Vai al contenuto

atleticoiero

Utente semplice
  • Numero contenuti

    5.394
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    17

atleticoiero ha vinto l'ultima volta il giorno 22 Novembre 2022

atleticoiero ha avuto il contenuto più apprezzato!

Previous Fields

  • Città:
    Trieste

Visite recenti

Il blocco dei visitatori recenti è disabilitato e non viene mostrato ad altri utenti.

Obiettivi di atleticoiero

Stella nascente

Stella nascente (9/14)

  • Reacting Well
  • Dedicated
  • Very Popular Rare
  • First Post
  • Collaborator

Badge recenti

73

Reputazione Forum

  1. Credo assolutamente voluta, è la sconfessione più nuda e cruda del gioco posizionale e del guardiolismo.
  2. Comunque, per sfatare la storiella che vede il calcio di oggi immediocrito di talenti rispetto al passato, basta fare un piccolo confronto tra la Spagna vicecampione d'Europa del 1984 e quella di oggi. Credo che pochi giocatori della Spagna di allora giocherebbero in questa: Maceda e Goikoechea per i due centrali odierni (Le Normand e Laporte), Camacho per Cucurella, Santillana per Morata. In tutti gli altri ruoli è molto meglio la Spagna attuale. Mentre qualsiasi nazionale italiano di oggi non solo non sarebbe stato titolare nelle nostre nazionali degli Anni Ottanta, ma penso anche a quella del 2012. Segno che da noi c'è stato un tracollo evidente che non può essere riconducibile solamente ad un "cattivo passaggio" tra giovanili e calcio dei grandi. C'è stata una crisi endemica del nostro calcio che è iniziata con i primissimi Anni Novanta quando sono stati utilizzati modelli sbagliati nella formazione dei nostri calciatori e s sa, sbagliare è umano, perseverare è diabolico.
  3. Come ho già detto bisognerebbe chiedersi il perché sforniamo giocatori mediocri mentre in altre latitudini d'Europa no... non è che forse sono sbagliate le metodologie e l'idea stesso di calcio che hanno molti allevatori (non allenatori) italici?
  4. Comunque credo che un altro problema sia legata alla struttura personologica di molti allenatori italiani, dove dominano narcisismo e megalomania, soprattutto nei settori giovanili dove il carrierismo è all'ennesima potenza: troppa gente allena sé stessa e la propria carriera e non per "trasmette" qualcosa agli altri. Infatti nel nostro calcio l'allenatore ha un ruolo sovrabbondante e sopravvalutato mentre mancano altre due figure, essenziali nel fornire il giusto complemento al tecnico: l'istruttore o il maestro di calcio ed il direttore sportivo/tecnico.
  5. Qui concordo con numanecia: Lucca - Triestina del 2002 e Italia - Olanda del 2000 (vista in una saletta d'albergo dove volavano sedie dall'emozione) le metto sullo stesso pieno a livello di emozioni provate, qualcosa di indimenticabile!
  6. Secondo me si tende ad essere troppo severi con Sacchi nel 1994: alla fine, di riffa o di raffa, ci ha portato in finale ad un millimetro dalla vittoria finale (e Arrigo sportivamente ha sempre ammesso che il Brasile ha meritato di vincere perché ha giocato meglio, altri suoi colleghi avrebbero tirato fuori mille scuse), anche sulle convocazioni secondo me non fu una scelta totalmente campata in aria affidarsi ai blocchi Parma e Milan (perché conoscevano il suo calcio). La sua unica mossa veramente aberrante fu Signori tornante, scelta che ancora oggi pare veramente fuori dal mondo. Però, Spalletti ha fatto veramente molto peggio: dichiarazioni roboanti nei pre partita quasi da manicomio, confusione tattica (difesa a tre, difesa a quattro, difesa a tre e mezzo), giocatori messi totalmente fuori posizione, cambi senza senso, preparazione totalmente sbagliata. A me Spalletti invece ricorda a grandi linee il Trapattoni del 2002 che era partito per giocare in un certo modo (3-5-2) e poi dopo l'Ecuador impazzì completamente con moduli cervellotici (4-4-2 in linea, a rombo), scelte tattiche assurde (Doni tornante), sceneggiate da avanspettacolo (l'acqua santa). Ma in quel caso Trapattoni aveva una scusa: il gruppo aveva i nervi a pezzi dopo il 5 maggio, ovvero uno dei finali di campionati più provanti e stressanti della storia italiana che secondo me aveva anche minato lo spogliatoio azzurro, Spalletti no.
  7. Ecco: Espanyol (Javier Clemente), Malines (De Mos, tecnico geniale quanto sottovalutato), Marsiglia (Goethals), possibile che Arrigo soffrisse terribilmente (per qualche volta lasciaci le penne) squadre che praticavano un calcio molto simile al suo credo? Secondo me no... mentre il suo Milan era dominante contro squadre che avevano una filosofia molto diversa dalla sua (penso al Real Madrid ma anche al Barcellona di Cruijff).
  8. Ecco su queste cose sono più concorde ma c'è sempre un grosso equivoco di fondo: il calcio olandese non è l'Ajax! Esistono due scuole di pensiero molto diverse e spesso in conflitto tra di loro in Olanda: quella Ajax (modello Michels/Cruijff) impostata su marcature a uomo a tuttocampo e polivalenza degli interpreti e quella Feyenoord (modello Happel, che per giunta era austriaco), impostata su atletismo e rigore tattico collettivista e Sacchi ha senza ombra di dubbio copiato la seconda perché più assimilabile con il modello italianista, aggiungo che il modello Feyenoord fu studiato da quasi tutti i tecnici italiani degli Anni Settanta che però lo coerentizzarono solo in piccolissima parte, quindi anche su questo fatto Sacchi seguì una traccia seguita già da altri allenatori italiani (la generazione dei Trapattoni, Radice, Bersellini, ecc.).
  9. Da un buon talebano del sacchismo fai un sacco di confusione parlando per luoghi comuni: 1. Il mantra "vittoria in casa e pareggio fuori" non era esclusivo del calcio italiano ma un po' di tutto quello europeo dai Sessanta in avanti, Valeri Lobanovski è stato forse il tecnico che più di ogni altro ha esaltato questo approccio. 2. L'Ajax di Michels non giocava a zona e nemmeno con il fuorigioco (specialità delle squadre fiamminghe) bensì con marcature a uomo individuali e libero bello staccato dietro (Vasovic prima Blankenburg dopo). Lo stesso Crujiff nella sua autobiografia esalta il ruolo del libero staccato che lui considera fondamentale nella sua idea di calcio (Koeman nel Dream Team cos'era). Come vedi Arrighe non c'entra nulla con questo calcio. 3. Il Milan non ha nascosto nessuna palla al Bernabeu nel 1989 (partita che avrò rivisto svariate volte), giocó con un grandissimo pressing e difesa alta, con ripetuto utilizzo del fallo tattico, il possesso palla era sempre del Real che però giocava per linee orizzontali. Oggi un approccio del genere sarebbe del tutto inapplicabile.
  10. La Juventus infatti aveva una concorrenza molto più serrata in Europa che quel Milan non aveva (discorso diverso in patria). Io credo che l'Amburgo del 1983 avrebbe messo con le chiappe all'aria Arrigo come ha fatto Goethals con il Marsiglia.
  11. Semplicemente Van Basten era un discepolo di Cruijff che con il calcio di Arrigo c'entra come cavoli a merenda. Van Basten nell'Ajax con Cruijff giocava centravanti arretrato, non mi risulta che questo sia stato il suo ruolo al Milan dove doveva fare il lavoro del Delvecchio di turno. Poi Ancelotti, con tutto il rispetto, non mi sembra che applichi i principi del sacchismo (a parte nei primissimi anni di carriera), anzi viene da molti considerato l'erede di Nereo Rocco...
  12. L'articolo ha uno spunto molto importante: Arrigo si è ispirato alla "corrente fredda" del Calcio Totale (Happel, Lobanovski, Goethals) e non a quella "calda" (Michels, Crujiff, Guardiola). Mentre un luogo comune tutto italiota dice che Sacchi è stato il "ponte" tra l'Olanda degli Anni 70 e Guardiola. In Spagna se dici una castroneria del genere ti ridono in muso.
  13. È stata una rivoluzione (riuscita solo in parte però) solo per noi italiani che calcisticamente ci eravamo autoisolati dal resto del calcio europeo dai primi Anni Sessanta sviluppando un calcio assolutamente anomalo (e che ha portato pur con mille contraddizioni non pochi risultati). In Spagna gli effetti del sacchismo sono stati pressoché nulli, idem in Francia ed in Inghilterra (scuola calcistica da sempre isolata e insulare). L'unico paese che ha adottato spunti da quel modello è la Germania (non a caso scuola calcistica che era strutturata in modo simile da quella italiana). Non parliamo dell'Europa dell'Est...
  14. L'ha cambiato notevolmente in peggio ma la colpa è stata di chi ha copiato le sue linee basilari senza capire quali implicazioni portassero... ma è un discorso lungo.
×
×
  • Crea Nuovo...
×
Il Forum di Elsitodesandro
Indice
Attività
Accedi

Accedi



Cerca
Altro
×