SandroWeb Posted October 8, 2019 Report Posted October 8, 2019 MARTEDI' 8 OTTOBRE 2019 - Le tre sconfitte di fila, l'esonero di Pavanel, l'affidamento della squadra a Princivalli pro tempore, un traghettamento verso un nuovo allenatore che si protrae, sono sufficienti a indicare come il progetto iniziale vada rivisto e ridefinito. Della situazione della Triestina attuale ne parla oggi sul Piccolo Ciro Esposito, indicando che è bene che pubblico e addetti ai lavori accantonino il passato e si concentrino sul presente e forse sul futuro. Ed è bene che anche i giocatori se ne rendano conto. Le due vittorie ottenute contro Arzignano e Vis Pesaro hanno dimostrato che le qualità ci sono quando abbinate a concentrazione e determinazione. Contro il Ravenna è invece riemerso un vecchio vizio. Dopo una decina di minuti iniziali di buon ritmo la squadra si è adeguata all'atteggiamento compassato degli avversari. È come se nei giocatori fosse emersa la consapevolezza che prima o poi, vista la qualità dei singoli, il gol sarebbe arrivato. Ebbene così si rischia di impantanarsi e di perdere (come è successo) anche partite che, viste le occasioni costruite nella ripresa, si possono vincere. Insomma le potenzialità si traducono in rendimento e continuità solo se portate al massimo. In buona sostanza il gruppo non sembra animato dalla stessa fame di risultato che hanno gli avversari pur tecnicamente meno attrezzati. Non è un caso se a fine partita due uomini d'esperienza come Malomo e Granoche abbiano parlato di responsabilità dei giocatori. Ed è anche per questo motivo (non il solo evidentemente) che la società continua con Princivalli (in tandem con Milanese) anche all'indomani di una sconfitta. Perché se il progetto tecnico e anche l'obiettivo non è quello di luglio, con o senza Princivalli dopo l'esonero di Pavanel, senza la convinzione dei giocatori non si va da nessuna parte. Troppo facile e inutile sarebbe ora scaricare su altri le responsabilità di questa situazione. Se le prime sconfitte non sono state sufficienti a correggere l'atteggiamento questa contro il Ravenna, per quanto troppo severa e condizionata da episodi negativi, dovrebbe essere l'ultima lezione da capitalizzare. Ora ci sono due occasioni per confrontarsi con squadre di rango. Reggiana e Padova possono dimostrare sul campo se sono o no superiori alla Triestina. Ma la Triestina ha il compito di dimostrare di giocare al massimo delle sue possibilità. Al di là dei risultati e di chi sta in panchina. Almeno questo i tifosi seppur delusi se lo aspettano. - Alla ricerca della personalità. Di Pallacanestro Trieste e dello 0-3 di inizio stagione ne parla invece Roberto Degrassi. Nonostante il buon precampionato e il debutto al Taliercio avessero mostrato un gruppo in crescita, le altre due tappe hanno rimesso in discussione qualsiasi certezza. Anzi, il problema è proprio questo. La mancanza di certezze.Nel dopopartita coach Dalmasson ha parlato di giocatori in un momento di difficoltà. Non ha fatto nomi e del resto non lo ha mai fatto.Se rileviamo che il terzetto di esterni stranieri di Trieste negli ultimi due turni è stato il più inconsistente dell'intera serie A, però, è semplicemente un dato di fatto. Pur considerando l'innegabile differenza di budget e di qualità rispetto all'anno scorso, quella Trieste aveva giocatori con ruoli assegnati e caratteristiche precise (Wright era un play diverso da Fernandez, Sanders era tiratore e collante, Knox era il lungo più soft ma letale dai 4-5 metri, Mosley il lungo verticale, Walker vabbè...era Walker ed è durato poco) mentre nell'edizione attuale in troppi non stanno assecondando il ruolo previsto dal copione. Si sapeva che il rookie Elmore avrebbe scontato inesperienza, atletismo e velocità ma se non correvano le gambe avrebbe dovuto far correre il pallone: in attacco invece Trieste è lenta e macchinosa. Justice, con il suo tiro stilisticamente impeccabile, aveva incantato in estate e al debutto contro la Reyer, ma non si è visto nè contro Varese nè al Palalido. E non si è vista neanche quella capacità di utile tuttofare che gli viene attribuita e che lui stesso rivendica.DeQuan Jones dovrebbe essere l'esterno atletico che attacca il ferro e batte gli avversari in uno contro uno, eppure il suo score milanese racconta di 1 su 3 nel tiro da due e un fallo subito. Molto meglio, al confronto, Strautins che rischia di scippargli posto in quintetto.I numeri promuovono invece l'unico straniero superstite dell'anno scorso eppure Peric solo rare volte diventa il leader caratteriale di questa squadra. Deve essere invece una delle certezze granitiche cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà.Poche, pochissime, sono le facce feroci e convinte che si vedono in campo in questo momento. Ma il campionato con obiettivo la salvezza non consente approcci morbidi: la Pallacanestro Trieste non deve preoccuparsi di essere bella o buona, per assicurarsi la sopravvivenza qualche volta è preferibile essere brutti, "sporchi" e cattivi. Un adattamento indispensabile in proiezione futura. Il calendario non ha fatto carezze alla banda di Dalmasson, riservandole i campioni d'Italia, quella Varese che a dispetto delle previsioni di ranking ha sculacciato anche la Fortitudo, e poi la Milano di Scola e Fernandez. Domenica a Sassari i biancorossi si troveranno di fronte il Banco di Sardegna del Poz che con tre successi su tre e la Supercoppa è la squadra più in forma del torneo. Saranno Brescia in casa e, dopo il turno di riposo, la trasferta di Pistoia le occasioni in cui servirà mandare a memoria le lezioni e cambiare registro. Quote
Recommended Posts
Join the conversation
You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.