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Abbattemo i cinghiali (iera: cinghiale a spasso per il centro)


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premesso che mi son contro la caccia intesa come sport (no xe un sport) ma credo che sia giusto che guardie forestali o chi per lori intervegni se, per colpa del omo, certe specie prevarica su altre e meti in crisi le altre bestie.

Adeso no volesi sembrar el solito :petesoni: : ma a qualche viticoltor del carso i cari amici cinghiai ga distrutto quasi el 60% del raccolto de uva, adeso .. visto che questi vivi producendo vin, cosa dovesi far ? e xe anche altri contadini che subisi danni per colpa de chi ghe porta el pan sule curve de conconel o in giro pel carso... quindi se lori trova un cinghial no ga altra soluzion che far tanti bei prosciutti e salami.. me dispiasi per el cinghial, i xe cocolisimi (li go fotografai da vicin a conconel e no i me gaveva nianca pei tachi visto che i iera intenti a magnar :p) ma in questi casi son favorevole. E son contrario a tuti quei che porta de magnar ale bestie che vivi selvadighe, che sia cani, gatti, cinghiai, caprioli o quel che xe.. lori devi trovarse el cibo in natura.

Modificato da tuxav
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mah.. visto che i cinghiali xe sai boni (dato che li magno anche mi saria ipocrita dir: salviamo il cinghiale :D) e appunto se pol usar tutto de lori (come i porci :D) e non xe una specie in via d'estinzion diria che se ne caccia un do non xe tutti sti problemi. Ribadiso però che sia giusto quella decina e gli adulti senza prole drio ovviamente!

ma el mio interrogativo a cui nessun ga risposto me ronza ancora per la testa :D.. dove xe le zone de caccia in carso???? e soprattutto le xe???

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ma el mio interrogativo a cui nessun ga risposto me ronza ancora per la testa :D.. dove xe le zone de caccia in carso???? e soprattutto le xe???

Mi gavèvo sentido che quei de San Giovanni i se gavèva lamentado per via che iera zona de cacia anche la rotonda del Boschèto e che i caziadori i ghe rivava quasi in giardìn ala gente.

Per le zone de caccia, go trovà solo questo:

http://www.caccia.fvg.it/01_home/index01riserve.htm

Ma piantine del teritorio no go trovà.

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orpo ciò.. rotonda del boschetto??????? beh non me par proprio zona de caccia .. xe tacada ai centri abitati. .un su e un zo :S

nel link indica:

11 Aurisina, 17 Basovizza, 21 Boschini – Peteano, 58 Doberdò del Lago, 62 Duino, 72 Fogliano – Redipuglia, 79 Gabria, 80 Gabrovizza, 87 Jamiano, 96 Malchina, 108 Monfalcone, 109 Monrupino, 117 Muggia, 120 Opicina, 152 Prosecco, 165 Ronchi dei Legionari, 171 Sagrado

172 Sales, 183 San Michele del Carso, 193 Savogna – Rubbia, 197 Sgonico, 223 Vallone, 235 Zaule Dolina

Ne xe eccome!!!! ma xe delimitade? perchè sa.. non volesi ndar far una camminada e becarme un proietile :S

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ma el mio interrogativo a cui nessun ga risposto me ronza ancora per la testa :D.. dove xe le zone de caccia in carso???? e soprattutto le xe???

NON ghe xe zone de caccia, almeno per quel tipo de animal qua in zona, che mi sappio. Appunto per questo el sindaco ga proposto de affidarghe el compito alla forestale e non de lasarghe sparar ai cacciatori.

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Ne xe eccome!!!! ma xe delimitade? perchè sa.. non volesi ndar far una camminada e becarme un proietile :S

No go idea de come che funzioni. Però go visto diverse volte che iera caziadori che caminava col s'ciopo in man (ma proprio in man, cioè, col gesto de ciapàr la mira) anche a Caresana, la dove che xè la casetta del aquedoto. Adesso no so se iera qualche fulminà che fazzèva le robe de foravia o se se pol sparàr per bon in punti cussì esposti... Fatostà che mi li go visti! O|

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CIO'..NO SARA' MIGA CHE MI CAMINO PER I CAVOLI MII PER EL BOSCHETO DE TIMIGNAN E QUALCHE CACIADOR EL ME IMPALINA EL DAUR, SOLO PERCHE' MAGARI ME METO A FISCIAR MENTRE FAZO I MIEI BISOGNINI E LU CIAPA EL MIO DEDRIO PER UN FAGIAN ALBIN ?

...SE QUALCUN GHE PROVA, GIURO CHE GHE SPARO!!!! :incazzado:

P.s.: E dopo che i provi a zigar "Alè Alga"..

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CIO'..NO SARA' MIGA CHE MI CAMINO PER I CAVOLI MII PER EL BOSCHETO DE TIMIGNAN E QUALCHE CACIADOR EL ME IMPALINA EL DAUR, SOLO PERCHE' MAGARI ME METO A FISCIAR MENTRE FAZO I MIEI BISOGNINI E LU CIAPA EL MIO DEDRIO PER UN FAGIAN ALBIN ?

...SE QUALCUN GHE PROVA, GIURO CHE GHE SPARO!!!! :incazzado:

P.s.: E dopo che i provi a zigar "Alè Alga"..

Tranquilo Renè, le meduse rosa no i le va a caciàr per i boschi!

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  • 9 mesi dopo...

Dal Piccolo de oggi:

CENTO DA ABBATTERE IN VIA COMMERCIALE E A ROZZOL MELARA

Caccia al cinghiale: ore 5.30, si spara

Una notte con i guardiacaccia della Provincia: uccisi tre grossi esemplari

l 400 almeno i cinghiali in zona periurbana.

l 100 gli abbattimenti in deroga in zona periurbana da ora fino al dicembre 2009.

l 3 gli appostamenti eseguiti fino a questo momento.

l 7 i cinghiali abbattuti finora.

l 5 i guardiacaccia della Provincia addetti all’abbattimento dei cinghiali. di GIOVANNI TOMASIN

Sono le cinque e mezzo del mattino e il sole non è ancora sorto quando i guardiacaccia si incontrano in via Commerciale alta per dare inizio alla terza giornata della caccia al cinghiale. Secondo i piani di abbattimento in deroga, stabiliti dalla Provincia di Trieste, che prevede di eliminare 100 esemplari.

IN MARCIA Carabina in spalla, il maresciallo della polizia ambientale territoriale Maurizio Rozza tende l’orecchio verso gli alberi dove, nelle ombre, si nascondono i cinghiali. Il branco, uno dei tanti che ormai popolano la periferia triestina, si è stabilito nel canalone che dall’altipiano scende fin quasi a Roiano affiancando per un tratto le rotaie del tram di Opicina. «In una zona abitata come questa – dicono – non è possibile fare vere e proprie battute di caccia, l’unico modo per sorprendere gli animali è appostarsi lungo il loro percorso».

LA TECNICA L’appostamento al cinghiale è un lavoro da fare in coppia, e i due guardiacaccia scendono il bordo ripido del canalone per appostarsi nei pressi del ruscello, a una cinquantina di metri l’uno dall’altro. Il terreno è scivoloso a causa delle recenti piogge, ma anche per i frequenti passaggi del branco: «Uno dei problemi creati dal cinghiale è che, percorrendo sempre gli stessi sentieri, – dice Rozza – rende il terreno franoso». Nei giorni precedenti sono stati abbattuti quattro esemplari, e il maresciallo teme che questa volta gli animali, guardinghi, non si faranno vedere tanto facilmente: «Spaventarli è proprio il nostro obiettivo – sottolineano – assolutamente non c’interessa sterminarli: se il branco non si presenta per noi è un successo, significa che siamo riusciti a farli sloggiare verso l’altipiano».

NEL MIRINO Gli abbattimenti vengono effettuati in base alla struttura sociale del branco: quella dei cinghiali è infatti una società matriarcale, guidata da un capobranco femmina che guida il gruppo valutando i costi e i benefici di ogni territorio. «Si tratta di animali estremamente intelligenti - dice Rozza -: il nostro lavoro consiste nell’abbattere solamente alcuni membri marginali del branco, lasciando in pace femmine e cuccioli». In questo modo la matriarca comprende che la zona è pericolosa e porta il branco sull’altipiano, nel suo habitat naturale. Un dannoso incremento demografico. «I cinghiali si sono stabiliti nella zona periurbana perché hanno trovato un territorio ideale – racconta il maresciallo Rozza – qui c’è acqua, che sul Carso manca, e soprattutto c’è cibo in abbondanza». Il problema, ancora una volta, è chi nutre gli animali: «Arrecando loro un danno – dice – perché li attrae al di fuori del loro habitat naturale».

IL CIBO E TONI La gente familiarizza con i cinghiali, creando paradossalmente una simbiosi dannosa ad entrambi: «L’altro giorno abbiamo abbattuto un grosso esemplare – ricorda Rozza – e una signora è uscita di casa dicendo “gavè copà Toni”. Ma “Toni” pesava circa 130 chili e trovarlo in mezzo alla strada è pericoloso».

I DANNI Il risultato è che il tasso di riproduzione in provincia, a fronte del 130 per cento di norma, è del 240 per cento. «I danni che arrecano sono enormi – ripetono i due camminando nei boschi -, non solo all’agricoltura, ma anche al resto della fauna: i cinghiali sono onnivori e si nutrono anche di cuccioli di caprioli, la cui popolazione ha avuto un calo drastico a Trieste».

LA FUGA Il sole ormai filtra tra i rami e l’appostamento dei guardiacaccia, tormentati da nugoli di zanzare, pare non dare risultati. D’un tratto un rumore dal fondo del canalone indica la presenza di alcuni animali: il maresciallo avanza tra i cespugli con circospezione, ma è troppo tardi. «C’erano due giovani maschi – dice Rozza – ma sono scappati attraverso la strada». Traversata via Commerciale e le rotaie del tram di Opicina, i due si sono persi nella boscaglia. «Il resto del branco non si è visto – considera Rozza – devono aver capito che qui non è un buon posto per loro».

LA CARCASSA Il guardiacaccia si ricongiunge al collega e, visto che per oggi non si spara un colpo, si torna alle jeep. Prima di andare a fare colazione però, i due si fermano poco più su, lungo le rotaie, dove giace ancora il corpo di un grosso maschio abbattuto nei giorni scorsi: «”Toni”, per l’appunto, - spiegano –: è talmente grosso che non abbiamo potuto portarlo via, dovremo venire nei prossimi giorni e caricarlo con un paranco».

LA CARNE Qualche centinaio di metri c’è un’altra carcassa di circa un quintale: «La carne degli animali non si può mangiare senza passare prima per un apposito centro di lavorazione carni – si rammarica il maresciallo – che purtroppo in provincia ancora non esiste: così dobbiamo eliminare i corpi in altro modo, ad esempio dandole in pasto ai grifoni (oppure portandoli all’inceneritore, ndr)». I guardiacaccia risalgono sui mezzi, diretti a Opicina per il caffè e la brioche delle sette del mattino.

GLI SPARI Ma la giornata non è finita: sulla via del ritorno le due guardie decidono di tentare ancora un appostamento e riscendono del canalone. Poco più tardi, il silenzio del bosco viene interrotto dal tuono di tre spari: altrettanti ungulati stramazzano al suolo, fulminati dalle carabine. «Uccidiamo il cinghiale sempre con unico colpo alla testa – spiegano –, innanzitutto per evitare inutili sofferenze alla bestia ma anche perché un animale ferito può diventare molto pericoloso». Il cinghiale è dotato di estrema vitalità e, anche dopo essere stato ferito da un colpo al cuore, è in grado di percorrere ancora 150-200 metri di corsa.

IL PERICOLO «Questo ci differenzia dai cacciatori», dice Rozza. E aggiunge: «Loro tendono a mirare al busto dell’animale, più facile da colpire: ma un cinghiale ferito a spasso in periferia è qualcosa che noi non possiamo permetterci. Per lo stesso motivo - sottolinea - spariamo solamente quando siamo certi di colpire, le carabine in dotazione sono molto potenti ed evitiamo nel modo più assoluto di creare proiettili vaganti». A riprova delle sue parole, anche in questo caso i colpi sono andati a segno: almeno per il momento, la caccia è finita.

LA NATURA E dire che quel fucile con il mirino poteva essere sostituito da madre natura. La sovrappopolazione in zona urbana costringe l’uomo a sostituirsi all’unico predatore naturale del cinghiale, il lupo: «Non ci sono più lupi a Trieste dal XIX secolo e ora vivono solamente sul Carso sloveno ma – scherza il maresciallo – se ci fossero ancora il problema sarebbe risolto».

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E ancora:

AVVISTAMENTI SEMPRE PIÙ FREQUENTI

Da via Forlanini a piazza Volontari Giuliani

La famigliola di sette esemplari che attraversa con naturalezza la carreggiata di via Forlanini, episodio risalente allo scorso mercoledì. Ma ancora l’incidente che, nel maggio scorso, ne aveva visto uno spuntare in mezzo a strada nuova per Opicina, tanto improvvisamente da non permettere al conducente di una Ford Fiesta di evitare l’impatto. Non solo: le segnalazioni di avvistamenti anche in via Commerciale e i danni alle coltivazioni di produttori di vino da Roiano a Cattinara, per citare altri esempi. I protagonisti? Sempre loro, i cinghiali, ormai ospiti fissi del territorio triestino, non solamente in mezzo ai boschi ma fra le case, per niente intimoriti dalla presenza dell’uomo o dal passaggio di veicoli sulle strade.

A darne una clamorosa ed emblematica dimostrazione, tre mesi e mezzo fa, l’attacco a una coppia che stava per gustarsi tranquillamente una pizza nella zona del Ferdinandeo. Il cinghiale si era avvicinato loro minaccioso, senza tranquillizzarsi fino a quando i due non erano stati costretti a omaggiarlo con la loro cena.

Del febbraio scorso, poi, l’allarme lanciato da alcuni abitanti di Rozzol-Melara per una serie di incontri inattesi all’interno del quadrilatero. Proprio il 2 febbraio, peraltro, un altro esemplare, del peso di una quarantina di chili, era stato abbattuto dalla polizia provinciale dentro l’ex Santorio, in quel periodo ancora teatro dei lavori di riconversione della struttura a nuova sede della Sissa. Continuando ad andare a ritroso nel tempo, non si può non menzionare quel cinghiale di un anno che a inizio del novembre 2008 era arrivato fino in piazza Volontari Giuliani, tra viale XX settembre e via Giulia. (m.u.)

IL MARESCIALLO ROZZA

L’uomo con il fucile è un esponente dei Verdi: «Mi spiace, devo farlo»

Un ecologista a caccia di cinghiali. Può sembrare un paradosso, non per Maurizio Rozza. Non solo maresciallo dei guardiacaccia, ma anche naturalista e consigliere comunale dei Verdi a Duino Aurisina. «Non mi piace affatto uccidere cinghiali, e sono molto arrabbiato con chi li attira qui costringendomi a farlo», dice con il fucile in mano. E aggiunge: «Il boom demografico in periferia – spiega – è dannoso per l’uomo, devastante per il complesso ecosistema cittadino, e pericoloso per i cinghiali stessi, trascinati al di fuori del loro contesto». Un problema provocoato da un errore umano: «A metà degli anni novanta fu costruito in questa zona un allevamento di cinghiali – afferma – che infatti sono fisicamente differenti dagli animali nostrani, e probabilmente provengono dall’Appennino». L’espertimento finì male e gli esemplari furono liberati: «Trovarono nella periferia un ambiente molto favorevole e iniziarono a prolificare, ibridandosi forse con gli autoctoni». E adesso secondo l’esponente dei Verdi la risposta non può che essere drastica: «A chi ci chiede perché non li catturiamo e spostiamo altrove – dice – rispondo che, per fortuna, a livello europeo è stato vietato il ripopolamento». L’unica soluzione è spaventare i branchi abbattendo alcuni capi: «Perciò non bisogna nutrirli – ripete – altrimenti diamo loro segnali contrastanti, mettendoli in difficoltà. (g.t.)

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E per finir:

AVANTI FINO A QUANDO NON SARANNO RISALITI SULL’ALTOPIANO

E alla ”battuta” c’è pure l’assessore

Walter Godina: interventi necessari per dare respiro all’ecosistema

Arginare l’esplosione demografica degli oltre 400 cinghiali che vivono in periferia abbattendo 100 capi: è l’obiettivo che si prefigge il piano di abbattimento in deroga richiesto alla Regione dall’assessore provinciale a Caccia e pesca Walter Godina, che ieri mattina ha accompagnato i guardiacaccia in via Commerciale. «In questa zona l’agricoltura è stata severamente colpita - dice - e diversi coltivatori mi hanno scritto lamentando i danni subiti dalle vigne e dai campi». Alcuni agricoltori proteggono i terreni applicando delle reti ma, spiega l’assessore, l’abbattimento di alcuni capi è necessario: a metterlo in atto sono i cinque guardiacaccia della Provincia, affiancati a volte da cacciatori autorizzati. «Cacciatori che supportano i guardiacaccia dal punto di vista logistico - puntualizza - e operano sotto il loro stretto controllo». Gli appostamenti condotti fino ad ora sono tre, e hanno portato all’abbattimento di sette capi nel canalone di via Commerciale: il lavoro continuerà fino a dicembre. Le zone verranno battute una ad una, fino a quando i branchi non saranno risaliti sull’altipiano: «Ci sono diverse situazioni difficili e penso ad esempio a Melara, dove i cinghiali trovano diverse fonti di cibo, tra cui persone che li nutrono». Contestualmente in zona periurbana operano i cacciatori delle 12 riserve del Carso, cui la regione ha concesso un 30% di abbattimenti in più rispetto all’anno scorso: «I cacciatori della provincia sono molto bravi - afferma Godina - e sono certo che riusciranno a sfoltire il surplus di animali, dando respiro all’ecosistema». Ma l’operazione, s’infervora l’assessore, è resa difficoltosa anche dalle normative restrittive vigenti in Italia: «In Slovenia, a dieci minuti da qui, si può cacciare il cinghiale tutto il giorno, qui solo da due ore prima a due ore dopo l’alba». (g.t.)

INTERROGAZIONE DI AN A PALAZZO GALATTI

«Chiarezza sui rimborsi dei danni»

Le richieste di risarcimento si aggirano oggi sui 100mila euro

Le richieste di risarcimento arrivate agli uffici della Provincia, per danni provocati dalla fauna selvatica e in primis quindi dai cinghiali, «sono attualmente stimate in circa 100mila euro». Lo ricorda - citando la delibera di giunta che contiene questa informazione (la 114 del 3 giugno scorso) - il capogruppo di An in Consiglio provinciale, Marco Vascotto, in un’interrogazione presentata al vicepresidente dell’ente di Palazzo Galatti, Walter Godina. Con il documento, il rappresentante dell’opposizione chiede chiarimenti sull’esatto importo complessivo delle richieste, sul numero di richiedenti e sulla composizione delle graduatorie per i rimborsi, oltre che informazioni sulla disponibilità di fondi dedicati nei bilanci 2008 e 2009 e sulla chiusura delle pratiche riferite allo scorso anno. «Indefinita - afferma Vascotto - è la conclusione delle pratiche di indennizzo. Risulterebbero in particolare in arretrato quelle relative al 2008». «I fondi messi a disposizione dalla Regione - precisa a questo proposito Godina - sono gravemente insufficienti a coprire i danni causati dai cinghiali alle coltivazioni. In occasione del prossimo incontro interprovinciale proporrò, considerato il carattere regionale del problema, che le province facciano causa comune per convincere la Regione ad aumentare gli stanziamenti».

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disemo che fato cusì, dai guardiacaccia, pol andarme anche ben...se no xè necesario sterminarli tuti ma se i riva a far in modo che copandoghene un pochi i torni (se spera) nel suo habitat, alora va ben e xè un lavor fato ben.

la caccia fata a caso no la me andasi ben e inoltre la poderia diventar anche pericolosa.

quel che no me piasi per niente xè che dopo gaverli copadi no i li porta via, ma i li lasa sul posto xkè i pesa tropo...dato che se sà in partenza che un zinghial xè pesante, i doveria moverse con qualcosa per trasportarlo dopo...xè un invito per le altre bestie, una carcassa de animal, e no xè cmq una bela roba :(

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...................quel che no me piasi per niente xè che dopo gaverli copadi no i li porta via, ma i li lasa sul posto xkè i pesa tropo...dato che se sà in partenza che un zinghial xè pesante, i doveria moverse con qualcosa per trasportarlo dopo...xè un invito per le altre bestie, una carcassa de animal, e no xè cmq una bela roba :(

nò dovessi esser cussì, dido.

probabilmente, fa parte del progetto de abattimento programmato; i capi vengono abbattuti (di solito il maschio adulto- no le femmine), e vengono lasciati temporaneamente in loco come segnale di pericolo per gli altri.

lo scopo e quello di alontanare il branco dalla zona (per loro diventata pericolosa).

la carcassa dell'animale,a breve, viene comunque rimossa.

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LA CARNE Qualche centinaio di metri c’è un’altra carcassa di circa un quintale: «La carne degli animali non si può mangiare senza passare prima per un apposito centro di lavorazione carni – si rammarica il maresciallo – che purtroppo in provincia ancora non esiste: così dobbiamo eliminare i corpi in altro modo, ad esempio dandole in pasto ai grifoni (oppure portandoli all’inceneritore, ndr)». I guardiacaccia risalgono sui mezzi, diretti a Opicina per il caffè e la brioche delle sette del mattino.

I li maza e li lasa tutti là? Mah...posso dir che no ghe credo? :rolleyes:

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Gavevo za scritto ciò che penso in una discussion simile a questa ma adesso non trovo el mio intervento.

Volevo solo consigliar una roba. La popolazione mondiale stimada se aggira intorno a 6,5, miliardi de persone. No ve par un poco troppe? Se podessi cominciar a copar un pochi de lori così le risorse del pianeta saria a posto. Che ne so...podessimo cominciar dai soggetti più deboli...magari i bambini delle zone più povere del mondo. Ne mazemo un paio de milioni così el nostro ecosistema saria perfetto, no?

Spero se capissi la mia amara ironia :disgust:

E per quanto riguarda el NATURALISTA consiglier comunale dei VERDI xe meio che no commento :censura:

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Dal Piccolo de oggi:

Non vivevano in Carso, portati dall’Appennino

Negli anni ’90 ospitati in un recinto vicino alla cava Faccanoni

Vengono da lontano i cinghiali che si sono insediati tra Conconello, Monte Radio, Scala Santa, Longera, San Luigi e il Boschetto. Arrivano dal Centro Italia e sono più piccoli e prolifici degli esemplari autoctoni del Carso e dell’Istria. Il viaggio lo hanno compiuto su un camion che nei primi anni Novanta era entrato nell’area agricola, adiacente alla cava Faccanoni, gestita dalla Sicat, poi dalla Fintour. Entrambe le società avevano come uomo di riferimento Quirino Cardarelli, l’ex ufficiale dei corazzieri divenuto manager. Quei cinghiali si sussurra fossero un dono dall’ex presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Per un po’ i cinghialetti erano stati accuditi in un recinto. Poi il crollo dell’impero di Quirino Cardarelli li aveva coinvolti incolpevolmente assieme ai due cavalli in sella ai quali il proprietario percorreva la sua tenuta. Una gabbia era rimasta aperta e i cinghialetti avevano preso il largo. Quanti fossero i fuggitivi oggi nessuno è in grado di dire con precisione: 20 o 30, secondo le stime più accreditate. Il numero è impreciso perché prima del crac alcuni esemplari erano ”passati” per spiedi e casseruole. Silenziosamente i fuggitivi si sono riprodotti in Carso tra Carpini, Carpinelle, Ornielli e Querce. Hanno proliferato per l’assenza di competitori. Poi si sono avvicinati all’uomo e in un’abitazione di strada di Basovizza, presto seguita da altre, i proprietari hanno iniziato a sfamare famiglie sempre più numerose. Per 15 anni nessuna autorità ha preso atto dell’insediamento. Quando i cinghiali si sono affacciati alla periferia e hanno iniziato a scendere in città il problema è esploso. Possono provocare incidenti, vendemmiano l’uva altrui lasciando i vignaioli con metà raccolto, dissodano gli orti, colonizzano il territorio. Queste le accuse. E come accade spesso, gli umani hanno deciso di risolvere il problema con le armi: fucili e pallottole, sangue e paura, cannocchiali, agguati. (c.e.)

IL PRESIDENTE: MAI ATTUATO UN PROGETTO DI CONTENIMENTO, QUESTA È UNA SOLUZIONE TAMPONE

L’Enpa insorge: «È iniziata la mattanza»

Partita una raccolta di firme. Urso: sbagliata l’ordinanza anticibo del sindaco

Sono 400 le firme raccolte dall'Enpa in pochi giorni contro il piano di abbattimento di cento cinghiali. Lo annuncia il presidente dell’ente, Gianfranco Urso: «È iniziata la mattanza, i nostri telefoni non smettono di squillare, la gente è indignata». Le firme vengono raccolte nella sede di via Marchesetti, ma nella festività dedicata a San Francesco d’Assisi, il 4 ottobre, l'Enpa organizzerà un banchetto sotto i Portici di Chiozza. «È vergognoso sparare alla testa di una bestia che ha ormai preso confidenza con l'uomo e che si avvicina amichevolmente credendo di aver trovato qualcuno che gli porge del cibo - evidenzia Urso - si è arrivati a questo punto perché negli anni non sono stati attuati un monitoraggio e un progetto di contenimento che non preveda lo sterminio».

L'Enpa aveva suggerito di creare delle mangiatoie lungo la cinta boschiva periferica. «Sono diventati confidenti e sinantropi - avverte Urso - bastava permettere alla gente di lasciare del cibo solo in questi punti e i cinghiali sarebbero rimasti in quel perimetro. Il sindaco ha vietato di nutrirli - continua - e loro si spingono verso le zone abitate alla ricerca di cibo».

Alcune signore avevano abituato i suinidi a mangiare davanti al campo sportivo di Melara: dopo l'ordinanza del primo cittadino non lasciano più mucchi di pane, scarti di frutta e verdura in bella vista ma gettano cibo dalle finestre. Per questo è facile veder passeggiare i cinghiali attorno al Quadrilatero. «Anche noi ci siamo adeguati e abbiamo smesso di dare da mangiare a queste bestie - precisa Urso - abbiamo suggerito di fare altrettanto anche ai nostri iscritti: le indicazioni delle autorità vanno rispettate anche se non condivise».

L'abbattimento di cento esemplari potrebbe però, secondo l’opinione dell’Enpa, non risolvere definitivamente il problema del sovraffollamento. «Il bosco di quercia lungo tutta la fascia periferica produce un sottobosco ideale per i cinghiali - spiega il presidente - così, dopo che i guardiacaccia avranno ammazzato questi capi, altri esemplari trovando territori liberi arriveranno a ripopolare questa zona».

La Provincia ha un fondo atto a risarcire contadini e coltivatori di orti danneggiati dalle razzie dei cinghiali. «Ma si spendono soldi per tamponare la situazione senza adottare provvedimenti risolutori - conclude Urso - basterebbe recintare le zone coltivate con fili a bassa tensione come è stato fatto con successo in Carnia e in Friuli».

Laura Tonero

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E anche:

CENTO ESEMPLARI DA ELIMINARE: IL PIANO AUTORIZZATO DALLA REGIONE E ATTUATO DALLA PROVINCIA

«Caccia ai cinghiali, si spara vicino alle case»

Andolina (Rc) annuncia un esposto in Procura. Godina: rispettiamo la legge. L’etologo: ma abbatterli non basta

di CLAUDIO ERNÈ

Dai sentieri dell’estrema periferia triestina alle aule di Giustizia.

L’avvio a colpi di carabina calibro 7 del piano di abbattimento di cento cinghiali - sui 500-600 esemplari che vivono a ridosso della città - è alla base dell’esposto alla Procura della Repubblica di cui il consigliere comunale Marino Andolina ha annunciato ieri la presentazione. L’esponente di Rifondazione comunista richiama l’attenzione degli inquirenti sul fatto che i guardacaccia abbiano aperto e possano ancora aprire il fuoco con «armi lunghe» in aree urbane o suburbane, a brevissima distanza da case e strade trafficate. L’Enpa ha intanto avviato una raccolta di firme per fermare gli abbattimenti attuati a colpi di fucile.

LE PALLOTTOLE «Un proiettile calibro 7 tipo Remington Magnum, come quelli usati dai guardiacaccia della Provincia per uccidere i cinghiali, ha l’energia necessaria per raggiungere una distanza di due o tre chilometri mantenendo la sua capacità omicida. Sono certo della professionalità delle guardie forestali ma rimango dell’idea che le armi lunghe non debbano essere usate a breve distanza dalle abitazioni. So - scrive Andolina - che la legge vieta l’uso di queste armi in aree prossime alla città e nei parchi urbani e chiedo che venga fatta rispettare. In primo luogo per la sicurezza della popolazione».

LE ALTERNATIVE Marino Andolina ritiene inoltre che il problema del sovraffollamento dei cinghiali non debba essere risolto e colpi di fucile. Anche uccidendo cento esemplari entro il 15 dicembre, come prevede il piano varato dalla Regione e attuato dalla Provincia, il problema si ripresenterà a breve scadenza. «Vanno studiati provvedimenti diversi - aggiunge Marino Andolina. «Barriere elettriche di dissuasione come quelle usate nei pascoli per trattenere le mucche; spostamenti progressivi dei punti di alimentazione dei cinghiali verso l’altipiano. Ci sono cento modi per spaventare una famiglia di cinghiali, facendo capire loro che devono farsi più in là. Certo è che l’abbattimento è il metodo economicamente meno costoso ma più traumatico».

LA REPLICA Walter Godina, assessore provinciale alla caccia, conferma la validità della decisione di aver avviato il piano di abbattimenti e assume fin d’ora il ruolo di avvocato difensore del provvedimento ancora prima che l’esposto di Rifondazione sia esaminato dai magistrati. «Stiamo agendo nel pieno rispetto della legge. Non siamo Tex Willer con l’indice sempre appoggiato sul grilletto. La Regione, nel momento in cui ha autorizzato l’abbattimento di cento cinghiali, ha anche dettato una precisa serie di prescrizioni a cui devono attenersi scrupolosamente i nostri guardiacaccia. Non c’è pericolo per la popolazione. Non esistono proiettili vaganti. So che qualcuno ha già suggerito l’introduzione del lupo nel nostro territorio. È l’unico competitore naturale del cinghiale ma, a mio giudizio, la situazione della sicurezza della popolazione peggiorerebbe ulteriormente».

GLI ESPERTI Ben diversi e più articolati i pareri nel mondo scientifico. L’etologo Paolo Zucca, docente alle Università di Trieste e di Teramo, sostiene che la risoluzione del problema cinghiali non può essere demandata unicamente a un piano di abbattimento. In sintesi sparare e uccidere è inutile se non si sono messe in atto altre misure. «La presenza massiccia di cinghiali in città non è un problema animale, ma sociale, di interazione tra questa specie e l’uomo. È ormai evidente che questi cinghiali non vivono distaccati da noi. Non ci temono: hanno capito anzi che avvicinandosi alle case, entrando nei giardini, possono ricevere del cibo. In sintesi sono diventati animali semidomestici. Per risolvere il problema, lo ripeto, servono soluzioni condivise. Ora invece una parte della popolazione ne chiede l’abbattimento perché ha paura, teme di essere travolta quando in motorino percorre una strada. Altre persone al contrario li foraggiano da tempo, preparano secchi stracolmi di cibo, li lasciano avvicinare, hanno un atteggiamento amicale nei loro confronti».

LA CONDIVISIONE «Capisco - prosegue Zucca - che questi suidi sono animali intelligenti, forse anche più dei cani, e molto adattabili; e che molti li proteggono a livello di ideologia. Finché non ci siederemo attorno a un tavolo e non studieremo una soluzione condivisa e accettata da tutti il problema resterà tale, nonostante gli abbattimenti e le offerte di cibo. Trieste non è comunque sola: anche in Toscana e a Genova stanno affrontando analoghi entrate di cinghiali e altri animali in città».

LE CONDIZIONI Anche il professor Stefano Filacorda, docente di Ecologia animale e gestione faunistica all’Università di Udine, ritiene che uccidere cento cinghiali sui 500 presenti nel nostro territorio «non risolve il problema e ed è poco più di una goccia nel mare». Al contrario, sostiene, sono necessarie tre condizioni precise per contenerne la diffusione. La prima è rappresentata dal cibo. «Chi vuole dar da mangiare ai cinghiali lo faccia lontano dalle case, in mezzo al bosco, così da allontanare questi animali dall’area ora occupata». La seconda condizione è rappresentata dai piani faunistici di abbattimento. «Non vanno uccise le femmine conduttrici, le più esperte del branco che esercitano un controllo rigido sull’estro sessuale delle figlie e delle nipoti. Uccidendole il branco sbanda, le giovani femmine rimaste senza il controllo della vecchia scrofa agiscono liberamente e le nascite aumentano a dismisura». Terza condizione, secondo Filacorda, l’ambiente. «Ormai non esiste più attorno a Trieste una fascia di prati e di radure. Terreni aperti su cui i cinghiali hanno sempre avuto timore di avventurarsi perché la probabilità di essere scoperti era molto alta. Il bosco oggi entra in città, e costituisce l’ambiente ideale per questi animali che al suo limitare trovano chi li foraggia senza comprendere quale danno sta loro facendo».

PUNTO E A CAPO «Lo ripeto - chiude Filacorda - se queste tre condizioni non vengono prese in considerazione e attuate al più presto, serve poco o nulla procedere agli abbattimenti. Anche di cento animali, perché verranno sostituiti a breve scadenza da altri».

L’ASSESSORE: DEVO GESTIRE UNA SITUAZIONE CREATA DA ALTRI

«Qualcuno li vuole? Glieli mando»

«Se qualcuno è disponibile ad accogliere cento cinghiali nel proprio giardino me lo faccia sapere. Glieli faccio recapitare oggi stesso». Walter Godina, l'assessore provinciale alla Caccia, non ha esitazioni: in una situazione come questa serve razionalità. «Se qualcuno propone altre soluzioni mettendo a disposizione risorse proprie sono disposto ad accoglierle», premette, «ma di tutto quanto non è stato fatto in passato io non rispondo. Mi trovo a gestire un’emergenza evidenziatami dalla Regione, e la Regione stessa mi autorizza ad abbattere cento capi fuori dalle riserve di caccia dove, tra l'altro, il quantitativo di cinghiali da poter uccidere è aumentato del 30%». L’obiettivo comunque, precisa Godina, non è abbattere cento esemplari, ma spaventare gli animali in modo da farli rientrare nelle loro aree. «Il lavoro è reso più difficile dal fatto che, malgrado l'ordinanza del sindaco Dipiazza - continua ancora Godina - c'è chi continua a dargli da mangiare. La gente nutra piuttosto cani, gatti e uccellini e lasci vivere i cinghiali nel loro habitat così da non sradicarli da quelle che sono le loro abitudini». (l.t.)

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E come accade spesso, gli umani hanno deciso di risolvere il problema con le armi: fucili e pallottole, sangue e paura, cannocchiali, agguati. (c.e.)

Meio che no commento sto modo romanzesco de parlar...

bastava permettere alla gente di lasciare del cibo solo in questi punti e i cinghiali sarebbero rimasti in quel perimetro.

Certo ah, continuemo ad intrometterse nella sopravvivenza degli animali. Continuemo a giustificar chi, solo per el SUO piacere personale, nutri bestie selvatiche che dovesi esser in grado de cavarsela da sole, con la scusa de aiutarle. E quando ste persone smetterà de farlo (es: la vecieta de turno mori) allora le bestie tornerà ovviamente a riversarse in città. Quindi el problema andasi solo posticipà. No i se rendi conto che i xe LORI el problema.

Mamma mia, sti enti animalisti xe veramente un manipolo de...mah, lasemo perder.

LE PALLOTTOLE «Un proiettile calibro 7 tipo Remington Magnum, come quelli usati dai guardiacaccia della Provincia per uccidere i cinghiali, ha l’energia necessaria per raggiungere una distanza di due o tre chilometri mantenendo la sua capacità omicida.

Vero. Ma se xe per questo anche una pistola de media potenza come una 9mm pol sparar a più de un chilometro. Xe un rischio che se ga con qualsiasi arma da fuoco, non solo col 7 Rem Mag, che ovviamente sto qua che scrivi no gaverà mai ciapà in man ma che el disi per sentito dire...Allora sti qua dovesi cacciar con le fionde?

Bon, me fermo che xe meio :rolleyes:

Modificato da Stefano79
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Chissà se i animalisti saria disposti a cior casa vizin dei cinghiali per poderli nutrir meio? E senza domandar aiuti a comun e region ecc. E senza protestar per i danni che quele povere bestie sradicade de casa sua poderia far?E guardè che mi i animali no me disturba ma me piasi vederli nel loro ambiente naturale.

Modificato da Nona Picia
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nose li podessi indormenzar sparandoghe el indormio e trasferir? perchè a mi l'idea comunque che ghe sia gente col sciopo in cità, anche a fin de ben, me fa passar la voia de passar de quele parti.. e se i sbaglia mira? dove va a finir la bala ? ( perchè ai cinghiai se ghe tirerà a bala, no a balini, imagino..) ve ricordè de quel sior che po lo conossevo perchè andavimo insieme in gita cola XXX Ottobre, che xe stado impallinado perchè i lo gaveva becà per un cinghial?

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nose li podessi indormenzar sparandoghe el indormio e trasferir? perchè a mi l'idea comunque che ghe sia gente col sciopo in cità, anche a fin de ben, me fa passar la voia de passar de quele parti.. e se i sbaglia mira? dove va a finir la bala ? ( perchè ai cinghiai se ghe tirerà a bala, no a balini, imagino..) ve ricordè de quel sior che po lo conossevo perchè andavimo insieme in gita cola XXX Ottobre, che xe stado impallinado perchè i lo gaveva becà per un cinghial?

I cinghiali xe' tremendi.A Marciana costa occidentale dell'Isola d'Elba per tutta l'estate i gira per i orti e i scavava tuto

intorno dell'hotel dove lavoravo :down: .La' xe' zona proteta Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. :rolleyes:

Col caveto de aciaio de 8 millimetri se risolveva qualche problema!!Problemi fino a 80 kg. :p

Bone le tagliatele fate in casa col ragu' de cinghial!!! :p:p

Qualche volta ghe voleva el balin grande del sciopo!!! :rolleyes:

Verso sto periodo de stagion i torna in collina alta, verso i monti insoma!!!!!I magna le castagne che comincia a cascar dei alberi!!Cio' vol dir che i vien verso i centri abitai solo per fame e se i trova de magnar no te li sposti piu'.

Cara babatriestina :D L'idea che qualcun giri col sciopo per coper i cinghiai no me xe' simpatica gnanca a mi. :down:

Pero' co ghe vol ghe vol!!!!

No podemo darghe Valeriana o 10 goce de Lexotan!!!!! :D:D:D

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No semo ancora al punto de co ghe vol ghe vol. Però se domani un cinghial attraversa la strada de colpo e un motociclista se tombola e se rompi la schena allora saremo a quel punto. Qundi le condizioni pol cambiar da un giorno all'altro. Beata l'ora che per una volta no i speta che caschi el morto prima de intervenir.

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