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I suntini sandrini di venerdì 23 luglio 2021


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VENERDÌ 23 LUGLIO 2021

- «Dobbiamo cavalcare questo spirito battagliero, essere compatti, umili e andare a far battaglia dappertutto. Il lavoro sarà lungo». Come scrive oggi Ciro Esposito su "Il Piccolo", l tecnico Cristian Bucchi è giovane ma già ben navigato per cadere nel tranello delle amichevoli estive. Quelle poi definite di lusso sono ancor più ingannevoli di quelle disputate contro i dilettanti. Ma certi appuntamenti sono una vetrina importante per la società. E sotto questo aspetto ospitare al Rocco, finalmente riaperto anche se solo a un manipolo di tifosi, una squadra come la Roma di Mou dà prestigio e visibilità (nonostante la diretta tv avesse occhi com'è ovvio e banale solo per i giallorossi) al club alabardato.Lo stesso discorso vale anche per l'appuntamento di oggi ad Auronzo (diretta tv alle 18.30 su SportItalia) contro la Lazio. Un'occasione ormai diventata un classico dell'era Milanese-Biasin a rinverdire una tradizione di gemellaggio introdotta negli anni del presidente Berti e agli inizi del periodo Fantinel. Se nella sconfitta di misura con la Roma si è visto un approccio davvero deciso della Triestina nonostante il gap tecnico in favore dei giallorossi, quello con la Lazio sarà un ulteriore banco di prova. Il carattere e la compattezza nell'aggredire l'avversario sono le qualità che si possono misurare in questa primissima fase della stagione. La Lazio manca dei giocatori reduci dagli Europei (Immobile in primis) e avrà bisogno di tempo per digerire il credo calcistico di Sarri che ha il compito di rimodulare una squadra che ha interpretato per anni il 3-5-2 di Inzaghi. Forse insomma questa sera l'Unione di Bucchi avrà qualche spazio in più da sfruttare in avanti. Il 4-2-3-1 ha chiuso bene i varchi mercoledì sera ai giovanotti di Mourinho ma non ha confezionato quasi nulla davanti. Poco importa, specie quando l'unica vera punta a disposizione è il sempre generoso Gomez. Il bravo Guido sarà il punto di riferimento avanzato anche oggi supportato da dietro da Di Massimo, Sarno e Gatto apparsi piuttosto svegli, anche perché è loro compito quello di convincere il mister di voler e poter far parte del progetto alabardato. Per il resto la diga Giorico-Rizzo e poi Calvano davanti alla difesa ha fatto il suo con Offredi sempre scintillante in queste occasioni.Nella ripresa, come sempre succede nelle prime amichevoli estive, c'è più da guardare come si comportano i singoli tra nuovi volti e giovani piuttosto che la squadra nel suo complesso. Dubaz, Natalucci e Coppola hanno fatto vedere personalità nello stare in campo ed è questo quello che conforta nel mese di luglio. Contro la Lazio forse avranno qualche minuto in più a loro disposizione. Bucchi avrà invece qualche elemento in più per scegliere chi può uscire e chi restare nel suo progetto. Non c'è fretta ma il raduno di Ravascletto è in fase discendente e Milanese attende indicazioni per mettere in moto le leve del mercato. Non servono certo rivoluzioni ma qualche colpetto è necessario anche per stuzzicare la piazza. In attesa che arrivi qualche segnale di certezza sull'ingresso del pubblico allo stadio

- Dalle montagne di Bolzano al mare di Trieste. Passando per il deserto dell'Arizona. Alessandro Lever - intervistato da Lorenzo Gatto - arriva in maglia Allianz reduce dalla straordinaria esperienza con le antilopi di Grand Canyon University. Quattro anni al college che hanno forgiato il carattere di un giocatore pronto a tornare, da protagonista, nel campionato italiano. PREDESTINATO Che nel destino di Lever ci sarebbe stata la pallacanestro, lo si è capito subito. Mamma giocatrice, papà allenatore, Alessandro cresce in palestra dove impara a familiarizzare con palloni e canestri. «È vero- ricorda- da quando sono bambino il mio habitat naturale sono stati i campi da basket. Papà mi racconta che da piccolino mi sistemavo dietro la panchina a giocare con i lego e così disturbavo i giocatori». E' durata poco perchè i lego si sono trasformati presto nel pallone da basket. Uno sport che comincia a praticare a Reggio Emilia, società con cui affronta il percorso delle giovanili. Tre anni intensi con l'esordio in prima squadra poi si aprono le porte degli Stati Uniti. GRAND CANYON «Dopo gli europei in Turchia con la maglia della nazionale under 18 alcuni scout mi hanno proposto di trasferirmi in America e di vivere l'esperienza unica dei college. Giocare e studiare in Italia sarebbe stato complicato, ne ho approfittato per fare entrambe le cose vivendo un'esperienza unica. Non è stato facile ambientarsi: capivo l'inglese ma lo parlavo ancora in modo scolastico, calarsi in una cultura così diversa dalla nostra ha richiesto tempo. Un anno e mezzo nei quali ho preso dieci chili mangiando davvero male. Mi ci è voluto del tempo anche per ritrovare la miglior condizione». MAJERLE Nel suo ambientamento è stata fondamentale la presenza di un coach come Dan Majerle. Un mito dell'Nba con la maglia di Phoenix, un tecnico che ha saputo dare al giovane Alessandro i consigli giusti. «Mi ha preso sotto la sua ala protettrice e ha lavorato davvero tanto con me. Mi ha aiutato a crescere lavorando tanto sui fondamentali, mi ha dato grande fiducia facendomi giocare in quintetto. Al college ho cominciato la mia trasformazione da centro in ala forte. Soprattutto nell'ultima stagione credo di essere molto migliorato». IL RITORNO: Il rientro in Italia avrebbe potuto riportarlo a Reggio. Con la società emiliana c'era una proposta di contratto firmata nel 2017 e valida fino al 30 giugno. Alessandro ci ha pensato ma ha preferito scegliere Trieste. «Mi è piaciuta la determinazione con cui si è mossa la società, mi hanno convinto le parole del presidente Ghiacci e la presenza di un coach, Franco Ciani, che ho conosciuto lavorando con la nazionale under 20. Credo che l'Allianz possa essere la squadra giusta per me, di certo sono convinto che mi troverò bene a Trieste. Sono stato in città un paio di giorni e ne ho approfittato per visitarla. E' sicuramente molto diversa dalla mia Bolzano ma per quel poco che ho visto mi è piaciuta davvero molto»

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