SandroWeb Posted December 2, 2019 Report Posted December 2, 2019 LUNEDI' 2 DICEMBRE 2019 - Prima la sofferenza, poi la rimonta e infine il ritorno alla vittoria. Non è stato facile, per Eugenio Dalmasson e la propria squadra, conquistare i due punti contro la De’ Longhi. “Innanzitutto faccio i complimenti a Treviso, finché è riuscita a resistere è stata in grado di fare una partita di livello. Noi abbiamo giocato una gara come quella di una squadra malata, abbiamo avuto poi una reazione da uomini veri. I fischi del pubblico durante la gara? Sotto di parecchi punti la gente ha il diritto di manifestare il proprio dissenso, la cosa più importante è stata l’essere pratici e concreti”. Il match disputato da Jones, tra tanti bassi e un ultimo quarto da protagonista, è l’emblema di quanto l’Allianz ha fatto vedere con la De’Longhi? “Lui arrivava da una settimana di grande nervosismo, con la sua esperienza deve essere in grado di gestire al meglio certe situazioni. Alla fine è stato bravo a realizzare anche tiri ignoranti”. E sulle voci di mercato, Dalmasson è chiaro: “Attualmente i nomi che girano sono solo chiacchiere, non ci siamo ancora confrontati con la società per essere operativi in tal senso e non c’è alcuna vera trattativa in piedi”. - Essere eleganti non significa per questo tenere la testa bassa e accettare tutto quello si incontra sul cammino. Come un incubo che non vuol saperne di andarsene tornano di attualità i rigori non concessi alla Triestina nella finale persa con il Pisa. La direzione di Gualtieri costringe Mauro Milanese ad un intervento severo, ma lucido e necessario. "Chiedo rispetto per la città di Trieste" il messaggio forte e chiaro. «Raramente in carriera in venti anni da giocatore e dieci da dirigente ne ho viste di partite così. C'era un rigore per noi per un pugno alla nuca di Granoche e dall'altra parte con i giocatori del Carpi che vanno via l'arbitro fischia un rigore. Come a Vicenza a cinque minuti dalla fine su un pallone toccato di petto, anche in quel caso solo l'arbitro vede fallo di mano». Milanese passa in rassegna gli episodi. «Non dico mai queste cose e non voglio alibi ma cose così a Trieste all'inverso non le ho mai viste. Nove ammonizioni, due espulsioni, un rigore su Granoche, uno inesistente contro. Il capitano unico autorizzato a protestare sugli episodi, espulso. Ermacora ammonito un minuto dopo il rigore. La partita è questa». Rabbia che aumenta di fronte a una squadra che stava tenendo molto bene il campo. «La squadra in 9 contro 11 si è presentata con Costantino davanti alla porta, non ha mai mollato. Poi si dice che Milanese non conta, la società non parla. Bene, lo faccio e chiedo rispetto. Oggi non c'è stato per la Triestina. E non dura da oggi, perché non siamo andati in B per due rigori non dati. Gli episodi continuano, ci hanno buttato fuori dalla Coppa in una partita che vincevamo. Siamo stufi di metri di giudizio diversi. E secondo me la classe arbitrale è anche migliorata rispetto a due anni fa dove venivano mandati più giovani. Io penso che al Rocco non devono solo venire a chiedere foto, che concediamo, ma devono fare il loro dovere meglio che possono. Forse sarebbe il caso di mandarci arbitri più esperti". In un pomeriggio cupo di rabbia, la speranza che per una volta battere i pugni serva a qualcosa. Intanto una tappa all'orizzonte a Imola, con diverse pedine in meno. «Tra vincere e perdere c'è una linea sottile. Credo che siamo stati eleganti dopo la finale con il Pisa, ma se le cose continuano e peggiorano, credo che Trieste, capoluogo di Regione che ha una storia, una società ambiziosa che vuole andare su e spende soldi, meriti rispetto. Da oggi grande attenzione agli arbitraggi, alzeremo la testa e non staremo a guardare». - Quote
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