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I suntini sandrini di martedì 15 novembre 2022


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MARTEDÌ 15 NOVEMBRE 2022

- La fine del tunnel per la Pallacanestro Trieste è sempre più vicina. Lo scrive oggi il quotidiano "Il Piccolo": se fino a dieci giorni fa si intravvedeva la luce, adesso il chiarore aumenta e cresce l'ottimismo. Lo ha confermato il presidente del club biancorosso Mario Ghiacci, ospite ieri sera del "Caffè dello sport" di Telequattro. Nessuna data, entro Natale comunque sarà il regalo più atteso. Quattro i soggetti del fondo Usa, con esperienze di management sportivo ma al primo sbarco in Europa. I futuri nuovi proprietari starebbero anche sondando le possibilità di portare un main sponsor importante.Capitolo mercato. La PallTrieste conferma che Michele Ruzzier piace, smentisce una chiusura di trattativa. Almeno fino a ieri sera visto che Ghiacci ricorda che «sul mercato gli scenari possono cambiare dall'oggi al domani». Va registrato però che da parte di fonti reggiane viene dato per sfumato l'ingaggio del play da parte dell'Unahotels in quanto starebbe firmando per Trieste. In sostanza, il club concorrente nella corsa a Ruz si chiama fuori - o così circola a Reggio - dandolo ormai in certa dirittura biancorossa.Intanto è partita la marcia di avvicinamento della Pallacanestro Trieste alla madre di tutte le trasferte, quella al Forum di Assago domenica contro l'EA7 Armani Milano. Rispetto alle ultime esibizioni Marco Legovich potrà provare a dare minutaggio, anche se ancora ridotto, ad Alessandro Lever, inserito nei dodici contro il Banco di Sardegna Sassari ma solo per tornare a respirare il profumo del parquet. Ad Assago qualche spicciolo di partita per il lungo altoatesino e poi, a partire dal successivo confronto casalingo contro Brescia, sarà a pieno regime nelle rotazioni dei lunghi biancorossi. Intanto domani Trieste si testerà in amichevole con la Gesteco Cividale di A2

- La Triestina, nonostante la buona partita con il Renate, viaggia sempre al terzultimo posto con 11 punti. Ma, come scrive oggi Antonello Rodio sul quotidiano locale, c'è un dato curioso che può aiutare a capire quali possano essere gli attuali limiti dell'Unione: se le partite fossero finite dopo i primi tempi, la squadra alabardata di punti ne avrebbe ben 18, cioè a questo punto sarebbe a metà classifica, anzi in zona play-off. E c'è una bella differenza rispetto a essere sotto 5 punti alla quota che permetterebbe di salvarsi senza passare dai play-out. In pratica la Triestina ha perso ben 7 punti nei secondi tempi. Il primo punto già al debutto, visto che dopo il primo tempo con il Pordenone si era sullo 0-0. Poi c'è stata la trasferta di Novara, con l'Unione che aveva chiuso il primo tempo in avanti prima di subire il pareggio nel finale di gara: e lì di punti se ne sono persi addirittura due. Altri due punti se ne sono andati nei secondi tempi delle trasferte con Pro Sesto e Juve Next Gen, entrambe chiuse in parità nella prima frazione prima che la ripresa fosse fatale. E infine sabato con il Renate altri due punti se ne sono andati nella ripresa, dopo che l'Unione aveva chiuso il primo tempo in vantaggio. C'è un altro dato eclatante che segna l'enorme divario di rendimento fra i due tempi, ovvero quello dei gol segnati e subiti. La Triestina nei primi tempi ha realizzato 7 reti e ne ha subite 6, insomma uno score da classica squadra da metà classifica. Il dato drammatico è quello dei secondi 45 minuti, nei quali l'Unione ha 5 reti all'attivo, ma addirittura 14 al passivo, in pratica di media più di una rete a ogni secondo tempo. Come mai finora si sono viste due Triestine diverse fra primo e secondo tempo? All'origine c'è probabilmente un mix di motivi. Innanzitutto la prima considerazione da trarre è che evidentemente gli approcci gara, casi particolari a parte come quello di Busto Arsizio, sono sempre stati discreti, la squadra che scende subito in campo ha avuto un rendimento dignitoso. La prima causa che viene in mente se nei secondi tempi c'è questa flessione, è di tipo fisico: è evidente che qualcosa non ha funzionato nella preparazione atletica precampionato. Al momento la squadra non riesce a mantenere la stessa intensità e lo stesso spessore agonistico per 90 minuti. Per carità, forse nessuna squadra riesce a farlo, ma sono anche in pochissime ad avere dei simili tracolli. In questi frangenti, come sta cercando di fare Pavanel, è ovvio che si ricorre ai cambi per mantenere un certo ritmo, visto che cinque sostituzioni permettono di modificare metà squadra. Il problema è che al momento l'Unione non ha cambi adeguati, o meglio chi subentra non riesce ad avere lo stesso impatto. Poi subentra anche una questione mentale: quando certe cose accadono più volte, è inevitabile avere sulle spalle il peso e il timore che possano succedere di nuovo. La ricetta passa dunque per un progresso nella condizione fisica, che sta già avvenendo, ma anche da una maggior ricchezza quantitativa e qualitativa dei ricambi nei settori cruciali. Ma per questa bisognerà aspettare inevitabilmente gennaio.

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