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I suntini sandrini di martedì 24 gennaio 2023


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MARTEDÌ 24 GENNAIO 2023

- La vista delle Alpi innevate alle spalle del Piola è l'unica immagine positiva che conserveranno i 30 tifosi alabardati giunti in Piemonte per assistere all'ennesimo k.o. Come scrive oggi Guido Roberti su "Il Piccolo", nelle difficoltà l'ultima cosa da fare è mollare, non è per tutti, servono valori e gli uomini giusti. Nelle difficoltà ci si appella anche alla suggestione dei bei ricordi, a chi è stato capace di trasformare le difficoltà in successi memorabili. Ad osservare la "sua" Triestina al Piola, Ezio Rossi, l'allenatore dei miracoli di inizio millennio. Nel suo Piemonte, Ezio non ha potuto che constatare con la sua schiettezza i limiti della squadra. «Ho visto un primo tempo molto preoccupante, una squadra in grande difficoltà sotto tutti punti di vista. Nel secondo un po' meglio, il gol su calcio piazzato ha rianimato i giocatori spenti ma alla fine non ci sono state tante occasioni, dunque non si può recriminare troppo». Rossi, un dato allarmante, una squadra che in svantaggio non rimonta mai.«Non ho visto le partite ma leggo, se però la Triestina è quella del primo tempo sarà dura salvarsi. Mi auguro che i nuovi arrivi portino entusiasmo e volontà per scongiurare almeno la retrocessione diretta. Seguo molto la D, per quanto visto ci sono giocatori della Triestina che avrebbero fatto fatica anche lì». In tutto ciò si inseriscono alcuni giovani diventati pedine fisse. «Per i giovani, in una squadra in cui non funziona niente è comunque difficile, ma in D assicuro che ce ne sono tanti di valore uguale, mi ha colpito un po' di più Ghislandi, il più maturo». Come si esce da una situazione così?«Mi successe 2 anni fa a Varese, subentrai con loro ultimi. Individuai cose che non mi piacevano e approfittando del mercato ne cambiai una decina. Da ultimo non è facile trovare giocatori che accettino di venire. Alla lunga, con il gioco, ci salvammo».Per Pavanel un compito arduo... «Quando non arrivano i risultati è difficile per l'allenatore, vai al campo a volte e fai fatica ad essere convincente perché realmente non sai più cosa dire. Ma mai mollare, e devi avere la fortuna di avere ragazzi che ti seguono». Cosa servirebbe? «Un attaccante di peso penso sia la prima cosa da trovare sul mercato». Rossi da tempo ha fatto una scelta, rimanere nei dintorni della sua Torino e seguire in particolare la D.«Farei fatica a muovermi da qui, ho sempre detto che lo avrei fatto solo per la Triestina. Purtroppo nessuno negli ultimi 20 anni ha pensato che Ezio Rossi potesse essere utile». Nell'annus horribilis un accento alle incertezze societarie. Lei visse quei 2 mesi di incertezza con i fantomatici ungheresi interessati all'Unione nell'inverno 2002 (una cordata cui Vendramini provò a piazzare la Triestina). Come tutelò la squadra? «C'era la lotta per la società tra Fioretti-Vendramini e Berti, ma ricordo che in modo molto diretto dissi alla dirigenza di non varcare più la porta di quello spogliatoio dopo una partita persa 11 contro 9 ad Arezzo. La squadra si schierò tutta dalla parte di Berti, perché avevamo visto in lui la persona affidabile che poi è stata. Avevo una squadra molto coscienziosa, i vari Birtig-Masolini-Venturelli.. Berti poi si riprese abilmente la società». E la storia parlò poi per quell'uomo dalle cravatte stravaganti, per l'allenatore dei miracoli Ezio Rossi

- Poteva sembrare uno slogan, invece è realtà. Lo scrive oggi Roberto Degrassi sul quotidiano locale odierno: la triestinità della Pallacanestro Trieste è diventata una chiave dei tre successi consecutivi. Anzi, le chiavi, tutte triestine, sono quattro. La qualità del lavoro di Marco Legovich e del suo staff. Il ritorno di Michele Ruzzier. La crescita di Lodovico Deangeli. L'entusiasmo del tifo.Nelle due vittorie in Veneto a Treviso e a Venezia, entrambe nette e convincenti, oltre alla conferma di Bartley sempre più capocannoniere e alla sorprendente esplosione di Spencer passato nel giro di un mese e mezzo da similbrocco a mister doppia doppia a fare la differenza sono stati proprio i fattori triestini. In attesa di verificare gli effetti dell'inserimento del nuovo arrivato, Emanuel Terry, sbarcato ieri sera. Stamani le visite mediche, poi il primo allenamento. Verranno valutate le condizioni atletiche e si deciderà. Sembra scontato a questo punto il passaggio al 6+6, con Terry che arricchirà il pacchetto dei lunghi con caratteristiche nuove: può giocare in alternativa a Spencer garantendo verticalità ma può difensivamente essere prezioso anche sulle ali forti o persino sui 3 alti. In sostanza, probabilmente con i piedi veloci e le mani rapide di Terry in circolazione il veneziano Brooks domenica si sarebbe divertito meno...Ma torniamo ai fattori triestini. Il più giovane coach della massima serie nelle ultime settimane ha vinto di misura il confronto con un mago delle difese come Caja, ha dominato il confronto a domicilio con Nicola e ha firmato il suo capolavoro stagionale imponendo lo spirito dei biancorossi a un coach biscudettato come Walter De Raffaele. Trieste non ha vinto per fortuna propria o per demeriti altrui nè per una pesca miracolosa nel tiro da tre (ha fatto il 29%, per dire). Ha vinto perchè ha difeso meglio e nei momenti decisivi si è fatta trovare più pronta mostrando personalità.La crescita nella condizione da parte di Michele Ruzzier ha portato Trieste a una svolta. Più regista rispetto a Davis, ha portato ordine e lucidità, con la capacità di coinvolgere anche i lunghi. Alla Virtus, negli spezzoni di partita che gli venivano concessi, non gli venivano richiesti punti visto che tra Teodosic, Belinelli, Weems e compagnia tirante di gente per imbucare il canestro ce n'era a bizzeffe. I 15 punti in 21 minuti con il percorso netto dalla lunetta (6 su 6) certificano che nell'arsenale di Trieste c'è un'arma in più.Dopo il largo minutaggio al PalaVerde, altri 20 minuti di parquet al Taliercio per capitan Deangeli, l'uomo la cui utilità non viene raccontata dalle statistiche. Ma per Legovich Lodo rappresenta ormai una pedina imprescindibile, la vera ala piccola titolare con la capacità di dare equilibrio e annullare gli esterni avversari (Bramos virgola).La quarta chiave triestina del miniboom stavolta era confinata dietro una parete di plexiglass ma al Taliercio si è fatta sentire, eccome. Altra mobilitazione di tifosi al seguito, anche se minore rispetto al Palaverde a causa del numero inferiore di biglietti a disposizione. E intanto la campagna abbonamenti lanciata per il girone di ritorno è partita con il piede giusto.

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