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I suntini sandrini di domenica 14 maggio 2023


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DOMENICA 14 MAGGIO 2023

- Camillo Tavernelli. Un nome e un cognome che, come scrive oggi Guido Roberti su "Il Piccolo", i tifosi alabardati potranno scolpire ovunque e che certamente resterà inciso nelle menti. Quel bolide di una precisione chirurgica all'estremo è, e sarà, uno di quei gol che resteranno per sempre nella vita di un tifoso, come negli ultimi 20 anni Rocco a Dro, come Aquaro con la Virtus Verona, come Gennari o Ciullo a Lucca. Frammenti o forse anni di vita persi e ritrovati, la differenza - sportivamente parlando - tra vivere o morire. A ridare vita all'Unione ci ha pensato questo ragazzo che aveva già incantato a Gubbio e Cittadella, e per rendere magico il finale, è spettato il gesto atletico clamoroso a colui che nell'ultimo periodo veniva visto tra i giocatori un po' appannati, dopo aver tirato la carretta fin dall'arrivo di Gentilini e anche prima, nelle ultime settimane di gestione Pavanel. Farebbe difficoltà chiunque ad esprimere a caldo le emozioni davanti un microfono. Camillo ci prova. E sono parole dolci che alla pari del gesto atletico resteranno negli almanacchi. «Siamo contentissimi del risultato, vedere questi tifosi, la dirigenza, tutti i compagni felici regala un orgoglio incredibile, perciò sono contento del risultato e ci godiamo questa salvezza. Pensiamo a festeggiare per tutti i sacrifici che abbiamo fatto, che qualcuno ha fatto da luglio. Io sono arrivato a gennaio ma sappiamo i sacrifici che abbiamo fatto. Godiamoci la festa». Un gol incredibile il suo... Provo spesso in settimana i tiri da fuori, ci voleva oggi, nel giorno più importante e quindi sono contento così, per la squadra e per tutti. Cosa si pensa quando si ha quel pallone, in quel contesto, tra i piedi? È questione di attimi, vedi la possibilità, provi e... è andata bene. Quanto ha inciso per voi come gruppo avere una figura rassicurante e razionale come Gentilini? Quando ti trovi in queste situazioni difficili è complicato, ma la tranquillità, la serenità le crei durante la settimana, è la carta vincente. E devo dire che lo abbiamo fatto tutti assieme, grazie al mister, allo staff e al gruppo. Un gruppo che è stato sempre compatto: non è stato difficile trovare questa serenità interna. È stata la marcia in più per noi. 

- Le cose più intense e belle sono le lacrime per Billy Marcuzzi, quelle lacrime di Augusto Gentilini in sala stampa sono state capaci di far abbracciare in un momento passato e presente, perché qualcuno ama l'Unione da oggi, ma molti la amano da sempre. Ed è all'amico Billy, al "Prof" che tanto amava l'Unione, che il tecnico alabardato ha voluto dedicare il miracolo sportivo portato a termine ieri in Brianza.«Ci tengo a ringraziare il mio amico Billy. Billy Marcuzzi ci ha aiutato. Dedico questa salvezza a lui perché so quanto ci teneva». Gentilini con la sua squadra si è preso di diritto un posto nella storia della Triestina. Sedici partite in cui i suoi ragazzi sono stati battuti solo 3 volte. Da quel -5 sulla penultima di fine gennaio, una vera impresa. «Ho trovato dei ragazzi straordinari e lo avevo detto dai primi giorni, fino all'ultimo secondo non hanno mai mollato e ci hanno sempre creduto, nonostante le tante difficoltà trovate lungo il percorso, anche oggi, rimanendo in dieci. Credo che questa salvezza rimarrà nella storia per molti anni, per il modo in cui è arrivata».Gentilini plaude al clima instaurato in tutto il periodo di sua gestione. «I ringraziamenti vanno fatti a tutti, dirigenza, ragazzi, tifoseria, anche oggi ci hanno portato fino alla fine a crederci. E ci siamo riusciti. Quindi grazie a loro. Sono sensazioni irripetibili, anche per chi ha vinto qualche campionato, molti mi hanno confessato che l'emozione di oggi è stata unica. È arrivata dopo tanto soffrire».Da quel primo febbraio, la Triestina ha marciato a ritmo da quinto-sesto posto. Prosegue il tecnico: «Ci siamo voluti salvare, e questa partita credo sia l'emblema di questa sofferenza, della passione, della determinazione. Abbiamo riportato gente allo stadio ed è una delle cose più importanti. Ed è giusto festeggiare questa cosa straordinaria. Faccio i complimenti al Sangiuliano, nella vita e nel calcio c'è chi vince e chi perde. Godiamoci questo momento, perché ora possiamo dirlo, siamo salvi».Per un condottiero che detta le regole deve esserci qualcuno pronto a recepire. E la squadra - sostiene l'allenatore - lo ha fatto dal principio. «Tutto ciò che è successo è dato dalla disponibilità che ho avuto dai ragazzi, il merito è solo ed esclusivamente loro. Io ho portato un po' di serenità ed esperienza, non è un giorno che alleno ma i ragazzi mi sono venuti dietro ed è la cosa più importante, Il merito è dei ragazzi che hanno sofferto da luglio ad oggi. Chi è rimasto, e chi è arrivato in una situazione difficile, significa che ha basi morali importanti e non a caso abbiamo raggiunto questo risultato, la fortuna bisogna andarsela a cercare».Nel merito della partita, Gentilini ha sorpreso molti cambiando 4 uomini rispetto all'andata. Ieri, come negli ultimi tre mesi e mezzo i risultati hanno dato ragione ad un uomo cui Trieste tutta dovrà esser grata. «Ce la siamo giocata ed abbiamo avuto il coraggio di mettere in campo tutte le nostre armi tecniche, tattiche e soprattutto morali. E siamo qui a rallegrarci per fortuna».

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