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  1. MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2024 - Riunioni di lavoro e meeting continui: le giornate triestine di Ben Rosenzweig sono molto intense e non a caso il presidente alabardato ha fatto un po' di ritardo negli incontri di ieri con i tifosi. Tutto perdonato ovviamente, visto che gli impegni del patron dell'Unione riguardano anche il futuro della società stessa. Molti incontri ci sono stati infatti proprio con le istituzioni cittadine per cercare di portare avanti, fra gli altri, anche il discorso della gestione dello stadio. Lo scrive oggi Guido Roberti su "Il Piccolo": appena giunto al primo dei due appuntamenti, quello con il Centro di coordinamento dei Triestina Club, Rosenzweig, accompagnato dal club manager Giambattista Domestici, è stato accolto da bandiere, tanti applausi e grande affetto ed è scattata la caccia al selfie per tifosi e famiglie alabardate. E dopo i saluti del presidente del Centro Sergio Marassi, Rosenzweig ha voluto dire qualche parola ai tifosi: «Intanto grazie a tutti per essere venuti a salutarmi, questa è una cosa che apprezzo tantissimo. Sono d'accordo con tutto quello che ha detto Marassi, ma quello con cui su una cosa sono d'accordo in modo particolare, che i tifosi della Triestina si meritano molto, molto di più. Questo club per tanti anni è stato trattato con negligenza. Avete visto tutti quanto sia stato difficile salvarlo e riprenderlo per portarlo in alto: è un percorso che ha una certa lunghezza, non può essere immediato. Ma avete visto che anche in quest'anno molto travagliato ce l'abbiamo messa tutta per fare il meglio del club e quindi il progetto va avanti». Rosenzweig starà in città fino a venerdì, poi sabato tornerà negli States ma presto ritornerà a Trieste accompagnato dalla famiglia. Domestici tra l'altro, a dimostrare la cura con cui è stata seguita la rizollatura del campo, ha spiegato che un paio dei rotoli di erba da 12 metri si erano danneggiati nel trasporto per il caldo, e sono stati immediatamente sostituiti. Ora il campo è a posto e ha bisogno solo di alcune settimane di riposo. I due si sono trasferiti poi in via Bramante al Triestina Fan Club Bar Capriccio, realtà che nel corso della stagione scorsa è riuscita a coinvolgere circa 600 tesserati nelle molteplici iniziative. Clima di gran festa anche qui con video-clip, effetti coreografici, una bandiera americana a sventolare e tanto calore dei tifosi che hanno contaminato d'allegria anche Ben Rosenzweig. Del resto le sue parole al Corriere della Sera non potevano che accendere nuovamente la fiamma dell'entusiasmo sopita in buona parte da gennaio. C'è stata una stretta di mano o una foto per tutti, anche qui il presidente ha ringraziato per l'affetto e ribadito la volontà di portare la Triestina in alto. A colorare la serata anche il club gemellato dei Pedoci Alabardati. Con l'occasione sono stati inoltre consegnati i proventi delle raccolte benefiche da parte del club a favore delle Associazioni Agmen e Bambini del Danubio, per un totale ragguardevole di 5.145€. - Com'era ampiamente prevedibile il mercato legato alla Pallacanestro Trieste è caratterizzato soprattutto da movimenti in uscita. La promozione, con tutto quello che ne consegue, rende appetibili molti giocatori del roster biancorosso. Lo scrive oggi il Baldo sul quotidiano locale: detto della scelta di vita di Ariel Filloy di avvicinarsi a casa (Pistoia), chiarita anche la posizione lontana da Trieste di Juan Fernandez, tutti gli occhi delle "big" della prossima seconda serie sono incentrati su Giovanni Vildera. Una vera e propria asta, con un testa a testa ormai circoscritto fra Pesaro e Cantù, con Brindisi fuori di scena nonostante un poderoso rilancio. La scelta societaria di privarsi del "barba" porta ad una probabile conferma di Francesco Candussi, lungo in grado di colpire anche dall'arco, e quindi affine al tipo di gioco voluto da coach Christian. Il resto gravita principalmente sulle conferme, a partire ovviamente da Michele Ruzzier. Dalle parole del giocatore, e dalla volontà societarie, è chiaro che il playmaker è un lusso su cui Trieste vuole fondare l'ascesa nella massima serie; Arcieri e soci sicuramente affiancheranno una combo-guard americana, con licenza di gestire la fase offensiva biancorossa ma anche di attaccare il canestro da "guardia". Stefano Bossi, in forza al contratto, potrebbe rimanere come cambio per minuti di ossigeno. Si lavora anche per confermare Leo Menalo, giovane che ha fatto vedere cose interessanti in difesa, palesando anche una spiccata confidenza col tiro dall'arco dei tre punti; non si vedono particolari motivi ostativi, da parte della Virtus Bologna depositaria del contratto, per prolungare il prestito. Il capitano Lodovico Deangeli sembra destinato ad altri lidi (A2 probabile), così come Giancarlo Ferrero e Luca Campogrande. In stand-by Tomas Woldetensae, così come Guglielmo Caruso, lungo dell'Olimpia Milano e promesso prestito a società terze, con tempi decisi dal sodalizio meneghino. Al centro del mercato lunghi anche Paul Biligha seguito da Cantù, Tortona e di altre pretendenti fra serie A1 e A2. Altro italiano conteso è sicuramente Awudu Abass, deciso a rimanere nella Bologna bianconera ma in bilico rispetto a decisioni spettanti a Luca Banchi e staff dirigenziale; Trapani si è gettata a capofitto sul nazionale, non è impossibile che sia l'unica.
  2. MARTEDÌ 25 GIUGNO 2024 - Smaltita la tensione di un finale di stagione molto intenso, Jamion Christian (intervistato da Lorenzo Gatto su "Il Piccolo") riavvolge il filo di una stagione vissuta tra grandi difficoltà e momenti esaltanti. Il suo primo campionato lontano dagli States è stato un concentrato di emozioni: il coach della Pallacanestro Trieste le racconta così. Quale aggettivo userebbe per descrivere la stagione? «Ha vinto la squadra migliore. Essere i migliori è definito dalla capacità di resistere al più forte dei venti. Persistente: la capacità di credere nel miglioramento quando non si ottengono i risultati desiderati. Grandezza competitiva: la capacità di dare il meglio di sé quando è richiesto il meglio». Lei e Mike Arcieri siete sempre stati convinti della forza della squadra, c'è stato un momento di dubbio? «Non posso parlare per Arcieri, posso però dire di non aver mai avuto la sensazione che mancasse di fiducia in noi o nella mia leadership. Entrambi abbiamo creduto in questa squadra, avevamo solo bisogno che i ragazzi si unissero al momento giusto. Il mio punto di vista partiva sempre dagli uomini nello spogliatoio e ho sempre avuto grande fiducia in loro. Le nostre risposte ai momenti difficili sono state eccezionali. Il modo in cui questi ragazzi hanno saputo interagire tra è stato fantastico. La squadra che impara di più dall'inizio alla fine ha la possibilità di vincere e ho sempre avuto la sensazione che stessimo imparando a un ritmo incredibile». Alla fine cosa ha fatto la differenza? «Talento e condivisione di un gruppo di ragazzi che ha sempre saputo ragionare come una persona sola. Un talento non solo individuale ma anche e soprattutto finalizzato al bene della squadra e in cui tutti abbiamo avuto la capacità di fidarci. Il nostro talento era sempre nella squadra. La fiducia che, qualunque cosa potesse accadere, avremmo avuto la capacità di affrontarla». È stato difficile adattarsi a un paese nuovo e a un modo diverso di vivere lo sport? «Ho dovuto imparare molto, ma ho avuto anche un grande staff e giocatori che mi hanno aiutato a imparare. Poiché abbiamo una cultura dell'apprendimento, questo ha permesso loro di aiutare me e a me di aiutare loro. Non c'è ego nell'apprendimento e non ci dovrebbe essere ego nella condivisione o nell'insegnamento. Il nostro team ha incarnato questa componente ai massimi livelli». E' stato un anno difficile anche dal punto di vista personale, nel mirino quando i risultati non arrivavano. Come ha affrontato i giorni più impegnativi? «Le critiche fanno parte di questo lavoro, ma devo dire che i miei momenti più difficili sono stati quando hanno fischiato ingiustamente i nostri giocatori. Molti dei quali avevano scelto Trieste per lottare per la promozione e per la città. Quindi, più che per me, ero più arrabbiato per loro. La mia vita da coach è incentrata su di loro. Il mio compito è quello di togliergli la pressione. Ho cercato di fare del mio meglio, non sono sicuro di esserne sempre stato capace, ma è qualcosa su cui voglio continuare a migliorare». Si parla di un gruppo che vive in modo diretto con il coinvolgimento delle parti. Può spiegarci la collaborazione con i membri più esperti del team? Abbiamo visto spesso giocatori interagire con lei durante le partite. «Ho sempre pensato che la collaborazione delle idee ci avrebbe dato un grande vantaggio. Non la pallacanestro italiana, non la pallacanestro americana, ma la pallacanestro triestina che unisce il meglio delle due parole. Ragazzi come Ariel Filloy e Michele Ruzzier hanno giocato contro alcuni dei migliori allenatori del mondo, sarei stato uno stupido se non mi fossi confrontato chiedendo loro cosa stavano vedendo sul parquet. Non si trattava di me, si trattava di fare le cose per bene. La capacità di ascoltarsi l'un l'altro e la fiducia reciproca è stata una cosa davvero positiva. Se hai un team di persone e non importa a chi va il merito, quanto puoi essere bravo? Quando ogni membro può fidarsi che le parole della persona accanto a lui sono per il meglio per lui? Questo è ciò che siamo stati in grado di creare». Lei si è formato nelle università, ha già una lista di profili che potrebbero essere interessanti? «Beh, sicuramente avremo un background migliore sui giocatori statunitensi, ma dovremo comunque attirarli e chiudere l'affare. Ci sono più giocatori di basket nel mondo ora che mai. La cosa più importante è trovare persone che credano in ciò che facciamo». Da dove vorresti partire il prossimo anno? «Parto sempre dallo stesso punto, ho molto da imparare. Voglio solo rimanere aperto alle idee, questo mi permetterà di essere al mio meglio come leader, allenatore, padre, marito e amico degli altri». - Bagno di affetto fra i tifosi alabardati oggi per il presidente della Triestina. Lo scrive Antonello Rodio: come già annunciato, Ben Rosenzweig è arrivato in Italia per alcuni impegni di lavoro, ma ne ha subito approfittato per sbarcare a Trieste e mettere in calendario due incontri con i due nuclei principali del tifo triestino. E così oggi pomeriggio Rosenzweig farà prima visita al Centro coordinamento dei Triestina Club, poi al Triestina Fan Club Bar Capriccio. Intanto proprio ieri, ad anticipare la sua visita, in un'intervista al Corriere della sera il presidente alabardato è tornato a parlare del suo amore per la città, del suo progetto e degli investimenti in questo business il cui traguardo è riportare la Triestina nella massima serie, da dove manca da ben 65 anni. «Trieste è una città bellissima al crocevia di molte culture, con una storia affascinante - ha detto infatti Rosenzweig nell'intervista - è anche una città molto viva, con alle spalle i bacini dell'Austria, della Croazia, della Slovenia: senza alcun dubbio una città da serie A. Per l'economia, il turismo e anche il calcio: riporteremo la Triestina in A». Oltre a ribadire come investire nel calcio in realtà varca ormai i confini dello sport, il presidente sottolinea come con Trieste è stato amore a prima vista: «C'era una società sull'orlo del fallimento, mi sono chiesto perché una città così importante e con uno stadio come il Rocco dovesse rassegnarsi a restare nelle retrovie del calcio. Poi mi sono innamorato di una città che secondo me ha grandi potenzialità economiche e turistiche, anche per il sovraffollamento che affligge la vicina Venezia. Mi sono chiesto dove vorrei passare il mio tempo se avessi successo con i miei vari investimenti. E ho deciso di puntare su Trieste». E dopo aver sottolineato il gravoso impegno che è stato necessario per ripianare i debiti del passato, Rosenzweig ha elencato gli obiettivi per il futuro: «Siamo ambiziosi, vogliamo stringere il rapporto con la città e coi tifosi, commoventi nel loro sostegno anche in anni deprimenti, rafforzando la squadra e anche offrendo nuovi servizi come il centro sportivo a Muggia che sarà aperto anche al pubblico. Mentre lo stadio, se avremo la concessione diventerà anche luogo per concerti, fiere ed altri eventi: un peccato usare una struttura di così grande valore solo 19 volte l'anno». Intanto sul mercato è sempre il nome di Facundo Lescano a tener banco. Tramontata l'ipotesi Vicenza, ora sul bomber alabardato è forte l'interesse del Foggia, che vorrebbe ripartire proprio dall'argentino per tentare un campionato di vertice.
  3. CITYSPORT.NEWS DI LUNEDÌ 24 GIUGNO 2024 https://www.citysport.news/download/CS-24giugno2024.pdf
  4. LUNEDÌ 24 GIUGNO 2024 - Lo scorso sabato notte è terminato il rifacimento del campo dello stadio Nereo Rocco. Ora l'impianto gode di un prato idoneo a ospitare competizioni internazionali. Come scrive oggi Laura Tonero su "Il Piccolo", la rizollatura era iniziata dopo i concerti di Ultimo e Max Pezzali. Su indicazioni dell'agronomo Giovanni Castelli, è stato scelto un tappeto alto 3,8-4 centimetri. «Il campo è pronto, è operativo – precisa Ermes Canciani, presidente della Figc regionale – e i primi di settembre ospiterà il torneo under 17 che probabilmente si chiamerà "Città di Trieste", con le nazionali di Italia, Spagna, Portogallo e Svizzera, e poi il 15 ottobre la Nazionale under 21 contro l'Irlanda». L'assessore con delega agli impianti sportivi Elisa Lodi, soddisfatta, reputa sia stata «una scelta vincente quella di affidare la rizollatura del manto erboso dopo i concerti alla stessa impresa che ha riqualificato interamente il campo». Questo ha consentito «di stringere i tempi – aggiunge Lodi – e di avere quel prato in perfette condizioni in poco meno di due settimane». Gli organizzatori dei concerti hanno riconsegnato il campo il 14 giugno, saldando già con circa 180 mila il dovuto per la sistemazione del manto erboso. Questo capitolo quindi si è chiuso, senza gli intoppi che invece si erano registrati dopo il concerto dei Måneskin. A tutela del campo, sull'erba erano stati sistemati dei grandi teloni, che lo hanno protetto, facendo solo ingiallire un pochino l'erba in alcuni punti . «Le condizioni del terreno sottostante però erano diverse: nei mesi scorsi è stato fatto un lavoro capillare, importante, era naturale che il campo reggesse in maniera diversa», constata Canciani. Quindi, con un'organizzazione efficiente, calcio e musica possono convivere? Dopo l'esperienza degli ultimi due grandi concenti (hanno registrato complessivamente circa 45 mila spettatori), con una città entusiasta, una regia anche a livello di logistica e traffico perfetta, il sindaco Roberto Dipiazza ha manifestato la volontà di riportare al Rocco artisti di calibro nazionale e internazionale. Questo pesando anche ai risultati garantiti alla città in termini di visibilità e di ricaduta economica. I soli artisti con musicisti, tecnici, attrezzisti hanno speso 252 mila euro (152 Ultimo, 100 mila Max Pezzali) solo per i pernottamenti. La stessa Triestina, interessata alla gestione diretta di quell'impianto, non ha mai nascosto che una gestione sostenibile del Rocco debba prevedere una convivenza tra calcio e eventi, per l'Unione ovviamente al netto delle partite di campionato. Queste intenzioni, però, devono fare i conti con i limiti del Rocco, che sono quelli dettati dalla capienza. Lo stadio di Valmaura, guardando ai concerti, riesce a garantire, a seconda della configurazione artistica del palco, dai 26 mila ai 28 mila spettatori, prato incluso. Gli artisti "da stadio", da tour con grandi numeri quindi, pianificano le loro date allo stadio San Siro a Milano, all'Olimpico di Roma, all'Olimpico di Torino, al Maradona di Napoli, al Dall'Ara di Bologna, all'Euganeo di Padova, al San Nicola di Bari: tutti in grado di garantire a un concerto oltre 38 mila spettatori. Trieste, con il Rocco, può essere scelta solo come data zero, quella usata per più giorni, per le prove generali e il primo live, per poi partire per il grande tour. «Le agenzie promotrici dei concerti e gli artisti sono rimasti molto soddisfatti di Trieste – conferma Luigi Vignando della Vigna Pr-Fvg Music Live – per la sua bellezza, i servizi e le dimensioni perfette per uno staff che deve restare per alcuni giorni in una città». Il Rocco non è stadio da metà o fine tour quindi, ma di partenza. E l'avvio dei tour estivi, negli stadi, avviene sempre tra fine maggio e metà giugno. Periodo che, tranne se la Triestina raggiungesse la serie A, coincide con i possibili play off di serie C e B. Stando a questo ragionamento, la convivenza tra calcio e musica diventa più difficile. Spetta ora al Comune e alla Triestina decidere - Nel frattempo, come scrive Ciro Esposito, la Triestina ha dato l'addio alla B nel 2011. I tifosi sognano di tornarci il prima possibile. L'attuale proprietà americana, che a giorni festeggia il primo compleanno in alabardato, ha la B come obiettivo nel medio termine. Eppure lo stesso traguardo, dopo il quinquennio orribile consumato in Eccellenza e serie D e scandito da due fallimenti, è stato nel mirino anche degli altri soci che hanno gestito l'Unione. Ma quanto denaro ha bruciato questo inseguimento mai completato? Finora una cinquantina di milioni di euro. Questa è la somma strabiliante delle perdite d'esercizio accumulate nelle sette stagioni in questione. I NUMERI La Triestina è ancora viva grazie ai finanziamenti in conto capitale conferiti a più riprese dai soci-proprietari: oltre 20 milioni dal compianto e mai dimenticato presidente Mario Biasin che assieme a Milanese ha tirato il club fuori dal baratro, un gruzzolo di milioni lo ha erogato anche il gruppo Stardust a ripianare in parte le perdite del suo esercizio e di quello precedente (con retrocessione sfiorata), e infine già ulteriori 20 milioni circa sono stati impiegati da LBK Triestina Holding, dal luglio scorso socio unico della Triestina. L'ultimo bilancio disponibile (approvato a fine novembre dal nuovo socio e relativo alla totale gestione di Stardust) indica in 10.3 milioni la perdita d'esercizio mentre nel bilancio precedente il rosso era di 9.4 milioni di euro. Mancano i dati della stagione che si chiude tra pochi giorni (saranno disponibili sul registro delle imprese verso fine anno dopo l'approvazione del bilancio) ma la società, a dimostrazione della sua solidità e serietà, ha già stimato una perdita superiore ai 13 milioni. E dall'1 luglio si comincia con una nuova stagione,un nuovo budget e altro denaro. LA GARANZIA La capacità finanziaria e la volontà di Lbk di continuare a sostenere le finanze della Triestina è stata formalizzata nel corso dell'assemblea del 30 novembre scorso e ratificata dalla società di revisione PKF che ha certificato il bilancio. «Gli amministratori evidenziano che, a fronte della situazione economica e patrimoniale presentata – si legge nella relazione – il socio unico ha provveduto a sottoscrivere una lettera di impegno irrevocabile e incondizionato a sostenere finanziariamente la società fino al 30 giugno 2024 sia in termini di integrale copertura delle perdite pregresse risultanti dal bilancio al 30 giugno 2023 e di integrale reintegro del capitale sociale come disposto dall'art 2432-ter del codice civile, che in termini di integrale copertura delle perdite in formazione quali risultanti dal piano economico finanziario del 2023-24, quantificate in euro 13 milioni 400 mila. Dopo la chiusura dell'esercizio e fino alla data odierna inoltre il socio ha provveduto a effettuare versamenti in conto capitale per 7,985 milioni di euro». Gli amministratori insomma hanno già quantificato a novembre il fabbisogno finanziario che ha garantito in questi mesi l'attività della Triestina. IL MODELLO I conti, se mai ve ne fosse necessità, certificano il fatto che oggi come negli ultimi anni il modello di business adottato finora è lontanissimo dal garantire una sostenibilità all'azienda. Non funziona il sistema del mondo del calcio italico e men che meno quello della serie C, fatta eccezione per le piazze medio-piccole che non ambiscono a scalare le categorie. I costi della produzione della passata stagione (12.524.176, costo del personale 8,2 milioni) hanno subito un incremento rispetto a quelli del bilancio precedente (11.196.957, costo del personale 7.5 milioni) e sono destinati a salire. Il valore della produzione (i ricavi nel conto economico) è stato di 2.393.080. Quindi i costi sono almeno 5 volte i ricavi. E in passato il valore della produzione ha raggiunto al suo top i 3,2 milioni nel '18-'19 (l'anno del centenario e della finale play-off) prima di sprofondare per effetto della pandemia. IL PROGETTO Appare evidente ed esplicito quindi come l'ambizioso progetto della proprietà americana sia orientato a imprimere una sterzata che si è vista solo in minima parte in questa stagione. L'incremento di valore (e dei ricavi) della Triestina è ineludibile. Valorizzazione del brand e visibilità nazionale e internazionale, implementazione dell'attività di marketing, creazione di eventi, valorizzazione di uno stadio in concessione, patrimonializzazione e abbattimento dei costi con la realizzazione del centro sportivo, investimento sul settore giovanile e soprattutto attività di scouting, sono gli asset da sviluppare. Nel breve un incremento del valore potrà arrivare dalla capacità di investire su giovani calciatori magari pescati sui mercati meno inflazionati. Non è un caso che Alex Menta, direttore generale dell'area tecnica e abilissimo talent-scout, sieda nel board assieme al presidente Rosenzweig e a Sebastiano Stella. L'obiettivo di salire è sempre nel mirino ma, sul piano finanziario, gli introiti (8 milioni circa di proventi dalla B) sarebbero un apporto molto sostanzioso ma non sufficiente al raggiungimento della sostenibilità economica (visto il conseguente incremento del budget ingaggi). La storia degli ultimi anni di tante società calcistiche promosse, retrocesse e poi evaporate lo dimostra. Al tempo stesso va in quella direzione la strategia di limitare l'inserimento di calciatori d'esperienza che rappresentano costi alti senza possibilità di realizzare negli anni plusvalenze (reali e non fittizie). E' questo un aspetto che certamente non solletica le corde legittimamente emotive dei tifosi il cui apporto resta fondamentale. Può piacere o meno ma è un dato di fatto con il quale fare i conti perché il futuro dell'Unione non sia modellato su quello delle piccole realtà che, con 2-3 milioni di ricavi (e i costi a pareggiare), hanno il loro habitat naturale in terza (o quarta) serie.
  5. DOMENICA 23 GIUGNO 2024 - Il presidente dell'Unione sta per sbarcare nuovamente a Trieste. Come scrive Antonello Rodio su "Il Piccolo", è passato quasi un anno dall'inizio dell'era della Triestina americana con la proprietà passata in mano alla Lbk Capital, e già all'epoca si era capito quanto la città e l'ambiente piacessero a Ben Rosenzweig, che infatti in dodici mesi è tornato parecchie volte a Trieste nonostante la trasferta impegnativa dagli States con tante ore di volo, portando con sé anche altri investitori d'oltreoceano a visitare la città. E in tutte queste occasioni il feeling del presidente con i tifosi è stato notevole, anche nei momenti di maggior tensione seguenti all'esonero di Tesser. A sottolineare quanto Rosenzweig ci tenga al rapporto con la tifoseria, il fatto che oggi il presidente arriverà in Italia per impegni di lavoro, ma già martedì ha in programma due incontri di saluto con i due centri principali dei supporters alabardati, ovvero il Centro di Coordinamento dei Triestina Club e il Triestina Fan Club Bar Capriccio. Scambi di saluti particolarmente significativi in questo momento delicato, alla fine di una stagione per vari motivi controversa e alla vigilia di una nuova, nella quale la società sta mettendo in cantiere svolte importanti anche sul piano del centro sportivo e della gestione del Rocco. Ma è anche un periodo nel quale gli abbonati attendono con ansia quali saranno le nuove tariffe per le tessere stagionali e soprattutto di sapere se verrà riconosciuto in qualche modo il sacrificio che in tanti hanno dovuto fare la scorsa stagione, anche se ovviamente per cause non dipendenti dalla società alabardata. Fatto sta che chi ha pagato l'abbonamento si è ritrovato a vedere solo 5 partite su 19 al Rocco oppure ha dovuto sborsare altri soldi per seguire la squadra a Fontanafredda. E pertanto un minimo di riscontro se lo aspetta. Quanto al mercato, dopo i rumors su un presunto interesse della Triestina per il centrocampista Lorenzo Paolucci ex Ancona e per l'attaccante Mattia Tirelli del Ravenna, peraltro mai confermato dalla società alabardata, spuntano ora le voci di un sondaggio alabardato per il 23enne Alessandro Sala, centrocampista di scuola Milan appena retrocesso con la Pro Sesto, e per il ventottenne difensore austriaco Manuel Martic, nell'ultima stagione al Legnago - Un addio annunciato, non per questo meno doloroso. Lo scrive oggi Lorenzo Gatto: Ariel Filloy chiude dopo una sola stagione, così come era già successo nel 2012/2013 al termine del primo campionato biancorosso dal ritorno in serie A2, la sua seconda avventura con la maglia della Pallacanestro Trieste. Lo fa da vincente, al termine di una lunga cavalcata che ha regalato alla città il ritorno nella massima serie. Riportare Trieste in serie A e restituirle il ruolo che merita nel basket italiano è stato il regalo che ha voluto confezionare ai tifosi prima di salutare tutti e fare ritorno a casa. Lo ha fatto a modo suo, esaltando prima di tutto le qualità morali di un leader che in questa difficile stagione ha saputo tenere dritta la barra del comando della squadra indicando la via da perseguire nei momenti di difficoltà. Profetiche, in questo senso, le parole con cui il giemme Mike Arcieri lo aveva presentato lo scorso 18 luglio nel momento dell'annuncio della firma. «Con Filloy arriva un vincente, un giocatore capace di mettere i tiri giusti quando il destino della partita è incert»". E di tiri giusti, capaci di decidere il destino di partite incerte, Filloy ne ha messi davvero tanti. Da quelli segnati a Piacenza, prestazione monstre caratterizzata da un 9/12 da tre punti che ha interrotto la striscia di tre sconfitte consecutive di inizio stagione fino ad arrivare ai canestri decisivi nei play-off, partite nelle quali l'esperienza del gaucho è stata un porto sicuro nel quale rifugiarsi quando serviva.Terminata la stagione, come aveva già anticipato ai compagni di squadra dopo la festa di fine anno, ha deciso di riavvicinarsi a casa. Avrebbe potuto essere Montecatini, in caso di promozione in serie A2, una ipotesi possibile per il suo prossimo futuro, resta comunque la possibilità di giocare vicino a casa la priorità che indirizzerà la scelta del giocatore italo-argentino. «Da parte di Cotogna Sports Group, della nostra squadra, staff, tifosi e sponsor e dell'intera città di Trieste vorrei esprimere la nostra immensa gratitudine e ammirazione a Filloy e alla sua famiglia - il saluto dedicatogli dal general manager biancorosso Mike Arcieri -. Ariel possiede tutte le caratteristiche di un campione ed è un'ispirazione per chiunque ami e giochi questo sport. La sua umiltà, la grande voglia di competere, di segnare i tiri più importanti e vincere, la sua etica del lavoro instancabile e il suo amore per la famiglia e i compagni di squadra lo rendono un modello per tutti noi. Siamo campioni oggi perchè avevamo il numero 5 dalla nostra parte. Auguriamo ad Ariel, Silvia e Tommaso solo il meglio. Indipendentemente dalla maglia che indosserà sarà comunque biancorosso per sempre».
  6. SABATO 22 GIUGNO 2024 - Si allontana la possibilità di vedere Facundo Lescano con la maglia del Vicenza. Come scrive oggi Antonello Rodio, questo non significa che il bomber autore quest'anno di 16 gol con l'Unione non lascerà la Triestina, anzi le possibilità che l'argentino faccia le valigie sono sempre molto elevate. Ma il fatto è che la società alabardata non è disposta a venderlo proprio a una concorrente, anzi a quella che rischia di essere la rivale principale per la prossima corsa alla B. Per cui il Vicenza, che andrà in ritiro sull'Altopiano di Piné dal 21 luglio al 3 agosto, continua a guardarsi in giro visto che dovrà aspettare a lungo Ferrari, appena operato al crociato. Sfumato anche Morra diretto a Benevento, ora i biancorossi veneti paiono decisi a puntare su Jacopo Manconi, attaccante del Modena che ha però anche parecchie richieste da squadre del girone C. Quanto a Lescano, bisognerà vedere anche quale società sia disposta a rilevare un contratto che scade appena nel 2026. Intanto per la Triestina tutto ancora tace e si lavora nell'ombra, ma intanto pare certo che a inizio della prossima settimana arriverà a Trieste il presidente Ben Rosenzweig, in pratica a quasi un anno da quando l'Unione è diventata americana. Sul mercato invece, anche se per un interesse esclusivamente economico, si guarda con un certo interesse anche al destino di Adorante. Come noto, il giocatore è stato riscattato dalla Juve Stabia, visto che in caso di promozione c'era appunto l'obbligo di riscatto, ma la società alabardata vanta una percentuale sull'eventuale futura vendita dell'attaccante. E bisogna ricordare che qualche settimana fa era rimbalzata la notizia di un'offerta piuttosto sostanziosa fatta dal Milan U23 per l'ex attaccante alabardato, quando ancora la società rossonera non era certa di poter partecipare alla prossima Lega Pro. Ora la certezza dei baby rossoneri in C è arrivata, ma nel frattempo la Juve Stabia sembra tener duro su Adorante ed è intenzionata a non cederlo, anche perché il giocatore avrebbe così la possibilità di giocare in B. Da ricordare che la Juve Stabia, un po' più a sorpresa, ha riscattato anche un altro ex alabardato, ovvero Pierobon, il cui cartellino era del Verona. Intanto è ufficiale il divorzio tra la Pro Vercelli e il tecnico Andrea Dossena: anzi l'allenatore ha già trovato una nuova sistemazione sulla panchina della Spal, dove a questo punto non siederà più Mimmo Di Carlo
  7. Gent.mi, dopo le difficoltà di navigazione degli ultimi tempi, abbiamo risolto il tutto aumentando le risorse del webserver che ospita il dominio. Manterremo questa configurazione anche in futuro, pur comportando una spesa supplementare all'anno per il canone di assistenza: il tutto per aumentare la qualità di navigazione e fruizione del forum e per permettervi di partecipare con maggior velocità alle discussioni. Grazie per l'attenzione Sandro
  8. VENERDÌ 21 GIUGNO 2024 - Partite le consultazioni in casa Pallacanestro Trieste, nel corso dei prossimi giorni il general manager Mike Arcieri incontrerà i reduci di questa stagione per valutare interesse reciproco e possibilità di proseguire assieme un percorso comune. Ribadito che su Ruzzier non ci sono dubbi, la volontà del giocatore collima con quella della società e si troverà un accordo, per il resto la situazione è fluida e tutta da chiarire. Lo scrive oggi Lorenzo Gatto: sotto canestro quasi impossibile la riconferma della coppia Candussi-Vildera, per un discorso sia tecnico che economico la Pallacanestro Trieste proverà a trattenere solo uno dei suoi lunghi. In questo momento, la priorità di Arcieri sembra essersi indirizzata su Candussi anche se c'è da tener conto che entrambi i giocatori hanno un mercato importante e richieste da molte delle pretendenti che nel prossimo campionato di A2 partiranno con ambizioni di promozione. Per quanto riguarda gli esterni, confermata la volontà di Filloy di riavvicinarsi a casa, da chiarire la posizione dei giocatori sotto contratto. Bossi, Deangeli e Campogrande hanno un accordo in essere per la prossima stagione ma sono reduce da un campionato in cui, soprattutto nella parte finale, hanno giocato chi poco o chi nulla e dovranno capire quello che potrebbe essere ruolo e utilizzo nella prossima A. Per tutti la possibilità di monetizzare un campionato conclusosi con la promozione potrebbe essere un'opportunità da sfruttare. Per quanto riguarda il mercato in entrata, insistenti le voci che vedono Arcieri muoversi in direzione dei protagonisti della Varese di due stagioni fa. Brown, Owens e Ross, assieme a Woldetensae, sono nomi sul taccuino del dirigente biancorosso. Nel frattempo si muove il mercato di serie A, ieri la bomba è esplosa a Milano con l'Olimpia che ha annunciato la separazione da Nicolò Melli. L'ex capitano, fresco vincitore dello scudetto, chiude così un'esperienza triennale ricominciata nell'estate del 2021 dopo l'esperienza in Nba. Nelle ultime tre stagioni sono arrivati altrettanti scudetti, due nomine nel miglior quintetto del campionato e una coppa Italia nel 2022. E sempre a proposito di addii, ufficiale il divorzio tra la Virtus e Lundberg con il danese che lascia dopo due stagioni ad alto livello. A Reggio Emilia rinnovo biennale per Uglietti, a Cremona ufficiale il passaggio di Federico Zampini, grande protagonista in A2 dell'ottima stagione dell'Unieuro Forlì, in maglia Vanoli. - La notizia di un interessamento del Vicenza per Facundo Lescano non può essere una sorpresa. O meglio, che sull'attaccante alabardato ci sia anche una delle principali rivali della Triestina alla prossima corsa alla serie B è in effetti curioso, ma il fatto che il bomber sia in partenza non desta scalpore. Può sembrare strano per un attaccante capace di segnare 16 gol: in fondo negli ultimi 20 anni, nei campionati professionistici con la maglia alabardata solo Granoche aveva saputo fare meglio. Eppure - come scrive oggi Antonello Rodio - che Lescano possa fare le valigie non è una sorpresa per quella che è stata la sua seconda parte di stagione, con una parabola discendente nel rendimento, fino all'esclusione nelle partite decisive dei play-off. E non può essere un caso che l'attaccante abbia cambiato sempre casacca dopo una stagione in tutta la sua carriera. Sulle sue capacità di bomber non ci possono essere dubbi, i numeri parlano chiaro, ma forse alla lunga il suo pensiero fisso per il gol, il suo carattere e la non travolgente propensione a dannarsi per la squadra, possono spiegare questo bizzarro curriculum. E adesso, in una Triestina che con Santoni dovrà vedere undici giocatori sempre coinvolti, difficile che ci sia spazio anche per lui in un 4-3-3 nel quale la punta centrale deve dialogare con la squadra, muoversi e aprire spazi per gli esterni offensivi e per le incursioni dei centrocampisti. Resta il fatto che il bomber ha ancora due anni di contratto con l'Unione, per cui la trattativa non è affatto semplice. Del resto il Vicenza, nell'attesa di Ferrari appena operato al crociato, deve pensare al suo attacco e dopo l'arrivo di Zamparo sta sondando anche le piste che portano a Morra e Spagnoli. Ma nella rosa di nomi è spuntato anche quello di Lescano, a dimostrazione che il club veneto vuole ritentare l'assalto alla serie B. Intanto la Feralpisalò, appena retrocessa in serie C, ha scelto il suo nuovo allenatore: si tratta di Aimo Diana, reduce dall'esonero di Vicenza. Curiosamente, la Feralpi era stata promossa in B con Stefano Vecchi, che poi nel corso di questa stagione ha preso proprio il posto di Diana al Vicenza.
  9. GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2024 - Dopo le ultime esperienze venete, Maurizio Costantini (intervistato da Antonello Rodio su "Il Piccolo" odierno) ritorna a Borgo San Sergio, dove ha mosso i primi passi da allenatore: l'ex giocatore e tecnico alabardato sarà il responsabile del settore giovanile della Trieste Academy. Ma la sua esperienza è preziosa anche per un parere autorevole sulle scelte dell'attuale Triestina. Costantini, come è nato il ritorno a Borgo San Sergio? «Sono rientrato a Trieste a fine 2023 dopo aver chiuso il rapporto col Vittorio Veneto, andavo a vedere qualche allenamento e visto che con i De Bosichi ho un lungo rapporto avendo iniziato a fare l'allenatore 30 anni fa proprio a San Sergio, mi hanno chiesto se davo loro una mano. Mi sono preso un po' di tempo per osservare la situazione, poi tre settimane fa ci siamo ritrovati trovando un punto di incontro». Cosa farà esattamente? «Mi occuperò del settore giovanile. Insieme abbiamo deciso che non mi occuperò delle due squadre dei grandi, poi ovviamente se chiederanno un parere lo potrò dare. La mia area è dagli Allievi agli Esordienti, con una supervisione poi su tutta la scuola calcio. Naturalmente con altri collaboratori perché i numeri sono importanti. Il mio compito dunque non è in campo, ma dare linee guida e fare da supporto ai tecnici per avere linee e idee comuni». Il suo obiettivo principale? «Creare uno spirito bello tale che i ragazzi vengano con entusiasmo, e poi dare loro più conoscenze possibili, visto che saranno i dilettanti del futuro. E se fra i tanti ci sarà qualcuno che ha attitudini e potenzialità per fare qualcosa di più, ben venga. Ci avevo provato già vari anni fa, ma in questa città si fa fatica, tanti pensano solo al proprio orto e c'è stata tanta dispersione». Pensa che riuscirà a instaurare una collaborazione con questa proprietà alabardata? «Al momento non lo so. Le giovanili della Triestina si sono allenate a San Sergio fino alla settimana scorsa e ora ci sarà un incontro per fare il punto, ma sul piano delle strutture. Però io credo che bisogna per forza di cose rapportarsi con la Triestina, perché se noi abbiamo bisogno di loro, forse anche loro hanno bisogno di noi. Spero che venga capito che il vantaggio deve essere bilaterale e tutti devono avere il proprio tornaconto». Ora ci sono suoi vecchi amici nel settore giovanile alabardato: può aiutare? «Certo, con Strukelj non serve ricordare che ci conosciamo da un bel pò, ma anche Speggiorin lo conosco da tanti anni. Per quanto mi riguarda io non ho mai chiuso le porte a priori, anzi credo che bisogna trovare delle sinergie perché è l'unico modo per far crescere il movimento calcistico a Trieste». Ora anche la C, e lo ha fatto la Triestina, sembra privilegiare una new wave di allenatori, a discapito dei cosiddetti santoni della categoria: cosa pensa di questo trend? «C'è questa corsa a nuovi tecnici che sicuramente portano qualcosa di nuovo, perché in effetti il calcio è cambiato e lo so bene che si gioca in maniera diversa e più propositiva. Ma a volta mi sembra una corsa un po' forzata, fra l'altro ad allenatori che spesso e volentieri partono dall'alto. Alla fine per qualcuno che arriva, tanti altri falliscono». Quindi il passato non va buttato? «Niente affatto. Per diventare allenatori non serve solo avere studiato e possedere nuovi strumenti, ma anche sperimentare sul campo quelle dinamiche che impari giorno per giorno. Ora ci sono metodi diversi, programmi con tanti termini inglesi, ma voglio ricordare che noi all'epoca avevamo persone con meno cultura che avevano studiato meno, ma che ci hanno fatto diventare calciatori.». E della scelta di Santoni che ne pensa? «Personalmente non lo conosco, Di Carlo ne parla bene e ha fatto vari ruoli in questo percorso di allenatore. Dico solo che arriva in un campionato con dinamiche complicate che vanno conosciute. Anche lui dovrà sperimentare tante cose in tempi brevi, perché tutti all'inizio dicono che bisogna aver pazienza, ma poi sono i risultati che ti danno un mese in più o un giorno in meno. Ma Santoni è giovane e se lo hanno scelto sarà giusto dargli il tempo per farsi conoscere e provare a far valere le sue idee. Xerrà giudicato per quanto farà sul campo». - Da dove ripartire in vista della prossima stagione? Lo scrive oggi Lorenzo Gatto: da una squadra solida, coesa e compatta, capace di andare molto oltre i meriti acquisiti sul campo. Se Trieste non ha deragliato, restando salda sui binari di un campionato che l'ha costretta ad affrontare molti momenti difficili, lo deve a un gruppo sano che ha saputo ribellarsi a un finale che sembrava scritto. Capacità tecniche e dirittura morale, le basi su cui investire anche in vista del ritorno nella massima serie. Servirà una inevitabile sfoltitura perchè la promozione in serie A e il necessario passaggio a una squadra con un' ossatura Usa comporterà qualche dolorosa rinuncia soprattutto se si perseguirà la strada del 5+5 ma, così come per l'Alma in A nella stagione 2018/19, la base di partenza dovrà essere il nucleo italiano. LA SITUAZIONE Sotto contratto ci sono Bossi, Deangeli, Campogrande più Filloy che aveva un garantito in caso di promozione nella massima serie. Tutti gli altri sono in scadenza, adesso il gm Arcieri dovrà valutare ogni singola posizione per capire in che direzione vorrà andare la Trieste 2024/25. Il primo nome sul taccuino è naturalmente Ruzzier, di gran lunga il miglior play visto in A2. La promozione riporta Michele nel campionato che più gli compete, l'accordo è da trovare ma, vista la comune volontà di proseguire insieme, non ci saranno problemi. Tutta da verificare la situazione della coppia di lunghi, con Candussi e Vildera in scadenza di contratto e con una lunga schiera di estimatori. Hanno appena vinto, da protagonisti, il campionato ed è normale che le squadre che nella prossima stagione puntano a salire stiano valutando la possibilità di inserirli nel roster. Per entrambi c'è la volontà di restare, molto dipenderà dalle condizioni economiche che Trieste saprà garantire. IL GAUCHO Difficile pensare a una permanenza di Filloy in biancorosso. L'esperienza e la capacità di interpretare al meglio i momenti decisivi della partita sarebbero elementi preziosi per una neopromossa, Ariel ha però fatto sapere di volersi riavvicinare alla famiglia in Toscana, difficilmente la sua storia a Trieste proseguirà. —
  10. MERCOLEDÌ 19 GIUGNO 2024 - Tra una ventina di giorni gli alabardati ritornano al lavoro. Come scrive Antonello Rodio, sono state infatti decise le date per l'inizio della stagione della Triestina: la squadra si ritroverà lunedì 8 luglio e per quasi una settimana, fra visite mediche, primi test e qualche allenamento, resterà a lavorare a Trieste. Poi domenica 14 luglio ci sarà la partenza per il ritiro di Ravascletto, dove l'Unione resterà per un paio di settimane e svolgerà la preparazione precampionato. Nel mezzo di questo periodo, confermata l'amichevole con la Lazio di domenica 21 luglio, ma non sarà questo l'unico test svolto in quota in quelle due settimane. Nel frattempo, mentre mister Santoni definirà nei dettagli proprio questa settimana il suo staff, si sta lavorando ovviamente per allestire la nuova squadra. Anche se pare che nei piani societari non ci sarà un vero e proprio stravolgimento: di sicuro arriveranno almeno 6 o 7 giocatori e parecchi di questi saranno presi per fare i titolari, ma circa metà o poco più della rosa dello scorso anno rimarrà in alabardato. La priorità sul mercato è comunque la caccia a esterni offensivi di un certo tipo, che siano adatti al 4-3-3 che sarà il modulo di base del tecnico italo-olandese. Ma ci sono anche altri ruoli per i quali si è già al lavoro in entrata, ovvero quelli di terzino sinistro e del portiere. Questo comporta ovviamente delle uscite, sulle quali la Triestina sta lavorando perché tanti giocatori sono ancora sotto contratto: nella casella partenze ci sono sicuramente Matosevic e Anzolin, ma lo stesso destino potrebbe essere riservato anche a Celeghin, Malomo e Germano, anche se probabilmente Santoni, che ha già analizzato l'attuale rosa, utilizzerà la prima settimana di lavoro a Trieste anche per valutare definitivamente qualche giocatore e togliersi gli ultimi dubbi. Il nuovo portiere comunque, da quanto trapela dalla società alabardata, non sarà Antonio Donnarumma, anche se quest'ultimo è in scadenza di contratto con il Padova e la società biancoscudata non sembra intenzionata a rinnovare il vincolo puntando probabilmente su Mattia Fortin. Tra l'altro Donnarumma è in trattativa con l'Avellino ma sta valutando anche altre proposte, però sembra che l'Unione abbia altri obiettivi per scegliere chi difenderà i pali della porta alabardata. Si muovono intanto altre panchine in serie C : il Legnago, che però dovrebbe essere spostato nel girone B, affida la guida della squadra a Daniele Gastaldello, mentre Domenico Toscano, reduce dalla trionfale promozione ottenuta con il Cesena, si sposta in Sicilia e allenerà il Catania. Per quanto riguarda i giocatori, il futuro dell'attaccante Luca Zamparo, che torna all'Entella dopo il prestito al Padova, sarà quasi sicuramente al Vicenza, che ha proposto un biennale alla punta. - Andrea Pecile in pochi giorni ha potuto brindare alla promozione in A della "sua" Pallacanestro Trieste e da giocatore ancora in piena forma alla Coppa Italia Gold Uisp a Rimini, con la Muiesana vittoriosa in finale sull'Albergo Le Rose grazie anche ai suoi 20 punti. Intervistato da Lorenzo Gatto, esaurita la stagione in Spagna, il "Pec" si era fatto una promessa con alcuni amici protagonisti della cavalcata della Pallacanestro Trieste. Arrivare in finale per consentire a Pecile di volare dalla penisola iberica nella sua città a spingere i biancorossi verso la A. Con i tifosi in 6000 bardati di rosso, un'idea partorita anni fa in epoca Alma proprio da Andrea e dai protagonisti di allora per generare il "wall" risultato decisivo. Tornato da Granada dove ha terminato la stagione nello staff tecnico di quel team, con la moglie Giulia e i piccoli Liam e Emma ha potuto godere della splendida promozione biancorossa. Una promozione per certi aspetti incredibile. Dopo un quinto posto deludente.. «Le prestazioni durante la stagione regolare lasciavano l'amaro in bocca, è vero, alcuni dei protagonisti emersi poi nei play-off magari erano stati sottotono in campionato». Poi? «È arrivata una metamorfosi, radicale, dall'ultima di campionato ai play-off, una metamorfosi strepitosa». La società ha tirato dritto proteggendo sempre il coach, una decisione vincente. «Quando tante cose vanno in modo negativo, la cosa classica che si vede fare è cambiare coach. Bisogna dire che Trieste fin dall'inizio è stata costruita da gente esperta che sapeva benissimo dove arrivare o dove bisognava arrivare. Probabilmente anche più del corpo tecnico, magari un po' più inesperto dell'A2 italiana». Quale è stato quindi l'elemento decisivo? «La pazienza. È stata reciproca e ha dato i suoi frutti. La A2 per vincerla bisogna arrivare nel momento giusto al massimo della forma». Un mese perfetto per beffare tante rivali. «Cantù è tanti anni che ci prova, altre società importanti ci provano ogni anno, per Trieste è stata una cosa straordinaria risalire in un anno solamente, peraltro in un campionato in cui non è stata schiacciasassi come noi nel 2018, o come Trapani di quest'anno». A Vildera il premio di top scorer in gara4, poi con un Ruzzier così… «Protagonisti assoluti dell'ultima gara che ha chiuso i giochi. Il livello di gioco dei play-off di "Ruzz" spiega il perché della sua carriera fatta fuori da Trieste e che ora speriamo tutti continui a Trieste da leader della squadra. Vildera e Candussi sono cresciuti nei play-off in termini di concretezza, si sono mostrati una coppia che ha funzionato alla grande. La panchina inoltre è stata un valore aggiunto, nessuno in A2 l'aveva come Trieste». Come giudica la stagione dei due stranieri? «Hanno fatto una annata solida, quando ad esempio mancava Reyes, Brooks ha tenuto su la baracca. Reyes è evidente sia di altra categoria, ai play-off ha dominato». Trieste ha ritrovato al contempo quel muro rosso. Ha sentito brividi a rivederlo e risentirlo? «La felicità di questa partecipazione della città è uno dei motivi di orgoglio che ho avuto nell'essere parte di questa ricostruzione. Da quando arrivai il primo vero sold-out di questo tipo lo facemmo nel derby con Udine, da lì l'idea di regalare le magliette rosse nei play-off con Treviglio avvicinò la gente. Il merchandising è andato avanti ed è bellissimo ad esempio vedere le maglie rosse in giro per città il giorno della partita, sai già dove andranno quelle persone». È vero che aveva chiamato tempo fa qualche ex compagno per essere sicuro di tornare in tempo per il gran finale? «Verissimo, sapevo che avremmo potuto tornare a casa proprio per le finali, conclusa la stagione in Spagna. La speranza era di vedere trionfare Trieste, e così è stato».
  11. Sospendo temporaneamente la modalità nuova, che sta dando qualche problema di "buchi" imprevisti. Vi riaggiorno nelle prossime ore al completamento dei test
  12. Stiamo andando un po' a singhiozzo in mattinata, complice il cambio dei DNS che puntano al nuovo sistema di sicurezza. Tutto viene monitorato assieme al mio hosting, quindi la speranza è di trovare una quadra nel minor tempo possibile. Abbiate pazienza 😉
  13. Gent.mi, dopo i diversi problemi di raggiungibilità del forum delle ultime settimane, dovuto ai soliti attacchi bot, ho provveduto ad attivare il sistema di protezione Cloudflare, già in funzione da questa mattina e che dovrebbe sensibilmente migliorare la navigazione. Vi prego come sempre di segnalarmi eventuali malfunzionamenti o stranezze 🙂 Buona giornata
  14. MARTEDÌ 18 GIUGNO 2024 - Un uragano che ha scosso un intera città. Come scrive Lorenzo Gatto oggi su "Il Piccolo", il ritorno in serie A della Pallacanestro Trieste ha riacceso l'entusiasmo di una tifoseria che ha ritrovato la passione e l'amore per il basket e che si è ritrovata ieri nella cornice di piazza della Borsa per celebrare una promozione arrivata al termine di una stagione incredibile. Tutti insieme, un gruppo coeso e compatto che ha saputo superare le difficoltà di una stagione cominciata in salita e conclusasi nel modo più bello con il successo di mercoledì scorso in gara4 contro Cantù che ha riportato Trieste nella massima serie cancellando la retrocessione dello scorso 7 maggio 2023 a Brindisi. Una festa, una passerella che ha visto i protagonisti di questa incredibile stagione alternarsi sul palco, partendo dai rappresentanti di una proprietà che ha sottolineato l'importanza che il calore e il supporto della tifoseria hanno avuto sull'esito finale della stagione. A scaldare la piazza (oltre 1500 i tifosi) ci ha pensato Paul Matiasic, l'ultimo arrivato in casa Cotogna. «Questo momento è speciale per la nostra società, per i giocatori e per i tifosi. Non avremmo potuto raggiungere questo risultato senza tutti voi». Dopo lo staff organizzativo, è stato la volta dello staff tecnico. Con Jamion Christian e Michael Arcieri che, dopo le critiche severe raccolte in una prima parte di stagione complicata, si sono goduti il meritato affetto della gente. Senza una parola di polemica, hanno dato a tutti una grande lezione di stile. «Ho solo una cosa da dire - sottolinea Christian - 9-1 nei play-off». Ed è partita l'ovazione della tifoseria biancorossa. «Non voglio parlare stasera - sottolinea Arcieri - voglio solo cantare Trieste vola insieme a voi. II momento più bello? Il 19 aprile, a Valmaura, quando abbiamo inaugurato il campo da basket che abbiamo riqualificato per i ragazzi del quartiere. Abbiamo fatto qualcosa di concreto per la città, avevamo appena perso in casa contro l'Urania Milano, da lì in poi non abbiamo più perso tante partite. Il secondo momento più bello è stato quando ho festeggiato la promozione assieme a mio figlio. È la fotografia di questa stagione, abbiamo vinto tutti assieme». Vetrina finale per la squadra chiamata sul palco a raccogliere gli applausi. Per tutti, parla capitan Lodovico Deangeli. «L'importante è essere qui adesso a festeggiare tutti assieme - l'arringa finale del capitano - Siamo ripartiti dalla delusione della retrocessione a Brindisi, 402 giorni dopo siamo qui a celebrare la promozione e il ritorno in A. Godiamoci questo momento e festeggiamo tutti assieme. La nostra forza è stata uno spogliatoio che è stato prima di tutto una famiglia e che ci ha permesso di superare i momenti difficili» - La Lega Pro ha reso note le date del prossimo campionato di serie C 2024/25. Si partirà con la prima giornata domenica 25 agosto (anche se poi come sempre ci saranno partite al sabato, ma probabilmente anche di venerdì e lunedì). Stavolta non ci sono dubbi sul week-end di partenza e non ci potranno essere slittamenti, come avvenuto spesso nelle ultime stagioni, perché come sottolineato dallo stesso presidente della Lega Pro Matteo Marani, quest'anno non ci saranno ricorsi a ritardare il carrozzone. In ogni caso sarà già un agosto bello intenso per il calcio della terza serie: nelle due domeniche precedenti il via del campionato, l'11 e il 18 agosto, ci saranno già infatti i primi due turni eliminatori della Coppa Italia di serie C, che segneranno il via alle prime partite ufficiali della stagione e daranno le prime preziose indicazioni sulle varie squadre. Ritornando al campionato, la regular season finirà come sempre l'ultima domenica di aprile, ovvero il giorno 27, per lasciare poi spazio a maggio e a giugno ai play-off e ai play-out. Nel mezzo, una sola vera sosta, quella di domenica 29 dicembre per le festività natalizie. Per riuscire a chiudere a fine aprile, però, saranno necessari tre turni infrasettimanali, le cui date sono ancora da decidere.
  15. Gent.mi, sono sempre alle prese con l'eccessivo carico di connessioni dovute a bot esterni. Ora sto vedendo di attivare un nuovo servizio che mitighi i problemi, vi terrò aggiornati
  16. CITYSPORT.NEWS DI LUNEDÌ 17 GIUGNO 2024 https://www.citysport.news/download/CS-17giugno2024.pdf
  17. LUNEDÌ 17 GIUGNO 2024 - Giovanni Vildera, l'uomo che, assieme a Michele Ruzzier, è stato il simbolo della rinascita biancorossa, racconta le sensazioni di un campionato vissuto sull'ottovolante delle emozioni. È stato tra i giocatori che maggiormente hanno caratterizzato la stagione biancorossa, un cammino passato anche da momenti difficili ma che ha trovato alla fine la strada giusta per riportare la Pallacanestro Trieste in serie A. E oggi alle 18.30 ci sarà anche lui in piazza della Borsa per la festa che vedrà i giocatori della Pallacanestro Trieste salutare i propri tifosi. In pecedenza la squadra sarà ricevuta in Municipio. Come scrive oggi Lorenzo Gatto, con i 20 punti segnati in gara4, il "pistolero" biancorosso ha definitivamente chiuso la serie contro Cantù nobilitando un percorso che nel corso di tutti i play-off lo ha visto assoluto protagonista. Significativa l'ovazione che gli hanno dedicato gli oltre seimila spettatori che hanno gremito il PalaTrieste mercoledì scorso: sentire la curva tornare a inneggiare un giocatore dopo tanti anni conferma le qualità tecniche e umane di un ragazzo che ha saputo farsi apprezzare anche fuori dal campo. «Una serata magica - racconta Vildera - che mi ha ripagato alla grande di tutti sacrifici e le difficoltà vissute in questa stagione. Sono felice di quanto ho saputo fare e dell'apporto che ho saputo dare alla squadra, sentire i cori dei tifosi e stato molto bello. Magari è un po' l'orgoglio che parla, ma sentirsi apprezzato fa piacere e cancella l'amarezza di qualche giudizio dato forse un po' troppo frettolosamente. Se posso togliermi un sassolino dalla scarpa, senza fare nomi perchè non è nel mio stile, dico che questa promozione è dedicata a chi non pensava potessi far parte di un gruppo vincente, costruito per tentare la scalata alla serie A». E invece, anche grazie all'apporto di Giovanni, quella promozione è arrivata. Un Vildera che all'inizio aveva fatto fatica a inserirsi nei meccanismi della squadra ma che poi, dopo un confronto chiarificatore sul suo ruolo nella squadra, ha trovato la sua dimensione, ha ingranato la marcia e non si è più fermato. «Nel corso di questa stagione, più volte, ci siamo chiesti in che direzione stavamo andando. Personalmente i dubbi ci sono stati anche nel periodo delle otto vittorie consecutive ma siamo stati bravi a trovare la formula per cambiare l'inerzia del campionato e trasformare perplessità che erano anche nostre in granitiche certezze: alla fine tutto questo ha pagato. A promozione ottenuta mi sento di dire che questa è una stagione dalla quale tutti dobbiamo trarre una lezione importante. Mike Arcieri e coach Christian sono sempre stati coerenti con le loro idee, allo stesso tempo però hanno avuto la disponibilità di ascoltare e la capacità di apportare quei cambiamenti, anche nello stile di gioco, che alla fine sono risultati fondamentali per arrivare al risultato». E adesso si guarda al futuro, un futuro con vista sulla massima serie. «È chiaro che mi piacerebbe rimanere, sia professionalmente che personalmente a Trieste sto molto bene - conclude Vildera - La serie A ce la siamo guadagnata sul campo e credo che la solidità di questo gruppo potrebbe essere una base importante per formare la squadra della prossima stagione. Poi è chiaro che questo lavoro mi ha insegnato a essere pronto a tutto: arrivato a 29 anni devo pensare anche a me stesso e alla mia carriera. Resto in attesa di capire cosa succederà nelle prossime settimane e cosa vorrà fare la società». - A metà giugno, tra parecchie conferme ma anche alcune novità, il quadro degli allenatori del girone A della serie C è abbastanza avanzato. Solamente sei squadre non hanno ancora affidato la panchina, ma per una di queste manca solamente l'ufficialità. Come scrive Antonello Rodio, tra le grandi sono tutte già a posto a parte le retrocesse Feralpisalò e Lecco (tutto da dimostrare che saranno big anche nella prossima stagione). La Triestina è stata comunque una delle prime fra quelle che hanno voltato pagina: archiviata la stagione divisa tra Tesser e Bordin, l'Unione ha scelto Michele Santoni già il 29 maggio. Fra le squadre più attese, il Vicenza si affiderà ancora a Vecchi, protagonista della grande rimonta del Lane fino al terzo posto e poi alla finalissima play-off. Cambia tutto invece il Padova, che un po' come la Triestina mette nel cassetto una stagione divisa fra due tecnici, Torrente e Oddo, e si affida un nome nuovo come Matteo Andreoletti, nell'ultima stagione al Benevento e giustiziere proprio della Triestina nei quarti di finale dei play-off. Fra gli altri tecnici nuovi c'è l'ex giocatore alabardato Luca Tabbiani, che anche se manca ancora l'ufficializzazione siederà sulla panchina del Trento, e Alessandro Bruno, che sarà l'allenatore dell'Arzignano. Naturalmente sono volti nuovi per la categoria anche i tecnici delle tre neopromosse, tutti però confermati. Il primo è l'ex mister alabardato Antonio Andreucci, che dopo essere stato per l'ennesima volta protagonista in serie D ora finalmente approda in serie C alla guida della Clodiense. Il secondo è Cristian Soave che continuerà ad allenare il Caldiero Terme pur avendo annunciato che per il momento non lascerà il suo lavoro di netturbino. Il terzo è l'allenatore dell'Alcione Giovanni Cusatis, che in carriera ha lavorato anche con Sannino. Ma chi non ha ancora l'allenatore? Oltre alle citate Feralpisalò e Lecco, c'è innanzitutto la Pro Vercelli, inoltre sono ancora incerte le conferme di Chiappella alla Giana Erminio e di Riccardo Colombo alla Pro Patria, mentre per il ritorno di Luciano Foschi sulla panchina del Renate manca solo l'ufficialità. Per il resto una lunga sequenza di conferme: oltre a quella del già citato Vecchi a Vicenza, ci sono quelle di Lopez all'Albinoleffe, Franzini alla Lumezzane, Mussa alla Pergolettese, Gattuso al Novara e ovviamente Gigi Fresco alla Virtus Verona. Manca ancora la squadra U23 che sarà nel girone A: in caso di Juventus Next Gen in panchina c'è Montero, se sarà il Milan il mister è Dario Bonera mentre in casa Atalanta non è più certa la permanenza di Modesto, attirato dalle sirene della serie B
  18. DOMENICA 16 GIUGNO 2024 «La promozione in serie A, conquistata mercoledì contro Cantù, mi toglie un peso dal cuore.I meriti vanno dati a chi ha gestito questa stagione, devo dire che ho gioito in modo particolare perchè il ritorno di Trieste nella massima serie cancella una retrocessione che ho sempre considerato una vera ingiustizia». Mario Ghiacci, invervistato da Raffaele Baldini e Lorenzo Gatto per "Il Piccolo", l'uomo che nell'ultimo decennio ha lasciato un'impronta indelebile sulle vicende del basket triestino, è ormai pronto a lasciare. Premiato lunedì scorso, alla vigilia di gara-3 contro la San Bernardo Cantù davanti ai 6300 tifosi che gli hanno tributato un applauso carico di riconoscenza, il dirigente reggiano diventato ormai triestino di adozione concluderà il prossimo 30 giugno una storia lunga 13 anni. Un periodo che, vissuto nel mondo dello sport pofessionistico, rappresenta davvero un'era geologica. In tredici anni condensi emozioni, delusioni, sensazioni che ti porti appresso per sempre. Quella porta dell'ufficio del PalaTrieste che verrà chiusa per l'ultima volta, conserverà il vissuto di chi non si è risparmiato, di chi ha avuto profondo rispetto per la propria creatura, di un capitano del vascello rimasto al timone anche quando la nave affondava. Mario Ghiacci è stato il sindaco della Pallacanestro Trieste, la figura alla quale ti rivolgevi quando tutto sembrava perso. Figura che ora lascerà un vuoto enorme, un telefono che squilla senza risposta, uno sguardo in cerca di rassicurazioni che incrocia fredde pareti bianche, quel salvagente che manca quando sei nel mare in tempesta. SENTIMENTI : «L'amore per questa società, per i suoi tifosi e per la città in generale resterà immutato - dice l'ex presidente del sodalizio biancorosso - . La Pallacanestro Trieste è stato un lavoro, senza dubbio, ma c'è sempre stato molto di più. Ha rappresentato una parentesi importante della mia vita tanto che oggi, l'idea di impegnarmi in un'altra società mi sembrerebbe una sorta di tradimento. Poi nello sport mai dire mai». LUNGO PERCORSO : Dieci stagioni nelle quale il lavoro di Ghiacci ha salvato in tre occasioni il basket di vertice a Trieste. «Un'avventura bellissima cominciata, o per meglio dire ricominciata, nell'estate del 2013 (dopo i due campionati vissuti a cavallo tra il 2001 e il 2003 ndr) - ricorda Ghiacci- per volontà dell'allora sindaco Roberto Cosolini che mi chiamò per tentare di dare un futuro a una società che con l'uscita di scena di Acegas doveva cercare il modo di tenersi in piedi. Avevamo un budget risicatissimo che non arrivava al milione di euro, nei primi due anni riuscire a far quadrare i conti e far sopravvivere la Pallacanestro Trieste è stato molto difficile. Con l'arrivo di Alma la società ha trovato una sua nuova dimensione. Da lì è cominciato il percorso per andare verso la serie A ». L'INGRESSO DI ALLIANZ; Anni di esaltazione collettiva terminati nel marzo del 2019 quando, dopo una prima strepitosa stagione nella massima serie, i problemi giudiziari del patron Scavone portarono all'uscita di scena della proprietà che aveva ridato solidità economica alla Pallacanestro Trieste. «Ho cominciato a contattare tutti gli sponsor che avevamo in precedenza ma a novembre del 2019, non fosse arrivata la sponsorizzazione Allianz, probabilmente oggi non saremmo qui a festeggiare questa promozione nella massima divisione. Devo ringraziare Sergio Balbinot, Maurizio Devescovi e Giacomo Campora per la fiducia che mi hanno sempre dimostrato e per l'aiuto concreto che ci hanno garantito in un momento estremamente difficile. L'ARRIVO DI COTOGNA «Quando a febbraio del 2022 Allianz mi comunicò che a giugno avrebbe terminato la sua sponsorizzazione in Pallacanestro Trieste- ricorda Mario Ghiacci - ho cominciato a muovermi. Sapevo che il procuratore Dario Santrolli, ai tempi in cui Toti era presidente a Roma, aveva portato un imprenditore americano interessato a investire nel basket e gli ho chiesto se fosse a conoscenza di possibili investitori interessati a sbarcare in Italia. Tramite Ron Rowan ci mise in contatto con il professore universitario che teneva i corsi di management sportivo che hanno frequentato i soci di Cotogna, lui ne parlò in aula e da lì partì tutto. In seguito, saputo che Richard De Meo si trovava in Italia, l'ho invitato a venire due giorni a Trieste facendogli vedere città, palazzetto e cercando di coinvolgerlo. Una volta tornato negli Stati uniti, convinto dalla bellissima relazione fatta ai suoi colleghi, il gruppo Cotogna cominciò la due diligence durata per mesi alla fine della quale decise di acquisire le quote della Pallacanestro Trieste diventandone proprietario. Con orgoglio devo dire che aver tenuto i conti a posto pur passando attraverso gli anni difficili del Covid è stata la condizione fondamentale per il buon esito della trattativa». SALUTI FINALI : «Tante le persone incontrate in questo lungo percorso che vorrei salutare- conclude Ghiacci-. Ne cito solo alcuni ma ognuno di loro sa quanto è stato importante per me e quanta è la gratitudine che nutro nei loro confronti. Un grazie a Luca Farina e Marco Bono, compagni di un viaggio nel quale c'è stato sicuramente qualche screzio ma che ci ha regalato anche tante soddisfazioni, Livio Biloslavo e Andrea Tecchio, collaboratori preziosi e indispensabili oltre a tutti i ragazzi della sede, entrati giovani e inesperti e oggi determinanti nella struttura. E un ultimo pensiero va a Andrea e Samantha, rappresentanti di una tifoseria che resterà per sempre nel mio cuore. Avevo sofferto per le critiche ricevute dopo la retrocessione, avrei potuto parlare di più e spiegare il perchè di certe scelte ma ho sempre pensato prima di tutto al bene della società. L'applauso che la gente di Trieste mi ha dedicato nel corso di queste finali è stata una sorta di liberazione e, davvero, mi permette di lasciare felice questa splendida e lunga avventura». - Molta curiosità, una fiducia comprensibilmente prudente, ma anche qualche perplessità di fronte alla scelta di Michele Santoni come nuovo allenatore per la prossima stagione, mentre trova un unanime entusiasmo la prospettiva finalmente concreta di avere un centro sportivo per la Triestina. Come scrive Antonello Rodio, questo l'attuale stato d'animo dei tifosi in un momento nel quale la società alabardata, dopo la scelta del tecnico, sta lavorando nell'ombra per l'allestimento della nuova squadra e ha dato il via al lungo iter che porterà alla realizzazione della nuova casa dell'Unione in quel di Montedoro. Sulla scelta di Santoni per la panchina, resta prudente Lorenza Hovhannessian delle Mule Alabardate, che però vorrebbe rimanessero i giocatori più amati dalla tifoseria: «Personalmente non conosco i trascorsi di mister Santoni, sarà una scoperta spero piacevole sperando che non venga smantellata l'intera squadra. Sì all'innesto dei giovani, mantenendo però i punti fermi che fanno da ossatura e ai quali la tifoseria è legata. Per quanto riguarda il centro sportivo il progetto è fantastico, speriamo tutti di rimanere nei tempi previsti, così finalmente la nostra Unione avrà una casa. Speriamo che sia l'inizio di nuovi progetti e tante soddisfazioni». Ancora più ottimista Michele Bertocchi del Triestina Fan Club Bar Capriccio: «Vero che non conosciamo bene Santoni se non per quanto dicono sul web, ma i resoconti dei tifosi che l'hanno avuto ne parlano bene, inoltre se la società l'ha scelto avrà avuto i suoi buoni motivi. Io sono fiducioso, di certo servirà che i tifosi abbiano pazienza per un discorso di meccanismi da trovare. Credo comunque che sia uno che ha una visione del calcio adatta a questa società. Ha lavorato con Di Carlo, è andato all'estero, conosce tante lingue: il calcio moderno ormai è questo, bisogna aggiornarsi. E poi abbiamo una società seria che sta facendo grandi cose e investendo tanto, partendo dal centro sportivo di Muggia: in 105 anni mai vista una società che, seppur qui da nemmeno un anno, ha rifatto il terreno del Rocco e ha messo in cantiere il centro sportivo. E anche sul campo in fondo siamo arrivati quarti, insomma basta negatività, serve più positività». Ha molte più perplessità invece Franco Della Gala, del Triestina Club Mattonaia: «Per me la scelta della società su Santoni è mirata a creare un lavoro da svolgere esclusivamente con i giovani, e sicuramente non italiani. È un allenatore giovane, con prospettive importanti, che lavora bene con i giovani, però non ha esperienza italiana e l'impatto con la Lega Pro non sarà facile. Se farà una buona stagione nessuno gli dirà niente, ma non credo proprio sia un tecnico per vincere il campionato. Prevedo una squadra di giovani, ma non da promozione. Sia chiaro, per me questa è una società seria con tanti soldi, ma il loro interesse è più sul business che sul piano sportivo. E la tifoseria se n'è accorta. Sul piano sportivo servirebbe maggior chiarezza: sento parlare di ulteriore nuova ricostruzione ma penso che così serviranno ancora un paio d'anni di serie C prima di fare il grande salto. Pieno appoggio invece alla soluzione del centro sportivo in quel di Muggia, Polidori da gran tifoso si è dato molto da fare, la società ha soldi, vuole investire e riuscirà a costruirlo, proprio perché il loro focus è il business. Però, ripeto, mi aspetto di più sul piano sportivo, e mi fa rabbia pensare che a inizio stagione la Triestina era più avanti del basket, mentre ora la pallacanestro è stata promossa e l'Unione resta al palo». Si torna alla prudente fiducia con Vincenzo Cornacchia del Triestina Club Opicina Alabardata: «Credo che non si possa dire ancora niente sull'allenatore, tanti parlano bene di lui ma bisogna vedere cosa sarà capace di fare. So che vorrebbe rinnovare tante cose, ma la società lo conosceva già e per loro non credo proprio sia una scommessa. A noi tifosi comunque servirà avere pazienza. Quanto al centro sportivo non posso che essere contento che sia almeno iniziato l'iter. Bisognerà aspettare ancora un po', ma è importante che sia avviato il percorso per una struttura che a Trieste mancava da sempre».
  19. SABATO 15 GIUGNO 2024 «Voglio pubblicamente ringraziare Mike Arcieri e Jamion Christian. Se abbiamo portato a casa questa promozione e siamo riusciti a riportare Trieste in serie A il merito è in gran parte loro. Ci hanno creduto sin dal primo giorno, ci hanno sempre dato grande tranquillità garantendoci che i risultati sarebbero arrivati». Michele Ruzzier, l'mvp delle finali che hanno regalato a Trieste la gioia del ritorno nella massima serie, assieme a Lorenzo Gatto del Piccolo ripercorre una stagione vissuta tra tanti momenti difficili. Alla lunga è uscita la qualità delle persone, la capacità di credere nella forza delle idee e del lavoro anche quando tutto sembrava andare nella direzione opposta. «Abbiamo vinto e lo abbiamo fatto tutti insieme - continua Michele - Abbiamo dovuto confrontarci con una mentalità molto diversa dalla nostra, ci siamo adeguati ma abbiamo trovato da parte della società e dello staff tecnico anche una grande capacità di ascolto. Ogni passaggio di questo campionato è stato un momento di crescita, siamo passati attraverso tante difficoltà ma lo abbiamo fatto sempre con la convinzione che ne saremmo venuti fuori. Alla fine è stato così: vincere dopo una stagione così lunga e impegnativa ha un sapore ancora più dolce». RISCATTO E se Trieste ha potuto cancellare la retrocessione dello scorso 7 maggio a Brindisi e festeggiare il ritorno nel gotha del basket italiano lo deve, in gran parte, proprio a Ruzzier. Giocatore sceso dalla A1 fino in A2 a miracol mostrare, Michele è stato di gran lunga il miglior play-maker del campionato, il leader di un gruppo che nei play-off ha ingranato la marcia rovesciando con grande autorità il fattore campo in tutte le serie giocate. Torino, Forlì e Cantù si sono arrese allo strapotere biancorosso. Manifesto della stagione del play nato e cresciuto a Trieste con la maglia dell'Azzurra, gara4 della finale giocata mercoledì sera. Era stato messo in grande difficoltà da Hickey due giorni prima, Michele ha risposto da campione dominando avversario e partita e prendendo per mano i compagni conducendoli alla promozione. «Ci tenevo - sottolinea Ruzzier - avevo fatto schifo in gara3 e ci tenevo davvero tanto. Per me, per la società, per i tifosi. Lunedì sera avevo sofferto troppo Hickey, mercoledì mi sono ripreso tutto con gli interessi approfittando anche del fatto che lo sforzo che loro avevano fatto per riaprire la serie li ha condizionati». Una promozione conquistata a casa sua, davanti a familiari e amici, che lo ripaga della scelta fatta la scorsa estate. Nel corso della stagione i momenti per guardarsi indietro e chiedersi se la scelta era stata quella giusta non sono mancati, Michele non lo ha mai fatto. «Mai - conferma il play triestino - Non fa parte del mio carattere e del mio modo di essere. Quando prendo una decisione non guardo indietro, ho sempre e solo pensato a fare e dare il meglio di me stesso e trovare le soluzioni per affrontare e risolvere le difficoltà. Ripeto, aver vinto un campionato passando da tanti momenti difficili dà ancora più valore a ciò che abbiamo fatto in questa stagione». IL PUBBLICO Tra i tanti meriti, certame nte quello di aver riallacciato i rapporti con la città e la tifoseria. Nelle ultime sfide contro Cantù i quasi 13 mila spettatori che hanno assiepato il PalaTrieste testimoniano la ritrovata passione di una città che adesso aspetta con entusiamo la prossima stagione e il ritorno in serie A. «Da triestino - ammette Michele - una cosa che mi riempie di orgoglio. I tifosi hanno vissuto momenti difficili, dalla retrocessione dello scorso maggio a un campionato che sembrava non darci grandi chance di promozione. Vedere il palazzetto tornare a riempirsi e giocare nel clima incredibile che ci ha accompagnato in queste ultime partite è stato bello ed emozionate. È qualcosa che da un senso a tutto il nostro lavoro». Si guarda al futuro, al prossimo campionato, con la convinzione che questo gruppo possa essere un punto di partenza sulla quale aggiungere la base straniera e costruire la Trieste pronta a dare l'assalto alla massima serie. «Personalmente credo di sì - conclude Michele - questo gruppo ha dimostrato grande cuore, capacità e ha saputo costruire un percorso importante. Non faccio nomi e non voglio sostituirmi al lavoro di chi dovrà pensare e costruire la squadra: ne riparleremo ad agosto». Intanto lunedì la squadra incontrerà i tifosi in piazza della Borsa alle 18.30 con l'evento "Una città, una squadra, un solo cuore". In precedenza alla Pallacanestro Trieste il Comune consegnerà il sigillo trecentesco.
  20. VENERDÌ 14 GIUGNO 2024 - La notte è stata di quelle che si vorrebbero non finissero mai. E, in fondo, non è finita: è sfumata in un'alba che ha accolto giocatori e tifosi della Pallacanestro Trieste tra sorrisi e un unico, ossessivo, refrain. "Trieste vola". Lo scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo": un volo fino in serie A. Una città intera sembrava non aspettasse altro. Finita la quarta sfida contro Cantù, il popolo biancorosso si è riversato in strada. Caroselli di auto lungo le Rive come pretende il copione di qualsiasi festeggiamento che si rispetti, ressa fino all'alba in via Torino. Il libera uscita per i giocatori, a quel punto, era scontato quanto meritato. Ma la festa non si è esaurita qui. Come era già successo nella promozione in A del 2018, anche stavolta ci sarà una passerella pubblica, un'occasione per permettere a Trieste di abbracciare la sua squadra. Si sta lavorando sui dettagli, già oggi potrebbe esserci una comunicazione ufficiale. Si farà in ogni caso all'inizio della prossima settimana. Sarà in piazza anche se questo non significa automaticamente che si tratterà di piazza dell'Unità d'Italia. Quello che conta è lo spirito della serata, il bisogno di permettere a ogni protagonista della promozione di raccogliere la propria porzione di applausi, dallo staff al capitano. L'altra sera al PalaTrieste c'è stato un abbraccio collettivo, indistinto, con qualche biancorosso "fagocitato" dall'entusiasmo della tifoseria. Ancora per qualche giorno sarà la conclusione di questa stagione a tenere banco. Del resto nello sport triestino le occasioni per celebrare autentici trionfi non è che siano all'ordine del giorno. Quando succede, meglio gustarsele a lungo. Poi, il tempo di concludere il rituale dei festeggiamenti e sarà il tempo di cominciare a pensare al futuro. La prima certezza è l'impegno da parte della proprietà, la Cotogna Sports Group. L'hanno ribadito anche nei momenti meno esaltanti di questa stagione: il nostro è un programma a lunga scadenza, la retrocessione dello scorso anno ha solamente rallentato i tempi ma sappiamo dove vogliamo arrivare ed è lì che arriveremo. In serie A per l'allestimento di un roster cambia tutto. Se in A2 è il nucleo italiano l'ossatura di una squadra con la ciliegina dei due stranieri, nella massima serie sono quelli con il passaporto a fare la differenza. Cinque o sei stranieri e la scelta della panchina, questi i primi due temi da affrontare. La definizione del parco italiani avverrà di conseguenza. In questo anno e mezzo di proprietà a stelle e strisce si è cominciato a capire quale sia la filosofia che guida le scelte. Era stato confermato in sostanza il gruppo di italiani di un anno fa, dimostrando fiducia nell'orgoglio e nelle capacità di uomini che avrebbero lottato per riscattare una stagione sfortunata e riprendersi un posto al sole. Una scelta che si è dimostrata vincente. Con questa filosofia si può immaginare che ci sarà l'intenzione di portare in A una base abbastanza larga del roster attuale, anche in segno di riconoscenza. La scelta di Jamion Christian da parte di Michael Arcieri aveva una finestra aperta sul futuro in caso di promozione e di conseguenza si può supporre che si prosegua con questa guida tecnica. Per quanto riguarda il parco giocatori oggi più che mai nessuno si sognerebbe di mettere in discussione Michele Ruzzier o Giovanni Vildera. Dopo la gara3 contro Forlì il general manager Arcieri aveva esaltato le caratteristiche di Francesco Candussi. Il contratto di Ariel Filloy comporterebbe un rinnovo automatico in caso di promozione. Il ruolo all'interno dello spogliatoio da parte di capitan Deangeli, Stefano Bossi e Giancarlo Ferrero (peraltro voluto a Trieste proprio per le sue attitudini di uomo-squadra anche fuori dal parquet) è stato importante. Justin Reyes è stato portato a Trieste da Varese da un convinto Arcieri e il portoricano non ha tradito le attese, chiudendo la stagione da ala piccola dopo averla cominciata da ala forte. Quanto a Eli Brooks, si è capito che non è un play ma ha mostrato qualità e bisogna ricordare che è stato voluto da Christian che aveva avuto modo di apprezzarlo ai tempi dell'Università. Semplice, no? Prima di pensare a chi fare arrivare, in via Flavia il problema sarà da chi prendere un doloroso congedo. «I love these players», ha ripetuto il coach. Ma questo è il futuro. Pensiamo all'oggi. E a continuare a fare festa. Trieste e la PallTrieste lo meritano. - La Triestina sta cercando di allestire un precampionato decisamente frizzante per i tifosi, organizzando amichevoli che non solo siano utili alla preparazione della squadra al campionato, ma soprattutto facciano parlare dell'Unione. Perché, come sottolinea lo stesso amministratore delegato Sebastiano Stella, «c'è bisogno di uno sprint di visibilità, serve far parlare della Triestina e che il mondo senta il suo nome». Nella comprensibile ottica di quanto il business sia importante per la proprietà americana, serve quindi che dopo un'annata tribolata per i motivi che tutti sanno, adesso oltre al nome della Triestina anche lo stadio Rocco torni alla ribalta in tutto il suo splendore. Quale modo migliore dunque di organizzare amichevoli di lusso a questo scopo? Ecco perché la società alabardata sta lavorando sodo sotto questo aspetto, andando di pari passo sia sotto l'aspetto organizzativo che sotto quello della valutazione finanziaria, perché i costi non sono pochi. Il discorso per il quale si è già più avanti è il test con lo Sheffield United, squadra inglese che nella scorsa stagione ha militato in Premier League ma che arrivando ultima è stata retrocessa. Si tratterebbe comunque di una bella vetrina per lo stadio triestino e ci sarebbe già anche una data per l'amichevole, probabilmente venerdì 2 agosto o comunque in quel weekend. Ma il vero colpo grosso al quale la Triestina sta lavorando è portare Neymar allo stadio Rocco. Qui i contatti con l'Al Hilal, il club arabo dove il fuoriclasse brasiliano è approdato nella scorsa stagione dopo vari anni al Paris Saint Germain, sono allo stadio iniziale ed è stata chiesta la disponibilità, ma soprattutto in questo caso si sta facendo una valutazione dei costi. La società si aspetta contributi da parte di qualche sponsor che assieme agli incassi riescano a coprire le spese, ma la volontà è quella di regalare ai tifosi triestini la presenza di uno dei più forti giocatori della storia del calcio nonché quello con il maggior numero di reti segnate con la maglia del Brasile. Come noto, però, Neymar da Silva Santos Júnio (questo il suo nome per intero) ha subìto a ottobre con la nazionale brasiliana un grave infortunio rompendosi crociato e menisco e da quel momento è fermo, ma sta lavorando per il suo rientro. Questa amichevole si giocherebbe nella settimana seguente a quella con lo Sheffield, visto che dopo dovrebbe esserci spazio per la Coppa Italia di serie C. Tutto questo comunque alla fine del ritiro precampionato, che anche quest'anno si svolgerà a Ravascletto. Non ancora certe le date, ma si dovrebbe partire dal 10 luglio o nei giorni immediatamente seguenti e lavorare in quota per un paio di settimane. Durante la preparazione, domenica 21 luglio ci sarà l'amichevole con la Lazio, ma in questo periodo e a fine luglio ci saranno anche altre sgambate per l'Unione. A inizio luglio invece verrà presentato ufficialmente il nuovo allenatore Michele Santoni, che nel frattempo sta ultimando di allestire il suo staff
  21. Visto che siamo tornati... in alto, apriamo un topic specifico per il prossimo campionato
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