con la difesa triestina ferma a fissarlo.L'avvio soft è una preoccupante costante dell'intero campionato biancorosso. Nonostante le dichiarazioni delle vigilie e le promesse di intensità agonistica sin dalla palla a due, quasi sempre - lo dicono i dati - l'approccio al match da parte dell'Allianz è svagato, con una difesa troppo permissiva e spesso è anche il parziale nel quale Trieste perde il maggior numero di palloni. Trieste in sostanza è un diesel ma questo comporta uno spreco enorme di energie fisiche e mentali per tentare ogni volta il recupero. Si può evitare? Sì.Passa anche dalla soluzione di questo problema il futuro della squadra nelle prossime settimane. La sfida con Cantù all'Allianz Dome domenica sera e quella del sabato successivo a Casalecchio di Reno ospiti di Reggio Emilia valgono punti pesanti, quelli che per intenderci significano consolidarsi tra le prime otto oppure vedere avvicinarsi chi ora insegue. Sarebbe un delitto continuare a commettere lo stesso errore. Partire bene non significa ipotecare la vittoria ma è già un bell'andare... 

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