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I suntini sandrini di venerdì 30 luglio 2021


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VENERDÌ 30 LUGLIO 2021

- Di certo Alessandro Coppola non è un difensore centrale che passa inosservato. I suoi 202 cm di altezza si fanno notare, un vero corazziere di 21 anni per il reparto arretrato della Triestina. La sua famiglia, tra l'altro, è totalmente calcistica con il fratello di un anno più grande che fa il portiere in serie D e quello più piccolo, classe 2005, che fa il centrocampista nelle giovanili della Juventus. Su Alessandro (intervistato oggi da Antonello Rodio su "Il Piccolo"), l'Unione ha puntato molto con un contratto triennale. Coppola, firmare un triennale è segno di grande fiducia da parte della Triestina: come è nato il trasferimento? «Intanto sono molto soddisfatto di essere in un club così importante: tutto è nato grazie al mio procuratore che mi ha portato qui. Sono felice perché ho trovato un ambiente bellissimo dove si può crescere tanto. Quanto al contratto, sono grato al direttore, adesso però spetta a me ripagare questa fiducia». Le sue caratteristiche?«Come difensore sono uno cattivo, che non dà spazio all'attaccante. Cerco di dare sempre molto fastidio all'avversario e togliergli spazio. In costruzione non mi tiro indietro nel palleggiare, ma ovviamente devo migliorare la fase di possesso. In questo mi aiuta il fatto che nelle giovanili ho fatto in pratica tutti i ruoli. Poi dopo qualche anno ho capito che quello più adatto era il difensore centrale». Vista la notevole altezza, da ragazzo ha mai pensato al basket? «Ho iniziato a 4 anni a giocare a calcio, è stato amore a prima vista e non ho mai considerato un altro sport. Certo da piccolo non sapevo che sarei cresciuto cosi tanto». A proposito di gioventù, ha fatto una lunga trafila in granata, vero? «Sì, fin da piccolo sono stato nelle giovanili del Torino e ci sono rimasto fino a 17 anni. Poi sono stato mandato in prestito in serie D, quindi il Livorno con cui ho iniziato nella Primavera, ma dopo il covid ho avuto l'opportunità di giocare in serie B». A quel punto pensava di essere già entrato nel calcio dei grandi? «Assolutamente no, sapevo che per me era stato quasi un contentino, il Livorno era già retrocesso e faceva giocare i giovani. Non pensavo certo di essere arrivato solo perché ho debuttato in serie B, ho tanto da lavorare e imparare».Poi l'esperienza in Portogallo con l'Olhanense: come è nata? «Abbiamo valutato questa esperienza in Portogallo perché poteva essere qualcosa in più per farmi crescere e conoscere altre mentalità. E non mi sono tirato indietro. È andata anche bene, a parte gli ultimi mesi, quando è arrivato uno che è stato un grande calciatore, ma che da allenatore secondo me ha ancora tanto da imparare (Edgar Davids, ndr). Comunque un'esperienza utile per crescere». Prime sensazioni sulla Triestina? «La squadra mi ha dato una grandissima impressione, si sta formando un gruppo molto unito che sta lavorando bene. Le ambizioni sono tante, vogliamo puntare a vincere»

- Ritorna a casa dopo il lungo girovagare che da oltre dieci stagioni lo vede protagonista sui parquet della penisola. L'esordio a Varese poi la gavetta prima a Bari e quindi ad Agrigento, viatico per il ritorno nella massima serie. In serie A, Fabio Mian (intervistato da Lorenzo Gatto) ha vestito le maglie di Cremona, Pistoia e Trento, stagioni che hanno preceduto il ritorno dello scorso anno alla Vanoli. Una stagione positiva conclusa con il passaggio a Udine, dove agli ordini di coach Boniciolli, ha giocato la finale dei play-off promozione contro Napoli. Chiusa la parentesi friulana, ha firmato il contratto che lo lega all'Allianz nelle prossime stagioni. «Torno a casa, in effetti, e questa per me è certamente una spinta e un motivo in più per fare bene. Giocare a Trieste, da avversario, è sempre stato particolare per il clima che si respira in palazzetto e la grande passione che i tifosi sanno trasmettere. Non so cosa succederà nella prossima stagione a livello di pubblico ma spero di poter rivedere il pubblico sugli spalti. Vivere l'Allianz Dome con il tifo dalla mia parte sarà sicuramente qualcosa di stimolante, così come il fatto di giocare davanti a persone che mi conoscono e hanno seguito il mio percorso di crescita». A Trieste ritroverà Franco Ciani, un coach che Mian conosce bene e con il quale ha instaurato un rapporto di reciproca fiducia. «Tutto è nato nelle due stagioni che ho giocato ad Agrigento- ricorda il giocatore- Ho avuto modo di conoscere e apprezzare le qualità umane e tecniche di un allenatore che è capace di metterti nelle condizioni di dare il massimo. Devo dire che tutto è stato più bello anche grazie ai risultati raggiunti. Il primo anno avremmo dovuto salvarci e siamo andati molto oltre le aspettative arrivando terzi, la seconda stagione abbiamo dominato il campionato e siamo stati promossi». Arriva all'Allianz in una stagione particolare, caratterizzata da molti cambiamenti. Squadra rinnovata che andrà scoperta giorno dopo giorno con il prosieguo della stagione.«Mi sembra una squadra interessante- sottolinea Mian- con conferme di peso e arrivi importanti. Un mercato ambizioso che ha visto la società confermare un Delia che sta giocando le olimpiadi con la sua Argentina o far arrivare un giocatore di talento come Banks. Mi sembra che dopo i buoni risultati della passata stagione ci sia la voglia di provare a fare qualcosa in più». In questo senso, la conferma del 5+5 e la scelta di puntare su Mian e Campogrande per coprire lo spot di ala piccola aumenta le responsabilità. «Non lo vedo come un problema, anzi- conclude Mian-. Credo che le responsabilità siano uno stimolo in più per far bene. E' successo lo scorso anno a Cremona in una stagione in cui andavamo a caccia della salvezza, sarà così anche quest'anno dove l'obiettivo sarà sicuramente più importante».

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