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MARTEDÌ 17 SETTEMBRE 2024

Il pesantissimo ko contro l'Atalanta non è solo una sconfitta ma segna una lacerazione interna ed esterna alla Triestina che va, per quanto possibile, immediatamente contenuta. Come scrive oggi Ciro Esposito su "Il Piccolo", sul campo i giovani bergamaschi hanno disposto a loro piacimento dei più esperti (sulla carta) alabardati, capaci solo di una timidissima reazione durata cinque minuti, e per il resto alla mercè degli avversari. I cinque gol subiti, l'umiliazione sofferta dal pubblico presente (e dagli altri appassionati), i tre punti in classifica dopo tre ko di fila (e il quarto in precedenza con il Trento in Coppa Italia) che significano guardarsi alle spalle anziché pensare all'obiettivo promozione, paradossalmente sono gli aspetti meno preoccupanti.

Con un atteggiamento più accorto, con il ritorno di alcuni giocatori, contro avversari meno freschi e con 34 gare ancora da disputare si può rimediare. La società tuttavia deve battere un colpo. Non basta scaricare, se lo farà ma finora ha la fiducia, un allenatore voluto fortemente dal club come Santoni. Sarebbe solo un capro espiatorio, in piena incoerenza con il progetto, e non risolverebbe il problema di fondo. Il tecnico deve avere un tempo ragionevole per sbagliare e fare le dovute correzioni. Serve invece che il club faccia pubblicamente chiarezza. Perché nessuno ce l'ha con gli americani e con il loro progetto, anzi, ma i tifosi e la città hanno diritto di sapere il pensiero del club su un iter tecnico-sportivo che non sta funzionando e rischia di affondare.

IL TECNICO

Santoni ha le sue idee e l'appoggio della società. Lui stesso dice che i giocatori non hanno capito come si gioca in C. E lui stesso è la prima volta che sul campo si confronta con questa categoria. Visionare e analizzare video fa parte di un indubbio bagaglio professionale ma altra cosa è vivere la terza serie dalla panchina e trovare nell'immediato i correttivi quando la squadra arranca. In C si gioca sporco, sull'errore dell'avversario (e quindi bisogna evitarne il più possibile), si conquista il possesso vincendo i duelli uomo contro uomo, i giocatori devono essere reattivi e posizionati nel modo adeguato per andare sulle seconde palle. Non è calcio d'accademia e bisogna digerirlo pur senza assuefazione. Trovare un equilibrio tra manovra e solidità non è semplice nemmeno per i più esperti.

LE INCOGNITE

Ad aggravare la situazione c'è l'organico al momento a disposizione del tecnico. Mancano entrambi i terzini sinistri da un mese. Dal mercato non è arrivato almeno un centrale difensivo sinistro. Frare è stato preso sapendo che doveva rimettersi in sesto da un infortunio non banale. Servivano quattro esterni avanzati di cui due che possano giocare a piede invertito e capaci di puntare alla porta e ce n'è uno solo non adattato, quel Vicario che è fuori fase e viene quindi utilizzato pochissimo. La società diceva che era necessaria una punta esperta (Novakovich e Bortolussi inseguiti invano) ed è arrivata una quasi punta Olivieri che, si è appreso in extremis, non può essere schierato per motivi burocratici.

I CHIARIMENTI

Ecco su tutti questi temi sarebbe opportuno che la società ci mettesse la faccia. Non solo ma il ds Donati è stato sollevato dal giorno alla notte dall'incarico e a due settimane di distanza, la scelta non è stata motivata né è dato sapere se il club stia cercando un sostituto. Questa mancanza di comunicazione da parte del club a partire da fine gennaio è coincisa (è solo casuale?) con una deriva di risultati, gioco e frattura con i tifosi sfociata nelle contestazioni in crescendo. Un chiarimento è necessario per intraprendere una strada di condivisione all'interno e all'esterno. Lo faccia il presidente Rosenzweig, l'ad Stella, il dg Menta o tutti insieme. Insomma facciano come ritengono più opportuno purché lo facciano. E lo facciano in fretta. Per i tifosi, per la città ma soprattutto per la "loro" Triestina.

- Scampoli di preseason per la Pallacanestro Trieste che venerdì assaporerà la stimolante atmosfera dell'Eurolega con la trasferta in casa del Baskonia. Ultimo appuntamento di un ricco precampionato per la formazione di coach Christian che, dalla prossima settimana, si tufferà nella routine settimanale e nel lento avvicinamento all'esordio contro i campioni d'Italia dell'Armani Milano.

Lo scrive oggi Lorenzo Gatto: che squadra si presenterà, il prossimo 29 settembre, sul palcoscenico della serie A è ancora oggi un'incognita visto che le indicazioni di questo mese di lavoro sono condizionate dagli infortuni. Trieste ha giocato al completo solamente la sfida del 31 agosto contro la Vanoli, nelle amichevoli disputate contro Treviso, Venezia, Reggio Emilia e Cedevita lo staff tecnico è stato costretto a schierare formazioni e quintetti sempre diversi e condizionati dalle assenze. Un aspetto da non sottovalutare e del quale tenere conto, al netto delle valutazioni sui singoli, perché le chance di disputare una buona stagione dipenderanno molto dalla chimica che si creerà nella squadra e dalla capacità dei giocatori di fare gruppo. Per questo le due settimane che mancano all'inizio della stagione, al netto di quanto dirà la trasferta di venerdì prossimo nei Paesi Baschi, saranno fondamentali per dare un ulteriore impronta alla nuova Trieste.

Parlando dei singoli sono tre, almeno per ciò che si è visto fino a oggi, i punti di riferimento di una squadra che avrà naturalmente un'anima molto americana. Colbey Ross e Markel Brown tra gli esterni e Jarrod Uthoff nel reparto lunghi saranno i leader designati di una squadra che non potrà prescindere dalla loro presenza sul parquet. L'importanza di Ross e Brown si è percepita, paradossalmente, proprio nel momento in cui la loro presenza è venuta meno. Grande equilibratori del gioco e uomini capaci di prendersi responsabilità pesanti nei momenti decisivi della partita. Uthoff sta vincendo la personale scommessa di un ritorno in Europa dopo le tre stagioni vissute in Giappone. Voleva capire se poteva ancora scoprirsi decisivo in un campionato più competitivo come quello italiano, per il momento le risposte sono più che confortanti. Arma totale in attacco, capace di segnare in molti modi diversi, da rivedere in chiave difensiva nelle partite che metteranno in palio i due punti.

Tutto da scoprire, probabilmente anche per lo staff tecnico biancorosso, il potenziale di Denzel Valentine, giocatore che va disciplinato senza però distruggere un talento e una creatività in grado di fare la differenza e l'impatto che Jayce Johnson potrà avere nel campionato. Valentine in questo mese di precampionato è stato l'uomo più utilizzato da coach Christian. Impiegato da ala, da guardia e spesso da play-maker aggiunto, ha mostrato lampi di classe unite a forzature evitabili. La capacità di limitarne gli errori senza ingabbiarne la creatività sarà una delle scommesse da vincere per lo staff tecnico.

Prestazioni altalenanti, fino a oggi, per Jayce Johnson, un centro che ha sicuramente margini per crescere e dare alla squadr a l'apporto per il quale è stato scelto dal gm Arcieri. Deve entrare nei meccanismi e capire come poter essere utile a un gruppo che, a sua volta, deve imparare a servirlo per esaltarne le qualità. È un centro mobile che fatica a liberarsi al tiro se servito spalle a canestro mentre ha sicuramente maggiore facilità di andare a canestro se servito in velocità.

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