SandroWeb Posted December 13, 2024 Report Posted December 13, 2024 VENERDÌ 13 DICEMBRE 2024 - La maglia della Virtus cucita addosso per sedici mesi, poi il treno da prendere al volo che lo ha riportato a casa. Michele Ruzzier (intervistato da Lorenzo Gatto su "Il Piccolo"), a due anni dalla decisione di vestire i colori della Pallacanestro Trieste, torna a Bologna al cospetto di una società che è stata senza dubbio il punto più alto della sua carriera. Con Scariolo non è andata come sperava e voleva, sentiva il desiderio di tornare a giocare e riscoprirsi protagonista sul parquet, così a novembre del 2022 ha colto al volo un'opportunità che non poteva rifiutare. Resta nella memoria il video in cui, guidando la macchina nella notte, ascoltava il brano di Skylar Grey "Coming Home" . «Tornare a Bologna da ex sarà senza dubbio un'emozione particolare – racconta il play triestino –. Ho vissuto un'esperienza formativa in un ambiente di altissimo livello e in una società che non ti fa mancare davvero niente. Tifoseria calorosa, in una città unica per la passione con cui vive la pallacanestro. Nel bene e nel male, ci sono grandi aspettative: se perdi qualche partita di troppo la pressione comincia a farsi sentire». Con i dubbi relativi alla presenza di Colbey Ross, quella pressione domenica rischia di trovarsela addosso a maglie invertite, quando potrebbe essere chiamato agli straordinari in un match in cui Trieste dovrà cercare di interrompere il trend negativo. «Sarebbe un onere che mi prenderei volentieri – sottolinea Ruzzier–. Di certo l'idea di stare tanto in campo non mi dispiace. A parte le battute, vedremo se Ross riuscirà a recuperare in tempo. Quest'anno le gerarchie sono chiare: Colbey è il play-maker titolare e io so perfettamente qual è il mio ruolo all'interno di questo gruppo. Ma sono pronto, in qualsiasi caso, a fare quello che servirà alla squadra». Avversaria che sta cambiando pelle la Virtus, dopo la scelta di Banchi di rassegnare le dimissioni e poi l'arrivo in bianconero di Dusko Ivanovic: cambieranno inevitabilmente gli equilibri all'interno del gruppo. Segafredo che, dopo la partita giocata in Eurolega contro il Baskonia, è tornata alla base e da oggi si ritufferà nel campionato per preparare la sfida contro Trieste. «I nostri coach avranno analizzato sia la partita di domenica scorsa a Milano che quella di ieri a Vitoria – spiega Michele –. Arriveremo pronti a giocare una sfida che nasconde ovviamente tante insidie. Ma non ci facciamo spaventare da questo, sappiamo che gli impegni infrasettimanali in Europa possono condizionare le squadre in questo periodo della stagione. Per quanto ci riguarda, stiamo attraversando un momento particolare a causa di qualche infortunio di troppo ma non vogliamo farci condizionare negativamente da questo. Andremo in campo decisi e determinati per fermare questa emorragia di punti e daremo il massimo per provare a tornare a vincere». - C'è un nome che fa trait d'union fra Novara, Triestina (che domani si affrontano al "Piola") e Attilio Tesser: è quello di Marco Rigoni, talentuoso centrocampista ora 44enne, che ha giocato in entrambe le squadre (con l'Unione dal 2003 al 2006) e sempre con l'attuale tecnico alabardato in panchina. Come scrive oggi Antonello Rodio, Rigoni, che a Novara con l'allenatore di Montebelluna fu protagonista del doppio balzo dalla C alla A, con Tesser conserva tuttora un rapporto speciale: «Ci sentiamo spesso – dice Rigoni –. Lui è stato felicissimo di tornare lì, Trieste è nel suo cuore, del resto è così che ti senti quando una piazza ti fa stare bene e anch'io quando posso ci torno volentieri. Lui è consapevole che la piazza lo voleva a tutti i costi per come ci si era lasciati un anno fa». L'impatto immediato di Tesser ha colpito e non poco anche Rigoni: «A giudicare dai primi risultati, il suo ritorno è stato clamoroso: ha pareggiato in casa della prima e ha vinto con la seconda. Certo, la strada resta difficilissima, ma so come fa stare lui l'ambiente, per questo dico che ci sono ottimi presupposti perché la Triestina arrivi alla salvezza». Per i tanti anni passati assieme, dalla bella esperienza in alabardato e quella storica col Novara, Rigoni ha un giudizio molto chiaro su Tesser: «Per me è fin troppo semplice parlare di lui. Sono di parte perché sono stato suo giocatore e ho ancora un rapporto importante a livello umano, ma lo reputo una persona straordinaria. Sul suo valore da tecnico parla per lui una storia fatta di numeri, risultati e persone: è sempre stato un allenatore a livelli altissimi. Io con i suoi modi mi sono trovato benissimo, e lo possono dire quasi tutti i giocatori. Dico quasi, perché è impossibile accontentare tutti». Legami con l'allenatore a parte, Rigoni ricorda ancora con piacere le stagioni vissute in alabardato. In fondo l'Unione è stata la squadra dove ha giocato di più dopo il Novara. «A Trieste sono stati anni bellissimi, ero arrivato a gennaio dopo un lungo infortunio, ho dovuto capire di nuovo bene la serie B. L'anno seguente si è ripartiti con Tesser e abbiamo sfiorato i play-off, un'annata importante nella quale sono venuti fuori giocatori come Aquilani e Mantovani. L'anno successivo ci salvammo ai play-out, però ricordo una piazza che ti fa sentire davvero giocatore e una curva Furlan magica». Poi la partenza da Trieste in piena epoca Tonellotto, altre esperienze, quindi la chiamata del Novara dove nel frattempo era arrivato proprio Tesser. E furono anni di storiche ed emozionanti promozioni, con Rigoni che si è sempre rivelato decisivo: «Quell'esperienza partì soprattutto come una scommessa con me stesso, ma cosa sarebbe successo nessuno poteva saperlo. Furono tre anni incredibili, compreso quello della serie A, perché anche se arrivò una retrocessione immeritata, per me fu comunque una stagione magica: 11 gol, tanti assist e il secondo posto al Fantacalcio dietro a Pirlo nel mio ruolo». Una bella rivincita per uno che nel settore giovanile della Juve veniva visto come il nuovo Del Piero, prima che sfortuna e infortuni ne limitassero le potenzialità. Il ritiro arrivò già a 34 anni proprio per i tanti infortuni, poi un ruolo da dirigente nel Novara, quindi l'addio: «Ci fu un cambio societario, preferii guardare altrove. Andai allo Sparta Novara e fu un'esperienza bellissima con i giovani. Da un po' ho deciso di tornare a casa a Padova. Cosa faccio? Nel calcio o trovi una situazione seria dove metti sul tavolo conoscenze ed esperienze per il tuo incarico, oppure è tutta aria fritta. Quindi preferisco aspettare l'occasione giusta, altrimenti farò altro». E domani per chi tiferà Rigoni? «Per entrambe sono in palio punti importanti, forse più per la Triestina. Chi tifo? Vinca il migliore» Quote
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