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I suntini sandrini di lunedì 21 novembre 2022


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LUNEDÌ 21 NOVEMBRE 2022

- Marco Legovich nel dopopartita al Forum promuove solo il primo tempo ed è la sala stampa - come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo" - a dargli conforto allungando a quasi tutto il terzo quarto la resistenza dei biancorossi. «Non cambia la vita, 20 o 28 minuti...Nel primo tempo siamo riusciti a mettere in pratica quello che avevamo preparato. Qualche accorgimento come la difesa a zona a tratti ha dato buoni frutti, alla distanza eravamo in balia della fisicità degli avversari. Nel finale ci siamo spenti in malo modo e non meritavamo di subire questo scarto. Dobbiamo evitare questi momenti di calo anche se mi rendo conto che la squadra aveva speso quello che aveva. Inoltre l'Armani ha concluso con percentuali da tre al limite della perfezione».Come mai non si è ricorso al time-out quando Milano ha iniziato ad allungare nel finale del terzo parziale? «Alla conclusione del quarto mancava poco e pensavo che saremmo riusciti a resistere, poi alcuni episodi ci hanno penalizzato e lo scarto è aumentato». Sulle prove negative di Campogrande e Spencer il coach biancorosso precisa che «avevano accusato piccoli infortuni durante la sosta saltando alcuni allenamenti, non erano al meglio».Si sono viste alcune soluzioni inedite. Una, Pacher e Lever insieme, non poteva che essere una novità visto che per l'altoatesino era il debutto ma ha comunque sorpreso vederli contemporaneamente essendo i due "4" del roster. L'altra novità è avere insieme i due play. Davis e Bossi. Una mossa che è sembrata propedeutica per il futuro...«Abbiamo aspettato a lungo la coppia Pacher-Lever ed è giusto che comincino a conoscersi e condividere minuti sul parquet. Quanto a Bossi&Davis, Corey viene pressato continuamente e ha bisogno di respirare nel corso del match, quindi gli fa bene giostrare anche da guardia lasciando a Stefano oppure a Bartley il compito di portare su palla. Questa e quella delle due ali forti insieme sono due opzioni di cui tenere conto per il futuro».Nessun riferimento al mercato e del resto su questo tema Legovich ha sempre chiarito che è pertinenza della società. Va da sè tuttavia che vedere Davis guardia con un altro play in campo ha inevitabilmente fatto pensare a quello che potrebbe accadere con l'arrivo di Michele Ruzzier. Ieri Michi era nei 12 della Virtus Bologna a Trento ma non ha visto neanche stavolta il campo. La concorrenza è stellare ma non entrare mai non dev'essere il massimo per chi era nel giro della Nazionale.Prendiamoci il rischio noi di fare una previsione: da oggi in poi - e ribadiamo da oggi - ogni giorno può essere quello giusto per l'annuncio del ritorno del figliol prodigo.Ettore Messina, dall'altra parte, spiega: «Mi auguro che il nostro secondo tempo ci aiuti a sbloccarci e sia un segnale positivo».

- L'esibizione pessima della Triestina contro il Vicenza non è stata diversa da molte altre viste in questa stagione. Esibizione e non partita perché i giocatori non hanno mai dato l'impressione di essere veramente partecipi di un evento agonistico. Come scrive oggi Ciro Esposito sul quotidiano locale, l'aggravante quindi è l'assenza di spirito più che la mortificante quaterna subita al Menti contro una squadra che, pur se reduce da un avvio al di sotto delle aspettative, è ben più strutturata sul piano tecnico e fisico dell'attuale Unione. I denari messi sul piatto finora in questa annata dal signor Diesel sono più o meno gli stessi affidati al dg Romairone dal signor Stardust o Atlas Consulting. Questo la dice lunga sul lavoro fin qui svolto da chi ha allestito la squadra. Ormai la situazione sotto questo aspetto è chiara (enfatizzata dalle assenze Crimi e Pezzella, con Sabbione e Lollo in mediana) e fino a gennaio c'è tempo per correggere almeno in parte l'assetto della rosa. Più difficile da correggere è invece l'atteggiamento di gran parte dei giocatori spesso imbambolati, distratti o comunque senza quella cattiveria necessaria per giocare una partita di calcio. Eppure quello di sabato sera era un derby triveneto, che assieme alla gara con il Padova, è il più sentito dalla tifoseria nella storia ultracentenaria dell'Alabarda. E invece la squadra ha dato dimostrazione di essere impermeabile anche a questo tipo di sollecitazione stando in campo come fosse allo Speroni, al Ferruccio e non al Menti con trecento tifosi al seguito. Se c'era un aspetto che l'arrivo di Pavanel avrebbe dovuto portare è proprio quello della vis pugnandi che è nel suo dna. L'attaccamento del tecnico alla maglia doveva e deve essere quel valore in più che altri bravi professionisti non possono avere. E invece in sette gare della gestione Pavanel quello spirito si è appena percepito forse solo in un paio di frazioni di gara. La mancanza di mordente va di pari passo con i risultati che stanno prendendo una piega sempre più disastrosa ma è anche vero che il coraggio uno ce l'ha dentro e difficilmente se lo può dare. Anche per questo Pavanel a fine gara era mortificato e quasi incredulo della prestazione. I limiti tecnici e fisici sono sotto gli occhi di tutti. Ma non bastano a giustificare certi black-out, certi atteggiamenti sul campo, l'incapacità dei protagonisti di stringere i denti quando si va in difficoltà. L'orgoglio insomma non è un valore che si compra ma si coltiva. La nuova proprietà e dirigenza finora non sono riuscite a coltivare questo aspetto pur trattando tutti da principini. La revoca dei giorni di riposo comunicata da Romairone è solo un segnale opportuno di un aspetto sul quale il club avrebbe dovuto battere quotidianamente, non per scaricare responsabilità ma per far crescere il gruppo. In altre piazze la vita fuori dallo stadio non sarebbe tanto facile. La civiltà delle contestazioni del popolo alabardato però non deve indurre a una sottovalutazione dell'importanza dell'attaccamento alla maglia.Per guardare avanti sul piano contabile e realistico le due gare con Renate e Vicenza, vista la caratura degli avversari, non erano le più indicate per dare una scossa alla classifica. Lo sono invece le prossime cinque partite con ben tre scontri diretti per la salvezza. Il tempo per risalire c'è. Ma senza una scossa morale quel momento sarà sempre rinviato. 

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