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I suntini sandrini di lunedì 14 novembre 2022


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LUNEDÌ 14 NOVEMBRE 2022

- Un sospiro di sollievo formato famiglia: è stata una pausa di campionato serena per la Pallacanestro Trieste, pur passata a lavorare in palestra, reduce da un paio di vittorie di fila fondamentali. E Marco Legovich (intervistato dal sottoscritto nel numero odierno di Citysport.News), che ha dimostrato nervi saldi nonostante l’inizio di stagione da incubo, guarda con un briciolo di positività in più ciò che lo attende nell’immediato futuro.
Prima il “sacco” del PalaBarbuto, poi la riconferma in casa contro Sassari: quale è stata la vittoria più importante?
“Secondo me hanno il medesimo peso specifico: prima di Napoli arrivavamo da una settimana di allenamenti durante la quale la nostra richiesta a ogni singolo giocatore di alzare il livello ci ha permesso di sbloccarci e al tempo stesso di entrare finalmente nel campionato. Con la Dinamo credo ci sia stato uno step di maturità, importante averlo fatto in casa perché arrivavamo da una precedente gara interna dove eravamo usciti tra i fischi. Entrambe confermano che siamo in un momento di crescita”.
Quattro punti conquistati importanti anche per te, dopo che qualcuno già ipotizzava un cambio di guida tecnica sulla panchina biancorossa…
“Quelle notizie non mi avevano destabilizzato, anche perché c’è un rapporto estremamente onesto con la società e sapevamo che quelle notizie non trovavano reale fondamento con quanto ci eravamo detti. Queste vittorie non sono assolutamente una rivincita personale, bensì dei mattoncini che ci servono come gruppo per costruire qualcosa di importante”.
Dopo le “W” di fila, la pausa è arrivata forse nel momento meno propizio?
“Da una parte potevamo sfruttare tutto l’entusiasmo accumulato per proseguire il nostro cammino, di fatto c’è stata la possibilità di far rifiatare la squadra, analizzando ciò che dobbiamo migliorare senza necessariamente pensare agli avversari”.
Guardando l’ultimo periodo positivo, che margini di miglioramento sono auspicabili?
“Guardo innanzitutto dove era l’asticella un mese fa: ora siamo diventati più intensi, lucidi e capaci di resistere maggiormente agli avversari. Il nostro è un processo di crescita contraddistinto da alti e bassi, al di là del punto di arrivo che ci siamo prefissati dovremo essere bravi a non uscire mai dalle nostre idee di ciò che vogliamo essere sul parquet”.
Cosa ti aspetti ora dalla tua squadra?
“Che sia più matura e capace di dare spallate decisiva alle partite, pulendo alcuni aspetti del nostro gioco: situazioni come quella con Sassari, dal +14 al +4 a fine secondo quarto, non devono più accadere”.

- Quella con il Renate era una partita nella quale ci si aspettava dalla Triestina una segnale forte. Come scrive Ciro Esposito oggi su "Il Piccolo", il segnale è arrivato, non forte ma abbastanza chiaro. La partita e in particolare il primo tempo soporifero di Busto Arsizio è stato metabolizzato e superato. Anche se serviranno delle conferme perché in questa stagione in trasferta le prestazioni dell'Unione non hanno mai avuto un impatto efficacie. E questo è un problema, anche di mentalità, che va assolutamente superato. Tornando alla prova di sabato la Triestina ha giocato il suo miglior primo tempo della stagione alla pari di quello con il Mantova di due settimane fa nonostante l'avversario Renate sia un complesso ben più organizzato e di qualità. Pressing a tutto campo, palloni recuperati, manovre sulla fasce e verticalizzazioni sono state le armi della Triestina per creare un bel gruzzolo di occasioni non finalizzate anche a causa episodi non favorevoli (traversa e palo). Insomma un Renate in parte supponente ma anche sorpreso dall'atteggiamento dell'Unione è diventato una capolista messa alle corse dalla terz'ultima. Questo significa che probabilmente il Renate, pur ben strutturato, non è da primato e che l'Unione nonostante tutto non è da retrocessione.La certezza è che, dopo il trittico maledetto, si comincia a vedere sulla squadra il lavoro e la mano di Pavanel. Il tecnico ha trovato un assetto che gli consente di mettere in campo i migliori a sua disposizione dovendo sacrificare all'inizio a turno o Furlan, o Felici oppure Minesso. Quest'ultimo proprio non gira ma, vista la caratura del giocatore, è opportuno aspettarlo per un po' perché se si sblocca è uno che può fare la differenza. Quell'assetto iniziale, se spinto da concentrazione e coraggio, sta dando dei risultati in termini di gioco e pericolosità. C'è però il rovescio della medaglia che pesa tanto. Quel modo di giocare è dispendioso per chiunque figuriamoci per un nucleo di giocatori non ancora al top della condizione atletica. E soprattutto in questo momento, per difetti nella costruzione della squadra e per motivi contingenti, le alternative in panchina non sono in grado di tenere il passo. L'approccio troppo timido sin dall'inizio della ripresa, probabilmente è figlio della consapevolezza del tecnico di quanta benzina abbiamo i suoi nei loro serbatoi. Se infatti quell'atteggiamento fosse dettato dalla mancanza di coraggio sarebbe grave pur sapendo che nessuna squadra è in grado di fare forcing per tutti i 90 e passa minuti. Pavanel fa bene a non dirlo perché il gruppo va tenuto compatto ma nell'ultima mezz'ora si è visto come la panchina più che corta non sia adeguata. Senza Crimi, con un Lollo indecifrabile, Lovisa giovane e non incontrista, Sabbione mediano adattato e il solo Petrelli davanti che, anziché crescere sembra stia attraversando una fase di involuzione, è difficile tenere botta. Specie quando un avversario come il Renate si gioca alcune delle sue pedine migliori belle fresche. Eppure i lombardi non sono stati straripanti, hanno solo sfruttato le caratteristiche di alcuni uomini, e Maistrello in primis, che l'Unione non ha. Il Renate ha un quarto del budget dell'Unione ma è stato costruito con sapienza in anni di lavoro. Il progetto tecnico della Triestina invece è stato già cambiato in pochi mesi. A gennaio il dg Romairone dovrà cercare di porre rimedio agli errori commessi.Nel frattempo Pavanel, dopo la buona risposta avuta sul campo, deve tentare di raschiare parecchi punti fino a Natale. E soprattutto il tecnico deve trovare quella continuità nelle prestazioni che infonde fiducia al gruppo e all'ambiente. A cominciare dal difficilissimo derby di sabato a Vicenza

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