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Allenatori di oggi, sopravvalutati e sottovalutati


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Apro come richiesto la discussione.

Si parla di allenatori in attività, quindi la discussione su Rocco o Trapattoni sottovalutati o su Manlio Scopigno vecchio volpone non è questa.

Fra gli allenatori in attività, chi gode secondo voi di fama esagerata e chi invece meriterebbe più considerazione?

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La fama esagerata può talvolta essere dovuta ad una grande capacità comunicativa, che tutto sommato è una delle skill che un buon allenatore deve avere.  E non é certo la meno importante, perché match analyst, preparatori, dietologi, tattici, vice, ecc. che noi non conosciamo giocano spesso un ruolo fondamentale nei risultati che lavsquadra ottiene sul campo.

Detto questo:

Tra i sopravvalutati metto intanto Di Francesco

 

Tra i sottovalutati

Fonseca, Petkovic, Gautieri:up:

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Dico la mia, con una premessa: per me, il sistema più sciocco per giudicare un allenatore è anche il più usato, ovvero limitarsi a guardare la bacheca.

Che ha la sua importanza, evidentemente, a patto che non si dimentichi che il compito dell'allenatore del Bayern Monaco chiamato a vincere la Bundes presenta oggettivamente meno ostacoli rispetto a quello di Cosmi chiamato a salvare il Crotone.

Credo che allenare una big europea, ovvero sostanzialmente un insieme di multinazionali, sia un mestiere diverso rispetto a cercare di salvare dalla retrocessione una provinciale.

Diverso, non necessariamente più facile o difficile.

E queste differenze devono essere tenute presente, a meno di non voler mettere sulla linea di partenza di un Gran Premio una Mercedes, una Tipo e una Smart e stabilire che il pilota che vince è il più bravo.

Evidentemente, dire a Ronaldo che la prossima punizione non la battera' lui, quando Ronaldo dando un'occhiata alle Champions in bacheca nella sala trofei della Juventus può dire di averne vinte più del doppio lui da solo, deve essere complicato molto più che farlo con Lapadula.

Ma avere Ronaldo è meglio che avere Lapadula, converrebbe Catalano.

Tutto questo per dire che mi da' molto fastidio quando in una ipotetica graduatoria fra i migliori allenatori di tutti i tempi ci trovo Zidane in virtu' delle sue tre Champions (chiedere info alle avversarie sui particolari arbitrali) e magari non c'è Brian Clough (sacrilegio!)

Ma insomma, dopo questo pippone iniziale al quale però tenevo molto,  vado coi primi tre che mi vengono in mente fra i sopravvalutati, che sono Di Francesco, De Zerbi e Giampaolo.

Mi riservo di motivare su richiesta, ma non so se sia necessario.

Fra i sottovalutati, inizio con uno sottovalutato da me, dicendo mea culpa mea culpa mea maxima culpa a proposito di quando me la presi con Abramovich per aver cacciato Lampard.

Mi riferisco evidentemente a Tuchel, e cito uno straniero per ragioni che spieghero' dopo.

In serie A, attualmente, dando Pioli per scontato, due allenatori che mi piacciono parecchio, e che non mi paiono godere di tutta la considerazione che meriterebbero, sono Juric e il nostro ex Gotti.

Entrambi hanno un difetto nella comunicazione che adoro, e che per me difetto non è: dicono quel che pensano, come al bar, e questo me li rende simpatici.

Ma a parte questo, Juric ha fatto l'anno scorso robe turche con una squadra che io davo per retrocessa senza se e senza ma.

Per ringraziarlo gli hanno venduto i migliori, e lui prima si è un pò incazzato e poi ha messo su un'altra squadra dal rendimento per me clamoroso rispetto al valore complessivo dei singoli.

Una squadra dove la mano del mister e' a mio parere evidente.

Gotti invece è l'antitesi esatta del personaggio, appare dimesso ma secondo me l'Udinese è messa in campo con intelligenza e raziocinio, e affrontarla è letteralmente una rogna per tutti.

A proposito di quanto scritto all'inizio, prendere una squadra seria indiziata a retrocedere, porsi l'obiettivo non di salvarla ma di portarla a metà classifica e riuscirci, non è nei miei parametri meno meritevole che vincere la Premier col City. 

L'ultimo che nomino devo spiegarlo, ed è Claudio Ranieri.

Torno indietro di trent'anni, partecipavo un corso allenatori a Belluno e il docente era tale Canavacciuolo, non il cuoco ma un (allora) trentenne con conoscenze calcistiche da lasciare a bocca aperta.

Uno che poi ha scritto libri su libri, e che allora lavorava nel settore giovanile del Cagliari.

L'allenatore di quel Cagliari era Ranieri, e lui me ne parlava con una ammirazione che sconfinava nella devozione.

"Questo ne sa più di chiunque", diceva.

Roba che mi è tornata in mente, molti anni dopo, quando a Leicester Ranieri fece quel che fece, e che resta una roba con pochi eguali nella storia del calcio.

Ma parlavo prima di Lampard e Tuchel, e qua sta il collegamento.

Frankie Lampard è stato un centrocampista che ho adorato, essenzialmente per una cosa: la incredibile capacità di fare decine di gol tutti uguali, inserendosi con scelta di tempo mirabile senza palla per poi metterla dentro spesso di prima, mormalmente di piatto.

Una volta, in una intervista, un giornalista inglese chiese a Lampard di questa sua capacità, e lui rispose sorridendo con un nome e un cognome: "Claudio Ranieri".

La cosa mi ha colpito molto, tanto quanto ciò che vidi alla tv dopo il fischio finale di un Roma-Chelsea di Coppa, ovvero a fine partita John Terry, praticamente un avanzo di galera, correre a torso nudo da Ranieri e poi parlargli come si parla a un vecchio amico per il quale hai ammirazione sconfinata.

Ho pensato: "questo deve essere bravo davvero".

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Faccio solo una piccola premessa storica: credo che il miglior allenatore di sempre è stato probabilmente Ernst Happel: personaggio troppo "enorme" che non saprei riassumere in un post sul forum, in Europa Continentale è considerato una vera e propria divinità mentre in Italia (ma anche in Inghilterra, non a caso due nazioni calcistiche insulari e con una storia a sé) è semisconosciuto dai più.

Anche se i personaggi più "influenti" sono stati probabilmente due, per motivi opposti: Herbert Chapman, colui che ha fissato i dettami del calcio britannico per almeno cinque decenni (almeno fino alla metà degli Anni Sessanta) e che ha inventato il calcio verticale e Johann Crujiff, la sua influenza sia da giocatore che da tecnico è stata davvero enorme e imparagonabile a qualsiasi altro personaggio di questo sport.

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27 minuti fa, forest ha scritto:

Dico la mia, con una premessa: per me, il sistema più sciocco per giudicare un allenatore è anche il più usato, ovvero limitarsi a guardare la bacheca.

Che ha la sua importanza, evidentemente, a patto che non si dimentichi che il compito dell'allenatore del Bayern Monaco chiamato a vincere la Bundes presenta oggettivamente meno ostacoli rispetto a quello di Cosmi chiamato a salvare il Crotone.

Credo che allenare una big europea, ovvero sostanzialmente un insieme di multinazionali, sia un mestiere diverso rispetto a cercare di salvare dalla retrocessione una provinciale.

Diverso, non necessariamente più facile o difficile.

E queste differenze devono essere tenute presente, a meno di non voler mettere sulla linea di partenza di un Gran Premio una Mercedes, una Tipo e una Smart e stabilire che il pilota che vince è il più bravo.

Evidentemente, dire a Ronaldo che la prossima punizione non la battera' lui, quando Ronaldo dando un'occhiata alle Champions in bacheca nella sala trofei della Juventus può dire di averne vinte più del doppio lui da solo, deve essere complicato molto più che farlo con Lapadula.

Ma avere Ronaldo è meglio che avere Lapadula, converrebbe Catalano.

Tutto questo per dire che mi da' molto fastidio quando in una ipotetica graduatoria fra i migliori allenatori di tutti i tempi ci trovo Zidane in virtu' delle sue tre Champions (chiedere info alle avversarie sui particolari arbitrali) e magari non c'è Brian Clough (sacrilegio!)

Ma insomma, dopo questo pippone iniziale al quale però tenevo molto,  vado coi primi tre che mi vengono in mente fra i sopravvalutati, che sono Di Francesco, De Zerbi e Giampaolo.

Mi riservo di motivare su richiesta, ma non so se sia necessario.

Fra i sottovalutati, inizio con uno sottovalutato da me, dicendo mea culpa mea culpa mea maxima culpa a proposito di quando me la presi con Abramovich per aver cacciato Lampard.

Mi riferisco evidentemente a Tuchel, e cito uno straniero per ragioni che spieghero' dopo.

In serie A, attualmente, dando Pioli per scontato, due allenatori che mi piacciono parecchio, e che non mi paiono godere di tutta la considerazione che meriterebbero, sono Juric e il nostro ex Gotti.

Entrambi hanno un difetto nella comunicazione che adoro, e che per me difetto non è: dicono quel che pensano, come al bar, e questo me li rende simpatici.

Ma a parte questo, Juric ha fatto l'anno scorso robe turche con una squadra che io davo per retrocessa senza se e senza ma.

Per ringraziarlo gli hanno venduto i migliori, e lui prima si è un pò incazzato e poi ha messo su un'altra squadra dal rendimento per me clamoroso rispetto al valore complessivo dei singoli.

Una squadra dove la mano del mister e' a mio parere evidente.

Gotti invece è l'antitesi esatta del personaggio, appare dimesso ma secondo me l'Udinese è messa in campo con intelligenza e raziocinio, e affrontarla è letteralmente una rogna per tutti.

A proposito di quanto scritto all'inizio, prendere una squadra seria indiziata a retrocedere, porsi l'obiettivo non di salvarla ma di portarla a metà classifica e riuscirci, non è nei miei parametri meno meritevole che vincere la Premier col City. 

L'ultimo che nomino devo spiegarlo, ed è Claudio Ranieri.

Torno indietro di trent'anni, partecipavo un corso allenatori a Belluno e il docente era tale Canavacciuolo, non il cuoco ma un (allora) trentenne con conoscenze calcistiche da lasciare a bocca aperta.

Uno che poi ha scritto libri su libri, e che allora lavorava nel settore giovanile del Cagliari.

L'allenatore di quel Cagliari era Ranieri, e lui me ne parlava con una ammirazione che sconfinava nella devozione.

"Questo ne sa più di chiunque", diceva.

Roba che mi è tornata in mente, molti anni dopo, quando a Leicester Ranieri fece quel che fece, e che resta una roba con pochi eguali nella storia del calcio.

Ma parlavo prima di Lampard e Tuchel, e qua sta il collegamento.

Frankie Lampard è stato un centrocampista che ho adorato, essenzialmente per una cosa: la incredibile capacità di fare decine di gol tutti uguali, inserendosi con scelta di tempo mirabile senza palla per poi metterla dentro spesso di prima, mormalmente di piatto.

Una volta, in una intervista, un giornalista inglese chiese a Lampard di questa sua capacità, e lui rispose sorridendo con un nome e un cognome: "Claudio Ranieri".

La cosa mi ha colpito molto, tanto quanto ciò che vidi alla tv dopo il fischio finale di un Roma-Chelsea di Coppa, ovvero a fine partita John Terry, praticamente un avanzo di galera, correre a torso nudo da Ranieri e poi parlargli come si parla a un vecchio amico per il quale hai ammirazione sconfinata.

Ho pensato: "questo deve essere bravo davvero".

Sarei anche abbastanza d'accordo,  ma non capisco perche ritenere sottovalutato Juric, mi pare che i suoi (straordinari, sia ben chiaro) risultati siano evidenziati dai media. Il fatto che alleni il Verona e non una big è motivato dal tempo (è alla seconda stagione da primo) e non dal marketing, secondo me.

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rispondo qua nella discussione venutasi a creare in giornata nel topic delle Coppe europee, dopo il mio post di ieri sera.

Premesso che ognuno vede il calcio come vuole e ci mancherebbe.

Sapevo di creare una discussione quando ho scritto quella frase che ovviamente è un iperbole? ma non addirittura che da questa si aprisse un tema su un altro topic... che dire alla fine il calcio è un gioco e sono gusti personali.

A me il gioco che Mourinho propone non piace granchè, come quello di Simeone, Conte e altri di quello stampo li, MA e ripeto MA li rispetto ovviamente(e ci mancherebbe) è un pur sempre uno stile di gioco lecito che se porta risultati ti può portare alla gioia e a titoli, ovviamente facendo gioire milioni di tifosi di queste squadre che allenano. Anche perchè allenano sempre super team con fior di campioni e budget impressionanti.

Poi oh se alleni il Leicester una squadretta che l'anno prima si era salvata per miracolo quasi a vincere la Premier contro il pronostico di quasi chiunque sano di mente è normale farlo in questo modo, ma appunto parliamo del Leicester, non di top club europei storici come Inter,Juve,Real Madrid ecc.

Ma POTENDO scegliere in generale, preferisco altri allenatori con uno stile di gioco diverso, e anche nel modo in cui si confrontano con i giornalisti...  per dire ultimamente mi piacciono molto gli allenatori tedeschi di questa generazione ma penso sia facile e scontato dirlo ora.

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Premetto che ci sono varie categorie di allenatori e non è facile "incasellarli" in una graduatoria, alla fine quasi sempre si va a gusti e simpatie come spesso accade in una scienza inesatta come il calcio. Ci sono quindi allenatori bravi ad insegnare dal punto di vista strettamente didattico, altri a gestire il gruppo e le situazioni di una stagione, altri ancora che si esaltano in particolari ambienti (big, provinciali, outsider, squadre candidate alla vittoria), eccetera.

A livello internazionale a mio avviso i due più bravi "plasmatori di collettivi" per due motivi opposti rimangono Klopp e Guardiola. Se devo partire da zero un progetto e prendere un allenatore che sappia trasmettere determinati dettami ed insegnamenti vado sul sicuro con il tedesco ed il catalano. Entrambi sono tecnici che hanno delle tare: Klopp pratica un calcio troppo monotematico, il suo collettivo se subisce dei cali di concentrazione o di forma mostra spesso dei limiti in difesa ma anche i fase conclusiva, Guardiola spesso vuole strafare e fare il fenomeno con scelte cervellotiche ed arzigogolate. Però vedere giocare le loro squadre è spesso un piacere agli occhi, almeno per un classico spettatore neutrale. Ed è vero fino ad un certo punto che allenano grandi giocatori: Alexander Arnold e Robertson diventano i migliori terzini d'Europa grazie a Klopp, Salah diventa un campione grazie al tedesco. idem con Guardiola che anche senza Messi, Xavi, Iniesta ha mostrato che su gente come De Bruyne, Cancelo, Ferran ci sa mettere la mano ecco. Sul terzo gradino metto Simeone che per i miei gusti pratica un calcio bruttissimo, un incrocio tra il peggior Capello ed il peggior Mourinho, però è forse il più grande "miracolista" che esiste al giorno d'oggi, un allenatore che riesce davvero tirare fuori il meglio da chiunque, anche dei più scarsi, che riesce a giocare un calcio di pura foga e garra anche con tanti giocatori tecnici e dai piedi buoni (vero Conte?). Ecco, il Cholo lo vedo un po' una sorta di novello Brian Clough, il classico allenatore che è tutt'uno con l'ambiente e la piazza dove allena.

Se devo invece prendere un puro normalizzatore, a mio avviso i migliori sulla piazza sono Allegri, allenatore davvero completo e duttile e senza apparenti punti deboli se non forse nel non dare una chiara impronta di gioco al proprio undici (ma è proprio obbligatorio?) ed il sottovalutato Deschamps. Un tipo che ha portato in finale di Champions il Monaco, vinto con il Marsiglia e la Nazionale Francese, afcendo rendere tante prime donne come Pogba, Griezmann, Mbappé. Didì rientra nel novero di quei classici personaggi che sono stati snobbati sia come calciatori (elemento cardine nella Juve di Lippi e nella nazionale campione nel 98) che come tecnici. Personalmente mi piace anche Flick del Bayern, a mio avviso una giusta sintesi tra il calcio di Guardiola e quello di Klopp, da valutare però nei prossimi anni come si evolve o come si involve. Resta sempre valido Ancelotti, tecnico che ho sempre apprezzato anche se mi sembra demotivato e fine carriera.

Tra i "fuoriclasse di categoria" metto Antonio Conte, tecnico che mi sta sulle balle come pochi, che però rimane una garanzia in quanto a fame, applicazione e voglia di vincere. Rimane però ancora un tecnico con troppe asimmetrie (carattere troppo emotivo e testardo, scarsa duttilità, predilezione per gregari e idiosincrasia per giocatori tecnici) per poterlo annoverare tra i grandi allenatori a livello internazionale. Tra i fuoriclasse di categoria metterei anche il buon Claudio Ranieri, l'idolo di Forest, anche secondo me si tratta di un tecnico sottovalutato come pochi e che è stato artefice di uno dei più grandi miracoli della storia del calcio.

Modificato da atleticoiero
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Io gli allenatori provo a dividerli in tre categorie: i sottovalutati, i sopravvalutati e quelli che nel contesto ideale sono micidiali ma hanno bisogno appunto di quel contesto. 

Non avendo una visione completa del calcio internazionale, mi limito al calcio italiano. Tra i sopravvalutati metto senza se e senza ma Di Francesco e De Zerbi. E il maestro Pirlo, per i toni pomposi con cui ne parlano. 

Tra i sottovalutati mi accodo a Forest che dice Juric e Gotti(una mia rivincita personale, fin dal 2009 quando ritenevo ingeneroso il suo esonero per assecondare i capricci dei senatori) ma ci aggiungo un nome: Vincenzo Italiano. Lo spezia di quest'anno, pur con una rosa con esperienza quasi nulla in Serie A, è una delle squadre più piacevoli da vedere sia per chi vuole semplicemente divertirsi sia per chi vuole vedere una squadra che interpreta le partite come vanno interpretate e copre il campo come va coperto. E in più non dimentichiamoci che Italiano è reduce da due promozioni consecutive con due squadre che non erano assolutamente da promozione e che già alla Vigontina aveva fatto vedere cose più che buone. Per me, attualmente e in rapporto agli obiettivi e alle risorse a disposizione, è il migliore allenatore italiano. Probabilmente, invertendo le due panchine , lo Spezia sarebbe già in B e la Juve lanciata verso lo scudetto. 

Poi arrivo alla terza categoria, ovvero quelli che hanno bisogno di una serie di elementi ideali ma quando li hanno rendono alla grande. Gasperini è uno di questi, infatti in carriera ha alternato epopee esaltanti (genoa e Bergamo, ma non dimentichiamoci di crotone) a debacle totali (Palermo e Inter). In questo gruppetto ci metto anche sarri, inzaghi (è tutto da vedere il suo ipotetico rendimento lontano dalla lazio e senza la possibilità del solito 352) e perché no Giampaolo. Quest'ultimo secondo me paga il fatto di avere una personalità un po' naïf/particolare, quindi viaggia su una linea sottile che separa la grande annata (empoli, samp) dalla catastrofe vera e propria (milan, toro)

Infine petkovic, sottovalutatissimo. Con una Lazio di scappati di casa vinse la coppa italia, arrivò ai quarti di uefa e a gennaio era secondo a 5 punti da una juve extraterrestre. Pagò un mercato invernale inesistente e i danni di lotito. Come Delio Rossi, Reja, Pioli(tutti e 3 capaci di fare grandi cose in rapporto al valore della rosa), finiti col mandare a fare in c*** quel personaggio. L'unico che lo riesce a sopportare è Inzaghi, forse solo per amore incondizionato verso i colori biancocelesti. Quando penso alle Lazio di Delio, Reja, Pioli e Petkovic, nella mia testa riecheggia un gigantesco "what if". 

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Ragazzi, complimenti davvero, giù il cappello per come scrivete e quanto ne sapete; questo è una di quelle cose per cui mi sento fortunato ad aver conosciuto questo forum ed esserci entrato a far parte, davvero su questo argomento allenatori ho letto commenti davvero di alto livello

E siccome non sono all'altezza, mi limito ad un ricordo affettuoso e irripetibile, ma che qualcuno tra voi si ricorderà e mi potrà aiutare:

Tarcisio Veneranda squalificato che seguiva la Triestina ( poi retrocessa dalla b alla c ) dal tetto della tribuna del vecchio Grezar; semplicemente unico, fuori concorso.

Ciao muloni

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1 minuto fa, Lorenzo72 ha scritto:

Ragazzi, complimenti davvero, giù il cappello per come scrivete e quanto ne sapete; questo è una di quelle cose per cui mi sento fortunato ad aver conosciuto questo forum ed esserci entrato a far parte, davvero su questo argomento allenatori ho letto commenti davvero di alto livello

E siccome non sono all'altezza, mi limito ad un ricordo affettuoso e irripetibile, ma che qualcuno tra voi si ricorderà e mi potrà aiutare:

Tarcisio Veneranda squalificato che seguiva la Triestina ( poi retrocessa dalla b alla c ) dal tetto della tribuna del vecchio Grezar; semplicemente unico, fuori concorso.

Ciao muloni

Scusate, Fernando Veneranda

R.I.P 

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non seguo molto il calcio minore da poter esprimere un giudizio reale, ma per me sopravvalutati sono su tutti Giampaolo (che non ha mai fatto nulla di particolare e vive di rendita da anni) e Di Francesco (mai piaciuto) seguiti da Pirlo e Conte (un vincente solo perchè si trova nella squadra più forte, senno si lagna in continuazione)

sottovalutati sono Ranieri, Gotti e ci inserisco Pioli che per me ha fatto sempre bene, mentre De Zerbi vorrei vederlo in altri palcoscenici per poter capire di che pasta è fatto.

hanno invece il giusto merito Gasperini, Juric, Mihajlovic e Simone Inzaghi, ovvero hanno trovato la loro dimensione e secondo me non potranno mai fare più di quello che stanno facendo

 

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Tra i sopravvalutati a livello internazionale metterei un po' tutti gli allenatori che sono passati per il PSG negli ultimi anni, i vary Emery, Tuchel e adesso Pochettino, tutta gente a mio avviso proprio "né carné né pesce". Tuchel al Borussia Dortmund me lo ricordo perché veniva presentato come la nemesi di Klopp e onestamente lo ricordo solamente per una clamorosa eliminazione in Europa League proprio contro il Liverpool beccando un gol da pollastro all'ultimo minuto. Anche al PSG mi dava più l'aria di una squadra che andasse avanti grazie ai colpi dei singoli che per meriti del proprio tecnico. Pochettino ha fatto bene al Tottenham però anche lì, senza concludere niente di clamoroso, con la squadra mi dava l'impressione di andare avanti sempre grazie ai colpi dei singoli e al carattere tipico delle squadre britanniche. Infatti ora è finito del PSG...

A livello italiano avete già detto tutto voi: Di Francesco, Giampaolo sono personaggi che appaiono ancora nei peggiori incubi dei tifosi di Cagliari e Torino (infatti chi li ha sostituiti sta facendo molto meglio, chissà perché e non parliamo di Conte o Allegri...). Di Francesco ha vissuto di rendita da quanto ha combinato di buono a Sassuolo, ma già alla Roma ho avuto l'impressione di un tecnico che se esce dal suo canonico 4-3-3 pseudozemaniano è abbastanza arruffone e pasticcione. Giampaolo a inizio carriera era un ottimo didattico della fase difensiva (ad Ascoli e Siena) poi inspiegabilmente si è messo a scimmiottare il tikitaka con esiti disastrosi (da Catania in avanti, salvo la felice parentesi doriana), eppure è un tipo che viene sempre incensato e osannato dalla stampa. De Zerbi mi sembra sulla buona strada, specie se non migliorerà la fase difensiva: alla fine il suo Sassuolo è ben organizzato ma vive tantissimo degli spunti dei giocatori offensivi, un po' come Di Francesco.

Modificato da atleticoiero
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27 minuti fa, atleticoiero ha scritto:

Tra i sopravvalutati a livello internazionale metterei un po' tutti gli allenatori che sono passati per il PSG negli ultimi anni, i vary Emery, Tuchel e adesso Pochettino, tutta gente a mio avviso proprio "né carné né pesce". Tuchel al Borussia Dortmund me lo ricordo perché veniva presentato come la nemesi di Klopp e onestamente lo ricordo solamente per una clamorosa eliminazione in Europa League proprio contro il Liverpool beccando un gol da pollastro all'ultimo minuto. Anche al PSG mi dava più l'aria di una squadra che andasse avanti grazie ai colpi dei singoli che per meriti del proprio tecnico. Pochettino ha fatto bene al Tottenham però anche lì, senza concludere niente di clamoroso, con la squadra mi dava l'impressione di andare avanti sempre grazie ai colpi dei singoli e al carattere tipico delle squadre britanniche. Infatti ora è finito del PSG...

A livello italiano avete già detto tutto voi: Di Francesco, Giampaolo sono personaggi che appaiono ancora nei peggiori incubi dei tifosi di Cagliari e Torino (infatti chi li ha sostituiti sta facendo molto meglio, chissà perché e non parliamo di Conte o Allegri...). Di Francesco ha vissuto di rendita da quanto ha combinato di buono a Sassuolo, ma già alla Roma ho avuto l'impressione di un tecnico che se esce dal suo canonico 4-3-3 pseudozemaniano è abbastanza arruffone e pasticcione. Giampaolo a inizio carriera era un ottimo didattico della fase difensiva (ad Ascoli e Siena) poi inspiegabilmente si è messo a scimmiottare il tikitaka con esiti disastrosi (da Catania in avanti, salvo la felice parentesi doriana), eppure è un tipo che viene sempre incensato e osannato dalla stampa. De Zerbi mi sembra sulla buona strada, specie se non migliorerà la fase difensiva: alla fine il suo Sassuolo è ben organizzato ma vive tantissimo degli spunti dei giocatori offensivi, un po' come Di Francesco.

D'accordo più o meno su tutto, ma ho già reso pubblico il mio pentimento.su Tuchel.

Che aspettavo al Chelsesa col fucile spianato dopo l'esonero al PSG, dove non posso giudicare il suo lavoro perché la Ligue 1 non la seguo proprio.

Ma fin qua Tuchel si è preso dei rischi enormi, a maggior ragione vista la suscettibilità di Abramovich, ed è stato ripagato.

Rivoltare la squadra, anche tatticamente (passando ad esempio a tre dietro) è stato coraggioso, riesumare giocatori sottovalutati da Lampard panchinando alcuni nuovi acquisti milionari non era semplice.

In più, creare un gruppo quando alleni una squadra di star milionarie è complicatissimo, almeno credo, e in questo senso sono rimasto sorpreso dalla reazione dei non convocati in tribuna (erano tre, la telecamera li inquadrava spesso) al momento del raddoppio di Emerson che sanciva la definitiva qualificazione: salti e abbracci con Thiago Silva che rischiava di ribaltarsi giù per i gradini.

Parlo solo di Tuchel perché ultimamente il Chelsea l'ho visto spesso, rimanendo sorpreso da una convinzione nei propri mezzi e una organizzazione difficili da ottenere in poche settimane.

Naturalmente so bene che la scopa nuova scopa quasi sempre bene, e sono pronto a rimangiarmi il giudizio più avanti se questa sarà stato solo un fuoco di paglia, ma a oggi, per me, Tuchel promosso a pieni voti.

Sul resto che scrivi concordo: di Giampaolo e Di Francesco hai detto tutto, De Zerbi ha tutti i limiti degli integralisti, laddove per me l'integralismo è un limite in qualsiasi campo della vita, figuriamoci se non lo è nel calcio.

Fase difensiva con uscita in palleggio obbligata e non come opzione, partite letteralmente buttate in finali di gara dove il Sassuolo in vantaggio porta avanti sette-otto uomini sui calci piazzati, nessun adattamento alle caratteristiche altrui (giocò contro l'Inter senza Lukaku e Conte gli diede a mio parere una lezione tattica memorabile facendone polpette).

Da Emery e Pochettino attendo conferme nel tempo di quanto di buono hanno fatto in situazioni particolari, e ci aggiungo Arteta che fin qua, all' Arsenal, sta facendo rimpiangere Wenger.

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14 minuti fa, forest ha scritto:

D'accordo più o meno su tutto, ma ho già reso pubblico il mio pentimento.su Tuchel.

Che aspettavo al Chelsesa col fucile spianato dopo l'esonero al PSG, dove non posso giudicare il suo lavoro perché la Ligue 1 non la seguo proprio.

Ma fin qua Tuchel si è preso dei rischi enormi, a maggior ragione vista la suscettibilità di Abramovich, ed è stato ripagato.

Rivoltare la squadra, anche tatticamente (passando ad esempio a tre dietro) è stato coraggioso, riesumare giocatori sottovalutati da Lampard panchinando alcuni nuovi acquisti milionari non era semplice.

In più, creare un gruppo quando alleni una squadra di star milionarie è complicatissimo, almeno credo, e in questo senso sono rimasto sorpreso dalla reazione dei non convocati in tribuna (erano tre, la telecamera li inquadrava spesso) al momento del raddoppio di Emerson che sanciva la definitiva qualificazione: salti e abbracci con Thiago Silva che rischiava di ribaltarsi giù per i gradini.

Parlo solo di Tuchel perché ultimamente il Chelsea l'ho visto spesso, rimanendo sorpreso da una convinzione nei propri mezzi e una organizzazione difficili da ottenere in poche settimane.

Naturalmente so bene che la scopa nuova scopa quasi sempre bene, e sono pronto a rimangiarmi il giudizio più avanti se questa sarà stato solo un fuoco di paglia, ma a oggi, per me, Tuchel promosso a pieni voti.

Sul resto che scrivi concordo: di Giampaolo e Di Francesco hai detto tutto, De Zerbi ha tutti i limiti degli integralisti, laddove per me l'integralismo è un limite in qualsiasi campo della vita, figuriamoci se non lo è nel calcio.

Fase difensiva con uscita in palleggio obbligata e non come opzione, partite letteralmente buttate in finali di gara dove il Sassuolo in vantaggio porta avanti sette-otto uomini sui calci piazzati, nessun adattamento alle caratteristiche altrui (giocò contro l'Inter senza Lukaku e Conte gli diede a mio parere una lezione tattica memorabile facendone polpette).

Da Emery e Pochettino attendo conferme nel tempo di quanto di buono hanno fatto in situazioni particolari, e ci aggiungo Arteta che fin qua, all' Arsenal, sta facendo rimpiangere Wenger.

Ecco Arteta, un altro personaggio che ha un'hype incredibile che non mi so spiegare...

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Tra quelli sopravvalutati metto sicuramente Giampaolo, le cui gesta seguo dai tempi di Ascoli (e che ho sempre pensato avesse agganci per allenare in serie A). Poi probabilmente Longo, che per me non è da serie A. Anche Montella si è letteralmente perso, dopo un buon inizio.

Sottovalutati direi D'Aversa e Andreazzoli. 

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1 minuto fa, Calcio74 ha scritto:

Tra quelli sopravvalutati metto sicuramente Giampaolo, le cui gesta seguo dai tempi di Ascoli (e che ho sempre pensato avesse agganci per allenare in serie A). Poi probabilmente Longo, che per me non è da serie A. Anche Montella si è letteralmente perso, dopo un buon inizio.

Sottovalutati direi D'Aversa e Andreazzoli. 

"Perdenzo" Montella cosa mi hai fatto venire in mente!

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  • 1 mese dopo...

Tra i tecnici non citati, ma che secondo me è da guardare con interesse, metto Leonardo Semplici, che due anni fa ha saputo salvare una già spacciata Spal tenendola in serie A e adesso sta facendo grandi cose a Cagliari.

Tra i tecnici sopravvalutati metterei Spalletti e Sarri, capaci di esprimersi bene con squadre di medio valore ma non con le “big”. 

Aggiungo che Gotti, tecnico che apprezzo per le doti umane e di gestione dello spogliatoio, nel campionato 2018-2019 faceva il “tattico” in quel Chelsea guidato da Maurizio Sarri.

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