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I suntini sandrini di venerdì 20 gennaio 2023


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VENERDÌ 20 GENNAIO 2023

- «Se siamo qui è perchè è stata Trieste a fare la differenza. E vogliamo restare con un progetto a lungo termine». Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", Il nuovo presidente della Pallacanestro Trieste Richard de Meo ha le idee chiare. Spirito giovane e imprenditoriale, sana concretezza. Nessun fuoco d'artificio alla presentazione della nuova proprietà del club biancorosso entrato nell'era Csgi, Cotogna Sports Group Italia. E neanche promesse tanto per impressionare la piazza. Certo, l'Europa è nei progetti e nemmeno lontani. Certo, infiammare un entusiasmo che si è finalmente riacceso è una priorità. Ma facendo un passo alla volta, con finanziamenti importanti legati a scelte sostenibili.Quando, parlando dell'obiettivo Europa da raggiungere in qualche anno, un errore di traduzione gli attribuisce la frase «Abbiamo bisogno di capitali», de Meo in italiano immediatamente corregge. «No, noi abbiamo capitali». Ed è come se l'intero Allianz Dome sorridesse di sollievo. La svolta americana è arrivata.In questi giorni, per la firma di acquisto del 90 per cento delle quote e la presentazione a Trieste, de Meo è accompagnato dai soci Fitzann R. Reid (presidente di Csgi) e da Prabhdeep Sekhon. Già la prossima settimana sbarcheranno gli altri soci. Tutta la galassia Cotogna Sports Group potrà quindi conoscere direttamente Trieste e, magari, continuare a innamorarsene.LA SCELTA Già, ma perchè è stata scelta proprio Trieste? «Siamo partiti con l'idea di investire in Europa, ci siamo concentrati sull'Italia e poi ci siamo orientati su Trieste. Questa operazione viene condotta con metodo scientifico, abbiamo valutato tante proposte ma è stata proprio Trieste a fare la differenza. Ci sono voluti sei mesi per portare a termine questa operazione, intanto sono venuto in città, ho conosciuto Ghiacci, l'allenatore Legovich, la vostra organizzazione. Eravamo in luglio e in questo palazzo c'era comunque gente al lavoro. Inoltre sicuramente Trieste ha molti vantaggi stretegici e sta vivendo un momento storico importante in fase di sviluppo» la spiegazione di de Meo. Ghiacci aggiunge: «Chi ha lavorato qui in questi anni, dai ragazzi della sede allo staff tecnico, ha permesso di creare una società seria, sana, con valori importanti. Abbiamo dato a de Meo tutte le informazioni di cui aveva bisogno. Il documento che ha portato al closing ha 156 pagine».In merito alla scelta di Trieste per lo sbarco della proprietà Usa si aggiunge una suggestione raccontata da Fitzann R. Reid: «Sapevamo che qui ha giocato anche Michael Joran, anche negli Stati Uniti molti conoscono la storia di quella partita che ha disputato a Trieste».LA SOSTENIBILITÀ L'aggettivo «sostenibile» è stato ripetuto spesso nel corso della conferenza stampa, soprattutto da parte del managing director di Csgi Sekhon. «Il nostro è un progetto sostenibile, questo è un gruppo di persone, c'è un network che espande i suoi contatti fino alla Nba e in diversi altri sport e sfruttarlo non potrà che permetterci di migliorare. Qui, grazie al lavoro che è stato fatto da Ghiacci e dal suo team, ci siamo sentiti subito a nostro agio».SPONSOR E BUDGET La Pallacanestro Trieste non ha ancora un main sponsor anche se sulla maglia ci sono comunque marchi con apporti importanti. Arriverà dagli Usa anche il main sponsor. «Gli sponsor sono di tre livelli: locali, nazionali e internazionali. Fanno tutti parte dell'autostenibilità del nostro progetto. I capitali che noi vogliamo investire non sostituiscono una sponsorizzazione. I contratti che saranno siglati saranno a lungo termine perchè voglio rimanere per molti anni». È già stato ipotizzato un budget per affrontare la prossima stagione? «Sappiamo di dover investire subito ma ci concentriamo sulla stagione in corso».OBIETTIVI L'Europa in qualche anno, è stato detto. Ma la priorità adesso è una sola e la grida forte e e chiara Mario Ghiacci: «La salvezza diventa basilare per poter realizzare questo progetto. Si tratta di uno dei campionati più difficili di sempre, ma noi siamo fiduciosi perchè a vincere non sono i singoli ma il gruppo e quello di Trieste ha valori».LA COMUNITÀ «C'è una parola che sentirete spesso nei nostri discorsi. Lighthouse. Faro. Vogliamo sviluppare tutto ciò che ruota attorno al settore giovanile, sarà un tema importante per noi, con un Academy per i giovani. Vogliamo che squadra e società siano calati nella comunità, puntare sui giovani, attrarre anche pubblico da fuori regione con giocatori Nba. Non abbiamo intenzione di sconvolgere la cultura e le abitudini locali ma cercheremo solo di aggiungere show allo show».MI MANDA GREEN Si è parlato anche di basket giocato. Di Michele Ruzzier («Arrivato con il convinto sì del vecchio Cda ma anche dei soci Usa» ricorda Ghiacci) e di Emanuel Terry che dovrebbe unirsi la prossima settimana alla squadra. «Un'opportunità maturata nel giro di un'ora, tra la segnalazione da parte del suo agente Usa che è lo stesso di Javonte Green e il sì di Legovich. Su Terry c'era anche Reggio Emilia, che già era stata in concorrenza con noi per Ruzzier e l'avevamo preceduta. La storia si è ripetuta e adesso posso svelarvi un segreto: sapete chi ha consigliato Emanuel Terry a scegliere l'offerta di Trieste? Proprio il suo buon amico Javonte Green. Vai lì che troverai un bell'ambiente...». Non sono mancate le domande sulle prossime mosse tecniche, 5+5 o passaggio al 6+6? Niente è deciso anche perchè, parole sempre di Ghiacci, «le scelte si fanno anche in base a tante valutazioni. Ad esempio Pacher non sta giocando bene ma per noi è un elemento importante, anche nello spogliatoio. Il basket è fatto anche di valori». Si farà quello che verrà considerato necessario, quindi. Del resto, c'è una condizione necessaria - «la salvezza» - per realizzare i progetti. «L'Europa nell'ambito di un programma a lungo termine».

- Potrà sembrare strano a dirlo visto l'ultimo posto in classifica, ma in questa stagione c'è anche una Triestina da play-off: purtroppo è quella dei primi tempi, mentre le partite durano 90 minuti e oltre. Così scrive Antonello Rodio su "Il Piccolo": sabato scorso con il Novara finalmente l'Unione ha tenuto fino in fondo l'ottimo risultato del primo tempo, però è stato un evento rarissimo in questa stagione, perché gli alabardati nelle seconde frazioni di gioco di punti ne hanno persi un sacco. Andando infatti ad analizzare tutte le 22 partite giocate fin qui, la Triestina ha perso ben 12 punti nei secondi tempi. Questo significa che se le partite fossero finite dopo i primi 45 minuti, l'Unione non starebbe certo pensando a una difficile salvezza da conquistare, anzi in classifica avrebbe 30 punti e sarebbe al nono posto, quindi in posizione utile per i play-off. Un ulteriore dato decisamente sorprendente, che del resto è anche la causa del pessimo rendimento della Triestina nella ripresa, è nei gol segnati e subiti. Ebbene considerando solamente i secondi tempi, la squadra alabardata in questo campionato ha segnato solamente 5 reti e ne ha subiti ben 20. Uno score, quello delle reti segnate, frutto tra l'altro in gran parte delle primissime partite della stagione. Se Pavanel ha dato finalmente una certa solidità a questa squadra, che soprattutto nell'ultimo periodo ha fornito buone prestazioni, va anche detto che l'unica rete segnata nel secondo tempo nelle 15 partite con il mister in panchina, è quella inutile di Ganz su rigore allo scadere del match di Busto Arsizio. Ed è su questo che l'Unione deve assolutamente migliorare se vuole puntare alla salvezza, perché senza reti nei secondi tempi difficilmente si porta a casa il risultato, a meno di blindare la porta dopo essere passati in vantaggio nel primo tempo. Cosa riuscita con Pergolettese e Novara, solo sfiorata invece nella maledetta partita con il Pordenone. Come ha perso 12 punti la Triestina nei secondi tempi? È presto detto: il primo punto già al debutto, visto che dopo il primo tempo con il Pordenone si era sullo 0-0. Poi c'è stata la trasferta di Novara, con l'Unione che aveva chiuso i primi 45 minuti in avanti prima di subire il pareggio nel finale di gara: e lì di punti se ne sono persi due. Altri due se ne sono andati nei secondi tempi delle trasferte con Pro Sesto e Juve Next Gen, entrambe chiuse in parità nella prima frazione prima che la ripresa fosse fatale. Quindi con il Renate altri due punti se ne sono andati nella ripresa, dopo che l'Unione aveva chiuso il primo tempo in vantaggio. Poi in casa con il Lecco l'1-1 del primo tempo si è trasformato in sconfitta, e un altro punto se ne è andato a Piacenza nella debacle del secondo tempo dopo una discreta prima frazione. E poi sono ben 3 i punti persi con il Pordenone, dal primo tempo chiuso in vantaggio alla grande beffa dei minuti finali. Insomma due Triestine diverse fra primo e secondo tempo: un lusso che gli alabardati non si possono permettere.

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