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atleticoiero

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  1. O un flop od il classico fuoco di paglia, del resto qualsiasi giocatore italiano abbia giocato all'estero rimarca l'abisso che c'è a livello tattico tra il calcio italiano e quello degli altri paesi europei e con questo non voglio dire che altrove siano arretrati, semplicemente lavorano in un modo diverso principalmente perché negli altri paesi europei i ruoli in campo non sono così standardizzati e codificati come da noi.
  2. Ma il calcio inglese è un calcio completamente diverso dal nostro, dove il fattore tattico conta enormemente meno e per questo si può fare a meno della preparazione estiva che invece è fondamentale in Italia dove si incubano i principi tattici chiave che sorreggono una squadra per tutta la stagione. Credo invece che la grande contraddizione del calcio italiano sia quella che Lorsignori (Coverciano e dintorni) auspicano sempre di giocare un calcio "diverso" senza però rinunciare alle sue due prerogative cardine: tatticismo e specialismo.
  3. Come da noi chi viene da fuori si adatta al calcio tatticista di casa nostra, non ci vedo niente di male né da una né dall'altra parte...
  4. La Premier è una gigantesca "lavatrice"... poi io non capisco la gente che vuole e pretende di vedere lo stesso tipo di calcio in tutti i campionati e a tutte le latitudini. Semplicemente ogni campionato ha la sua storia, ogni paese ha il suo modo di vedere il calcio e questo è secondo me il bello. Quindi da parte mia ben vengano gli zero a zero e le partite tese e tattiche...
  5. La Triestina conosce una seconda fase di fortune calcistiche proprio quando dopo Osimo viene liquidato il gruppo moroteo e Trieste deve ripensare il suo modello di sviluppo. Ritorna in auge la Trieste "liberal nazionale" e la squadra di calcio poteva rappresentare un importante vettore di consensi. Se non sbaglio lo stesso Cecovini, allora sindaco in quota LpT, fu ad un passo a diventare presidente della Triestina.
  6. "Trieste cara al cuore degli italiani" sì come no... se noti il cambiamento delle fortune della Triestina ed il suo passaggio di testimone con l'Udinese coincidono con due avvenimenti di politica interna, uno regionale ed uno più strettamente locale: - L'accorpamento della Venezia Giulia con il Friuli, scelta voluta dalla DC per prendersi i voti del Friuli rurale in gran parte cattolico. Questo fatto con il boom economico degli Anni Sessanta sposta di fatto il baricentro dell'economia verso il Friuli. - Il passaggio della segreteria triestina dal gruppo di potere legato a "Lagrima" Bartoli (di fatto contiguo ai settori "liberalnazionali" e molto vicini al mondo missino) ai "giovani rampanti" morotei (i vari Guido Botteri, Sergio Coloni, Corrado Belci), di fatto il vecchio UZC passa dal controllo andreottiano a quello moroteo, gruppo di potere che aveva altri interessi di potere a Trieste volto a "normalizzare" la situazione triestina ed inserirla nel contesto del Friuli cattolico ma anche in quello della vicina minoranza slovena.
  7. Un libro che non vedo l'ora di leggere e che secondo me sfaterà tutta le storiografia di marca "liberalnazionale" che sta attorno alla Triestina.
  8. Esatto, proprio così, tutte cose introdotte da Kovacs negli Anni Settanta quando era CT della Francia.
  9. E cosa c'entra? i centri federali in Francia, copiati dalla Romania di Ceausescu su precisa volontà di Stefan Kovacs, esistono dagli Anni Settanta...
  10. In parte concordo, il calcio tedesco e quello italiano almeno dagli Anni Sessanta fino ai giorni nostri di fatto si sono evoluti/involuti in parallelo (segno che il nostro calcio è in realtà molto più simile a quello mitteleuropeo che a quello latino). La loro "fortuna" è stato l'assorbimento della ex DDR che ha permesso loro di aggiungere quel quid di programmazione sportiva in più. Però per il resto la le loro facoltà (in Germania il calcio è materia universitaria) sforna tecnici preparatissimi sul piano tattico e didattico (e secondo anche più avanguardisti dei nostri., Nagelsmann è l'ultimo esempio..) ma carenti in tutto il resto, soprattutto sugli insegnamenti dei fondamentali.
  11. La cosa che mi colpisce in negativo dei giocatori in maglia azzurra è la completa assenza di personalità quando l'avversario ti mette in difficoltà, tutte cose che a mio avviso sono imputabili a due fattori strettamente interconnessi: - Scarsa esperienza internazionale in partite da dentro-fuori. - Giocatori abituati di base al collettivo e al sistema, incapaci di fuoriuscire da un determinato spartito e canovaccio tattico.
  12. Il punto non è "abiurare dalla tradizione", cosa che a mio avviso significa poco perché il calcio è sempre in eterno mutamento ed il calcio italiano nella sua storia è sempre cambiato moltissimo. Il punto è che in Italia da trent'anni si usano metodologie sbagliate nella formazione dei giocatori: si allena solo ed esclusivamente il collettivo e la squadra e si tralascia tutto il resto. Paesi che non utilizzano questa metodologia (Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra), continuano a sfornare talenti nonostante il calcio moderno, la velocità, ecc. Paesi come Italia (ma anche Germania, Olanda), tutti movimenti calcistici che a livello giovanile puntano di più sulla tattica collettiva che quella individuale, continueranno a produrre gentaglia mediocre anche nei prossimi decenni finché non invertiranno la rotta. Qualcuno in federazione (Viscidi) sta alzando la voce, tutte cose che io con tutti i miei limiti e scarsissima esperienza calcistica ripeto da almeno un decennio...
  13. Condivido anche se per me Spalletti, oltre che un ottimo tecnico, è un grandissimo paraculo e ha sfruttato un'annata oggettivamente irripetibile: già nel girone di ritorno il suo Napoli è parsa squadra assai normale che ha campato di rendita grazie ad un'andata irripetibile e l'assenza completa di avversari credibili...
  14. Onestamente non vedo grosse colpe da parte del Sergente, se non quella di essersi accomodato su una panchina impossibile accanto ad un personaggio impossibile (DeLa), la sua parabola mi ricorda molto da vicino quella di Benitez post Mourinho....
  15. Le squadre italiane storicamente hanno avuto grandissimi attacchi, altro che tutti dietro e 1 a 0.... Giocare con il baricentro basso non significa per forza trascurare la fase offensiva se sai poi ricercare bene gli spazi perché credo che nessun allenatore al mondo punti a campare solo sulla difesa (o solo sull'attacco).
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