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  1. (OT) Suggerisco di parlare della serie tra noi e Cantù direttamente nella discussione apposita, grazie 🙂
  2. CITYSPORT.NEWS DI LUNEDÌ 27 MAGGIO 2024 https://www.citysport.news/download/CS-27maggio2024.pdf
  3. LUNEDÌ 27 MAGGIO 2024 - Dopo il bilancio della stagione fatto in settimana dal direttore generale Alex Menta e dall'amministratore delegato Sebastiano Stella, ieri sono state le parole del presidente Ben Rosenzweig a tirare le somme dell'annata della Triestina. Lo scrive Antonello Rodio su "Il Piccolo": anche per il numero uno della società alabardata è stata una stagione positiva, soprattutto considerati i tanti problemi e gli imprevisti arrivati in corso d'opera. Confermati anche i programmi a lunga gittata e la volontà di essere promossi il prima possibile. Rosenzweig è partito innanzitutto da una serie di ringraziamenti, senza dimenticare i tifosi dell'Unione e la loro annata particolarmente travagliata per i noti motivi che hanno reso per mesi inutilizzabile il Rocco: «Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questa prima stagione indimenticabile a Trieste. Sono particolarmente grato ai nostri fedeli tifosi, che sono stati incredibilmente di supporto durante la nostra crescita iniziale, nonostante le difficoltà dovute alla lunga assenza dal nostro amato stadio Nereo Rocco». Proprio l'esilio a Fontanafredda, fa capire il presidente, non poteva non ripercuotersi anche sul rendimento della squadra, per questo il suo giudizio sulla posizione finale resta positivo: «La situazione con il nostro stadio è stata estremamente impegnativa anche per i nostri giocatori. Non ho mai visto una situazione in cui una squadra ha dovuto giocare 33 partite su 38 fuori casa. Un quarto posto in queste circostanze è lodevole». Detto questo, la delusione per non aver centrato il bersaglio grosso rimane, anche se Rosenzweig ricorda che si trattava di una stagione d'esordio: «Due cose possono essere entrambe vere: possiamo essere molto orgogliosi dei progressi che abbiamo fatto come società, sia in campo che fuori, in meno di un anno, e allo stesso tempo essere delusi di non aver raggiunto i nostri obiettivi sportivi nonostante il raggiungimento dei playoff. La serie B è sempre stata nel nostro mirino e, basandoci sulle capacità dei nostri giocatori quando hanno giocato al massimo delle loro capacità, ci abbiamo creduto fino alla fine. Purtroppo, non ce l'abbiamo fatta questa stagione, ma la useremo come motivazione per spingerci ancora più avanti». Ecco, il passaggio fondamentale delle parole del presidente, è che il prossimo campionato la Triestina è ancora più decisa a riprovarci, forte anche delle esperienze maturate quest'anno: «L'anno prossimo avremo il vantaggio dell'esperienza acquisita in questa stagione - dice Rosenzweig - e mi aspetto un continuo miglioramento, dentro e fuori dal campo. Ci sono molte cose a cui guardare con entusiasmo per il prossimo anno e non vediamo l'ora di tornare nel nostro stadio». Il presidente alabardato chiude parlando ancora dei tifosi e confermando che i suoi progetti a Trieste sono di lungo corso: «Quando sarò a Trieste, non vedo l'ora di riconnettermi con i nostri tifosi. È importante per me ascoltarvi direttamente, e per voi ascoltare direttamente me. Siamo solo all'inizio. Sono venuto a Trieste perché questa città ha tutto ciò che serve per compe tere ai massimi livelli, ora sta a noi costruire la squadra per portarci lì. Credo che siamo nella posizione ideale per raggiungere i nostri obiettivi. Grazie ancora per il vostro continuo supporto e fiducia». - Sarà contro Cantù. Lo scrive oggi Roberto Degrassi: a Pallacanestro Trieste da ieri sera conosce il nome dell'avversaria nella serie della finale promozione. L'Acqua San Bernardo, che potrà contare sul fattore campo, probabile inizio della serie martedì 4 giugno a Desio. Squadra solida, completa, con individualità importanti. Ma Trieste già nei quarti e in semifinale ha smentito il fattore campo e arriverà più riposata visto che i brianzoli hanno disputato una logorante partita in più. Sarà una rovente serie finale. Eugenio Dalmasson alla guida della Pallacanestro Trieste in A2 ne ha vissute due: prima un'amarezza contro la corazzata Virtus Bologna, poi il trionfo con il 3-0 su Casale. Dalmasson, può esserci qualche similitudine con questa Trieste? La prima volta perdemmo contro le Vu nere indicate come strafavorite. L'anno dopo i favoriti eravamo noi. Rispettammo un percorso all'insegna della continuità, arrivammo alla fine sapendo bene quello che avremmo potuto fare. Avevamo 10-11 giocatori e in questo aspetto... In questo aspetto? Anche la Trieste attuale è una signora squadra con una panchina lunga. Il roster conta, apprezzo i giocatori biancorossi anche per le loro qualità morali e caratteriali, non avevo dubbi che alla fine sarebbe emersa la parte migliore del gruppo di coach Christian. Tante settimane senza Reyes hanno costretto a rimettere in discussione gli equilibri. Al completo, si vedono le qualità. Nella sua lunga esperienza triestina ha lanciato un giovanissimo Ruzzier. Ora è il leader indiscusso. Nel momento che conta lui c'è sempre. Mi trovo a Bologna per Virtus-Reyer e poco fa stavo guardando una fotografia di Michele insieme a Teodosic. Ecco, ci siamo capiti: Ruzzier sa come si vince. E poi è triestino, è legato all'ambiente. Conosce benissimo anche altri biancorossi. Filloy era già stato a Trieste, sa dare il meglio quando serve davvero. Candussi è un punto fermo. Non ha allenato Vildera ma lo aveva seguito a distanza quando sbocciava nelle giovanili Reyer. Già Legovich, un anno fa, mi parlava bene di Giovanni. Un lungo solido, tenace, ormai dominante in A2. Un gladiatore sotto i tabelloni che si compensa bene con Candussi, più dotato tecnicamente ma meno sanguigno. Questa Trieste come la sua conta sull'importanza dello spogliatoio. Capitan Deangeli, Ferrero. E Bossi. Stefano è sempre stato più maturo della sua età, è uno che sa parlare, eccome, e dice le cose giuste nei momenti giusti. Immagino quanta voglia abbia di vincere questo campionato. E poi c'è il sesto uomo. Il pubblico. Contro Forlì si è rivisto il Red Wall, quasi 5800 spettatori. Noi avevamo avuto la fortuna di godere dell'amore del pubblico per tutta la stagione, con mesi di sold-out, eravamo un'unica entità. Questa squadra ha dovuto conquistarselo, l'amore, giornata dopo giornata. Adesso c'è quella passione che era venuta prima meno. E Trieste quando ama e spinge un gruppo sa dare tantissimo. In conclusione? Ci sono le condizioni per una risalita. Un risultato che non era scontato. Trieste può crederci.
  4. DOMENICA 26 MAGGIO 2024 Michele Santoni sarà il prossimo allenatore della Triestina. Manca solamente l'ufficialità, ma ormai non c'è più nessun dubbio che il prescelto per guidare in panchina l'Unione nella prossima stagione, sarà proprio l'italo-olandese nato a Riva del Garda 44 anni fa. Come scrive Antonello Rodio oggi su "Il Piccolo", il tecnico, che ha già trovato l'accordo con la società alabardata, sta già organizzando il suo trasferimento a Trieste, dove dovrebbe arrivare martedì o mercoledì per la firma. Nel frattempo deve sistemare la sua posizione con il Dordrecht, la società olandese di serie B dove stava attualmente allenando, ma sta già anche allestendo lo staff che lo affiancherà in questa sua nuova avventura, che sarà la sua prima in assoluto come titolare di una panchina in una società professionistica italiana. Questo non significa che Santoni non conosca bene il calcio italiano. Dopo aver fatto il video-analyst dell'Ajax, il tecnico è stato infatti il vice di Mimmo Di Carlo a Livorno e a Cesena, poi è stato collaboratore di Rastelli a Cagliari, quindi ha guidato alcune squadre giovanili della Lazio, prima di approdare in Olanda come allenatore dell'Almere City, quindi come vice al Den Haag e infine come tecnico del Dordrecht, quest'anno quarto nella B olandese. Da Santoni la società si aspetta un calcio moderno, corale e spumeggiante, insomma un gioco spettacolare come ha promesso in settimana Alex Menta. Intanto, quello che è certo dopo le partite di ritorno della seconda fase nazionale dei play-off giocate ieri sera, è che il Padova sarà di nuovo sicuramente rivale della Triestina nella serie C del prossimo anno. I biancoscudati infatti, che avevano perso 2-0 all'andata al Menti, sono usciti battuti anche in casa all'Euganeo 0-1 con il Vicenza: ha deciso un gran tiro di Della Morte al 40' del primo tempo. Appena entrata nei play-off dunque, la squadra di Oddo, che era subentrato nel finale di campionato a Torrente, è stata eliminata e la sua corsa alla B ricomincerà la prossima stagione. Il Vicenza approda invece nelle final four, ma questo non significa che l'Unione non possa ritrovarsi contro di nuovo anche la squadra di Vecchi il prossimo campionato: se i biancorossi non dovessero farcela ad essere promossi, e dovessero quindi essere eliminati in semifinale o in finale, incroceranno infatti di nuovo le armi con gli alabardati. Però è un dato di fatto che il Vicenza si presenta da favorito alle final four, dove in semifinale incontrerà l'Avellino, che ieri ha battuto in rimonta per 2-1 il Catania (vantaggio ospite di Cianci, poi Liotti e D'Ausilio per gli irpini) ribaltando l'esito dell'andata. Nell'altra semifinale se la vedranno Carrarese e Benevento: i toscani hanno pareggiato 2-2 con la Juve Next Gen (Palmieri e Giannetti per i padroni di casa, Sekulov e Cerri per i baby bianconeri), mentre i campani sono usciti indenni 0-0 nella trasferta con la Torres. - Il primo segnale è stato inequivocabile, d'impatto: gli oltre 5700 spettatori l'altra sera sugli spalti del PalaTrieste per vivere e gioire del terzo confronto vinto contro Forlì che significa finale per la promozione. L'altro segnale, ieri mattina, quando migliaia di triestini si sono posti la stessa domanda: ma adesso questa finale quando si gioca e quando comincia la prevendita dei biglietti? Rieccolo, il Red Wall. La seconda vittoria della Pallacanestro Trieste venerdì sera. Forse meno scontata del successo sui romagnoli. Lo scrive oggi Roberto Degrassi: un anno non semplice, partito con l'onda lunga della delusione per la retrocessione e proseguito con sconfitte impreviste e dolorose, momenti di scollamento tra club e tifosi, dubbi su quello che poteva essere e chissà se poi sarebbe mai stato. Alla fine, quando arriva la fase in una stagione in cui si tirano le somme, i play-off, la Trieste del basket ha invece risposto «Presente» in tutte le sue componenti. Squadra, staff tecnico, pubblico. Uno spettacolo sul parquet e sugli spalti. Una forza d'urto mai vista prima nel corso della stagione. Trieste, partita dovendo rendere il fattore campo in ogni turno della post season, finora ha capovolto la situazione a proprio vantaggio. Ha violato in gara1 e gara2 il campo avversario per regalarsi davanti al proprio popolo la qualificazione allo step successivo, per usare un termine caro a Jamion Christian. Al coach va dato atto di essere stato coerente nella sua interpretazione del percorso. «Step by step, un processo che ha richiesto più tempo del previsto perchè è stato rallentato da infortuni importanti». E di passi da fare, su questo concordavano l'altra sera il coach e il gm Arcieri, ce ne sono ancora. Nessuno ha voglia di adagiarsi. Anche nella serie di finale Trieste dovrà lottare contro l'handicap delle prime partite e dell'eventuale "bella" sul campo avversario, indifferentemente se sia Cantù (cioè Desio) o Udine. Battendo Forlì con il "cappotto" la banda biancorossa però un piccolo punto a favore se l'è conquistato comunque: avrà qualche giorno a disposizione in più per preparare la prossima serie rispetto a chi sarà il rivale. Giorni in più che significano soprattutto recuperare al meglio Justin Reyes. Tenuto a riposo precauzionale l'altra sera dopo una botta subita a una gamba durante il secondo match a Forlì, è pronto a rientrare. Intanto la sua assenza in gara3 ha permesso di testare Leo Menalo, inutilizzato nelle precedenti uscite romagnole. Dopo un avvio inevitabilmente contratto è cresciuto alla distanza rendendosi utile sia in difesa che in attacco chiudendo in doppia cifra. I 23 minuti sul parquet raccontano che, in caso di bisogno, si può contare su di lui. In una finale servono tutte le armi.
  5. SABATO 25 MAGGIO 2024 - Fantastica, pazzesca, sorprendente Pallacanestro Trieste. Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", senza Reyes trascinata dal tifo del PalaTrieste con oltre 5700 spettatori schianta per la terza partita di fila Forlì, la miglior squadra del girone rosso, e vola in finale. Sognare a questo punto diventa un diritto. Due serie affrontate partendo in posizione svantaggiata e chiuse con altrettanti cappotti agli avversari. Una squadra che vive un eccellente momento di forma e di fiducia, con il miglior Ruzzier della stagione, l'entusiasmo di Brooks, l'esperienza e la freddezza di Filloy, la concretezza della coppia di lunghi. Ieri anche la piacevole scoperta di Menalo, esploso nel secondo tempo. Trieste intanto avrà un vantaggio rispetto all'avversaria che troverà in finale: potrà riposare qualche giorno in più. Udine infatti al Carnera batte Cantù e la costringe a gara4 domani, sempre in Friuli. Una serie tirata che naturalmente non dispiace ai biancorossi. Reyes non gioca, tenuto precauzionalmente a riposo per fastidi a un ginocchio che comunque non dovrebbero pregiudicare il suo impiego in finale. Sorpresa nel quintetto di partenza, con Menalo (ingaggiato come "4") starter da ala piccola nonostante il rientro di Campogrande nelle rotazioni e Deangeli. Trieste parte decisa con Brooks, al 4' sull'8-4 primo cambio con Filloy per Menalo. Deangeli per Candussi mentre piovono fischi per l'ingresso sul parquet di Cinciarini, protagonusta in negativo in gara1. Partita sporca, nervosa, con difese al limite e una caterva di palle perse. 10-8 dopo otto minuti. Proprio con una tripla di Cinciarini Forlì sorpassa ma è Brooks, dopo che Christian richiama in panchina Ruzzier, a prendersi sulle spalle la squadra e spingerla con otto punti al 19-11 che chiude il primo quarto. Partita intensa, di quelle dove devi spendere e dare finchè ne hai. Il genere di confronti che esaltano Stefano Bossi che scrive il primo vantaggio in doppia cifra (21-11). Si rivede Campogrande. Due ingenui falli di Deangeli sugli esterni avversari al tiro da tre punti sono quello che non serve se si vuole decollare. L'Unieuro infatti sfrutta i regali per restare aggrappata al match (24-18 13'). Zampini come in gara1 è scomodo, Cinciatini anche di più, Trieste per tenere a distanza gli avversari con Ruzzier innesca Candussi (33-26 16', tolto dopo il secondo fallo) sotto visto che per il momento da tre non è serata. Eli Brooks è nuovamente tarantolato (16 punti già al 18') ma sono anche già 7 gli assist del solito sontuoso Ruzzier e 10 le carambole strappate da Vildera. Al riposo si va con Trieste avanti di otto lunghezze (42-34) senza arrivare al 30% nelle triple e con i presunti sostituti di Reyes, l'accoppiata Menalo-Campogrande, che in 12 minuti complessivi non ha nemmeno tentato una conclusione dal campo. Trieste lotta, eccome. Candussi delizia (bomba dall'angolo dopo una gagliarda difesa del pallone di Vildera) e croce (terzo fallo). La differenza rispetto ai primi 20 minuti? Arriva dai 6,75. Giancarlo Ferrero prima e Michi Ruzzier dopo. Due scudisciate. E Forlì viene ricacciata a 14 lunghezze di di stanza (53-39) al 23'. Se poi al festival si iscrive anche Leo Menalo...Più 17. Romagnoli ormai evidentemente alle corde e i biancorossi che giocano sulle ali dell'entusiasmo, trascinati dal proprio popolo. Menalo non si ferma più, entra in confidenza con il match e piazza la bomba del +18 (61-43). Orgoglio e forza della disperazione ispirano Forlì che fa sapere di non sentirsi ancora fuori dalla serie e riduce un po' lo scarto fino agli undici punti con cui Trieste va ad affrontare l'ultimo quarto (64-53). Quel diavolo di Cinciarini a 41 anni continua a imbucarla, con Zampini Forlì a meno 10 ma ancora Menalo da tre la rallenta. A cinque minuti dalla sirena 74-66. Partita ancora aperta. Cos'è un campione? Uno che in una serie di semifinale non la mette praticamente mai dai 6,75 ma che poi, quando si tratta di chiudere la partita e trascinare Trieste alla finale promozione si inventa due triple da favola. Signore e signori, Ariel Filloy. 80-66, 14 punti d gestire con quattro minuti e spiccioli da giocare. Il match adesso sì che è al sicuro. Trieste è pronta per andare a giocarsi la promozione in A.
  6. Trovi il video della conferenza stampa di Christian sulla pagina Facebook di Pallacanestro Trieste, dal minuto 16:47 in poi. Non lo pubblico qua perché non voglio fargli ulteriore pubblicità
  7. Mi chiamo Alessandro Asta. E, oltre a essere un sistemista informatico, sono un giornalista pubblicista. Faccio questo lavoro non solo per hobby, ma soprattutto per la passione infinita che lo sport mi trasmette. La stessa passione che mi porta - assieme ai miei colleghi di testata - a passare weekend interi e serate a scrivere di sport, anziché a oziare sul divano o a giocare alla Playstation. Lo so e lo sappiamo perfettamente: facciamo un lavoro "odioso" e "antipatico". Non compreso talvolta, e ci può stare. Votato da più di qualcuno solo come una mera attività di sputtanamento gratuito verso chicchessìa, e ci può stare anche questo. Ma non è proprio così. Perché nelle nostre analisi, pepate che siano, obiettività e oggettività sono sempre stati i primi valori che mettiamo nelle ore passate davanti a un computer. E credo che "fare giornalismo" stia a significare proprio questo. È successo un fatto spiacevole stasera, in conferenza stampa al PalaTrieste. Quando una persona, per prendersi cinque minuti di notorietà, si è permessa di tirarci in ballo - senza nominarci, ma era chiaro il suo intento e il suo obiettivo - per una copertina di un nostro numero. A quella persona dico semplicemente "Grazie": perché mi ha fatto capire cosa significa davvero essere dei giornalisti. E noi lo siamo. A differenza di qualcun altro.
  8. VENERDÌ 24 MAGGIO 2024 - Rispetto per Forlì e la sua straordinaria stagione, feroce determinazione per chiudere la serie e presentarsi, con nove giorni di riposo alle spalle, nelle migliori condizioni alla finale promozione. Come scrive Lorenzo Gatto oggi su "Il Piccolo", gara 3 in programma questa sera alle 20.30, sul parquet di Valmaura, regala alla Pallacanestro Trieste la grande chance di completare il suo cammino nella semifinale dando continuità al doppio successo conquistato nel doppio confronto alla Unieuro Arena. Le condizioni ci sono tutte: una squadra in salute, un'avversaria che dopo il doppio schiaffo casalingo subito, sembra aver perso buona parte delle sue sicurezze, la cornice di un palazzo che si preannuncia caldo come nelle occasioni migliori. Oggi continua la prevendita, dalle 10.30 alle 13.30 nella biglietteria interna del PalaTrieste e presso lo sportello Bcc di via Roma 18 e dalle 16.30 fino a fine secondo quarto nella biglietteria esterna, per un colpo d'occhio che si preannuncia quello delle grandi occasioni. LA VIGILIA Attenzione ai minimi dettagli e consapevolezza delle difficoltà di una sfida che non va sottovalutata. Lo ha sottolineato Jamion Christian nell'analisi di questa gara-tre. «Forlì è una grande squadra, ha dominato durante la stagione e ha il miglior allenatore della Lega. Fanno un lavoro eccezionale con un roster di professionisti molto orgogliosi – le parole del coach biancorosso –. Verranno a Trieste per giocare al meglio delle loro possibilità, ci aspettiamo una squadra orgogliosa e che non ha intenzione di arrendersi». Proprio per questo la preparazione non ha lasciato nulla al caso. «Alleno un grande gruppo di ragazzi che sono concentrati sul compito da svolgere – conferma Christian –. Hanno fatto un ottimo lavoro rimanendo concentrati e spendendosi tantissimo negli ultimi giorni di allenamento. In questi play-off la squadra che avrà più chance di passare il turno sarà quella capace di continuare a migliorare e noi abbiamo molte cose su cui possiamo ancora lavorare. Il nostro obiettivo non è stato vincere gara 1 o gara 2, è stato fare gli aggiustamenti necessari per giocare il nostro basket e battere una squadra solidissima». I TIFOSI Fondamentale sarà l'apporto di un palazzo che tornerà a vestirsi di biancorosso per spingere i suoi beniamini verso la finale. «Stiamo combattendo tutti insieme come un'unica squadra – conclude il coach statunitense – Penso che ora tutti stiano remando nella stessa direzione e tutti riconoscono in che periodo dell'anno siamo. Chiediamo ai nostri tifosi di essere qui a sostenerci tutti insieme. So che lo faranno, e noi gli siamo grati perché sono sempre stati con noi in questo viaggio che stiamo facendo tutti insieme». ULTIMA SPIAGGIA Per Forlì, quella di stasera, è l'ultima chiamata per cercare di continuare l'avventura in questo campionato e provare a restare aggrappata alla serie. «Sappiamo di essere con le spalle al muro – le parole di coach Antimo Martino – e proprio per questo è il momento di mettere in campo tutto quello che abbiamo. Il livello di questa serie ci impone di aumentare ancora di più il livello di fisicità e di attenzione all'interno dei quaranta minuti, soprattutto dal punto di vista difensivo. L'evidente crescita della prestazione a rimbalzo in gara-due è sicuramente un aspetto positivo ma non ancora sufficiente. Offensivamente, è chiaro, che avremo bisogno di percentuali diverse». - La stagione appena andata in archivio, è stata per vari motivi fra le più bizzarre della storia alabardata. Una sorta di ottovolante emozionale, una sequenza impazzita di alti e bassi a livello di rendimento sul campo ma anche nel termometro del rapporto fra società e tifosi. Lo scrive Antonello Rodio: non è un caso che da questo frullatore totale ne sia venuta fuori la stagione dei record, con tanti primati positivi e negativi. Un'annata che ovviamente è stata caratterizzata dall'anomalia per eccellenza, ovvero quella di aver potuto disputare allo stadio Rocco solo 8 partite (6 di regular season e 2 di play-off), mentre 13 si sono giocate e Fontanafredda. Pertanto, come sottolineato dalla stessa società in conferenza stampa, l'Unione ha giocato in totale 33 partite lontano da Trieste in questo campionato, un fattore che ha influito sul rendimento della squadra ma anche sulle casse del club. Chissà se il fatto di essere abituati a giocare fuori casa, non abbia influito su quello che resta il fiore all'occhiello della stagione alabardata, ovvero il record assoluto di vittorie in trasferta, quasi come la squadra avesse via via acquisito una mentalità corsara. Alla fine sono stati ben 12 i successi esterni, e nessuna squadra ha fatto così bene nel girone, un dato che demolisce quello precedente dell'Unione, ovvero le 8 vittorie fuori casa di due stagioni fa ottenute con Bucchi. Lo stellare rendimento in trasferta, dove con 37 punti la Triestina è stata la migliore a braccetto con il Mantova, porta però alla grande anomalia di un ruolino di marcia interno molto deludente. Fra Rocco e Tognon, la squadra prima di Tesser e poi di Bordin ha messo assieme appena 27 punti, ben dieci di meno di quanti ottenuti fuori regione. Un dato che la pone appena all'ottavo posto del girone come punti ottenuti fra le mura amiche. Andando nello specifico, ecco l'altro record nero dell'annata: nel girone di ritorno, la Triestina ha vinto una sola partita in casa (a Fontanafredda), per giunta contro il fanalino Alessandria già retrocesso, e facendo anche molta fatica. Per il resto 4 pareggi e 4 sconfitte, quindi 7 punti sui 27 disponibili. Sull'altro piatto della bilancia, il record positivo di un girone di andata da meraviglia, concluso a ben 39 punti. Mai dal suo ritorno in C l'Unione era andata così in alto, è una dato superiore di ben 9 punti alla stessa stagione del centenario, quando la Triestina arrivò seconda dietro al Pordenone e poi fu sconfitta nella finale play-off dal Pisa. E con il segno più troviamo anche il dato record dei gol segnati: ben 61, anche questo superiore alla stagione della sfiorata promozione in B. Tornando invece al lato oscuro, ecco la macchia del record delle cinque sconfitte consecutive, che ha eguagliato altri filotti neri della storia alabardata. Dal ko di Tesser con la Pergolettese al poker di sconfitte con cui ha esordito Bordin (Mantova, Renate, Lumezzane e Vicenza), la striscia negativa è stata il momento più buio di una stagione che, appunto, è assomigliata tanto alle montagne russe
  9. GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2024 - L'amministratore delegato Sebastiano Stella e il direttore generale Alex Menta lo avevano detto a chiare lettere nella conferenza stampa di martedì: la dirigenza alabardata sta già lavorando alla prossima stagione per una Triestina più forte. E avevano anche assicurato, visto che la perfezione non è di questo mondo, di aver fatto tesoro di qualche errore commesso nell'annata. Intanto, come scrive oggi Antonello Rodio su "Il Piccolo", prima che si passi alla parte strettamente dedicata al campo con allenatore e rinnovamento della squadra (che sarà cospicuo), per rendere la società più forte ci sarà qualche aggiunta a livello dirigenziale. Si dà per certa infatti l'acquisizione a breve di un direttore tecnico, ma intanto un nuovo apporto certo è quello che in qualche modo aveva fatto già trapelare lo stesso Stella l'altro giorno, ovvero l'arrivo di Fabiano Speggiorin. Settantadue anni, centrocampista con oltre un centinaio di presenze in serie B negli anni Settanta, poi allenatore, Speggiorin è da una ventina d'anni dirigente di Venezia e Inter con vari incarichi, fra i quali quello di responsabile dello scouting giovanile delle due società. In laguna è stato anche il braccio destro di Mattia Collauto. Insomma Speggiorin è uno che nel mondo del calcio italiano bazzica da cinquant'anni, con un bagaglio di esperienza notevole. Quale sarebbe il suo possibile ruolo in alabardato? Nel dettaglio è ancora da definire, ma viste le sue qualità, oltre che essere una preziosa risorsa per il settore giovanile, è ipotizzabile che possa ricoprire un ruolo di consulente e consigliere a fianco di Alex Menta per alcune decisioni in settori particolari. E mentre si profila un organigramma societario più articolato, cresce l'attesa per la scelta dell'allenatore, che lo stesso Menta ha annunciato di poter ufficializzare la prossima settimana. Gli ultimi rumors danno sempre più favorito Michele Santoni, tecnico del Dordrecht in serie B olandese, su Massimo Donati che ha guidato il Legnago a una brillante annata. Entrambi propongono un calcio moderno e spumeggiante, ma l'identikit fornito dal direttore generale sembra far pendere la bilancia dalla parte di Santoni, un tecnico forse più estremo per certi versi nelle sue scelte, che prima di fare l'allenatore è stato analista e scout, e del quale gli addetti ai lavori dicono un gran bene. Si potrà obiettare che Michele Santoni non ha avuto una panchina da titolare in Italia con una prima squadra professionistica, ma il calcio italiano lo conosce bene avendo fatto il vice di Di Carlo nelle esperienze a Livorno e Cesena, il collaboratore di Rastelli a Cagliari, e la guida di squadre giovanili della Lazio. Naturalmente dovrà essere assecondato con l'arrivo di giocatori adatto al suo tipo di calcio, corale ed elastico nei moduli. E si sa, per certi tipi di sistemi, bisogna avere grande pazienza. Ma essendo una scelta molto più in sintonia con il mood della società rispetto a quella di Attilio Tesser la scorsa estate, sotto questo aspetto non ci dovrebbero essere problemi. - Anche i sogni hanno le loro gerarchie. Il più immediato lo ha svelato il gm della Pallacanestro Trieste Michael Arcieri subito dopo la seconda vittoria biancorossa a Forlì: «Sarebbe bello vedere seimila persone venerdì sera al PalaTrieste». Il secondo sogno si realizzerebbe vincendo anche il terzo atto della serie contro l'Unieuro perchè significherebbe accesso alla finale per la promozione. Il sogno finale, beh quello, lasciamolo stare per scaramanzia. Un sogno alla volta. Lo scrive oggi Roberto Degrassi: Trieste a Forlì l'altra sera ha sorpreso ancora più che in gara1. I primi confronti di una serie sono di solito quelli che possono regalare il risultato a sorpresa ma è il confronto successivo quello della verità. E la verità racconta di una Trieste che centra la quarta vittoria esterna consecutiva nei play-off dopo essere stata spesso deludente in trasferta nel corso della stagione regolare. Una metamorfosi benedetta e sorprendente nel giro di poche settimane, frutto di una condizione atletica ottima (la sosta dopo la conclusione della fase a orologio è stata sfruttata bene) ma soprattutto di una solidità psicologica e di fiducia nelle proprie possibilità. Anche in gara2 i biancorossi, di fronte a un avversario in rimonta con l'Unieuro Arena che si stava surriscaldando, non hanno perso lucidità, reagendo e allungando. Una capacità riconosciuta nel dopopartita dallo stesso coach avversario, Antimo Martino: «Trieste è una squadra molto forte, anche se noi non abbiamo potuto affrontarla nelle condizioni ottimali». Con la doppietta in Romagna i biancorossi diventano adesso i logici favoriti della serie con due match-ball a disposizione ma anche l'incubo tra chi uscirà vincente tra Cantù e Udine. La squadra di Jamion Christian infatti ha appena dimostrato che sa sconfiggere il fattore campo. ROTAZIONI Quattro uomini impiegati per una trentina di minuti ciascuno (Brooks addirittura 37), Filloy 23 e Candussi 18 per problemi di falli. Poi 13 minuti Ferrero, 9 Deangeli e spiccioli per Bossi. Anche in gara2 rotazioni asciutte per coach Christian. Una delle novità dei play-off è questa. La filosofia dei 10-titolari-10 sembra essere passata di moda ma soprattutto è cambiato il modo di gestire le sostituzioni. Frenetico durante la stagione regolare, con triplici sostituzioni e giocatori richiamati in panca nonostante fossero entrati in striscia. Nei play-off altra storia. Fiducia negli uomini del quintetto di partenza, con Filloy primo cambio, e un turnover ragionato. La frenesia che regnava sia in campo che fuori è stata attenuata. Certo, vanno messi tutti sotto una campana di vetro. Roba da brividi vedere Ruzzier preda dei crampi nel finale l'altra sera: il play sta attraversando un momento straordinario ed è davvero l'uomo in più di Trieste nei play-off. Da monitorare le condizioni di Justin Reyes, vederlo zoppicare inquieta. Il portoricano nella sua nuova dimensione da esterno ha perso un po' di continuità in attacco ma continua a guadagnare rimbalzi alla causa e rappresenta per gli avversari un rebus tattico. Il paradosso è che a propiziare uno spostamento di Reyes da "4" a "3" doveva essere l'unica operazione di mercato, l'arrivo di Leo Menalo, ma l'ala croata ex Virtus Bologna non sta toccando campo. Semmai è l'uso prolungato di Candussi e Vildera insieme a permettere l'arretramento di Reyes. La coppia di lunghi che c'è sempre stata, insomma. CHRISTIAN Per spiegare la metamorfosi della sua squadra Jamion Christian nel dopogara ha sottolineato: «Abbiamo dovuto imparare a conoscerci l'un l'altro e ci è voluto tempo». Il suo riferimento era ai giocatori ma la sensazione è piuttosto che il ragionamento valga proprio per il coach. Ha imparato a conoscere l'A2 italiana e i suoi uomini, passando dalla gestione di un gruppo di ragazzi come le squadre universitarie cui era abituato a un team di professionisti esperti come quello che ha a disposizione. Nelle prime settimane la non conoscenza aveva portato anche a equivoci grossolani come vedere Michele Ruzzier - fuori categoria tra i play italiani di A2 - impiegato da guardia con Brooks a portare palla. O Vildera messo ai margini delle rotazioni. Era stato il buon "Barba" a reclamare poi spazio e occasioni trovando risposta. E qui sta un'altra svolta nella storia triestina di Christian: ascoltare e fidarsi. In squadra ci sono giocatori come lo stesso Ruzzier o Filloy con maturità e una capacità di lettura tattica in campo fuori dal comune. Allenatori in campo. Ascoltarli non è mai segno di debolezza.
  10. Guardate anche la circolazione di palla che facciamo, rispetto al passato. E l'efficienza offensiva che ne consegue. Non avevamo né capo né coda a un certo punto della stagione, adesso ad esempio troviamo tagli in backdoor che ce li sognavamo (vedi assist di Brooks per Reyes ieri, se non mi ricordo male). Io non credo nei miracoli, credo piuttosto che la salita sugli scudi della cabina di regia abbia fatto tanto. E non è l'unico punto di crescita di questa squadra, inevitabilmente c'è stato uno step sulla mentalità. Che è diventata vincente
  11. MERCOLEDÌ 22 MAGGIO 2024 - A 40 minuti dalla finale per tornare in serie A. Tutto vero. Lo scrive Roberto Degrassi: per la seconda serie consecutiva la Pallacanestro Trieste prende a ceffoni il fattore campo. Quattro trasferte, quattro vittorie. Per la seconda volta in tre giorni passa sul campo di Forlì, la squadra che ha vinto la stagione regolare nel girone rosso e la Coppa Italia. Pur priva di Allen, comunque, squadra solidissima. Ma la Trieste dei play-off è una belva famelica. Spietata, legge i punti deboli dell'avversario e lo morde. Play-off indelebilmente marchiati da Michele Ruzzier: ispiratore ma, quando serve, anche giustiziere. Venerdì sera davanti alla sua gente Trieste può conquistare una meritata finale promozione. Vietato non esserci, fuori le t-shirt rosse dagli armadi. Quintetto che vince non si cambia e Christian ripropone Ruzzier, Brooks, Reyes esterno, Candussi e Vildera. Tripla di Reyes e sottomano di Ruzzier per scaldare subito l'atmosfera. Come a Torino in gara2 per prevenire la sfuriata iniziale della squadra di casa dopo la prima sconfitta nella serie, Trieste gioca d'anticipo prendendo l'iniziativa (6-14 5'). Il primo cambio è Filloy per Reyes. Con una bomba di Ruzzier biancorossi a +10 (10-20 7'). Con Deangeli per Candussi Trieste ribalta l'assetto rispetto allo starting five. Un paio di decisioni arbitrali surriscaldano l'ambiente, Christian richiama Ruzzier lasciando la regia a Brooks con Trieste avanti di 12 (12-24) e l'inerzia del match dalla sua. Sarà un caso ma Forlì piazza un 6-0 e il quarto si chiude sul 18-24. Brooks play è inguardabile, dopo un minuto del secondo parziale sul 21-24 è già Miky's time. I biancorossi faticano a ritrovare il filo del gioco, come conferma l'11-2 incassato a cavallo dei due quarti. Difesa in ritardo nel chiudere dagli angoli e Zampini e Valentini hanno vita facile, riportando Forlì a due punti appena (26-28 13'). E con il 41enne Cinciarini che ubriaca Brooks in palleggio i romagnoli sono a meno uno (28-29). L'ex Michigan si riscatta subito con due triple di fila che ricacciano indietro Forlì. Fase di gioco che si consuma prevalentemente dai 6,75. Brooks mette la terza. Sul 37-41 Christian toglie Vildera, quintetto anomalo con Ferrero e Deangeli lunghi più Reyes. Riportato alle mansioni di guardia Brooks continua a pungere. Il finale di quarto è un clamoroso Ruzzier: entrata contro due uomini e poi bomba con le mani dell'avversario in faccia. All'intervallo avanti 41-48 con Trieste che tira infinitamente meglio da tre (56%) che dalla lunetta (33%)... Il solito Ruzzier arma Reyes e Brooks per sentenze da tre e i biancorossi si involano sul + 13 (43-54). Break devastante a cavallo del secondo e terzo quarto firmato a caratteri cubitali Ruzz. Reyes in crescita, Forlì ne paga le conseguenze. 43-58 e Trieste ha adesso un patrimonio di 15 punti da gestire che potrebbero essere di più se Candussi azzannasse un po' di più. Christian toglie Ruzzier. Forlì alle prese con problemi di falli: 4 Johnson, 3 Valentini e Pollone. Tre ciascuno per Candussi e Vildera. Più 17 (49-66) al 26'. Ruzzier può rientrare dop oaver ri fiatato. Antisportivo a Cinciarini e il vantaggio vola a +19 (49-68) a dodici minuti dalla sirena e Trieste ha virtualmente in tasca anche gara2. L'Unieuro recupera qualcosa, recrimina su un dubbio sfondamento fischiato a Zampini, il più tonico dei romagnoli, ma alla fine del terzo quarto Trieste ha ancora 15 lunghezze da gestire (57-72). Quintetto bonsai con Filloy ala piccola e Reyes 4. Forlì non è ancora al tappeto: due triple, Zampini è una scheggia imprendibile per la difesa triestina. Solito fallo evitabile di Candussi (il quarto), Reyes perde due palloni velenosi regalando possessi ai romagnoli. Il quinto fallo in attacco a Johnson è manna dal cielo, ammettiamolo, Dieci punti di margine a sei minuti e mezzo dalla sirena, Ferrero per Reyes. Forlì arriva a meno 8. Nella città dei monumentoi ne vogliamo fare uno anche a Ruzzier? Cinque punti di fila, 66-79 a 5'22". Il resto, ormai, conta poco. - Considerata la situazione di partenza e le difficoltà incontrate sul percorso, la società si dà un "8" come voto alla stagione, ammette che qualcosa non ha funzionato nella gestione della squadra, ma è già a pronta a ripartire per vincere e portare l'Unione in alto. Questo il messaggio, come oggi scrive Antonello Rodio, lanciato ieri dall'amministratore delegato della Triestina Sebastiano Stella e dal direttore generale Alex Menta. DEBITI «La situazione finanziaria che abbiamo trovato – ha spiegato Stella – era molto più complessa di quella prevista, il club era praticamente fallito con una trentina di decreti ingiuntivi. Alla fine è stato speso il doppio di quanto previsto, il debito pregresso e il trasferimento a Fontanafredda hanno inciso per il 50 per cento sul budget, che alla fine è stato di 18 milioni, una cifra astronomica per la C. Giocare 33 partite in trasferta ha influito poi sulla squadra, ma siamo stati eliminati agli ottavi solo per aver preso quattro pali: per me è una stagione da 8». BUDGET Stella non svela il budget stanziato per la prossima stagione, ma assicura che sarà importante: «Sarà competitivo ma deve essere un mix calibrato su vari fattori: ci sono ancora pesi del passato e una rosa molto onerosa. Anche la scelta dell'allenatore sarà fatta in un'ottica pluristagionale. Ma non dobbiamo porci limiti». BILANCIO Sul piano tecnico, invece, Alex Menta spiega che «è stata una stagione di alti e bassi. Da una situazione difficile abbiamo in velocità scelto un allenatore di un certo tipo e creato una rosa competitiva. Le vicende dello stadio non ci hanno aiutato e sono deluso per l'eliminazione, ma anche voglioso di ripartire». SQUADRA Lo stesso dg riconosce però che non tutto è filato liscio nella gestione della squadra: «Mi prendo la responsabilità per quanto non ha funzionato. I giocatori di oggi hanno bisogno di precise regole da rispettare, e nei primi mesi questo non c'è stato. Poi chi non le ha seguite è stato punito. Perché bisogna fare parte davvero del gruppo, anche quando non si gioca per scelta tecnica, altrimenti vai via. Sarà mio compito pretendere di più: tutti sono sotto valutazione, vedremo chi merita di restare. La mentalità dev'essere quella di dare tutto con serietà, cuore e lavoro, non gente che si sente in vacanza con sigaretta e bibita». ALLENATORE Intanto Menta annuncia l'identikit del nuovo tecnico (al momento Santoni sembra favorito su Donati): «La prossima settimana ci sarà il nome del nuovo allenatore. Voglio una squadra che giochi con qualità, voglio un calcio fatto di alta intensità, che sia uno spettacolo per i tifosi e votato a vincere. Il prossimo anno deve essere speciale». TESSER Tornando invece sulla questione Tesser, Stella precisa: «Non l'abbiamo mandato via perché non volevamo andare in B, come ho sentito dire. La squadra era a terra, avevo visto dei conigli bagnati e crediamo di avere fatto un favore anche a Tesser, lo si è visto nelle partite successive che non me la sento di imputare a Bordin. È stata una decisione complicata, non presa a cuor leggero, ma c'erano motivazioni forti altrimenti era da pazzi mandar via un tecnico con anni di contratto e amato dai tifosi. Tifosi che hanno ovviamente diritto di dire la loro, ma spero che l'inerzia emotiva di questa scelta si esaurisca per guardare avanti senza più pessimismo»
  12. Per quanto possa sforzarmi a cercare minimamente di capire razionalmente come questa squadra sia stata in grado di cambiare tutto in così poco tempo, è innegabile che mentalmente siamo in un momento di forma smagliante. Perché in queste 5 partite di playoff sin qui giocate abbiamo sempre saputo trovare la chiave giusta per chiudere ogni match giocato, più bello o meno bello. Anche se la strada è ancora molto lunga, stiamo facendo un cammino strepitoso: e indubbiamente il grande merito ce l'ha chi ha creduto nel progetto anche nei momenti più neri. Tanto di cappello
  13. MARTEDÌ 21 MAGGIO 2024 E adesso la pressione è tutta su Forlì. Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", anche questa può essere una delle chiavi della seconda sfida tra romagnoli e Pallacanestro Trieste stasera alle 20.30 all'Unieuro Arena di Forlì. I biancorossi di Jamion Christian vincendo in quel mondo - dominando con un + 23 - il primo atto della semifinale hanno indirizzato a loro favore la loro serie. Stasera la gara della verità. Scontato che Forlì parta all'assalto dalla palla a due, Trieste è chiamata a una nuova prova di maturità. Serviranno lucidità estrema, freddezza e quel pizzico di cinismo. Più il confronto rimarrà aperto e maggiore sarà la pressione sulle spalle di Cinciarini e compagni, una condizione che potrebbe portare a forzature e Trieste nelle partite contro Torino e l'altra sera in Romagna ha dimostrato di sapere come punire gli impacci di chi sta di fronte. I biancorossi hanno ormai consolidato una notevole fiducia nei propri mezzi. Dopo una stagione regolare in cui solo una volta sono riusciti a violare in trasferta il parquet di una delle prima quattro dei due gironi (Rieti, nell'ultima giornata della fase a orologio), nei play-off finora ha centrato il filotto. Tre trasferte, tre vittorie e una nuova consapevolezza. La condizione di Michele Ruzzier, Mvp dei play-off finora, è eccellente e se gira il play è un bell'andare per tutti. Reyes sta vivendo l'adeguamento nella rotazione degli esterni con l'atteggiamento giusto. Sta segnando relativamente poco (13 punti, il quarto della squadra dietro a Brooks, Ruzzier e Candussi) ma sta portando alla causa quasi nove rimbalzi, si prende i suoi tiri ma senza incaponirsi in individualismo. Giusto immaginare che Forlì non potrà sempre spadellare da tre come l'altra sera ma anche Trieste ha margini di crescita in chiave offensiva. Filloy in gara1 ha tirato con il 13% dai 6,75. Quante altre volte potrà capitare? In questi play-off finora era stato uno dei protagonisti. Inconsueto anche il 48% al tiro di Vildera, per uno che conclude da sotto. Insomma, anche Trieste in attacco può dare di più. Tra le prove di verifica di stasera anche quella sulla tenuta fisica delle due formazioni. Trieste in gara1 ha mostrato di avere più birra dei romagnoli ma ha usato cinque uomini almeno 26 minuti, spremendo Brooks e Ruzzier oltre i 30. Nessuno tra i forlivesi invece ha giocato più dei 28 minuti di Xavier Johnson e sono stati complessivamente sette gli uomini utilizzati da Martino per almeno 20 minuti. Qualche biancorosso triestino, in sostanza, potrebbe tradire un po' di stanchezza se verrà trattenuto troppo sul parquet. Ma il morale, mai stato così alto in questa stagione, potrebbe rivelarsi il migliore degli additivi. Stasera si giocano anche le gare2 tra Cantù e Udine per il tabellone oro e tra Fortitudo Bologna e Rieti per il tabellone argento. Per quest'ultimo ieri si sono affrontate nel secondo round della loro serie Trapani e Verona. I siciliani si sono imposti 91-69 con 21 punti di Notae e altroi quattro uomini in doppia cifra. Trapani adesso comanda la serie 2-0. - All'indomani dell'eliminazione del Benevento che ha sancito la fine della stagione alabardata, in casa Triestina sono già iniziate le operazioni per il nuovo allenatore. Ma non solo: già per oggi infatti è stata indetta una conferenza stampa con l'amministratore delegato Sebastiano Stella e il direttore generale Alex Menta. Lo scrive Antonello Rodio: improbabile che si tratti solo di un bilancio della stagione appena conclusa, possibile invece che si comincino a tracciare anche le linee programmatiche per il prossimo campionato. Ma intanto, come detto, impazza già il totoallenatore, con una scelta che dovrebbe avvenire in tempi abbastanza brevi, in modo da poter operare in sintonia con il nuovo tecnico sul mercato e poter partire per il ritiro con una rosa pressoché completa (e probabilmente rinnovata in maniera robusta) o quasi. Scontato l'addio a Roberto Bordin, che sarebbe rimasto solo in caso di promozione in serie B, la corsa alla panchina alabardata sembra ristretta a soli due uomini, con una possibile terza soluzione che al momento resta sullo sfondo. I maggiori papabili, al momento, sono Massimo Donati del Legnago e Michele Santoni, tecnico del Dordrecht, in serie B olandese. L'eventuale terzo incomodo è invece Giorgio Gorgone, vecchia conoscenza alabardata, attualmente allenatore della Lucchese. Tre profili molto diversi, che piacciono tutti al dg Menta. Di Massimo Donati si sa tutto: 43 anni, l'allenatore nato a San Vito al Tagliamento ha fatto meraviglie in questa stagione con il suo Legnago, abbinando un gioco apprezzabile e bello da vedere a una sorprendente sesta posizione in classifica. Centrocampista dalla brillante carriera con notevoli trascorsi anche con Milan e Atalanta, appena messe le scarpette al chiodo ha iniziato a fare l'allenatore in Scozia, prima nei settori giovanili e quindi come vice, oltre a fare il commentatore per Dazn. Dopo una breve esperienza nella difficile situazione societaria della Sambenedettese del 2021, viene ingaggiato dal Legnago appena retrocesso in D. Dopo aver riportato subito in C la squadra veneta, è stato protagonista quest'anno della già citata sorprendente stagione. È da settimane che il suo nome è accostato alla Triestina, il problema è che piace tanto anche in serie B, sicuramente a Bari e Sudtirol, forse anche al Palermo. Il secondo nome, al momento in forte ascesa, è quello di Michele Santoni, 44 anni, italo-olandese nato a Riva del Garda, in passato video-analyst dell'Ajax, poi vice di Mimmo Di Carlo a Livorno e a Cesena, quindi tecnico nelle giovanili della Lazio; poi l'approdo in Olanda come allenatore dell'Almere City, quindi come vice al Den Haag e infine tecnico del Dordrecht, quest'anno quarto nella B olandese. La terza via, molto suggestiva, porta come detto a Gorgone, che è stato seguito dall'attuale dirigenza alabardata ma con cui non c'è stato ancora nessun vero contatto. I tifosi triestini lo conoscono bene essendo stato per anni una roccia del centrocampo dell'Unione e avendo debuttato in panchina proprio con la Berretti alabardata. Poi in panchina per parecchie stagioni è stato vice di Stellone (compreso il doppio salto del Frosinone dalla C alla A), quindi allenatore nelle giovanili dei ciociari e quest'anno titolare sulla panchina della Lucchese, dopo essere stato già accostato alla Triestina la scorsa estate
  14. CITYSPORT.NEWS DI LUNEDÌ 20 MAGGIO 2024 https://www.citysport.news/download/CS-20maggio2024.pdf
  15. LUNEDÌ 20 MAGGIO 2024 - Volare bassi e restare concentrati in vista di gara 2. Come scrive oggi Lorenzo Gatto su "Il Piccolo", Jamion Christian detta l'approccio che la sua squadra dovrà avere nel match che domani sera porterà Forlì e Trieste nuovamente in campo sul parquet della Unieuro Arena. «In gara 1, contro un'avversaria che nel corso di tutta questa stagione ha dimostrato di essere molto forte, abbiamo giocato una delle migliori partite del campionato – l'analisi del coach statunitense –. Abbiamo vinto la prima ma, di certo, quella in programma domani sarà una sfida molto diversa. Troveremo ad aspettarci un'avversaria ferita, che interpreterà il match con la cattiveria agonistica e la determinazione necessaria per provare a portare in parità questa serie. Dovremo essere preparati al clima che ci sarà sul parquet, pronti ad affrontare i momenti difficili della partita». Un po' quello che è successo alla fine del terzo quarto quando, avanti di 20, Trieste ha subito un parziale di 10-0 che ha riaperto il match. Potenziale pericolo gestito con grande maturità dalla squadra che, avvalendosi del rientro in campo di Ruzzier, ha saputo bloccare sul nascere i tentativi di rimonta forlivesi. «Intanto voglio fare i complimenti al pubblico di Forlì che nonostante una partita difficile ha sostenuto e incoraggiato i giocatori fino alla fine. Per quanto riguarda noi – conclude Christian – in questo campionato ci siamo compattati nelle difficoltà venendo a capo di soluzioni che, visti i tanti infortuni, non erano facili da gestire. Ora che siamo al completo quel lavoro ce lo ritroviamo, siamo una squadra nella quale ogni giocatore si spende per aiutare l'altro e questo fa la differenza in campo». LE ALTRE La Fortitudo Bologna imita Trapani e, battendo 67-58 la Sebastiani Rieti, si porta 1-0 nella serie contro i laziali. Dall'altra parte del tabellone sfida combattuta a Cantù dove la San Bernardo soffre ma regola in volata 64-61 una Old Wild West Udine confermatasi degna avversaria nonostante l'assenza pesante di Jason Clark. - Nella prima parte di stagione l'olandese Daishawn Redan, in particolare con D'Urso trequartista e Lescano faro d'attacco, aveva contribuito alle fortune di una Triestina quasi da record nel girone d'andata, 39 punti spesso trainati dalle magie proprio del settore offensivo. Lo scrive Guido Roberti: corrono i ricordi alla doppietta di Legnago o alla tripletta di Alessandria. La primavera, quasi come si fa con un abito riposto nell'armadio, ha fatto un po' dimenticare l'impatto di Redan sul campo, e proprio nelle ultime settimane è stato rispolverato con risultati evidenti. Un ottimo giocatore che in caso trovasse continuità di rendimento e portamento avrà certamente gioie future nel calcio. Gol all'andata al Benevento, palo che grida vendetta nel Sannio. Una delle tante occasioni create al Vigorito. Il congedo dell'olandese con le inevitabili note di rammarico. «Abbiamo avuto tante buone occasioni per segnare a Benevento, siamo stati decisamente sfortunati anche con i pali, due stasera oltre ai due all'andata. Alla fine hanno portato a casa loro la gara». Dopo 90 minuti di battaglia, logica delusione nel gruppo squadra, che ci ha creduto fino alla fine. «Chiaramente tutti erano tristi in spogliatoio perché volevamo proseguire nel nostro cammino ai play-off». Sul rendimento nel corso nell'anno, un po' come tutti, ci sono stati momenti differenti, di condizione, di rendimento, di motivazione. "Ho avuto un po' di alti e bassi" confida il numero 9 che chiude la stagione con un bottino di 10 gol in campionato più uno nei play-off. «Sono partito credo bene, poi ho avuto un infortunio che mi ha fermato un po', nel mezzo il cambio di mister e quando mi sono ripreso c'è voluto tempo per adattarmi al nuovo sistema di gioco, questo ha determinato un po' di alternanza nel rendimento». Dell'uscita di scena in Campania, scandita dagli applausi dello sportivo pubblico beneventano, rimarrà l'orgoglio. «Tutti noi sabato volevamo vincere, credo sia una cosa normale. Abbiamo dato tutto, anche nel secondo tempo nel quale abbiamo dato battaglia, ci siamo aiutati l'uno con l'altro, purtroppo siamo stati sfortunati, decisamente, e non siamo riusciti ad andare avanti in questi playoff». Sul futuro dell'olandese si vedrà. Le porte del destino hanno fatto cozzare quel pallone sul palo al Vigorito, un peccato perché alcuni uomini chiave parevano tornati ad ottimo livello.
  16. DOMENICA 19 MAGGIO 2024 - Il progetto è quello dei quarti di finale vinti contro Torino: portarne a casa almeno una per poi cercare di blindare il passaggio del turno confidando sulla spinta del popolo del PalaTrieste. Nei quarti di finale il tema è stato svolto alla perfezione, al punto che ne è scaturito un 3-0. Lo scrive Roberto Degrassi su "Il Piccolo": stavolta - si comincia oggi alle 18 - si bussa alla porta dell'Unieuro Forlì, la squadra che ha vinto il girone rosso e ha conquistato la Coppa Italia. L'unica formazione a poter ritenersi alla pari con Trapani, dominatrice del girone verde e vincitrice della Supercoppa. Forlì è senza Kadeem Allen e non è un'assenza da poco. Ha qualche pedina che l'età da pischello l'ha passata da un pezzo (Cinciarini ne chiama 41) ma coach Martino, non a caso premiato come miglior coach della regular season, nei quarti contro Vigevano ha ruotato le pedine a disposizione benissimo. L'Unieuro ha dimostrato che alla bisogna tutti sanno essere protagonisti, da Valentini a Zampini, d Radonjic a Dada Pascolo. Trieste sbarca in Romagna con fiducia e un'autostima esaltata dal "cappotto" inflitto a Torino. Forlì è passata infatti solo in gara4 contro Vigevano. Nella sua analisi prepartita per una volta Jamion Christian non nasconde l'ottimismo. «Abbiamo una squadra di professionisti davvero forti che capiscono cosa serve in questo periodo dell'anno perchè hanno già attraversato questo tipo di percorso nelle loro carriere. Abbiamo messo insieme un'altra grande settimana di lavoro. Quello che dico ai ragazzi è che non c'è tempo per rilassarsi, man mano che la pressione aumenta, dobbiamo continuare a migliorare». In merito agli avversari il coach biancorosso si attende una sfida molto tattica. «Quest'anno contro di noi in difesa hanno giocato a zona, hanno giocato a zona match-up, hanno giocato un po' di 2-3, hanno fatto un po' di pressing. Anche l'assenza di Allen concorrerà a rendere le partite più tattiche. Restano comunque una squadra molto fisica, in grado di giocare forte anche nell'uno contro uno. Un esempio è Zampini, Senza dimenticare Cinciarini e la sua capacità di segnare da fuori. Quando guardo i suoi filmati, non vedo un 41enne ma un ragazzo ancora in grado di dominare le partite. Infine Xavier Johnson può dominare nel pitturato, anche in fase offensiva e a rimbalzo». I PRECEDENTI Sono due i precedenti nella stagione regolare. Questa è l'unica serie tra squadre provenienti dallo stesso girone, il Rosso. Un successo a testa, con fattore campo rispettato in entrambe le gare. All'andata (26 novembre) vittoria interna di Trieste 79-62, grazie a un devastante break di 30-13 nell'ultimo quarto. Per i biancorossi 21 punti di Brooks e 19 di Reyes con 15 rimbalzi. Per l'Unieuro invece 17 punti e 10 rimbalzi di Xavier Johnson e 15 punti di Allen, il grande assente di questi play-off. Nel match di ritorno, il 4 febbraio, vittoria larga dei romgnoli sempre avanti nel punteggio, con 20 punti di Allen e 18 di Johnson con 22 rimbalzi. Trieste si era presentata senza Reyes infortunato e si aggrappò ancora a Brooks (20 punti) e Vildera (19, con 11 rimbalzi). Le due formazioni si erano affrontate, con successo triestino, anche nel torneo di Lignano ma erano entrambe largamente incomplete: Trieste senza Bossi e Ruzzier, Forlì con i due Usa lasciati a riposo. Da ricordare inoltre che nel corso della stagione la Pallacanestro Trieste ha aggiunto Leo Menalo mentre l'Unieuro si è potenziata sotto canestro con l'ex biancorosso Daniele Magro che ha messo ai margini delle rotazioni il friulano Zilli. - Un'uscita di scena con l'onore delle armi, un copione ben recitato dalla cintola in su dagli alabardati, vanificato dagli errori in impostazione sul pressing avversario. Lo scrive Guido Roberti: alla Triestina gli applausi meritati del pubblico sannita al rientro degli spogliatoi sono la prova che il duello sui 180 minuti con il Benevento è stato alla pari. Bordin si è giocato le stesse undici carte iniziali, quella gioia del vantaggio al pronti-via è durata poco. «La squadra ci ha provato fino alla fine e anche questa volta siamo stati abbastanza sfortunati» commenta Bordin. «Dopo il vantaggio abbiamo regalato al Benevento due gol, perdendo palla in uscita. Loro peraltro hanno fatto due bei gol, noi per contro abbiamo preso due pali. Per i miei ragazzi mi dispiace molto, peccato perché davvero ci hanno provato fino alla fine. Bisogna purtroppo accettare il verdetto». La fase difensiva ha di fatto vanificato ciò che di buono l'Unione aveva fatto dalla cintola in su. Tanto all'andata quanto nel ritorno l'Unione si è espressa bene in attacco. Non è bastato per qualificarsi. «Quando siamo riusciti ad uscire con la palla partendo dal basso abbiamo fatto cose buone, abbiamo pagato qualcosa in fase difensiva ed è logico che abbiamo concesso qualcosa nel finale, eravamo anche stanchi. Peccato davvero perché due volte abbiamo colpito il palo e sarebbero stati i gol per pareggiare la partita». L'avventura di Bordin, dopo l'esonero schock di Tesser, era iniziata male, con 4 sconfitte consecutive. La squadra poi ha raddrizzato la barra ed esce di scena dopo la disputa di due tra le migliori partite, anche in relazione all'avversario. «Mi spiace per la società perché ci credevamo, dopo aver fatto quel gol avremmo dovuto giocare senza rischiare niente. Hanno però dato tutto i ragazzi». Alcuni giocatori protagonisti della stagione non hanno potuto prendere parte alla sfida, Celeghin e Lescano. «Purtroppo ho dovuto spendere un cambio con l'infortunio di Malomo, per come si è sviluppato il gioco l'ho impostata così, cercando di favorire i fraseggi».
  17. SABATO 18 MAGGIO 2024 - A Benevento l'Unione si gioca tutto in una gara. O vince o è out. È la legge dei play-off quando non si è teste di serie e dopo il pari del primo round. Come scrive oggi Ciro Esposito su "Il Piccolo", nel capoluogo del Sannio il clima è caldo ma non caldissimo. Quando in tre anni si precipita dalla massima divisione alla terza serie la delusione si fa sentire. Ne sa qualcosa il popolo alabardato che vissuto una situazione simile o anche peggiore nel 2012. Così oggi il Vigorito non sarà certo silente ma meno caliente di un tempo. A ieri erano stati staccati poco più di 3.500 tagliandi e le proiezioni danno circa cinquemila presenze in un impianto che ne puo' ospitare quasi ventimila. In quel contesto comunque l'Unione cercherà di fare un'impresa. IL tecnico dei giallorossi, che recupera Benedetti, sta giustamente in campana: «Niente è deciso, la Triestina ha dimostrato il suo valore e noi commetteremmo un grave errore a gestire la situazione favorevole prima di entrare in campo». L'estate difficile con i propositi dello storico presidente Vigorito di mollare tutto per poi tornare sui suoi passi, l'avvio di campionato difficile (esonero di Andreoletti per Auteri), il finale di regular season non impeccabili hanno smorzato l'entusiasmo della piazza campana. Eppure il pareggio di Trieste è stato accolto con ottimismo nonostante la coda polemica per il gol finale dei campani non convalidato. Nervosismo che ha bruciato il play-off dello squalificato Pinato ma non la consapevolezza dei tifosi giallorossi di avere il pass per i quarti a portata di mano. E questa presunzione di superiorità o comunque di avere in mano due carte (pari e vittoria) per mettere fuori pista la Triestina è un aspetto che il mister di casa Auteri deve tentare di esorcizzare. Bordin invece più che occuparsi dell'aspetto psicologico di un gruppo che non ha niente da perdere deve gestire le energie della sua squadra. Il calo evidente nel finale del primo round può costare molto caro alla Triestina perché il Benevento in casa in questa stagione sbaglia poco e sa affondare. L'Unione tuttavia martedì sera ha dimostrato, specie nel primo tempo, di avere le armi per mettere in difficoltà l'avversario. Bordin ha condotto ieri mattina l'ultimo allenamento, poi la partenza con il charter per Bari, e in serata l'arrivo nell'hotel a una trentina di chilometri dal Vigorito. «Dopo la prestazione di martedì, la squadra è consapevole di poter far bene. Abbiamo disputato un ottimo primo tempo e anche nella ripresa, nella quale abbiamo concesso sì un po' di campo ma facendo comunque bene – dice il tecnico alabardato - Abbiamo ancora tempo per valutare alcune situazioni e sensazioni». Oggi anche gli avversari dovranno gestire il logorio da partite ravvicinate. «E' ovvio che se ci fosse stato qualche giorno di riposo in più, sarebbe stato il top per recuperare un po' di energie dal momento che la partita è stata molto dispendiosa. – continua Bordin - Ma la squadra anche oggi ha lavorato bene, l'importante è l'approccio e l'atteggiamento con il quale scenderemo in campo, i tre giorni tra andata e ritorno ci sono sia per noi che per loro». Almeno in questo tour de force l'allenatore ha a disposizione tutti i giocatori. Mancherà solo il portiere Agostino la cui distorsione pur non gravissima alla caviglia rimediata martedì lo costringerà a qualche settimana di stop. Ma la Triestina farà la partita o aspetterà il Benevento? «Agostino purtroppo è infortunato anche se le sensazioni del ragazzo sono positive e siamo fiduciosi, gli altri sono tutti disponibili. Il Benevento non credo si metterà a difendere l'uno a uno, credo sarà una bella partita, cercheremo di essere aggressivi con alcuni accorgimenti che ci permettano di non rischiare». Dopo la prova con la Giana la prestazione del Rocco ha ridato un po' di fiducia all'ambiente creando qualche crepa anche nei tifosi più scettici (una cinquantina arriveranno in Campania) «Tutto il gruppo ha capito la fiducia della società, non solamente da oggi ma da sempre. Ci hanno messo nelle migliori condizioni per viaggiare non solo in vista di domani ma in tutte le partite, sostenendoci sempre a partire da Alex Menta e Morris Donati. Tutti hanno sempre caricato l'ambiente e sostenuto il gruppo, quando le cose andavano bene e soprattutto quando andavano male». Bordin, come sempre anzi di più, non lascia trasparire nulla sullo schieramento titolare. Ormai il mister sorprende sempre, nel bene o nel male. L'ipotesi è di una difesa quasi intoccabile, un ingresso sulla fasce (Pavlev), un inserimento davanti (Vertainen). La vera sorpresa spetta ai giocatori. Vincere e andare avanti potrebbe schiudere orizzonti inaspettati. Anche per chi ha reso da lunedì il Rocco off-limits. Un cammino finale dei play-off a Fontanafredda entrerebbe nella storia. - Intanto, si scrive nuovamente della questione-stadio: come scrive Laura Tonero, dopo l'accordo firmato lo scorso 19 aprile tra il Comune e la Triestina Calcio – che ha consentito di superare l'impasse generata dalla programmazione dei concerti di Ultimo Max Pezzali al Nereo Rocco in periodo di play off – ora per il municipio si apre la partita della gestione dell'impianto di Valmaura. Resterà diretta da parte dell'amministrazione comunale o sarà data in concessione alla Triestina? Questo tenendo in considerazione che il Comune spende circa un milione all'anno per la gestione del Rocco dove, è bene ricordarlo, convivono anche altre realtà. A cominciare dalle Federazioni sportive e dal Coni. La società alabardata presieduta da Ben Rosenzweig ha già manifestato in più occasioni l'interesse a una gestione diretta del Rocco, anzi lo vorrebbe per 25 anni. Ma con quale modalità, visto che si tratta di un bene pubblico. «Attraverso l'accordo siglato lo scorso aprile – ha precisato ieri l'assessore con delega agli impianti sportivi Elisa Lodi, nel corso della seduta della quinta Commissione presieduta da Manuela Declich – le parti hanno deciso di disciplinare i loro rapporti in vista dei due eventi musicali, ma anche in relazione a un progetto futuro volto alla gestione del Rocco». Ma andiamo con ordine: l'accordo fissa al 30 giugno 2025 la scadenza della convenzione che regola l'utilizzo dello stadio da parte dell'Unione per tutti gli impegni del campionato di calcio. «Qualora entro quella data non ci fossero ancora le condizioni per una gestione diversa, il Comune provvederà a perfezionare con la Triestina una nuova concessione per l'utilizzo del Rocco», ha spiegato il direttore del Servizio strutture sportive del Comune Fabio Cipriani. La questione Rocco, Triestina e concerti è stata trascinata in Commissione da una mozione del capogruppo di Adesso Trieste Riccardo Laterza, presentata ieri dal consigliere comunale Kevin Nicolini. Se il Comune optasse per la gestione esterna dell'impianto «dal punto di vista della normativa – così Cipriani – trattandosi di un impianto in grado di generare rimuneratività per l'eventuale gestore privato, il Comune dovrebbe aprire una procedura a evidenza pubblica, quindi una gara per l'affidamento». Esiste però anche la possibilità di affidare la concessione a un soggetto che presenta un project financing «che preveda – ha spiegato il direttore – oltre alla gestione anche una serie di interventi dal punto di vista strutturale della manutenzione straordinaria o altri generi di lavori». Trattandosi ora di un impianto a gestione diretta da parte del Comune – costruito tra l'altro con denaro pubblico, con il campo appena riqualificato grazie a un importante finanziamento regionale – la possibilità di darlo in gestione a un soggetto esterno dovrà essere vagliata dal Consiglio comunale. Poi un contratto andrebbe a disciplinare i confini dell'utilizzo. Dare in gestione lo stadio, ad esempio, per 20-25 anni, significherebbe lasciare al gestore privato anche la possibilità di organizzare eventi diversi da quelli previsti dall'attività della Triestina, quindi altri eventi sport ivi e pure musicali. Questo senza doversi confrontare con il Comune. L'accordo Comune-Triestina prevede che il Rocco ora sia a disposizione del Comune dal 20 maggio al 30 giungo per lo svolgimento degli eventi musicali. Per lo stesso periodo l'Unione ha già ottenuto dalla Lega Pro l'autorizzazione a disputare le partite di play off allo stadio Omero Tognon di Fontanafredda. Oggi a Benevento il verdetto a riguardo.
  18. VENERDÌ 17 MAGGIO 2024 - Nell'ambiente alabardato continua a esserci grande fiducia in vista della partita di ritorno di domani a Benevento (inizio 20.30), nella quale la Triestina dovrà per forza vincere per qualificarsi e accedere al secondo turno della fase nazionale dei play-off. Come scrive Antonello Rodio oggi su "Il Piccolo", lo hanno detto tecnico e giocatori subito dopo il match del Rocco, lo ha dimostrato la società organizzando un volo charter per andata e ritorno immediato per agevolare la squadra e predisponendo le strutture di sicurezza a Fontanafredda per le eventuali prossime gare. Ma per pensare ai turni successivi bisogna prima vincere al Vigorito: cosa deve fare l'Unione per riuscire nell'impresa? Ovviamente sarà Bordin a decidere tattica, formazione e strategie che riterrà opportuni, ma qualche considerazione si può già farla. Per spiegare il calo nella ripresa di martedì, il tecnico ha parlato di un'inevitabile stanchezza fisica a causa della partita ravvicinata col Giana, ma in questi casi conta anche la stanchezza psicologica di giocatori non proprio abituati ad affrontare ogni tre giorni partite da dentro o fuori. Per dare freschezza nella partita di andata, Bordin ha saggiamente apportato molte modifiche inserendo elementi importanti che non giocavano da tempo: sicuramente freschi sul piano fisico, ma senza il ritmo partita per durare a lungo. È il caso, ad esempio, di D'Urso e Redan, ma anche dello stesso Petrasso. Bisogna, in sostanza, scegliere che strada prendere per domani: privilegiare la brillantezza iniziale che non dura a lungo o puntare sulla solidità per tenere il risultato e poi giocarsi tutte le fiche di qualità e velocità nel finale? È tutta qui la chiave per riuscire a risolvere il rebus del Vigorito, perché avere una squadra che si fa a tutta birra 90 minuti è impossibile. Sarà pertanto fondamentale la scelta dei singoli da parte di Bordin, soprattutto dalla cintola in su, anche alla luce delle loro condizioni fisiche dopo il primo round di martedì. Proprio per quello che hanno speso martedì, potrebbe anche essere che D'Urso e Redan vengano utilizzati nel finale, con meno minuti da giocare e squadre più stanche, in modo da poter fare la differenza. Con questa soluzione, potrebbe essere El Azrak a partire dal primo minuto, mentre in attacco potrebbe essere il momento di Vertainen, con la sua fisicità capace di fare a sportellate con la difesa avversaria, oltre a offrire qualche potenziale pennellata di qualità. E poi c'è Lescano che in fondo ha segnato 16 gol in regular season, anche se ultimamente è stato messo un po' da parte: il suo feeling con la rete potrebbe tornare utile, ma si è visto più volte che fa fatica a entrare in partita in corso. Senza dimenticare Minesso, che in questi play-off sta ammirevolmente sgobbando e macinando chilometri. Il pallone però verso gli attaccanti bisognerà portarlo: a centrocampo si è visto come Bordin non possa rinunciare a Correia e Vallocchia (anche se Fofana e Celeghin sono serie alternative), ma sugli esterni quasi sicuramente si rivedrà la verve di Pavlev, che giocherà a sinistra se Germano come pare s arà confermato a destra. In difesa invece non ci sono problemi di scelta: la retroguardia schierata martedì, con il rientro di Struna e Malomo messo a destra, ha tenuto bene, e nel caso c'è sempre un Moretti affidabile da utilizzare.
  19. GIOVEDÌ 16 MAGGIO 2024 - «In finale ci vogliamo arrivare. Forlì è forte ma abbiamo consapevolezza dei nostri mezzi: la serie contro Torino ci ha dato risposte significative, noi ci crediamo». Stefano Bossi, intervistato da Lorenzo Gatto alla vigilia della gara-uno in programma domenica alle 18 alla Unieuro Arena, non si nasconde. La squadra arriva a queste semifinali in fiducia, grazie al rotondo 3-0 strappato alla Reale Mutua Torino, risultato propiziato dal doppio successo strappato dai biancorossi al PalaRuffini. «Vincere due partite in trasferta è stato un segnale per noi importante – sottolinea Stefano – ci è servito per capire che affrontare questi play-off senza l'ausilio del fattore campo non determina necessariamente l'esito della serie. Certo, vincere a Forlì non sarà semplice, ma lo abbiamo fatto per due volte a Torino e possiamo ripeterci. Alla fine quello che il nostro giemme Michael Arcieri ha sempre ripetuto anche nei momenti più difficili si sta rivelando esatto. La cosa importante era arrivare pronti nel momento decisivo della stagione». Difficile, però, spiegare l'evoluzione di una squadra che, dopo aver balbettato nel corso di stagione regolare e fase a orologio perdendo praticamente tutte le sfide in trasferta contro le dirette concorrenti alla promozione, ha improvvisamente cambiato marcia. «In realtà è meno difficile di quanto si pensi – continua Bossi – semplicemente siamo tornati al completo nel momento decisivo e stiamo sfruttando al massimo il potenziale di una squadra che, non dimentichiamolo, in fase di presentazione del campionato era considerata da tutti come una delle grandi favorite per la promozione. Perdere certe partite non ci ha fatto piacere, avremmo potuto anticipare il recupero di alcuni giocatori ma la scelta di aspettarli per ritrovarli in buone condizioni sta pagando. L'assenza di Reyes e Vildera si è fatta sentire, la mancanza di un giocatore di esperienza come Filloy è stata fondamentale ma oggi stanno bene e questo può fare la differenza. Le loro assenze hanno fatto crescere tutto il gruppo: in queste partite di play-off chi come me, Ferrero o Deangeli spende qualche minuto in meno sul parquet è pronto a dare tutto in pochi minuti sfruttando proprio le maggiori responsabilità che si è trovato a gestire nei mesi scorsi». Sulla prossima avversaria, parole di grande rispetto da parte di Bossi. «Si meritano tutto il nostro rispetto e la nostra considerazione – conclude Stefano – hanno vinto stagione regolare e coppa Italia grazie a un impianto di gioco estremamente efficace. L'infortunio di Allen, inevitabilmente, peserà ma hanno un roster di qualità con tanti italiani che possono giocare da protagonisti sopperendo all'assenza del loro straniero». - Dopo la prova mediocre, per usare un eufemismo, di sabato con la Giana Erminio in pochi si sarebbero aspettati una Triestina capace di mettere in difficoltà una corazzata come il Benevento. Lo scrive Antonello Rodio: in pochi anche nei 4.300 tifosi (non una folla) che, nonostante la diretta tv in chiaro, hanno acquistato il biglietto per sedersi al Rocco martedì sera. Ma si sa che lo zoccolo duro triestino non si tira indietro, nonostante le delusioni, e questo è un aspetto positivo nel presente e in chiave futura anche se ci si aspetta una platea più corposa. La Triestina ha mostrato due facce: quella brillante sia nel gioco che nel risultato (e il raddoppio sarebbe stato meritato) e quella oggettivamente in affanno quantomeno dopo il pareggio-prodezza di Lanini. Il pubblico addossa la responsabilità ai cambi operati da Bordin. Certamente le scelte del tecnico hanno avuto un peso ma vanno contestualizzate. In fondo le scelte di giocare con un fronte offensivo mai visto (D'Urso-Minesso-Redan) che potevano suscitare perplessità si sono rivelate azzeccate. Il pressing di questi giocatori brevilinei, la capacità e la qualità di fraseggiare palla a terra, la freschezza di uomini meno utilizzati nella parte finale del campionato hanno creato non poco imbarazzo ai campani. Quindi, per quanto riguarda il tecnico, è stata ottima la lettura nella preparazione della gara, meno quella in corso di partita. Non ci sarà mai controprova, perché esiste anche un avversario con tante frecce al suo arco, ma il sacrificio di un Minesso ancora pimpante, il mancato ingresso di una punta (Lescano o meglio ancora Vertainen) capace di far abbassare un po' meno la linea, l'utilizzo di Ballarini con pochissimi minuti nelle gambe, non hanno mitigato la pressione del Benevento. E nella contingenza va sottolineata con il giusto peso la defezione di Agostino, la cui sostituzione ha tolto la possibilità di utilizzare un giocatore fresco in più nel finale in sofferenza. È evidente poi che l'esperienza di Auteri (mister con cinque campionati vinti un po' come Tesser) nelle accese contese dei play-off si è vista soprattutto nei cambi offensivi. Il mister dei campani ha tolto le punte meno mobili (Ferrante) per inserire giocatori più agili e di talento come Ciciretti e la scelta ha modificato il trend della partita nei 20' finali. Ma il down della Triestina nell'ultima mezz'ora ha una spiegazione più strutturale. L'Unione era reduce da un match concluso martedì sera, il Benevento era fermo da oltre due settimane. E si sa quanto le squadre di C soffrano anche in campionato i turni infrasettimanali. Così Bordin, e lo ha dichiarato, ha sì inserito forza fresca in avvio ma anche giocatori (Redan, D'Urso, Struna e lo stesso Petrasso) che non disputavano da settimane una gara dall'inizio. E questo aspetto, assieme al grande lavoro svolto in pressing, ha sfiancato soprattutto Redan e D'Urso (peraltro anche ai bei tempi usciva dopo un'oretta) la cui qualità si è vista in modo palese. Questi due elementi assieme agli aggiustamenti di un avversario strutturato e con la panchina lun ga, spiegano il finale alabardato in affanno. L'importanza di essere teste di serie in questo turno non dà solo il vantaggio di avanzare anche in parità ma quello di poter risparmiare un turno. Non è un caso che tutte, Benevento a parte, martedì sera si siano imposte fuori casa. La Triestina, e questo è un deficit ascrivibile a squadra e allenatore, si è mangiata con Virtus Verona, Novara e Padova la chance di essere la migliore quarta. Nell'ottica tuttavia del match di sabato al Vigorito questo squilibrio atletico-mentale di partenza tra le due contendenti non ci sarà. La società peraltro ha costruito le migliori condizioni possibili per limitare al massimo i disagi della trasferta. E poi il Benevento, che resta favorito per il passaggio ai quarti per effetto del risultato e per il vantaggio ambientale, martedì al Rocco ha dimostrato dopo la rete di Redan una vulnerabilità sorprendente per una formazione costruita per scalare la categoria. Insomma all'Unione sabato sera, con l'obbligo di vincere, servirà comunque un'impresa ma in 90' di clima play-off è possibile. Se tutti ci credono. E a questo proposito il club ieri ha fatto due scelte che vanno nella direzione di creare le condizioni migliori per proseguire nell'avventura play-off. Per limitare al massimo i disagi della trasferta il club ha deciso di affrontare la trasferta con un oneroso volo charter da usare all'andata e al ritorno (utilissimo in caso di passaggio del turno con la partita già martedì) consentendo a Bordin la rifinitura domani mattina. La società inoltre fa sapere che a spese proprie sta predisponendo le strutture di sicurezza a Fontanafredda per consentire lo svolgimento delle eventuali prossime gare con il pubblico e non a porte chiuse. Due segnali inequivocabili sullo sforzo di tutti per andare fino in fondo. O almeno di non lasciare nulla di intentato.
  20. MERCOLEDÌ 15 MAGGIO 2024 - Solo una prodezza di Lanini, una traversa e un palo tolgono alla Triestina la gioia di una sorprendente vittoria. Come scrive Ciro Esposito su "Il Piccolo", il pari tiene aperto ancora aperto il discorso qualificazione al secondo turno dei play-off ma mette il Benevento in pole position. Ai campani sabato al Vigorito basterà non perdere. Bisogna tuttavia dar atto a Bordin e ai suoi ragazzi di aver fatto vedere un gran primo tempo timbrato da Redan e una ripresa ordinata e in sofferenza solo nel finale legittimando comunque il risultato e la sua forza. LE FORMAZIONI Bordin si avventura in un turnover pesante che sorprende tutti. In difesa torna Struna al centro e Malomo va destra e Rizzo a sinistra. Il sacrificato di turno è il giovane Moretti. Sulle fasce Petrasso viene opzionato a destra al posto di Germano che va sull'altra fascia mentre le uniche conferme sono Vallocchia e Correia. Ma la vera rivoluzione è nella fase offensiva affidata al redivivo D'Urso (scelta alla fine azzeccata) e alla coppia inedita composta da Redan e Minesso. Auteri risponde con il suo classico 4-3-1-2 che ha in Lanini e Ferranti le frecce offensive. INIZIO OK L'Unione comincia con buon piglio e un interessante pressing alto e davanti sale in cattedra D'Urso con alcuni cross morbidi che mettono in difficoltà la retroguardia campana ma non sono raccolti dai compagni. Con il passare dei minuti sono tuttavia i ragazzi di Auteri a pungere con alcune verticalizzazioni ispirate da Pinato. Una volta superato il primo pressing infatti gli ospiti si trovano praterie per avanzare verso la porta di Agostino. IL VANTAGGIO Il Benevento dopo il 20' dà la sensazione di poter affondare ma insiste troppo con le conclusioni imorecise. E la Triestina punisce i campani. Vallocchia trova un ottimo assist per Redan che di destro fredda Paleari (25'). L'Unione è in un momento favorevole e una punizione dai venti metri ben calciata da Petrasso sfiora l'incrocio dei pali. PALO E TRAVERSA Gli alabardati insistono e vanno vicinissimi al raddoppio al 30': D'Urso innesca il contropiede, Vallocchia incespica e sulla conclusione deviata di Germano la palla finisce sul palo. Passano 3' e una staffilata dalla distanza di Vallocchia sbatte sulla traversa. Il Benevento è in sofferenza davanti a un'Unione che gestisce con precisione la palla. La Triestina chiude meritatamente in vantaggio un'ottima prima frazione. LA RIPRESA L'Unione apre le danze con un sinistro velenoso di D'Urso che finisce a lato non di molto. Ma l'Unione comincia ad abbassarsi sotto la spinta dei campani. Le energie di D'Urso e anche Redan cominciano a venire meno e la qualità delle giocate scende. Purtroppo Agostino, fin al momento impeccabile si infortuna. Entra Matosevic. Auteri inserisce Ciciretti per Ferrante. Come vuole la logica il Benevento tiene l'iniziativa ma è approssimativo nella fase di rifinitura anche perché gli labardati si difendono con ordine. LE STAFFETTE Bordin cambia uno stanco e bravissimo D'Urso con Ballarini mentre El Azrak prende il posto di un generoso Minesso. I due entrati si posizionano alle spalle di Redan. Le squadre sembrano entrambe in sofferenza atletica e il ritmo si abbassa ma anche crescono gli spazi. LA PRODEZZA Al Benevento serve un colpo e lo trova al 30' con un destro a giro di Lanini sul quale Matosevic non può nulla. Davvero una prodezza che rilancia le ambizioni dei campani e mortifica gli alabardati. Bordin dà il cambio a Struna e Petrasso con Ciofani e Anzolin. IL FINALE Il Benevento nel finale si mette a fare la partita e Matosevic si supera in due occasioni bene e in modo eccellente su Ciciretti. Va bene così con qualche rimpianto - Entra nel vivo la preparazione della Pallacanestro Trieste in vista della semifinale play-off che da domenica, palla a due alle 18 sul parquet della Unieuro Arena, vedrà i biancorossi in campo contro Forlì. Lo scrive Lorenzo Gatto: buttatasi alle spalle la serie contro Torino e il secco 3-0 che le ha consentito di proseguire il suo cammino verso la promozione, la formazione di Jamion Christian sta lavorando per preparare una serie che, visto il valore di un'avversaria che ha vinto stagione regolare e Coppa Italia, eleverà il livello di difficoltà sul parquet. Da una parte una Trieste che sta bene, ha ritrovato l'organico al completo e una grande fiducia nei suoi mezzi, dall'altra una Forlì che sta faticosamente cercando di trovare nuovi equilibri nelle rotazioni dopo l'infortunio che l'ha privata di Kadeem Allen. Contro Vigevano, eccezion fatta per la gara malamente persa in gara3, la formazione di Martino ha confermato di possedere un impianto di gioco solido nel quale gli italiani, a turno, hanno saputo recitare un ruolo da protagonisti. Biancorossi che lavoreranno sul parquet del PalaTrieste ancora per tre giorni poi, ricalcando il programma dei quarti di finale contro Torino (un po' di scaramanzia non guasta mai) partitanno in direzione Romagna per affrontare gara1 e il secondo episodio della serie in programma martedì 21 maggio alle 20.30. Poi il ritorno a casa per gara3, si gioca venerdì 24 maggio alle 20.30 e l'eventuale gara4 di domenica 26 maggio alle 18. PREVENDITA Parte la vendita dei biglietti delle semifinali sia al PalaTrieste che nella Filiale BCC Venezia Giulia di via Roma 18. In questa prima fase, che va da oggi a lunedì 20 maggio, tutti gli abbonati "Rebirth" potranno confermare oppure cambiare il proprio posto. PalaTrieste operativo oggi, domani e venerdì dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16 alle 19.30. Lo sportello Bcc, sempre nelle giornate di oggi, domani e venerdì sarà aperto invece dalle 10.30 alle 13.30. La conferma del proprio posto sarà possibile, da oggi fino a domenica 19 maggio, anche on line sul circuito Vivaticket inserendo il codice abbonato. PROGRAMMA Unieuro contro Trieste e Cantù contro Udine sono le semifinali del tabellone Oro. Nel tabellone Argento, Trapani sfida la Tezenis Verona mentre la Fortitudo Bologna se la dovrà vedere con la Sebastiani Rieti.
  21. MARTEDÌ 14 MAGGIO 2024 - Scampata per un soffio all'eliminazione sabato scorso con la Giana, la Triestina da stasera rimette le sue fiches sul tappeto della roulette dei play-off. Come scrive oggi Antonello Rodio su "Il Piccolo", alle 21, con diretta su Raisport, l'Unione ospita al Rocco il Benevento (arbitra Caldera di Como), la squadra campana che la sorte ha riservato agli alabardati per questo primo turno della fase nazionale. Come noto, ci si gioca la qualificazione con partite di andata e ritorno (sabato il secondo round a Benevento), ma nel complesso dei 180 minuti la Triestina dovrà necessariamente fare un gol in più degli avversari, che sarebbero invece qualificati a parità di reti in virtù del miglior piazzamento in regular season. Come tutte le gare dei play-off, tutto vivrà sull'equilibrio, i nervi e gli episodi, ma serve anche una conoscenza profonda dell'avversario. Proprio per questo, nonostante le poche ore a disposizione, mister Bordin assicura di aver già inquadrato le caratteristiche del Benevento: «Avevamo già visto alcune situazioni delle eventuali avversarie se avessimo passato il turno e tra queste anche il Benevento. Si tratta sicuramente di una buona squadra, che pratica il 3-4-3 o il 3-4-2-1: è una compagine molto tecnica che costruisce bene dal basso ma è abile anche nelle ripartenze, con giocatori importanti di qualità che hanno fatto categorie superiori. Insomma un avversario da affrontare con il piglio giusto. Ma noi giochiamo nel nostro stadio davanti ai nostri tifosi e vogliamo fare una buona prestazione». Alla domanda se, analizzando il Benevento rispetto a quelle che sono le caratteristiche dell'Unione, prevale la preoccupazione o la fiducia, Bordin preferisce sottolineare un altro concetto: «Direi che prevale piuttosto l'atteggiamento giusto che dobbiamo avere in campo, ovvero quello propositivo nel voler fare la partita. Per noi è importante non abbassarci come abbiamo fatto nel secondo tempo contro la Giana, anzi dobbiamo rimanere alti e cercare la riconquista della palla. È ovvio che non sarà semplice, ma dobbiamo provare a farlo. E di sicuro dobbiamo essere più propositivi rispetto all'ultima partita». Il tecnico alabardato non vuol nemmeno sentir parlare di gestione nell'ottica dei 180 minuti: per lui al momento esiste solamente il match di stasera, tutto il resto verrà dopo: «Non ragioniamo nell'ottica dei due incontri, meglio concentrarsi esclusivamente su questa partita che al momento è quella più importante. In questa o in quella di ritorno dovremo cercare di fare un gol più di loro per centrare la qualificazione, anche se non sarà semplice: concentriamoci per fare una buona gara e per cercare di vincerla in casa nostra, poi si penserà alla prossima». Sul fronte formazione mistero assoluto e Bordin non fa trapelare nulla, se non il rientro in gruppo di Celeghin, che con la Giana era in panchina per onor di firma causa un problema al ginocchio. Anche in considerazione degli impegni ravvicinati, è possibile che il mister cambi qualcosa. Non in difesa, dove davanti ad Agostino dovrebbe esserci il solito trio formato da Moretti, Malomo e Rizzo. Su gli esterni favorito ancora Germano a destra mentre Anzolin o Petrasso avanzano una candidatura sulla sinistra come alternativa a Pavlev. In mezzo non si dovrebbe prescindere da Correia e Vallocchia, assieme a loro Fofana se El Azrak verrà avanzato a fianco di una punta (Lescano o Vertainen), altrimenti lo stesso El Azrak e davanti due attaccanti fra Vertainen, Lescano e Minesso. LE ALTRE PARTITE. Stasera, ma con inizio alle 20.30, si giocano anche le altre partite di andata del primo turno della fase nazionale dei play-off. In questa tornata entrano in scena le terze classificate, quindi anche il Vicenza di Vecchi che sarà impegnato a Taranto. Queste le partite in programma: Atalanta U23-Catania, Juventus Next Gen-Casertana, Taranto-Vicenza, Perugia-Carrarese. - È stato l'ultimo ad arrendersi nella serie che la sua Torino ha giocato contro Trieste. Nel palasport che lo visto crescere e muovere i primi passi di una carriera che lo ha ormai consacrato play di assoluto livello per la categoria, Matteo Schina (intervistato da Lorenzo Gatto) è stato fiero avversario dei biancorossi. L'eliminazione subita nei quarti di finale, lo costringerà a vivere da spettatore questi play-off nei quali, seguendo il cuore, farà il tifo per la sua ex squadra. «Credo che Trieste abbia meritato la qualificazione perché si è presentata meglio e con la giusta fiducia alla fase decisiva della stagione. Noi, dalla sconfitta con Orzinuovi in poi, abbiamo avuto un netto calo: in questi play-off abbiamo recuperato energie e voglia di combattere, purtroppo non è bastato. Nei momenti decisivi, penso alle bombe di Filloy e Brooks in gara2 e al finale di partita in gara3, Trieste si è dimostrata più cinica». Passato il primo turno, si staglia all'orizzonte il profilo dell'Unieuro Forlì. La squadra che, assieme a Trapani, ha dominato stagione regolare e fase a orologio impreziosendo la sua annata con il successo della Coppa Italia ma che arriva a giocarsi la promozione senza il fondamentale apporto di Kadeem Allen. Un'assenza dal peso specifico enorme che rende quanto mai incerta la serie. «Sono dell'idea che Trieste si possa divertire – continua Schina – Con le due vittorie a Torino ha dimostrato che il fattore campo non è più così importante e che le trasferte non le fanno paura, in casa poi l'impatto del PalaTrieste resta un aspetto importante. Non mi sbilancio, se non altro per scaramanzia, ma credo che possa giocarsi le sue carte per proseguire il suo cammino in questi play-off». Play-off che proporranno sfide di grande interesse. «Dall'altra parte del tabellone Trapani-Fortitudo Bologna sembra una finale annunciata. La Fortitudo, al netto dell'infortunio che priverà Rieti di Hogue, resta la favorita per il fattore campo e l'ottima stagione disputata, Trapani è partita per vincere e sta rispettando i pronostici di inizio stagione. Tutta da vivere e da gustare, invece, la sfida tra Cantù e Udine. Credo sarà la serie più bella e combattuta, con due squadre che hanno fatto della qualità del gioco il punto di forza. Roster profondi, gioco corale, giocatori di esperienza che sapranno interpretare al meglio queste partite: difficile indicare chi saprà guadagnarsi la finale». Chiusa una stagione estremamente positiva, ancora da designare il futuro di Schina. «Il prossimo anno? Non so ancora niente, devo capire cosa vorrà fare Torino, direi che è ancora presto per stabilire dove giocherò».
  22. (OT) Di Forlì-Trieste parliamone nel topic relativo, questo usiamolo solo per le altre discussioni inerenti ai playoff
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