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La rassegna stampa sandrina di mercoledì 12 ottobre 2016


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LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI MERCOLEDI' 12 OTTOBRE 2016

Da Il Piccolo di Trieste

Il cuore si ferma durante la partita
Talento del basket muore a 16 anni

di Piero Rauber

Era partito alla volta di Brescia con il carico di sogni e passioni tipico degli sportivi della sua età. Questa d’altronde era una trasferta speciale, poiché ne avrebbe segnato l’esordio, pur essendo lui un classe ’99 con 17 anni ancora da compiere il prossimo dicembre, nel campionato dei cestisti Under 20. E, per giunta, con addosso la casacca dell’Asd BaskeTrieste, dunque tra le fila della squadra regina delle giovanili in orbita Pallacanestro Trieste Alma, ovvero la formazione “serbatoio” del primo club della città che milita in serie A2. Eugenio Rossetti, però, non tornerà a casa. È morto nel tardo pomeriggio di ieri, all’ospedale della città lombarda, per le conseguenze del gravissimo attacco cardiaco che l’aveva aggredito lunedì sera sul parquet, proprio mentre assaporava il gusto intenso di quell’esordio.

Un altro atleta caduto sul campo, insomma. Una di quelle notizie che sferzano un mondo, come quello dello sport, che dovrebbe essere solo sinonimo di salute e gioia di vivere. Da quanto si è saputo ieri in serata, alla fine di una giornata drammatica e convulsa anche per chi l’ha vissuta a distanza, Eugenio potrà “giocare” ancora una partita. La più grande che ci sia. Quella del dono: nel pomeriggio - una volta acclarata la morte cerebrale, che era stata descritta inequivocabilmente dall’encefalogramma piatto, e constatato che più nessuna terapia né alcuna operazione l’avrebbero potuto restituire alla vita - i medici dell’ospedale di Brescia hanno avviato le procedure per l’espianto degli organi, sul quale l’ultima parola spetta per legge alla famiglia. Il giovanissimo cestista - che frequentava la quarta al Volta con un profitto definito dai suoi compagni esemplare - continuerà ad ogni modo a vivere per sempre nell’amore dei suoi cari. Del fratello, della sorella e soprattutto dei genitori, arrivati immediatamente in Lombardia già lunedì notte non appena erano stati informati di ciò che era capitato in campo mentre il loro ragazzo stava facendo ciò che più gli piaceva. La mamma e il papà - quest’ultimo, Bruno, autista della Trieste Trasporti, è stato per un periodo volto pubblico di Trieste come consigliere comunale - hanno sperato, fino all’ultimo, finché si sono arresi al responso dei dottori. Morte cerebrale - uno stato assolutamente irreversibile - causata da una lunga assenza di ossigeno al cervello, conseguente proprio agli arresti cardiaci subiti la sera prima al palasport.

Il primo atto del dramma si era consumato infatti mentre lunedì, verso le 21, si stava giocando il secondo quarto tra New Best Mazzano e BaskeTrieste al palasport di Mazzano, piccolo centro vicino a Brescia. D’un tratto, come hanno raccontato pure le cronache lombarde, il ragazzo aveva sentito una fitta al petto. Aveva chiesto subito il cambio, portandosi la mano sul torace, ma una volta in panchina era crollato sul parquet. Svenuto davanti agli occhi impietriti di compagni, avversari, arbitri, tecnici e spettatori. A quel punto la gara era stata interrotta, dimenticata, ed era scattata una vera corsa contro il tempo, parsa ai presenti infinita, per scongiurare il peggio. Il defibrillatore in quel palasport non c’era, non essendo una dotazione obbligatoria se non in occasione di eventi sportivi da una determinata categoria in su. Dopo una decina di minuti l’equipaggio della prima ambulanza aveva constatato che il cuore di Eugenio si era fermato. Mentre si aspettava l’arrivo dell’automedica con a bordo il defibrillatore, al ragazzo erano stati praticati vari massaggi cardiaci, cui poi erano state abbinate alcune iniezioni di adrenalina. Il cuore aveva risposto una prima volta grazie proprio al defibrillatore. Ma quando la situazione pareva aver superato il momento più critico e i soccorritori erano in procinto di caricarlo sull’ambulanza per poterlo trasportare all’ospedale, Rossetti aveva avuto un altro, forte attacco cardiaco, che aveva costretto gli stessi sanitari a rimettere mano al defibrillatore intervenendo direttamente nel parcheggio del palasport. Al che il suo cuore era tornato a battere per la seconda volta, il ragazzo era stato finalmente trasportato all’ospedale, dove era stato ricoverato in Terapia intensiva in prognosi strettamente riservata, in condizioni definite molto critiche. In quel momento i suoi genitori erano già in autostrada, diretti verso Brescia e appesi alla speranza di trovare, al loro arrivo, avvenuto all’una di notte, una situazione migliore di quanto avevano capito potesse effettivamente essere. La notizia del malore avuto dall’atleta dell’Asd BaskeTrieste si è sparsa a macchia d’olio fin dalla mattinata di ieri. Voci a tratti incontrollate - secondo alcune delle quali era già morto dall’ora di pranzo - si sono rincorse in particolare dal primo pomeriggio. Solo in serata, verso le otto, poco dopo il decesso, avvenuto appunto nel tardo pomeriggio, è rimbalzato l’ultimo bollettino. Un ragazzo di 16 anni ha lasciato sogni e passioni su un campo di pallacanestro. 

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Cresciuto nella Libertas, sognava l’A2
Al torneo di Servola aveva conquistato tutti. Il “caso” della nota federale

di Guido Roberti

Meno di due mesi fa la splendida notizia, l'approdo ufficiale al BaskeTrieste, dopo una trafila giovanile nelle file della Starenergy, ancor prima nella Libertas, la squadra rappresentativa del suo amato rione, San Giovanni. Eugenio Rossetti, assieme ai suoi compagni di squadra arancio-viola, era reduce da una stagione ricca di soddisfazioni nel campionato Under 18 Elite, torneo nel quale, sotto la guida tecnica di coach Paolo Biasatto, la Starenergy aveva centrato l'accesso alla Final Four Regionale. Era un ragazzo solare ed educato, il BaskeTrieste non ci ha pensato troppo prima di accoglierlo nelle file biancorosse, in un contesto adatto a crescere ancora, dal punto di vista tecnico, e sotto l'aspetto umano.

Classe '99, a febbraio di quest'anno aveva partecipato a un raduno di perfezionamento tecnico federale al PalaBigot di Gorizia assieme ai compagni di squadra Vigini, Francolla, Iurato e Trento. La partita trasformatasi in dramma sul campo di Mazzano, doveva essere per Eugenio solo l'inizio di un nuovo percorso, di un nuovo sogno da condividere con parenti e amici. Ieri sera la Pallacanestro Trieste, la società principe del basket locale, ha espresso in una nota il proprio cordoglio: «Il legame tra Pallacanestro Trieste 2004 e BaskeTrieste è molto forte: è un legame operativo, in quanto BaskeTrieste è “satellite” della Pallacanestro Trieste e fornisce il serbatoio di giovani da far esordire in A2, ma è soprattutto un legame affettivo, di squadra e di puro spirito sportivo. Eugenio era entrato in BaskeTrieste solo da pochi mesi, con l’obiettivo di ottenere in futuro un posto nella nostra panchina».

Vasta, vastissima, l’eco sui social. Con qualche nota stonata. Quando le condizioni del ragazzo erano ancora drammatiche è stata diffusa una nota in cui la Federpallacanestro con il presidente Petrucci annunciava la morte di Eugenio, avvenuta in realtà due ore dopo. Una nota, che in seguito a provvidenziali rimostranze, è stata poi rimossa. 

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«Era un gigante dal cuore d’oro»

«Bravo a scuola, bravo nello sport, sempre corretto con gli amici: una notizia del genere non ha alcun senso». Daniel, compagno di classe di Eugenio Rossetti all'Istituto tecnico statale Volta di Trieste, è ancora incredulo. La tragica scomparsa del sedicenne triestino, diffusasi nella serata di ieri, ha lasciato sgomenti tutti quelli che conoscevano bene il giovane studente. In primis i suoi compagni di classe nonché amici della compagnia che frequentava assiduamente, anche fuori da scuola. «L’anno scorso Eugenio aveva vinto una borsa di studio, era un ragazzo d'oro, molto intelligente. Io sono arrivato un anno fa nella sezione di Meccanica del Volta e lui è stato uno dei primi ad accogliermi subito nel gruppo», ricorda Daniel, amico di pomeriggi e serate trascorsi assieme in allegria.

Eugenio era un grandissimo sportivo, ma aveva altre passioni come racconta Andrea, un altro suo compagno di classe: «Con Eugenio potevi parlare di tutto. Gli piaceva un sacco la musica più “vecchia”, come i Pink Floyd. E poi adorava le materie umanistiche. Era bravo in tutto a scuola, ma in italiano e storia era imbattibile». Anche Andrea ricorda Rossetti per il suo carattere particolarmente gentile: «Non si arrabbiava mai. Quando c'era da divertirsi si divertiva, quando c'era da stare seri era serio. Era un ragazzo con la testa sulle spalle. Abbiamo trascorso tre anni bellissimi a scuola. Quello che è accaduto è assurdo, anche perché niente poteva far presagire una simile tragedia». Sgomento, infine, un altro compagno di classe, Antonije. «Eugenio era il più alto della nostra classe, un gigante dal cuore d'oro. Se avevi bisogno di un aiuto lui era sempre disponibile. Sono davvero sconvolto da quanto accaduto. Adorava la pallacanestro, ma era anche bravo a scuola. Non riesco a capire come sia possibile tutto questo. Eugenio non si meritava una fine così». (r.tos.) 

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«Mai aveva saltato un allenamento»

Andrea Casalanguida è stato il viceallenatore di coach Biasatto di quella brillante Starenergy 2015/2016 che tanto bene ha fatto a livello giovanile locale e di cui aveva fatto parte Eugenio Rossetti. Ricche di sentimento le parole con cui vuole ricordare il il suo ex giocatore: «Eugenio era un ragazzo splendido, si impegnava sempre tantissimo. Di lui colpiva la volontà di lavorare a testa bassa, sempre in silenzio e senza mai azzardare una parola di troppo in campo. Possente fisicamente, nel tempo era riuscito a migliorare tantissimo le qualità di coordinazione. Poteva essere definito sicuramente un giocatore interessante».

«Nel corso della scorsa estate al torneo San Lorenzo sul campo di Servola (imperniato prevalentemente su confronti giovanili, ndr) Eugenio era stato notato un po' da tutti gli addetti ai lavori locali, e infatti non è stato solo il BaskeTrieste a richiederlo ma si erano fatte avanti anche altre società come ad esempio il Bor che partecipa alla serie C2. Da quanto ricordo, Eugenio era sempre presente agli allenamenti, una qualità non comune a quell'età, quando non mancano le possibili distrazioni e andare in palestra diventa un sacrificio». Continua il tecnico che ha seguito Eugenio nello scorso campionato giovanile: «Ho condiviso con lui una splendida annata, un allenatore vorrebbe sempre avere nella propria squadra 10 ragazzi come Eugenio. Sto rileggendo un messaggio che mi aveva inviato poco tempo fa, iniziata la sua nuova avventura in biancorosso. Mi scriveva che a breve saremmo andati a fare una chiacchierata assieme. L’ultimo suo ricordo». (g.r.) 

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Prove di risalita
Alma, solito avvio diesel ma c'è voglia di reagire
Pecile oggi torna al lavoro in vista della sfida interna con Chieti

di Lorenzo Gatto

Due sconfitte nelle prime giornate del campionato di A2 e scatta l'allarme rosso. In altre piazze sarebbe così, non a Trieste dove le partenze "diesel" delle formazioni di Eugenio Dalmasson sono la normalità. Ricordate lo scorso anno? La debacle casalinga contro la Tezenis Verona (quella sì preoccupante per le proporzioni) e il passo falso rimediato a Mantova contro la Dinamica avevano fatto scattare un campanello d'allarme. Dubbi e perplessità spazzate via dalla veemente reazione offerta dalla squadra nel match contro Imola. Una partita, appunto, davanti al pubblico di casa. La riscossa biancorossa cominciò proprio da lì Sarà così anche quest'anno? I motivi per essere ottimisti ci sono e partono dalla feroce determinazione con cui la squadra ha ripreso a lavorare in palestra. Domenica pomeriggio arriva al PalaRubini la Proger Chieti.

«Domenica possiamo solo vincere» è il mantra di casa Alma. Lo ha ribadito Lollo Baldasso tornato finalmente a pieno regime, lo ha ribadito anche Andrea Pecile nell'intervista rilasciata a Il Piccolo e, interpretando sguardi e espressioni dei giocatori, non sono solo parole di circostanza. L'obiettivo fondamentale sarà ritrovare sul parquet le caratteristiche che hanno permesso a Trieste di conquistarsi una solida fama in giro per l'Italia. Prima tra tutte, la difesa. Contro Roseto l'obiettivo era riuscire a limitare l'attacco abruzzese subendo un canestro in meno degli avversari. L'Alma non è riuscita a rispettare il piano partita adeguandosi al ritmo dei padroni di casa e finendo per rimanere schiacciata dalla personalità e dal talento di Smith. Contro Chieti, domenica prossima, Trieste non si potrà permettere il lusso di ripetere l'errore. Servirà la cattiveria agonistica e la voglia di stare piegati sulle gambe che la squadra ha sempre mostrato negli ultimi anni. Offensivamente, in un momento nel quale l'Alma fatica a esprimersi con sicurezza, l'obiettivo è dare punti di riferimento sul parquet consentendo ai giocatori di giostrare nel ruolo a loro più congeniale. Ripensando allo scout finale di Roseto, con cinque uomini in doppia cifra e una panchina praticamente non pervenuta, sarà poi fondamentale riuscire a coinvolgere tutti gli uomini della rosa.

Un ultimo accenno al ruolo di Andrea Pecile che anche ieri non si è allenato ma che ha superato il leggero stiramento rimediato nel gara d'esordio contro la De’ Longhi Treviso. Andrea dovrebbe riprendere oggi a lavorare con i compagni per riportare nel gruppo quella carica dentro e fuori lo spogliatoio che in Abruzzo è certamente mancata. La classifica della serie A2 Elite dopo le prime due giornate: Orasì Ravenna, Virtus Bologna, Roseto Sharks, Aurora Jesi, De’ Longhi Treviso 4 punti, Proger Chieti, Gsa Apu Udine, Tezenis Verona, Recanati, Fortitudo Bologna, Unieuro Forlì 2, Dinamica Mantova, Bondì Ferrara, Alma, Andrea Costa Imola, Piacenza 0. Il prossimo turno: Aurora Jesi-Andrea Costa Imola, Alma-Proger Chieti, Bondi Ferrara-Sharks Roseto, Gsa Apu Udine-Recanati, Fortitudo Bologna-Orasì Ravenna, Tezenis Verona-Piacenza, Virtus Bologna-Dinamica Mantova, Unieuro Forlì-De’Longhi Treviso. 

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Altra festa tra Unione e tifosi con una due giorni al Rocco
“Siamo una cosa sola” comincia venerdì alle 18 e si concluderà sabato sera
Incontri con la squadra, un torneo in campo oltre ai chioschi e a tanta musica

di Antonello Rodio

Sono passati pochi mesi, eppure sembra un’altra era. Ancora a inizio 2016 la Triestina viaggiava nelle ultime posizioni della serie D, con una società allo sbando e un rapporto con i tifosi inesistente. Adesso c'è una squadra prima in classifica, una società solida che ha riportato entusiasmo e soprattutto è riesploso l'amore con i tifosi alabardati. Non si tratta solo delle sempre crescenti presenze allo stadio durante le partite, ma anche di un fiorire di iniziative sempre più interessanti. E così, dopo le varie feste di quest'estate, ecco un'altra kermesse che la Triestina, in collaborazione con la Curva Furlan, organizza per questo week-end, venerdì 14 e sabato 15 ottobre, allo stadio Rocco, nella zona della tribuna Pasinati (entrata gratuita, si può accedere da piazzale Atleti Azzurri d'Italia e da via Valmaura).

E a confermare il legame sempre più stretto tra questa Triestina del nuovo corso e i tifosi, la festa è stata denominata "Siamo una cosa sola". Si tratta di un evento spalmato su due giorni, che vedrà coinvolti i giocatori della prima squadra e di quella femminile, tra divertimento e solidarietà, tornei e conferenze, musica, chioschi e documentari. Ma vediamo nel dettaglio il programma. La festa "Siamo una cosa sola" prenderà il via venerdì alle ore 18 con l'apertura degli stand enogastronomici e la presentazione delle squadre partecipanti al torneo di shoot out "Trofeo Valmaura": alle 19, infatti, sul prato del Rocco, ci sarà una curiosa sfida di rigori fra la prima squadra della Triestina, il team femminile, il Centro di coordinamento e la Curva Furlan. Alle 21 le premiazioni del torneo e un'asta benefica per l'ospedale infantile Burlo Garofalo con le maglie "Siamo una cosa sola" indossate dalle quattro squadre. Dalle 21.30 in poi musica anni 80/90 italiana con DJ Sergio. Decisamente di spessore gli appuntamenti in programma sabato.

Si prospetta interessante, soprattutto per il futuro della tifoseria alabardata, l'incontro denominato "La Triestina si fa conoscere ai giovani" che si svolgerà alle ore 17 nella sala stampa dello stadio Rocco. Si tratta infatti di un appuntamento aperto a tutti gli studenti e ai professori di scuole elementari, medie, superiori e università. I dirigenti della Triestina, i giocatori alabardati e i portavoce del tifo cercheranno di ribadire agli studenti degli istituti triestini il concetto di tifare la squadra della propria città, per riportare finalmente l'attaccamento ai colori della città. Alle 18 l'apertura degli stand enogastronomici e aperitivo alabardato con il buffet offerto dalla Triestina Calcio. Alle 19 altro evento molto atteso, ovvero la presentazione del docufilm "Torneranno gli anni belli", ovvero le storie, i luoghi e la vita degli ultimi 10 anni della Curva Furlan con presentazione dell'opera attraverso un dibattito con i protagonisti e la proiezione promozionale di un video sul film. Dalle ore 20 in poi "Il Pub sugli spalti", con tavoli e DJ set per tutta la sera. 

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La pallamano Principe ha un super “Vise”
Con l’arrivo del tecnico Hrvatin e l’inserimento di Cosic il capitano ha segnato ben 6 reti nella vittoria a Bressanone

di Lorenzo Gatto

«Ehi “Vise”, te ga segnado più gol a Bressanone che durante tutto lo scorso campionato». Nel buio della notte, dal pulmino che riporta la squadra a Trieste, si alza una voce non ben definita. Il capitano alza un sopracciglio, sorride e con filosofica rassegnazione conferma: «Xe vero». Battute a parte la nuova Principe è questa. Allegra e spensierata, capace di ritrovare e rilanciare un Visentin che dopo due stagioni passate esclusivamente a difendere è tornato protagonista.

Marco è solo uno dei segreti della Trieste che sta veleggiando a punteggio pieno al comando della classifica. Bressanone, infatti, ha consegnato al campionato l’immagine di una squadra bella e vincente. L’arrivo di Vlado Hrvatin ha portato nel gruppo consapevolezza, la scelta di uno straniero di qualità come Cosic è servito a dare fiducia alla squadra facendole fare un deciso salto di qualità. L’analisi si ferma alle prime tre giornate di campionato ed è dunque consigliabile attendere i primi scontri diretti al vertice per dare giudizi definitivi. Ma il modo in cui la Principe è riuscita a esprimersi nel derby d’Italia imponendo il suo gioco dal primo all’ultimo minuto superando anche alcuni passaggi difficili lascia ben sperare.

HRVATIN: alla vigilia del campionato il tecnico sloveno ha parlato chiaro alla squadra. Discorso generale poi colloqui personalizzati per catechizzare i ragazzi. Parola d’ordine: badiamo a noi stessi senza pensare troppo alle avversarie. Fiducia e appunto consapevolezza nelle capacità di un gruppo che pur con alcune lacune oggettive sta tenendo botta giocando un’ottima pallamano. Nasce tutto da una difesa dura e compatta che da una chiara identità alla nuova Principe.

COSIC: il nuovo straniero di Trieste lo ha ribadito più volte: "non vinco da solo". Ma è innegabile che l’innesto di Elvin abbia portato un valore aggiunto alla squadra. Nove reti segnate contro Merano, otto a Bressanone con una presenza offensiva costante nel break che a inizio partita ha consentito alla Principe di mettere le mani sulla partita. Gol ma non solo perchè è evidente il feeling con i compagni di squadra. Cosic gioca molto bene con il pivot, riesce a coinvolgere le ali ed è chiaro che questo maggior sviluppo delle potenzialità offensive della squadra rende meno prevedibile il gioco.

MATURAZIONE: Si è vista nel secondo tempo di Bressanone. Cosic marcato a uomo? Nessun problema. Ci hanno pensato Anici, Oveglia, Pernic e Di Nardo a togliere le castagne dal fuoco segnando gol importanti. Con la preziosa collaborazione dei portieri: Postogna il quale, nonostante un dito malconcio e steccato, ha saputo dare un prezioso contributo e di un Modrusan che porta esperienza.

CALENDARIO: Arrivano gli scontri diretti. Sabato, con Trieste che giocherà in casa contro Cassano Magnago, ci sarà la sfida tra Bolzano e Pressano la settimana dopo sarà la Principe a far visita ai gialloneri trentini. Due giornate che definiranno con più precisione gli equilibri al vertice.

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