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Vecia Ferovia - Pista Ciclabile


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Si si, i devi (ri)far el ponte. Co se pasa de la se vedi ben la spala del vecio ponte sora la via del'Istria sul lato Costalunga.

(go unido qua la discusion verta da Arlon)

Stanno lavorando in questi giorni prorpio vicino alla palestra del Don Bosco per ritirar su un ponte :bye:

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bela sta discusion complimenti muleria.

anche mi vado sempre sula vecia ferovia trieste herpele , deso te pol partir de campanele la de el campo de balon te pasi soto la camionale te rasenti altura te pasi in te la galeria de s giusepe in do che no te vedi un klinz te prosegui per la stazion de borst te pasi soto hervati , pe la val rosandra po draga e deso te pol rivar fin in yugo basta proseguir de dopo la stazion de draga che xe de l' altra parte del paese te pasi el confin che no xe e te rivi fin quasi la stazion de herpele cosina.

oviamente pe romper le bale i yuski ga taja l' ultimo toco e i ghe ga fato pasar in tra mezo una bela autostrada.

ve consiglio se gave tempo de farla fin la fine perche merita xe masa figo.

ciau muloni

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Ultime notizie per quanto riguarda el tratto de ciclabile che doveria andar dal Burlo a Campanelle, xe qualche inconveniente dovudo a una situazion un poco paradossale, nel tragitto che doveria seguir la ciclabile xe stai "creadi" delle piccole campagne e orti , ciamemoli abusivi ,ma che pareria i gabi avudi un Permesso Teorico tanti anni fa. Adesso i zercherà de sbrogliar sta matassa e no se sa i Tempi Tecniciche servirà. Alle prossime nuove. :vino::vino:

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  • 1 mese dopo...
  • 3 settimane dopo...

Altre piste ciclabili?

Da il gazzettino.it

La possibilità di congiungere con un lungo e affascinante tracciato ciclopedonale Trieste ai confini con la Francia, passando per l'Austria e la Germania, non è più un'inavvicinabile chimera. Soprattutto se si riuscirà a sfruttare il tracciato dell'oleodotto transalpino. A dare una prima vigorosa spinta a questa intuizione il Consigliere Regionale Roberto De Gioia, che ha coinvolto la Regione Fvg, la quale ne ha delegato lo studio all'Associazione 100 Maestri (quella che dal 1999 organizza ogni primavera la celebre pedalata cicloturistica Euro Bike). La redazione del progetto, che è stata affidata, per quelli che sono i dettagli tecnici, al Laboratorio di Architettura Angiolini, coinvolge in questa fase in modo particolare la sistemazione del tratto Basovizza-Visogliano. In un secondo momento la proposta potrà svilupparsi dapprima alle altre province della Regione, prima di farle assumere un carattere europeo, andando a coinvolgere gli altri Paesi a nord dei confini del Friuli Venezia Giulia. Progetto che nasce in armonia con i percorsi previsti ed esistenti sull'Altipiano Carsico, integrando la progettualità della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che sta realizzando un piano della viabilità del trasporto ciclistico sul Carso triestino ed isontino, con la rete ciclopedonale già finanziata dal Comune di Trieste e in fase di realizzazione (come la pista Opicina - Banne - Trebiciano). Questo lavoro può, pertanto, essere collocato come riferimento ed anello di congiunzione tra le varie iniziative simili presenti, e che in un futuro ormai prossimo potrebbero andare a collegarsi con gli esempi presenti nelle vicine Slovenia e Austria e quelli nelle province di Gorizia, Udine e Pordenone. Alle 18 di oggi nelal Sala Oceania della Stazione Marittima la presentazione del progetto.

Nel dettaglio, il percorso che bisognerebbe realizzare prioritariamente (Basovizza- Rupinpiccolo-Sgonico- San Pelagio-Visogliano) è suddiviso in tre anelli di diverso livello di difficoltà:

1) da Basovizza a Rupinpiccolo: denominato La Dolce Vita - Scienza Natura e Cucina;

2) dall’area compresa tra Rupinpiccolo e Sgonico a San Pelagio: denominato Carso - livello Medio-Hard;

3) da San Pelagio a Visogliano: denominato Sport - Livello Hard.

“Questa autostrada verde riservata ai ciclisti ed ai pedoni, rappresenterebbe un recupero ambientale e nello stesso tempo una valorizzazione di peculiarità turistiche e quindi economiche delle aree interessate” ha spiegato De Gioia.

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  • 3 mesi dopo...

Impicci per la pista ciclabile? (dal Piccolo)

***

Cattinara, l’ospedale blocca la pista ciclabile

Il tracciato progettato dalla Provincia per pedoni e ciclisti dovrà essere deviato

di Gabriella Ziani

Lo svincolo che dalla Grande viabilità porterà direttamente a Cattinara nell’ambito della totale revisione del comprensorio ospedaliero non può che andare a sbattere contro un tratto di pista ciclopedonale, quella che da anni sta costruendo la Provincia. Bisognerà ripensare il tracciato. Spostare la pista, insomma.

Se ne sono resi conto l’altro giorno Comune, Azienda ospedaliera, Provincia e Regione nell’ambito della tanto reclamata conferenza dei servizi sull’avvio dei lavori stradali e urbanistici che devono ridare volto alla sanità di punta triestina. Dopo molte polemiche pubbliche il sindaco Dipiazza ha convocato gli enti e «autorevolmente, efficacemente presieduto la riunione», come commenta il manager dell’Azienda ospedaliera, Franco Zigrino, che in questi giorni aveva chiesto un’azione più forte del primo cittadino in questo complesso capitolo urbanistico, lamentando la disattenzione del municipio. E che ora aggiunge: «Abbiamo molto apprezzato l’intervento del sindaco, ha svolto egregiamente il suo compito di prendere nelle proprie mani la regia del piano ospedaliero triestino, come desiderato».

Era assente tuttavia l’Anas, alla quale viene richiesto di gestire e curare la manutenzione di questo nuovo viadotto ancora da progettare, già finanziato comunque dalla Regione con cinque milioni di euro. «Ma con il capo del compartimento Anas parlo io direttamente - afferma Dipiazza -, e soprattutto dico che le polemiche non servono a niente, sono abbastanza soddisfatto della riunione, tutti erano in cerca di soluzioni, e anche con la pista ciclabile troveremo una via d’uscita, che cosa può contare di fronte a un intervento per gli ospedali da 50 milioni di euro? La farò da un’altra parte, butterò sul nuovo viadotto una gettata in più...».

Il sindaco vuole anche un progetto più semplice, per questo svincolo di cui esiste solo un disegno di massima. «Perché fare uno svincolo ’’mega’’? Facciamone uno normale» suggerisce. E intanto ha già convocato per domani la seconda riunione di tutti gli enti coinvolti, per la «chiusa» di questi plurimi accordi. L’atto finale sarà l’Accordo di programma che avrà anche valenza di variante urbanistica.

Attorno alle torri, come si sa, devono crescere il nuovo «Burlo», una palazzina per servizi, una per la didattica, magazzini, una sede per «l’innovazione», molti parcheggi. «Per reggere tutto il conseguente traffico in più - spiega il direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliero-universitaria, Gabriella Gerin - è indispensabile avere più strade. L’accordo adesso ha chiarito che sarà rifatto l’accesso a Nord (via Marchesetti-Forlanini) con una nuova più ampia rotonda, e di questo si occuperà il Comune, e che nascerà l’accesso a Sud, quello dalla Grande viabilità».

Da definire anche la faccenda degli espropri. Dice Gerin: «Terreni nuovi sono da acquisire per legge, perché bisogna mantenere le proporzioni tra terreno circostante e volumetrie di costruito, ma tutti i terreni interessati non sono edificati né edificabili, non sono coltivati, non sono abitabili». O il Comune procede appunto a espropri - grazie alla nuova specifica leggina regionale che lo consente anche a piano regolatore scaduto -, oppure l’Azienda ospedaliera li potrebbe acquistare.

Ultima novità. Sempre la Regione ha legiferato sul «project financing», l’intervento di capitali privati per costruire «Burlo» e altre palazzine. Finora le gare di questo genere (complesse e di lunga durata) potevano essere indette solo al 30 dicembre e al 30 giugno di ogni anno. Adesso i paletti sono scomparsi e dunque i tempi potrebbero essere di un filo più brevi rispetto all’anno e mezzo previsto.

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