SandroWeb Posted October 30, 2019 Report Posted October 30, 2019 MERCOLEDI' 30 OTTOBRE 2019 - Si è chiusa ieri, dopo un negoziato durato quasi cinque mesi, la trattativa tra la Pallacanestro Trieste e la Astmar Sa, la società che ha fatto da tramite con il fondo svizzero interessato ad acquisire la proprietà della società. Se ne parla abbondantemente sul Piccolo di oggi, con Roberto Degrassi e Lorenzo Gatto che affermano che la notizia, non propriamente una doccia fredda, è arrivata ieri quando Astmar Sa ha comunicato al presidente della società biancorossa Gianluca Mauro la sua decisione definitiva di ritirarsi dalla possibile acquisizione di capitale della Pallacanestro Trieste. Troppi temi rilevanti, a giudizio di Astmar, sono rimasti aperti ed irrisolti dall'inizio e quindi troppo a lungo e comunque si sono evidenziate - sempre nell'ottica degli svizzeri - sempre più «significative divergenze tra il management, il Consiglio di Amministrazione, i soci, Siamo Trieste, Fondazione e quant'altro tanto da far ritenere la situazione ambientale non idonea alle operazioni amichevoli che Astmar sempre cerca».Una trattativa, quella tra la Pallacanestro Trieste e l'Astmar, che era partita nei primi giorni dello scorso giugno quando, dopo aver visto fallire il tentativo di contattare l'amministratore giudiziario per comprare le quote direttamente da Alma, l'avvocato Alessandro Carbone, in rappresentanza del fondo svizzero, ha contattato l'avvocato Kostoris per chiedere informazioni sul progetto SiAmo Trieste e contestualmente fissare un incontro con la Pallacanestro Trieste.Nell'incontro avvenuto nello studio di Carbone erano stati chiesti i documenti contabili per fare delle valutazioni sullo stato di salute della società. Da li in poi l'inizio di una trattativa, confermato il 13 luglio da un comunicato della Pallacanestro Trieste a firma dello stesso Gianluca Mauro, che nelle scorse settimane ha visto Astmar formalizzare la richiesta d'acquisto ponendo quattro condizioni. Le condizioni proposte sarebbero state: l'inserimento nel perimetro societario di SiAmo Trieste e del settore giovanile; la riduzione del peso di alcuni contratti di sponsorizzazione in essere (con particolare attenzione al ruolo di Allianz che - in realtà - rappresenta con gli introiti dagli abbonamenti e dai biglietti il più munifico aiuto economico alla causa biancorossa) e la disponibilità da parte degli attuali soci a ricapitalizzare una quota di un eventuale aumento lanciato dal fondo.Nelle scorse settimane gli attori della trattativa da parte triestina, soci in primis, si erano riservati una risposta alla lettera di Astmar. Ieri l'annuncio del ritiro da parte dei rappresentanti svizzeri. Sfuma quindi una candidatura peraltro rimasta mai presentatasi pubblicamente e coperta da un rigoroso patto di riservatezza. La Pallacanestro Trieste ha chiarito la propria posizione in serata con una nota articolata nella quale conferma di aver ricevuto la comunicazione. Si legge nel comunicato: «Quanto reso noto da Astmar Sa chiude un iter lungo, complesso, contraddittorio e tortuoso, che ha messo in evidenza le sostanziali ed evidentemente non colmabili distanze e differenze tra la Pallacanestro Trieste - intesa nel suo complesso, come rappresentata dai propri attuali soci, dal Consiglio di Amministrazione e dagli Stakeholders privilegiati, tra i quali Siamo Trieste - e il potenziale acquirente, le cui richieste non sono risultate coerenti nel tempo né strutturalmente ricevibili. L'impossibilità di addivenire a un accordo deriva dalle condizioni poste in essere dal potenziale acquirente, ispirato da un modello di business avulso al contesto locale e probabilmente anche quello nazionale, posto che più volte Astmar SA ha messo in evidenza nelle sue comunicazioni la mancanza di condizioni adeguate nello scenario macroeconomico e politico italiano».Nella sua nota la Pallacanestro Trieste «si rammarica per il lungo tempo impegnato in questo tentativo di accordo, le cui basi non hanno trovato solide fondamenta, e vuole ringraziare per il lavoro svolto tutti coloro - soci, amministratori, stakeholders, istituzioni, dipendenti e partner della Pallacanestro Trieste - che pur di giungere all'obiettivo atteso si sono impegnati per garantire risposte alla due diligence, tentando di dare solidità una ipotesi di accordo che è risultata troppo vaga e generica per assumere la necessaria concretezza. L'impossibilità a procedere non modifica l'attuale gestione della Pallacanestro Trieste, impegnata in maniera continuativa nella ricerca di sponsor». - Nove punti, zero gol subiti, e sei realizzati. Secondo Ciro Esposito, per la Triestina sono tutti questi dati positivi che ridanno fiducia a un ambiente deluso dall'avvio di stagione degli alabardati. Numeri e prestazioni che rendono merito al nuovo tecnico e anche ai giocatori prima strigliati dalla società e poi messi sotto accusa da una parte dei tifosi. Ma c'è da dire che, specie alla fine del primo tempo, lunedì sera sugli spalti del Rocco si aveva la sensazione di vivere lo spiacevole dejavù della partita contro il Ravenna (persa per 0-1). Quella era la terza partita, dopo due successi, di Princivalli e si sa che i tifosi sono fin troppo scaramantici. E invece gli alabardati con un secondo tempo più pimpante e grazie al cinismo e al carattere di Costantino hanno tappato la bocca a tutti chiudendo in modo entusiasmante un match che tale non è stato. Ma il carattere è un qualità che, specie in un campionato di C, spesso vale più della tecnica. Per vedere il gioco di Gautieri c'è tempo. Per il momento l'importante è che la squadra limiti quei momenti di deconcentrazione che l'hanno spesso attanagliata in questa prima fase del torneo. Qualche scoria si è vista anche contro il Fano ma rispetto agli altri episodi ci sono delle attenuanti. I marchigiani hanno usato al meglio, almeno fino a quando non hanno perso lucidità, il palleggio stretto ben eseguito e forti della loro gioventù hanno digerito meglio le tre gare in una settimana rispetto a una squadra esperta e più in età della Triestina. Per aver la meglio sulla manovra articolata dei marchigiani serviva un ritmo sostenuto e soprattutto un pressing alto intenso (visto a tratti solo nelle ripresa). E invece l'Unione sul piano del dinamismo ha sofferto. C'è da dire peraltro che il turnover soft voluto da Gautieri, ha funzionato sul piano dei risultati, ma può aver pesato sulle prestazioni di quei giocatori che hanno sempre giocato dall'inizio. Non a caso (tolta la coppia centrale) Formiconi, Procaccio, Maracchi e in parte Giorico sono apparsi meno in palla rispetto alle due partite precedenti. La Triestina poi ha anche rischiato di prendere gol su un paio di infilate del Fano. È una situazione che potrebbe ripetersi quando la scelta su uno degli esterni ricade su Mensah, bravo e in ottima forma, utile a sfondare ma meno adatto a svolgere con i tempi giusti le due fasi che il ruolo richiede. La prova con il Fano insomma probabilmente non è dovuta a un calo di tensione o attenzione ma da situazioni contingenti. In ogni caso adesso arrivano due partite di livello a Salò e contro il Vicenza. Due occasioni per capire se la Triestina è davvero guarita. Quote
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