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Trieste-Ancona 31-30 (gara-3 finale play-off, sabato 23/5 ore 18.30 @Chiarbola)


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Da "Il Piccolo" odierno:

Biancorossi carichi per centrare l’Elite

Sabato la bella con Ancona. Lo Duca ai tifosi: «Tutti a Chiarbola»

TRIESTE «Recriminare su quello che avrebbe potuto essere e non è stato non ha senso. Abbiamo davanti a noi ancora una partita, abbiamo la fortuna di poterla giocare a Chiarbola davanti ai nostri tifosi. L’obiettivo, adesso, è sgombrare la testa da qualsiasi pensiero e andare in campo per vincere».

Giuseppe Lo Duca fotografa così la vigilia della finale promozione che sabato alle 18.30 metterà in palio il passaggio nell’Elite della pallamano italiana. Per Trieste sessanta minuti che possono dare un senso ai sacrifici degli ultimi due anni qualificando il lavoro che Fredi Radojkovic e i suoi giocatori hanno portato avanti con grande dedizione e convinzione.

«Conosciamo le insidie di una serie di play-off - continua Lo Duca - e dunque speravamo di poter chiudere già sabato scorso ad Ancona. È andata male anche a causa di un pizzico di fatalità perché davvero è sembrato che il tiro di Lazarevic che ci ha punito a pochi secondi dalla fine dovesse proprio entrare. Ancona ha meritato? Difficile da dire. Perché se è vero che nel secondo tempo ha sempre condotto la partita c’è anche da dire che negli ultimi 15 minuti siamo sempre stati in inferiorità numerica e nonostante questo eravamo riusciti a recuperare la partita riacciuffando il pareggio». Una considerazione che non vuole essere polemica né in nessun modo sminuire la legittimità del successo marchigiano. «Certamente no - sottolinea il prof - solo mi sono chiesto come mai in una partita sostanzialmente corretta grazie al comportamento esemplare dei giocatori in campo siano state fischiate 19 espulsioni con conseguenti 38 minuti di inferiorità numerica. Una mostruosità per ciò che si è visto in campo, il segnale che forse per una partita così importante sarebbe stato più giusto individuare una coppia arbitrale proveniente dall’elite».

Pietra sul passato, comunque, e grande attenzione a preparare la sfida di sabato con la giusta concentrazione. «Posso dire - conclude Lo Duca - che questa è stata la mia unica preoccupazione dalla sirena finale di Ancona. Già negli spogliatoi, al termine di gara-due, ho parlato ai ragazzi sottolineando come l’approccio alla partita sarà fondamentale. Nelle Marche non abbiamo giocato con la feroce determinazione di gara-1 e i 34 gol subiti in difesa ne sono una chiara testimonianza. Dovremo ritrovare l’atteggiamento giusto e credo che la presenza dei nostri tifosi potrà avere un peso fondamentale. All’andata ci ha seguito e sostenuto tanta gente, speriamo possa essere così anche sabato».

Una sfida che rappresenterà l’ultima tappa della carriera di Ivan Mestriner. Per tutti l’occasione di celebrare con un applauso la carriera di questo straordinario campione che Trieste ha avuto la fortuna di avere tra le sue fila negli ultimi venti anni.

Lorenzo Gatto

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Intervista a Ivan Mestriner, da "Il Piccolo" odierno:

Mestriner: sogno la promozione come regalo d’addio

Dopo oltre 500 partite domani a Chiarbola il portierone biancorosso disputerà la sua ultima gara

di LORENZO GATTO

TRIESTE «Ho un pizzico di nostalgia dei pienoni di Chiarbola. Fino a qualche anno fa le finali scudetto riempivano il palazzo, spero che domani per quella che sarà la mia ultima partita con la maglia di Trieste la gente torni in massa a sostenerci». Ivan Mestriner chiama a raccolta i tifosi alla vigilia della sfida che domani alle 18.30 metterà in palio la promozione nella serie A d’Elite e al contempo segnerà l’ultima tappa della carriera di un giocatore che ha fatto la storia della pallamano triestina. «La barriera di Quarto d’Altino» (il soprannome datogli in riferimento al luogo di nascita, ndr) chiuderà domani sera un percorso fatto di 19 stagioni e oltre 500 partite nelle quali ha messo al servizio dei compagni il suo fantastico talento.

Mestriner, con che stato d’animo arriva a quest’ultima partita?

«Con la gioia di una carriera ricca di soddisfazioni e con la tranquillità derivante dalla consapevolezza di aver sempre dato il massimo in campo».

Facciamo un tuffo nel passato. Qual è la squadra più forte nella quale ha giocato?

«Quella che riuscì a ritagliarsi uno spazio in Champions League e che schierava giocatori di talento come Pop, Vilaniskis, Piriianu, Tarafino, Fusina e Pastorelli. Il pari in casa contro il Kiel e la vittoria di Zagabria contro il Badel restano ricordi difficili da cancellare».

Il compagno di squadra più forte con cui ha giocato?

«Di buoni stranieri ne sono passati tanti ma preferisco indicare nella coppia Tarafino-Fusina i più forti con cui ho avuto la fortuna di giocare».

Il giocatore più talentuoso?

«Discorso complicato. Dico Dusko Novokmet, è riuscito a costruirsi una grande carriera nonostante un fisico «normale». Se lo chiamavano il ragioniere della pallamano un motivo c’era».

Il più simpatico?

«Ex aequo per Marcelo Ricci Schmidt e Molina. Martiniano era un vulcano, ora in Argentina è una star televisiva e conduce una trasmissione tipo La prova del cuoco».

Il più rompiscatole?

«Kuzmanovski».

La partita che vorrebbe rigiocare?

«La finale-scudetto contro l’Alpi a Prato, una serie nella quale non partivamo favoriti. Giocai una partita perfetta, il ricordo dell’abbraccio di Pop, Tarafino e Fusina mi fa venire i brividi ancora oggi».

Tornando alla finale di domani sera contro Ancona che partita si aspetta?

«Una gara difficile, degna conclusione di un percorso che questo gruppo ha iniziato due anni fa con Fredi Radojkovic. Mi aspetto una gara combattuta, spero di contribuire alla vittoria per centrare la promozione e riuscire a fare un ultimo regalo a Trieste. Spero che i nostri tifosi ci stiano vicini, abbiamo bisogno del loro supporto, sono certo accorreranno numerosi per spingerci verso il ritorno in Elite».

E, aggiungiamo noi, per tributare a uno dei talenti più grandi della pallamano italiana degli ultimi anni, l’applauso per quanto è riuscito a dare nelle ultime 20 stagioni.

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Dal Piccolo di sabato 23 maggio:

Trieste contro Ancona per l’Elite

Oggi pomeriggio alle 18.30 la bella al palaChiarbola (ingresso gratuito)

TRIESTE Ridono e scherzano come fosse una vigilia qualsiasi. E invece quella che li attende non è una partita ma la partita. Sessanta minuti per dare un senso a due anni di sacrifici e terminare il lavoro cominciato due stagioni fa dopo l’autoretrocessione in serie A2 decisa da una società soffocata da problemi economici. Fredi Radojkovic e i suoi ragazzi ci hanno sempre creduto: sono rimasti un gruppo unito e grazie a questo stasera a Chiarbola contro Ancona (ore 18.30, ingresso gratuito, arbitri i signori Iaconello e Iaconello) possono centrare la seconda promozione consecutiva e fare ritorno, dalla porta principale, nell’Elite della pallamano italiana. Quello che colpisce è la tranquillità con cui la squadra ha preparato la sfida nel corso della settimana: grande concentrazione nel contesto di un clima che è rimasto sempre sereno.

Allora Radojkovic è questa la vera forza della sua squadra?

«Credo che la capacità di sdrammatizzare sia fondamentale per non caricare troppo i giocatori. Ci vuole la giusta concentrazione, è chiaro, ma il mio modo di lavorare a Trieste è sempre stato questo. Ci si allena con il sorriso sulle labbra sempre nel rispetto delle regole e nella consapevolezza che bisogna dare il massimo giorno dopo giorno».

Una filosofia vincente che porterete in campo questa sera?

«Dobbiamo ritrovare lo spirito di gara-uno, quello che magari inconsciamente non siamo riusciti a esprimere fino in fondo sabato scorso ad Ancona. Credo che la consapevolezza di poter disporre dello spareggio casalingo ci abbia un po’ condizionato. E’ vero che siamo arrivati a tre secondi dalla promozione ma è anche vero che nelle Marche avremmo potuto dare qualcosa in più».

Quel qualcosa in più da portare stasera sul parquet di Chiarbola.

«La squadra è pronta, i ragazzi hanno lavorato bene e sentono la responsabilità di regalare ai tifosi una vittoria che significa molto».

Proprio i tifosi potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella sfida. Vuole fare un appello?

«Nella gara d’andata il clima di Chiarbola ha fatto la differenza. Spero che questa sera chi ci vuole bene venga a vederci e sostenerci perché ne avremo bisogno. Credo che per quanto hanno fatto nelle ultime due stagioni i miei ragazzi si meritino di ricevere un ideale abbraccio da parte di tutta la città».

La sfida contro Ancona rappresenta il passo d’addio di un giocatore straordinario come Mestriner. Un pensiero per Ivan?

«Giocatore straordinario e, aggiungo, un grande uomo. E’ stato fondamentale in queste stagioni per quanto ha saputo darci sia sul campo che fuori. Spero in una vittoria anche perchè festeggiare con una promozione sarebbe il modo migliore per chiudere una carriera fantastica. Sarebbe bello se una volta appese le scarpette al chiodo Ivan decidesse di restare in società: il suo talento e la sua esperienza sono un patrimonio che non va disperso».

Lorenzo Gatto

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