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Verso la vita artificiale


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SU SCIENCE

Un balzo in avanti verso la vita artificiale

Creato in laboratorio l'Xna (acido Xenoribonucleico),

un vero e proprio nuovo materiale genetico

Da oggi l’alfabeto della vita ha sei lettere in più, ma il loro numero potrebbe essere destinato a crescere. Alle quattro molecole dalla cui combinazione derivano tutte le informazioni indispensabili allo sviluppo, al mantenimento e all’evoluzione della vita, note con le loro iniziali A,T,G,C, se ne aggiungono infatti altre. Create in laboratorio, sono capaci di dare origine a un polimero che come il DNA è capace di immagazzinare informazioni, trasmetterle ed evolversi.

GLI STUDI - La rivista Science pubblica infatti uno studio, e ne cita altri due, presentati al meeting di primavera dell’American Chemical Society, con cui ricercatori britannici, giapponesi e statunitensi sono riusciti per diverse strade a inserire elementi nuovi nel DNA. Cambia, tra i diversi esperimenti, la natura di queste molecole e la fedeltà con cui le nuove informazioni vengono trascritte. Nel Laboratorio di biologia molecolare del Medical Research Council britannico, a Cambridge, Philipp Holliger è lo scienziato che si è spinto più in là. Insieme con altri colleghi europei e statunitensi è infatti riuscito a produrre un nuovo materiale genetico, che ha subito ribattezzato XNA. Un nome che sta per acido xeno nucleico (xeno-nucleic-acid), sulla scia dell’acido ribonucleico (RNA) e desossiribonucleico (DNA), dalla cui interazione dipende da centinaia di milioni di anni la vita sulla terra.

LE IMPLICAZIONI- Ora le cose potrebbero cambiare? Gli esperimenti di questi scienziati potrebbero dare origine a forme di vita veramente nuove, più di quelle cui si poteva pensare riarrangiando semplicemente il DNA o costruendo nuove sequenze con il materiale esistente? Diego Di Bernardo, responsabile del programma di ricerca in biologia sintetica dell’Istituto Telethon di genetica e medicina (TIGEM )di Napoli, sottolinea l’importanza della scoperta: «È interessante perché dimostra che esistono altri polimeri oltre a DNA e RNA che possono essere utilizzati per trasmettere le informazioni genetiche». La sua interpretazione del lavoro dei colleghi d’oltremanica è però rassicurante: «Il fatto di utilizzare materiale diverso da quello presente in natura rappresenta un fattore protettivo» spiega l’esperto. Come si combattono con gli antibiotici i batteri per le loro caratteristiche diverse dalle cellule umane, o si distruggono le cellule tumorali puntando su ciò che le distingue da quelle sane, così l’uso di “mattoni” dell’informazione genetica diversi da quelli normalmente presenti in natura permette di distinguerli, e quindi anche di controllarli meglio. «Le applicazioni potrebbero essere moltissime, dalla medicina alle biotecnologie, ma attenzione» precisa il ricercatore napoletano: «siamo ancora molto lontani da tutto questo». Non solo non esistono ancora organismi artificiali a XNA, ma il materiale creato a Cambridge per ora ha dato prova delle sue proprietà solo al di fuori di un sistema biologico costituito dalle cellule e da tutti i loro meccanismi di controllo. Nessuno ancora può dire se funzionerà altrettanto bene inserito all’interno del DNA di un microrganismo, e tanto meno di un mammifero. Ancora più lontana è la possibilità che ne derivino nuove forme di vita. La fantascienza si avvicina, ma non è ancora realtà.

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