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S.Vito Pallacanestro + Megabasket: Basket Development Week & High Level Clinic, 20-25 giugno 2011 | Intervista a Dan Peterson da parte dell'Admin :-)


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Dal blog del Baldo, news succose!:

Save the date! Arriva a Trieste un clinic e un camp di assoluto livello nazionale

Questa volte le cose a Trieste sembrano proprio farsi in grande: il San Vito Pallacanestro, in collaborazione con Megabasket, prepara un giugno cinque stelle per gli addetti ai lavori e non, appassionati di basket.

Save the date..... dal 20 al 25 di Giugno il Palacalvola sara' il teatro ideale per un doppio appuntamento: il master di specializzazione per giovani cestisti e il clinic, diviso in tre giornate dal 23 al 25, con relatori di livello nazionale.

Il master e' un qualcosa di nuovo rispetto ai pre-confezionati canonici camp estivi, per la prima volta verra' data la possibilita' a selezionati cestisti di talento in erba, di usufruire dell'illuminata guida tecnica di coach e dimostratori (si hanno gia' avute le conferme di Antonello Riva, Michele Mian e Nello Laezza ndr.), per una intensa cinque giorni di approfondimento palla a spicchi. Autorevole direzione del master sara' quella di Alberto Tonut....ma di certo altre sorprese andranno svelate man mano, nella marcia di avvicinamento.

Il clinic a corollario di questo evento, se possibile brillera' di luce propria nei pomeriggi estivi e serali vissuti sempre al Palacalvola. Solo due nomi per esplicitare la portata dell'evento: Dan Peterson e Sergio Scariolo!

Ma il crescendo rossiniano che portera' a fine giugno, ha in serbo novita' e sorprese tutte da scoprire: relatori, dirigenti, giocatori, arbitri, giornalisti che hanno reso grande le ultime decadi cestistiche, in un caleidoscopio di argomenti che non potranno non calamitare l'attenzione.

La ciliegina sulla torta in onore della citta' ospitante l'evento, potrebbe essere un graditissimo ritorno, e neanche da “toccata e fuga”....

Vi invitiamo a restare collegati, intanto....SAVE THE DATE!

Raffaele Baldini

Ufficio Stampa

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La ciliegina sulla torta in onore della citta' ospitante l'evento, potrebbe essere un graditissimo ritorno, e neanche da “toccata e fuga”....

Sandro, questa me incuriosissi. Te sa qualcossa in più?

Al momento no te so dir de più, appena trapela qualche indiscrezion te fazo saver ;)

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Ulteriori news sul clinic e su tutto il resto del cucuzzaro, sempre dal blog del Baldo!

Nota di cronaca importante: il clinic è aperto anche ai non-allenatori!

HIGH LEVEL CLINIC: Palabra de Sergio Scariolo!

Il “Basket Development Week” organizzato dal San Vito Pallacanestro in collaborazione con Megabasket, regala agli appassionati, non solo il master camp gia' segnalato con 36 fortunati eletti giovani cestisti che potranno affinare il gioco sotto la guida di grandi personaggi, bensi anche un' appendice di lusso nelle giornate del 23-24-25 Giugno dal nome esplicativo: HIGH LEVEL CLINIC.

Le tre giornate saranno divise per argomenti, con relatori di clamoroso impatto, sia professionale che mediatico, un modo per intrigare maggiormente il nutrito gruppo di addetti ai lavori (garantiti crediti PAO dalla Fip ndr.), sciorinando tematiche ad ampio raggio, andando dalla mitica 1-3-1 di Dan Peterson e della lezione video del fido Fioretti, alla comunicazione in un team di Lucio Zanca, passando per la costruzione delle squadre con il numero uno dei manager Bruno Arrigoni.

Che dire poi dell'illuminata presenza del coach campione d'Europa con la Spagna Sergio Scariolo, pronto a spiegare i segreti sul pick&roll contro le difese che mandano sul fondo o di una lezione di Fabrizio Frates. Piatto ricco mediato dai due piu' antitetici protagonisti che si possa immaginare: l'arbitro internazionale Guerrino Cerebuch e Sergio Tavcar, la voce piu' genuina della pallacanestro!

Senza perderci in chiacchiere, il miglior modo per scolpire nella memoria l'evento dell'estate cestistica triestina (e italiana!) e' quello di presentare il programma:

CLINIC : Mediatore/presentatore : Sergio TAVCAR

GIOVEDI' 23/06/2011

- Sergio SCARIOLO (Head Coach Nazionale Spagnola) :Pick and roll laterale contro difese che invitano al fondo

- Lucio ZANCA (Manager sportivo professionista nel basket di serie A) : Coaching, comunicazione in un team

VENERDI' 24/06/2011

- Guerrino CEREBUCH (Arbitro Internazionale Fiba)

- Fabrizio FRATES (Head Coach Pallacanestro Reggiana – Reggio Emilia)

- Bruno ARRIGONI (Direttore Sportivo Pallacanestro Cantù)

SABATO 25/06/2011

- Mario FIORETTI (Assistant Coach Pallacanestro Olimpia – Milano): Lo scouting all'Olimpia Milano

- Dan PETERSON (Head Coach Pallacanestro Olimpia – Milano): "Zona 1-3-1" e "Attacco alla zona"

Il costo per le 3 serate complessivo e' di 90,00 euro se con prenotazione preventiva entro il 10 Giugno, costo di una serata 35,00 euro.

Prenotazione sul sito:

www.sanvitoevents.com

Raffaele Baldini

Ufficio Stampa

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Notiziona, che risponde alla domanda di gus di qualche giorno fa: al BASKET DEVELOPMENT CAMP, tra i vari dimostratori già citati (Carlton Myers, Michele Mian, “Nembo Kid” Antonello Riva, Nello Laezza, Sandro De Pol, Davide Cantarello) sarà anche presente una figura quasi "mitologica" da queste parti: Rich Laurel!

Il SDS, nella persona del sottoscritto, seguirà tutta la manifestazione attraverso articoli e interviste :) Il mio obiettivo è Dan Peterson :D

Infine, il video di presentazione:

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Ci sarà anche la presenza di Sergio Tavcar, come abbondantemente raccontato dal Baldo su Megabasket:

High Level Clinic: il grande cerimoniere Sergio Tavcar

Sergio Tavcar, un microfono senza filtri al Basketball Development Week!

Se qualcuno avesse modo di leggere la sua ultima fatica (o sfogo intellettuale), “La Jugoslavia, il basket ed un telecronista”, capirebbe non solo tanto di un basket ormai sepolto dagli eventi, cioe' quello della Jugoslavja unita dei fenomeni Cosic, Kikanovic, Dalipagic, Petrovic e tanti altri, bensi anche di un modo di intepretare il giornalismo sportivo senza filtri. Sergio Tavcar e' esattamente quello che sentivate per Tele Capodistria, diretto e un po' campanilista filo-sloveno (in senso sportivo ovviamente), con una punta di cinismo retaggio di un radicamento nel territorio triestino.

Sara' lui, assieme all'arbitro internazionale (triestino pure lui) Guerrino Cerebuch, ad essere il cerimoniere per la tavola rotonda-dibattito che animera' la seconda giornata dell' “HIGH LEVEL CLINIC” del 24 Giugno, assieme a coach De Raffaele e al n.1 dei manager in Italia Bruno Arrigoni. Si si, avete capito bene, l'uomo divenuto famoso per apostrofare una giacchetta grigia con “ma quello e' matto” durante le telecronache, siedera' a fianco di un alto esponente “della specie” per regalare brillanti spunti di discussione.

Sergio Tavcar, ci mancava solo questa....adesso anche presiedere una tavola rotonda a fianco di un arbitro; e' l'insano desiderio di provare tutto nella pallacanestro, anche gli eccessi?

Evidentemente mi sono creato una fama particolare, per cui sarei un nemico giurato degli arbitri, cosa assolutamente non vera. Io ce l’ho sempre avuta solo con i tronfi e superbi, nel caso degli arbitri con coloro che pensano di essere loro una star in campo senza rendersi conto in realta’ di essere solo un male necessario. Ho fatto l’ allenatore per piu’ di 20 anni e con la stragrande maggioranza degli arbitri ero in buonissimi rapporti, non ultimo certamente Guerrino Cerebuch che conosco da una vita e che e’ anche amico mio

Parlando di clinic si parla anche di insegnamento nel basket; fra le righe del suo libro traspare una certa convinzione nel pensare che ormai gli allenatori non inventano piu' nulla, qualche “azzardo” di Boscia Tanjevic e qualcosa di diverso dal solito dal pluri-decorato Obradovic. In Italia, chi la convince di piu'?

Innanzitutto bisogna distinguere fra insegnanti veri e propri e coach professionisti, un po’ la stessa differenza che passa fra un professore ed un manager, due mestieri completamente diversi fra loro. I coach professionisti in Italia sono bravissimi, tanto che sono praticamente l’ unica merce da esportazione del basket italiano. Loro, anche per le aspettative del pubblico e della stampa, devono vincere con quel che hanno a disposizione e non hanno certamente ne’ tempo (ne’ voglia) di allevare nuovi talenti. Sugli insegnanti invece, per non farmi incriminare, ricorrerei alla facolta’ di non rispondere. Posso dire solo che la piramide, nella quasi totalita’ dei club italiani, mi sembra grottescamente rovesciata: invece di affidare i giovanissimi agli insegnanti piu’ capaci ed esperti che hanno, li affidano a principianti che non hanno la minima capacita’ ne’ tecnica ne’ didattica, per cui nella stragrande maggioranza dei casi gli anni del minibasket sono anni di antiapprendimento che poi e’ impossibile estirpare.

C'e' un laconico commento sul perche' lei non potrebbe continuare a fare l'allenatore di basket: tradotto, cafonaggine dei genitori, ragazzi viziati e sfacelo delle scuole e delle strutture. Di fronte a decine e decine di allenatori, un messaggio di speranza quale potrebbe essere?

L’ unica via che vedo e’ quella di riappropriarsi dei valori antichi del basket quale gioco e divertimento. Non e’ assolutamente un caso che nel passato i veri giocatori uscissero dagli oratori o a Trieste dai ricreatori, da luoghi cioe’ dove ci si andava a divertire imparando a convivere con amici e compagni, a fare gruppo anche fuori dal campo, a godere nel prendere in giro magari il piu’ caro amico per poi farsi pagare la bibita, cose del genere. Da questo humus poi i piu’ forti passavano alle societa’ organizzate dove potevano cominciare il loro lavoro di apprendimento puramente tecnico. Le cose che sono pero’ veramente importanti, cioe’ del perche’ si gioca e di come si deve fare per vincere, le sapevano gia’. Oggigiorno una cosa del genere mi sembra purtroppo utopica, sia per la progressiva robotizzazione (leggi informatizzazione) dei giovani, sempre piu’ autistici con le loro agghiaccianti cuffiette spararumori e sempre piu’ aridi e tecnologici, sia per la sempre maggior invadenza dei genitori che vedono anche nel piu’ imbranato un potenziale fenomeno. Se esistesse un club capace di tenere i genitori su un’altra galassia e di inculcare ai ragazzi la gioia del gioco, se insomma il basket ridiventasse un divertimento e non un lavoro alienante, allora qualche speranza l’ avremmo. Un club cosi’ pero’ non potrebbe assolutamente fare risultati a breve periodo, per cui penso che non possa esistere.

Condivido al 100% il pensiero sul basket jugoslavo (e anche europeo) secondo cui dopo la morte di Drazen Petrovic, questo meraviglioso sport non e' stato piu' lo stesso. Il “Mozart dei canestri” in pratica ha lasciato spazio alla fredda musica contemporanea.... quale il male profondo?

Penso di aver risposto in massima parte a questa domanda con la risposta precedente. In quanto al paragone con la musica, con me sfonda porte aperte, essendo la storia della musica popolare (leggi rock’n’roll) della meta’ del secolo scorso una delle mie piu’ vivide passioni. Fra il basket di allora e quello odierno si puo’ dire metaforicamente che c’e’ la stessa differenza che puo’ esserci fra un concerto del primo Elvis (o dei primi Beatles o Rolling Stones, per non parlare di Jerry Lee Lewis) ed un patinato video odierno pieno di effetti speciali e di musica plastificata. Tutto oggigiorno e’ piu’ bello, moderno e rutilante, ma ha completamente perso qualsiasi briciolo di anima che potesse avere. Per assaporare un po’ di basket vero penso che altre oasi che non siano il Baltico meridionale o i Balcani non ce ne siano piu’.

Definizione sua: “il basket e' uno sport logico per gente intelligente: se non ci arrivi, lascia perdere!”. Quali sono quindi le componenti fondamentale per diventare un grande giocatore di basket, posto che Drazen Petrovic per esempio non e' nato con il talento del tiratore naturale...

Le componenti fondamentali sono e sempre saranno le famose tre “c” di Diaz Miguel (grande allenatore spagnolo dei tempi che furono): cabeza, corazon i coj…Solo il massimo dispiegamento di queste tre doti puo’ creare uno sportivo di vertice, e cio’ vale proprio per tutti gli sport, compresi quelli mentali. Uno puo’ avere il talento fisico che vuole, ma se non ha testa, non ha cuore e non ha attributi allenarlo e’ tempo perso in partenza. Solo chi ha testa puo’ sapere cosa e come deve farlo, solo chi ha cuore potra’ rapportarsi con altre persone, con tutto l’ ambiente, potra’ contare su amici e compagni veri che lo aiuteranno nei momenti di crisi, solo chi ha attributi avra’ la costanza di andare oltre i propri limiti per raggiungere gli obiettivi che si e’ prefisso. Poi, chiaro, per diventare campioni, bisogna avere anche il fisico. La tecnica (che da noi incredibilmente viene insegnata per prima per vincere campionati nelle categorie microbi) viene assolutamente per ultima. Quella, avendo le tre “c”, la si impara senza problemi.

Intrighiamo un po' la folla che presenziera' nella giornata di venerdi: quali temi porra' come argomento di dibattito alla sua “amata” classe arbitrale e quindi a Guerrino Cerebuch? Almeno un assaggio...

Temi strettamente tecnici: vorrei avere di prima mano da un arbitro di assoluto vertice continentale la sua opinione sul metro arbitrale che viene impiegato in questi ultimi anni che privilegia, secondo me spudoratamente, l’attacco nei confronti della difesa che dunque, per poter essere efficace, deve ricorrere a mezzi sporchi perche’ se no, con i passi, piu’ che in partenza, in arrivo che vengono tollerati, con i passettini concessi ai pivot sotto canestro, con l’ assoluta dimenticanza dello spirito della regola dei tre secondi, l’ attacco puo’ fare quello che vuole. Ed allora la difesa deve picchiare. Un po’ la ragione per la quale non mi piace la pallamano, proprio perche’ e’ uno sport troppo permissivo nei confronti dell’ attacco. Dicono che il basket oggigiorno e’ molto piu’ fisico rispetto a quello di una volta: bombaggi moderni a parte che una volta non si sapeva neanche cosa fossero, vorrei vedere! Mettete in campo due arbitri di 25 anni fa e fateli fischiare come si fischiava allora. Vorrei proprio vedere quando la partita sarebbe interrotta per mancanza di giocatori, tutti usciti per falli o ricoverati in manicomio per le infrazioni loro fischiate a tutto spiano.

Raffaele Baldini

Ufficio Stampa

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La mia intervista a coach De Raffaele, uno dei protagonisti del camp che andrà in scena fra una decina di giorni (da Megabasket)

Coach Walter De Raffaele, direttore del Master Camp a Trieste!

Se c'è un allenatore che risponde all'identikit del tecnico ideale per gestire 5 giorni di master-camp all'interno del BASKET DEVELOPMENT WEEK di Trieste, questo è Walter De Raffaele.

Il perchè è presto detto, guardando un pò nel background professionale che lo ha visto protagonista con la Nazionale U18-U20 e U22, nonchè buttando l'occhio su una carta d'identità che lo avvicina al mondo dei giovanissimi.

Addetto ai lavori credibile, in quanto giocatore di livello neanche troppi anni or sono, ha sposato con entusiasmo la chiamata triestina, attraverso un approfondimento tecnico esclusivo (il fatto di lavorare con "soli" 36 giovani cestisti aiuta...), ovviamente compatibile con le età dei protagonisti e quindi con le logiche di apprendimento più giuste.

Coach, in che termini deve essere letta questa esperienza del master camp? Quali sono gli obiettivi da perseguire in questa cinque-giorni?

Innanzitutto porremo l'accento sul fatto che saranno i ragazzi i veri protagonisti del camp: l'obiettivo principale è quello di dar loro, all'interno della settimana, qualche strumento in più per migliorare i fondamentali. Chiaramente il lavoro sarà diversificato a seconda dell'età, ma il presupposto è quello di un camp leggermente diverso da quello classico, dove spesso tutto si basa solo sul divertimento. L'occasione sarà ottima per far apprendere, sia ai più grandi che ai più piccoli partecipanti, qualcosa che servirà loro per maturare ulteriormente.

Saranno età molto "delicate", quelle dei 36 giovani cestisti che usufruiranno di questa opportunità. Quali sono gli aspetti tecnici che prenderà in considerazione?

Come già rimarcato, la proposta sarà modulata in base ai ruoli: per il ragazzino più piccolo, ad esempio, si andrà a puntare sull'apprendimento dei gesti tecnici principali. Per i più grandicelli, invece, sarà dato spazio all'insegnamento di qualche movimento più particolare, partendo dal presupposto che il livello medio dei partecipanti al camp sarà sicuramente di buona qualità. Il tutto sarà all'insegna del miglioramento globale, qualsiasi sia l'età.

Poche volte è stato affrontato il tema della psicologia nel rapporto con i giovanissimi atleti: l'idea è quella di bilanciare il sogno di diventare giocatori di serie A (vedendo i dimostratori in carne ed ossa) con quello, più terreno, di un percorso scolastico. Come si può approcciare, da questo punto di vista?

Sicuramente la presenza di tanti giocatori di A rappresenterà uno stimolo naturale nell'identificarsi a loro. E' chiaro però che ci sarà tanto spazio alle parole, alla comunicazione con i giovani partecipanti al camp, a una sorta di piccolo insegnamento anche a base di etica cestistica. Non vogliamo fare over-coaching, con allenamenti pesanti e fine a se stessi: mescoleremo adeguatamente l'aspetto ludico con quello tecnico, andando a sottolineare che nella crescita e nella carriera che si prospetta davanti a loro, se magari non riusciranno a diventare giocatori di serie A, potrebbero comunque divenire ottimi giocatori di un'ipotetica B.

Tecnicamente, l'impressione è che col tempo i giovani cestisti abbiano perso la tecnica, arrivando invece a livelli di atletismo incredibili. Com'è possibile che ciò accada, nonostante ci siano preparatissimi coaches a livello nazionale?

Anche secondo me, purtroppo, questa è la realtà delle cose: sia che si parli di stranieri, sia che si parli di italiani. Il percorso che si faceva un tempo era diametralmente opposto, ora invece tutto o quasi si basa sul voler vincere subito, dimendicandosi completamente di come si dovrebbe coltivare la tecnica. Di sicuro c'è bisogno di società forti che pongano l'accento su questo tipo di strategia, altrimenti il rischio è quello di ritrovarsi con giovani sempre più poveri a livello tecnico.

Come coach, ha ormai una chiara idea sia di cosa voglia dire allenare i senior (specialmente di alto livello) che di come far crescere i giovani cestisti. Qual'è la direzione che si prospetta per il suo prossimo futuro?

Di certo penso che si possa migliorare sempre, a qualsiasi età: l'aver avuto la fortuna di allenare giocatori come Nicholas o Bell che si sono fatti partecipi di come debba esistere un certo tipo di "cultura del lavoro" anche a livello senior, personalmente mi ha fatto migliorare molto anche a livello di coach. Anche i grandissimi talenti, e non solo i giovanissimi, devono essere in grado di capire l'importanza di perseguire la strada del miglioramento, qualunque sia la categoria o la serie in cui si giochi.

Alessandro Asta

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Novità! Novità!

COMUNICATO STAMPA SANVITOEVENTS

grazie all'intervento diretto della ASD SAN VITO Pallacanestro, allo sponsor tecnico DECATHLON Udine, ed agli sponsor "termoidraulica CUTAZZO" e "centro commerciale MONTEDORO FREE TIME", le nuove tariffe per l'iscrizione al HIGH LEVEL CLINIC sono le seguenti :

€ 60,00 per i tre giorni completi

€ 20,00 per la singola giornata

per chi avesse già provveduto al pagamento della cifra precedentemente pubblicata, provvederemo all'immediato rimborso della cifra eccedente.

Sulla base delle nuove tariffe, la data di chiusura delle iscrizioni tramite sito sono estese sino al 19 giugno incluso.

Siamo inoltre in attesa di ricevere dall'ufficio CNA della FIP di Roma la conferma dell'assegnazione dei crediti formativi PAO.

Sempre tutte le info sul sito: www.sanvitoevents.com

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Da Megabasket.it

High Level Clinic: iscrizioni su www.sanvitoevents.com

Ancora pochi giorni per la prenotazione online: affrettatevi!

Manca meno di una settimana oramai all'inizio della "Basket Development Week" ed il San Vito, in collaborazione con Decathlon, Megabasket e RadioAttività, sta scaldando i motori per arrivare preparatissimo a quello che si può definire l'evento dell'estate cestistica.

Basket Development Camp e High Level Clinic sono i due nomi più ricorrenti di questi ultimi tempi: per il camp, dal 20 al 25 giugno, ci saranno 36 fortunati giocatori che saranno presi sotto le cure di Walter De Raffaele ed Alberto Tonut, insieme ad uno staff di dimostratori di primo livello quali "Nello" Laezza, Davide Cantarello, Sandro De Pol, Antonello Riva e molti altri, oltre all'indimenticato Rich Laurel.

In quanto al clinic, dal 23 al 25 giugno, interverranno relatori dei massimi livelli come Dan Peterson, Lucio Zanca, Sergio Scariolo, Guerrino Cerebuch, Bruno Arrigoni e Mario Fioretti. Il tutto ad un costo contenuto (60 euro per tre giorni oppure 20 euro a giornata) grazie all'intervento dello sponsor principale Decathlon: un'occasione da non perdere, che frutta 4 punti PAO e genera sicuramente interesse e seguito.

Un evento che è stato creato con l'intenzione di rigenerare l'anima della pallacanestro locale, che vuole riconquistare palcoscenici importanti e che è stato intrapreso come una grande avventura dal San Vito. Per le iscrizioni, basta andare su www.sanvitoevents.com ed acquistare il pacchetto!

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Dal blog del Baldo:

POCHE ORE...BASKET DEVELOPMENT WEEK!!

Poche ore e a Trieste sara'......Basket Development Week!

Ancora poche ore di attesa, e lunedi 20 salpera' dal PalaCalvola di Trieste il Basket Development Week, un cocktail cestistico nuovo, spalmato nella settimana fino a sabato 25 Giugno, che si dividera' nel Master Camp e nel High Level Clinic.

Agli ordini del Direttore del Camp Alberto Tonut e ligi alle direttive del Direttore Tecnico coach Walter De Raffaele, una trentina di giovanissimi cestisti scelti usufruiranno di una full immersion fra i 6 canestri allestiti per l'occasione al PalaCalvola, supportati da dimostratori cinque stelle: Rich Laurel, Antonello Riva, Alessandro De Pol, Nello Laezza, Michele Mian.

A volte veramente si passa una vita da atleti nella speranza di poter assorbire i segreti dei grandi campioni che hanno calcato i parquet europei, questi imberbi cestisti invece li avranno a loro disposizione, ore e ore a stretto contatto per affinare il gioco del basket.

Poi, il neo coach dell'Olimpia Milano e della nazionale spagnola Sergio Scariolo aprira' col botto l'High Level Clinic, una tre giorni (23-24-25 Giugno) mai vista a Trieste per concentrato di qualita' baskettara, dalle 18 alle 21, spaziando in un caleidoscopio di argomentazioni, giusto per non deludere nessuno.

Ripercorriamo in sintesi il programma del clinic:

Giovedì 23 giugno 2011 – dalle ore 18.00

- Sergio Scariolo (Head Coach Nazionale Spagnola)

Pick and roll laterale contro difese che inviano al fondo

- Lucio Zanca (Manager sportivo professionista nel basket di serie A)

Coaching, comunicazione in un team

Venerdì 24 giugno 2011 – dalle ore 18.00

-Walter De Raffaele (Coach Professionista Lega A)

Collaborazioni offensive sulle penetrazioni e uso dei fondamentali individuali

- Guerrino Cerebuch (Arbitro Internazionale Fiba)

Arbitrare in Italia ed in Europa (Dibattito con i partecipanti mediato da Sergio Tavcar)

- Bruno Arrigoni (Direttore Sportivo Pallacanestro Cantù)

Costruzione di una squadra,creazione di un gruppo

Sabato 25 giugno 2011 – dalle ore 10.00

- Dan Peterson (Head Coach Pallacanestro Olimpia – Milano)

"Zona 1-3-1" e "Attacco alla zona"

- Mario Fioretti (Assistant Coach Pallacanestro Olimpia – Milano)

Lo scouting all'Olimpia Milano

Presenta

- Sergio Tav?ar (Giornalista e telecronista sportivo)

Ultime ore per iscriversi al prezzo di 20,00 euro per una serata e 60,00 per tutte e tre le giornate, poi, il giorno 23 si potra' effettuare l'iscrizione con un lieve sovrapprezzo di commissione.

Confermato con una nota pervenuta dal CNA i 4 punti PAO, validi sia per la stagione 2010/11 che per la stagione 2011/12, ovviamente solo ed esclusivamente se a seguito della presenza a tutte e tre le giornate!

Tutte le info su: www.sanvitoevents.com

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Ecco, per la gioia di grandi e piccini, l'intervista fatta al mitico coach Dan Peterson da parte del sottoscritto (disponibile anche su MEGABASKET.IT)

High Level Clinic: si scaldano i motori, Dan Peterson risponde

Se dovessimo formulare l'identikit di un personaggio che, nel mondo dello sport, ti permette di parlare del gioco più bello del mondo (leggi, basket!) con competenza, affidabilità e un pizzico di inebriante ironia, ci sono pochi dubbi su chi sia il "principiale indiziato".

Coach Dan Peterson, forte di una celebrità a 360 gradi, è tutto ciò che serve per farti innamorare (ulteriormente) della pallacanestro: l'occasione di vederlo all'opera nel "High Level Clinic", in programma dal 23 al 25 giugno al PalaCalvola di Trieste, ci dà anche il modo di fare una chiacchierata su quelle che saranno le tematiche dell'appuntamento giuliano…e non solo!

Coach, che effetto Le ha fatto ritornare, dopo 24 anni, su una panchina dove ha vinto tantissimo negli anni '80? Sicuramente non si potrà parlare di "emozione da principiante"...

Certamente è stato un misto di emozione, gioia e perchè no, anche adrenalina. Tutti questi sono elementi che avevo già avuto modo di assaporare in passato e, posso dirlo con grande piacere, li ho potuti "riassaggiare" nel corso di questa ulteriore avventura sulla panchina dell'Olimpia.

Con l'ultima esperienza all' AJ, si è fatto un'idea di come sia trasformato il basket in un quarto di secolo? In particolare, com'è cambiata la gestione del roster da parte di un allenatore?

Direi che è cambiato praticamente tutto, sia dal punto di vista atletico che da quello puramente tattico. La pallacanestro attuale è la naturale evoluzione del modo in cui si giocava un paio di decenni fa: a livello di roster, oltretutto, tutti gli allenatori attualmente si trovano a gestire una rosa di 10-12 giocatori, quando invece in passato il nucleo pulsante era basato su un gruppo di 6-7 elementi. Anche per questo, quindi, tutto il mondo della pallacanestro è mutato radicalmente.

Relativamente al clinic che si aprirà tra pochissimi giorni e che la vedrà impegnato insieme ad altre importanti figure del basket nazionale e internazionale, il suo intervento sarà concentrato sulla difesa a zona. Secondo il suo parere, tale strategia vale più del semplice concetto di "coperta corta", che porta spesso gli allenatori a utilizzarla più per far rifiatare il quintetto sul parquet che per scopi puramente tattici?

A mio avviso la "zona" ha un valore principalmente tattico: basti vedere la scelta del coach canturino Andrea Trinchieri durante le finali contro la Montepaschi, con una "3-2" che in un paio di frangenti ha contribuito a tenere il punteggio basso e a dare qualche grattacapo a Siena. E' chiaro però che il giusto mix con la più tradizionale difesa a uomo risulta essere lo strumento fondamentale nelle mani del coach, libero di scegliere la tattica più adeguata nel corso del match.

Attualmente si susseguono clinic e relatori, con tematiche riproposte o modificate ad hoc. In realtà, però, nel basket moderno c'è la possibilità ancora di inventare qualcosa?

Sono convinto che l'unica vera invenzione sia stata quella di più di un secolo fa, proprio quando nacque la pallacanestro. Se parliamo di sviluppo, mi piace ricordare l'attacco a "triangolo" inserito negli schemi da un certo Tex Winter che introdusse tale concetto all'università del Winsconsin. A pensarci bene, son passati diversi anni da allora! Pertanto io credo che non si debba parlare del concetto di "inventare" qualcosa, visto che è già stato fatto da qualcun altro: semmai il nostro compito attuale è quello di modificare e perfezionare tutto ciò che già esiste.

E ora, dopo l'ultima parentesi appena conclusa nel massimo campionato italiano, cosa farà "da grande" coach Peterson?

Beh, innanzitutto rimangono sempre attive le collaborazioni che ho con la Gazzetta dello Sport e con SportItalia, nonchè la mia assoluta disponibilità nell'organizzazione di futuri camp e clinic. A breve, inoltre, parlerò con l'Olimpia Milano per definire il futuro incarico, attendendo che vengano delineati anche tutti gli altri ruoli societari: ma, su questo, non c'è assolutamente fretta.

Alessandro Asta

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Ulteriore possibilità per cenare assieme a tutti i partecipanti al clinic! (da MEGABASKET.IT)

Vieni a cenare con i campioni del basket a Montedoro

Organizzato da San Vito Events, il buffet avrà come ospiti personaggi del calibro di Peterson, Scariolo e molti altri

Una cena con i campioni del grande basket: in occasione della Basket Development Week che in questa settimana sta animando Trieste ed in particolare il PalaCalvola, la società organizzatrice San Vito Trieste ha deciso di regalare una chicca ulteriore a tutti coloro che sono appassionati di pallacanestro e che stanno vivendo un'atmosfera "magica" al camp.

Si, perchè oltre al Basket Development Camp e all'High Level Clinic, ci sarà anche l'occasione di sedersi a tavola con i propri beniamini ad una cena di gala, venerdì 24 giugno (ore 20.30) che si terrà al Montedoro Freetime, il centro commerciale che è anche uno degli sponsor principali della manifestazione.

Parcheggio gratuito e ampi spazi permetteranno di accogliere tutte le persone che vorranno partecipare all'evento: per le iscrizioni, basta cliccare sul sito www.sanvitoevents.com, ma bisogna affrettarsi perchè le adesioni hanno un numero limitato e dunque il San Vito terrà aperte le iscrizioni alla cena fino ad esaurimento posti.

Cenare fianco a fianco con Dan Peterson, Sergio Scariolo, Alberto Tonut, Bruno Arrigoni, Alessandro De Pol, Mario Fioretti, Davide Cantarello, Michele Mian, Walter De Raffaele e Nello Laezza, con la partecipazione dell'indimenticato e indimenticabile Rich Laurel, sarà un'esperienza unica per gli appassionati di basket che stanno vivendo giorni davvero magici con questa Basket Development Week.

Un tocco ulteriore, poi, lo darà la motivazione di questa cena, il cui ricavato verrà devoluto alla Fondazione Luchetta: il San Vito, dunque, non si dimentica anche di chi è meno fortunato e sfrutta al massimo l'occasione di avere tutte queste personalità della pallacanestro italiana per dare anche una sostanziosa mano al discorso della beneficienza.

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HIGH LEVEL CLINIC AI NASTRI DI PARTENZA!

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E' davvero tutto pronto per l' "High Level Clinic" (da mercoledì 23 a venerdì 25 giugno compreso), appuntamento da non perdere per tutti coloro che "masticano" basket e vogliono immergersi in una "tre-giorni" di assoluto livello tecnico con relatori qualificati e di alto livello.

Questa mattina, nello scenario del Palazzetto "Atleti Azzurri" di via Calvola, è andata in scena la conferenza stampa di presentazione dell'evento, che si unisce al "Basket Development Camp", attualmente in corso sul parquet del già citato impianto sportivo giuliano e che sta vedendo la partecipazione di un folto gruppo di giovanissimi atleti.

Dopo gli onori di casa fatti da Claudio Fossati e Renzo Peresson (nell'ordine, presidente e dirigente del S.Vito Trieste, società organizzatrice della manifestazione), a prendere la parola è stato Alberto Tonut, direttore del Camp, il quale non ha dubbi relativamente a quello che sarà il successo finale di questo appuntamento triestino: "Per mia natura, difficilmente sono insensibile a progetti di basket, specialmente se riguardano i più giovani e se è il S.Vito Trieste ad organizzarli. Sono davvero felice di aver avuto carta bianca da subito, per poter realizzare tutto quello che avevo in mente di fare: abbiamo creato uno staff importante, fatto da diversi giocatori che hanno militato e, come nel caso di Michele Mian, militano ancora nella massima serie nazionale. La ciliegina sulla torta è data dalla presenza di Rich Laurel, grande amico che ama il basket e che, non appena sente parlare di Trieste, per tornare nella nostra città verrebbe anche in bicicletta. Un ringraziamento va a lui, per l'entusiasmo che sta dando ai ragazzini in questi giorni, nonchè a tutti i miei "colleghi" del Camp". Tonut si è soffermato anche sulla bontà del progetto dell' "High Level Clinic", sottolineando che c'è parecchia curiosità di vedere come il tutto si evolverà nel corso dell'evento, con la volontà di creare futuri eventi di questo tipo e di sfatare quel "No se pol" che troppe volte ha tappato le ali a organizzazioni di questo tipo.

Decisamente entusiasta si è anche dimostrato coach Walter De Raffaele, direttore tecnico del "Basket Development Camp": "Ringrazio Alberto Tonut per avermi dato l'occasione di partecipare a questa bella iniziativa. Voglio sottolineare che sono stato accolto con grande gentilezza da parte di tutti, con questo ambiente è ancora più facile operare in un contesto importante come quello di Trieste. L'idea più tecnica che ludica di questo camp si sta rivelando vincente e il nucleo di ragazzini che vi stanno partecipando dimostrano un'energia incredibile, nonostante le tante ore a sudare in palestra. Di certo, la presenza di un campione come Rich Laurel è un ulteriore motivo di sprone per loro, soprattutto per il carisma che sta trasmettendo".

Alessandro Asta

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BASKET DEVELOPMENT WEEK & HIGH LEVEL CLINIC: UN SUCCESSO CONTRO IL "NO SE POL" CRONICO

Come si suol dire, "è buona la prima". Si è concluso all'ora di pranzo l'High Level Clinic, primo appuntamento di questo genere a Trieste, e c'è da direche non si può che essere entusiasti di come sono andate le cose: relatori davvero bravi (tralasciando i "mostri sacri" di Scariolo e Peterson, popolarissimi e quasi "matematicamente" propositivi, un grande applauso va a Zanca, De Raffaele, Cerebuch, Fioretti, Tavcar e al "mito" Arrigoni) per sessioni davvero stimolanti e ricche di contenuti interessanti.

L'organizzazione, con un risultato finale misurabile (tanto per prendere spunto dalla lezione tenuta da Lucio Zanca nella giornata di giovedì :D), ha fatto i salti mortali per confezionare un prodotto di qualità. Alla fine della fiera, l'esperimento è sicuramente riuscito per la S.Vito Events e per tutti coloro che, dietro le quinte, hanno contribuito al successo della manifestazione. Ci si aspettava forse un pubblico più numeroso di quanto si sia visto durante le tre giornate di lavori, tuttavia è davvero l'unico piccolo neo di una settimana in cui si è visto un camp di assoluto livello (la presenza dell'eclettico Rich Laurel l'ha sicuramente fatta da padrone, senza nulla togliere agli altri ospiti illustri), unito ai già citati clinic che spingono la nostra città a poter diventare un papabile punto di riferimento per il futuro.

Riprendendo le parole di Alberto Tonut, direttore d'orchestra della manifestazione, si è fortemente voluto cancellare il triste "NO SE POL" dalla concezione media della nostra città. In tal senso, un buon passo è già stato fatto: la speranza è quella di non vedere frantumato tutto l'impegno prodotto dagli organizzatori, per riportare una ventata di freschezza in un ambiente che, come sottolineato anche da altri colleghi addetti ai lavori, non gode di un gran momento di popolarità da queste parti. SVEGLIA TRIESTE!

Alessandro Asta

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