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Impianto de rigassificazion


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ENDESA: ACCORDO CON FRIULIA PER RIGASSIFICATORE A TRIESTE - 15:46

(ANSA) - TRIESTE, 15 FEB - Un accordo per la realizzazione di un impianto rigassificatore off shore nel Golfo di Trieste e' stato sottoscritto oggi nel capoluogo giuliano tra il gruppo spagnolo Endesa Europa, secondo produttore italiano privato di energia, e la finanziaria Friulia, della Regione Friuli Venezia Giulia. Le due aziende - spiega una nota diffusa a Trieste - costituiranno un' apposita societa' di progetto. L' impianto, spiega una nota dei firmatari, avra' una capacita' di 8 miliardi di metri cubi di gas naturale l' anno, sara' collocato a 14 chilometri circa dalla costa triestina e verra' collegato alla rete nazionale con un gasdotto.

Si punta a ottenere un ridotto impatto ambientale, in quanto il rigassificatore sarà realizzato per buona parte sotto il livello del mare e risulterà meno lungo di una nave metaniera. L' intesa è stata illustrata al presidente regionale, Riccardo Illy, dal presidente di Endesa Italia, Jesus Olmos, dal vicepresidente di Friulia Federico Marescotti e dall' amministratore delegato della finanziaria, Michele Degrassi. "Questo progetto - ha detto Marescotti - i cui benefici sono destinati a ripercuotersi direttamente sulla comunità di tutta l' area friulana (ndr: A NOI GNENTE??? :angry: ) ci vede protagonisti, coerentemente alla nuova strategia di supporto alla crescita industriale e dei servizi della nostra regione, che Friulia persegue". (ANSA)

Dopo il progeto per el deposito gpl scartado se fa avanti quel per el metano.

Le forze politiche de centroDx e de centroSx sembra concordi nel sostenerlo.

Podessi esser pericoloso??? Boh?

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Ospite John Grimes

...mah..sinceramente no so se un impianto de rigassificazion gà anche el deposito o se, rigassificà el gas (che riva via nave allo stato liquido) no i lo spara diretamente nela rete SNAM...

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Questo xe un articolo su Brindisi dove i voleva far un'altro impianto.

Ma no so se xe el stesso gas e se gl'impianti podessi esser paragonabili

Una Brindisi senza gas....

La realizzazione di un impianto rigassificatore è vicina. Però la città si è opposta e in 5000 hanno sfilato per le vie del centro manifestando contro la costruzione del terminal.

Per ora la città di Brindisi ha detto “no” al potenziamento della centrale di carbone e al progetto del rigassificatore. Il rigassificatore è un impianto in grado di trasformare il gas liquido in gas allo stato gassoso. Studi autorevoli consigliano la collocazione dei terminal di rigassificazione in porti industriali distanti e separati sia da quelli commerciali sia da quelli turistici. Ma a Brindisi tutto questo margine non sarebbe rispettato.

La città soffre già di un forte degrado ambientale causato dagli effetti della produzione del carbone a cui si è aggiunto negli anni ottanta l’orimulsion. Nome aulente, composizione un po’ meno. Si tratta di un olio combustibile, estratto a basso costo in Venezuela, da cui deriva anche il nome Orinoco-Emulsione, ricco di zolfo e quindi molto pericoloso per le vie respiratorie. Ma il pericolo è anche in mare: in una lingua di mare, l’Adriatico è pur sempre un mare stretto, si incrociano pericolosamente gasiere, carboniere e traghetti turistici, mentre a terra a pochi passi dal centro abitato si brucia carbone e orimulsion.

E adesso ci mancava solo il gas liquido! E poi la OMS parla chiaro, dal 1995 nella provincia pugliese sono in forte aumento le neoplasie polmonari e mesoteliomi della pleure (tumori provocati dall’esposizione ai minerali pesanti, come l’amianto). Certo il terminal di rigassificazione significa anche investimenti e quindi lavoro e quindi economia che gira; ma a che prezzo? Da una parte i cittadini sensibili chiedono uno sviluppo sostenibile della città, dall’altra le associazioni degli industriali non vorrebbero farsi sfuggire una tale opportunità. La partita è ancora aperta, ma fino a quando non saranno garantite condizioni sostenibili sia per la salute dei cittadini sia per l’ambiente, noi tifiamo per tutte quelle forze impegnate a costruire un futuro migliore per Brindisi e il suo territorio.

Elisabetta Paglia

2/2/2005

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mi son dacordo al 100%, al pato che vegni ciapade tute le contromisure per gaver opco impato ambiental...

..a sud per mi ghe xe i soliti interesi mafiosi & co. misiai con l'ignoranza dela gente che disi (ovunque ma no qua demi) .. sigh.

p.s: sti qua dela friulia me par tanto friul e poca venezia giulia.. o no? Far erori (oviamente voludi) de sto tipo me par incredibile da un vicepresidente de una azienda che ga la sede (se no sbajo) a trieste!

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p.s: sti qua dela friulia me par tanto friul e poca venezia giulia.. o no? Far erori (oviamente voludi) de sto tipo me par incredibile da un vicepresidente de una azienda che ga la sede (se no sbajo) a trieste!

Credo che l'error sia sta fato da un dei soliti giornalisti che ga studià geografia su qualche enciclopedia per casalinghe a fascicoli setimanali.

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PIZZATI (VERDI FVG), PRIMA VENGA IL PIANO ENERGETICO

TRIESTE, 15 FEB - "Non c' è ostilità preconcetta agli impianti di rigassificazione, ma deve prima esserci un piano energetico": lo ha detto oggi il presidente regionale dei Verdi, Gianni Pizzati, interpellato dall' Ansa a proposito dell' accordo tra Endesa e Friulia per il rigassificatore nel Golfo di Trieste. Pizzati ha definito la soluzione a mare "molto più critica, e con molti punti oscuri. Non vorremmo fosse un altro progetto come il Corridoio 5, che non sta in piedi, visto che pare una prassi ormai ricorrente, quella di progettualità - ha aggiunto - che non vanno da nessuna parte". Secondo il presidente dei Verdi "nel piano energetico c' è spazio per un aumento di produttività del gas naturale, ma non vorrei che questo impianto sia mettere il carro davanti ai buoi. Non si può bypassare il piano energetico, che è - ha concluso Pizzati - lo snodo dell' intera questione". (ANSA).

SINDACO MONFALCONE,APPROFONDIMENTI SU RIGASSIFICATORE

MA PROGETTO OFF SHORE E' MENO IMPATTANTE (ANSA) - MONFALCONE (GORIZIA) 15 FEB - "Ritengo logico che si pensi a creare una diversificazione delle risorse energetiche, tuttavia credo sia opportuno effettuare una serie di approfondimenti, prima di esprimere un parere favorevole": lo ha detto oggi il sindaco di Monfalcone (Gorizia), Gianfranco Pizzolitto, interpellato dall' Ansa a proposito dell' accordo per la realizzazione del rigassificatore nel Golfo di Trieste. "Chiederò delucidazioni - ha continuato Pizzolitto - all' assessore regionale Sonego. Secondo quanto sostiene Legambiente l' impianto off shore dovrebbe comunque essere meno impattante - ha concluso - e non dovrebbe essere visibile da Monfalcone". (ANSA).

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ENDESA: ILLY, RIGASSIFICATORE UTILE A REGIONE E AL PAESE

(VEDI: "ENDESA: ACCORDO CON FRIULIA..." DELLE 15.15) (ANSA) - TRIESTE, 15 FEB - "E' un progetto che sarà utile alla Regione, ma anche a buona parte del Paese": così il presidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, interpellato dall' Ansa, ha commentato l' accordo con cui oggi Endesa Italia e la finanziaria Friulia hanno dato vita alla società di progetto per il terminal rigassificatore nel Golfo di Trieste. "Servirà a noi - ha proseguito Illy - per ridurre il costo del gas, e quindi dell' elettricità, aumentando e diversificando la concorrenza nelle forniture di materie prime. Giunge opportuno, poi, se vediamo - ha aggiunto - quello che sta succedendo in queste settimane con le forniture di metano dalla Russia". Apprezzamento è stato quindi espresso, da parte del governatore, per Endesa "che ha rispettato gli accordi sottoscritti a suo tempo - ha precisato - in occasione della riconversione della centrale di Monfalcone, e vista la bocciatura da parte dei cittadini dell' ipotesi di un impianto a terra. Avevamo chiesto di coinvolgere le nostre multiutilities nel progetto, attraverso lo strumento della finanziaria regionale Friulia - ha puntualizzato Illy - è questo oggi è accaduto". Il presidente regionale ha quindi ricordato che un altro progetto di rigassificatore, questa volta a terra, è in via di preparazione, in una zona a est della zona industriale di Trieste: "entrambe queste strutture - ha commentato - sono ugualmente valide e da sostenere". (ANSA).

Ma alora i rigassificatori sarà 2. Uno in mar e un a tera?

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Dequel che go capido de l'articolo sul Piccolo de oggi, in mar, a un pochi de km (14?) dela costa, al altezza de Fossalon, quindi dela parte de Grado, sarà el terminal per le navi, come quel del oleodotto, e in terra, no lontan de Villesse, sarà el deposito che tien el gas liquido e lo rigassifica per butarlo nei tubi che xe de quale parti za.

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Ospite John Grimes

però...i riva tignìr el gas liquido dal punto de scalo fina in tera....passando doto acqua (presumibilmente soto el fondal?....) che roba....

Benchè mi sia in linea de principio favorevole (e el PEN prevedi dai 6 ai 9 rigassificatori a livel nazionale, qualunque roba dixi i verdi) me vien el dubio con la bora e le navi ce gà de atracar al largo....

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L'impianto di cui si fa cenno quando si parla di Trieste è quello proposto dalla Gas Natural sull'area ex-esso.

Il rigassificatore di GNL presenta molteplici vantaggi:

Il gas arriva liquido ad una temperatura di -161 gradi per venire poi riportato allo stato gassoso a temperatura ambiente. Si crea così la disponibilità gratuita del "freddo" rilasciato durante la conversione, che può trovare impiego ad esempio per industrie alimentari che potrebbero sorgere nei pressi.

Altro dato non da poco è che i Comuni sul cui territorio sorge l'impianto possono ottenere forniture di gas a prezzi più bassi (con conseguente beneficio per le tasche dei cittadini e delle imprese) oltre che incassare royalties che si traducono in risorse economiche da investire in servizi od altro, a beneficio della cittadinanza.

Rischi non ce ne sono, si tratta di impianti più che collaudati ed il gas trattato è ben diverso dal GPL, quello sì soggetto a possibilità di esplosioni e giustamente rifiutato dalla amministrazioni locali.

Ancora, il rigassificatore è un'attività produttiva, che significa nuovi posti di lavoro.

Se poi non si farà, non sarà a causa del nosepol, ma stavolta a causa del nosevol :-)

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Ospite John Grimes

Curioso...Endesa e Gas Natural 'sta per diventar la stessa roba.....chissà se resta due impianti in progeto...ma chissà sopratuto se Illy e compari SA che Endesa e Gas Natural diventa una unica società... :s'ciopado: :grin: :s'ciopado: :grin:

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  • 3 settimane dopo...

Ilgazzettino.it: Venerdì, 3 Marzo 2006

Terminal di rigassificazione, è polemica

Agrital e Consorzio Ittico di Trieste alzano la voce sullo studio d'impatto ambientale nel Golfo

La cooperativa per la pesca Agrital e il consorzio Ittico di Trieste, con la consapevolezza che l'approvvigionamento energetico sia questione di massima rilevanza, alzano la voce sullo studio d'impatto ambientale effettuato sul progetto che prevede la realizzazione di un terminal di rigassificazione off shore nel Golfo di Trieste.

Il gruppo spagnolo Endesa, presente in Italia con una controllata identificata come il secondo produttore privato di energia sul piano nazionale, ha siglato lo scorso febbraio l'accordo con la finanziaria regionale per la realizzazione del discusso impianto. Friulia è diventata partner del progetto gestendo il project financing per un investimento di 900 milioni di euro destinato alla costruzione di un rigassificatore con una capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas naturale l'anno.

Il terminale, che troverà collocazione a 14 chilometri dalla costa su una piattaforma di 278 metri di lunghezza per 100 di larghezza, si collegherà a terra grazie ad un gasdotto e attraverserà le aree di Fossalon di Grado, San Canzian d'Isonzo, Fiumicello, Ruda e Villesse, allacciandosi alla rete di trasmissione nazionale Snam Rete Gas.

Da un punto di vista strategico l'ubicazione dell'impianto, in prossimità del faro Palomo, nel mezzo del golfo triestino, risulta ottimale dato che non interseca le attuali rotte di navigazione. Non è stato altresì considerato che la piattaforma dista appena 120 metri dal confine sloveno con influssi su tali aree di pesca, accanto ai risvolti per le attività ittiche nostrane. Lo specchio di mare interdetto alla pesca copre un'ampiezza di quasi 2000 metri, considerate le dimensioni dell'impianto e le distanze di sicurezza. Inoltre Federico Grim, presidente del Consorzio Ittico nonché il biologo che si è occupato di una valutazione aggiuntiva sulle conseguenze per l'ecosistema marino, pone in cattedra quattro punti preoccupanti:

1. di fatto diminuiscono le zone destinate ad attività di pesca senza la previsione di misure compensative;2. lo studio d'impatto ambientale analizza puntualmente la parte planctonica, ma non considera gli organismi superiori che popolano il fondale marino (molluschi e pesci). Sfruttando l'acqua del golfo per riscaldare il metano liquido e portarlo allo stato gassoso, si prevede un utilizzo di 38mila metri cubi (38 tonnellate) d'acqua al giorno, restituiti al mare con una temperatura inferiore di 5° C.

3. Il raffreddamento delle acque reca gravissime ripercussioni sulla fauna ittica e preoccupazione per la sparizione di alcune specie.

4. Infine per la sterilizzazione dei tubi di scarico, la piattaforma userà ipoclorito di sodio (varechina), che verrà riversato in mare senza averne individuato un metodo di recupero. Il danno delle quasi 800 tonnellate annue di ipoclorito non è stato minimamente considerato dal SIA (studio impatto ambientale).A breve Agrital e Consorzio Ittico invieranno richiesta formale di revisione dello studio al Ministero dell'Ambiente e agli organi competenti.

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  • 2 settimane dopo...

WWF FVG, NO A TERMINAL RIGASSIFICATORE ENDESA - 14:35

(ANSA) - TRIESTE, 14 MAR - Giudizio negativo, da parte del Wwf del Friuli Venezia Giulia, sul progetto di terminal di rigassificazione proposto da Endesa nel Golfo di Trieste, a meta' strada tra la spiaggia di Fossalon e la costa di Muggia: il dissenso degli ambientalisti e' stato espresso oggi nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Trieste. Il Wwf, nel corso dell' incontro con la stampa, ha annunciato l' invio di un documento sul tema ai Ministeri dell' Ambiente e dei Beni Culturali e alla Regione, nell' ambito della procedura di Valutazione d' impatto ambientale. ''Sono 11 - ha affermato Vinicio Collavino, presidente del Wwf regionale - i progetti di impianti di rigassificazione presentati in Italia, per una capacita' complessiva superiore ai consumi complessivi del Paese, senza il benche' minimo indirizzo che permetta di stabilire quanti impianti servano davvero e quali siano le localizzazioni piu' idonee, dal punto di vista infrastrutturale e ambientale''. (ANSA).

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No xe stretamente legado al'impianto de rigassificazion ma circa.

No valeva la pena verzer una discussion per questo quindi posto qua.

Oleodotto paneuropeo al via: mercoledì la firma a Trieste

Al via l'accordo fra Italia, Slovenia, Croazia, Serbia e Romania per la costruzione dell'Oleodotto paneuropeo (Peop), che collegherà Costanza e Trieste, con una capacità di 60 milioni di tonnellate l'anno su una lunghezza di oltre 1.300 chilometri. L'atto di nascita è in programma per mercoledì prossimo, a Trieste, dove il ministro per le Attività produttive, Claudio Scajola, e i suoi colleghi sloveno, croato, serbo e rumeno firmeranno il memorandum con cui sarà creata una società incaricata di realizzare il progetto dell'oleodotto, una delle infrastrutture di trasporto energetico più importanti d'Europa, destinata a diventare un'alternativa alle fonti energetiche russe. Il nuovo oleodotto, con il proprio terminale a Trieste, consentirebbe un raccordo con l'oleodotto transalpino Trieste-Karlsruhe (Germania), che copre attualmente il 75 per cento del fabbisogno dell'Austria, l'intero fabbisogno della Baviera e il 50 per cento del fabbisogno del Baden-Wurttemberg. Anche per questa opportunità, l'oleodotto paneuropeo avrebbe come mercati target principali la Germania, l'Austria e gli altri Paesi dell'Europa centro-occidentale. La data per la firma del memorandum, confermata ieri da fonti del ministero italiano per le Attività produttive, viene anticipata nello scorso febbraio dalla Commissione interstatale istituita per gestire il progetto di costruzione dell'oleodotto. La Commissione è formata da Romania, Serbia e Croazia (che detiene attualmente la presidenza) e, in qualità di osservatori, da Italia e Slovenia. Secondo lo studio di fattibilità elaborato dall'Hill International Consortium sugli aspetti tecnologici ed economici della nuova infrastruttura, l'oleodotto paneuropeo potrebbe portare vantaggi economici alla Romania, nei prossimi vent’anni, tra i 2,27 e i 4,39 miliardi di dollari, a seconda della capacità dell'infrastruttura. L'oleodotto, inoltre, riducendo sensibilmente il numero di navi con idrocarburi provenienti dal Caucaso, contribuirebbe in maniera importante a decongestionare il traffico navale nello stretto del Bosforo.

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Che sia utile ed economicamente vantaggioso non ci son dubbi.

Sul impatto ambientale ci sarebbe un po da discutere... anche se secondo me bisognerebbe dare contro chi rovina l'ambiente per cose superflue non per cose utili.

Sarebbe solo da valutare i rpo ed i contro... visto che farà anche danni economici come calo della pesca e del turismo.

Sul fatto che l'impianto sia "sicuro" invece non è assolutamente vero.

Fatto bene. Gestito bene e con tutta la manutenzione necessaria. Senza che nessuno faccia errori. E vero i pericoli sono pochi.

Ma per lo stesso motivo i treni non dovrebbero deragiare, i ponti non dovrebbero cadere, i palazzi non dovrebbero crollare.

Ci sono tanti settori in cui se le cose sono fatte bene i rischi sono "quasi 0" ma abbiamo tantissimi esempi in Italia del fatto che non siamo in grado di garantire questo.

Anche se i rigassificatori e le navi gasiere sono soggette alla Direttiva Seveso e quindi meno soggette ad incuria si spera.

Senza contare eventuali attachi terroristici.

Ed un impianto del genere se viene fatto saltare... fa un bel botto. Una bombola rade al suolo un intero edificio... una cisterna?

Che l'attentato alla raffineria del Aquila che ci hanno fatto qualche decennnio fa al confronto è un petardo.

Stanno facendo lo stesso discorso a Taranto per un rigasatore a 15km dalla città.

Secondo lo studio se una nave gasiera da 140mila tonnellate di gas liquido esplodesse all atracco del rigasatore... spazzerebbe via Taranto e manderebbe i frantumi i vetri di tutte le case fino a Brindisi.

Mezza tonnellata di metano può generare punte di sovrappressione di 0,9 kg/cmq su un raggio di 200 m, e di 0,42 kg/cmq a 300 m. Sono sufficienti 0,35 kg/cmq per sbriciolare gli edifici di mattoni. Per tale potenza, il metano è il gas esposivo delle bombe FAE (Fuel Air Explosive). Come si legge sul manuale "La guerra moderna" (di Luttwak e Koel ed. Rizzoli).

140000 e un po più di 0,5...

In "servizio" un esplosione incontrollata di questo tipo è difficile... ma può essere opportunamente causata se qualcuno prende il controllo di una gasiera.

Non è una cosa da prendere alla leggera.

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Anche una seconda cosa.

Visto che vige la "conservazione del energia" anche il freddo gratis è una cazzata.

Viene posta come se fosse una fonte di freddo al pari delle fonti di energia rinnovabile come se fosse un energia disponibile in natura che è un peccato non sfruttare.

Qualcuno porta quel gas a quella temepratura prima di imbarcarlo.

Il freddo non è gratis. E compreso nel prezzo. Se risparmiamo 50 di energia in frigoriferi qui a Trieste e perché paghiamo i 100 che hanno speso loro per liquefarlo nel prezzo del gas.

Non facciamoci fregare con questi trucchi pubblicitari da 4 soldi tipici di compagnia telefoniche.

Babbo natale non esiste. Non regalano nulla.

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"Terminal di rigassificazione è polemica"?, sinceramente se non la ghe fossi me saria preoccupada, se qua non se fa altro che polemica su tutto.

Se vol i telefonini, ma non i ripetitori, se vol l'energia a basso costo ma non le centrali nucleari, se vol viaggiar presto e ben, ma non el corridoio 5. Spero che non se perdi anche questo treno, per una mala interpretazion della salvaguardia ambientale, i risci i xe sempre, anche quando se se cava un dente, va solo programmadi e ridotti ai minimi termini.

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E' la psicosi del nuovo millennio.

La chiamano, NIMB "Not In My Backyard" (Non nel mio cortile).

Strutture che tutti vogliono ma a casa del vicino e non propria.

Il problema energetico c'è e bisogna risolverlo. Sia nucleare che Energie rinnovabili non possono risolverlo a breve termine.

Qualcuno deve accollarsi i rischi... ed essere ricompensato con i benefici.

Secondo me per affrontare il problema bisognerebbe spiegare i problemi senza minimizzarli ma spiegare e dare garanzie anche sui benefici che questo porterà.

Dire quanti soldi porterà al comune questa opera e come verranno usati... mettedo nero su bianco impedendo che qualcuno se li intaschi ingiustamente.

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