SandroWeb Inviato 27 Gennaio 2021 Segnala Inviato 27 Gennaio 2021 MERCOLEDÌ 27 GENNAIO 2021 - Una vittoria per mettersi in tasca mezza salvezza e guardare con serenità al resto della stagione. Come scrive oggi Robeto Degrassi su "Il Piccolo", l'Allianz ha l'opportunità oggi alle 18 sul parquet di casa di via Flavia contro l'Openjobmetis Varese di consolidarsi tra le prime otto, in una posizione che autorizzerebbe a iniziare a sognare un lieto fine di nome play-off. Complicarsi la vita perdendo sarebbe un harakiri di massa: significherebbe condannarsi al rischio di una rimonta da parte di chi sta dietro e perdere la bussola dopo la striscia positiva e il ko con Sassari.L'avversario si presenta infatti in condizioni di oggettiva difficoltà: Varese ha accusato 12 casi di positività, ha dovuto saltare quattro incontri di campionato (tra cui, appunto, quello con Trieste programmato originariamente per il 3 gennaio), ha appena recuperato il numero minimo richiesto di tesserati in possesso di idoneità agonistica. Ha effettuato finora solo allenamenti parziali e a ranghi ridotti. In sostanza, si trova nella stessa situazione dell'Allianz quando riassaggiò il parquet contro le Vu nere bolognesi dopo 49 giorni di stop.Attenzione, però. Bulleri, coach varesino, potrà impiegare solo sette elementi della prima squadra ma tra questi c'è scelta di altissimo profilo. Luis Scola il prossimo 30 aprile compirà 41 anni ma come lui nella nostra serie A non c'è nessuno. Una sentenza, oltreche una inarrivabile lezione di tecnica. Occhio ai due ex. Michele Ruzzier sta disputando una stagione forse inferiore alle attese ma è stato uno dei pochi risparmiati dal Covid e sa come dar fastidio alla difesa biancorossa. Interessante il suo confronto con Laquintana, soprattutto ripensando allo sviluppo dell'ultimo mercato triestino, diviso tra il corteggiamento al triestino emigrato in Lombardia e la tentazione del ragazzo di Monopoli.L'altro ex è Arturs Strautins, alla stagione della consacrazione dopo un ottimo esordio biancorosso e l'anno successivo di involuzione con cessione in prestito a Udine, tra luci e ombre. Gli altri quattro tesserati senior sono De Vico (che se trova la serata può far male), De Nicolao, Morse e quel Ferrero che evoca sinistri ricordi. Il capitano varesino due anni fa all'Allianz Dome stabilì il suo high in carriera con 28 punti, imbucando anche dagli spogliatoi.Eugenio Dalmasson invita la sua squadra ad affrontare il match con grande concentrazione: «La parola d'ordine è "concentrazione", su di noi prima di tutto, sul fare la nostra partita e le cose che sappiamo fare bene, come è stato in questo ultimo periodo. Dobbiamo essere bravi a seguire il nostro piano partita, cosa che non ci è riuscita domenica. Non è tanto l'aver perso contro una Sassari clamorosamente efficace, quanto piuttosto l'aver sbagliato la lettura dei ritmi e del gioco che dovevamo fare. Tornare in campo subito per noi è la cosa migliore. Una eventuale vittoria ci metterebbe nella condizione di pensare di aver fatto un girone di andata importante. Lo diventa soprattutto alla luce delle vicissitudini che abbiamo vissuto, con le 8 partite disputate in 25 giorni, un tour de force duro dal punto di vista fisico e mentale» - «Non accetto che i giocatori giochino con presunzione, senza quella voglia di aggredire e quella carica agonistica indispensabile per vincere». Come scrive Ciro Esposito, dopo una lunga serie di prestazioni "svagate" contro le squadre di provincia la sconfitta in casa del Matelica ha fatto infuriare Mauro Milanese. Così ieri pomeriggio dopo l'allenamento si è chiuso con i giocatori in una stanza delle sede del club.Prima di parlare ai giocatori l'amministratore unico della Triestina ha avuto un faccia a faccia con Pillon e lo staff tecnico per cercare di capire il perché di certe prove sotto tono della squadra. Partite che hanno portato nelle casse della Triestina appena un punto nel nuovo anno. È tuttavia una situazione già vissuta nelle stagioni passate, nei mesi della gestione Gautieri e adesso, dopo un investimento ulteriore della società per affidare il gruppo a Pillon e ai suoi collaboratori, ci risiamo. Milanese non ha usato mezzi termini. Chi non ha gli stimoli per dare il massimo può accomodarsi e trovarsi un'altra squadra è la sintesi del discorso fatto a Lambrughi e compagni. Non solo ma, se l'atteggiamento della squadra non cambia, Milanese è pronto ad abbandonare quel comportamento conciliante e disponibile che ha sempre caratterizzato finora la linea della Triestina. «Ho vissuto a Perugia l'era Gaucci - sbotta Milanese - so come si fa a rompere le scatole ai giocatori. Doppie sedute, ritiri di una settimana, multe, zero permessi, non coccole ma strigliate. Da ex giocatore non era piacevole. Ma se mi costringono a farlo sono pronto». Ma come toccare nel vivo le corde dei giocatori, ammesso che questo possa servire a dare una scossa? «Ho detto ai giocatori che nessuno si deve sentire intoccabile . Chi non si sente sufficientemente stimolato può chiamare il suo agente. Altrimenti non escludo di mettere qualche giocatore fuori lista senza preavviso andando a pescare in extremis nell'ultimo giorno di mercato (lunedì entro le 20 ndr). L'ho già fatto in passato ». La società insomma ha scelto di provare a rivitalizzare il gruppo con un'altra strigliata anche perché obiettivamente il cambio di guida tecnica ha ottenuto i frutti sperati solo prima della sosta natalizia. Ma al di là della strategia a Milanese non va giù l'atteggiamento molle nell'approccio alle partite. Proprio quella caratteristica che era stata la sua forza da giocatore sui campi di serie A ma soprattutto a fine carriera in C. «Ho visto il Fano e il Matelica correre più di noi, raddoppiare e triplicare i nostri, lanciarsi negli spazi - conclude Milanese -. Noi abbiamo una rosa tecnicamente competitiva ma se non ci mettiamo la stessa grinta e la stessa voglia degli avversari non serve a nulla. Per essere trattati con i guanti, come finora abbiamo fatto noi, uno se lo deve guadagnare. E se non hai stimoli sufficienti è meglio cambiare aria. Siamo undicesimi e l'obiettivo era di stare a ridosso delle prime. Io ci metto sempre la faccia ma anche chi va in campo deve assumersi le proprie responsabilità».Dopo il cambio di staff ecco il giro di vite della società. Ora tocca ai giocatori. Nel calcio spesso le sfuriate funzionano. Altre volte no. Provarci, come ha fatto Milanese, è legittimo. Certamente è doveroso per il rispetto nei confronti di chi come Mario Biasin sta investendo milioni per la causa. Cita
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