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I suntini sandrini di lunedì 15 maggio 2023


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LUNEDÌ 15 MAGGIO 2023

- Alle 19.35 di un sabato qualunque nell'hinterland milanese la Triestina ha conquistato sul campo la permanenza in serie C. Come scrive Ciro Esposito oggi su "Il Piccolo", è stata un'emozione di quelle da raccontare a figli e nipoti per chi l'ha potuta vivere dagli spalti del Ferruccio. Il gol di Tavernelli, con la sua squadra ormai alle corde, resterà nella storia. Bravo lui, e bravo il mister Gentilini che lo ha gettato in campo quando le speranze di non retrocedere in D erano ormai ridotte al lumicino. C'erano i tifosi alabardati sugli spalti a manifestare la volontà di non precipitare negli inferi dei dilettanti. I meriti di Gentilini e di tutto il gruppo squadra non sono ascrivibili all'ultima partita ma a una sequenza di partite cominciata il 31 gennaio. Il finale esplosivo è la chicca che alcune volte un gioco come il calcio riserva nel bene o nel male.Stavolta è andata bene e questo è il momento di gioire. Ma non bisogna dimenticare da dove si è partiti per non ricadere negli errori che hanno condizionato una stagione da elogiare solo per il suo epilogo. Intanto è opportuno non sottovalutare i possibili effetti dell'inchiesta in corso sul presunto tentato illecito sportivo. Da domani in poi sapremo se l'indagine avviata dalla Procura federale su quanto successo prima di Pergolettese-Triestina porterà a un deferimento delle parti in causa o a un'archiviazione. La Triestina ha dato mandato ai suoi legali di tutelare in ogni sede la società. Se la Triestina, come tutti auspicano, resterà in questa serie C priva di ricavi ed esorbitante per i costi, nessuno vuole che questa storia piena di emozioni si ripeta. E allora il presidente Giacomini che ha fatto outing sugli errori commessi in questo suo noviziato costato almeno una decina di milioni di euro per arrivare nelle retrovie della terza serie, deve immediatamente mettersi all'opera. Lui ha garantito la gestione di questa stagione ed è legittimo che proceda come gli sembra più opportuno. Ma il gruppo-quadra (a differenza di quanto successo a luglio) va salvaguardato così come le relazioni con il territorio e con i tifosi che si sono riavvicinati. In questo senso la società deve al più presto fare chiarezza non solo sui programmi ma anche sull'organizzazione e su un cda che a gennaio è stato ridisegnato e nessuno sa che faccia abbiano il vicepresidente Crosti, l'ad Scaramuzzino e il signor Calleri. Il popolo alabardato si aspetta risposte nel più breve tempo possibile. Perché le emozioni restano nel cuore ma adesso è venuto il tempo di fare i conti.

- Se state leggendo questo articolo e, ripensando a tutto quello che è successo due weekend fa, continuate a percepire un senso di fastidio misto a tristezza e desolazione, rallegratevi: siete davvero in buona compagnia. Lo scrive il sottoscritto sul numero odierno di Citysport.News: perché la retrocessione nella prossima serie A2 della Pallacanestro Trieste ha portato inevitabilmente uno scoramento destinato a restare a lungo sul gozzo. E ripiombare in maniera fragorosa – per certi versi inaspettata, visto un cammino che a inizio anno solare sembrava essersi messo bene per i biancorossi – in una categoria che nessuno avrebbe voluto riabbracciare, impone una serie di riflessioni che in casa giuliana sono già iniziate.

Di fatto, per il presidente De Meo e per tutta la nuova proprietà a stelle e strisce, c’è la prima importante sfida da vincere: i proclami nobili e dorati di portare molto in alto Trieste (leggi, Eurolega) devono essere temporaneamente accantonati, perché a queste latitudini si sa molto bene quanto difficile sarà risalire nell’Olimpo del basket italiano. “Per consolidare, bisogna costruire passo dopo passo” disse proprio il novello numero uno biancorosso qualche giorno dopo l’insediamento. E più che mai, dovendo ripartire dalla A2, la Pallacanestro Trieste dovrà essere “rifondata”. Ma per fare questo, è necessario che l’anima statunitense e quella squisitamente triestina sappiano fondersi perfettamente per fronteggiare e aggirare l’ostacolo che poco più di una settimana fa si è palesato davanti agli occhi. E la mentalità targata Usa è ora chiamata a uscire dalle secche e soprattutto a trovare un punto di equilibrio tra ambizione e consapevolezza di avere tra le mani una “creatura” quasi completamente da svezzare.

Attendendo di capire quando e se avverrà una nuova distribuzione delle cariche societarie (e in tal senso, c’è curiosità di capire se le figure italiane resteranno al loro posto, Mario Ghiacci in primis), il possibile ricorso per il “caso Varese” che si è concluso con lo sconto di 5 punti di penalizzazione – dopo la decisione della Corte d’Appello e le annesse motivazioni non rese note per mere questioni legate dalla privacy – è un’ipotesi forte che ogni giorno che passa sembra prendere vigore, con De Meo in testa a voler perseguire. Attenzione però a non dilapidare il tempo a disposizione per una battaglia che sin da subito appare difficile da vincere: per riabbracciare la serie A, va capito sin da subito quanto conveniente sia affidarsi alla giustizia ordinaria…

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