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Le poesie dei utenti


Renè

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io ho già partecipato a due concorsi.. uno mi hanno fatto una proposta di pubblicazione.. ma chiaramente la casa editrice chiede di comprare 100 copie e ti danno 50 in regalo.. però poi che me ne faccio di 150 copie???? :S oltre che non ho ancora chiesto il preventivo e non so ancora quanto mi verrebbe a costare

in un altro concorso invece mi hanno permesso di pubblicare una mia poesia Maschera e tra poco dovrebbe arrivarmi il libro dove è stata pubblicata :D

Carissima Molly, innanzitutto mi scuso per non aver risposto prima al tuo post ma, stranamente, non mi è stato notificato alcunché da quest'angolino di paradiso.

Per quanto riguarda il Concorso cui vi ho accennato ti invio l'indirizo e-mail dove potrai trovare tutte le informazioni che desideri: - nuoviautori@editricenuoviautori.it - prova a darci un'occhiata (questo vale anche per Renè, naturalmente), io comunque aspetto speranzosa di leggere ancora qualcosa di tuo: ti assicuro che se pubblicherai un libro mi affretterò a comperarlo, anche se metti qualcosa di tuo sul forum.

Ora inserisco ancora qualcuno dei miei "pensieri".

NONNA

Nonna, ti ricordi?

Eri seduta a terra con le gambe tese,

la schiena poggiata al bordo del lettone

e, su quelle tue magre gambe

Giorgio giocava al marinaio,

mentre io -seduta sul lettone-

scioglievo la tua crocchia di lunghi

capelli bianchi giocando alla pettinatrice!

Nonna, ti ricordi?

Quando per tenerci tranquilli

in un giorno di pioggia, con gran pazienza

rimanevi a guardarci mentre riempivamo le bottiglie

giocando all'oste e, senza mai alzare la voce,

quando l'acqua finiva a terra l'asciugavi!

Nonna ti ricordi?

Quando per farci mangiare un piatto di riso

sparpagliavi tutta la pietanza in giro al piatto

e, con la forchetta girandoci attorno,

dicevi che c'era Giorgio che andava in bicicletta:

ed ecco, un boccone finiva nella sua boccuccia;

mentre Lela faceva una torta:

ed ecco, un boccone finiva nella mia bocca di bimba!

Nonna ti ricordi?

.......................

Quanti ricordi sono scomparsi,

ma Tu no, Nonna!!!

Ritorno, Graziella.

Modificato da Graziella
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Miglior contributo in questa discussione

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"El Falisca" è un caro amico del forum, una nobile persona di buon cuore, un mulon anca lui de Gretta e dintorni, allegrissimo, solarissimo e scherzoso.. insieme siamo due avvistatori di Fapabrù, tipico uccello ibrido di tante specie animali, che nidifica sulla cima delle antenne di Monteradio, sulla cima del Faro della Vittoria e sul tetto della chiesa di via Carmelitani!!

Buon pomeriggio Renè, tra le altre cose hai citato "li tetto della chiesa di via Carmelitani" facendo ciò hai fatto rinascere altri miei ricordi: io, in via dei Carmelitani Scalzi, ho lavorato quand'ero ragazzina e frequentavo seralmente le superiori: ho lavorato prima nella "lavanderia a secco" che si trovava in alto e che non so se neppure esista più, poi al bar che era situato più in basso - diciamo vicino alla chiesa - e nemmeno quello so se esite ancora. E qua sono in O.T. io, per cui chiedo venia.

Sì, io disegno pure, ovviamente ad un livello puramente autodidatta.. un mio piccolo disegno, a colori pastello è quello con la ragazzina (realmente esistente) che vedete addormentata sotto il Faro di notte, nel riquadro sempre presente nella mia firma. Essa è pure la copertina di un mio cd, che sarà pronto prossimamente, anche questo "home made" poiché son "cantautore", sempre e solo per puro piacere personale, anche se ho avuto la possibilità di esibirmi, in maniera semiprofessionale, in bellissime e speciali occasioni.. come ad esempio nel 2000 a Natale nella foresteria del Collegio del Mondo Unito di Duino, dove eseguì un bel pezzo gospel dal vivo, accompagnato dal coro del collegio stesso, di fronte ad una regina (non mi ricordo se era Rania di Giordania.. chiedo venia, ma al Collegio all'epoca facemmo un mucchio di esibizioni e non mi ricordo tutto.. mi pare fosse lei).

A quanto leggo sei un artista proprio a "tutto tondo", io non ti ho sentito cantare, ma essendo tu un cantautore, se con ciò indichi anche il testo, sono sicura che saranno state canzoni bellissime come le tue poesie.

Il disegno è una grandissima passionaccia che mi accompagna fin da piccino, non riesco a star più di due giorni senza buttar qualcosa sul foglio con una matita o con il pennino di china.

E si vede continua ti prego e, ogni tanto, fammi vedere ancora qualche tuo disegno, non so se c'è un angolino pure per quello, ma se non c'è o lo puoi inserire, oppure metterlo quì sotto qualche tua poesia: oltretutto quelli a matita e/o a china sono i miei preferiti perchè in essi si vede l'animo di chi li fa tanto quanto che nella poesia.

Per ritornare alla musica classica, sono un fissato di Johann Strauss e la sua composizione che adoro di più è la dolcissima "Annen Polka".

Di Johann Strauss, debbo ammettere la mia ignoranza, difatti conosco solo i suoi famosi walzer che adoro, e non credo proprio che la composizione che nomini faccia parte di uno di essi. Piuttosto, hai mai ascoltato il Trio di Trieste" - violino, violoncello e pianoforte - nelle loro esecuzioni di Mozart, Beethoven, Clementi, Schubert e Brahms? A me piacciono molto.

Tornando all'argomento principe del topic, la poesia, anche per non sfociare in :offtopic: .. ammetto di conoscere di fama Grisancich, ma di non aver mai letto nulla di lui. Mi rifarò presto, andando a cercarmi qualcosa di suo!

Sino a che non lo fai, provo ad inserire qualcosa di suo, così ti puoi fae un'idea di come scrive:

Co'l fio

el vien 'vanti

vestido a l'antica

co'l sacheto che

indosso ghe pica

el fa pena

vardarlo de schena

el xe scarmo

la vose ghe trema

"oramai che no' xe

più la mama

bisognassi svodar

quei armeri"

prima ancora

de meterse in tola

cussì el parla

co'l fio co' la gnora

co'l cafè

el se meti premura

el se sburta

la cicara in fora

i se alza lù

el fio e la gnora

i par squasi

'na vera familia

"desso vado

go tropo bevesto"

el fa finta

no'l disi per vero

e per rider

co'l xe sula porta

el fa 'l gesto

che la testa ghe gira.

(Claudio Grisancich)

Per quanto concerne il concorso, se guardi il post che ho inviato a Molly, vedrai che ho inserito l'indirizzo e-mail dela casa editrice e lì puoi trovare tutte le informazioni che cerchi.

Ciau, sempre con tanta simpatia, Graziella.

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In uno dei miei "pensieri" ho scritto qualcosa di simile ad un'altra poesia di Claudio Grisancich che intendo proporvi, ma vi assicuro che non l'avevo ancora letta! Questa sua poesia ha un titolo un po' strano che io non sono riuscita ad abbinare alla poesia stessa, forse uno di voi due, Molly e/o Renè, riuscirà a farlo e, spero, me ne farà partecipe.

a Po Chu-i (772/846 d.C.)

El ga a casa un suo posto

do' che'l varda oltra i vetri.

A quei che passa in strada la bora

se ghe intòrcola dispetosa

tra i pìe. Per la su' picia fia

de su' fio un mandarìn el spela

che la camera tuta la profuma.

Ma 'n cruzzio vien a ponzer

el giorno che va zo. Xe là impicà

de fora un lume disperà

che 'gni momento el par

ch'el se distudi. "Son mi,

son mi la luse de quel lume"

Che pecà che'l fa, che dolor che'l dà

d'impronta* su 'l xe in pìe

con quel zigo che drento brusa

per doverlo tàser lassando 'ndar

el piat, el mandarìn spelà e

tuti i tchetini de scorza par tera.

*all'improvviso

(Claudio Grisancich)

Le poesie di questo autore, come ho già detto, mi piacciono moltissimo, mi piace il loro contenuto e le espressioni che adopera. Un unico "rimprovero" mi sentirei di fargli: l'uso del dialetto triestino che non è per nulla "puro".

Innanzitutto usa le doppie: cosa che nel nostro dialetto non si fa, difatti esiste un modo anche per distinguere la "s" dolce ed è quello di un carattere speciale, cioè la "s" con una spece di virgoletta sotto girata verso sinistra (in Word si trova) e così si può distinguere "casa" (abitazione) e "casa" (cassa). Un'altra imperfezione dialettale mi disturba, ed è il fatto - lo potrete notare anche in questa poesia - che una volta usa una forma dialettale e una volta l'altra - vedi: "Per la sua picia" e "tuti i tochetini de scorza par tera"; io, in questo caso avrei usato preferibilmente la parola "partera" tutt'attaccata piuttosto che "par tera", che mi sembra una dissonanza con una strofa pecedente; e, ultima cosa, fa poco uso degli accenti, che nel dialetto triestino sono molto presenti.

Non intendo assolutamente fare la "critica", ma amo così tanto il nostro dialetto, che certe cose mi disturbano

Scusatemi la disgressione e, naturalmente, chiedo scusa anche al poeta: quanto appena scritto è solamente una mia personale impressione.

Ciao, penso di ritornare ancora una volta con un altro dei miei "pensieri". Graziella.

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Eccomi qua nuovamente:

COS'TE BAZILI

Zà, cos'te bazili,

xe facile de dir,

ma provilo a far!

Te va mal qualcosa?

Manda a ramengo tuto

e no state a disperar!

"Viva là e po' bon,

xe questo el moto triestin"

canta la canzon,

ma xe par bon cusì?

Fin che se trata de schei

lasemoli pur 'ndar,

ma co i te toca "drento"

cosa te ghe de far?

El ben par mi xe tuto

e alora 'ndemo a scavar,

scavar in te l'anima

e là xe poco de far:

o te se meti a pianzer,

o te se meti a urlar!!!

Graziella.

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non ho idea di cosa significhi il titolo :S :D

Buonasera e bentrovata carissima Molly, ho visto che nemmeno tu riesci ad abbinare il titolo alla poesia e/o viceversa; vediamo se lo sa Renè o qualsiasi altro utente che frequenti questo topic!

Ricordati Molly, che attendo con impazienza di leggere ancora qualcosa di tuo!

Ciao, sempre con tantissima simpatia, Graziella.

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  • 2 mesi dopo...

in straritardo rispondo anca qui.. no xè un titolo de una poesia quel più sora, ma el nome de un poeta cinese, tra l'altro conossudissimo in Cina ma de noi oviamente sconossudo ai più (come per esempio a Pechin la gran parte no i saverà sicuramente chi che xè Carducci).

Tra parentesi vien indicado l'anno de nassita e de muerte!

Un saludon e a prestisimo anca qui.. feve vanti tuti che volemo legerve ancora !!!!!!! :)

:bye::bandieraalabarda:

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  • 1 mese dopo...
"Autunno assai tristemente triste"

E' arrivato l'autunno

cadon per terra le foglie

e nessuno le raccoglie...

Amen

Ben leto Renè, ma parchè te disi cusì? Cosa a Trieste xe zà rivà l'autuno co' nove zorni de antizipo?

Ciau, con tantisima simpatia, Graziella.

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  • 1 mese dopo...

Lo scritta adesso in questi istanti, buttandola giù dall'anima così come veniva

Tra nuvole chiare

Tra nuvole chiare

e nuvole nere

vedo due aurore

assai poco sincere

Tra due cassettini

due pupazzini

e tre porcospini

sopra i ripiani

Tra un mese d'inverno

in mezzo all'inferno

scelgo il contorno

di un solo giorno

Tra piccoli amori

e sensibili umori

cerco da ieri

assai tanti tepori

Tra venti depressi

fra i tristi cipressi

sento i trapassi

nei sottopassi

Tra due ragnatele

sopra le mele

vedo un po' male

i riflessi del sole

Tra tante persone

mi sento un cafone

mangiando buon pane

sputando carbone

Tra le distanze

sento sentenze

fuggendo le istanze

e le maldicenze

Tra nuvole chiare

e nuvole scure

vedo un chiarore

arriva l'amore?

René

Modificato da Renè
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  • 2 settimane dopo...

Un mio testo che molto poeticamente sottolinea una notte d'amore finita in bianco.. il tema dell'impotenza maschile sottolineato da un gioco semantico, apparentemente e volutamente confuso ma che alla fine diviene chiarificatore.

"L'amore è tutto un mix"

L'amore

è tutto un mix

che fa sì

che sì sì sì...

ma poi alla fine

solo un

Sìììì

SI'?

SI' SI'!

Mah

beh

boh

bah

bu

baubi

Bauli

Bobi

Bazlen

Bubu

Babbo

Natale

Natalino

Otto

8

8 mani

manicure

manigolde

mani dorate

mani che passan di mano

di mano in mano

dal momento che

Manhattan

mannaggia

maneggia

al maneggio

di Maniggia

e Caniggia

e di

Isa

Barzizza

con la zizza

di fuori

mentre

la mano

di un nano

corre

sul

corrimano

del manometro

manomesso

da mani ignote

di maneschi

manovalanti

motomuniti

e ammattiti

se ammanettati

e monopolizzati

da mono

stereo

a palla

dentro

la

cameretta

della

cameriera

della

camerata

di Camerino

con Calimero

che beve

un amaro

nero

tutto fiero

come fosse Piero

col suo destriero

al galoppo

contro un pioppo

con un vigile

che appioppa

multe

ed un muratore

che spalma sul muro

molta malta

e in tutto questo

l'amore è compromesso

il piacere è sottomesso

la passione è un contrabbasso

ormai giacente, cadente

quasi morente al sottopasso

andando per forza in bianco

bianco e stanco

Natal

senza fremiti

né gemiti

né raptus isterici

o patemi patetici

e idilliaci

che fregatura!!!!

René

Modificato da Renè
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  • 4 settimane dopo...

Canottiere parlanti

Canottiere parlanti

misture tracotanti

di afrori nauseanti

da affaticate ascelle

come anziane ancelle

mai pulite e belle.

Cotoni impregnati

ondeggianti e ripugnanti

colorano giornate

di barbuti panciuti

tra divani d'olio unti

patatine e telecomandi zozzi

René

**********************************

**********************************************

burrrrp.jpg

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  • 3 mesi dopo...

Il tuono dell'anima

Io sono un tuono

quasi sempre poco buono

spazzo via foglie ed indugi

con scirocchi per segugi

Io giungo tuonando

i mari s'inaspriscono annaspando

arrotolandosi distorti

e spettinandosi contorti

Io sono la rabbia

di un orgoglio stanco e malcelato

nell'oscura broda bigia

di un'anima di ghisa

Io sono quel che sono

spazzando via l'indifferenza

dai volti da me amati

con pochi sguardi muti

René

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  • 1 mese dopo...

Mi sono dimenticato di qualcosa

Mi sono dimenticato di qualcosa!

Qualcosa di indefinito e irraggiungibile.. disperso nello spazio di un'ora svuotata da antichi orologi a cucù, ma comunque chiaro ad un primo sguardo come la coscienza riveduta in uno specchio di pomeriggio.

Mi sono dimenticato del profumo delle foglie primaverili

e di quei tempi in cui bastava dare un calcio ad un pallone

per ravvivare una domenica.

Mi sono dimenticato dei sorrisi circostanti. Segnali di vita che colorano giornate metropolitane costruite sulla fretta giornaliera di un mondo fin troppo moderno, ma poco scaltro e vivace veramente.

Mi sono dimenticato di come si può nuotare all'incontrario, librandosi nei cieli d'agosto sopra vacanze tipicamente italiane e le fronde degli alberi di mele nelle periferie

e negli angoli nascosti degli antichi ed umidi sobborghi di Gretta.

Mi sono dimenticato di correre dietro a certe farfalle, vestite alla moda nelle piazze e nei bar, ostentando bellezze solo esteriori, ma svuotate interamente dalla vera ricchezza di fascino e di quel talento per assaporare la vita, assieme ad un cappuccino fumante con schiuma.

Mi sono dimenticato di accarezzare con le parole una timida malinconia, sfuggente e decadente al tempo stesso, tra uragani scomposti ed indisposti di inutili parolai e saggezze di circostanza.

Mi sono dimenticato di creare nuovi sogni in punta di matita. Sottili e malcelati tratteggi, non sempre tecnicamente stabili, seguendo solo la mano mossa più dal cuore che dagli stimoli dei neuroni.

Mi sono dimenticato di come si parla quel triestino vero, non bastardato da terminologie moderne e grammaticalmente vaghe. Un triestino vero e puro che non sento più dai tempi in cui mio nonno mi portava nel cuore di una città che non si rassegna ancora a buttar via la sua grande storia come fosse carta straccia, per conformarsi al piattume del pensare comune, in un mondo che è riuscito a globalizzare anche i battiti del cuore!

Mi sono dimenticato persino di essere morto un tempo,

quando i mulini a vento si muovevano sulle stesse cose, le stesse confusioni

che come un vento di scirocco scuotevano i miei pensieri d'amore, ansiosi di respirare ancora sulle tue labbra.

Mi sono dimenticato di guardarti negli occhi mentre ti parlo di me, cercando con una conversazione di un minuto di risolvere una vita, spesa a frammentare ricordi su ricordi, cercando in te la fiducia per viverne degli altri ancora più belli e significativi!

René

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  • 3 settimane dopo...

Una mela di carta

Una mela di carta per me per favore..

Una mela di carta è tutto quel che voglio assaggiare, ora che il

frutto più bello è stato ormai consunto da un tempo sbagliato,

il tempo delle mie riluttanze e decisioni sbagliate

condizionate dalla fretta d'amare.

Una mela di carta raccolta al tramonto dalla strada

grigia e asfaltata, nella penombra di un viale desolato

quando anche il sole con una smorfia di disprezzo

mi lascia solo a vagare senza meta fino alle 8 della sera.

Una mela di carta costruita con le mani ruvide da un albero di

ferro arrugginito e stanco, quando le sue foglie di gommapiuma

cadono sopra pozzanghere colorate col carboncino dai temporali,

mentre a nordest soffia una bora scura che porta con sé i lamenti

dell'Europa.

Una mela di carta per tutti i miei errori di gioventù

non più rimediabili con un sorriso ed una timida scusa d'occasione,

quando nell'ora dell'emozione non riesco mai ad essere puntuale

all'appuntamento.

Una mela di carta inumidita da un pianto interiore, nascosto con

cura agli occhi della gente

sotto una pioggia intermittente e fredda,

gelida come il cuore di una strega autunnale.

Datemi per favore una mela di carta da addentare furiosamente

quando la rabbia partorita dallo sbaglio mi divorerà i sensi

come un cannibale affamato d'anime che vaga in caccia nella foresta

delle altrui solitudini, fino a farle consumare in un'inedia di

inutili parole al vento, contornate di rimpianto.

René

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  • 2 mesi dopo...

Sto componendo una canzone goliardica (per poi canticchiarla ed inserirla su youtube, come una dele tante "morbinate").. per ora ho abbozzato solo questi quattro versi stralunati, ma vi terrò aggiornati.

Grossi pesci rossi

da far subito lessi

senza farci fessi

con quelle bimbe russe

*******************************

**********************************************

P.s.: ?"Subito", diventa "subìto" (alla Stanlio & Ollio) per questioni di metrica.

René

Modificato da Renè
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  • 5 mesi dopo...

Dopo tanto tempo, go scrito n'altro componimento, con disegno..

SOLO UN ATTIMO

La luce dentro i tuoi occhi chiari da farfalla

ed il vento magnetico imprigionato nei tuoi capelli...

Un attimo eterno di vita imprigionato per sempre

nei ricordi più belli di un tempo futuro!

Sopra le nostre felicità disincantate

un cielo troppo sereno, destinato a rabbuiarsi...

Non è bello ciò, ma ci è rimasto un po' di tempo

per poter giocare ancora con il creato.

Tu mi vedi, adesso

mentre disteso sull'erba

inizio ad abbracciare il caldo sole di giugno

stringendolo forte nei miei pensieri.

Adesso, non sappiamo cosa sia mai la paura

di un mondo incatenato a se stesso,

ed alle sue continue e violente follie...

Adesso, noi sorvoliamo tutto come la brezza estiva.

L'estate ci parla, portandoci gioie comuni di altre nazioni.

Inconsueti sorrisi si disperdono tra i tuoi capelli ed il prato...

Se tu non fossi qui, apparirebbe scontata

anche la sottile impertinenza di un nuovo fiore!

Ma adesso, non sei più qui.

Adesso c'è solo il vento, perso a discutere con quel ragazzino biondo che gioca a palla con l'immensità circostante...

Tutto ora è più chiaro, anche se attorno c'è nebbia.

Ragazzino, tu mi vedi, adesso

mentre dall'alto di una torre d'avorio arrugginita

provo ad abbracciare la fine di giugno

stringendo disilluso tutto quello che pulsa troppo forte per essere ascoltato ancora.

L'estate fuggiasca si porta via il resto

lasciandomi solo un pugno d'erba secca, tra la morte dei colori e delle dolci discussioni...

Su un sentiero asfaltato da castagne odorose, cammino sincero, cercando quel vento...

il vento di un tempo destinato all'oblio

di un cristallino rimestare del tempo stesso.

René 2011

rensfvsabafdnmsrh2011.jpg

Modificato da Renè
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