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SandroWeb

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  1. Non ci credevo e non ci credevamo in tanti. Non salirà sul carro nemmeno il sottoscritto, uno dei tanti a criticare come stavano andando le cose a un certo punto della stagione, perché oggettivamente non si vedevano spiragli. Ci hanno fatto ricredere alla grande e, come sempre, chi vince festeggia e chi perde spiega: brava Pallacanestro Trieste, di cuore
  2. GIOVEDÌ 13 GIUGNO 2024 - Una squadra porta una città di nuovo in Paradiso. Grazie incredibile, strepitosa, Pallacanestro Trieste. Come scrive Roberto Degrassi su "Il Piccolo", nella serata della verità, dopo i balbettii del primo possibile match-ball sprecato davanti alla propria gente, la squadra di Jamion Christian dimostra platealmente, inequivocabilmente, perchè merita di tornare nella massima serie. Al momento in cui o si fa la A o si rischia, piazza una prestazione di fragorosa concretezza, guidando dall'inizio alla fine, prendendosi un margine rassicurante e difendendolo con le unghie, i denti, la testa. E il cuore. Ah, quello, ce n'è. Tanto. Quello triestinissimo del Mvp dei play-off, Michele Ruzzier. Aveva sofferto terribilmente la retrocessione di un anno fa. Aveva fatto un patto, con sè stesso e la città: «Voglio riprendermi la A». Uomo vero, di parola, di sostanza. Domina la partita della verità e trova la spalla ideale nel compagno di squadra che più trae beneficio dai suoi assist: Giovannone Vildera. Mister concretezza. Ormai dategli la cittadinanza onoraria. Ma salire è tutta la Pallacanestro Trieste. E con lei tutta Trieste. Oltre 12mila presenze in due sere. Nessuno ha fatto altrettanto in serie A2. Gli altri possono solo abbozzare. Trieste fa scacco matto. La cronaca della partita è solo un crescendo rossiniano. Cantù senza Moraschini infortunatosi l'altra sera e sportivamente applaudito dal pubblico di casa. Al suo posto nel roster l'ex provino biancorosso Del Cadia. Si parte con la "Marinaresca". Bella "Trieste vola", ma vuoi mettere i brividi di "E se stanotte ciapo una sirena...". Quintetto istituzionale con Ruzzier, Brooks, Reyes esterno, Candussi e Vildera. Subito tripla di Reyes in faccia a Young. Gran ritmo Trieste, primo cambio a metà quarto con Ferrero per Candussi (12-6 6'). Poi dentro Filloy per Ruzzier. Girandola di cambi per Christian, Cagnardi lo imita togliendo Baldi Rossi da cui stanno arrivando i pericoli maggiori per Trieste. Triplona di Filloy per il +8 (18-10) e il quarto si chiude con la squadra di Christian avanti di sei (20-14). Un margine ancora relativamente esiguo ma intanto si è davanti, e questo conta, mica bubbole. Cantù comunque è ancora lì e con Cesana riduce lo scarto (22-20) ma con un rotazione ridotta deve cominciare a considerare la situazione falli. Rientra Baldi Rossi la cui marcatura rimane un rebus. La scossa, bella forte, arriva da Michele Ruzzier: due triple e uno strepitoso assist per Vildera consegnano a Trieste il primo vantaggio robusto della serata, finalmente in doppia cifra (33-22 15'). Il "Barba" stavolta è reattivo, capitalizza servizi e palloni vaganti, e con il centro a macinare punti per i biancorossi è un bell'andare. Potenza dei play-off: i due giocatori apparsi più stanchi in gara3, Vildera e Ruzzier, sono i grandi protagonisti del primo tempo chiuso avanti di 12, 40-28, i soli in doppia cifra. Un dato per rendere l'idea: valutazione complessiva dell'asse 1-5 27, dell'intera Acqua San Bernardo 29. Bilanciato l'attacco biancorosso, 17 tiri da tre, 18 da due mentre i brianzoli nei primi 20 minuti tirano con il 13% dai 6,75. I lombardi riprovano la mossa di gara3 aggrappandosi alla forza della disperazione per non uscire dal match. Ma la premiata ditta Ruzzier e Vildera continua a confezionare delizie. Il centro veneto dopo aver segnato scatena l'entusiasmo dei 6200 del PalaTrieste. A un quarto e mezzo dalla sirena finale biancorossi con 12 punti di vantaggio. D'accordo, c'è tutta una vita davanti ma, in fondo, ripeterselo fa bene allo spirito. Non devono esserci più i patemi e gli imbarazzi di lunedì sera. Solo una lunga, unica, scia di entusiasmo, in perfetta comunione tra squadra e pubblico. Michi Ruzzier si candida per vere anche lui una statua in centro città: sant'uomo, da ragazzino regalò a Trieste una memorabile salvezza, stavolta da giocatore maturo sta letteralmente trascinando per mano compagni e pubblico di nuovo in Paradiso. Nessuno riesce a contenerlo: ogni affondo spacca la difesa canturina. Una prova di onnipotenza assoluta. Viene richiamato a rifiatare in panchina sul 59-45 al 28'. Neanche il tempo di preoccuparsi: tripla di Filloy e passa la paura. Pallacanestro Trieste a dieci minuti dalla serie A, con sedici belli, robusti, punti da difendere (63-47). Non fosse perchè lo impone la scaramanzia si potrebbe già iniziare a programmare il carosello d'auto sulle Rive. Ma con i clacson si riesce a suonare la Marinaresca? Ultimo quarto. E non ce n'è più per nessuno. Semigancio di Candussi, sottomano di Brooks. C'è ancora Cantù ma ormai sta diventando un attore non protagonista, una presenza sfuocata. I riflettori, quelli, sono tutti biancorossi. Francesco Candussi vuole proporsi come mattatore del quarto conclusivo, tripla del +19 (70-51). Otto minuti ancora ma stavolta trascorreranno leggeri. Breakettino brianzolo, il vantaggio si assottiglia ma rimane più che rassicurante. A sei minuti dalla fine 71-58. Benedetto Vildera, il suo ventesimo punto ferma la microrimonta avversaria. Esce per quinto fallo raccogliendosi l'ovazione del suo pubblico. Sempre meno alla fine. Sugli spalti si comincia a saltare e a cantare "Serie A". Spunta uno striscione dedicato ai cugini che anche il prossimo anno resteranno in A2. Il basket regionale ha una sola regina. E si chiama Trieste. Esplode "We are the champions" e inizia una lunga, interminabile, notte di felicità. - Quando ti si presenta il microfono davanti abitualmente, nell'ordinario, pensi e rifletti, prima di proferire parola. Poi ci sono quelle occasioni, quelle strane occasioni per parafrasare un film di tre giganti della commedia come Loy, Magni e Comencini, in cui il tempo del pensiero è annullato dalla gioia. Lo scrivono Lorenzo Gatto e Guido Roberti: sono le occasioni uniche o quasi, sono quei momenti che vanno vissuti con tutto ciò che di più vero e profondo si nasconde nell'animo. Un suono di sirena anticipa il boato, in quell'istante la data diventa storia, negli istanti subito seguenti - in quelle strane occasioni - al microfono parla il cuore, ricolmo di bellezza. Non importa nemmeno quel che si dice perché quelle parole resteranno ugualmente scolpite nella storia. Con calma olimpica ma visibilmente a occhi lucidi coach Jamion Christian . «It's amazing» le prime battute poco dopo la sirena ch ha certificato la promozione in A. «Devo ringraziare veramente tutti, è una vittoria ottenuta assieme, sono stati fantastici i nostri tifosi e tutti i ragazzi». Quel "I love" rivolto un po' a tutti che a tratti era stato sbeffeggiato da molti per l'uso frequente da parte del coach americano, nella serata della promozione è la musica più dolce per le orecchie di tutti. Un giocatore triestino che per questa maglia darebbe letteralmente la vita è Stefano Bossi , entrato nel finale di gara ed estasiato, letteralmente per l'apoteosi al palazzetto. «È indescrivibile, è qualcosa di indescrivibile veramente, è stata una serata pazzesca in tutto, dico grazie, grazie alla gente di Trieste, ai nostri tifosi che ci hanno spinto alla vittoria, adesso è giusto festeggiare». Eli Brooks , abbracciato dalla marea di tifosi entrati in campo, ricorderà a lungo la sua prima promozione italiana. «Abbiamo fatto una grande partita, l'abbiamo portata a casa e ci siamo meritati questa promozione». Guardando i tifosi in curva, brillano anche gli occhi dell'americano. «I tifosi sono stati fantastici, è bellissimo». Ha la luce negli occhi Giovanni Vildera , felice per una prestazione decisiva in una vittoria che riporta Trieste nella massima serie. «Dopo aver giocato male gara3 - racconta il centro di Montebelluna - avevamo voglia di riscattarci. Sono felice per me ma soprattutto per la squadra, credo ci meritassimo questa promozione per tutti i momenti difficili che abbiamo passato nel corso di questa stagione. Stasera (ieri ndr) a Trieste non sarebbe passato nessuno. La carica che ci ha dato il palazzetto e ci hanno trasmesso i nostri tifosi è stata tanta energia che abbiamo potuto mettere sul parquet». Ferito sul campo, dopo essersi tagliato nel momento della conquista della retina, cimelio di una promozione, Michele Ruzzier non riesce a liberarsi dall'abbraccio dei tifosi. Selfie con i suoi piccoli fans, autografi firmati sulle magliette poi due parole per ringraziare staff e squadra. «Questa è veramente la vittoria di tutti - sottolinea Michele - sono convinto che solo grazie al lavoro di tutti questo risultato sia potuto arrivare. Non è stato un anno facile, siamo riusciti a fare quadrato e dare il massimo proprio nel momento decisivo».
  3. MERCOLEDÌ 12 GIUGNO 2024 - Riavvolgiamo il nastro. Dove eravamo rimasti? Alla Pallacanestro Trieste che riceve a Valmaura l'Acqua San Bernardo Cantù, con la possibilità vincendo di conquistare la promozione. Palla a due alle 21. Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", era un match-ball quello dell'altra sera, lo è quello di questa sera. Se non verrà sfruttato si andrà sabato nuovamente a Desio, in condizioni oggettivamente sfavorevoli. Questa deve essere "la" sera. Il pubblico triestino l'ha capito e appena spente le luci sul parquet del PalaTrieste dopo l'amara conclusione di gara3 si è messo in fila per esserci stasera. La cornice sarà nuovamente imponente, il calore del tifo anche. Riconfermata anche la presenza del presidente del club biancorosso Richard de Meo con altri due soci e imprenditori dagli Stati Uniti: lunedì sera sono rimasti colpiti dall'impatto del Red Wall di Valmaura. Quanto all'esito della gara la filosofia sportiva americana apre sempre la porta alla chance del riscatto. Non è successo niente di irreparabile, come on, si riparte. Una chiave che peraltro è quella che coach Jamion Christian deve aver cercato di trasmettere alla squadra in queste ore che hanno separato la sconfitta interna per un punto al confronto odierno alle 21. In gara3 Trieste è ricaduta in antichi vizietti: affidarsi in modo ossessivo al tiro da tre quando si trova in difficoltà, dimenticare l'esistenza del tagliafuori, complicarsi la vita con scambi difensivi che finivano quasi sempre per premiare i canturini, fisicamente più solidi. Ma sono state soprattutto le 18 palle perse il campanello d'allarme, la voce statistica che ha accompagnato i periodi più bui del campionato triestino. Se nonostante tutto questo Ruzzier e compagni sono riusciti ad avere comunque la palla della possibile vittoria - difficile fare molto meglio del tiro di Brooks con un secondo e tre decimi a disposizione - significa che si può fare. Cantù non avrà Moraschini, assenza eccellente. L'altra sera è riuscita a sopperire bene. Altro fattore da considerare la stanchezza. Quarta partita in nove giorni. In gara3 per Trieste Brooks in campo 35 minuti, Reyes 31, Ruzzier, Vildera e Filloy quasi una trentina. Per Cantù Nikolic 36 minuti, Hickey 34, Baldi Rossi 32. Il logorio di energie fisiche e mentali c'è. - Adesso che i play-off di serie C sono finiti con l'ultimo atto che ha decretato la promozione della Carrarese e la permanenza in serie C del Vicenza, e che la Covisoc si è espressa lunedì sera bocciando come previsto solamente l'Ancora fra le 60 squadre aventi diritto alla Lega Pro, il girone in cui giocherà la Triestina nel prossimo campionato è praticamente fatto. Come scrive oggi Antonello Rodio, c'è una sola incertezza, legata alle squadre Under 23 che quest'anno diventeranno tre. Infatti la bocciatura dell'Ancona spiana la strada per l'entrata in Lega Pro del Milan U23, che ha pronto il suo progetto e si appresta a diventare la terza squadra di un club di A iscritta al campionato di serie C dopo Juventus e Atalanta. Queste squadre verranno separate tra i vari gironi, ma c'è ancora incertezza sul metodo utilizzato, che potrebbe essere anche il sorteggio. La Triestina negli anni passati ha già avuto nel suo girone prima la Juve U23 e poi l'Atalanta U23, chissà che non ci sia un'altra novità e stavolta non tocchi ai baby rossoneri incrociare i destini della formazione alabardata. Per il resto, come si diceva, il Vicenza restando in C dovrebbe estromettere dal girone A il Legnago. Seguendo la rigida logica della collocazione geografica, infatti, proprio il Legnago sembra destinato al girone B perché è il club più a sud di tutto il resto del plotone. Anche se di pochissimo rispetto a Chioggia, sede della Clodiense. In pratica, dunque, a parte l'incognita di quale sarà la Under 23 che dovrà incontrare l'Unione e a meno di sorprese, chiamiamole così, geografiche, il girone A è praticamente fatto. Rispetto allo scorso anno non ci saranno più la promossa Mantova e le retrocesse Fiorenzuola, Pro Sesto e Alessandria. Queste squadre vengono ovviamente rimpiazzate da diverse novità, per la precisione cinque: c'è l'immediato ritorno in serie C dalla B dopo un solo anno fra i cadetti di Feralpisalò e Lecco, mentre ci sono le promozioni dalla serie D di Caldiero Terme, Clodiense e Alcione. Tutte le altre componenti del girone saranno vecchie conoscenze dell'Unione, ovvero avversarie già affrontate lo scorso campionato: si tratta di Vicenza, Padova, Virtus Verona, Arzignano, Trento, Giana Erminio, Lumezzane, Pro Patria, Albinoleffe, Pergolettese, Renate, Pro Vercelli e Novara. Si rinnoveranno dunque i sentitissimi derby fra Triestina, Vicenza e Padova, ed è probabile che proprio questo terzetto parte con i favori del pronostico nel prossimo campionato. Difficile infatti che la Feralpi Salò abbia già grande ambizioni di risalita, men che meno il Lecco che ha già faticato a iscriversi. In generale la squadra alabardata andrà in trasferta per sei volte in Veneto, nove volte in Lombardia (dieci se ci saranno Milan o Atalanta U23), una in Trentino Alto Adige e due in Piemonte (tre se ci sarà la Juve Next Gen). Ma la vera novità, è che la Triestina non dovrà affrontare più trasferte in regione, ovvero andare a Fontanafredda (dove ha disputato ben tredici incontri nella scorsa stagione) per giocare le partite casalinghe. Il riabbraccio stabile e definitivo c on lo stadio Rocco, è sicuramente la più bella notizia per gli abbonati e i tifosi alabardati, ma potrebbe essere davvero anche la carta in più per una stagione vincente dell'Unione.
  4. MARTEDÌ 11 GIUGNO 2024 - A un punto dal sogno. Come si resta? Malissimo. Lo scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo": sembrava tutto pronto, una festa apparecchiata, una cornice fantastica. Invece tra Trieste e Cantù si va a gara4, domani sera, sempre al PalaTrieste, sempre alle 21. Trieste nel momento più bello si smarrisce, forza, perde uno sproposito di palloni, prova a recuperare e ci riesce quasi con un dispendio di energie tremendo. Il quintetto di partenza è quello solito, e chi se lo sogna di fare rivoluzioni proprio stavolta. Ruzzier, Brooks, Reyes, Candussi, Vildera. Si rompe il rito delle due gare a Desio: il primo canestro non è di Ruzzier ma brianzolo (Moraschini, novità dello starting avversario al posto di Baldi Rossi, dalla lunetta) ma è di Michele la prima tripla per Trieste, subito imitato da Candussi. Biancorossi subito a tutta, due palloni persi sono un incidente di percorso, un po' meno il secondo fallo di Candussi in due minuti. Entra Menalo ed è subito una tripla. Un paio di forzature canturine vengono castigate dalla quarta bomba della gara, stavolta di Reyes, e Trieste vola a +8 (12-4 5') obbligando Cagnardi al time-out. Cantù si rifa sotto sfruttando la fisicità di Nikolic, difficile da marcare per gli esterni biancorossi tutti undersize rispetto al canturino. Con una tripla di Cesana l'Acqua San Bernardo impatta a 20 a fine del primo quarto. Quintetto anomalo in apertura del parziale successivo senza lunghi, con Deangeli e Menalo lunghi. Cantù con Baldi Rossi sfrutta la differenza di stazza mentre Trieste si disunisce, gioca meno di squadra (vero Brooks ?) e tende a forzare, lasciandosi sfilare in questo frangente il controllo del match. Biancorossi visibilmente in difficoltà, Vildera viene misteriosamente tenuto in panchina e Cantù non può che approfittarne. Con Moraschini si prende sette punti di margine (24-31 a metà quarto). Per la Pallacanestro Trieste è il primo autentico momento di difficoltà in questi play-off. Con una bomba di Hickey e il solito Nikolic Cantù adesso scava dieci lunghezze di margine (26-36, 6 punti appena segnati dai biancorossi in sette minuti). Dieci palle perse in neanche 20 minuti sono troppe, per fortuna la garra di Filloy permette dai 6,75 di interrompere la fase di decollo canturino. Ci si mette anche l'altro veterano, Giancarlo Ferrero, con un clamoroso gioco da quattro punti (tripla e libero), 33-36 al 19'. Cantù sbaglia, possesso Trieste e ancora Ferrero da tre firma la parità a 36. In una manciata di minuti l'esperienza e la malizia dei due meno imberbi del gruppo ha fatto la differenza. Sfortunatissimo Moraschini che cade sul parquet, mostra preoccupato il ginocchio destro e viene accompagnato negli spogliatoi. Si va al riposo sul 36 pari. Minuti di brividi per Trieste, poi il sorriso dei ragazzacci. Ripartenza non buona al rientro dagli spogliatoi. 6-0 Cantù, con Hickey che soffia il pallone a Ruzzier per colpire in contropiede. Tre liberi di Reyes spezzano il break. Ma non basta ancora per ricucire lo strappo. Trieste è farraginosa, spenta anche fisicamente, non gioca di squadra e il risultato è dover rincorrere sempre c on il fiato corto (41-48 a metà terzo quarto). Ruzzier insolitamente impreciso sotto la pressione di Hickey, si continua a perdere troppi possessi. Terzo fallo per il play triestino nel tentativo vano di fermare l'indiavolato Hickey, ritardo in doppia cifra , altra palla persa, ancora Hickey. 41-53 al 27' con i biancorossi con i nervi a fior di pelle. Se non ci riescono gli uomini di Christian magari provvedono i falli, terzo di Hickey richiamato in panchina. Senza il babau Trieste deve provarci. Ma se anche Filloy dai 6,75 metri si mette a fare cross, si fa grigia. Anzi biancoverde. Partita saldamente in mano a Cantù (43-58), nonostante il quinto fallo di Burns. Non è la partita di Brooks, a tratti quasi irritante. Irritante anche l'ultimo fischio arbitrale con un immaginifico fallo che manda Hickey in lunetta. Gli ultimi 10 minuti si giocano partendo dal 45-59. Un finale ad handicap ma Trieste ha dimostrato in trasferta di saper sovvertire qualsiasi situazione sfavorevole. Se ci crede, ha 6314 tifosi a spingerla. Altro che ultimo quarto in salita, qui servono gli sherpa: quarto fallo di Ruzzier, Hickey continua il suo show personale. Tredici punti da recuperare a otto minuti dalla fine. Ma ogni velleità di recupero non può prescindere da una difesa di quelle ruvide, toste, sfiancanti. 55-65 e sei minuti per recuperare. Justin Reyes è quello che ci crede di più e lo dimostra con un magico gioco da tre punti, poi va a recuperare il tiro dopo la forzatura canturina. Cantù brucia il bonus falli per fermare Filloy. Ariel dalla lunetta non perdona. 60-65 e 5 minuti alla sirena. Brianzoli a segno, finalmente Brooks da tre. Quattro minuti e altrettanti punti da recuperare (63-67). Solito Hickey. Vildera segna servito da Ruzzier. Ancora tripla di Hickey. Tre minuti alla fine, 65-72. Vildera in lunetta ne mette uno solo. Nikolic schiaccia tagliando la difesa biancorossa. 66-74, si fa durissima. Ruzzier ai liberi, due su due. Due minuti alla fine. Cantù sbaglia, bomba di Reyes per il 71-74 a 61" dalla sirena. Si impappina Baldi Rossi, palla a Trieste con Filloy che trova il canestro da due. 73-74. Ventidue secondi. Fallo di Brooks su Bucarelli, in lunetta con 18 secondi ancora. Sbaglia il primo, cicca il secondo. Rimbalzo di Candussi, Trieste ha l'ultimo possesso, Ruzzier cerca Reyes ma il passaggio è avventuroso. Fallo su Hickey che recupera palla, il play sbaglia dalla lunetta. Un secondo e tre decimi. Rimessa biancorossa. Ruzzier cerca Brooks, il tiro non entra. Si va a gara4
  5. CITYSPORT.NEWS DI LUNEDÌ 10 GIUGNO 2024 https://www.citysport.news/download/CS-10giugno2024.pdf
  6. LUNEDÌ 10 GIUGNO 2024 - Stasera si può fare uno spicchio di storia. Squadra e pubblico, insieme. Come scrive Roberto Degrassi oggi su "Il Piccolo", se la Pallacanestro Trieste davanti alla propria gente (palla a due alle 21) batterà per la terza volta di fila l'Acqua San Bernardo Cantù conquisterà una sensazionale promozione. È sempre stato difficile risalire subito per chi era appena retrocesso dalla massima serie ma sarebbe impossibile riuscire a fare meglio di chi avrebbe infilato tre 3-0 annullando ogni volta il fattore campo. Sarebbe il percorso netto, perfetto. Da giovedì sera, suonata la sirena del quarantesimo al PalaFit Line di Desio, la squadra di Jamion Christian e la città non aspettano che questo momento. I biglietti per il confronto al PalaTrieste erano già stati "bruciati" ancora prima che si levasse la palla a due di gara1 in Lombardia, una dimostrazione assoluta di fiducia e attaccamento alla causa biancorossa. Fiducia, peraltro, ben riposta. Nei play-off nessuno ha tenuto il passo di Trieste. Se i biancorossi centreranno la promozione potranno dire di averla meritata più di qualsiasi altra avversaria nella post season. E noi avremo imparato che il pragmatismo della filosofia sportiva Usa evidentemente paga più degli schemi mentali cui lo sport italiano è abituato: quello che è davvero importante è esplodere nei play-off, quello che c'è prima viene vissuto come un lungo percorso di avvicinamento in cui gli errori e le sconfitte sono lezioni su cui meditare per migliorare. La Pallacanestro Trieste ai play-off è arrivata in ottime condizioni psico-fisiche e ha trovato la quadratura del cerchio: rotazioni e ruoli definiti, leadership riconosciute, personalità e la capacità di non perdere mai di vista il risultato. Come sottolinea Filloy, stasera sono di fronte due squadre che ormai hanno poco da inventare e niente più da scoprire sul conto dell'altra. Cantù ci metterà l'orgoglio ferito e la disperazione di chi vuole portare la serie a gara5. Trieste ha la convinzione di chi già per due volte ha sconfitto l'avversario a domicilio e adesso si trova ad affrontarlo davanti agli oltre seimila di casa. La squadra di Jamion Christian sa che stasera non sarà sola sul parquet: ci sarà una città a spingerla verso un traguardo che fino a un paio di mesi fa sembrava lontanissimo miraggio. Gran parte del roster è composto da uomini che un anno fa di questi tempi venivano sopraffatti dalla delusione per una retrocessione figlia di un quoziente canestri. Hanno lavorato un anno per arrivare a vivere un momento come quello che li attende stasera: giocare per riottenere di nuovo un posto in quel paradiso dal quale sono stati costretti a uscire. Se ci rientreranno sarà dalla porte principale. Con una città intera ad accompagnarli. - Il Vicenza sarà ancora un'avversaria della Triestina nel prossimo campionato. Come scrive Antonello Rodio, la Carrarese è infatti uscita vincente dalla finale di ritorno dei play-off di ieri allo stadio dei Marmi e pertanto la squadra toscana si è guadagnata la promozione in serie B, tornando nella cadetteria dopo ben 76 anni. I biancorossi veneti invece restano in serie C e questa non può essere una buona notizia per la Triestina, che si ritroverà di nuovo il prossimo anno un'avversaria forte, ambiziosa e probabilmente disposta a investire ancora per tentare il grande salto fra i cadetti. Si rinnoveranno dunque i derby fra Unione e Vicenza, che assieme a quelli contro il Padova saranno ovviamente gli eventi clou della stagione. La Carrarese, dopo lo 0-0 dell'andata al Menti, viene promossa in serie B grazie al successo per 1-0 di ieri. Il match-winner, tanto per cambiare, è stato ancora una volta l'ex alabardato Mattia Finotto, che ha messo il suo sigillo sulla promozione dei toscani. Dopo la sua partenza da Trieste, dove aveva comunque segnato 2 reti, l'attaccante di Valdobbiadene ne ha infatti messo a segno ben 7 nel girone di ritorno, per poi diventare mattatore assoluto dei play-off con altri due gol nelle partite di semifinale contro il Benevento. Poi ieri sera il gol decisivo per la promozione, arrivato dopo soli sei minuti: il colpo di testa dell'ex alabardato da distanza ravvicinata su perfetto cross di Zanon è stato perfetto e ha battuto Confente. Il Vicenza ha pagato le tante assenze (fra le altre quelle di Ronaldo, Proia e Golemic), Vecchi ha provato a inserire dall'inizio il malconcio Ferrari, ma la mossa non ha pagato e l'attaccante si è rifatto male nel finale. Più che altro i veneti sono apparsi più spenti fisicamente rispetto alla squadra di Calabro. Dopo il gol del vantaggio, la Carrarese ha avuto quasi sempre il controllo della gara rischiando poco, grazie anche a un altro ex alabardato, Di Gennaro, che ha guidato la difesa. A parte un tiro di Della Morte parato e qualche situazione pericolosa nella ripresa al limite dell'area, dove i veneti hanno protestato molto con l'arbitro Perri, il Vicenza non è mai riuscito a rendersi pericoloso. Anzi proprio la Carrarese ha avuto almeno un altro paio di possibilità per raddoppiare. Nel primo tempo lo stesso Finotto davanti al portiere ha tirato addosso a Confente, mentre nella ripresa un tiro di Schiavi ha fatto la barba al palo a portiere battuto. Insomma successo meritato per i gialloblu che sono quindi la quarta promossa in serie B dopo Mantova, Cesena e Juve Stabia, che avevano vinto i rispettivi gironi.
  7. DOMENICA 9 GIUGNO 2024 Atmosfera elettrica in un clima di grande attesa per un conto alla rovescia che è già cominciato. Come scrive oggi Lorenzo Gatto su "Il Piccolo", domani sera alle 21, sul parquet di un PalaTrieste che ha fatto registrare il sold out già la scorsa settimana alla vigilia della prima gara di finale giocata a Desio, la Pallacanestro Trieste ha in mano il primo match ball per chiudere la serie contro la San Bernardo Cantù e centrare la promozione nella massima serie. Sui perchè di una evoluzione che, tra stagione regolare, fase a orologio e play-off ha mostrato la clamorosa metamorfosi di una squadra trasformatasi da brutto anatroccolo a cigno, ci sarà tempo di tornare a stagione finita. L'obiettivo, adesso, è restare concentrati sull'obiettivo, nella consapevolezza che c'è da sfruttare il momento favorevole per dare il colpo del ko a un'avversaria in difficoltà ma ancora in grado di dire la sua in una serie tutt'altro che chiusa. Servirà la giusta maturità sul parquet, la capacità di interpretare la partita con la stessa determinazione che ha segnato un percorso fatto di sole vittorie in questi play-off. «Siamo fatti e costruiti per affrontare questi momenti - l'analisi pre partita di coach Jamion Christian -. Mi piace il fatto che la nostra squadra abbia trovato costantemente un modo per crescere insieme nei momenti difficili. Le avversità ci hanno unito per tutta la stagione e giocare in un ambiente come quello che abbiamo trovato a Desio ha dimostrato come questa connessione incredibile sia stata fondamentale». Ambiente che adesso, con il passaggio della serie a Trieste, sarà tutto a favore dei biancorossi. Il sold out previsto domani sera al PalaTrieste sarà un fattore di cui tener conto, un grande vantaggio da sfruttare. «Sento parlare del red wall da quando sono arrivato qui- continua Christian - nelle ultime partite in casa è stato fantastico vederlo. Questa stagione, con alti e bassi, è stato un grande viaggio fatto con i nostri tifosi. Non è stato facile, ma abbiamo cercato un modo per arrivare a questo momento tutti assieme. Insieme abbiamo combattuto, insieme dovremo cercare di compiere questo ultimo passo. Avremo bisogno di tutta l'energia possibile, sono convinto che il pubblico di Trieste sarà il sesto uomo in campo». Al cospetto di Trieste, una Cantù che cercherà di spezzare il dominio biancorosso per allungare la serie portandola a gara-4. I brianzoli porteranno in campo qualche adeguamento tattico legato alle prime due sfide, lo stesso farà Trieste. «Abbiamo vinto le prime due partite e abbiamo giocato molto bene, ma Cantù è una squadra così talentuosa che richiede di continuare a migliorare. Ci sono un paio di aree in cui penso che possiamo continuare a farlo: il rimbalzo offensivo, un lavoro migliore sul rimbalzo difensivo, giocare fisicamente in difesa e assicurarci di diminuire le palle perse. Cantù forza palle perse nei suoi avversari il 20% delle volte; quindi, la nostra capacità di non perdere palla sarà molto importante per avere successo». - Esattamente cinque anni fa, la finale di ritorno dei play-off contro il Pisa. Quella dei 20mila al Rocco, quella dei maledetti tempi supplementari, del rigore non visto da Sozza, della serie B sfumata di un soffio proprio nell'anno del centenario. Una serata impossibile da dimenticare per i tifosi alabardati, ma anche per chi quella sera indossava la fascia di capitano della Triestina, ovvero Alessandro Lambrughi intervistato da Antonello Rodio. L'ex difensore alabardato, fresco di rinnovo con la Pergolettese, torna sulle vicende di quella sfida. «Il primo pensiero che mi viene in mente è contrastante: da una parte ci sono la grande emozione e l'enorme orgoglio di aver giocato davanti a uno stadio del genere, essere arrivati fin lì e aver riempito il Rocco dopo tanti anni; ma dall'altra c'è la grande delusione per il risultato finale. Sono emozioni contrastanti che mi hanno fatto compagnia per questi cinque anni, cose che restano, perché il rammarico di una partita del genere te lo porti dentro per sempre». Tre anni e mezzo con la maglia dell'Unione, oltre cento presenze in alabardato, tante battaglie e ricordi, ma per Lambrughi la finale col Pisa resta un grande rimpianto perché stava riportando la Triestina in serie B da capitano e da protagonista assoluto, in quello che resta al momento il punto più alto toccato dall'alabarda dalla retrocessione in C del 2011: «Secondo me fu una finale molto equilibrata - racconta Lambrughi - con due pareggi in due partite. Non dico che avremmo meritato di più noi, entrambe le squadre hanno fatto percorsi importanti, ma il problema è che a decidere sono stati certi episodi. Episodi che ci hanno tolto la gioia della promozione e sui quali stiamo ancora a rimuginare e a rammaricarci. Ricordiamo tutti quelle decisioni che hanno segnato in modo negativo la partita, e se ci fosse stato il Var come adesso, quell'anno la Triestina sarebbe andata in B». Da quando è andato via, Lambrughi ha continuato a incrociare l'Unione con la maglia della Pergolettese, ma ha continuato a seguire le vicende alabardate: «Ho sempre seguito l'andamento della Triestina, ho ancora lì vari amici come Malomo. Penso che quest'anno stava facendo il campionato che doveva fare, nelle prime posizioni di classifica, poi nel girone di ritorno ha avuto un calo che nessuno si aspettava e via via si è staccata dal vertice. Certo l'esonero di un allenatore come Tesser è sembrato strano a tutti, ma io giudico le cose da fuori da tifoso, impossibile conoscere le dinamiche interne». L'ex capitano alabardato comunque non esita a sbilanciarsi sulle potenzialità della proprietà americana: «Quello che si percepisce è la forza di volontà di una società estera che sta investendo tanti soldi per riportare la Triestina serie B. Certo, hanno un modo particolare di lavorare, affidandosi anche a molti stranieri, ma credo davvero che il loro obiettivo sia riportare l'Unione in alto. E poi un progetto come quello del centro sportivo è uno di quegli aspetti fondamentali per far crescere il valore della società e poter lavorar con tante ambizioni in più. Se la scelta d i Santoni come allenatore è una scommessa? Io non lo conosco personalmente, ma secondo me questa è una società che sa quello che vuole e che non fa scelte tanto per farle».
  8. SandroWeb

    Ciao

    Ben rientrato Alan 🙂
  9. SABATO 8 GIUGNO 2024 - Si potesse mettere un parquet sul tartassato prato del Rocco lunedì sera lo stadio si riempirebbe facilmente. La capienza del PalaTrieste infatti non basta più. C'è il sold out annunciato ma i telefoni dalle parti di via Flavia continuano a squillare nella speranza di trovare biglietti. Insomma, con buona pace di Max Pezzali, in questi giorni a Trieste il "Sei un mito" ha altri destinatari. Come scrive Roberto Degrassi oggi su "Il Piccolo", due mesi fa c'era una squadra dal roster notevole che raccoglieva sconfitte con avversari di basso legnaggio nella fase a orologio. Adesso c'è una squadra - la stessa - che nei play-off miete vittime illustri e lunedì sera potrebbe completare un clamoroso en-plein. Non è un'esagerazione: se Trieste lunedì davanti al proprio pubblico vincerà gara3 avrà realizzato la più incredibile performance di una versione della Pallacanestro Trieste in play-off promozione. Solo vittorie, sconfiggendo il fattore campo nei quarti, in semifinale e in finale. Corse ad handicap diventate cavalcate trionfali. Nell'anno di grazia 2017/18 persino una splendida Alma, giocando da favorita con il fattore campo a favore, una volta dovette ammainare bandiera, nei quarti, contro Montegranaro. La doppietta a casa dell'Acqua San Bernardo Cantù chiarisce due cose: aver comandato per 77 minuti su 80 non può essere un caso e Trieste sta arrivando in fondo al suo percorso nei play-off con merito. Se nei quarti si poteva spiegare la qualificazione tirando in ballo che «sì, ma Torino è stanca atleticamente e qualitativamente inferiore» e se in semifinale si poteva sottolineare che «sì, ma in fondo Forlì ha dovuto giocare senza Allen» (dimenticando che comunque in gara3 Trieste non ha potuto impiegare Reyes), stavolta le logiche per ridimensionare non reggono più. Cantù non lamenta assenze significative, ha nel roster quel Moraschini che tutti avremmo voluto come rinforzo sul mercato, ha appena eliminato una Cividale in serie vincente e quella Udine presentatasi al via del campionato con ambizioni non inferiori a quelle di Trieste. Aggiungiamo a tutto questo le seimila anime canturine al PalaFitLine di Desio, una cornice che può competere con il PalaDozza fortitudino. La pressione c'era eccome, quando Trieste ha visto Hickey segnare la tripla del sorpasso e l'impianto brianzolo stava diventando rovente. Ed ecco, in quel momento, il vero segreto di Trieste nei play-off. La capacità di restare fredda, lucida, impassibile. Dove una volta si reagiva con la frenesia senza selezionare i tiri sparacchiati da tre punti, adesso tutto ha invece un senso. Scelte giuste al momento giusto. Una incredibile, incrollabile, fiducia in sè stessi. Simbolo di questa freddezza è Ariel Filloy. Alla fine la sua gara, a lungo poco appariscente, si racchiude in poche immagini ma determinanti: una tripla, un canestro complicato. Quello che serviva per aiutare Trieste a tenere definitivamente a distanza Cantù. Una fiducia che ha armato anche la mano di Francesco Candussi. In dubbio dopo gara1, costretto a convivere con problemi di falli, si è preso il tiro da tre che ha risolto il match, con la personalità di chi del "Bravi ma..." ne ha abbastanza. Tutti hanno un solo obiettivo in testa. I play-off perfetti. - «Come mai ero a Benevento assieme agli altri tifosi alabardati? Perché non potrei mai dimenticare la Triestina, è stato uno dei capitoli più belli della mia vita calcistica». Tommaso Coletti (intervistato da Antonello Rodio), indimenticato protagonista con la maglia dell'Unione della cavalcata che nel 2019 portò la squadra alabardata a un passo dalla serie B, era al Vigorito nell'ultima partita play-off della Triestina a tifare per Malomo e compagni. Coletti, cosa è mancato a questa Triestina per arrivare vicina al grande salto? «Ho visto la partita di andata in tv e il ritorno allo stadio, e la Triestina avrebbe meritato qualcosina in più. Ma non mi sento di giudicare il lavoro altrui da fuori come fanno alcuni allenatori, è una cosa che non sopporto. Posso solo dire che vivo con l'auspicio di vedere la Triestina finalmente salire dove merita per blasone e tifoseria. Io non ci sono riuscito a portarla, ma sarebbe bello rivederla ai fasti di un tempo». Già, cinque anni fa ci andò molto vicino: cosa resta di quella finale col Pisa? «Resta ancora tanto amaro in bocca, del resto con il Pisa avevo già perso una finale col Foggia, in pratica è la mia bestia nera. Nel complesso delle due partite meritavamo di più, ma ci sono stati negati episodi chiari che ricordano tutti. Mi piange il cuore pensare che abbiamo perso con una che non era più forte di noi». E dell'attuale Triestina cosa pensa? «Mi sento sempre con Malomo, so che c'è una società molta seria e importante, ci sono tutte le condizioni per fare bene. Quest'anno qualcosa non ha funzionato del tutto, un esonero è sempre il segno che qualcosa non è andato bene, soprattutto con un allenatore cosi importante, ma impossibile giudicare da fuori, le dinamiche interne non si conoscono. Se ci sono stati errori, spero che sull'esperienza di quest'anno si possa raddrizzare il tiro». Qual è la cosa più importante per una stagione da promozione? «A fare la differenza è la programmazione. Si arriva in fondo con un progetto nel quale tutte le parti collaborano insieme senza crepe e sono sempre sulla stessa linea, dalla società al direttore, dall'allenatore alla squadra. E oggettivamente questa società ha tutte le potenzialità per costruire un bel progetto, è una cosa auguro con tutto il cuore alla Triestina». Ora ci sarà in panchina Michele Santoni: cosa si aspetta? «La mia idea è che quando vuoi vincere un campionato, devi prendere un allenatore che prova a vincere tutte le partite, non uno che specula. Mi auguro che Santoni sia questo tipo di tecnico, uno che propone gioco, provi sempre a vincere e aggredisca le partite, non cerchi solo di non subirle». Cosa spera di vedere? «Una Triestina forte con una bella identità di gioco. E una Triestina vincente, ovviamente». Come va con la sua attività di allenatore? «Ho appena preso il patentino Uefa A e ora sono abilitato ad allenare in Lega Pro. Quest'anno ho avuto una situazione discutibile con la Luparense, mentre poi a Foggia era un suicidio annunciato, ma ci ho provato perché sono innamorato dei rossoneri. Ora attendo, vivo con la speranza di crescere sempre di più e, perché no, un giorno tornare a guidare l'Unione». Ma come mai questo legame con la Triestina? «Perché per me Trieste è speciale, lì ho vissuto un'esperienza eccezionale ed è uno di quei due o tre posti a cui sono rimasto più legato».
  10. Ho affidato i miei pensieri all'ultimo pezzo su Citysport.news, se volete potete leggere lì cosa ne penso dopo gara-2. Ad ogni modo, se ne parlava ieri sera con un paio di amici del forum: la fiducia che questa squadra dimostra di avere è tutto, in questo momento e in questi playoff. In questo non mi soffermerei troppo sul come si sia riusciti d'incanto a trasformare una zucca in una carrozza per il grande ballo, avremo tutto il tempo per farlo a bocce ferme quando questa finale si sarà conclusa. Ma vale forse la pena rimarcare come, al netto di statistiche e numeri, c'è stata una soglia di attenzione sempre altissima in tutte e otto le vittorie di fila che Trieste ha inanellato in post-season. C'è stato merito dell'intero gruppo-squadra, l'entusiasmo ritrovato dei tifosi ha fatto tantissimo, ma mentalmente siamo sempre stati una spanna sopra i nostri avversari. Abbiamo avuto pochissimi cali, abbiamo sempre sopperito a piccoli momenti di black-out con grandi momenti di basket "vero". Che siano accadute cose tali da cambiare tutto, lo stiamo ripetendo ormai allo sfinimento. Che adesso siamo a un passo dal completare un autentico miracolo sportivo, me lo sto ripetendo io altrettanto all'infinito ormai da settimane. Ora pensiamo unicamente a lunedì, che non sarà facile. Ma la strada è tracciata. Non diciamo di più
  11. VENERDÌ 7 GIUGNO 2024 - E adesso Trieste credici. Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", siamo a 40 minuti da un'impresa che sarebbe storica. Sesto successo esterno nei play-off. Sbancata nuovamente Desio, comandando su Cantù per 79 minuti su 80 nei due confronti. Un Reyes al di là di qualsiasi aggettivo: l'uomo che ha fatto la partita. E lunedì sera, in un PalaTrieste pieno all'inverosimile, la squadra di Jamion Christian può chiudere il conto. Le squadre ripropongono gli stessi quintetti di partenza di gara1 (Candussi c'è) e come in quell'occasione il primo canestro del match è di Ruzzier. Cantù subito da battaglia, Trieste non si tira indietro, anzi, fa il muso feroce e con una tripla di Reyes dopo neanche quattro minuti è già a +8 (4-12) costringendo Cagnardi al time-out. Christian mette Menalo per Candussi, Brooks in sottomano regala il vantaggio in doppia cifra (4-14) prima di uscire con due falli. Dentro Filloy. Bomba di Menalo e Trieste vola a +13 mentre Cantù è un fascio di nervi. Cagnardi si affida a Burns - che mena fendenti impuniti - e Moraschini. Sorprende Menalo, che mostra personalità e in difesa ridimensiona Baldi Rossi. Trieste chiude il primo quarto con un ottimo +12 (12-24). Cantù aumenta l'aggressività in difesa e Trieste accusa un po' il colpo dopo aver raggiunto il +15 e comincia a cercare troppo il tiro da tre. 21-31 a metà quarto. Inizia a entrare in partita Moraschini, Nikolic lo è già da un pezzo, i biancorossi che non riescono più a essere lucidi e proporre quintetti senza risorse offensive (Reyes e Brooks in panca) non aiuta. 25-31 al 16'. Rientrano i due stranieri ma si gioca senza un centro. Essere camaleontici mica sempre è una virtù anche perchè l'impressione è chi ci sia smarrimento sul parquet, soprattutto nei cambi difensivi. Intanto i brianzoli, che continuano a difendere al limite (anzi, diciamo pure oltre) raddrizzano la mira da tre. Al riposo con quattro punti di vantaggio 35-39, Cantù di nuovo in partita, Trieste che ha un disperato bisogno di riordinare le idee. Si accende Baldi Rossi in avvio di terzo quarto e Cantù adesso è lì. Terzo fallo di Candussi e di Moraschini. Reyes soffia il pallone a Baldi Rossi che lo ferma con un antisportivo. Trieste ne ricava quattro punti e riallunga sempre con Reyes (nove punti in meno di cinque minuti) 44-53 26'. Potrebbe essere l'allungo buono. Potrebbe, ma non è. Con Ruzzier in panca il play secondo Brooks è al solito un estenuante pompaggio del pallone senza un'idea di vera regia. 6-0 canturino e i punti di margine sono solo tre. Arriva al 28' il primo canestro di Filloy, dai 6,75. C'è un problema, sui rimbalzi lunghi arrivano sempre primi i canturini e negli extrapossessi fanno male. Si arriva a giocarsi l'ultimo quarto con due lunghezze appena (56-58). Via ai dieci minuti della verità. Subito la tripla di Hickey che fa esplodere il Pala FitLine (59-58). Per fortuna Reyes ha la mano torrida. Cantù a quattro falli dopo due minuti, un dato che può venir sfruttato se una squadra ha malizia e cinismo. I fischi arbitrali innervosiscono il pubblico e anche qualche giocatore brianzolo tradisce la tension e. 61-66 a sei minuti dalla fine. 4-0 canturino. Triplona di Candussi. 65-69 a 4'30". A tre minuti dalla fine tripla di Moraschini per il 70-71. Filloy di mestiere imbuca e rimette Cantù a tre punti. Moraschini viene lasciato libero dai 6,75, grazia Trieste che però forza il possesso successivo. Moraschini 2 su 2 dalla lunetta. Strepitoso Reyes che attacca il ferro per il 72-75 a due minuti dalla sirena. Ancora Moraschini ai liberi: ne mette uno. 73-75 e 110 secondi. Pasticcia Brooks, lo imita Bucarelli. Palla a Trieste, Reyes vuole puntare canestro attaccando il difensore: segna e subisce fallo, sbaglia il libero per fiondarsi a recuperare il pallone che rotola fuori. 73-77 a 65" dalla fine. Baldi Rossi sbaglia da tre. Dall'altra parte però non trema la mano di Candussi. Tripla spaziale. Che vale il 2-0. - Colpo di teatro in casa Triestina. Lo scrive oggi Guido Roberti sul quotidiano locale: Mark Strukelj torna al lavoro per l'Unione e lo farà come responsabile dell'area tecnica del settore giovanile. Lo ha annunciato a sorpresa la società ieri pomeriggio, il ritorno di Mark non è l'unica novità, è iniziato ufficialmente anche l'incarico - già anticipato nel corso di una conferenza stampa - di Fabiano Speggiorin, esperto conoscitore del calcio, dei giovani soprattutto ed infatti ricoprirà il ruolo di responsabile dello scouting. Evidente però che la notizia vera è l'incarico a Strukelj, si può scrivere di ritorno all'operatività perché di fatto l'ex giocatore della Triestina e fedelissimo di Attilio Tesser è ancora a contratto per una stagione, così come il tecnico di Montebelluna recentemente oggetto di voci, e mire, di sponda pescarese. Un progredire degli eventi che pertanto sancisce per ora due differenti percorsi, Strukelj di fatto recepirà competenze e mansioni a lungo ottemperate da Stefano Lotti nel passato. Con l'aggiunta di Speggiorin è evidente l'intenzione di dare sempre maggior vigore ed impulso al settore giovanile, protagonista nella stagione appena conclusa di ottime cose con la Primavera-3, per cui, si può leggere nel riquadro, sussistono fondati motivi per sognare una ulteriore scalata. Speggiorin, classe ‘51, vanta più di 100 presenze in serie B ma soprattutto 30 anni sui campi come responsabile scouting per Reggiana, ma anche sia all'Inter che al Venezia nelle ultime 13 stagioni. A dare loro il benvenuto, o bentornato in società, il responsabile metodologico del settore giovanile Bojan Kurjakovic dalle cui parole si evince una chiara intenzione della società di accelerare con la qualità del lavoro, ma al tempo stesso ragionare sul medio-lungo termine per radicare quello che mai a Trieste si è riusciti a radicare, un settore giovanile florido quanto duraturo. Ovvio che per questo saranno necessarie le strutture, e a breve dovrebbero arrivare quelle belle notizie auspicate su centro sportivo a Montedoro e concessione dello stadio Rocco. Strukelj è stato a riposo quindi circa 5 mesi, 5 mesi in cui avrà certamente faticato a digerire l'esonero dell'amico Tesser, avvenuto a gennaio dopo la sconfitta a Fontanafredda contro la Pro Patria, ma potrà ora dedicarsi pienamente a far fiorire i giovani, triestini e non, ed anche in questo la figura di Mark e la conoscenza dell'inglese sarà un punto a favore in un mondo sportivo destinato ad una sempre più marcata internazionalizzazione. Il fiore all'occhiello sarà indubbiamente la formazione Primavera, si sono messi in mostra molti giocatori come Beyuku, Ogliari, Panagiotakopoulos, Baricchio, Akpa Akpro, solo a citarne alcuni. Il salto di qualità è già stato fatto importando in termini di metodologia usi e tipicità delle prime squadre, un cammino progressivo nei mesi per la squadra di Marino. Alla notizia del ritorno di Mark, unanime sui social il gioire dei tifosi.
  12. GIOVEDÌ 6 GIUGNO 2024 - Centocinquanta a Desio. Gli altri al PalaTrieste davanti al maxischermo. Una gara2, quella tra Cantù e Pallacanestro Trieste, da emozioni forti e che potrebbe schiudere ai biancorossi splendide prospettive. Palla a due alle 21, ancora in terra lombarda, diretta su Rai Sport e la PallTrieste stavolta ha deciso che un'occasione così merita di essere condivisa: porte aperte al palas di Valmaura a partire dalle 20.15, ingresso gratuito, verrà comunque consegnato un ticket d'ingresso per un'estrazione di premi a metà partita. Lo scrive Roberto Degrassi oggi su "Il Piccolo": la febbre biancorossa, del resto, sta salendo e un biglietto per gara3 di lunedì è diventato più raro e introvabile di un Gronchi rosa. La partita di stasera in caso di vittoria incanalerà decisamente la serie di finale: il calendario offrirebbe poi a Trieste due eventuali chances per chiudere il conto. Anche in caso di ko, comunque, la squadra di Jamion Christian potrà contare su due tornate davanti a 6mila tifosi, con un entusiasmo trascinante. Ma, intanto, pensiamo a stasera. Pressione psicologica notevole sulle spalle del quintetto brianzolo, Trieste che deve cercare di rispolverareil tema tattico già ben sviluppato nella gara2 dei quarti e della semifinale: cominciare in modo deciso, senza permettere che gli avversari si autoalimentino di carica agonistica con un break iniziale. Più Trieste starà in partita, più crescerà la tensione nei canturini. I biancorossi sono in grado di farcela? Sì, lo hanno appena dimostrato. Hanno vinto cinque gare esterne di fila (sei se aggiungiamo Rieti, epilogo della fase a orologio) e hanno due giocatori che con il loro talento e la capacità di lettura delle situazioni di gioco stanno marchiando i play-off. Michele Ruzzier e Ariel Filloy. Nessun'altra squadra ha due "piccoli" con lo stesso senso tattico e capacità di individuare rapidamente le soluzioni in campo. Vedere Francesco Candussi uscire zoppicando ha messo in apprensione staff tecnico e tifosi. Il lungo ha rimediato una botta a un ginocchio, cadendo con un avversario in un'azione che peraltro lo aveva visto punito con il quarto fallo. I primi riscontri sono incoraggianti, non si tratterebbe di niente di serio, dovrebbe essere in grado di giocare ma solo oggi verrà deciso come comportarsi. Tradizionalmente la società biancorossa sceglie sempre la strada della prudenza e lo aveva dimostrato anche in gara3 a Valmaura contro Forlì, lasciando precauzionalmente fuori Reyes. A proposito del portoricano, vederlo muoversi dà sempre l'impressione che sia lontano dall'essere al top della condizione atletica eppure l'altra sera è cresciuto alla distanza e se non è stato esplosivo sotto i tabelloni ha saputo comunque graffiare trovando anche un paio di soluzioni vincenti in post. La conferma che nel gruppo tutti sono disponibili a fare esclusivamente ciò che serve per il risultato collettivo, nessuno pensa alle statistiche personali o a essere lui l'uomo della provvidenza. Un gruppo coeso nel quale sembra essere stato assorbito anche Menalo, l'ultimo ad aggiungersi, e nel quale ha un ruolo importante anche Luca Campogrande, costretto a stare a guardare i compagni di squadra perchè le regole non consentono una rotazione superiore ai 10 senior. Prima della partita ogni giocatore va a raccogliere l'incitamento dell'esterno romano. Un'immagine di affiatamento, come vedere Bossi abbracciare l'amico Candussi prima che questi entri nello starting five. Inezie, si dirà. La forza di un gruppo è fatta anche di inezie così. E se un gruppo è solido è anche più facile che vinca. Lo sta raccontando la favola biancorossa. - Dopo che nei due anni precedenti, per motivi diversi, la scadenza del termine delle iscrizioni alla serie C era stata per i tifosi alabardati motivo di ansia, tensione e trepidante attesa, come ampiamente previsto stavolta per la Triestina è filato tutto liscio. Come scrive Antonello Rodio, già la scorsa settimana infatti la società alabardata aveva adempiuto a tutta la documentazione necessaria per l'iscrizione al prossimo campionato di serie C. Fra l'altro, notizia piuttosto singolare, alla scadenza di martedì sera tutte e sessanta le squadre aventi diritto alla Lega Pro hanno fatto in tempo a presentare la documentazione, ma è quasi certo che anche stavolta non tutte la passeranno liscia. Proprio nell'ultimo giorno utile è infatti scoppiata la grana dell'Ancona: la società marchigiana ha depositato la documentazione con tanto di fideiussione, ma è sorto un giallo sui pagamenti degli stipendi fino ad aprile (per quelli di maggio e giugno, a chi non paga sarà comminata una penalizzazione nel prossimo campionato). Dopo una giornata drammatica nella quale il proprietario malese Tony Tiong non è stato reperibile ed è montata la rabbia della tifoseria, i bonifici sarebbero stati fatti ma probabilmente fuori tempo massimo o comunque non in regola. Insomma l'Ancona sarà quasi certamente fuori dalla serie C, anche se a tirare ufficialmente le somme sarà tra una settimana la Covisoc, che ovviamente analizzerà anche le posizioni di tutti gli altri 59 club. Con la posizione dell'Ancona seriamente compromessa, dovrebbe dunque vedere la luce il progetto del Milan U23, che altrimenti, in caso di piena regolarità dei 60 club aventi diritto, sarebbe rimasto fuori dalla prossima serie C. Va ricordato che essendo state presentate tutte le domande non ci saranno riammissioni, previste solo in caso di rinuncia volontaria, ma se invece una delle domande presentate sarà bocciata, allora ci sarà il via libera per i ripescaggi, con il Milan U23 appunto in pole position. Se anche una seconda società dovesse incontrare il no della Covisoc, allora il secondo posto disponibile andrebbe a una retrocessa dalla C (non è ancora chiaro se Recanatese o Fiorenzuola), mentre nel caso di una terza casella da riempire, allora tocchererebbe a una vincente dei playoff di Serie D, che dovrebbe essere il Siracusa.
  13. MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2024 - Sì, Trieste! Il primo round è biancorosso. Quinta vittoria in cinque partite in trasferta nei play-off. Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", dopo Torino e Forlì i biancorossi aprono una serie sbancando anche la casa di Cantù. E stavolta la vittoria vale doppio perchè significa un passo verso il sogno - eh no, quella vocale lì mica la diciamo adesso - e perchè nel corso della stessa gara Trieste mostra il volto migliore con un primo tempo di pazzesca efficacia e intensità e l'immagine peggiore con un terzo quarto arruffone. Quando l'inerzia stva scivolando a favore di Cantù, la reazione finale figlia di orgoglio, essenzialità e maggior freddezza. Domani sera gara2 ancora in Lombardia. Squadra che vince nei play-off non si cambia. Starting five con Ruzzier (suo il primo canestro della finale), Brooks, Reyes, Candussi e Vildera. Cantù mette Bucarelli su Ruzzier, Hickey su Brooks e lascia Moraschini come primo cambio in panchina. Trieste sul pezzo, reattiva a rimbalzo ed è suo il primo vantaggio del match (7-13 5'), Candussi è il primo a venir cambiato per Menalo. Un minuto dopo entra Filloy per Brooks. Strepitoso assist no look di Menalo, Cagnardi mette Moraschini sull'11-17, il PalaDesio si scalda per un alley-opp di Nikolic imbeccato da Hickey. Dentro Brooks, fuori Reyes. Topica arbitrale su una devastante penetrazione di Ruzzier, stoppato ma con il pallone in parabola discendente. Ci pensa Candussi a fare giustizia con una tripla, appoggio di Menalo e Trieste che chiude il primo quarto avanti di 10 (15-25), con un'attenta tenuta difensiva impedendo a Cantù di far pesare la maggior fisicità. Due miss-match di Baldi Rossi in post e poco altro. Christian fa rifiatare Ruzzier. Si sveglia Hickey con due triple. Filloy dai 6,75 tiene a distanza i brianzoli. Rientra Ruzzier altro assist al bacio per Candussi, Filloy lo imita imbeccando Brooks e il divario sale a +13 (21-34 13'). Trieste più che mai dentro la partita e padrona a rimbalzo. Terzo fallo di Baldi Rossi. Una sola squadra in campo, con Cantù frastornata al punto da sbagliare il più facile dei sottomano. E il vantaggio si gonfia. Più 17 (24-41) a tre minuti dal riposo. Lo spettacolo del tifo canturino è notevole ma a sorridere è il centinaio arrivato da Trieste con il pullman della Curva Nord. Cantù in rimonta, la gela una tripla di tabella di Ferrero che da ex varesino da queste parti è amato come un esattore delle tasse. Si va al riposo con 14 punti di tesoretto (32-46). Secondo tempo. Terzo fallo di Candussi, tolto per Filloy. Cantù raddoppia e cerca di isolare Ruzzier e se la palla non passa per Michele l'attacco diventa farraginoso. Quattro palle perse di fila. Con Nikolic dalla lunetta i brianzoli riducono lo scarto in cifra singola (37-46 23'). Quinta palla persa, Hickey recupera e segna. E adesso il pubblico si fa sentire. Una bolgia. Due triple fallite, schiaccione di Nikolic e partita completamente riaperta a metà del terzo quarto. Cantù porta all'esasperazione la fisicità del suo gioco, il metro arbitrale lo consente. 41-46. Tre palle perse nei primi 20 minuti, addirittura sei in cinque mi nuti. Moraschini piazza i primi due punti, Ruzzier in panca, Trieste confusa e nervosa. 49-51 al 27' con i biancorossi in attacco privi di idee. Un'altra squadra rispetto a quella del primo tempo. Con la tripla di Hickey arriva il sorpasso: 52-51. Con un lampo di Brooks si chiude comunque avanti il quarto (52-55) in cui si sono segnati appena 9 punti. Ultimo quarto. Rientra Ruzzier. Quarto fallo di Candussi che ricadendo si fa male a una caviglia. Cosa vuol dire avere Filloy: va a recuperare un rimbalzo, segna una tripla di diamante e poi guadagna un possesso per Trieste. Gioco da tre punti di Reyes e 8 punti (58-66) a quattro minuti e mezzo dalla fine. Altro attacco confuso canturino e Trieste guadagna la rimessa. Non trova il canestro ma i secondi scorrono. Young da tre, quarto fallo di Baldi Rossi su Reyes: il portoricano mette i liberi. 61-68, 3'15" alla fine. Mattonata di Baldi Rossi, Brooks imbuca. 61-70 e due minuti appena alla sirena. 4-0 Cantù, non è ancora finita. A 27 secondi dal termine sul 65-70 Ruzzier va in lunetta: due su due e ci si vede giovedì sera.
  14. MARTEDÌ 4 GIUGNO 2024 - Tra la Pallacanestro Trieste e il sogno è rimasto un solo ostacolo. E da stasera i biancorossi cercheranno di superarlo. Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", alle 20.30 palla a due a Desio, si va all'assalto dell'Acqua San Bernardo Cantù. Avversario solido, terribilmente tosto, con un pubblico caldo, appassionato, una piazza di grandi tradizioni, una voglia matta di ritornare in serie A. Avversario, insomma, che merita il massimo rispetto. Trieste, però, ha le stesse armi. La stessa voglia di riprendersi una serie A persa, un anno fa, per il quoziente canestri. Grandi tradizioni, un roster importante. Quanto al pubblico, un sold out il primo giorno della vendita libera dei biglietti non ha bisogno di altri commenti. Pazzesco. Dove, altrimenti, in Italia? Trieste arriva alla serie finale con la consapevolezza che sa vincere contro le grandi anche in trasferta e attraversa un eccellente momento di condizione psicofisica. Al completo e con una definizione chiara di ruoli e responsabilità, i biancorossi hanno già ribaltato per due volte il fattore campo eliminando prima Torino e poi Forlì. Precedenti che permettono alla squadra di Jamion Christian di affrontare serenamente, a viso aperto, il confronto. Parte con una veste diversa rispetto alle ultime due esperienze in una serie finale di A2: nella prima occasione contro la Virtus Bologna era nettamente sfavorita, l'anno dopo era la formazione da battere. Stavolta le quotazioni tra le due pretendenti sono pari. Prevarrà chi avrà più freddezza, coraggio, cuore, intensità. La Pallacanestro Trieste sa cosa deve fare contro l'Acqua San Bernardo e soprattutto cosa non deve: guai a perdere troppi palloni ricadendo in antichi vizi perchè Hickey sa come convertirli in canestri, guai a permettere ai tiratori brianzoli di entrare in striscia e, infine, guai a consentire ai vari Moraschini, Nikolic, Burns di imporre la loro straripante fisicità. Fin qui, un po' di teoria. Stasera tocca alla pratica. Trieste avrà al seguito un pullman di tifosi ma il dato boom dei biglietti di ieri farà sentire a Ruzzier e compagni la spinta di oltre 5mila sostenitori. Stasera la pressione della partita sarà soprattutto addosso a Cantù, un elemento da sfruttare a proprio favore. Arrivati a questo punto, non hanno più diritto di cittadinanza paure e incertezze. Qualcuno in passato aveva detto che il piacere di giocare a basket è tutto nell'arrivare a disputare confronti così. L'esaltazione della battaglia che mette in gioco la promozione. Non si può più aspettare. Il sogno è lì. Dalle 20.30 di questa sera bisogna cominciare a cercare di concretizzarlo. - A contendersi l'ultimo posto utile per la promozione in serie B nella finale play-off, saranno dunque Vicenza e Carrarese. Domani (ore 21) è in programma l'andata al Menti, domenica (ore 17.30) ci sarà il ritorno in Toscana. Questo il responso dopo le partite di domenica sera, tra battaglie di gol e di nervi, come dimostrato i tanti espulsi. Ma il dato che balza subito all'occhio, soprattutto del tifoso triestino, è che in finale ci arrivano due squadre che sono arrivate terze in regular season, a dimostrazione che quel posto che per la Triestina era a portata di mano, è davvero prezioso nella lotteria dei play-off. Come scrive oggi Antonello Rodio, la memoria dei supporter dell'Unione non può dimenticare anche che a inizio gennaio, dopo la prima di ritorno, la Triestina aveva ben 12 punti di vantaggio su quel Vicenza (striscia positiva di 20 gare) che è a un passo dalla promozione fra i cadetti. Ora, non si tratta qui di rivangare l'esonero di Tesser, perché su quell'episodio la società ha più volte ribadito che ha avuto le sue buone ragioni, con scelte che seppur apparse discutibili e per certi aspetti ancora misteriose viste dall'esterno, sono in ogni caso pienamente legittime da parte di chi governa la società. Piuttosto c'è da ripensare a quel mercato di gennaio sottotono, che è stato come un messaggio di rassegnazione anticipata, una sorta di "quest'anno è andata così, concentriamoci già sul prossimo". Un input alimentato anche dalla grana Rocco e dai conseguenti mesi di esilio a Fontanafredda. Sia chiaro, se fosse arrivata la promozione sarebbe stata la benvenuta da parte della società, come è logico che sia. Ma la sensazione è che non si sia fatto di tutto per vincere, non volendo investire ulteriormente in un'annata che per i ben noti motivi è stata già onerosissima, pensando che ormai il sogno promozione fosse sfumato. Ripetiamo, scelte più che legittime, certo vedere ora in finale un Vicenza che a gennaio era 12 punti sotto gli alabardati fa pensare. Anche perché in quel mercato di gennaio se ne andarono due attaccanti che da quel momento hanno segnato grappoli di gol: non solo, Adorante è già in B, ha segnato 12 volte con la Juve Stabia e ha vinto il suo girone, Finotto è in finale con la Carrarese, dopo aver segnato 9 reti con i toscani ed essere stato il grande protagonista delle semifinali. Ma ormai è acqua passata, l'importante è che da questa annata, la dirigenza alabardata abbia tratto l'esperienza necessaria per puntare al colpo grosso. E poi, come visto anche in questi play-off, serve cattiveria, esperienza ma anche una buona dose di fortuna. Contro il Vicenza, ad esempio, l'Avellino avrebbe meritato molto di più. Quanto alla Carrarese, il Benevento che aveva eliminato la Triestina anche domenica sera al Vigorito sembrava avviato al passaggio del turno, poi l'espulsione di Talia ha cambiato l'inerzia della gara e ha permesso ai toscani di pareggiare e qualificarsi.
  15. CITYSPORT.NEWS DI LUNEDÌ 3 GIUGNO 2024 https://www.citysport.news/download/CS-03giugno2024.pdf
  16. LUNEDÌ 3 GIUGNO 2024 - L'obiettivo è quello delle altre due precedenti partenze: andare a giocarsela e cercare di portare a casa almeno una vittoria per poi vedere di saldare il conto al PalaTrieste davanti ai propri tifosi. Convinzione o scaramanzia, la Pallacanestro Trieste parte con questa missione. Domani sera (palla a due alle 20.30) a Desio comincia la caccia alla promozione, di fronte l'Acqua San Bernardo Cantù. Lo scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo": Jamion Christian stavolta il compito lo dispone a chiare lettere: «Per noi è fondamentale tornare con almeno una vittoria e poi trovare un PalaTrieste pieno». Sul come riuscirci il tecnico biancorosso indica due possibilità: compattezza del gruppo e difesa. Per quando riguarda il gruppo, spiega Christian. «In questo momento non conta solo quello che vuoi tu ma quello che sei disposto a fare per gli altri compagni di squadra. Questione di connessione all'interno dello spogliatoio e su questo abbiamo lavorato per tutta la stagione. I percorsi difficili si affrontano insieme». Capitolo difesa. Le caratteristiche di Cantù sono note e lo staff biancorosso fa capire di conoscerle bene: «Il roster è di alto livello, giocano in spazi aperti a un ritmo più veloce del nostro. Giocano in isolamento più di noi e fanno in modo di creare sempre problemi alla difesa avversaria. Starà a noi avere consapevolezza dei pericoli cui andremo incontro, oltre alla difficoltà di giocare per due volte in un ambiente che sa far pesare il fattore campo». Del resto, conclude la sua analisi il coach della Pallacanestro Trieste, «quando arrivi a questo livello in campionato quando si affrontano due delle squadre migliori i margini sono davvero sottili». Di prassi lo scambio di complimenti. Christian, riferendosi a Cantù, dice «ha avuto una stagione incredibile, la loro proprietà ha fatto un ottimo lavoro, hanno un allenatore straordinario e giocatori straordinari». In una recente intervista il tecnico brianzolo Devis Cagnardi ricambia gli elogi: «Trieste ha già vissuto momenti difficili in questa stagione e li ha superati perchè può contare su un roster con elementi di categoria superiore». LE DATE Un ripasso su date e orari. Domani alle 20.30 la gara1 al Pala Fit Line di Desio, sarà l'unica partita che non andrà in diretta su Rai Sport e sarà visibile solo su Lnp Pass. Giovedì gara2 ancora a Desio alle 21, lunedì 10 giugno gara3 al PalaTrieste. L'intervallo tra le prime due gare in Lombardia e quella a Trieste sarà insolitamente lungo per una serie di confronti ravvicinati ma bisogna tenere conto nel prossimo fine settimana delle votazioni per le elezioni europee e del concerto di Max Pezzali al Rocco domenica sera. Per l'Acqua San Bernardo questo sarà il terzo confronto consecutivo con quintetti del Friuli Venezia Giulia. Nei quarti i brianzoli hanno infatti affrontato la Gresteco Cividale vincendo i due match in casa, perdendo il terzo in Friuli e rischiando di soccombere anche nel quarto per poi prevalere nelle ultime battute e passare al turno successivo. Un copione ripetuto anche in semifinale contro l'Apu Old Wild West Udine. L'ALTRA SFIDA Stasera si gioca la gara2 dell'altra finale promozione, quella tra Sharks Trapani e Flat Service Fortitudo Bologna. I siciliani sono in vantaggio grazie alla strepitosa prova di Notae (33 punti nel solo primo tempo) in gara1 mentre la formazione allenata da Attilio Caja deve fare a meno del suo uomo sinbolo, Pietro Aradori. In una nota il club bolognese precisa che «a seguito dell'infortunio subìto nei primi minuti di gara1, gli esami strumentali cui è stato sottoposto Aradori hanno evidenziato una lesione benigna del tendine di Achille, a livello dell'inserzione tendino muscolare. Il giocatore sarà valutato martedì dal dottot Rodolfo Rocchi, al rientro da Trapani, per definire, insieme allo staff medico biancoblù, sia il percorso riabilitativo, sia gli esatti tempi di recupero». - A luglio sarà un anno dalla sua venuta a Trieste, in qualità di direttore sportivo, fianco a fianco con Alex Menta nella costruzione della squadra ed in ogni scelta strategica capace di determinare poi gli equilibri del campo e dello spogliatoio, binari paralleli e necessari l'un l'altro. Un ruolo, quello di direttore sportivo, sempre più complicato nel calcio, pervaso da agenti e procure che spesso incidono più della volontà primordiale di un giocatore. Lo scrive oggi Guido Roberti: Morris Donati, 34 anni da qualche mese, vivrà la sua seconda stagione dietro una delle scrivanie della Triestina, sui rettangoli verdi del Grezar e del Rocco, su quelli in giro per l'Italia e l'Europa quando si tratterà di scovare o studiare qualche giocatore. Il bilancio del primo è più che soddisfacente, la squadra costruita ha fatto innamorare i tifosi nella prima parte di stagione, si è poi spenta nel girone di ritorno con i sussulti d'orgoglio e di gioco nella doppia sfida play-off con il Benevento. A breve sarà il momento di contare i petali, strapparne qualcuno, raccoglierne di nuovi. Compito che spetterà ancora alla coppia Menta-Donati. Intanto il direttore sportivo si concede per un punto pre-estivo. Donati, la sera del 18 maggio siete usciti tra gli applausi dello sportivo pubblico del Vigorito in Campania. Poi? «Dopo Benevento abbiamo staccato un giorno, poi ci siamo trovati con la squadra e abbiamo ringraziato i ragazzi per la stagione che hanno fatto, ma da subito ci siamo rimessi al lavoro per la prossima stagione. Le vacanze arriveranno tra qualche giorno». Anche perché i fronti aperti erano e sono principalmente due. Partiamo dalla guida tecnica, non avete perso tempo con la nomina di Santoni. «Lo abbiamo seguito tanto nell'ultimo anno e siamo andati ad incontrarlo in Olanda vedendo qualche partita, una scelta condivisa da Menta, Stella e da me. Ci ha fatto da subito una buona impressione e ha espresso la volontà di rientrare in Italia, ripartire da Trieste la migliore occasione. Ha grande voglia». Cosa vi ha convinto in particolare di lui? «È il profilo che cercavamo, giovane ma con già tanta esperienza, è stato secondo e primo allenatore in Italia, gli ultimi anni in Olanda, ha idee moderne e gli piace una squadra vivace, aggressiva e propositiva, per noi un aspetto importante per ritrovare le partite in casa al Rocco, affinché i tifosi possano apprezzare questo coraggio che magari nell'ultimo anno non c'è stato sempre». Il secondo fronte aperto è quello di domani, data entro cui le squadre devono depositare la documentazione per l'iscrizione ai campionati. La prima estate senza brividi dopo 2 anni di ansia, con la morte di Biasin ed il modus operandi poco convenzionale di Giacomini. «Bisogna ringraziare la proprietà americana per questo, il Presidente Ben Rosenzweig, sempre puntuale, ambizioso e minuzioso». Avete detto che l'esilio a Fontanafredda sommato ai debiti ereditati ha inciso al 50% sul budget della stagione conclusa. Si può ora programmare con un budget che guarda solo al corrente? «Vero, ma l'idea del Presidente dopo aver pulito la situazione ereditata è fare un mercato intelligente senza spese folli. Abbiamo un vantaggio che l'anno scorso non avevamo, siamo partiti con maggior tempo per programmare, nel 2023 siamo entrati in gioco il 5 luglio con un solo mese e mezzo per lavorare». 800 mila euro erano stati investiti sul giovanile, la linea verde continuerà ad essere una priorità? «Ci sarà certamente grande attenzione ancora alla Primavera, hanno fatto un ottimo campionato, peccato non aver raggiunto la finale. L'attenzione sarà in generale alta per tutto il settore giovanile, formare giocatori in casa è uno dei nostri obiettivi futuri». A dover indicare qualche nome tra i giovani che hanno fatto parte della squadra allenata da Tesser e Bordin, chi l'ha colpita? «Correia è un giocatore d'altra categoria, nella seconda parte è cresciuto tanto El Azrak, si è confermato e ha fatto molto bene Moretti, purtroppo si è visto poco ma ha ottimo potenziale Gunduz, deve migliorare un po' a livello caratteriale». Una parola su Bordin che ha ereditato una situazione anomala dopo l'esonero di Attilio Tesser. «Ringrazio Roberto, c'è stato un buonissimo rapporto umano di condivisione, secondo me il suo lavoro è stato buono e non era facile nella situazione in cui è entrato, gli auguro di trovare squadra prima possibile». Dopo le formalità e un po' di riposo, quali le tappe seguenti? «A breve ufficializzeremo le date per il ritiro che sarà a Ravascletto». Si sente di dire qualcosa alla piazza? «Saremo contentissimi di tornare a giocare al Rocco, vogliamo costruire una squadra che dia soddisfazioni ai tifosi, che dia tutto con spirito di sacrificio per la Triestina. L'obiettivo nostro sarà di fare tornare tanta gente allo stadio, farla felice».
  17. DOMENICA 2 GIUGNO 2024 - È finita come si temeva, con una sconfitta che sancisce una retrocessione annunciata. Stagione da dimenticare fotografata da un dato: in 15 trasferte giocate lontano da Chiarbola (tredici di stagione regolare e due di play-out), la formazione di Fredi Radojkovic non è mai riuscita a conquistare un risultato positivo. Lo scrive oggi Lorenzo Gatto su "Il Piccolo": è il punto più basso nella cinquantennale storia della Pallamano Trieste, una società che, dopo aver dominato a lungo nel campionato italiano con i suoi 17 scudetti vinti e le sue 6 coppe Italia in bacheca, dal 2005 (data dell'ultima finale scudetto disputata) a oggi ha subito un lento e inevitabile declino. Rientrata nella massima serie grazie alla rinuncia di Fondi e alla wild card concessale dalla federazione, Trieste aveva provato a ripartire con un progetto pluriennale grazie all'ingresso di imprenditori che hanno cercato di dare solidità economica alla società. Un progetto che si è scontrato con la dura realtà di una città che fatica a supportare le sue realtà sportive di vertice in una stagione cominciata con tante aspettative e finita nel peggiore dei modi. La squadra non è mai riuscita a trovare continuità di gioco e di risultati, scivolando con il passare dei mesi nelle zone basse della classifica e non trovando dentro se stessa le risorse per uscire dalle sabbie mobili della lotta salvezza. Un corsa ad handicap complicatasi nella fase decisiva con la rinuncia a Kosec e Pranjic e l'infortunio che ha privato il tecnico Radojkovic di un giocatore fondamentale per gli equilibri del gruppo come Massimiliano Di Nardo. Trieste è scivolata fino al terz'ultimo posto al termine della stagione regolare, nei play-out non è riuscita a invertire il trend negativo proseguendo la sua discesa verso la retrocessione. Cosa attende la Pallamano Trieste nel prossimo futuro, oggi più che mai, è un grande punto interrogativo. Da parte del presidente Michele Semacchi e del vice presidente Federico Lanza, le anime che hanno permesso a questa società di sopravvivere in mezzo a un mare di difficoltà, ci saranno attente e serene valutazioni. Vale la pena continuare a portare avanti una tradizione della quale Trieste, dopo la scomparsa del professor Lo Duca, sembra essersi dimenticata? Dalla risposta a questa domanda dipenderà il futuro di quello che rimane lo sport che ha portato più lustro e titoli alla città. - «A Cantù ho trascorso tre anni bellissimi, ho conosciuto persone magnifiche con cui conservo tuttora rapporti di amicizia, ho potuto riconquistare la maglia azzurra a distanza di anni dall'oro europeo di Nantes. Ma...» Ma cosa, Alberto Tonut? «Ma il mio cuore tifa Trieste, è la mia città. Lo confesso, sono completamente di parte». Come scrive Roberto Degrassi, martedì sera, al PalaDesio, ad assistere alla prima sfida della serie di finale promozione tra l'Acqua San Bernardo Cantù e la Pallacanestro Trieste, ci sarà anche lui. Sono passati trent'anni dall'esperienza da giocatore in Brianza (campionati dal 1991 al 1994) ma Alberto Tonut ha mantenuto i contatti con quella piazza. «Non manco mai alle rimpatriate, ho partecipato a una di recente, nella Cantù attuale ci sono ancora personaggi con cui avevo condiviso quegli anni come il fisioterapista Lanzi. Una finale tra Trieste e Cantù è un confronto di alto livello, avessi potuto scegliere mi sarebbe piaciuto che fossero state promosse entrambe». Che finale sarà? «Positiva per Trieste, spero. I ragazzi sono retrocessi l'anno scorso anche a causa di tanta sfortuna e sarebbe una bella impresa centrare subito la risalita, soprattutto pensando al livello della A2 del prossimo anno. Si prospetta una stagione davvero competitiva con le grandi deluse che ci riproveranno e due retrocesse dalla serie superiore del calibro di Pesaro e Brindisi. Cantù già da qualche anno sta tentando l'assalto alla serie A. Sia Trieste che i brianzoli presentano roster con elementi da categoria superiore. I biancorossi - continua Tonut - possono farcela ma sarà importante riuscire a vincere una delle due partite iniziali a Desio. Si parla tanto di fattore campo ma secondo me la formula attuale regala un premio dal valore relativo. La pressione in gara1 infatti sarà soprattutto su chi ospita, Trieste è in condizione psicofisica ottima e può riuscire ad approfittarne». Cantù nella storia personale di Alberto Tonut è però importante per un motivo che non c'entra con il parquet. «Ci è nato mio figlio Stefano. E la storia vale la pena di essere raccontata. La sua nascita era attesa nella seconda metà di novembre, di conseguenza io parto serenamente con la mia squadra, Cantù appunto, per andare ad affrontare Venezia al Taliercio. Appena arrivo in albergo ricevo una telefonata che mi informa: "Guarda che tua moglie ha iniziato il travaglio, tuo figlio nascerà tra qualche ora". Due settimane in anticipo rispetto a quelle che erano le attese. Vado in campo. Nella notte del 7 novembre 1993 mentre Stefano viene al mondo all'ospedale di Cantù, io gioco e vinco al Taliercio. Appena finita la partita mi faccio riaccompagnare a Cantù da Pierluigi Marzorati e vado finalmente a conoscere mio figlio. Curiosa coincidenza: diventato grande, Stefano al Taliercio avrebbe giocato per sette anni di fila vincendo due scudetti. Quell'impianto era evidentemente nel suo destino». E con Stefano, Alberto sarà in tribuna martedì sera. Entrambi a tifare Pallacanestro Trieste. Più neutrale per esigenze del ruolo sarebbe invece l'ospite che vorrebbero portare con loro ad assistere alla partita. «Da Monza al PalaDesio è un attimo. Quasi quasi carichiamo anche il Poz....»
  18. SABATO 1° GIUGNO 2024 - In serie C non è ancora finita la stagione in corso (domani si giocano le partite di ritorno delle semifinali), ma si profila già quale sarà il girone con la Triestina del prossimo campionato. Le uniche incognite riguardano gli ultimi verdetti ancora sospesi su eventuali promozioni, e soprattutto la situazione critica di alcune società. Come scrive Antonello Rodio oggi su "Il Piccolo", c'è innanzitutto una data da tener presente a riguardo, ed è quella del 4 giugno, quando con grande anticipo rispetto agli scorsi anni ci sarà la scadenza per le iscrizioni al campionato. Come noto, il verdetto ancora in ballo riguarda il Vicenza, ancora impegnato nei play-off nella lotta per la promozione in B. Se i biancorossi di Vecchi fossero promossi, come è auspicabile anche per la Triestina che in questo modo avrebbe una rivale quotata in meno la prossima stagione, il girone A che accoglie tutte le squadre più a nord della penisola sarebbe praticamente fatto. Rispetto allo scorso anno non ci saranno più la promossa Mantova e le retrocesse Fiorenzuola, Pro Sesto e Alessandria. Vengono ovviamente rimpiazzate da diverse novità: c'è l'immediato ritorno in serie C dalla B di Feralpisalò e Lecco, mentre ci sono le promozioni dalla serie D di Caldiero, Clodiense e Alcione. Tutte le altre sono vecchie conoscenze dell'Unione, tutte avversarie già affrontate lo scorso campionato: si tratta di Padova, Legnago, Virtus Verona, Arzignano, Trento, Atalanta U23, Giana Erminio, Lumezzane, Pro Patria, Albinoleffe, Pergolettese, Renate, Pro Vercelli e Novara. Nel caso invece il Vicenza non fosse promosso, seguendo il rigoroso principio di chi è più a nord, bisognerebbe allora scartare il Legnago, che finirebbe nel girone B essendo quello più con la latitudine a sud di tutto il plotone. Ma ci sono ancora altre variabili. Il Lecco, ad esempio, è a forte rischio iscrizione, per stessa ammissione del suo presidente Paolo Di Nunno, che ha già annunciato: «Non farò la fideiussione da 350 mila euro necessaria per l'iscrizione in serie C. Non ho i soldi, devo pagare gli altri debiti e ho detto al Comune di Lecco di chiedere un'apertura di credito di 350 mila euro per l'iscrizione in serie C. Mi è stato risposto che proveranno a cercare un imprenditore disposto a farlo. Ora sto vendendo la casa che ho in centro a Milano». Situazioni a rischio sarebbero anche quelle di Turris, Foggia e Ascoli, mentre Altamura ha il problema dello stadio (altri club ricorreranno a situazioni tampone), ma tutti questi eventuali forfait riguarderebbero poi integrazioni di altri gironi. Di sicuro in pole position per essere ammesso alla prossima serie C c'è il Milan U23, terza squadra di società della massima serie in rampa di lancio partecipare alla Lega Pro dopo Juventus e Atalanta. Al momento i bergamaschi sono nel girone A e i bianconeri nel B, per cui i rossoneri dovrebbero entrare nel girone C, ma non è escluso nemmeno un rimescolamento fra i tre club, che in ogni caso non gareggeranno fra loro. Ha forti speranze di ritrovare la lega pro anche la Recanatese, prima in graduatoria per la riammissioni. In ogni caso, tutti rebus che dovrebbero risolversi ben prima delle estati passate, in modo da evitare per l'ennesima volta i soliti ricorsi e reclami che porterebbero a un ritardo nei calendari. - Diciannove anni fa, 28 maggio del 2005, era stato giovane protagonista dell'ultima finale scudetto della Pallamano Trieste, disputata e persa contro il Merano. A distanza di quasi un ventennio, Marco Visintin tocca con mano il momento più basso della storia di una società che, per la prima volta nella sua storia cinquantennale, rischia l'onta della retrocessione sul campo. Lo scrive oggi Lorenzo Gatto: per evitarla, serve ormai solo una sorta di miracolo sportivo. Sconfitta in casa mercoledì scorso nella gara d'andata dell'ultimo turno dei play-out, Trieste deve vincere oggi a Cingoli (alle 18, arbitri Castagnino e Manuele) per riportare in parità la serie e provare poi a giocarsi tutto nello spareggio di lunedì prossimo in programma sempre nelle Marche. Un doppio successo esterno davvero difficile da immaginare per una squadra che nel corso di tutta questa stagione, lontano da Chiarbola, ha raccolto il ben poco invidiabile record di quattordici sconfitte su altrettante partite. «Non dobbiamo pensare a quello che è stato, nel corso della stagione o nell'ultima gara persa mercoledì scorso a Chiarbola – sottolinea un Visintin eccezionalmente tornato in campo per questa finale dei play-out dopo un campionato trascorso da dirigente a fianco della squadra –. Siamo con le spalle al muro, dobbiamo vincere e non abbiamo alternative. Da un punto di vista mentale questo ci può aiutare perché non avendo ormai più nulla da perdere possiamo e dobbiamo scendere in campo senza fare più calcoli. Gara-uno ha dimostrato che non c'è grande differenza tra noi e il Cingoli, daremo tutto cercando di migliorare gli aspetti del gioco che a Chiarbola non abbiamo interpretato nella maniera giusta». Continua Visintin: «Quello che credo sia giusto sottolineare è che Fredi Radojkovic, nel corso di tutta la stagione, durante la preparazione delle partite ha dato direttive tattiche ben precise che questa squadra non è mai riuscita a tradurre sul campo. In vista della partita di questa sera mi aspetto che tutti dimostrino di essere giocatori di pallamano e si assumano le responsabilità che una partita così importante impone. Per la società, per la maglia che indossano e anche per loro stessi. Dipende da noi, dalla voglia e dalla determinazione che sapremo mettere in campo». Rispetto a gara-uno, Trieste recupera Urbaz, assente nella gara d'andata contro Cingoli a causa di una distorsione alla caviglia. Federico stringerà i denti e sarà regolarmente a disposizione del tecnico Radojkovic. In caso di successo rientro a Trieste in nottata con il problema di gestire una eventuale gara di spareggio in programma in un giorno lavorativo con i problemi di disponibilità che giocare di lunedì comporta
  19. Parecchio. Ma aspetto la fine della stagione per dire la mia
  20. VENERDÌ 31 MAGGIO 2024 - Una settimana, poco meno, poi sarà finale promozione. Lo scrive oggi Lorenzo Gatto: Trieste arriva alla sfida contro Cantù, gara1 in programma a Desio martedì alle 20.30, in condizioni di forma psico-fisica ottimali. Con la convinzione che il percorso netto maturato in questi play-off, partita dopo partita, ha cementato. Un gruppo trasformato, che ha saputo cancellare problemi e difficoltà palesati nel corso della stagione trovando in Michele Ruzzier quel leader tecnico ed emotivo mancatole nei mesi scorsi. Un Ruzzier devastante per rendimento, sicurezza e tranquillità che sa infondere ai compagni, capace sia nella serie contro Torino che in quella successiva al cospetto di Forlì di essere non solo mente ma anche braccio armato. Difficile spiegare la metamorfosi sua e di una squadra che dopo aver vinto pochissimo in trasferta tra stagione regolare e fase a orologio ha saputo cambiare marcia chiudendo imbattuta il percorso che l'ha portata in finale. «Credo che la parola chiave in grado di spiegare tutto questo sia fiducia - commenta Ruzzier - Sono scattati i play-off, la squadra è tornata finalmente al completo e in buone condizioni di forma e ha trovato dentro di se le motivazioni per ripartire con slancio. La prima vittoria sul campo di Torino ci ha dato la carica giusta, tutto il resto è stato un crescendo di prestazioni che ci fa essere ottimisti in vista di questo appuntamento finale». Serie contro la San Bernardo nella quale Ruzzier sarà indubbiamente l'osservato speciale. Contro Torino e Forlì, Michele si è ritrovato ad affrontare pari ruolo italiani, a Desio si troverà di fronte Anthony Hickey, forse l'avversario di maggior talento nelle fila dei brianzoli. «Giocatore super e davvero difficile da limitare - conferma Michele - Sarà una bella sfida, difensivamente dovremo dare il massimo per provare a contenere tutto il suo talento». Difesa ma non solo. In attacco Ruzzier dovrà essere capace di gestirsi nell'arco dei quaranta minuti, troppo importante la sua presenza sul parquet. Lo si è visto soprattutto nelle gare in trasferta disputate a Forlì quando, con il play triestino in panchina, Trieste è andata in difficoltà subendo parziali che contro Cantù potrebbero risultare fatali. «Non ho avuto quella percezione - ribatte Michele - e non sono preoccupato. Abbiamo una rosa competitiva, indipendentemente da chi sarà in campo so che sapremo essere competitivi. La cosa a cui dobbiamo pensare, da martedì prossimo, riuscire a imporre la nostra pallacanestro e concentrarci su noi stessi, Se sapremo farlo, ne sono convinto, potremo far bene». L'obiettivo, provare a tornare da Desio almeno con una vittoria per riprendersi il vantaggio del fattore campo e poi giocarsi tutto al PalaTrieste sfruttando la spinta di un palazzo che si annuncia esaurito. «Abbiamo la consapevolezza delle difficoltà che affronteremo a Desio - conclude Ruzzier - sappiamo che per loro giocare le prime due sfide in casa potrà essere da un lato un vantaggio indiscutibile, dall'altro una responsabilità in più. Proveremo a metter pressione, partendo dalla consapevolezza acquisita nei primi due turni. Aver mantenuto l'imbattibilità nelle quattro gare in trasferta ci ha dato sicurezza e consapevolezza dei nostri mezzi. Continuiamo così, poi avremo la spinta dei nostri tifosi per provare a chiudere la serie e terminare il lavoro» - Rayan El Azrak è stata una delle più belle sorprese della stagione alabardata. Come scrive Antonello Rodio oggi, la scorsa estate la sua firma è arrivata solo dopo molti giorni in prova, poi il suo ruolo designato doveva essere quello di un prezioso rincalzo, e invece in molti momenti della stagione è stato un grande protagonista. Quasi normale che ora il suo agente Giorgio Boateng punti a far salire il suo assistito fra i cadetti, ma se questo non fosse possibile, il giocatore che a luglio compirà 25 anni è pronto a un'altra stagione importante con la Triestina. «Rayan El Azrak merita la Serie B - ha detto Boateng - ma se non arriverà, farà un altro campionato da protagonista con la maglia della Triestina». Insomma arrivasse l'occasione, coglierla è più che lecito, altrimenti l'olandese sarà ancora con l'Unione. PANCHINE Intanto ci sono vari movimenti sulle panchine del girone della Triestina. Il Legnago, dopo l'addio a Massimo Donati, a lungo in predicato di venire a Trieste, avrebbe raggiunto un accordo con Nicola Corrent, ex tecnico del Mantova che in questa stagione era nello staff di Filippo Inzaghi a Salerno. Molto difficile invece che Massimo Oddo sia confermato sulla panchina del Padova: arrivato a tre giornate dalla fine, appena entrato nei play-off è stato eliminato perdendo i due match contro il Vicenza. Il Renate invece, dopo una stagione divisa fra Pavanel e Colombo, ha deciso di ripartire da Luciano Foschi. Per il tecnico si tratterebbe di un ritorno: deve solo risolvere il suo rapporto con il Lecco, poi sarà libero di firmare. CRISI A proposito del Lecco, la situazione del club appena retrocesso in serie C dopo una sola stagione fra ai cadetti, è molto critica. Il presidente Paolo Di Nunno l'ha descritta in maniera piuttosto chiara: «Non farò la fideiussione da 350 mila euro necessaria per l'iscrizione in serie C. Non ho i soldi, devo pagare gli altri debiti e ho detto al Comune di Lecco di chiedere un'apertura di credito di 350 mila euro per l'iscrizione in serie C. Mi è stato risposto che proveranno a cercare un imprenditore disposto a farlo. Ora sto vendendo la casa che ho in centro a Milano». ALLEGRETTI Tornando a parlare di allenatori e di addii, si separano dopo tre anni le strade del ChievoVerona e di Riccardo Allegretti. L'ex capitano alabardato infatti non sarà l'allenatore della prima squadra nella prossima stagione. Allegretti ha guidato la Clivense per tre anni: nella stagione 2021/22 ha vinto il campionato di Terza categoria oltre alla Coppa Verona e al titolo provinciale, l'anno seguente ha conquistato la promozione in serie D dopo aver vinto il torneo di Eccellenza, mentre nella stagione di serie D appena conclusa è arrivato ottavo.
  21. GIOVEDÌ 30 MAGGIO 2024 - Il dado è tratto anche se la scelta era già maturata sul finire della scorsa settimana. Come scrive Ciro Esposito oggi su "Il Piccolo", Michele Santoni è il nuovo allenatore della Triestina con un contratto biennale. O meglio lo sarà da luglio ma è evidente che si metterà al lavoro da subito per gettare le basi del progetto tecnico il prossimo campionato. Dopo l'epilogo poco brillante della stagione dei guru della categoria con l'ingaggio la scorsa estate di Attilio Tesser, la società si è indirizzata a un prospetto giovane, poliglotta (parla cinque lingue), certamente più in sintonia con la linea perseguita dal Dg Alex Menta e sposata dal presidente Ben Rosenzweig. Entrambi hanno parlato a lungo con Santoni e si sono convinti della bontà della sua proposta calcistica. 44 anni, nato a Riva del Garda ma cresciuto ad Arco con madre olandese, Santoni nel 2008 si è trasferito appunto in Olanda per perfezionare la sua professionalità prima come vice allenatore all'Haarlem giovanile e poi quella di video e match analyst all'Ajax. L'utilizzo dei sistemi tecnologici e informatici applicati al calcio, la vocazione internazionale e globale del calcio moderno sul piano tecnico-tattico ma anche organizzativo gestionale, sono le sue caratteristiche. Santoni è un interprete del calcio totale all'olandese che passa attraverso la valorizzazione dei giovani. Ha cominciato da allenatore con gli under 19 dell'Haarlem per poi approdare all'Ajax lavorando assieme a Martin Jol e a Frank De Boer. Con quest'ultimo anche la fugace parentesi all'Inter. Ma successivamente il tecnico ha fatto esperienze anche in Italia come vice di Davide Nicola e Domenico Di Carlo a Livorno e a Cesena e infine a Cagliari con Diego Lopez e con un passaggio anche nella primavera della Lazio. L'ultima esperienza da allenatore (dopo Almere City e Ado) con gli olandesi del Dordrecht portati nell'ultima stagione al quarto posto nel campionato di seconda divisione. Il percorso formativo olandese e in particolare nell'Ajax, dove la cura dei settori giovanili è molto sviluppata, può rappresentare un plus per la Triestina americana che punta i suoi investimenti sulla ricerca e la crescita di giovani talenti e su un'organizzazione della filiera che poggia le sue fondamenta sul futuro centro sportivo. Insomma la scelta ricaduta sul professionista trentino è coerente rispetto allo sviluppo della società. Non è un mistero che prima di Santoni i dirigenti alabardati avevano corteggiato Massimo Donati, allenatore giovane e rampante, reduce da una stagione sorprendentemente positiva con il Legnago. L'ex giocatore dell'Atalanta aveva dalla sua la conoscenza del girone e la serie C. Alla fine il club alabardato ha virato decisamente invece sull'ex tecnico del Dordrecht che comunque, vista la mentalità e il metodo che ha caratterizzato il suo lavoro, avrà già acquisito conoscenza anche del calcio e dei giocatori della terza serie italica. Vista l'ambizione mai nascosta dell'Unione americana e di quella anche più evidente dei tifosi, Menta e soci hanno scommesso su un giovane tecnico, già con esperienza e certamente di prosp ettiva. Ora ci sarà da costruire la squadra perché poi i risultati sono determinati principalmente dalla qualità dei giocatori. Poi si valuterà ma è certo che la società sarà chiamata a proteggere con forza questa scelta. Anche se i risultati saranno altalenanti e soprattutto nei momenti negativi sperando che non arrivino. Per valorizzare un gruppo ci vuole qualità nel lavoro, negli uomini ma servono anche tempo e sostegno. Questi sono i pilastri per far progredire l'Unione in modo stabile e sostenibile economicamente. Con chiarezza e senza fretta - I play-off di serie A2, per Cesare Pancotto, sono stati territorio di caccia. Il coach le finali promozioni le ha giocate e vinte portando Pistoia in serie A nella stagione '91/'92 per poi ripetersi con la Mens Sana Siena nel '93/'94 e proprio con Trieste, anno di grazia '98/99, festeggiando la massima serie alla guida della Lineltex. Reduce dal biennio a Napoli che lo ha visto centrare la salvezza da capo allenatore al primo anno per poi vincere, da assistente di coach Milicic, una indimenticabile coppa Italia in questa stagione, Pancotto ha salutato la città partenopea ed è tornato a casa. Dal buon retiro di Porto San Giorgio si sta gustando le semifinali play-off della serie A e si appresta a seguire Trieste nella serie con Cantù che potrebbe riportare i biancorossi nel massimo campionato dopo un solo anno di purgatorio. «Sarà spettacolo sotto ogni punto di vista - sottolinea Pancotto, intervistato da Lorenzo Gatto - Società di grandi tradizioni, squadre forti e attrezzate, due tifoserie decisamente numerose e appassionate, un entusiasmo che si respirerà in palazzetti che promettono il tutto esaurito. Per la pallacanestro italiana, uno spot importante, adesso non resta che vedere cosa dirà il campo». Trieste ha sorpreso tutti in una postseason nella quale ha saputo cambiare marcia. I cappotti inflitti a Torino e Forlì hanno ridato credibilità a una squadra che aveva disputato una stagione regolare altalenante. «Ho sempre pensato che in Italia abbiamo tanti contenitori - continua il coach marchigiano - Stagione regolare, coppa Italia, fase a orologio. E poi ci sono i play-off. È innegabile che Trieste sia andata a singhiozzo per buona parte della stagione ma è altrettanto vero che è arrivata nelle migliori condizioni di forma al momento giusto. Oggi sta esprimendo tutta quella qualità che le veniva riconosciuta nei pronostici di inizio anno». In forma e nelle migliori condizioni ma con la spada di Damocle di un fattore campo a favore di Cantù. In una serie così incerta ed equilibrata, un aspetto che potrebbe far pendere l'ago della bilancia dalla parte dei brianzoli. «Ascoltavo le dichiarazione di Cagnardi alla vigilia: ha chiaramente detto che Cantù vuole andare in serie A. Tanto per spiegare il clima che Trieste troverà a Desio. Al netto dell'ambiente che farà da contorno alle partite, le sfide le decideranno i giocatori. Si troveranno contro due squadre con una identità ben definita, chi saprà imporla all'altra avrà grandi chance di salire». Tutta da gustare anche l'altra finale promozione tra Trapani e Fortitudo Bologna. Due filosofie diametralmente opposte a confronto. Da una parte una società che, con l'avvicendamento Diana-Parente sulla panchina e gli arrivi di Alibegovic e Gentile ha cambiato molto, dall'altra una squadra che ha preferito affidarsi alle certezze che il gran lavoro di Caja garantisce. «Intraprendenza, ambizione e una panchina certamente molto lunga a favore di Trapani - sottolinea - una città di grande tradizione, una tifoseria incredibile e le grandi capacità tattiche di Caja dall'altra parte». Un'ultima battuta sul futuro di Pancotto, alla finestra in attesa di possibili proposte. «Non mi aspetto nulla nel breve periodo, spero ci possa essere in futuro qualcosa che mi prenda emotivamente. Nella mia carriera ho sempre affrontato nuove sfide, dopo la bellissima esperienza a Napoli mi piacerebbe trovarne una che mi regali nuove motivazioni».
  22. MERCOLEDÌ 29 MAGGIO 2024 - Il momento della verità, al termine di una stagione dura e ricca di momenti difficili, è arrivato. Parte alle 20, sul parquet di Chiarbola, la serie finale dei play-out tra Pallamano Trieste e Macagi Cingoli: chi la spunta resta in serie A Gold, chi perde invece retrocede. Andata a Trieste, ritorno sabato 1 giugno ed eventuale bella lunedì 3 giugno nelle Marche. Biancorossi reduci dal secco 2-0 rimediato da Pressano nella semifinale, Cingoli beffata invece dal Rubiera. Partita complicata per il valore dell'avversaria e per il momento della formazione guidata da Fredi Radojkovic, nella quale i biancorossi si affideranno all'esperienza e al talento dei suoi uomini di riferimento: da Gianluca Dapiran e Pancho Ceccardi dovrà arrivare la spinta per gettare il cuore oltre l'ostacolo e riuscire a portarsi in vantaggio nella serie. «Cingoli è un'avversaria tosta, in campionato ci ha dato molto filo da torcere quando hanno giocato qui in casa nostra e si sono presi la rivincita in casa loro, adesso siamo alla sfida finale di questa lunga stagione – le parole di Gianluca Dapiran –. Affrontiamo due partite in cui bisognerà dare tutto per difendere questa maglia e salvare la categoria, per questo ci aspettiamo come sempre un aiuto da parte del nostro pubblico. I nostri tifosi non ci hanno fatto mai mancare il loro supporto, sono convinto che sarà così anche per quest'ultimo appuntamento della stagione. Bisogna stringere i denti e far diventare il palasport di Chiarbola una bolgia». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Ceccardi, uno dei possibili trascinatori di una squadra che ha bisogno della spinta del talento italo-argentino. «Ci aspetta una battaglia – sottolinea Pancho – molto dipenderà da noi nel senso che dovremo essere bravi a limitare al massimo le loro caratteristiche. Dovremo lavorare in difesa cercando di non permettere a Cingoli di esaltare le loro qualità rallentando i ritmi e impedendo loro di esprimersi in velocità. Se saremo bravi a farlo e in attacco riusciremo a sfruttare il nostro potenziale le possibilità di portare a casa una vittoria aumenteranno. Ai tifosi voglio dire che abbiamo bisogno del loro supporto. Questa sera li aspettiamo numerosi, come è stato nel corso di tutta la stagione. Ci aspetta una battaglia, abbiamo bisogno del calore del nostro pubblico, sono convinto che con i tifosi al nostro fianco potremo riuscire nell'impresa di vincere questa importante sfida» - «Trieste in finale è la conferma del fatto che la coerenza e la convinzione nelle proprie idee, alla lunga, paga. Nei momenti difficili la società ha saputo tener duro, oggi ne raccoglie i frutti. Facendo le debite proporzioni, è quello che è successo da noi a Cividale: mi piacerebbe che questa linea di condotta nello sport diventasse regola e non eccezione». Stefano Pillastrini, coach di una Gesteco intervistato oggi da Lorenzo Gatto per Il Piccolo e capace di disputare una stagione strepitosa, salvandosi grazie a una fase a orologio conclusasi con dieci vittorie consecutive e impreziosita da un play-off nel quale ha saputo mettere in difficoltà proprio Cantù, racconta le sue sensazioni alla vigilia delle finali promozioni. Da una parte del tabellone la San Bernardo Cantù sfida Trieste, dall'altra la favoritissima Trapani cercherà di tenere a bada la carica della Fortitudo Bologna. «Credo sia l'epilogo giusto per quello che ha detto questo campionato – continua Pillastrini –. In questo lotto, per le difficoltà che ha avuto nel corso di stagione regolare e fase a orologio, Trieste avendo chiuso al quinto posto il suo girone può essere considerata una mezza sorpresa anche se, riprendendo il concetto iniziale e considerato il talento di una squadra che considero forte e attrezzata, il suo approdo in finale rientra nell'ordine naturale delle cose. Cosa mi aspetto dalla serie contro Cantù? Grande equilibrio, Trieste a livello di talento individuale ha forse qualcosa in più dei suoi avversari, Cantù però ha una grande fisicità in tutti i ruoli e da questo punto di vista può mettere in difficoltà la formazione di Christian». Nella settimana che porterà le due squadre a gara-uno, il lavoro in palestra sarà finalizzato a trovare le alchimie necessarie per trovare sul parquet le risposte alle caratteristiche degli avversari. «Arrivati a questo punto, credo che più che preoccuparsi di quanto fanno o faranno i tuoi avversari devi essere in grado di imporre il tuo gioco e le tue caratteristiche – l'analisi del Pilla –. Chi tra Cantù e Trieste riuscirà a farlo, alla fine, si porterà a casa la promozione. Cantù dovrà provare a esaltare le sue qualità in termini di aggressività e atletismo, Trieste quelle di fluidità del gioco e circolazione della palla. Più in generale, mai come in una finale, la cosa importante sarà basarsi sulle proprie certezze». Dall'altra parte del tabellone, ricca di fascino anche la serie che metterà di fronte Trapani contro Fortitudo. Da una parte l'ambizione di una società che il presidente Antonini vuole portare nel gotha del basket italiano, dall'altro la forza e la tradizione di una realtà storica come quella bolognese: «Trapani, nella serie vinta 3-0 contro Verona, ha dato un grande segnale di solidità confermando, cosa tutt'altro che scontata, di aver assorbito e metabolizzato il cambio di assetto e gli inserimenti di giocatori importanti. Di fronte lei, però, una Fortitudo che può contare sulla continuità di tutta una stagione e sulla mentalità dei suoi leader. Fantinelli ha già vinto questo campionato, Aradori è senza dubbio un giocatore di c ategoria superiore. Sono aspetti che in una finale possono avere un peso importante» .
  23. Ciao, hai già chiesto aiuto al supporto FB? L'unica idea che mi viene...
  24. MARTEDÌ 28 MAGGIO 2024 - Nessuna sfida nell'orario canonico, cioè la domenica alle 18. Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", la serie finale per la promozione in Serie A tra la Pallacanestro Trieste e l'Acqua San Bernardo Cantù sarà sempre serale e solamente in un caso un match capiterà nel weekend. Si comincia martedì 4 giugno a Desio, campo di gioco della formazione brianzola. Ieri sono stati ufficializzati giorni e orari da parte della Lega Nazionale Pallacanestro confermando in sostanza le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi. Dopo l'esordio del 4 giugno, gara2 ancora a Desio giovedì 6 alle 21 per poi tornare a Trieste lunedì 10 sempre con palla a due alle 21. A Valmaura anche l'eventuale gara4 mercoledì 12 giugno alle 21 e infine l'eventuale gara5 decisiva a Desio sabato 15 giugno, anche in questo caso con inizio alle 21. Dalla gara2 in poi tutte le partite saranno visibili in diretta su RaiSport e Rai Play mentre il primo confronto sarà visibile soltanto su Lnp Pass. A determinare date e orari hanno concorso diversi fattori: la possibilità di trasmettere le partite in diretta televisiva, le votazioni per le Elezioni europee e la necessità di evitare la concomitanza di un evento sportivo con un altro evento da migliaia di persone a poca distanza dal PalaTrieste come il concerto di Max Pezzali allo stadio Rocco il 9 giugno. Un lavoro a incastro che è stato concluso ieri. PREVENDITA Scatterà domani la prevendita dei biglietti per gara3, quella al PalaTrieste il 10 giugno. I prezzi rimarranno invariati rispetto a quarti di finale e semifinali, verrà confermata la prima fase riservata agli abbonati della stagione regolare e dalla prossima settimana vendita libera. La prevendita nella prima fase sarà alla biglietteria interna del PalaTrieste per tre giorni (da mercoledì a venerdì) mentre online proseguirà anche nel weekend. In ogni caso oggi la società ufficializzerà modalità e dettagli. PREPARAZIONE La Pallacanestro Trieste ha ripreso ieri la preparazione. Come era stato assicurato dal general manager Michael Arcieri nella conferenza stampa post gara3 contro Forlì Justin Reyes, non utilizzato a titolo precauzionale contro i romagnoli, può tornare ad allenarsi con i compagni di squadra ed essere a disposizione di coach Christian per il debutto nella serie di finale. La sua assenza contro Forlì era stata "mascherata" dall'ottima prova collettiva e da una prestazione convincente di Leo Menalo, che ha chiuso in doppia cifra. PROVVEDIMENTI Scia polemica a gara4 di domenica sera tra Udine e Cantù al Carnera. Il presidente dell'Apu Old Wild West Alessandro Pedone è stato inibito per 21 giugno dal giudice sportivo della Fip per aver tenuto «un comportamento protestatario, ripetuto ed espresso platealmente nei confronti degli arbitri ed un comportamento gravemente offensivo nei confronti del secondo arbitro.
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